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Cinque Terre – Le mie troie in vacanxa


02.05.2025 |
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"E io, tra quelle due puttane sfinite, sapevo solo una cosa:
Non esiste vacanza più bella..."
PrefazioneC’erano mille motivi per non partire.
Ma ne bastava uno per farlo: volevo scoparmele nei posti più belli d’Italia.
Gis e Nicole, nude sotto i vestiti, pronte a tutto.
Io, con l’unico obiettivo di farle venire in ogni scorcio da cartolina.
Mentre gli altri turisti scattavano foto…
Noi facevamo altro.
Io entravo in loro.
Loro entravano nel mio dominio.
E il viaggio diventava pura dannazione.
⸻
Manarola
Siamo arrivati a Manarola nel tardo pomeriggio.
Il sole calava dietro le case colorate e l’aria profumava di sale.
Appena messo piede in camera, Gis si tolse le mutandine.
Nicole le leccò l’interno coscia, mentre mi guardava negli occhi.
— Abbiamo bisogno di cazzo. Adesso — disse.
Le feci inginocchiare davanti alla finestra.
Il mare sullo sfondo.
Il mio cazzo in primo piano.
Nicole lo prese in bocca.
Gis mi leccava le palle.
Due bocche, zero parole.
Le facevo cambiare. Ogni tre minuti.
Chi era fuori si toccava.
Chi era dentro… si faceva ingoiare fino in fondo.
Poi le spinsi sul letto. Le scopai una alla volta.
Gis con le gambe aperte e le dita che si stringevano al lenzuolo.
Nicole col culo sollevato e la bocca sul cuscino.
Poi le presi insieme.
Un dito nel culo a una.
Il cazzo nella gola dell’altra.
E quando venni…
Le feci baciare con il mio seme ancora caldo sulla lingua.
⸻
Vernazza
Il giorno dopo, a Vernazza, tra i vicoli, Nicole non portava nulla sotto il vestito.
Gis camminava con il plug infilato.
Io le comandavo dal telefono.
— Fermatevi dietro la chiesa. Ginocchia a terra. Leccatevi per tre minuti.
E lo facevano.
Turisti a pochi metri.
E loro, nascoste nell’ombra, a leccarsi la figa a vicenda.
Quella sera, in terrazza, le presi entrambe.
Nicole seduta sul mio cazzo, con la vista su Riomaggiore.
Gis che succhiava da sotto, come una dannata.
Poi le girai. Le misi a quattro zampe, una dietro l’altra.
Un colpo nel culo a Nicole. Uno nella figa di Gis.
Cambio. Cambio. Cambio.
E venni.
Sui loro visi.
Sulle labbra.
Sui seni scoperti al vento.
⸻
La scogliera
L’ultimo giorno ci svegliammo presto.
Il sole stava sorgendo sopra Monterosso, e la spiaggia era ancora vuota.
Ma non andammo verso il mare.
Io le portai sopra, su una scogliera isolata, vista piena sull’acqua.
Le avevo già detto cosa fare.
Gis non portava nulla.
Nicole era vestita solo con un cappotto e il collare.
Appena arrivati, si misero in ginocchio.
Sullo scoglio.
Nude.
Obbedienti.
Mi sedetti su una pietra piatta.
Mi guardarono.
E si misero all’opera.
Nicole prese il cazzo in bocca, mentre Gis lo leccava dal basso.
Lo adoravano.
Lo veneravano.
Lo condividevano.
Poi le feci girare.
Le aprii i culi.
Sputai.
E glielo infilai. Prima a Gis. Poi a Nicole.
Poi di nuovo Gis.
Poi entrambe, a turno, nel punto più stretto.
Il mare si muoveva sotto di noi.
Il vento le faceva tremare.
Ma non si fermavano.
Quando stavo per venire, le feci stendere.
Una sopra l’altra.
Due culi spalancati.
Due bocche aperte.
Venni come un dio pagano.
Sui loro volti.
Dentro i loro buchi.
E sulle rocce.
Il sole era pieno.
I loro corpi brillavano di sperma e sudore.
E io, tra quelle due puttane sfinite, sapevo solo una cosa:
Non esiste vacanza più bella.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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