incesto
“Carine – La mia puttana per sempre”


23.04.2025 |
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"Mentre mia moglie preparava il dolce, Carine mi passò accanto e sussurrò:
— Se mi toccassi adesso, sentiresti la tua sborra colarmi tra le cosce..."
Capitolo 1 – Il ritornoEra tutto deciso.
Carine tornava in Italia. Ma stavolta non per un viaggio. Stavolta per vivere con noi. Con lei.
E con me.
La scusa era perfetta: voleva cercare lavoro, stare vicina alla sorella, imparare meglio l’italiano.
Ma la verità l’avevamo già scritta sui suoi fianchi. Nel suo culo. Nella sua gola.
Quando la vidi entrare in casa con la valigia, lo capii dallo sguardo:
non era più solo una cognata. Era la mia puttana personale.
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Capitolo 2 – Notti segrete
Dormiva nella stanza accanto.
Ma ogni notte, a luci spente, si infilava nel mio letto. Nuda. Calda. Pronta.
Si sdraiava accanto a me e sussurrava:
— Non voglio dormire… voglio essere usata.
La scopavo piano, mentre mia moglie dormiva ignara. In bocca. In figa. Nel culo.
Carine si mordeva la pelle per non urlare.
— Vienimi dentro ogni notte — diceva — anche se lei è a un metro da noi.
Voglio sentirmi sborrata mentre le do il buongiorno.
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Capitolo 3 – La routine perversa
Ogni giorno era un gioco.
Mentre mia moglie era fuori, Carine si lasciava scopare ovunque: in bagno, in cucina, sul balcone.
— Oggi voglio venire piegata sulla lavatrice — diceva — voglio tremare quando si accende la centrifuga.
In salotto si inginocchiava davanti alla TV, mentre passavano i telegiornali.
— Vienimi sulla faccia mentre parla il meteo. Così ricordo che sei il mio tempo.
Ogni settimana si comprava intimo nuovo solo per farmelo strappare.
Poi cucinava come se niente fosse.
— Non sai che goduria è preparare la cena con il culo ancora pieno della tua sborra.
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Capitolo 4 – La consacrazione
Una sera, mentre mia moglie era in camera a telefonare alla madre, Carine si inginocchiò in cucina.
Nuda. Mi guardò con quegli occhi sporchi e sottomessi.
— Ora dillo. Dimmelo tu.
Le presi la testa tra le mani, glielo spinsi in gola.
— Sei la mia puttana — le sussurrai — solo mia. Per sempre.
Lei annuì con le lacrime agli occhi, la bocca piena, il culo ancora segnato dalle ultime scopate.
— Sì… per sempre… tua. Nessuno mi avrà mai così.
Tu mi hai spezzata, marchiata, presa in ogni buco.
Io… sono tua. Anche quando cucino per lei. Anche mentre la chiamo sorella.
Venni di nuovo. Dentro di lei. Profondo.
Lei inghiottì tutto e si pulì col dorso della mano, sorridendo sporca.
Poi tornò a tavola. Con mia moglie.
Ridendo. Innocente. Col sapore del mio cazzo ancora in gola.
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Capitolo 5 – La doccia
Una sera stavo facendo la doccia.
La porta si aprì piano. Era Carine. Nuda. Senza parole. Entrò con me nella cabina, il vapore che avvolgeva tutto.
Si premette contro il mio petto, il seno bagnato che si incollava alla pelle.
— Scopami qui. Adesso. Ma veloce. Lei è nel soggiorno, sta guardando la serie.
Non dissi nulla. Le sollevai una gamba, la infilai con una spinta decisa.
Carine si mordeva le labbra per non gridare. Le tenni la bocca chiusa con una mano, mentre le scopavo la figa con forza.
— Mmmh… così… sì… fammi male… sbrigati, ma riempimi…
Subito dopo, la presi nel culo, girandola contro il vetro appannato.
L’acqua scorreva. Il suo corpo tremava.
— Vienimi dentro. Non uscire. Fammelo colare mentre ceniamo insieme a lei.
Venni in profondità. Lei restò piegata, ansimante, col culo che pulsava.
— Mi sento piena. Come voglio.
Ci vestimmo in fretta.
Mentre mia moglie preparava il dolce, Carine mi passò accanto e sussurrò:
— Se mi toccassi adesso, sentiresti la tua sborra colarmi tra le cosce.
Poi sedette a tavola.
Di fronte a lei, la sorella le raccontava una storia di lavoro, sorridendo.
Carine ascoltava, complice, con le gambe incrociate.
E io pensavo solo a scoparla ancora.
Subito dopo cena.
La mia puttanella per sempre
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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