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Gay & Bisex

APPARTAMENTO IN RISTRUTTURAZIONE


di Foro_Romano
22.05.2019    |    33.803    |    12 9.1
"“Ma si, sfondalo, chi se ne frega”..."
Si erano presentati alla porta un pomeriggio tardo. Erano due muratori siciliani che, dovendo fare la completa ristrutturazione dell’unico appartamento del pianerottolo di fronte al nostro, chiedevano se era possibile usare il nostro bagno in caso di bisogno. I miei furono subito d’accordo.
“Noi non ci siamo mai per tutto il giorno perché abbiamo un negozio, ma ci sarà lui, nostro figlio, perché deve studiare. Fa il primo anno di università”, aveva detto la madre con una punta di orgoglio.
Il giovane Vittorio era rimasto un po’ male che avessero accettato senza chiedergli il parere. Insomma, lui doveva studiare e essere interrotto gli avrebbe dato fastidio. E poi, potevano lasciare a lui di rispondere. Non era più un ragazzino! Però, visto che non aveva un valido motivo per non essere d’accordo, avrebbe accettato comunque.
Due giorni dopo cominciano i lavori e, ad un certo punto, uno dei due suona alla porta. Indossa una canottiera e dei pantaloncini corti che mettono in mostra delle solide cosce pelose. Lui gli apre e lo fa accomodare. Quello va in bagno e, in pochi minuti, si svuota la vescica, ringrazia, saluta e va via. Il rumore della pisciata era stato piuttosto lungo e forte, forse segno che l’aveva trattenuta a lungo.
Dopo circa un’ora, si presenta l’altro, vestito alla stessa maniera. Stessa scena solo che, questa volta, il giovane si è accorto dello strano sguardo del muratore, uguale a quello dell’altro prima, che gli mette una certa apprensione. C’era un motivo dietro quello sguardo o era solo una sua fantasia? Doveva essere preoccupato? Avevano cattive intenzioni? Erano due omoni piuttosto alti, robusti e muscolosi, dato il lavoro che facevano e, se lo avessero aggredito, cosa poteva fare lui per difendersi, dato che era alto almeno 30 centimetri meno di loro e dal fisico mingherlino! Non ci pensò più di tanto e tornò ai suoi libri.
Più tardi tornarono, prima uno e poi l’altro, e… sempre quello sguardo. Finita la giornata di lavoro, si sono presentati assieme così, mentre uno andava in bagno, l’altro rimaneva fuori col giovane. In un primo tempo stava muto a fissarlo in modo inquietante.
“Allora, per oggi avete finito”, disse Vittorio per spezzare il silenzio.
“Eh si, per oggi è finita”. Pausa. “Così tu studi all’università, allora sei maggiorenne” e fece un sorrisetto.
“Eh già”, però si domandò il perché di quella strana precisazione. Sarebbe stato più normale se gli avesse chiesto che studi faceva. Invece niente.
Quando il primo esce dal bagno, entra il secondo. Stessa situazione di prima, stesso sguardo, stesso imbarazzo del giovane. Poi
“Sai che sei un bel ragazzino? Proprio un bel ragazzino”. Gli si avvicina. Lo stringe in vita. “Non è che hai bisogno di un uomo?”. Vittorio rimane immobile, terrorizzato. In quel momento il secondo esce dal bagno tirandosi su la lampo e li trova in quella posizione.
“Che stai facendo?”, dice al primo.
“Te l’ho detto, questo ragazzino mi piace troppo”. Gli afferra la testa e lo costringe in un bacio, infilandogli in bocca la sua lingua, corposa ed invadente. L’altro li guarda e si tasta la patta con energia.
Il giovane, che in un primo tempo cerca di respingerlo, non sa neanche lui per quale motivo si lascia poi andare tra le forti braccia dell’uomo, forse perché non aveva mai provato prima di allora un bacio così lussurioso. La mano che gli teneva la testa non ha più motivo di restare lì, tanto neanche il giovane intende interrompere il bacio, e scivola giù fino a tastargli il bel sederino tenero e sodo insieme. Lo preme contro di sé facendogli sentire l’erezione raggiunta.
Ma anche l’altro non è da meno: sotto il pantaloncino è ben evidente la forma di un grosso cazzo che lui continua a tastare. Si avvicina dietro di lui, piega le gambe e glielo preme contro, quando il primo ha tolto la mano. Il bacio finisce.
