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MAMMA MANGIA LA SBORRA


di leius06
04.03.2019    |    90.084    |    9 7.9
"Mamma aprì il cassetto delle posate, prese un cucchiaino, fece sfilare la vestaglia leggera che indossava e si sedette di fronte a me a gambe larghe..."
Era una delle mie fantasie più ricorrenti fin dalle prime seghe: mamma e la mia sborra, la mia sborra per mamma.

Lei era una donna attraente ma non la classica bellona: 42 anni, bionda, occhi verdi, formosa e bassina. Ad eccitarmi non era il suo corpo, ma la sua dolcezza e soprattutto il fatto che fosse mia madre.

A farmi impazzire però era immaginare di riuscire a farla entrare in contatto con la mia sborra. In qualunque modo, in qualunque momento. Avevo sognato di venirle addosso non so quante volte. Avevo sognato di vederla ricoperta del mio sperma e allora presi una decisione: dovevo provare a ottenere qualcosa, costasse quel che costasse.

Fu così che iniziai a venire regolarmente nelle sue scarpe. La scarpiera era in bagno, riuscirci non fu difficile. Bastava chiudersi la porta alle spalle, aprire la scarpiera, segarsi, prenderne un paio e riempirle di sperma. Lo feci a turno praticamente con tutte le sue scarpe col tacco: chiuse e aperte che fossero.

Le prime volte ripulivo il grosso della sborra ma piano, piano lo feci sempre meno. Avevo paura che se ne accorgesse, ma in fondo volevo che succedesse. E successe.

Ne ebbi la certezza quando mi accorsi che il mio paio di scarpe preferite per la sborrata finale erano sparite. Le ritrovai in veranda, chiuse in un sacchetto e pronte per essere gettate nell'immondizia. La sera stessa a cena, approfittando della presenza di mio padre e dell'impossibilità che mamma potesse dirmi qualcosa, le chiesi perché avesse deciso di buttarle. Mi guardò e dal suo sguardo capì che sapeva tutto. "Si era rotto un tacco", mi disse. Ma era falso. Lo sapevamo. Io e lei.

Da quella sera avevo la certezza che lei sapeva e questo fece scattare in me la molla per spingermi oltre. Il pomeriggio dopo ero solo in casa, entrai in camera dei miei e aprì il cassetto della sua biancheria intima. Presi un paio di slip di cotone, neri e sborrai copiosamente prima di riporli nel cassetto.

Andai avanti così per mesi. Ogni settimana sborravo un paio di slip di mamma. Alcuni anche dopo i lavaggi avevano ormai evidenti macchie di sperma incrostate. Mamma non poteva non sapere. Mamma sapeva ma taceva. Mi chiesi perché lo facesse. Ma il solo fatto che non parlasse mi faceva eccitare sempre di più. Mi faceva eccitare talmente tanto che decisi di spingermi ancora più oltre.

Mamma ogni mattina faceva colazione con uno yogurt bianco che preparava lei direttamente. Avevo ovviamente immaginato moltissime volte di condire il suo yogurt con la mia crema, ma non ne avevo mai avuto il coraggio. Almeno fino a quel momento.

Una sera andai in cucina, aprì il frigo, presi il barattolo di quello yogurt e ci sborrai dentro. Una sborrata densa, lunga. La mattina dopo mamma era di fronte a me che affondava il cucchiaino nel suo yogurt condito di sperma e poi lo portava alle labbra. Mamma quella mattina assaggiò la mia sborra per la prima volta.

Ormai ogni sera l'ultima sega della mia giornata da adolescente finiva nello yogurt di mamma. Il mio sperma era diventata la sua colazione giornaliera fino alla sera in cui, proprio mentre riempivo il barattolo, senti aprirsi la porta della cucina: era mamma!

Il mio cazzo eruttava sborra dentro il suo yogurt. Nessuna possibilità di nascondermi. Nessuna possibilità di spiegare. Mamma però non urlò. Mamma non trasalì. Mamma non era stupita perché mamma sapeva.

Quando si avvicinò e mi sfilò il barattolo dello yogurt dalle mani aspettavo il suo schiaffo ma quello schiaffo non arrivò mai. E mai sarebbe arrivato.

Mamma aprì il cassetto delle posate, prese un cucchiaino, fece sfilare la vestaglia leggera che indossava e si sedette di fronte a me a gambe larghe. Fu in quel momento che lo notai: mamma indossava un paio di slip neri, di cotone. Mamma indossava il paio di slip che avevo sborrato per mesi e mesi.

Poi affondò il cucchiaino nel barattolo, lo portò lentamente alla bocca pieno di yogurt e sborra e mi sorrise. Uno, due, tre cucchiaini...mamma mangiò la mia sborra mentre mi guardava. E sorrideva. Mamma indossava i suoi slip sporchi del mio sperma. E sorrideva.

Nonostante avessi appena sborrato nel suo yogurt il mio cazzo tornò a pulsare e proprio mentre mamma mangiava l'ultimo cucchiaino una macchia si allargò sui pantaloni del mio pigiama. Ero venuto di nuovo. Per mamma, davanti a mamma.
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