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IL LAVORO IDEALE PER ME


di Foro_Romano
21.01.2021    |    19.205    |    16 9.7
"In quel momento ho sentito il cazzo dell’altro affondare completamente dentro di me, con un solo colpo secco, accompagnato da un grugnito di soddisfazione..."
Sono un ragazzo normale di 22 anni. Bello, mi dicono ma, chissà, forse si tratta solo della bellezza del somaro, che passa presto. Non me ne curo e prendo quello che mi capita. Non cerco la bellezza negli uomini ma il fascino erotico che mi fanno provare. Per questo gli amici che non lo capiscono dicono che per me “basta che respirano”. Sono gay ma senza eccessi. Un ragazzo normale, come ho detto, solo uno che preferisce gli uomini alle donne, meglio se più grandi di me. Si perché sono passivo e mi piace che il maschio attivo abbia quel qualcosa che lo rende superiore. Per età, per virilità, per bellezza, per pelo, per muscoli e forse anche per ricchezza, ma non è questa la caratteristica che mi interessa particolarmente. Quando faccio sesso mi lascio trascinare dalla passione, mi abbandono al maschio che mi deve far suo con decisione, forse anche con forza, ma sempre con rispetto benché, in quei momenti mi piace essere ricoperto di epiteti e di insulti volgari. Ma tutto per gioco, un fantastico e piacevole gioco che mi trasforma in una troia affamata di cazzo.
Sarà forse perché fui iniziato quando ero bambino da un ragazzo appena maggiorenne che me lo presentò, appunto, come un gioco. Fui sverginato da un cazzo che non ho neppure visto perché era dietro di me ma dal quale fui abbondantemente riempito di sborra. Talmente tanta che mi fece l’effetto di un clistere e dovetti correre in bagno a svuotarmi. Così, per gioco, non ho provato dolore ma solo piacere, tanto piacere da desiderare di ripeterlo all’infinito. Ho desiderato e trovato cazzi anche molto grossi che mi hanno sventrato senza pietà. Il dolore che ho provato è stato sovrastato dal piacere che mi dava sentirmi usato da maschi potenti.
Sia chiaro, alla mia età non è che ho avuto chissà quante esperienze, ma non mi posso proprio lamentare. Di occasioni me ne capitano, dato il lavoro che faccio. Studio alla scuola alberghiera di una cittadina a circa 70 chilometri dal mio paese così, per avere un alloggio e guadagnare qualche soldo, lavoro anche in un hotel, il che mi permette di fare esperienza “sul campo”. Certo non è un hotel di lusso, ma le sue tre stelle se le merita appieno. Gentilezza e cortesia sono le regole principali che vengono impartite al personale e che io condivido.
La direzione ed i colleghi sanno dei miei gusti in fatto di sesso ma non hanno mai avuto a ridire e siamo tutti amici, come una grande famiglia. Certo qualche battutina divertente qualche volta mi viene lanciata, ma io so rispondere a tono e tutto finisce in risata. Tra i colleghi c’è il direttore di sala che non mi dispiace. E’ un signore sulla cinquantina che ha capito il mio interesse e ogni tanto ricambia i miei sguardi, ma non siamo mai andati oltre, anche perché ha moglie e figli e io non voglio essere un rovina-famiglie. Se son rose fioriranno purché non abbiano conseguenze spiacevoli.

Per farla breve, un venerdì mattina, sul tardi, si sono presentati in albergo due tizi abbastanza di mio gusto. Uno di 38 e l’altro di 40 anni, corrieri per una ditta di trasporti. Meridionali, dalla pelle olivastra, con sguardo intenso, dal pelo che fuoriusciva dalle maniche e sul collo, molto maschili e dal fisico prestante, dato il loro lavoro. Uno più alto ed uno più basso, ma sempre più di me. Il primo magro senza eccesso e proporzionato, l’altro più tozzo e rustico. Ambedue sposati e, mi dissero, anche con figli. Sarebbero ripartiti il lunedì, dopo aver caricato delle merci.
Ero alla portineria e li ho registrati, dando loro le spiegazioni che dovevo dare, come l’orario della colazione ed altre cose essenziali, scambiando anche qualche battutina sul tempo, sulla cucina e sulle bellezze locali (non solo storico-artistiche) e non so che altro. Insomma, ho cercato di essere simpatico ed ho capito di aver colto nel segno. Ho dato loro la chiave, sono saliti in camera per sistemarsi un po’ e sono subito riscesi per andare a pranzare in un ristorantino vicino che avevo consigliato loro. Sono tornati un’oretta dopo soddisfatti ed un po’ brilli.
