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Sangue Mio, Moglie Mia – La Ninfomane che Ho


di Membro VIP di Annunci69.it Angel1965
07.05.2025    |    17    |    0 6.0
"Mi prese tre volte in mezz’ora..."
Eravamo tornati a casa. Dopo anni di segreti, bugie, desideri taciuti e notti consumate nell’attesa, Giulia ed io — cugini per sangue, amanti per destino — ci eravamo sposati. Una figlia, la pace con i nostri genitori, e ora… la nostra vecchia casa d’infanzia come nido per le nostre notti più proibite.

Nessuno avrebbe mai immaginato cosa succedeva tra quelle mura, sotto quel tetto che un tempo ci aveva visti bambini. Nessuno avrebbe mai potuto sapere che, dietro le porte chiuse, io aprivo il culo a mia moglie ogni notte… e lei lo chiedeva. Lo voleva. Lo supplicava.



Era tardi, la casa dormiva. La nostra bambina nella culla, i genitori nelle stanze vicine. E Giulia… sul letto, con la mia camicia sbottonata e le cosce già aperte. Si piegò lentamente, sollevando il culo come un’offerta sacra. Le baciai la schiena, poi scivolai con la lingua tra le sue natiche fino a sentirla tremare.

«Fammelo… fammi tua per davvero», sussurrò.

Le lubrificai lentamente l’ingresso, l’allargai con due dita mentre lei gemette piano nel cuscino. Poi entrai. Profondo. Deciso. Ogni spinta era un colpo d’amore e dominio. Le venni dentro al culo con un ringhio trattenuto e lei, da vera ninfomane, si voltò e iniziò a succhiarmi senza pietà.

Non si fermò finché non fui di nuovo duro. Mi montò, si fece sottomettere, si lasciò usare come una bambola viva. E quando la presi in bocca, in figa e nel culo, alternandole come un animale, non oppose resistenza: si apriva, si offriva, godeva. Mia per sempre.



Il mattino dopo, ancora prima dell’alba, mi svegliai con il cazzo di nuovo duro. Lei se ne accorse e mi salì sopra senza dire una parola. Rideva, bagnata, sconvolta, drogata di me.

«Voglio essere la tua puttana sempre… anche quando i nostri genitori fanno colazione in cucina.»

E così fu. La scopai sul letto. La presi in bocca mentre lavava i piatti. La piegai nel bagno, sul lavandino. E poi ancora, sul tavolo, mentre fuori si sentiva il rumore della vita normale che tornava a battere. Ma dentro casa nostra, dentro il nostro corpo, non c’era niente di normale.

Giulia era diventata mia moglie, madre di mia figlia, ma anche la mia ninfomane personale. Ogni ora, ogni giorno, pronta ad aprirsi per me. Figa, culo, bocca. Sempre. Ovunque.



Finale esplosivo

Fu quella notte, però, che superammo ogni limite. Uscimmo in silenzio, lasciando la bambina con i nonni. Un motel fuori città, luci rosse, specchi. Giulia entrò già nuda, si inginocchiò e mi prese in bocca con foga, mentre io le sfilavo le mutandine dal culo.

Mi prese tre volte in mezz’ora. Poi le legai i polsi e la feci inginocchiare davanti allo specchio. La presi nel culo mentre lei si guardava.

«Guarda come ti apro… guarda quanto mi ami», le urlai.

E lei godeva, urlava, squirtava, si svuotava.

Alla fine, venni nel suo culo mentre lei si toccava fino a urlare. Restammo così, nudi, esausti, sudati. Guardandoci negli occhi. Avevamo superato ogni confine. Ed eravamo felici.

«Mi hai sposata… mi hai fatta tua… ma soprattutto, mi hai aperta dentro e fuori.»

Le sorrisi. E già mi sentivo di nuovo duro.
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