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Gay & Bisex

L’ISTRUZIONE EROTICA – Parte terza


di Foro_Romano
15.05.2019    |    9.012    |    5 9.5
"Al loro ingresso ci fu un apprezzamento corale dei presenti..."
Nei giorni che seguirono all’incontro a tre, prima che Romolo riuscisse ad organizzare una gang-bang ai “danni” del giovane Amedeo, ci fu la possibilità di un’unica altra volta. All’inizio, Bruno gli fece leccare le palle pelose ed il cazzo e, quando questo fu duro come l’acciaio, gli aprì il buco e lo scopò con gusto fino a riempirlo si sborra, con grande soddisfazione sia dell’uomo che del ragazzo. Dopo arrivò Romolo che, all’opposto, prima glielo ficcò in culo con la sua solita durezza e lo montò come una cagna per un bel po’ (tanto era già stato ben imburrato dall’amico) e poi glielo mise in bocca e, tenendogli la piccola testa con tutte e due le mani, dette il ritmo, sfondandogli la gola fino all’ovvia goduriosa sborrata che gli obbligò di bere tutta. Il giovane questa volta non sentì dolore: ormai era ampiamente sfondato e provò solo un enorme piacere. Soddisfatti, stettero qualche minuto sdraiati sul letto. Il silenzio fu rotto da Romolo.
“Allora, ragazzi, sono riuscito ad organizzare l’incontro e penso che meglio di così non poteva andare”.
“Cioè?”, fece Bruno.
“Ho conosciuto uno che fa parte di una specie di associazione proprio finalizzata a questo. Si tratta di un gruppo di uomini tra il 35 ed i 60 anni, tutti fidanzati, sposati o divorziati, e molti con figli, che hanno sempre il testosterone alle stelle. Vorrebbero sempre scopare ma lo loro compagne non sono d’accordo, così si sono organizzati per incontri durante i quali sottopongono alle loro voglie un qualche ragazzetto accondiscendente”.
“E perché solo ragazzetti e non ragazze?”.
“Beh, perché quelle poi fanno sempre storie e creano problemi, mentre i ragazzi vogliono solo godere e far godere”.
“Ma i ragazzi sono sempre gli stessi o cambiano?”.
“Ci sono quelli che tornano altre volte ma i maschi li accettano solo perché non hanno molte altre possibilità. Dopo un po’ si stufano di quelli che da troie in calore diventano sempre più puttane sbracate. Le novità sono sempre ben accolte. Quindi quello che ho conosciuto mi ha detto che andrebbe benissimo, purché poi non faccia storie anche lui”.
“Quali storie, se sono consenzienti?”.
“Dice che c’è stata una volta che un ragazzino ha detto che il programma gli andava bene ma poi, quando è stato lì, non ha fatto altro che piangere ed urlare mentre se lo fottevano. Poi, sai, quando è così è difficile fermare dei maschi scatenati come animali e, più lui strillava, più loro si eccitavano e ci davano dentro”.
“E come è finita?”.
“Gli hanno dato una bella cifra perché stesse zitto e così è stato”. Poi, rivolto ad Alfredo: “Ma tu sei d’accordo, giusto? Tu sei un vero maialino e ti piace l’idea di farti fottere da un gruppo di maschi. Vero?”.
Il ragazzo, sentendo quel discorso, sembrava un po’ confuso, ma gli bastò un’occhiata a Bruno per rendersi conto che effettivamente era così. “Si, certo, non vedo l’ora”.
“Insomma, questa associazione si è data delle regole. Prima di tutto il ragazzo deve essere bendato, per la privacy. Potrebbe conoscere qualcuno di loro o perché è un personaggio noto della zona od a livello nazionale, o perché potrebbe essere un amico di famiglia o addirittura un parente. E capite che nessuno deve sapere”.
“Già, certo”.
“Il ragazzo deve lasciarsi scopare in bocca e in culo in continuazione, fino a che non sono esauriti. Perciò passa molto tempo un po’ per la loro natura, come ho detto, ed un po’ perché alcuni prendono il Viagra o cose simili per durare di più”.
“Accidenti! Hai sentito? Ti devi preparare per bene per affrontarli”.
“Un’ultima cosa. Una regola che si sono dati è che devono sborrare sempre dentro il buco che stanno scopando, bocca o culo che sia. Dicono che riusciranno a metterti incinta. Quindi dovrai ingoiare tutte le sborre che riceverai in bocca e non sottrarti mai. Non se ne deve perdere nemmeno una goccia”.
“Saranno tante!”.
“Sicuro, perché alcuni possono anche arrivare a venire cinque, sei volte di seguito, ed anche più. Cucciolo, alla fine sarai così pieno di sperma che ti uscirà dalle orecchie” e i due uomini si misero a ridacchiare.
Alfredo invece rimase un po’ interdetto. Avrebbe dovuto permettere ad un numero ancora indefinito di uomini di usare il suo corpo per soddisfare le loro voglie. Da una parte se ne sentì schifato ma ebbe il sopravvento la sua natura da troia e sentì chiaramente il buco del culo pulsare dal desiderio che l’incontro si realizzasse presto. “Beh, allora, quando sarà?”.
“Senti qui la zoccoletta. Non ti basta mai, vero? Allora mettiti alla pecorina che ‘sti discorsi m’hanno eccitato. Guarda” e mostrò il suo membro rigido come un monumento. Pochi secondi e gli fece vedere ancora le stelle sfondandolo senza pietà, mentre Bruno gli lavava la faccia con un’altra megasborrata.

Il giorno prestabilito, erano nella macchina di Romolo per andare nel luogo di incontro.
“Mi hanno detto che è la casa di campagna di uno di loro, isolata e lontana da sguardi indiscreti. Dice che c’è un grande salone con, al centro un grande materasso tipo palestra, ma grande, e intorno diversi divani e poltrone. E’ lì che ti faranno la festa, ragazzino” e ridacchiò.
“Come? Dovrò farlo davanti a tutti? Credevo che sarei dovuto stare in una stanza e uno per volta sarebbe entrato e mi avrebbe scopato”.
“No, hai capito male. Lo dovrai fare davanti a tutti e con tutti, spesso con più di uno alla volta. Questa è la gang-bang. Vedrai che ti piacerà, troietta. Quando arriviamo saranno già tutti nudi e pronti. Noi ci spoglieremo, ti benderemo e poi entreremo nel salone”.
“E quanti saranno?”
“Fino a questa mattina, mi hanno detto che avevano aderito in sette, più noi due e saremo in nove a spaccarti il culo, tesorino. Contento?”.
Amedeo rimase muto, combattuto tra l’impaurito e l’eccitato. Il conto era presto fatto: se tutti fossero venuti cinque volte, il suo corpo sarebbe stato ripieno di 45 sborrate. Una mano di Bruno sulla sua lo tranquillizzò.
Arrivati a destinazione, il cancello elettrico si aprì ed entrarono parcheggiando la macchina accanto alle altre già presenti. Entrati nel portone, il padrone di casa li accolse con un mantello ed un cappuccio in testa, per non farsi vedere da Amedeo prima di essere bendato. Dal fisico e dalla voce sembrava avere sui 60 anni.
“Accidenti, sei proprio un bel ragazzo” e gli carezzò la guancia quasi con affetto, forse per contrastare il pensiero di come lo avrebbero usato. “Hai capito bene quello che faremo? Sei d’accordo?”.
“Si”, rispose, abbassando lo sguardo quasi in segno di timidezza, ben sapendo la troia che ribolliva in lui.
“Che dolce! Sono certo che sarà un vero piacere per tutti”.
Si spogliarono lasciando gli abiti ognuno su una sedia nell’anticamera. Ad Amedeo coprirono gli occhi con una benda che non gli permetteva di vedere nulla e lo guidarono. Al loro ingresso ci fu un apprezzamento corale dei presenti.
“Ma che bel ragazzino”. “Che labbra!”. “E che culetto!”. “Stasera ci divertiremo, ragazzi”. “Finalmente la puttanella giusta".
Bruno e Romolo, visti i presenti, si dettero un’occhiata. Erano lì anche loro per divertirsi ma anche per proteggere Amedeo da eventuali eccessi di qualcuno. Gli uomini avevano età molto diverse. Andavano dai 28 ai 60 anni circa. Tutti con bei fisici tonici, più o meno pelosi e tutti con cazzi che, data la situazione, già barzotti e piuttosto grossi e lunghi. Uno poi, che dalla carnagione piuttosto scura, sembrava essere marocchino o comunque nordafricano, aveva un batacchio piuttosto notevole. Questo preoccupò i due amici. Come avrebbe ridotto il buco del giovane?
“Forza ragazzi, alle postazioni”, disse il padrone di casa e tutti si sedettero a cosce larghe prendendosi in mano il cazzo e cominciando a masturbarselo. “Adesso, ragazzo, ti inginocchierai davanti ad ognuno di loro e darai prova della tua bravura nell’usare quelle belle labbra che hai”.
“E la gola” fece qualcuno.
“Si, certo, anche la bocca e la gola, naturalmente. Vieni” e lo accompagnò a sistemarsi davanti al primo. Appena il musino di Amedeo fu a contatto con le palle e le cosce di quello, ogni timore scomparve dalla mente del giovane che, avvolto dall’afrore virile, tirò fuori la lingua e cominciò a lappare con gusto lo scroto e ad inzupparne i peli. I mugugni dell’uomo lo incoraggiarono e salì pian piano lungo l’asta ormai dura fino alla cappella, che prese subito in bocca.
“Ooohhh, siii” sibilò il fortunato. “Siii, siii, cosììì. Ahhh, che bravo”. Gli mise una mano in testa e gli dette il ritmo. Alfredo si scatenò in una pompa da manuale che, a quella scena ed al rumore dei risucchi, fece intostare il cazzo a tutti i presenti. Dopo poco l’uomo ebbe la forza di allontanarlo afferrandolo per i capelli. “Basta, non voglio venire subito”.
Allora il giovane si spostò più a destra e passò alla seconda pompa e così ne fece sei. Un paio preferirono non resistere e, urlando, gli esplosero in bocca grossi quantitativi di sborra che lui ingoiò devotamente, ripulendoli fino all’ultima goccia. Al settimo rimase un po’ interdetto, trovandosi tra le mani la minchia enorme del nero, ma non si perse d’animo e, da vera troia, quale sapeva di essere, se lo lavorò anche meglio degli altri. Gli ultimi due, dall’odore e dal sapore, riconobbe essere quelli degli amici, a cui riservò lo stesso trattamento.
Finito il giro, nell’eccitazione generale, fu condotto a quattro zampe al centro di quello che sembrava un vero e proprio ring. Subito uno volle essere il primo e, inginocchiatosi davanti alla sua testa, gliela afferrò e gli ficcò il suo tronco venoso in bocca pompandoglielo dentro. Non passò molto che un altro gli si mise dietro a leccargli la rosellina che stava boccheggiando dalla voglia. Quando fu completamente bagnata e rilassata dal lavorio di lingua, gli fu puntato il primo cazzo al culo che lentamente gli si infilò dentro, facendoglielo sentire centimetro dopo centimetro. Alla fine, un colpo secco glielo cacciò in fondo e, spinto in avanti, ebbe anche l’altro cazzo piantato in gola. Gemette come un agnellino scannato. I due si misero a chiavarlo con forza.
Dopo alcuni minuti, l’inculatore perse il controllo e, dando una gragnuola di colpi duri, gli sparò dentro una gran quantità di sborra finendo le ultime gocce accasciato e avvinghiato al corpicino. Subito fu sostituito da un altro che, approfittando del fatto che il buco grondava sperma, glielo ficcò senza cautela e lo montò come un coniglio. Allora fu la volta di quello davanti a venire inarcandosi indietro e piegandosi in avanti, grugnendo come un ossesso fino all’ultimo.
Da quel momento non ci fu interruzione di continuità e la bocca ed il culetto del ragazzino furono sempre pieni e riempiti. La sborra gli traboccava dai lati della bocca e del buco spanato. Momento particolare fu quando il nero gli puntò il cazzo al culo. Tutti rimasero a godersi lo spettacolo. In poco tempo l’enorme minchia fu risucchiata dal buco nero.
“Aaahhh, siii… scopamiii… Ahhh, che bellooo, com’è grosso… Scopami, sfondami, sfondamiii” poté urlare il ragazzino avendo temporaneamente la bocca libera. Fu accontentato. La monta fu dura ed impietosa tanto da far restare in tiro tutti i presenti. Alcuni non resistettero e, mentre quello lo chiavava, gli si scaricarono in bocca. Lui ingoiava quasi senza accorgersene, preso com’era dal piacere che gli si irradiava dalla fica pelosa, quale ormai era. E la scena si ripeté a richiesta altre due volte.
Un altro lo fece sdraiare di schiena, gli sollevò le gambe e lo sfondò di colpo. “Ahiaaa, siii…chiavami… chiavatemi tutti… Ho bisogno di cazzi, di tanti cazziii” e avvinghiò il corpo massiccio dell’inculatore con braccia e gambe.
“Bene, il frocetto ha le idee chiare” disse qualcuno.
“Fottuta troia, certo che ti daremo tanti cazzi, ma ho l’impressione che non ti basteranno mai. Sei una lurida cagnetta in calore”.
In quei momenti, gli piaceva sentirsi offendere. Anzi, quelle parole erano per lui motivo di orgoglio perché sentiva di essere veramente quello che gli dicevano e che poteva portare all’orgasmo più volte tutti quegli uomini a lui sconosciuti e che non poteva neanche vedere.
Quel pomeriggio poté assaggiare e paragonare i diversi sapori di cazzo, i diversi odori virili, i diversi gusti di sperma sulla lingua, le diverse grossezze e lunghezze nel suo buco sempre più sfondato. E fu proprio il suo culetto prominente ed il suo buco ad attirare di più le minchie, sempre dure, che si alternavano a rotazione.
Ad un certo punto, uno lo fece sedere sul suo pisellone di marmo e se lo sbatté da sotto con furia. Si avvicinò il nero con l’intento di infilargli dentro anche il suo ma i due amici intervennero ad impedirglielo. Pensavano che un trattamento del genere avrebbe provocato danni enormi ad un ventenne così piccolo di corporatura. Gli astanti se ne lamentarono e, mentre loro cercavano di trattenere l’energumeno infoiato, un altro grosso calibro ne approfittò. Si avvicinò e realizzò la scena che tutti volevano vedere: due grossi cazzi che fottevano all’unisono quel ragazzino affamato.
“Siii, braviii, così, sfondatelo, sfondatelo” gridarono tutti, mentre il giovane si contorceva dal dolore e dal piacere emettendo forti guaiti. Il secondo inculatore non resistette molto e gli scaricò dentro tutto quello che poteva per essere poi sostituito da un altro maschio non meno massiccio di lui.
Come preannunciato, tutti vennero più volte, anche più di cinque ognuno, ma nessuno ne tenne il conto. Tanta fu l’eccitazione che si creò che molti, non trovando un buco libero al momento di scaricarsi, violarono il regolamento e gli ricoprirono di sperma testa, viso e corpo. Quando tutti si furono svuotati definitivamente, sembrava un campo di battaglia, con corpi abbandonati alla rinfusa sui divani e sul materasso, sfiniti nel fisico ma pienamente soddisfatti.
Anche Bruno e Romolo avevano partecipato all’orgia ma in quel momento si preoccuparono di Alfredo. Lo aiutarono a rialzarsi. Il ragazzino grondava sborra dappertutto: sugli occhi (prontamente asciugati), dalla bocca, dalle labbra e dal mento, dal suo pistolino (che era venuto più volte anche lui senza essere nemmeno toccato) e, soprattutto, dal buco del culetto (visibilmente sfasciato in mezzo alle chiappette incredibilmente allargate).
Il padrone di casa gli si avvicinò. “Bravo. A nome di tutti posso certamente dire che sei stato un bravo ragazzo, anzi un ottimo porcellino. Posso affermare che sei stato il migliore di tutti quelli che abbiamo finora avuto tra noi”. Ci fu un coro di assensi. “Spero che tornerai da noi e ci farai ancora godere delle tue grazie”.
“Mi fa male la gola e il culo ma vi assicuro che anche per me è stato fantastico. Non credevo che sarebbe stato così bello. Grazie a tutti voi anche da parte mia. Ci penserò su ma, per ora, non posso promettervi niente. Dovrò rimettermi in sesto, prima di prendere una decisione. Ma vi assicuro che è stata un’esperienza favolosa ed indimenticabile. Grazie ancora”.

In una camera gli lasciarono togliere la benda e poté farsi una doccia. In macchina, Bruno prese posto dietro per fargli compagnia.
“Allora, come ti senti?” gli disse preoccupato, perché si sentiva in colpa di averlo trascinato in quella situazione.
“Molto bene. Mi piace sentirmi il buco indolenzito”, infatti sedeva di traverso, appoggiato a lui.
“Allora perché hai detto di non essere sicuro di tornare?”.
“Perché… perché… Ecco, perché io continuo a preferirti su tutti e da una parte vorrei concedermi solo a te…”
“…ma dall’altra vorresti farti sbattere da tutti i cazzi della Terra. Non è così?”, terminò Bruno.
“Già, è proprio così”.
“Vedi? E’ la tua natura di troia. Ma non ti preoccupare. Potresti rifarti scopare da tutti gli uomini di oggi ed anche da altri, ma altre volte anche solo da me, piccolo mio” e si scambiarono un bacio appassionato.
“Non dimenticate che ci sono anche io”, intervenne Romolo dal posto guida. “Non illuderti. Non ci rinuncio al tuo culo sfondato, adesso più che mai. Vedrai che riuscirò a infilarti tutto il braccio” e lo alzò minacciosamente col pugno chiuso, mostrando i muscoli duri che lo ricoprivano assieme al pelo.
“Me lo prometti?” squittì subito il ragazzino.
“Inutile, sei proprio troia”, concluse Giorgio.


(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha lo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma godetevela il più possibile. Buona sega a tutti).

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