Vittorio non reagisce, anzi, rivolta gli occhi dal piacere. Stretto tra i due, si sente come il ripieno di un sandwich dove i due uomini sono le due fette di pane ma forniscono anche due bei cetrioli. Non capisce più molto. Si sente trasportato in un’altra dimensione mai provata, così carica di lussuria che la mente l’associa ai momenti nei quali si segava. Ma questa volta non è lui a condurre il gioco. E’ nelle mani di due maschi sempre più arrapati.
Il primo, con un sorriso quasi satanico, gli abbassa la testa mettendolo a 90 gradi, mentre l’altro lo afferra per i fianchi e gli fa sentire ancora meglio la sua erezione attraverso la stoffa. Come una molla, il cazzo del primo gli schiaffeggia la faccia. Un intenso odore virile di sudore intimo lo avvolge.
“Apri la bocca” e lui obbedisce immediatamente facendo aderire le labbra alla grossa cappella. “Succhia” e la cappella entra e sembra occupare tutto l’interno. “Lecca” e la linguetta guizza e si arrotola attorno. Non è più padrone delle sue azioni: esegue semplicemente quello che gli viene ordinato dai due energumeni. Oltre all’odore, adesso sente per la prima volta nella vita il sapore di un uomo. Per un attimo pensa che gli dovrebbe fare schifo, invece gli piace, eccome.
Il cazzo gli viene ritmicamente spinto in gola. Ogni volta gli toglie il respiro per un attimo, ma gli piace. Gli piace anche quando si accorge di assaggiare anche il precum. La sua attenzione è tutta rivolta a leccare e succhiare quel grosso membro e, all’inizio, non si accorge che l’altro gli ha tirato giù i pantaloni della tuta mettendogli a nudo il culetto. Le grandi mani gli afferrano le chiappe e gliele allarga. Uno sputo, due. Il dito che sparge la saliva, che gli si infila dentro.
In quel momento si rende conto dell’intenzione dell’uomo. Cerca di reagire, ma la testa gli è tenuta ferma saldamente dalle mani del primo, che aumenta il ritmo della pompa. Cerca di allontanarlo puntando le mani alle sue gambe, ma quello è troppo forte.
Sente la grossa cappella dell’altro puntare al suo buchino vergine e spingere, ma niente. Il buco è troppo piccolo per quel bestione di minchia e, viscida di saliva, scivola lungo il solco e sguscia via. Il maschio ci prova più volte sempre con lo stesso risultato.
“Che aspetti a incularlo? Datti da fare”, dice il primo mentre continua a fottergli la bocca. L’altro, allora, afferra una chiappa, l’allarga in modo che il pollice forzi il buchino ad aprirsi. Appoggia la cappella e spinge forte.
Un pezzetto è entrato. Il ragazzino urla ma ha la bocca tappata. Altra spinta e finalmente tutta la cappella è dentro. Gli ha spaccato il culo. Il dolore è fortissimo ma dura poco e passa proprio mentre il maschio gli entra lentamente dentro con tutto il cazzo. E’ alla mercé di due maschi arrapati. E’ sottomesso a loro. Alle loro voglie. Fa male ma gli piace.
Un attimo di pausa e poi comincia la scopata, sempre più forte, sempre più veloce. Una botta secca ed è definitivamente sfondato. Lo fottono contemporaneamente nei due buchi e lui mugola, geme, squittisce, rantola mentre quei due emettono grugniti di soddisfazione. Lo stanno usando ed a lui piace. Il suo corpo è scosso da brividi di piacere dalla gola al buco del culo. Se ne accorgono.
“Gli piace. Te l’avevo detto che è una troietta che non aspettava altro che di essere aperta”.
“Che buco stretto! Mi sbuccia il cazzo ogni volta che lo ficco dentro”.
“Però vedo che ci dai dentro. Fai piano ché così lo sfondi troppo”.
“Non me ne frega una minchia. Me lo voglio godere come dico io” e aumenta ancora di più la velocità.
“Ma si, sfondalo, chi se ne frega”. Gli afferra la testa e anche lui accelera fino a “Cazzo, stò per sborrare… ecco… ecco… sborro… sborrooo… ingoia puttanaaahhhhh”. Il ragazzo anche questa volta obbedisce. Continua ad essere scassato dietro. L’uomo riprende fiato ma continua a tenergli il cazzo in bocca.
“Ha bevuto? Ha bevuto tutto?”
“Si, tutto”.
“Che puttana! Adesso ti riempio pure io, frocio schifoso”. Una gragnuola di colpi secchi e “Prendi, prendi, prendiii”. Gli è esploso dentro riempiendogli la pancia di tanto caldo sperma. L’uomo si contorceva ad ogni spasmo, così come la grossa sacca dei coglioni.
