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Il pompino di mamma (prosieguo di Il dolce risveglio di mamma)


di leius06
31.07.2021    |    22.909    |    4 10.0
"Ripensavo al suo sguardo amorevole, alla sua mano che faceva su e giù sul mio cazzo fino a portarmi all’orgasmo..."
Leggere prima 'Il dolce risveglio di mamma'

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La mattina in cui mamma mi aveva svegliato con una dolcissima sega aveva inevitabilmente cambiato il nostro rapporto. Anche quando le restrizioni legate alla pandemia vennero allentate continuavo a trascorrere tantissimo tempo in casa solo con lei.
E ogni occasione era buona per cercare di capire se ci fossero i margini per convincerla a ripetere quell’esperienza.

Era inutile negarlo d’altronde, quasi tutta la mia attività masturbatoria degli ultimi mesi aveva come oggetto mia madre e la sua sega. Ripensavo al suo sguardo amorevole, alla sua mano che faceva su e giù sul mio cazzo fino a portarmi all’orgasmo. Avrei dato qualsiasi cosa per ottenere da lei almeno un’altra sega e così un giorno dopo pranzo finalmente presi coraggio.

“Mamma, devo parlarti”. Lei si voltò verso di me ma già sapeva quale fosse l’argomento della discussione. Ogni mattina era mia madre a raccogliere i miei boxer pieni di sperma. Ed era sempre lei a beccarmi spesso chiuso in camera mentre mi tiravo una sega dietro l’altra. Ciò che non sapeva, ma probabilmente immaginava, è che quelle seghe fossero dedicate solo a una donna. Lei, mia madre.

“Mamma non faccio altro che pensarci. Penso a quel momento che c’è stato tra noi, a quanto è stato bello, alle emozioni che mi hai fatto provare. Non ho mai provato nulla di simile con nessun’altra donna. Da quel giorno non desidero nessun’altra donna che non sia tu”. Ecco, c’ero riuscito. Avevo appena confessato a mia madre che da mesi era l’unica musa delle mie seghe.

La guardai di sbieco senza avere il coraggio di incrociare i suoi occhi. Mamma era imbarazzata ma non arrabbiata, anzi mi sembrò di scorgere un mezzo sorriso sulle sue labbra. Mia madre era seduta sul divano accanto a me, quindi si avvicinò leggermente prendendo le mie mani tra le sue.

“Tesoro, devi stare tranquillo, è solo l’effetto del lockdown. Sei un uomo ormai adulto che ha bisogno dei suoi spazi e di una vita sessuale attiva. Vedrai che quando saremo tutti nuovamente liberi tornerai a cercare fuori casa ciò che ora ti sembra possa darti solo io. Ma non vivere tutto questo come una colpa. Non c’è nulla di male o innaturale in quello che provi. Siamo un uomo e una donna costretti tra quattro mura da tanti mesi. Mentirei se ti dicessi di non aver provato nulla in quel momento, allo stesso tempo temo che ripetere quell’esperienza possa essere deleterio per entrambi”. Come avevo previsto anche per mamma non era stata solo una sega. Anche lei aveva provato qualcosa e probabilmente anche lei ci aveva ripensato spesso. Ora però dovevo convincerla a rifarlo.

“Mamma non vorrei essere troppo diretto o offenderti in nessun modo, ma hai capito cosa ti ho detto? Non è solo un effetto del lockdown. Sei diventata il mio unico sogno erotico. Ogni volta che raggiungo l’orgasmo lo faccio pensando a te. Solo ed esclusivamente per te. Vederti girare per caso e sapere che tra noi non ci sarà mai più nulla mi fa stare male”. Dovevo giocarmi il tutto per tutto. Non avevo alcuna intenzione di mollare la presa. Mamma mi guardo nel modo più dolce possibile e mi accarezzò il viso. Non era sorpresa dalla mia confessione a cuore aperto, tantomeno era scandalizzata. Anzi.

“Amore, sei stato molto sincero con me e di questo ti ringrazio, davvero. Per questo anche io voglio essere altrettanto sincera. Sapere ciò che provi nei miei confronti non mi lascia indifferente. Sei un bel ragazzo e se posso permettermi ti ho fatto proprio bene, anche lì sotto… Sono sicura che farai felice ancora tante donne ma io sono tua madre e questo non potrà mai cambiare. Non posso concederti più di quanto abbia già fatto”. A mamma piaceva il mio cazzo. Mamma invidiava le donne che avrebbero potuto godersi il mio cazzo senza limiti e vincoli imposti dalla società ma non poteva andare oltre.

Scappai via dal salotto e mi andai a rifugiare in camera, dove dopo qualche minuti fui raggiunto da mamma. Ero sdraiato sul letto a petto in giù. Mia madre si avvicinò accarezzandomi i capelli, quindi si chinò su di me. “Cosa vorresti che facessi per farti stare meglio?”, mi sussurrò all’orecchio.

Mi girai rapidamente mettendomi seduto sul letto. La guardai negli occhi, presi la sua mano e la portai sulla mia patta. “Fammi un’altra sega, mamma”. Sorrise e mi abbassò la zip tirando fuori il cazzo già duro.

Mia madre lo impugnò di nuovo iniziando a muovere lentamente la sua mano. Su e giù, giù e su. Poi mi guardò negli occhi e dopo pochi secondi era in ginocchio tra le mie gambe. Il suo viso a pochi centimetri dal mio cazzo.

“Dimmi cosa vuoi davvero, tesoro”. “Succhiamelo, mamma, prendilo in bocca”.

Sembrava che mia madre non aspettasse altro. Il primo colpo di lingua sulla cappella fu una scarica di adrenalina. Quel giorno scoprì che mia madre era un’abilissima pompinara. Alternava con maestria lingua e labbra sull’asta, succhiava avida e baciava dolcemente il cazzo senza tralasciare le palle ormai gonfie che stimolava con le mani.

“Era questo che sognavi quando ti toccavi per me?” mi chiese all’improvviso. Le misi le mani dietro la nuca e la spinsi con decisione sul mio pube. “Succhiami il cazzo, mamma, bevi la mia sborra”. Ora le stavo scopando la bocca ma mia madre teneva il ritmo senza grosse difficoltà.

Quando riuscì a prendere fiato per qualche secondo aveva il rossetto sfatto e le lacrime agli occhi, mi guardò. “Sborrami in bocca, tesoro, voglio sentire il tuo sapore. Ho sete del tuo seme”. La accontentai molto presto venendo copiosamente tra le sue labbra. Mia madre accolse gli schizzi ingoiando senza problemi tutto il mio sperma. “Mandala giù, mamma”.

Restò col cazzo ormai moscio nella sua bocca per qualche minuto, ripulendolo completamente dalle ultime tracce di sborra a colpi di lingua. Quando si rialzò era ancora sporca del mio sperma intorno alle labbra.

“Dimmi che lo rifaremo, mamma”.

“Dimmi che non mi lascerai mai senza”, rispose lei prima di uscire dalla stanza lasciandomi col cazzo di fuori e appagato sognando la prossima pompa.
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