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La cattiva abitudine


di leius06
26.09.2016    |    126.663    |    3 8.3
"Sei ancora piccolo per trovarti una ragazza e in qualche modo devi pur sfogare i tuoi ormoni adolescenziali quindi finchè non avrai un'altra soluzione ti..."
Dopo lo splendido regalo che mi aveva fatto la mattina del mio compleanno l'attrazione per mamma era tutt'altro che scemata. Anzi. Da quel giorno, se possibile, la mia ossessione nei suoi confronti era addirittura peggiorata portandomi a fare qualsiasi cosa pur di farle capire che no, non mi era affatto passata.

Mamma era una donna di mondo e non certo troppo pudica ma quando trovò tracce del mio sperma sul suo spazzolino da denti capì che il limite era abbondantemente stato passato e così decise di affrontarmi.

Nessun rimprovero, niente grida ma la volontà di fare chiarezza una volta per tutte su quello che si poteva fare e su ciò che era assolutamente proibito. Su cosa fosse tollerabile e cosa non dovesse mai più ripetersi.

Fu un confronto franco, sincero. Lei mi spiegò perchè non poteva accettare gli ultimi sviluppi del nostro rapporto, io provai a farle capire che quanto provavo per lei andava oltre i limiti dell'educazione e del rispetto. Almeno durante i cinque-dieci minuti della sega, ovvio.

Subito dopo il senso di colpa nei suoi confronti infatti era fortissimo e a volte faticavo perfino a guardarla in faccia per quanto avevo fatto. Il tutto ovviamente finchè l'erezione non tornava prepotente nei boxer tanto da spegnere nuovamente il cervello e azionare la mano. Sempre e solo per lei.

Mamma anche quella volta si mostrò comprensiva. Non era sua intenzione fare drammi o punirmi in alcun modo perchè convinta che non avrebbe risolto il problema ma mai avrei sognato la soluzione che mi prospettò dopo aver ragionato per qualche minuto sulla situazione che si era venuta a creare.

"Da oggi in poi ogni volta che sentirai quel bisogno impellente chiamerai me", disse con tono perentorio.

Io non capì o forse feci finta di non capire: "Quale bisogno, mamma?".

Mi guardò con un misto di dolcezza e compassione: "Quando ti verrà voglia di toccarti me lo dirai e ti aiuterò nel modo che in quel momento riterrò più opportuno".

La mia sorpresa davanti a quelle parole fu ovviamente enorme e per qualche secondo rimasi letteralmente senza parole: "Ma dici davvero, mamma?".

"Sì, dico davvero. Sei ancora piccolo per trovarti una ragazza e in qualche modo devi pur sfogare i tuoi ormoni adolescenziali quindi finchè non avrai un'altra soluzione ti aiuterò io, a patto di non farmi trovare tracce del tuo passaggio in giro per casa e soprattutto sulle mie cose", ribadì sicura la donna dei miei sogni.

"Ma come mi aiuterai mamma?", chiesi a quel punto aspettando con ansia la sua risposta.

Risposta che peraltro arrivò immediata senza che neppure aprisse bocca. Mamma infatti a quel punto si avvicinò, sedendosi accanto a me sul divano della mia stanza, e dopo avermi guardato negli occhi allungò la mano sui miei jeans toccando il mio cazzo che ormai premeva per uscire fuori.

"Mamma.... "sospirai e, proprio mentre iniziava a tirare giù la zip, una chiazza si allargò improvvisa nei miei jeans.

Mamma rimase sorpresa e non riuscì a trattenere il sorriso: "Tesoro, sei a questo punto?".

Io abbassai lo sguardo, a dir poco imbarazzato, ma mamma non si perse d'animo e facendomi alzare davanti a lei mi sfilò jeans e slip ripieni di sborra lasciandomi totalmente nudo.

"Questi ora li mettiamo subito a lavare e da oggi in poi non si sporca più niente, è chiaro?", intimò mamma decisa.

Io per risposta riuscì al massimo ad annuire mentre lei già lasciava la stanza, non senza prima avere lanciato un'ultima occhiata nella mia direzione. Nudo e di nuovo duro. Solo per lei.
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