Prime Esperienze
Capitolo Unico – Ingiustamente Vergine, Danna


09.04.2025 |
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"Quando rientrarono, l’aria calda della baita li avvolse di nuovo, ma il fuoco più potente era quello che bruciava ancora nei loro corpi..."
La neve cadeva lenta fuori dalla baita isolata, e dentro, tra le travi annerite dal tempo e il fuoco vivo nel camino, l’atmosfera si caricava di desiderio come elettricità nell’aria prima di un temporale. Angelo era lì, solido, maturo, affascinante, e la osservava entrare: giovane, sfrontata, con un sorriso che parlava più di mille frasi sporche. Indossava solo una maglia lunga, morbida, che le sfiorava a malapena le cosce nude, lasciando intuire curve provocanti e seni liberi, tesi sotto il cotone sottile. Non disse nulla mentre gli si avvicinava con occhi accesi, salì a cavalcioni su di lui senza esitazione, strofinando il suo corpo caldo e bagnato di voglia contro il suo, mentre le mani di lui si muovevano su di lei come se avesse atteso quel momento da sempre. Si cercarono con foga e con fame, lei lo provocava con parole sporche sussurrate all’orecchio e morsi sul collo, e lui rispondeva con una forza controllata, trattenuta solo dal desiderio di godersela tutta, pezzo per pezzo. La sollevò come se fosse nulla, la fece sua sul tavolo ruvido, tra le fiamme del camino che danzavano sul legno e le loro ombre che si confondevano. I movimenti divennero più rapidi, più profondi, più sporchi: le sue mani sulle sue anche, le sue labbra che la divoravano, e i loro corpi che si schiantavano l’uno contro l’altra in un ritmo selvaggio, animalesco, fino all’inevitabile esplosione. Ma non era finita.Uscirono fuori, ancora eccitati, nudi sotto le coperte strappate dal letto, e la neve li accolse come testimoni impudichi di una passione fuori controllo. Lei si voltò, lasciò cadere il plaid e si inginocchiò nella neve, completamente nuda sotto la luna, sfidando il gelo con un calore che ardeva solo per lui. Angelo, senza resistere, la raggiunse e la prese lì, contro un tronco ghiacciato, con le mani sulle sue cosce e i gemiti di lei che si disperdevano nel silenzio assoluto del bosco. Il contrasto tra la pelle ardente e la neve pungente li rese ancora più folli: ogni movimento era puro istinto, ogni penetrazione un affondo che strappava urla e brividi, e quando lei si abbandonò completamente tra le sue mani, gridando il suo nome nella notte, sembrava che persino gli alberi stessero ascoltando. Crollarono sulla neve, esausti, nudi, sporchi di desiderio e neve sciolta, e risero insieme, sapendo che non si erano ancora detti tutto.
Quando rientrarono, l’aria calda della baita li avvolse di nuovo, ma il fuoco più potente era quello che bruciava ancora nei loro corpi. Angelo la adagiò piano sul letto, con una tenerezza nuova, diversa, e in quel silenzio improvvisamente fragile lei gli prese la mano e confessò ciò che fin lì aveva taciuto: non lo aveva mai fatto prima. Nessuno l’aveva mai toccata davvero. Nessuno, mai. E ora voleva lui. Solo lui. In quell’istante, i suoi occhi non erano solo desiderio, ma dono, fiducia, resa totale. Lui la baciò con lentezza, poi le scoprì il corpo centimetro dopo centimetro, assaporandola come si fa con qualcosa di sacro e proibito. Entrò in lei con calma, ascoltando ogni respiro, ogni tremito, e quando lei si aprì completamente, lo fece con un misto di dolore, sorpresa e piacere che le si stampò sul viso come un’estasi nuova, unica, irripetibile. I loro corpi si mossero lenti, profondi, uniti, lui dentro di lei come se volesse restarci per sempre, lei stretta a lui come se il mondo fuori non esistesse. E quando arrivarono insieme, le dita intrecciate, gli occhi negli occhi, fu come un’esplosione di anima e carne, la fine di un’attesa e l’inizio di tutto. Rimasero lì, fermi, nudi, il suo viso sul suo petto, il fuoco che crepitava piano, e fuori la neve continuava a cadere. Ma dentro, lei non era più la stessa.
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