Racconti Erotici > incesto > La pompinara di papà
incesto

La pompinara di papà


di leius06
30.07.2021    |    37.148    |    3 9.3
"Ecco perché non mi scandalizzai quando qualche anno dopo sorpresi proprio mia figlia Federica mentre faceva lo stesso con suo nonno, ormai settantenne..."
Era uno degli ultimi giorni di scuola della quarta liceo. Quella mattina la prof di italiano si era data malata, quindi alle 12 fummo liberi di uscire. Presi il mio motorino e mi diressi verso casa dove a quell’ora pensavo di non trovare nessuno. Mamma era in ufficio, mentre papà avrebbe dovuto essere nel suo studio. Una volta aperta la porta però sentì degli strani rumori provenire proprio dalla mia stanza. Mi avvicinai con circospezione e sbirciai dentro. Quello che vidi mi lasciò letteralmente senza parole.

Mio padre era sdraiato sul mio letto completamente nudo col cazzo in mano e si masturbava furiosamente. Nell’altra mano notai il perizoma sporco che mi ero cambiata la mattina stessa, finché mio padre non lo avvicinò tra naso e bocca annusandolo e leccandolo. Proprio in quel momento papà sborrò copiosamente sulla sua pancia pronunciando il mio nome: “Oh, Alessia…”. Non c’erano dubbi, mio padre si era masturbato per me. Pensando a me. Sognando me.

Mi allontanai rapidamente chiudendomi in bagno. Avevo bisogno di pensare. Ciò che avevo appena visto mi aveva sconvolto. Mio padre, un uomo di 45 anni, si masturbava per una ragazzina appena maggiorenne. Per sua figlia. La cosa mi turbava, ma allo stesso tempo non potevo negare che la visione del suo cazzo duro che sborrava aveva provocato in me anche un altro tipo di sensazione. Infilai la mano sotto la gonna e mi toccai. Ero bagnata. La sera stessa, sola nello stesso letto su cui papà si era segato qualche ora prima, infilai le mani tra le cosce e mi masturbai fino a raggiungere un potente orgasmo.

Nei giorni successivi ogni volta che mi trovavo sola con lui tentavo di studiare i suoi movimenti. Notai così gli sguardi sempre più insistenti di papà sul mio culetto o i suoi tentativi disperati di sbirciare nella mia scollatura per intravedere mezza tetta. In casa d’altronde giravo spesso senza reggiseno, con short cortissimi e molto aderenti oltre che rigorosamente a piedi nudi. Ma se all’inizio le ‘attenzioni’ di papà per il mio corpo mi mettevano a disagio, col passare del tempo iniziarono a piacermi sempre di più tanto che facevo in modo di ‘esibirmi’ per lui e accendere ulteriormente il suo interesse nei miei confronti. Mi piaceva pensare che subito dopo avermi guardato mio padre si sarebbe chiuso in bagno masturbandosi furiosamente per me.

Così mi strofinavo apposta col seno sul suo braccio con la scusa di mettere qualcosa a tavola, oppure mi posizionavo semisdraiata a 90 sul bancone della cucina col culetto bene in mostra. O ancora mi sdraiava sul divano con le gambe spalancate e i piedini smaltati in bella vista. Ogni volta notavo gli sguardi allupati di papà che quasi sempre correva via con una scusa per sfogare la sua eccitazione ed evitare di saltarmi addosso.

Il gioco con mio padre andò avanti per mesi finché non fui io a decidere che non mi bastava più. Tra qualche settimana sarei partita per frequentare l’università lontano da casa. Era il momento giusto per regalare a papà ciò che sognava da tanto tempo e allo stesso tempo togliermi lo sfizio di averlo completamente in mio potere.

Una sera che mamma aveva il turno di notte e sapevo che saremmo rimasti soli in casa lo provocai per tutto il tempo in ogni modo possibile. Iniziai uscendo dalla doccia con i capelli ancora bagnati, un asciugamano legato al petto che mi copriva appena la fica e le gambe completamente scoperte. Guardai papà e notai subito che la sua salivazione si era azzerata. Stava sbavando letteralmente per le mie cosce.

Quindi mi posizionai sul divano e inizia a passarmi la crema allargando le gambe in modo che mio padre, seduto sulla poltrona di fronte, intravedesse la mia fighetta depilata. Sentivo lo sguardo di papà e notai la sua mano scendere velocemente sulla patta, probabilmente nel tentativo di coprire in qualche modo l’inevitabile erezione che cresceva nei sui pantaloni. Un tentativo ovviamente vano.

Mio padre si alzò per preparare la nostra cena, quando sentì la sua voce chiamarmi dalla cucina lo raggiunsi. Indossavo il mini-abito che avevo scelto per il mio diciottesimo compleanno: nero, con le balze, senza spalline. Piedi rigorosamente nudi e trucco leggero. Papà rimase senza parole. “Mi sono fatta bella per te, visto?” dissi con lo sguardo più ammiccante e la voce più sensuale che potevo.

