Lui & Lei
Rosso sotto la Curva – Dentro e Oltre l’Infer


04.05.2025 |
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"Di piacere, di rosso, di tutto..."
PrefazioneCi sono donne che non si dimenticano.
Donne che non si baciano, si mordono.
Non si amano, si possiedono.
Camilla ha ventun anni. Una belva giovane, nuda sotto i vestiti, con il sangue mestruale come bandiera di guerra.
E io, sessant’anni, con troppi ricordi e ancora troppa voglia.
Quello che è iniziato sotto una curva di stadio, è continuato sotto la doccia di un hotel, tra gemiti e sangue.
Niente morale.
Solo carne.
Solo desiderio.
Solo l’inferno in due corpi.
⸻
Prima parte – Sotto la curva, dentro l’inferno
Era un pomeriggio umido allo stadio Tardini. Il Parma giocava in casa, la Curva Nord era una bolgia, ma io non guardavo il campo.
Guardavo lei.
Camilla. Ventun anni. Reggiseno trasparente, mini short neri e un sorriso da guerra.
«Ho il mestruo» mi disse, senza un filo di vergogna.
«Lo voglio lo stesso» risposi. «Forse anche di più.»
Mi seguì tra i corridoi di servizio dello stadio, nascosti dai tamburi e dai cori.
La spinsi contro il muro, e lei si sollevò la felpa.
Due tette perfette, nude, turgide. Da baciare. Da masticare.
Le abbassai i jeans. Niente mutandine.
Il rosso tra le cosce. Il sapore del proibito.
La presi lì, piegata in avanti, le mani contro il muro. La penetrai con forza, con fame.
Ogni spinta era uno schianto, un grido muto.
Il sangue del suo ciclo si mischiava al mio desiderio, al nostro sudore.
Era un rito. Sporco e bellissimo.
«Scopami più forte!» urlava. «Fammi male. Fammi tua anche così.»
E io l’ho fatta mia. Con i denti. Con le mani.
Col cazzo che affondava dentro di lei come una lama nella carne viva.
Il goal del Parma esplose nello stadio.
E il mio orgasmo esplose dentro di lei.
Vibrante. Crudo. Bestiale.
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Seconda parte – Doccia bollente, piacere rosso
L’albergo era poco lontano. Non parlammo.
Salimmo in stanza, nudi d’anima e vestiti.
Sotto la doccia, il vapore avvolgeva tutto.
Camilla si mosse come una dea maledetta.
I capelli bagnati, i capezzoli duri, il sangue che ancora colava piano tra le sue cosce.
«Lo senti il mio corpo? È caldo, è vivo… ed è tutto tuo» sussurrò.
Mi si strusciò addosso, nuda, con il ciclo ancora in corso.
Mi baciò come si bacia un animale. Con fame.
Mi prese la mano e se la infilò tra le gambe.
Bagnata. Di piacere, di rosso, di tutto.
Si piegò in avanti, poggiata alle piastrelle.
E io la presi di nuovo. Con più forza. Con più bisogno.
La figa calda, viva, insanguinata, mi inghiottiva. Mi divorava.
Ogni spinta era selvaggia. L’acqua cadeva come una benedizione blasfema.
«Voglio tutto. Anche stavolta. Dentro. Mischiato al mio sangue» mi ordinò, tremando.
E io venni. In lei. Nel suo ciclo.
Nel suo inferno.
⸻
Chiusura
Camilla si girò, bagnata, sporca, bellissima.
Mi guardò negli occhi e disse:
«Questa è solo l’iniziazione. La prossima volta… voglio scoparti davanti a un’altra.
Voglio mostrarti quanto posso essere troia.»
Sorrisi.
Ma dentro, sapevo che non sarei mai più tornato indietro.
Fine – per ora.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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