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DUE FRATELLI - 2


di Foro_Romano
01.03.2016    |    17.232    |    7 9.5
"Poi si ributtò sul cazzo che stava succhiando più affamato di prima..."
Quando riprendemmo fiato decidemmo di farci una doccia uno alla volta, così non avremmo avuto altre tentazioni e non avremmo fatto tardi per la cena. Io per primo, così potei dedicarmi alla cucina, anche se avevo già preparato molto. Poi fu la volta di mio fratello, che mi dette una mano ad apparecchiare, ed infine di Leonardo. Mentre questo era ancora sotto la doccia, noi due potemmo commentare quello che era successo.
"Ti rendi conto, Paolo? Gli sei saltato addosso e gli hai rotto il culo senza un minimo di delicatezza. Eppure gliel'avevo promessa. E che roba! E tu saresti il cittadino? Il civilizzato?"
"Non ho resistito. Ma hai visto quanto è carino? E dire che non sono mai stato con un uomo prima di oggi, ma lui... beh lui... forse perché sapevo che ci stava... Era il motivo per il quale è venuto no?"
"Si, però, un minimo di tatto! Ma credi che noi omosessuali siamo degli animali? Siamo come tutti: ci piace il sesso in tutte le sue forme, come gli etero, né più e né meno. Tu tratteresti una ragazza la prima volta che la vedi come hai fatto oggi con lui?"
"No, certo... Forse ho sbagliato... Forse è stata l'eccitazione per la novità dell'avventura lontano da mia moglie..."
"Sarà, ma adesso che viene gli chiedi scusa".
"Ok, ok".
Avevamo appena finito di parlare che entrò Leonardo in cucina con solo un asciugamano in vita che lo copriva fino alle caviglie. Era talmente attraente che, dentro di me, giustificai ancora di più mio fratello. Aveva un'aria raggiante mentre si toccava all'altezza del buco.
"Mi avete proprio rotto il culo. Chissà se tornerà normale?"
"Scusami, sono stato troppo impetuoso. E che... che... sei proprio bello", disse Paolo. Il ragazzo sorrise per il complimento.
"Beh, normale proprio non credo ma almeno non avrai troppi problemi in futuro con taglie oltre il normale".
"Speriamo, però fa ancora male. Ma mi è piaciuto veramente, ve lo assicuro, non si deve scusare".
"Adesso vai a coprirti, vai a metterti una tuta, non vorrai raffreddarti e metterti a tavola in quelle condizioni!", dissi, anche perché avevo visto Paolo ancora con gli occhi di fuori e la saliva che sembrava gli colasse dalla bocca semi-aperta.
"Paolo non fare ancora lo scemo", non appena il ragazzo uscì dalla stanza. "Vedi di fare l'uomo maturo che dovresti essere e ceniamo con tranquillità".
"Ma l'hai visto? Ogni volta che lo vedo ripenso a quando ce l'avevo sotto e me lo stavo chiavando come una vacca... Ok, ok", aggiunse quando vide il mio sguardo.
A tavola mantenne la promessa. Parlammo del più e del meno, delle nostre vite, dei nostri desideri. Commentammo le idee che il ragazzo aveva per il suo futuro. Capimmo che era uno con la testa sulle spalle. Non parlammo mai di quello che avevamo fatto poco prima, anche se ognuno di noi ci andava col pensiero, specie ogni volta che quello aveva palesi difficoltà a stare seduto e si grattava il sedere.
Dava sempre del tu a me e del lei a mio fratello e questo glielo fece notare. "E' che con Andrea sono mesi che chattiamo e ormai ci conosciamo bene ma con te è la prima volta e, anche se sei suo fratello, ti vedo come un uomo grande".
"A parte il fatto che ho due anni meno di lui, ormai, dopo quello che abbiamo fatto, credo che sarebbe ora di darmi del tu anche a me".
"Si, hai ragione", disse il ragazzo mentre arrossiva un po'.
