Prime Esperienze
Il fienile
di 
Angel1965
09.04.2025 |
247 |
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"Quando arrivò, lo fece muto, tutto il corpo contratto in un ultimo affondo, profondo, tremante..."
Un racconto di pura fantasi Capitolo 1
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Il caldo di luglio si faceva sentire anche tra le mura spesse del vecchio cascinale, ma lei non si lamentava. Anzi, amava quel silenzio interrotto solo dal ronzio lontano delle cicale. Era lì per l’estate, a dare una mano con i lavori, ma sapeva che non era solo quello ad attirarla.
Lui era lì da giorni. Trentaquattro anni, mani segnate dalla terra, occhi scuri e quieti come il bosco dopo un temporale. Non diceva molto, ma quando la guardava… non servivano parole.
Quel pomeriggio lo trovò nel fienile. A torso nudo, sudato, stava caricando balle di fieno come se fossero leggere. Lei si fermò sulla soglia, fingendo di cercare qualcosa.
«Serve una mano?» chiese con voce un po’ più innocente del dovuto.
Lui la guardò, poi rise piano. «Tu, con queste mani?»
Lei avanzò, lentamente, senza staccargli gli occhi di dosso. «Magari non con le mani…» sussurrò.
La tensione esplose in un silenzio carico. In un attimo lui fu davanti a lei, gli occhi fissi nei suoi. «Sai cosa stai facendo?» chiese, la voce ruvida, profonda.
«Sì.» Non c’era esitazione.
Lui la prese per la vita e la spinse contro la parete di legno grezzo. Le sue mani esploravano, lente ma affamate. Lei si aggrappò alla sua nuca, cercando la sua bocca, trovandola, assaporandola come se fosse la prima e l’ultima volta.
Il fieno pizzicava la pelle nuda. Le camicie scivolarono via come acqua. Non c’erano più ruoli, età, dubbi. Solo corpi che parlavano la stessa lingua.
Il fienile era caldo, l’aria spessa di polvere e odore di paglia. Lei entrò decisa, jeans corti e maglietta incollata al corpo sudato. Lui la vide arrivare, non disse nulla. La prese per un braccio, la spinse contro una trave. Un respiro, poi la bocca su di lei, dura, affamata.
Le mani le strappavano i vestiti con rabbia trattenuta da troppo tempo. La pelle si scopriva a strappi, graffiata dal legno, sporcata dal fieno. Lui la sollevò senza sforzo, le gambe attorno ai suoi fianchi, la schiena sbattuta contro il muro.
Entrò in lei di colpo, senza preavviso, affondando con forza. Il corpo di lei si inarcò, accolse, si adattò al ritmo feroce. Nessuna lentezza, nessuna dolcezza. Solo impatto, sudore, fiato corto e carne contro carne.
Le spinse la testa all’indietro, baciandole il collo con denti e lingua, mentre continuava a muoversi dentro di lei con una violenza cruda, precisa. Le mani le stringevano i fianchi, poi salivano sul petto, afferravano, mordevano con le dita.
Lei gemeva a bocca aperta, quasi senza voce, incapace di dire una parola, tutta presa dal piacere che le toglieva lucidità.
Lui la fece girare, piegare in avanti contro una balla di fieno. La prese di nuovo da dietro, con la stessa brutalità. Le mani le afferrarono i polsi, la tenevano ferma, completamente sua. Il rumore del suo bacino contro il suo era secco, costante, sempre più veloce.
Lei tremava. Lui spingeva più forte.
Quando arrivò, lo fece muto, tutto il corpo contratto in un ultimo affondo, profondo, tremante. Lei si lasciò cadere tra le braccia, esausta, sporca, completamente svuotata.
Silenzio. Solo il respiro affannoso e l’odore pungente del sesso nell’aria ferma del fienile.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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