Quando ha finito, si sfila lentamente e stappa rumorosamente il buco ormai spanato. Il liquido biancastro lo segue, colando lungo una gamba. Vittorio viene aiutato a tirarsi su.
“Allora? Come ti senti adesso che non sei più vergine? Ti è piaciuto?”.
Per tutta risposta il giovane si accoscia e, prese in mano le due grosse minchie quasi ammosciate, se le mette in bocca alternativamente per pulirle con voracità. Inutile dire che, in poco tempo, hanno ripreso le loro migliori dimensioni. Durissime e pronte ad un nuovo round. Lo trascinano sul letto e se lo scopano ancora, ma questa volta a ruoli invertiti perché anche il primo voleva assaggiargli il culo ed il secondo voleva fargli sentire il sapore del suo sperma in bocca. Naturalmente la seconda chiavata è stata più lunga. C’è voluto più tempo, almeno mezzora prima che i due maschi gli si scaricassero dentro.
Sia al ragazzino che a loro è piaciuto così tanto che tutti i giorni, a fine giornata, sono passati da lui a svuotarsi i coglioni. Gli hanno insegnato tutte le posizioni. Stupenda quella “alla missionaria”, con le gambe sulle spalle dello scopatore, così da potergli leggere in faccia tutta la ferocia animalesca. Favoloso stare sotto al peso del massiccio corpo del maschio che lo inchiodava al letto con spinte bestiali.
Il trauma vero il giovane lo ha provato l’ultimo giorno dei lavori. Come avrebbe fatto a sopravvivere senza cazzi e senza sborra?
“Dobbiamo andare a lavorare da un’altra parte. Ci dispiace”.
“Tanto lo so che dove andrete troverete qualcun altro a sostituirmi”.
“E’ probabile ma non ti dimenticheremo di certo. Per sollevarti lo spirito, oggi vogliamo farti un regalo speciale. Vieni”.
La scopata di quel giorno è stata veramente speciale. Lo hanno fottuto senza freni, tanto il suo culo era ormai completamente sfasciato. Hanno sborrato tre volte ognuno e l’ultima volta gli hanno regalato una scopata doppia, con tutti e due i loro grossi cazzi che lo scopavano insieme. Sono venuti nello stesso momento, lui sulla pancia del primo e loro nel più profondo del suo culo.
Si sono rivestiti e se ne sono andati lasciandolo semi svenuto dal piacere sul letto, a pancia in giù, a gambe larghe, con una colata di sborra che gli usciva dalla voragine scura tra le chiappe ad insozzare le piccole palle, una coscia e le lenzuola sotto. La scena era talmente eccitante che avrebbero ricominciato un’altra volta ma si era fatto tardi.
Seguì un periodo tragico di forzata astinenza da cazzo, malamente attenuato da seghe che accompagnavano i ricordi e che lasciavano l’amaro in bocca. Finché un giorno, andando a comprare qualcosa da mangiare, si accorse dello sguardo del proprietario del negozio di alimentari vicino casa. Lo stesso sguardo dei due muratori. Qualcosa gli ribolliva dentro.
Era un uomo di 53 anni, dal fisico asciutto e tonico, ancora molto piacente, forse per quei capelli brizzolati alle tempie. Ricambiò lo sguardo e chiese se facevano la consegna a domicilio.
“Si, signorino, posso passare io alla chiusura”.
Quando arrivò, il ragazzino fu molto esplicito nelle advances e l’uomo fu ben felice di accontentarlo. Da quel momento, tutti i giorni passava da lui, anche senza consegna da effettuare, se non quella di una massiccia dose di cazzo e di sborra. E anche questo era ben dotato.
Quando veniva montato a gambe alzate, si aggrappava alle larghe spalle, oppure all’ampio torace, o alle forti cosce pelose. Adorava farsi sborrare dentro, portare all’orgasmo il maschio e farlo godere del suo corpo.
Successe che qualche tempo dopo, il figlio 28enne del negoziante si accorse che c’era qualcosa di strano nel padre e riuscì a farsi dire la verità. Promise di non dire niente alla madre in cambio di poter partecipare anche lui, dato che la sua ragazza non gliela dava mai e lui aveva proprio bisogno di scaricarsi. Vittorio è stato ben felice di accogliere anche lui, il suo cazzo e il suo sperma e oggi è pienamente appagato da due amanti fantastici.
Inutile dire che anche i suoi studi vanno alla grande.


(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha lo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma godetevela il più possibile. Buona sega a tutti).

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