incesto
Peccato Assoluto – Cronaca di due amanti impu


06.05.2025 |
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"Tuo per sempre, anche se siamo sangue..."
Quando il sangue non basta a fermare il desiderio.Dopo la settimana di vacanza alle Cinque Terre, dove tutto era esploso come un orgasmo atteso da una vita, Giulia mi mandò un messaggio senza emoticon, senza filtri, senza vergogna:
“Barcellona. Weekend. Solo noi. Giochi nuovi. Sarò la tua puttana.”
Prenotai senza chiedere altro.
Ci incontrammo in aeroporto. Lei in tuta larga, senza reggiseno né mutande. Lo capii dal modo in cui camminava, sfrontata, leggera, come una donna che non aveva più bisogno di maschere. Era entrata nel suo ruolo, nel nostro destino condiviso: quello di cugini incestuosi, amanti affamati, complici del proprio peccato.
La suite di Barcellona aveva una terrazza sul cielo della città e una vasca a vista. Non facemmo in tempo a chiudere la porta che già Giulia era nuda, seduta sul bordo della vasca, con le gambe aperte e il sorriso più osceno del mondo.
«Aprimi. Fammi tutta. Sporcami dentro e fuori.»
La leccai fino a farla squirtare contro il marmo. Poi la presi da dietro, in piedi, contro il vetro della finestra, con il suo culo tremante e la città intera davanti a noi.
Ogni notte fu un rituale di eccesso.
Mi succhiò legato e bendato, si fece scopare guardandosi allo specchio, si offrì nel suo punto più stretto come mai prima.
«Voglio il tuo cazzo nel mio culo mentre squirto. Voglio venire addosso a te mentre tu vieni dentro di me.»
E successe.
Spruzzi, grida, liquidi. Il letto bagnato, le lenzuola intrise, noi due persi. Un orgasmo oltre ogni religione.
La terza sera mi trascinò in un club privato. Abito nero trasparente, capezzoli visibili, seno libero. Si inginocchiò davanti a me in un angolo e mi prese in bocca sotto lo sguardo di due sconosciuti. Poi mi montò su uno specchio, venne ancora, e poi ancora, sempre gridando:
“Tuo. Tuo. Tuo per sempre, anche se siamo sangue. Anzi: proprio perché lo siamo.”
Quando tornammo in Italia, scoppiò l’inferno.
Una foto trovata sul mio telefono: Giulia, a gambe aperte, il dito dentro, il sorriso del demonio. Mia madre, sua madre, le urla, le lacrime. “Siete cugini! È incesto! È una malattia!”
Noi? Zitti. Mani intrecciate. Orgoglio negli occhi.
«Ti penti?»
«No. Se mi lasci, mi spezzi.»
«Allora andiamocene. Viviamo fuori dal mondo. Solo noi due.»
E così fu.
Trovammo un loft fuori città. Nessuno ci conosceva. Nessuno sapeva che ogni notte era una celebrazione oscena.
Ci scopavamo senza orari. Senza limiti. Con fame e amore.
Giulia era diventata il mio demone personale.
Si svegliava e mi cavalcava. Mi succhiava mentre leggevo. Mi mostrava il culo ogni volta che voleva essere presa.
Squirtava ogni giorno. In ogni posizione. In ogni stanza.
Venivamo insieme. Sempre.
Lei rideva dopo ogni orgasmo. Io la guardavo e dicevo:
«Dannata. Ma mia.»
E lei rispondeva:
«Dannata solo con te.»
Una notte, mentre la prendevo con due dita nel culo e lei gemeva tremando, mi sussurrò:
“Fammi una figlia. Sarà nostra. Sarà il peccato perfetto.”
Venni con violenza, affondato dentro di lei, mentre la sua ondata mi bagnava il ventre e il cuore.
**
Siamo ancora qui. In una casa piena di specchi, di giocattoli, di squirt e di baci.
Nessuno ci ha più cercato. Nessuno ci ha mai capito.
Ma noi?
Felici. Sporchi. Uniti. Eterni.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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