La mia cucina ebbe successo e ricevetti i loro complimenti. Continuammo a parlare lì in cucina mentre lavavo i piatti, dopo di che passammo di nuovo in salotto, noi a fumare sul divano e lui a guardarci. Continuavamo a parlare un po' di tutto ma, ad un certo punto, Leonardo si avvicinò a noi gattonando. "Mentre voi fumate io preferisco i sigari" e cominciò a palpeggiarci le patte dei pantaloni che, in poco tempo, si riempirono fin quasi a scoppiare.
Noi ci guardammo. "Ah, ma allora è un vizio. Sei veramente una troia", gli disse mio fratello.
"Si... forse... credo... E' che i vostri cazzi sono veramente grossi, sono un sogno che ho sempre fatto... E poi due insieme! E' incredibile per me".
"E allora perché ci hai messo tanto ad accettare di venire qui? Solo il mio non ti andava bene?"
"La verità è che ero attratto ma contemporaneamente ne avevo paura. Avevo paura del dolore..."
"E due, invece, non ti hanno fatto male", dissi sarcastico.
"Altroché! E' stato terribile, ma ero così eccitato che sono riuscito a passare il primo momento e poi, dopo, è stato puro piacere... Anzi, ne voglio ancora" e fece per tirare giù la lampo di Paolo.
"Ma allora sei proprio una troia! Stavolta ti fotterò ancora più duro di prima e, giuro, riuscirò a metterti incinta".
Sorridemmo. Io mi alzai. "Su, ragazzi, trasferiamoci sul letto. Staremo più comodi" e mi seguirono nell'altra camera.
In un baleno eravamo nudi e comodamente sdraiati sulle lenzuola. Mio fratello lo teneva stretto e si baciarono furiosamente mentre io non potevo far altro che dedicarmi a quel tenero culetto. Lo accarezzai, lo baciai. Che pelle morbida, sembrava velluto. E che profumo! Un profumo di freschezza giovanile che mi fece schizzare gli ormoni alle stelle ed il mio cazzo assunse una consistenza notevole.
Paolo, con la schiena poggiata alla testata del letto, spinse la testa di Leonardo verso il suo inguine e questo gli si accomodò con la faccia tra le cosce ed il culo all'aria. Dio che visione!
Prese a lappargli vigorosamente e rumorosamente i grossi coglioni, a passargli la lingua lungo il cazzo fino a prendere in bocca la grossa cappella. Gliela succhiava, se la faceva entrare fino in gola e la risputava fuori per tornare a dedicarsi alle palle.
Nel frattempo, dopo un'abbondante insalivazione del suo buco ormai chiaramente spanato, glielo ficcai dentro lentamente ma senza alcun problema. "MMMMMM" gridò con la bocca piena del cazzo di mio fratello ma, quando arrivai in fondo, mosse il culetto per farselo assestare meglio dentro.
"Che aspetti? Fottilo duro, senza pietà. Non vedi che 'sta puttana non aspetta altro?", mi incitò Paolo, sempre poco delicato, e io lo presi alla lettera. Cominciai a sbattermelo come merita una vera troia, ululando il mio godimento.
Il ragazzo lasciò per un attimo il boccone prelibato pur tenendolo saldamente alla base. "AHHH... AHHH... SI... SIII... SCOPATEMI... ROMPETEMI IL CULOOO... FATEMI SENTIRE TROIAAA..." urlò con tutto il fiato che aveva (fortuna che vivo isolato in campagna). Poi si ributtò sul cazzo che stava succhiando più affamato di prima.
Grida, gemiti, rumori di risucchio e di inculata provenienti da tutti e tre si diffusero nell'aria, assieme al profumo del sesso maschile, e aiutarono l'annebbiamento delle nostre menti. Paolo gli teneva la testa accompagnandola nel pompino mentre io lo tenevo per i fianchi e lo sfondavo a ripetizione.