“Abbiamo mangiato veramente bene. Adesso andiamo in camera a riposarci un po’. Sai, giù da noi siamo abituati a dormire il giorno”.
“Bene. E la camera? E’ di vostro gradimento?”
“Si, si, è anche più grande di quelle che troviamo di solito e i letti sembrano comodi. Adesso li andiamo a provare” e sono saliti.
Era ora anche per me di andare in pausa, sicché mi sono ritirato nella mia camera. Mi sono sdraiato sul letto e mi sono lasciato andare alla fantasia. Quei due avevano acceso le mie voglie e mi sono immaginato di stare alla loro mercè. Ma non mi andava di segarmi e avevo voglia di qualcosa di autentico, così mi sono dato una scrollata e sono andato a vedere un sito di incontri sul mio smartphone se c’era qualcuno nelle vicinanze con cui divertirmi un po’.
Incredibile a dirsi, mi sono comparse le foto dei due corrieri appena arrivati che si trovavano, ovviamente, a distanza di pochi metri. Nel profilo dicevano che cercavano un giovane da spupazzarsi in due. Hai capito a che si dedicavano quando erano lontani per lavoro dalle loro famiglie? Magari al loro paese li consideravano degli sciupafemmine e invece preferivano altri buchi. Meglio per me. Ho sperato che fossi di loro gradimento.
Ero ancora in pausa, però sono sceso all’ingresso dell’albergo come se, non avendo niente da fare, volessi dare comunque una mano ai miei colleghi. Dopo un po’ che stavo lì, i due sono scesi ed io li ho subito affrontati con gentilezza.
“Allora? Avete riposato bene?”
“Si, abbastanza”, mi ha detto il più anziano dei due. “Solo avremmo bisogno di un altro paio di cuscini e non ne abbiamo trovati nell’armadio”.
“Oh, mi dispiace. Le donne delle pulizie sanno di metterne due nell’armadio, ma sono così sbadate”.
“Possiamo averli subito, per favore?”
“Si, certo, adesso li prendo e vengo su con voi”.
Tra loro si sono scambiati uno sguardo strano che, in cuor mio, speravo significasse qualcosa per me. Sono andato in un ripostiglio, ho preso due cuscini e siamo entrati in ascensore insieme. Io ero abbracciato ai cuscini e stavo un po’ più avanti di loro. Appena partiti, il più alto mi afferra la testa e mi ficca in bocca la sua lingua, smucinandomela dentro. L’altro mi mette una mano sul sedere a palparlo pesantemente. Mi sento svenire.
Il primo, finito il bacio, mi dice all’orecchio:
“Ti abbiamo visto sul sito, sai? Lo vuoi un po’ di sesso?”
“Macché, questo vuole proprio cazzi duri. Non è vero, ragazzo?”
Sono confuso. Non riesco a parlare. Giuro che non mi aspettavo un approccio così ruvido. E dire che non ero proprio alle prime armi. Mi spingono verso la camera e mi fanno entrare.
“Lascia questi cuscini, non ci servono” e me li tolgono dalle mani. Mi palpano dappertutto e mi spogliano. Ora l’uno ed ora l’altro, mi tolgono un capo per volta fino a lasciarmi completamente nudo.
“Guarda che meraviglia, compare! Guarda che corpicino fantastico”.
“E che delizia questo culetto! Sarà un vero piacere spaccartelo, tesoro. Perché è quello che vuoi, vero? Vuoi farti scopare dai nostri due cazzi. Non è così?”
“Siamo belli carichi, sai? Dobbiamo svuotarci i coglioni e tu sarai la nostra troietta per questi giorni”.
“Allora? Dì a zio che lo vuoi”.
Ero eccitato e sentivo il mio buchino boccheggiare. Non ero mai stato con due maschi insieme. Mi sono lasciato andare alla lussuria crescente.
“Si, si, vi voglio. Prendetemi come volete. Fatemi quello che volete”.
“Vogliamo fotterti bocca e culo…”.
“…e riempirti di tanta buona crema di palle”.
“Ooohhh, siii”, mentre uno mi succhiava un capezzolo e l’altro mi ficcava un dito bagnato di saliva su per il culo. Poi si alternarono e, mentre uno mi baciava o mi leccava un orecchio o mi strizzava un capezzolo o una chiappa, l’altro si spogliava finché anche loro rimasero nudi. Avevano pelo in abbondanza ben distribuito e i loro cazzi erano già belli in tiro.
“Me lo scopo prima io”, disse il più anziano.
