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Sapore d estate


di Membro VIP di Annunci69.it Angel1965
09.04.2025    |    52    |    1 6.0
"Beatrice si stava ancora chiedendo se scrivergli, quando lui bussò..."
Il sole scivolava lento verso l’orizzonte, tingendo il cielo di arancio e oro. Beatrice sedeva sulla veranda della casa al mare che i suoi avevano affittato per l’estate, le gambe nude appoggiate alla sedia, il vestitino leggero sollevato appena dal vento salmastro. Aveva appena diciotto anni. Era la sua prima vacanza da “grande”, senza genitori, solo con una cugina distratta e mille pensieri nuovi.

Poi c’era lui.
Amilcare.
Il nome le era sembrato strano all’inizio, antico, quasi solenne. Ma su di lui suonava bene. Trentaquattro anni, occhi intensi, pelle abbronzata e mani che sembravano sapere già tutto. L’aveva conosciuto la settimana prima, sulla spiaggia. Le aveva offerto un caffè freddo al chiosco e l’aveva guardata con uno di quegli sguardi che fanno vibrare lo stomaco.

Quella sera, la cugina era uscita. La casa era silenziosa. Beatrice si stava ancora chiedendo se scrivergli, quando lui bussò.

«Posso?»

Lei annuì. La voce le si era inceppata in gola.
Amilcare entrò. Portava una camicia di lino aperta sul petto e jeans leggeri. Si sedette accanto a lei, le prese la mano.

«Se non vuoi, io vado via adesso.»

Lei lo guardò. «No. Voglio.»

Si baciarono. Piano, all’inizio. Le labbra di lui erano calde, lente. Poi le dita le sfiorarono la guancia, il collo, e scesero lungo il braccio nudo. Beatrice sentì un brivido correre dalla pelle fino al petto, ai fianchi, tra le gambe. Si lasciò andare. Era nervosa, sì. Ma anche curiosa, desiderosa, viva.

Amilcare la prese per mano e la condusse in camera. Non c’era fretta. La luce morbida della lampada disegnava ombre sulle pareti. Lui la guardò negli occhi mentre le sfilava il vestitino. Lei tremava un po’, ma non si tirò indietro.

«Sei bellissima» sussurrò.

Si ritrovarono pelle contro pelle, stesi tra lenzuola bianche che odoravano di mare. Le mani di lui erano esperte ma gentili. Le mostrava, la guidava, la accarezzava come se il suo corpo fosse una scoperta sacra. Ogni tocco era un fuoco lento che le accendeva l’interno delle cosce, il ventre, il cuore.

Quando la prese, con lentezza e passione, Beatrice chiuse gli occhi. Non c’era dolore, solo intensità. Ogni movimento sembrava amplificare i sensi, ogni gemito era un sussurro condiviso. Le gambe strette intorno ai suoi fianchi, le mani aggrappate alle spalle di lui. Un ritmo naturale, antico, potente.

Vennero quasi insieme, in un intreccio di respiri spezzati, corpi bagnati, parole dette a mezza voce. Dopo, Beatrice si accoccolò contro il petto di lui, le dita che disegnavano cerchi pigri sulla pelle.

Non sapeva cosa sarebbe successo dopo. Ma in quel momento, nel buio profumato di salsedine e desiderio, sapeva solo di non essersi mai sentita così viva.
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