Prime Esperienze
Beatrice – Una sola notte da troia


05.05.2025 |
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"Sentivo le sue unghie grattare le lenzuola, le gambe tremare, il suo piacere schizzarmi contro le cosce..."
PrefazioneAveva solo vent’anni. Io quasi sessanta. Troppa differenza? Forse. Ma quella notte tutto il mondo rimase fuori dalla mia stanza.
Dentro c’eravamo solo noi: il suo corpo giovane e vibrante, la mia fame adulta e senza pietà.
Non era amore.
Era sete. Era bisogno.
Era la trasformazione di Beatrice in una creatura nuova.
E io, il suo unico maestro.
⸻
Era entrata in punta di piedi, nuda sotto una maglietta rubata. Beatrice tremava, ma non per paura. Per eccitazione. I suoi capezzoli tesi sotto il tessuto la tradivano. Si avvicinò, mordendosi il labbro. Io la guardavo seduto sul letto, con l’erezione già evidente, duro come una roccia.
«Non ho mai fatto cose… così,» sussurrò.
Le presi il mento, la fissai negli occhi.
«Ti basta seguirmi. Il tuo corpo lo sa già.»
La spogliai lentamente. Quando le tolsi la maglietta, restò lì, nuda, con le cosce strette e il respiro mozzato. Aveva un seno piccolo e perfetto, pelle morbida, profumo di giovinezza.
Ma tra le gambe… era già completamente bagnata.
«Sei pronta, Beatrice. Anche se non lo sai.»
L’accompagnai sul letto. Le aprii le gambe con dolcezza e fame. Le passai la lingua lungo la fessura calda, e sentii il suo primo gemito, incerto e già perso. Affondai. Le leccai il clitoride finché il suo corpo si agitò come in preda a una scossa.
Si contorceva.
Sussurrava parole confuse.
Si aggrappava a me come se la stesse travolgendo qualcosa di troppo forte.
«Mi sto sciogliendo… dentro…»
La girai. Le presi i fianchi. Il suo culo, sodo, perfetto, si offriva come un invito. Lo aprii, lo baciai, lo leccai. E lei gemette più forte. Poi mi guardò da sopra la spalla, gli occhi lucidi, la voce rotta:
«Voglio che mi prendi… anche lì. Come fanno con le troie. Fammi tua. Tutta.»
Non risposi. La presi. Prima piano. Poi più forte.
Beatrice urlò. Il suo corpo si apriva, si piegava al mio ritmo. Mi chiedeva di non fermarmi mai. Le sue parole si perdevano tra i gemiti.
Era la sua prima volta, ma sembrava nata per essere scopata così.
Le tirai i capelli. Le sussurrai oscenità nell’orecchio. Le baciai la schiena mentre la scopavo senza tregua. Sentivo le sue unghie grattare le lenzuola, le gambe tremare, il suo piacere schizzarmi contro le cosce.
Lei si girò, ancora, sfinita ma piena di voglia.
«Dentro. Voglio tutto dentro.»
Mi spinsi fino in fondo. Un solo colpo finale.
Un’esplosione.
Un grido soffocato.
Il mio seme dentro di lei.
Beatrice tremava sotto di me, il corpo devastato, la mente annebbiata. E io la baciavo piano, sulla fronte, sul collo, sul cuore.
⸻
Finale
Non ci fu altro. Nessun messaggio. Nessuna chiamata.
Beatrice uscì la mattina dopo, camminando lentamente, con le gambe molli e il sorriso spento sulle labbra. Era cambiata. Aveva lasciato qualcosa in quel letto. E io avevo preso tutto.
Ma nessuno dei due avrebbe mai dimenticato quella notte.
Una sola.
Ma bastava.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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