“Nooo, tu sei troppo frettoloso. L’ultimo ragazzo era ancora vergine e tu lo hai sfondato senza un briciolo di pietà”.
“Si, ma alla fine gli è piaciuto eccome. Eppoi, lui non è più vergine. E’ vero che non lo sei?”
“No, non lo sono ma, vi prego, non fatemi male”.
“Scordatelo, se no non c’è gusto. Dobbiamo sentirti piangere. Ma ti bastoneremo solo a colpi di cazzo, non ti preoccupare. Poi ci ringrazierai”. L’idea non mi dispiaceva affatto anche se avevo un po’ paura.
“Ok, fai tu allora”, ha detto il più alto e si è sistemato seduto, con la schiena appoggiata alla testiera del letto e le gambe larghe. Teneva il randello duro in mano, grosso e lungo da far paura a chiunque ma non a me che pensai subito al piacere che ne avrei ricavato.
“Vieni qui, tra fuori la lingua e leccami i coglioni”, mi ordinò.
Sono salito a quattro zampe sul letto, mi sono avvicinato e, poggiate le mani alle ampie cosce pelose, ho cominciato a leccare di gusto la grossa sacca pendente. Inebriato dal forte odore di maschio che mi circondava, insalivai abbondantemente lo scroto e quasi non mi accorsi che l’altro, dietro, stava facendo lo stesso col mio buchino. Sono salito lentamente, assaporando tutta la pelle della nerchia fino alla cappella, che ho imboccato di impeto.
“Accidenti! Devi avere proprio fame, puttanella. Mmmmm si, così, bravo. Cosiii, con la lingua intorno. Acc…”. Mi ha afferrato la testa e me l’ha scopata con tre o quattro colpi che mi stavano per strozzare. Si è fermato ma ha continuato a tenermela ferma con la cappella in bocca.
“E tu saresti quello più delicato, vero?”, ha detto sarcasticamente l’amico. In quel momento ho sentito il cazzo dell’altro affondare completamente dentro di me, con un solo colpo secco, accompagnato da un grugnito di soddisfazione. Il mio grido è stato attutito dal cazzo che avevo in bocca.
“Aaaahhhh, ecco fatto. L’ho sfondato” ed ha cominciato a fottermi come un animale furioso. Io gemevo, mi lamentavo. Il dolore era tanto ma il piacere lo era ancora di più, tanto da prendere presto il sopravvento.
“Che fai, ti sei fermato? Continua a succhiare, troia”. Sono tornato a pensare solo a dare piacere al maschio che avevo davanti e mi sono prodigato come meglio potevo con leccate e risucchi, mentre il buco del culo mi veniva brutalmente svangato. La grossa sacca pelosa delle palle sbatteva rumorosamente contro di me. Dopo qualche minuto, quando ormai ero aperto e mi ero abituato a quel trattamento…
“Beh, adesso voglio ficcarglielo io al culo. Com’è?”
“Fantastico!” e me lo ha tolto rapidamente da dentro con uno schiocco. “Meglio, sennò vengo subito”.
“Vieni ragazzino, vieni qui” mi fa quello che avevo spompinato mentre scivolava più giù per sistemarsi lungo sul letto. “Dai, vieni e ficcatelo dentro da solo. Facci vedere la troia che sei”.
Sono risalito verso di lui gattonando, con le mani puntate sulle sue larghe cosce pelose, fino a mettermi a cavalcioni all’altezza giusta. Mi ha afferrato saldamente le chiappe e me le ha allargate con decisione. Con una mano ho puntato la cappella al buchino che bramava di essere riempito di nuovo, questa volta da un cazzo diverso, meno grosso ma più lungo del primo. Mi sono proteso in avanti per sostenermi, affondando nella folta peluria brizzolata del suo torace. Lui mi ha afferrato saldamente per i fianchi ed ha spinto in alto il suo bacino entrandomi completamente dentro in un colpo solo. L’urlo mi si è strozzato in gola ed ho spalancato gli occhi e la bocca, emettendo solo un debole fiato.
“Siiii puttanella, adesso ti faccio sentire il mio di cazzo” e comincia a stantuffarmi forte. Ero in preda al delirio. Mi faceva saltare su di lui come una puledra da domare. L’altro mi viene accanto e mi mette la nerchia vicino al viso. Naturalmente la prendo subito in bocca per spompinarmela a dovere.
“Ahhh, siii, bravaaa. Ma che brava zoccola ci siamo trovati, amico”.
“Ti piace il cazzo, è? Ti piace, vero?”
“Si, si, mi piace il cazzo. Mi piacciono tutti i cazzi. Spaccatemi, sfondatemi, vi prego”.
