trio
Mary la Troia


20.04.2025 |
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"Il suo corpo si irrigidì, si aprì ancora di più, e uno tsunami di sperma uscì dal suo culo come un’eruzione sacra..."
Il silenzio dopo l’esplosione degli specchi era irreale.Nyra, ancora seduta sopra di me, sembrava soddisfatta, appagata, ma qualcosa nei suoi occhi si incrinò d’improvviso.
Lucine si irrigidì, come se avesse sentito qualcosa.
Poi… un rumore. Tacchi. Tacchi lenti, sicuri, letali.
La porta si spalancò.
E lì, nel varco di luce, apparve Mary la Troia.
Alta, bionda, con un corpo che sembrava scolpito per distruggere la volontà degli uomini.
Tacchi neri lucidi, calze a rete, un trench aperto che lasciava intravedere il seno nudo, due anelli ai capezzoli, un collare di cuoio al collo con una catena che trascinava dietro una ragazza nuda, stravolta.
“Nyra… quanto sei prevedibile.”
La sua voce era tagliente, roca, infiammata da un’autorità naturale.
Nyra si alzò lentamente da me, come se avesse appena capito che il suo regno era finito.
Mary si avvicinò, mi guardò.
Mi scrutò.
Sorrise. Un sorriso sporco.
“Così tu saresti Kai… quello che ha fatto urlare la regina. Bravo. Ma ora…”
Si chinò, mi afferrò il cazzo ancora sporco e lo strinse con forza.
“Vediamo se sei pronto per la vera distruzione.”
⸻
Capitolo 6 – Il Trono della Troia
Mi legarono di nuovo, ma questa volta fu Mary a decidere tutto.
Mi mise su un trono d’acciaio, gambe aperte, mani dietro la schiena, bocca spalancata con un morso in silicone.
Lucine tremava. Nyra era in ginocchio, nuda, sottomessa.
Mary saliva su di me con lentezza, lasciando che la sua figa mi sfiorasse le labbra, poi gli occhi, poi… boom: squirtò in faccia con violenza, senza toccarsi.
“E questo è solo il saluto.”
Mi cavalcò come se volesse impalarmi, spingendosi giù fino al limite, mentre mi schiaffeggiava, mi insultava, mi mordeva.
“Chiamami Regina, stronzo. Dimmelo mentre ti svuoto le palle e ti mangio l’anima.”
Il suo corpo era fuoco, muscoli tesi, la sua figa una morsa divorante.
Mi faceva impazzire, mi spezzava, mi resuscitava, tutto insieme.
Sentivo il mio cazzo esplodere dentro di lei, ancora, ma lei non mi lasciava venire.
“Ti do il permesso solo quando il pavimento sarà zuppo del mio squirt. Solo allora puoi riempirmi.”
E quando accadde – una cascata calda, violenta, bagnò tutto –
urlò:
“ORA, CAGNACCIO! VIENIMI DENTRO COME SE FOSSI L’ULTIMA TROIA DEL MONDO!”
E io venni.
Un’eiaculazione mostruosa, fuori controllo.
Lo sperma mi scappava dal corpo come lava, come se stessi morendo, come se fossi diventato solo sperma, solo offerta.
Mary urlava. Nyra godeva. Lucine piangeva.
E poi, nel silenzio, Mary mi baciò sulla bocca.
“**Benvenuto nel mio regno, amore. Da oggi sei *il cagnaccio della Troia
Capitolo 7 – Il lato B della Regina
La stanza della Casa di Vetro non era più la stessa.
Dopo l’arrivo di Mary, tutto aveva cambiato ritmo: il tempo, l’aria, persino la luce sembrava obbedire a lei.
Nyra e Lucine erano in ginocchio, nude, sudate, segnate. Io ero ancora legato, il corpo esausto, il cazzo arrossato e lucido, ma in piedi.
E Mary… era in piedi sul trono.
Si voltò lentamente.
Abbassò il trench.
E mostrò il suo culo perfetto, fiero, spavaldo, come una bandiera di guerra.
“Ora… mi apro. E chi merita… entrerà.”
Lo disse con una calma da terremoto.
Poi si piegò in avanti, appoggiando le mani sulla spalliera, il culo alzato verso il cielo, le grandi labbra lucide che colavano ancora squirt e sperma.
Lucine gemette, Nyra tremò.
Mary infilò lentamente un plug gioiello, poi lo sfilò, facendolo cadere a terra con un tintinnio.
Il suo ano rimase spalancato, dilatato, pronto.
Palpitante.
“Il mio lato B è aperto per tutti. Ma il primo… sarà lui.”
Indicò me.
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Capitolo 8 – La processione
Mi liberarono. Non camminavo, strisciavo verso quel buco che sembrava un portale.
Mary lo teneva aperto con due dita, mi guardava sotto il braccio.