Durante la cena papà evitò accuratamente di incrociare il mio sguardo cercando di resistermi ma quando gli chiesi di metterci sul divano a guardare un film non riuscì a dirmi di no. Lui era seduto, mentre io mi sdraiai allungando i piedi sulle sue gambe. Ero ben consapevole che da quella posizione mio padre avrebbe potuto notare come sotto il vestito non indossassi il perizoma. E ovviamente lo notò. Era eccitatissimo, ma stavolta non avrei permesso che la serata finisse con la solita sega in mio onore.

Allungai i piedi sulla sua patta e sentì immediatamente il cazzo duro che premeva sotto i pantaloni. Papà mi guardò un attimo negli occhi, lo guardai. Poi si voltò continuando a guardare la tv lasciando che io continuassi a stimolarlo con i piedi. Capì che il mio ‘trattamento’ stava per avere l’effetto voluto quando vidi mio padre reclinare leggermente la testa all’indietro, accelerai il movimento finché non sentì l’umido sotto le piante. Papà si era venuto addosso. A quel punto, senza mai guardarmi, spostò leggermente i miei piedi e si alzò di scatto scappando in camera mentre io sorridevo soddisfatta.

Da quella sera il nostro rapporto era cambiato per sempre. Lo sapevamo entrambi. Nessuno dei due affrontò apertamente l’argomento ma le seghe con i piedi davanti alla tv diventarono praticamente un’abitudine, spesso anche in presenza di mia madre. Allo stesso tempo sapevamo entrambi che prima o poi tra noi sarebbe successo qualcosa di più. Lo volevamo entrambi.

Fu così che una mattina raggiunsi papà nel letto matrimoniale mentre ancora dormiva. Mamma era appena uscita. Lui dormiva solo con i boxer. Il cazzo era già in tiro per l’erezione mattutina. Papà dormiva coricato sul fianco destro, mi avvicinai lentamente da dietro e iniziai a strofinarmi. Indossavo la camicia da notte senza intimo sotto. Quindi allungai la mano e la poggiai sul suo cazzo da sopra i boxer. Papà si svegliò ma ancora in dormiveglia non si accorse che ero io: “Sì, continua…”.

Abbassai leggermente l’elastico, il cazzo duro di mio padre balzò fuori. Lo impugnai a mano piena e iniziai a segarlo molto lentamente per poi accelerare il ritmo. Solo a quel punto papà si voltò, aprì gli occhi e mi guardò in viso. I nostri sguardi si incrociarono mentre io continuavo a masturbarlo. Gli feci cenno di restare in silenzio, quindi mi abbassai rapidamente con la faccia all’altezza del suo cazzo. Ora era a pochi centimetri dalla mia bocca. Lo guardai di nuovo negli occhi, uscì la lingua e lo leccai come fosse un gelato.

Sentì mio padre tremare di piacere. “Non ti fermare, ti prego” mi implorò. Non ne avevo alcuna intenzione. Lavorai il cazzo di papà con la bocca per alcuni minuti finché non mi avvisò che il tempo era scaduto nel modo più diretto possibile: “Vengoooo”. Mio padre sborrò copiosamente, io accolsi tutto il suo seme tra le mie labbra e lo ingoiai vorace. Ormai da mesi mi chiedevo che sapore avesse il piacere di papà. Ora, finalmente, potevo assaggiarlo.

Dopo aver liberato anche l’ultima goccia nella mia bocca papà continuò ad accarezzarmi i capelli mentre io giocavo ancora col suo cazzo tra le labbra, baciandolo e leccandolo a lungo. “Sono più brava di mamma?”, gli chiesi ridendo. Mio padre mi guardò seriamente negli occhi: “Sei la migliore pompinara del mondo…ma ora succhiamelo di nuovo”.

Diventai la sua succhiacazzi personale fino al giorno in cui non partì lasciando la casa dei miei. Spesso però papà mi raggiungeva con qualche scusa e ogni volta immancabilmente mi chiedeva di soddisfarlo con la bocca. Lo stesso accadeva quando tornavo a casa, a volte anche mentre mia madre era a pochi passi da noi. Lei a cucinare il pranzo per la figlia, io tra le gambe di suo marito e succhiargli il cazzo.

Essere la pompinara di papà era una sensazione unica, difficile da spiegare. Mi sentivo potente. Mi sentivo femmina. E continuai a esserlo per anni, compreso il giorno del mio matrimonio quando succhiai il cazzo di mio padre nel bagno del ristorante durante il ricevimento con l’abito da sposa ancora addosso mentre il mio novello marito mi aspettava per il taglio della torta.

Succhiai la sborra di papà anche mentre ero incinta della mia prima figlia. Non ne ero mai sazia. Non sapevo farne a meno. Ecco perché non mi scandalizzai quando qualche anno dopo sorpresi proprio mia figlia Federica mentre faceva lo stesso con suo nonno, ormai settantenne. Da quel giorno anzi mio padre venne sempre più spesso a casa nostra e approfittando dell’assenza dell’uomo di casa si godeva le sue donne. Sua figlia e sua nipote. Le sue pompinare.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La pompinara di papà:

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni