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Gay & Bisex

CAFFE’ O CAPPUCCINO?


di Foro_Romano
25.03.2020    |    12.531    |    5 9.3
"Il ragazzino ha un sussulto e si inarca con un gemito..."
Costantino e Massimiliano hanno 42 anni e sono amici di lunga data. I loro genitori erano amici, quindi praticamente tutte le feste e tutte le vacanze le hanno fatte insieme, come se fossero tutta una famiglia. Sono cresciuti insieme ed insieme hanno fatto le superiori e l’università. Come se non bastasse, hanno poi deciso di mettersi in società. Hanno aperto un’agenzia di recupero crediti, favoriti come sono dalla natura. Si perché, per quel lavoro, bisogna essere come loro: alti e forti. Bisogna incutere timore, evitando però scadere nella violenza.
Tutti e due sono sul metro e 90, piuttosto pelosi e muscolosi per nascita, anche perché frequentano saltuariamente la palestra, ma senza esagerazione. Costantino è moro e ha sempre una barba non rasata di qualche giorno, tanto per avere l’aria più truce. Questo lo rende più affascinante, così da sopperire alla non eccessiva bellezza. Ma, si sa, non è indispensabile che l’uomo sia bello.
Quello veramente bello, tra i due, è Massimiliano. Capelli e pelo sono di un biondo scuro e porta due folti baffi dal colore un po’ più scuro. Ha due occhi azzurri iridati e una voce profonda, maschia. Insomma, a tutti e due non sono mai mancate le donne ai piedi e, per dirla tutta, anche qualche ragazzetto effemminato, ma questo, naturalmente, non lo deve sapere nessuno.
Max (come viene comunemente chiamato) è stato vittima di una ragazza che, col solito sistema femminile, lo ha prima fatto innamorare, poi è rimasta incinta (anche se gli diceva di prendere sempre la pillola), è stato costretto a sposare e poi, dopo qualche anno, lo ha lasciato portandosi via il figlio, facendosi mantenere a vita. Adesso è divorziato e deve pure pagarle il vitalizio.
“Sai una cosa, Costantino? E’ una settimana che non scopo. La sera sono stanco e non mi va più di andare in giro per locali, anche perché non ho più tanti soldi da spendere per me. Lo sai. Però ho sempre voglia. Devo ammetterlo: vado avanti a seghe. Devo trovare una soluzione”.
“Non vorrai mica risposarti? Non ti è bastata la lezione? E poi, dove pensi di trovare i soldi per mantenere un’altra moglie e, forse, anche altri figli?”
“Beato te che non hai di questi problemi”.
“Chi te lo dice?”
“Beh, non mi dirai che adesso ti mancano le donne?”
“No, certo… Beh, non proprio. Anche a me non va più di rimorchiare. Che dici? Stiamo forse diventando vecchi?”
“Ma va. Parla per te. Te l’ho detto che ce l’ho sempre duro. Che se mi capita una sotto, me la sbatto di brutto. Giuro che la sfondo”.
“A Max. Che vuoi dire con quel ‘parla per te’? Anche io ho sempre voglia. Che ti credi? Ho i coglioni così pieni che, se lo metto in bocca a qualche troia, l’affogo”.
“Ti ricordi quella volta che abbiamo rimorchiato quella… come si chiamava?”
“Quella chi?”
“Quella inglese morettina tutto pepe. Quella che ci siamo fatta insieme e che, con tutti i buchi pieni, squittiva così forte che abbiamo rischiato di essere scoperti… Lì vicino al Pantheon”.
“Ah, si… Si chiamava Alice, mi pare”.
“Si, si, proprio lei”.
“Avercela adesso, le ridarei un’altra bella ripassata”.
“Eh, si, davvero… Però, a pensarci bene una soluzione ci sarebbe”.
“Ah si? E quale?”
“Ci sarebbe qualcuno che conosci e che, da come ti guarda, si farebbe fare qualsiasi cosa da te e, se permetti, ne potrei approfittare pure io”.
“Di chi parli?”
“Come di chi. Su, pensaci. Chi è che ti guarda sempre cogli occhi languidi?”.
“Ah, dici… Ma no. E’ troppo giovane. E poi, non credo che sappia fare niente”.
“Guarda che oggi la gioventù è molto più scafata di una volta. Con Internet possono vedere qualsiasi cosa… e imparare a farla. E poi, siamo noi a dovergli fare il servizietto”.
“Beh, non sarebbe niente male. Forse è una buona idea”.
“Adesso che non abbiamo niente da fare, che ne dici di prenderci un bel caffè?”
Sono scoppiati in una grassa risata. Costantino prende il cellulare e chiama il bar per ordinare due caffè.
Dopo 15-20 minuti suona il citofono e fanno entrare il ragazzo del bar. Il ragazzo in questione, Marino, è il figlio del titolare del bar. O meglio, è il figlio acquisito perché adottato da piccolissimo. E’ nato in Libia ed era orfano. Cresciuto in Italia, è italiano a tutti gli effetti ma ha la pelle di un bel color nocciola, un visino dolce e due bei occhi verdi. Max è seduto e Costantino gli apre la porta e lo fa entrare. Un buon profumo di caffè fumante si diffonde nell’aria.
“Buongiorno”.
“Ciao caro. Posa pure il vassoio lì sulla scrivania” e, mentre quello esegue, senza che se ne accorga, lui chiude bene a chiave la porta e gli si avvicina alle spalle premendogli la patta contro il sederino pronunciato, mentre era chinato a posare il vassoio. Quello, preso alla sprovvista, ha un sussulto ma non reagisce.
“Eeecco i caffè”, dice con un filo di voce piena di timore.
“Che dici Max? Vogliamo mettere un bel po’ di latte in questo cappuccino?”, riferendosi chiaramente al ragazzo.
“Credo che sia un’ottima idea” ed arretra con la sedia mostrando allo stupefatto ragazzo il suo cazzo fuori dei pantaloni e quasi completamente in tiro.
“Guardalo! Ti piace? E’ quello che volevi?” gli sussurra Costy all’orecchio.
“Vieni. Avvicinati. Inginocchiati qui davanti” gli fa eco Max arretrando ancora di più con la sedia e mettendosi di lato a cosce larghe.
“Dai, su. Che aspetti? Non perdere questa occasione” dice il socio afferrando il giovane per le spalle e dirigendolo attorno alla scrivania, nella direzione giusta.
Quello, come un automa inebetito, si lascia indirizzare ed esegue quanto gli è stato detto di fare. Si abbassa e rimane in estasi davanti a quel nerbo sguainato.
“Poverino! Non ha mai visto un cazzo dal vivo. Vero? Vero che non l’hai mai visto?”. Annuisce.
“Avvicinati e leccalo. Sono sicuro che ti piacerà. Dai”, lo incita. Quello non se lo fa ripetere e, lentamente, gli dà una leccata a tutta lingua dal basso verso l’alto, guardandolo per vedere se faceva effetto e riceverne l’approvazione.
“Mmmmm si, bravo, così”.
Visto il successo e la voglia crescente, il giovane ripete più volte l’operazione, sempre più decisamente.
“Ma che bravo! Ma dove l’hai imparato? Hai visto i filmini porno. Eh, sporcaccione? Beh, adesso passiamo ad una fase successiva. Adesso dovresti… Aaahhh, siii, proprio questooo”. Marino ha preso spontaneamente in bocca l’intera cappella e se la slinguazza di gusto vorticandoci attorno.
Intanto, Costantino strofina la sua patta contro il sedere del giovane e ha la mazza diventata di ferro incandescente. Come un bocchinaro provetto, quello è partito in quarta, andando su e giù sulla minchia di Massimiliano che si contorce dal piacere.
“Ma guarda un po’. Chi se lo sarebbe aspettato da un angioletto così dolce!”
“Ahhhzzooo, fermati, se no ti vengo subito in bocca”, e lo allontana. “Non è possibile che è la prima volta che lo fai”. E si abbassa i pantaloni e le mutande fino al ginocchio.
“Si, è la prima volta – dice imbarazzato - ma lo desideravo tantissimo. Lo sapevo che mi sarebbe piaciuto. Lo sapevo” e se lo riaffonda in bocca fino alla radice, togliendosi il fiato.
Col viso infilato tra le larghe cosce pelose, con le labbra a contatto del pube e delle palle, col naso immerso nel folto pelo pubico, gusta finalmente l’afrore ed il sapore di un vero uomo.
“Porc…” e lo allontana di nuovo. “Ti ho detto di aspettare. Spogliati troia. Ti voglio vedere tutto nudo”.
Il ragazzo obbedisce, gettando i vestiti alla rinfusa in terra. Ma anche i due maschi fanno lo stesso e, in poco tempo, non hanno più niente addosso, neppure i calzini. Finalmente liberi nei movimenti, si rimettono nella posizione di prima: Massimiliano seduto a gambe larghe, Marino che gli succhia il cazzo piegato a 90 gradi e Costantino dietro di lui che muove su e giù la minchia lungo il solco delle chiappette.
“Mmmmm, sentissi che pelle morbida e vellutata che c’ha!”. Afferra a piene mani i glutei e li apre, ficcandoci in mezzo la faccia. La lingua a bagnare e profanare il buchino roseo ed intatto. La barba a graffiare la pelle. “Mmmmm, che profumo e che carne tenera! Senti, Max, io non resisto. Posso essere io a sverginare questa troietta in calore?”
“Fai pure. Perché me lo chiedi?”.
“Me perché sei tu il preferito”.
“Beh, se lui è d’accordo. Che ne dici puttanella? Ti va se sarà lui a sverginarti?”
Il ragazzo, a bocca piena, non molla la presa e annuisce con la testa, anche se con gli occhi mostra di essere un po’ impaurito.
“E’ d’accordo, ma vacci piano. Considera che è la prima volta”. Poi, rivolto al ragazzo “All’inizio ti farà male, ma poi ti piacerà”. Annuisce ancora e, forse per distrarsi da quello che sta per succedergli, si dà da fare con più impegno con la bocca.
Costy lo afferra saldamente per i piccoli fianchi, punta la cappella al forellino, fradicio di saliva, e dà una leggera spinta. Ma niente, il buco fa resistenza, il cazzo scivola lungo il solco. Prova ancora con un po’ più forza, ma di nuovo scivola via. E’ troppo grosso per quel buchino. Prova ancora ed ancora finché ci riesce e la cappella scompare dentro con un “plop”. Il ragazzino ha un sussulto e si inarca con un gemito. Si fermano tutti e due un attimo, poi riprende a pompare l’agognato cazzo e l’altro affonda centimetro dopo centimetro, millimetro dopo millimetro, un colpetto dopo l’altro, fino a metà dell’asta. Per un po’ si sentono i lamenti del fanciullo misti ai grugniti dei maschi eccitati. Poi i lamenti si trasformano in gemiti di piacere. E’ chiaro che c’ha preso gusto e il budello si è modellato alla dimensione del cazzo.
“Ti piace adesso, vero? E’ vero che ti piace?”. Annuisce, ma ha le lacrime agli occhi.
“Sei proprio una troia nata. Averlo saputo prima!”
Dopo qualche minuto “Cazzo, Max, non resisto più. Non posso più andare a questo ritmo. Ho bisogno di scoparlo come si deve”. Non finisce di dire così che, quasi avesse ricevuto l’approvazione, dà altri due colpi, questa volta potenti, e sprofonda fino alla radice spaccandogli il culo in due. L’adolescente urla ma il grido è soffocato perché ha la bocca piena e la testa bloccata dalle mani dell’uomo.
“Aaahhh, siii, eccooo, ohhh, finalmente”. Lo monta come un animale infoiato.
“Ma sei matto? Così lo sfondi!”
“E’ una troia e una troia va sfondata. Uuuhhh… aaahhh… Che buco favoloso!”. Ci dà dentro come un pazzo, mentre il ragazzino si contorce sotto quei colpi di maglio inesorabili che non gli lasciano via di scampo. Ha smesso di succhiare perché la sua attenzione è, per forza di cose, tutta rivolta alla distruzione del suo culo.
“Che fai, ti sei fermato? Dai, frocetto, vai avanti, continua a pompare” e gli dà il ritmo tenendogli la testa. Passano circa 20 minuti durante i quali si sente chiaramente, tra gemiti e grugniti, il rumore dei potenti colpi di bacino dell’uomo sulle tenere chiappette.
“Adesso è aperto. Sentissi come è morbido! Mmmmm… Prendi… Prendilo tutto in fondo… Così… così… così… Sto per venireee… Ti riempio di sborra… Eccolaaa… Eccolaaa… Putt… Aaaarrrggghhh”.
Le grosse palle sbattono senza tregua e pulsano, mentre una decina di fiotti di caldo latte inseminano il ventre del neo-rottinculo. L’uomo gli si abbatte sulla schiena e lo abbranca con le forti braccia pelose, riprendendo fiato.
Anche il ragazzo, ormai pienamente cosciente di aver finalmente perso la verginità e di avere un grosso cazzo piantato in culo che lo ha appena riempito di sperma, si lascia andare sbrodolando sul pavimento. Le contrazioni di quello che resta del muscolo anale mungono le ultime gocce del piacere virile.
Passato il momento, si rammarica però di non aver fatto godere l’uomo che più gli piace e, afferrata la verga che ha davanti con tutte e due le mani per poterla circondare completamente, riprende a leccare, succhiare, pompare con ancor maggiore decisione.
“Puttana troia di una vacca! Ma sei assatanato. Vuoi assaggiare la sborra, vero? Ma devi ingoiarla tutta tutta. Capito cucciolo?” e gli accarezza i capelli con tenerezza, ma presto arriva al punto di non ritorno e la grande mano dell’uomo sulla nuca si trasforma in una morsa che gli spinge il pisellone in fondo alla gola. Max è scosso per tutto il corpo da un lungo orgasmo ed esplode, salvo poi ritirarsi un pochino proprio per riempirgli la bocca con gli ultimi schizzi e fargliela assaporare meglio.
Quando tutto è svuotato, il ragazzo si sfila la verga succosa dalla bocca, che cade esausta sulla sacca delle palle. La osserva, lucida, poi alza gli occhi all’uomo, che aveva lasciato cadere la sua testa all’indietro, ma la rialza in quel momento e gli sguardi si incrociano. In uno c’è tanto affetto, ma nell’altro è decisamente amore. Dalle tenere labbra socchiuse, umide di sperma, una goccia ne scende da un lato. Max la raccoglie teneramente col dito e la mette in bocca al giovane che prontamente lo succhia con devozione.
L’incanto è rotto da Costantino, che dà rumorosamente una decisa manata su una chiappa e sfila rapidamente il suo cazzo dal buco rosso ed oscenamente dilatato. L’uscita della cappella è seguita all’esterno da un grosso grumo bianco e da altri più piccoli che inzuppano i peletti che circondano la caverna. Gli dà un pacchetto di fazzolettini.
“Tieni, pulisciti. Ecco fatto! Un altro frocio sulla Terra da usare nei momenti di bisogno”.
“Non dire così, Costy. Marino è un bravo ragazzo e va rispettato nella sua sessualità”.
Poi, rivolto al giovane: “Avremo altre occasioni, così potrò anche io godere del tuo culetto. Ne avremo tante, non è vero cucciolo?”. Il viso arrossato dalla vergogna ma sorride felice.
“Il caffè è freddo ormai, ma va bene lo stesso” e lo bevono tutto di un fiato.
Si rivestono e il giovane barista riprende il vassoio con le tazzine per andarsene, noncurante del dolore al sedere e dell’andatura incerta, quando Max gli lancia un:
“Che fai stasera? Ti va una pizza, noi due? Magari a casa mia”.
“Si, si, certo. Ci sarò”.
“Ho capito che anche la pizza ve la mangerete fredda”, aggiunge sarcasticamente Costantino.
“Sono affari nostri, non tuoi”, gli risponde il socio ammiccando al ragazzo.
Successivamente di occasioni ne hanno avute tante, anzi tantissime e Marino è felicissimo di essere lo svuotapalle del suo uomo, che gli è sempre più affezionato e non ha più bisogno di andare a donne per svuotarsi. Ma qualche volta fanno ancora a tre.

(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha il solo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma godetevela il più possibile. Buona sega a tutti).
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