“Certo, tesoruccio. Vedrai quanto cazzo ti daremo, frocetto schifoso. Prendilo, prendilo”, dice aumentando la velocità dei colpi.
“Ti piace più il mio o il suo?”
“Non vedi che non sa che dire? Lasciagli il tempo di pensare. E poi c’ha la bocca occupata dalla tua minchia”.
“Sai che facciamo adesso, zoccoletta? Te li mettiamo vicini così potrai giudicare meglio” e lo sfila dalla mia bocca, tutto ricoperto di saliva. Si sposta dietro di me e, prima che me ne renda conto, sprofonda dentro assieme a quello dell’amico.
Mi sono sentito completamente squarciato. Il mio urlo e le mie grida sono state parzialmente attutite dalla sua mano callosa sulla bocca, subito sostituita dalle mutande di uno di loro ficcatemi in bocca. Mi hanno fottuto con incredibile ferocia mentre, pian piano, aumentava il piacere di tutti. Quando hanno sentito che gemevo di piacere, mi hanno liberato la bocca ed io ho gorgogliato gemiti femminei di godimento che hanno eccitato i due uomini più che mai. Non ho pensato che qualcuno potesse sentirci, tanto ero preso dalla situazione.
Quello che mi stava dietro mi ha stretto un braccio attorno al collo e si è abbassato su di me. Sentivo il vello del suo torace sulla mia schiena. Mi ha spinto in avanti e, essendo più piccolo di loro, mi sono trovato con la guancia schiacciata sul petto dell’altro, respirando a bocca aperta in quella foresta di peli, mentre loro si sono baciati appassionatamente.
Non hanno smesso un secondo di scoparmi coi loro cazzi a ritmo sostenuto ma diverso, tanto che a volte sono entrati ed usciti assieme e altre volte, invece, scorrevano tra loro e, mentre uno entrava, l’altro usciva.
Non avrei mai pensato di poter prendere assieme due piselloni massicci come quelli. Alla fine, il mio buco ha ceduto definitivamente e sono stato letteralmente sventrato. I loro ansimi, gemiti e grugniti si fondevano ai miei guaiti. Sfregando contro la pancia dell’uomo che stava sotto, non ho potuto fare altro che venire godendo come una baldracca.
Dopo un bel po’, anche l’uomo che mi stava sopra ha cominciato a fremere ed è venuto con un lungo grido gutturale strozzato. Ho sentito chiaramente i suoi copiosi schizzi dentro il mio ventre. Dopo di che, ha continuato a scoparmi più lentamente fino a che non ha scaricato anche l’ultima goccia di sborra. Il suo amico, invece, ha continuato a fottere senza sosta. Si è fermato solo quando il primo si sfilava da me e, appena quello si era scostato, mi ha abbrancato e mi ha rovesciato sulla schiena come un fuscello.
Adesso era sopra di me e, afferratomi per le caviglie, si è messo a pomparmi vigorosamente sciacquando nello sperma dell’amico, che schizzava fuori dal bordo del mio buco slabbrato. Mi sovrastava con tutta la sua possanza. I suoi occhi sprizzavano ferocia, mentre aveva sulle labbra il ghigno del vincitore. C’è voluto poco che anche lui, con un rantolo, mi ha sparato dentro un’enorme quantità di succo virile.
Ripreso un po’ il fiato, è uscito di colpo rovesciandomi le budella. Mi sono piegato in avanti di scatto mentre la sbroda mi colava fuori abbondantemente. Si gustava estasiato l’immagine della voragine grondante e di me che, a cosce aperte ed occhi socchiusi, vagavo ancora nel piacere più assoluto. Avevo fatto sesso con due uomini maturi, sposati e con figli. Un’esperienza incredibile.
“Allora? Ti sei ripreso?”
“Dove sono? Che mi è successo? Chi siete voi?”, ho detto sorridendo.
“Sei uno che è stato appena trombato da due uomini, e non mi sembri tanto dispiaciuto”.
“Mi avete violentato!?”, continuai scherzando.
“Ma va là, scemo. Adesso vai che vogliamo darci una lavata”.
“Oddio, ma che ore sono?”, poi senza aspettare risposta, sono schizzato fuori del letto e mi sono rivestito, incurante della crema che continuava a colarmi dal culo. “Devo tornare giù. E’ da un po’ che non mi vedono. Devo trovare una scusa”.
“Secondo me, hanno già capito tutto”.

Infatti, tornato in portineria, ho cercato di fare finta di niente, ma dovevo essere tutto rosso.