"Adesso voglio fotterlo io", disse mio fratello. Io uscii controvoglia. Lui scivolò fino a stare disteso sul letto. "Vienimi sopra, puttana. Ficcatelo da solo in quella bella fica di culo che hai".
Il ragazzo obbedì prontamente, prima ancora che avesse finito la frase. "Ahhh siii" sibilò mentre lo faceva ma subito, dal basso, il nuovo cazzo riprese a martoriarlo con lo stesso ritmo che gli avevo dato io e lui riprese a gridare di goduria: "AAAHHH... AAAHHH...".
Il suo viso angelico era trasfigurato dal godimento. "Cazzo, quanto sei troia. Tieh... prendilo tutto, puttana...".
E io? Che potevo fare? Avrei potuto metterglielo in bocca e farmi spompinare alla grande, scatenato come era, ma, già dopo pochi secondi di inattività, mi mancava il suo buco, volevo fotterlo ancora. Non ci pensai due volte, tanto ormai era rotto, tanto valeva trasformarlo nella più sfondata delle baldracche.
Fermai il movimento di mio fratello, mi avvicinai dietro a Leonardo, con la mano gli abbassai la schiena fino a farlo appoggiare sul petto peloso sotto di lui e avvicinai la nerchia al buco già ampiamente occupato.
"Che vuoi fare? No, no, ti prego, no, mi rovini, no, no, NOOO... AHHH... AHHH... SIII...". Ormai ero entrato anch'io fino alle palle. Mio fratello era limitato dalla posizione ma io avevo ogni libertà di movimento e presi a montarlo come un coniglio.
Non so se in quel tripudio di piacere che provammo tutti il ragazzo sentisse più dolore ma, francamente, era l'ultima cosa che mi passava per la testa, se poi ci passava qualcosa. Inevitabilmente, bastarono pochi secondi di sfregamento sul cazzo di mio fratello, stretto da quelle umide pareti rettali, per farmi perdere la cognizione del tempo e sborrai. Urlai e sborrai una quantità enorme di sperma che, in parte, fuoriuscì e colò lungo le palle del ragazzo e di Paolo.
Ad ogni schizzo corrispondeva un mio scatto ed un rattrappimento dei miei coglioni. Non la finivo più. Quando ero ormai agli sgoccioli (di sperma, naturalmente), anche mio fratello cedette ed anche lui lasciò alla sua sborra il piacere di schizzare tutta nelle giovani profondità ed andarsi a mescolare con la mia.
Eravamo sudati e sfiniti ma non potevamo essere più rilassati di così. Altro che seduta ayurvedica! Ma non era finita. Durante tutta la notte, ora uno ed ora l'altro, ci svegliammo e ci fottemmo a turno il ragazzo, ben felice di non riuscire a dormire. Aggiungendo altra sborra nel suo culo rotto, ma non senza fargliela anche assaggiare in bocca.
La mattina veramente, come gli aveva predetto mio fratello, ebbe una certa difficoltà ad alzarsi e camminare. Il buco non gli faceva più male ma lo sentiva strano e toccandosi ebbe un sussulto nel constatare quanto era largo.
Ci siamo alzati tardi, quindi facemmo colazione e pranzo insieme e poi dormimmo un po', anche se mi accorsi di un certo movimento accanto a me. Credo che se lo sia scopato di nuovo, ma cercarono di non svegliarmi. Nel pomeriggio li riaccompagnai al treno e fecero assieme il viaggio di ritorno.
Ancora adesso mio fratello ed il ragazzo si incontrano ogni tanto ma, non sapendo dove andare, si appartano in macchina in una zona industriale abbandonata. Il fine settimana viene da me e qualche volta anche mio fratello, dando delle scuse ai genitori l'uno ed alla moglie l'altro, così possiamo ripetere le prodezze della prima volta. Il giovane ormai prende con facilità i nostri due cazzi insieme e si fa riempire di sborra calda in quantità. Cosa si può volere di più dalla vita?

(Si tratta di un racconto di fantasia. Non fate mai l'amore senza il preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela)

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