tradimenti
Centro commerciale


22.04.2025 |
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Mi bagnai solo a sentire quelle parole..."
Era passata una settimana.Ogni notte, da allora, avevo rivissuto quella scena nel bagno decine di volte. Il suo cazzo dentro di me, il sapore sulle labbra, la voglia di essere scopata come una puttana qualsiasi. Franco lo sapeva. Lo vedeva nei miei occhi, nel modo in cui mi toccavo quando credevo che non mi stesse guardando.
Quella sera fu lui a farmi la proposta.
— «Vuoi rivederlo, vero? Quell’uomo… Ti ha lasciato addosso un odore che ti manca.»
Abbassai lo sguardo, colpevole, ma la fiamma nei miei occhi rispose per me.
— «Stasera. Ore 21. Dietro il supermercato. Ho già sistemato tutto. Ci sarò anch’io. Ma non interverrò… Voglio solo vederti. Vederti mentre ti fai scopare da un altro. Come una troia.»
Mi bagnai solo a sentire quelle parole.
Avrei fatto tutto. Senza limiti.
⸻
Parcheggio posteriore
Il retro del supermercato era deserto, illuminato da una sola lampada tremolante. Il furgone dell’uomo era parcheggiato lì, il portellone aperto. Lui era già dentro, seduto, i pantaloni slacciati. Pronto.
Franco era nascosto poco più in là, nell’ombra.
Salii sul furgone con passo deciso, senza dire nulla. Sapevo chi ero, quella sera.
Non una donna. Ma un oggetto di piacere.
Mi inginocchiai subito, leccando il suo cazzo ancora mezzo molle, risvegliandolo con la lingua. Lo guardavo dal basso, gemendo piano, mentre lo succhiavo sempre più in profondità. Le mani affondavano nei miei capelli, tirandomi a lui.
Non c’era tenerezza. Solo bisogno.
⸻
Sesso animale
Mi spinse con forza contro la parete interna del furgone, sollevando la gonna.
Niente mutandine, ovviamente. Ero pronta per lui, calda e colante.
Mi prese da dietro, senza avvisare, senza carezze. Solo un colpo secco. E dentro, fino in fondo.
Urlai. Ma non di dolore.
Di godimento assoluto.
Mi scopava come se fossi sua. Le sue mani mi stringevano i fianchi, poi il collo, poi i seni nudi che dondolavano a ogni affondo. I suoi colpi diventavano sempre più veloci, più sporchi.
Mi schiaffeggiava il culo.
Mi sussurrava oscenità all’orecchio.
— «Sei una troia… Vieni a farti scopare dietro un supermercato col marito che guarda… Sei marcia dentro…»
E io godevo. Come mai prima.
⸻
Lo sguardo di Franco
Fu in quel momento che lo vidi.
Franco, fermo nell’ombra, la mano nei pantaloni, gli occhi fissi su di me.
Mi guardava con un misto di desiderio e possesso.
Ero sua… eppure mi stavo facendo usare da un altro, sotto i suoi occhi.
L’uomo si tirò fuori e mi fece inginocchiare di nuovo.
Voleva venirmi addosso, in faccia.
Franco annuì lentamente dall’ombra.
Aprii la bocca e tirai fuori la lingua.
Un getto caldo e abbondante mi inondò labbra, guance, mento.
Gocciolava tra i seni, sulla camicetta sbottonata.
Leccai lentamente ogni goccia, godendomi lo sguardo dei due uomini su di me.
⸻
Il ritorno
Risalì in macchina con Franco.
Nessuno parlò per lunghi minuti.
L’aria era carica di sesso, tensione, profumo maschile.
Lui guidava con una mano sola.
L’altra era tra le mie cosce.
— «Ti ho vista. E mi sono innamorato di nuovo.»
Lo guardai, il viso ancora sporco del piacere di un altro.
Sorrisi.
— «Portami a casa.
E poi prendimi anche tu.
Ancora. Di più. Come merito.»
E quella notte, Franco mi fece sua.
Ma con una rabbia nuova.
Aveva visto il peggio di me.
E lo adorava.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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