“Scusi direttore, è che ci sono due clienti che hanno voluto altri cuscini e io…”
“…e tu hai fatto vedere loro come si usavano, vero? Lascia perdere, che ti abbiamo sentito tutti. Un’altra volta, cerca di essere più discreto e di fare più silenzio altrimenti penseranno che questo sia un albergo a ore”.
“Scusi, non succederà più”.
“Non fare promesse che non manterrai di sicuro. E vatti a darti una lavata e cambiare i pantaloni”.
Ho ringraziato il fatto che in questo ambiente di lavoro sono tutti molto comprensivi e ho fatto più presto possibile. La sera, i due uomini sono scesi per la cena, mi hanno sorriso e, quello più grande, mi ha carezzato una guancia di nascosto.
“Ancora non hai finito il tuo turno?”
“In realtà avrei dovuto già aver staccato ma mi fanno lavorare un’ora di più per recuperare il tempo che ho perso oggi”.
“Vuoi dire che hai perso tempo con noi?”
“Già… No… Volevo dire… In realtà sono stato molto bene con voi”.
“Bene, perché ti aspettiamo su da noi quando hai finito. Vorremmo avere il servizio completo in camera prima di andare a nanna”.
Ho sorriso imbarazzato. “Farò il possibile per accontentarvi”.
“Devi solo darci i tuoi buchi di puttanella in questi giorni che siamo qui e tu… sei molto bravo a soddisfare i clienti”, mi sussurra.
“Grazie, signore”.

Dopo cena, quando tutti si erano ritirati in camera, mi avvicina il direttore di sala.
“Sai una cosa? Oggi, quando ho sentito tutto quel chiasso, sono venuto davanti alla porta della camera di quei due e ho sentito tutto. Mi hai fatto eccitare come non mi succedeva da anni. Ti andrebbe di far divertire un po’ anche me stasera, ragazzino?”
Non mi sembrava vero che quel bell’uomo mi faceva una proposta così.
“Con piacere, ma vede, proprio questa sera sono impegnato e…”
“Si, certo, hai da fare con loro, l’ho capito. Allora qualcosa di veloce adesso, tanto da farmi scaricare un po’ di tensione”.
“Ma, signore, lei è sposato e io non vorrei…”
“Lascia perdere mia moglie. Mica dobbiamo andarglielo a dire. Mi farebbe molto comodo poter fare certe cose con te qui al lavoro. Lei non lo immaginerebbe mai”.
“Va bene, signore. Andiamo nel magazzino”.
Così, nel silenzio ovattato e poco illuminato di quello stanzone, mi sono inginocchiato davanti a lui, gli ho aperto la patta e calato un po’ pantaloni e mutande mettendo a nudo un cazzone di tutto rispetto già in tiro, coperto di vene e con una grossa cappella da cui sbavava già qualche goccia. L’ho afferrato, riuscivo a malapena a circondarlo con la mano, l’ho scappellato e l’ho preso subito in bocca. L’ho spompinato di gusto. Sentivo che era eccitato al massimo sia per quello che gli stavo facendo e sia per i rumori di risucchio che producevo. Si è limitato a mettermi una mano sulla testa e l’altra sulla nuca per accompagnare la pompa. Sò che gli uomini non più tanto giovani hanno bisogno di più tempo a venire, ma questo mi permette di potermi gustare più a lungo i loro cazzi saporiti. Così è stato finché, raggiunto il limite, mi ha bloccato e, piegato in avanti, con un rantolo, mi ha sparato in bocca tutto il suo succo. L’ho assaporato per bene tra la lingua ed il palato prima di ingoiarlo e di ripulirlo tutto per bene, finendo con qualche leccata di riconoscenza alla grossa sacca pelosa dei coglioni.
“Cavolo! Sei bravissimo! Lo rifaremo altre volte. Però, appena sarà possibile, voglio scoparti il culetto. Da davanti, come piace a me. Deve essere fantastico”.
“Si, certo signore. Sono felice di piacerle. La mia bocca e il mio culo saranno sempre a sua disposizione”.
“Sai, ho parlato di te col direttore e mi ha detto che piaci anche a lui. Magari qualche volta lo facciamo anche con lui. A tre”.
“Oh, si, quando volete. Insieme o da soli… Vi soddisferò certamente, ma per un paio di sere…”
“Si, certo, sei impegnato con quei due. Giusto! Prima provvedere alla clientela”.
Così, adesso, sono stato assunto a tempo indeterminato e posso unire il dovere al piacere. Che posso volere di più?

(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha il solo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma godetevela il più possibile. Buona sega a tutti).

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