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LA CONQUISTA (seguito de IL CAZZO DI MIO FIGLIO)


di leius06
23.03.2019    |    50.426    |    11 9.7
"Mio figlio odiava fare shopping, ma alla fine cedette e così ci ritrovammo sulla sua Smart..."
Non potevo andare avanti così. Il cazzo di mio figlio era diventata la mia ossessione ormai da mesi, ma capì di avere raggiunto il limite solo quando non riuscì più a guardare Luca in viso senza pensare al suo cazzo duro mentre sentivo bagnarmi gli slip. Dovevo fare qualcosa. Ma cosa?

Luca era un ragazzo timido con le altre ragazze, figurarsi con sua madre. L'approccio strong era assolutamente escluso: lo avrei traumatizzato e soprattutto non avrei raggiunto il mio obiettivo. L'unica speranza era stuzzicare i suoi ormoni da adolescente e sperare che piano piano fosse lui a farsi avanti. O almeno che abbassasse le sue difese nei miei confronti.

Fu così che decisi di iniziare a stuzzicarlo. Dalla mattina alla sera il mio unico pensiero era entrare nelle sue fantasie erotiche. Volevo che la madre da venerare diventasse ai suoi occhi la donna da conquistare e poi la femmina da scopare. Volevo essere l'oggetto delle sue seghe. E feci di tutto per riuscirci.

La mattina per colazione mi facevo trovare in cucina a piedi scalzi, vestaglia corta e sotto non indossavo il reggiseno in modo che Luca potesse notare chiaramente i miei capezzoli turgidi che premevano sotto la stoffa.

Ogni occasione era buona per entrare nella sua stanza e provocarlo in tutti i modi: salivo sulle scale per posare qualcosa nell'armadio posizionato sopra il suo letto e lasciavo che mio figlio, sdraiato, sbirciasse sotto la gonna il colore degli slip già umidi.

Con la scusa di pulire mi chinavo a 90 gradi con i fuseaux più aderenti che avevo nell'armadio e sentivo il suo sguardo famelico da maschio arrapato posarsi sul mio culo ancora duro e sodo nonostante l'età non più giovanissima.

Quando eravamo soli sfruttavo anche i pasti per risvegliare il desiderio di Luca: scollature, accavallamenti di gambe e tante banane mangiate voluttuosamente mentre cercavo il suo sguardo. Luca però non cedeva. Mio figlio, a parte qualche rapida occhiata alle mie forme, non lanciava nessun segnale chiaro e la voglia di avere il suo cazzo dentro di me cresceva di giorno in giorno.

Ecco perché un pomeriggio decisi di rompere gli indugi. Durante il pranzo dissi a Luca che la mia auto era dal meccanico e gli chiesi di accompagnarmi a fare shopping. Mio figlio odiava fare shopping, ma alla fine cedette e così ci ritrovammo sulla sua Smart. Uno accanto all'altra.

Per l'occasione scelsi il vestito più corto e scollato del mio guardaroba, ai piedi un paio di sandaletti tacco 8 con cinturino alla caviglia. Nessun uomo quel pomeriggio avrebbe potuto evitare di guardarmi. E desiderarmi.

Luca non fece eccezione. Quando salì in macchina percepì la sua eccitazione. Ogni semaforo era la scusa buona per sbirciare la mia quarta di tette o fare cadere gli occhi sulle mie cosce generosamente scoperte. Mio figlio però non sapeva che quello era solo l'inizio.

Quando gli ordinai di fermarsi davanti al negozio di un noto marchio di intimo Luca trasalì e mi chiese se volevo che aspettasse in auto. Mio figlio era in evidente difficoltà e immaginai il suo cazzo duro che premeva sotto i jeans. "Ho bisogno del tuo parere di uomo", gli dissi col sorriso più sexy e materno che potessi sfoderare.

La scusa era il mio anniversario di matrimonio e una sorpresa che volevo preparare a suo padre. Entrati in quel negozio provai di tutto: slip, perizomi, culotte, brasiliane, reggicalze, guepiere e autoreggenti. E sottoposi ogni capo all'attento giudizio di mio figlio.

Sentivo gli occhi di Luca su ogni centimetro del mio corpo. Percepivo la sua eccitazione crescere prova dopo prova, minuto dopo minuto.

Durante il viaggio di ritorno Luca rimase in silenzio ma dentro quell'auto non c'erano più una madre e suo figlio ma una donna e un ragazzo tra cui la tensione sessuale era palpabile. Io volevo il suo cazzo. E adesso anche il suo cazzo voleva la mamma.

Ne ebbi la conferma quando, appena rientrati a casa, Luca mi disse che doveva andare in bagno e sbirciando dal buco della serratura vidi mio figlio scaricare tutto il suo piacere nel water in pochi secondi mentre sottovoce pronunciava le due parole che sognavo da mesi: "Oh, mamma".

L'orgasmo arrivò immediato e potentissimo. Sentì annebbiarsi la vista e tremare le gambe mentre il piacere mi colava tra le cosce scendendo fino ai piedi.

L'obiettivo era raggiunto: il cazzo di Luca voleva sua madre. Il cazzo che desideravo da mesi adesso desiderava me. Aveva sborrato per me. E ora toccava a me soddisfarlo.
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