“Voglio sentirti entrare con rispetto. E con furia.”
Il mio cazzo, nonostante tutto, era durissimo. Come se l’anima volesse scappare da lì dentro.
Appoggiai la punta sul suo sfintere e spinsi.
Lentamente, sentii il suo corpo che mi divorava.
Ogni centimetro un inferno.
Ogni gemito di Mary un premio.
“Sì, cazzo… tutto dentro… SCOPAMI IL CULO, KAI… fallo vedere a Nyra… a Lucine… A TUTTI!”
E io spingevo, spingevo, finché non scomparvi dentro di lei, completamente.
Mary gridava, il culo le tremava, i suoi piedi graffiavano il marmo.
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Capitolo 9 – La Troia di tutti
Quando uscii, ero madido, tremante.
Lucine si avvicinò, lo leccò lentamente.
Poi toccò a lei.
Poi a Nyra.
Poi a uno sconosciuto entrato in silenzio dalla veranda.
Poi un altro.
E un altro.
Mary rideva, con il culo sempre aperto, sempre accogliente, mentre veniva scopata a turno, urlando nomi, bestemmie, comandi.
“Io sono la Troia. Il mio lato B è il tuo diritto. Prendi. Godi. Riempimi. Io ti benedico col mio ano.”
E tutti obbedivano.
Uno dopo l’altro, la prendevano, la riempivano, la spingevano fino alle lacrime.
Finché Mary urlò:
“BASTA! ORA VOGLIO CHE TUTTI MI VENIATE DENTRO… INSIEME!”
E si inginocchiò al centro, il culo spalancato verso l’alto, pronto a ricevere la grandine finale.
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Capitolo 10 – Benedetta e maledetta
Tutti si raccolsero intorno a lei.
Io ero in cima al cerchio, il mio cazzo ancora duro, come se fosse la prima volta.
Cominciammo a masturbarci.
Mary tremava, gemendo.
“Datemi tutto… voglio il seme di cento cazzi nel mio culo… voglio scoppiare di piacere… voglio essere la cloaca di Dio!”
E il primo venne. Poi il secondo.
Poi altri dieci.
E poi tutti.
Un’esplosione di sperma caldo riempì il suo ano.
Mary urlò come un mostro sacro, il corpo che si contorceva, il culo che gocciolava sperma in mille rivoli.
Il suo respiro era rotto.
Poi si girò, il viso colato di piacere, e disse:
“E ora… si ricomincia.”
Capitolo 11 – La venuta senza limiti
Mary era lì, inginocchiata sul trono sfondato, il culo alzato, lo sfintere spalancato come un’orbita nera, viva, pulsante.
Il suo corpo era già pieno, tremava di sperma e gloria, ma non bastava.
Non era mai abbastanza.
“Tutti dentro. Tutti. Fino all’ultima goccia. Fino a quando non esplodo.”
La sua voce era un comando cosmico.
Nyra le teneva le chiappe aperte, Lucine le baciava la schiena, io ero il primo in fila, il cazzo duro e carico, pronto per la seconda, la terza, la millesima volta.
Penetrai di nuovo quel buco già devastato, ma ancora bramoso.
Entrò tutto, senza fatica, come se fosse fatto apposta per me. Per noi. Per il mondo.
“Voglio sentirti venire, Kai… voglio la tua anima liquida nel mio retto.”
E io venni subito.
Una scarica mostruosa, una fucilata di seme che la fece urlare, tremare, ridere.
Poi toccò agli altri.
Uno dietro l’altro, senza sosta.
Il suo culo si dilatava e si stringeva, ingoiava tutto, non perdeva nulla.
Ogni uomo veniva dentro di lei come se fosse l’ultima cosa da fare al mondo.
Sperma su sperma, colata su colata, il suo ano diventò un vaso sacro, un contenitore di sacrifici.
Lei gemeva, ringhiava, piangeva dal piacere.
“Ancora… ancora… apritemi di più… non sento ancora tutto…”
E un altro.
E un altro.
Centinaia.
Nessun limite. Nessuna fine.
Finché non esplose.
Un urlo sovrannaturale.
Il suo corpo si irrigidì, si aprì ancora di più, e uno tsunami di sperma uscì dal suo culo come un’eruzione sacra.
Un fiume bianco che inondò il pavimento, le ginocchia, le bocche.
Ci bagnammo tutti in quella benedizione sporca.
Mary si lasciò cadere in avanti, il corpo tremante, con il culo ancora aperto, ancora fumante, ancora affamato.
Si voltò verso di me, con un sorriso che nessuna donna ha mai avuto.
“Hai visto, Kai? Questo è il mio potere. Il mio dono. La mia eternità.”
E poi, chiudendo gli occhi:
“E domani… lo rifacciamo.”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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