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Prime Esperienze

“Io, Angelo, e Samira


di Membro VIP di Annunci69.it Angel1965
27.04.2025    |    14    |    0 6.0
"Quando sentii il suo primo orgasmo scuoterle il corpo, mi alzai, le presi i capelli e glieli tirai dolcemente indietro, guardandola negli occhi..."
Non cercavo nulla, davvero.
Una sera per caso avevo aperto quella chat, e tra mille volti anonimi, apparve lei: Samira.
Una donna sarda, sposata, madre di un bambino, con un sorriso dolce e uno sguardo triste.
Non nascose nulla: “Sono sposata, ma sento che sto morendo dentro.”
Io, lombardo, solo, senza nulla da perdere.

All’inizio fu solo compagnia. Parole leggere, poi sempre più intime, sempre più proibite.
Samira aveva bisogno di sentirsi viva. E io avevo bisogno di possederla.

Quando mi propose di vederci, non ci pensai due volte.
Prenotai una stanza fuori città.
Lei inventò una scusa banale al marito: “Un pomeriggio con l’amica”.

Quando la vidi arrivare nella hall, il cuore mi esplose nel petto.
Era bellissima: jeans stretti che disegnavano curve mozzafiato, una maglietta aderente che lasciava intravedere i seni pieni, e quello sguardo: ansioso, eccitato, vivo.

Senza una parola la presi per mano e la trascinai in ascensore.
La baciai come se non avessi mai baciato prima.
La schiacciai contro la parete, le mani ovunque, lei che tremava tra le mie braccia.

In camera la follia esplose.

La spinsi sul letto, la spogliai senza delicatezza: reggiseno strappato via, mutandine calate fino alle caviglie.
Era già bagnatissima, la pelle calda, il respiro spezzato.
Mi inginocchiai e senza avvisarla iniziai a leccarla con avidità, a succhiarle il clitoride gonfio finché Samira non cominciò a gemere scompostamente, con il bacino che mi veniva incontro.

Quando sentii il suo primo orgasmo scuoterle il corpo, mi alzai, le presi i capelli e glieli tirai dolcemente indietro, guardandola negli occhi.

«Adesso ti scopo come non ti ha mai scopata nessuno.»

Lei annuì, persa.

Le infilai il cazzo in bocca, senza darle tempo di respirare, guidandole la testa mentre me lo ingoiava gemendo.
Sentire la sua bocca calda e affamata fu come benzina sul fuoco.
La feci inginocchiare ai piedi del letto, la presi da dietro, spingendole il viso contro le lenzuola.

Le mani stringevano i suoi fianchi come se volessi spezzarla.
La scopavo selvaggiamente, colpi profondi e violenti, il suono della carne che sbatteva che riempiva la stanza.
Samira ansimava, gemeva, chiedeva di più.
Una furia.

Le afferrai i polsi dietro la schiena, la inchiodai, mentre continuavo a spingerle dentro tutto me stesso.
Ogni colpo era una dichiarazione di dominio, di peccato.

Quando la girai, vidi il suo viso stravolto dal piacere, i capelli sparsi sul cuscino, gli occhi lucidi.
Mi montò sopra, senza pensarci, senza pudore.
Si infilò il mio cazzo dentro con un singhiozzo di piacere e iniziò a cavalcarmi con tutta la disperazione di una donna che si sentiva viva per la prima volta dopo anni.

La guardavo, le mani sui suoi fianchi che si muovevano furiosamente, i seni che rimbalzavano a ogni spinta, il sudore che le colava tra le tette.
Samira urlava il mio nome, dimentica di tutto, del marito, del figlio, della vita che la aspettava fuori da quella stanza.

Non potevo più resistere.
La afferrai, la ributtai sotto di me, e le sussurrai all’orecchio:
«Voglio venire dentro di te, voglio lasciarti il mio seme addosso.»

Lei aprì le gambe ancora di più, completamente sottomessa, e annuì, mordendosi il labbro.

Spinsi forte, ancora, e ancora, finché non la sentii squarciarsi in un orgasmo devastante, le unghie che mi graffiavano la schiena, il corpo che si contraeva intorno al mio cazzo.
E fu lì che venni, profondo dentro di lei, scaricandomi fino all’ultima goccia, urlando il suo nome.

Rimanemmo immobili, tremanti, incapaci di parlare.
Le nostre pelli incollate dal sudore, dal peccato, dal piacere.

Quando si rivestì, in silenzio, aveva ancora le cosce che le tremavano.
Mi diede un ultimo bacio, lento, pieno di gratitudine sporca.

Poi tornò a casa, dal marito, dal figlio.
Io rimasi lì, ancora con il sapore del suo sesso sulle labbra, consapevole che nessuna donna, da quel giorno, avrebbe potuto cancellare Samira da me.
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