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Gay & Bisex

IDEA BALZANA


di Foro_Romano
25.05.2017    |    8.759    |    5 9.9
"(Le stesse cose si possono fare con le precauzioni..."
(Racconto n. 82)

Sono un uomo di 53 anni, anche se molto ben portati, mi dicono, con le tempie brizzolate ed una leggera barbetta, anch’essa brizzolata, del genere ‘non mi va di farla tutti i giorni’. Sono un professionista affermato nel mio campo di lavoro, che mi impegna 24h, come si dice oggi. Siamo in estate, mia moglie è partita, come ogni anno, per i suoi tre mesi in Versilia. Il figlio più grande sta in Inghilterra per studio, invece la figlia è andata in vacanza in Grecia con le sue amiche. Ormai sono maggiorenni e fanno la loro vita. Il lavoro è diminuito ma è sempre presente. In conclusione, mi sono ritrovato solo, in città, con tutte le sere libere. Si, ma per fare che cosa?
Da giovane ho avuto molte donne che mi facevano il filo. Le racchie riuscivo a scaricarle ma quelle piacenti me le sono fatte tutte. Anche alla mia età, volendo, non mi mancherebbe l’occasione per farmi qualche amichetta, ma perché? Per crearmi problemi con mia moglie? Alla mia età vorrei una vita tranquilla e non cerco complicazioni.
Però, l’idea di essere libero per un po’ mi ha stuzzicato la fantasia. Perché non vedere nuovi ambienti, provare nuove situazioni? Da un certo tempo mi girava per la testa un’idea balzana: quella di andare in un bar gay. Non ho mai avuto interessi o tendenze omosessuali ma sono sempre stato sessualmente piuttosto focoso e tutto ciò che riguarda il sesso mi incuriosisce. Sicché una sera mi sono deciso e sono andato, senza alcuna intenzione di avere rapporti ma solo per curiosità.
Informatomi via internet sui bar notturni della mia città, ne ho scelto uno qualsiasi. Arrivato, all’ingresso ho dovuto fare una tessera oltre il biglietto e sono entrato. Luci e musica soffusa, anche se non di mio gusto, diversi divanetti sparsi, il bancone del bar in fondo con, sopra, un televisore che trasmetteva un filmino pornografico, ovviamente tra uomini. Essendo un ambiente nuovo per me, mi sono sentito un po’ spaesato e mi sono guardato intorno, osservando le persone presenti. La maggioranza erano molto giovani e questo mi ha fatto sentire tutto il peso degli anni di colpo, ma per fortuna c’era anche qualcuno più vicino alla mia generazione che mi ha reso più sopportabile la sensazione.
Nonostante la penombra sono stato quasi subito colpito da due occhi. Erano meravigliosi. Un ragazzo, tra altri di un gruppo di giovanissimi, era di una bellezza straordinaria. Magro, non molto alto, un viso femmineo in cui risaltavano gli occhi allungati, luminosi. L’ho guardato, mi ha guardato. Ha continuato a parlare e ridere con gli amici. Aveva un sorriso di una dolcezza indescrivibile. Ogni tanto uno sguardo. Certo non potevo essere interessante per lui, forse mi guardava perché ero nuovo dell’ambiente.
Ho tirato dritto verso il bancone e mi sono seduto su uno sgabello. Appena il barista si è liberato, mi è venuto a chiedere cosa volessi ed ho ordinato un gin-tonic. Aveva dei modi da checchina e mi ha guardato come venissi da un altro secolo (in effetti è così). Mentre sorseggiavo ho fissato lo sguardo alle immagini del televisore. Bei ragazzi dal corpo perfetto si baciavano, si succhiavano, si inculavano in tutte le posizioni, godevano alla grande. Che volete, anche se non sono omosessuale quello che vedevo mi ha scombussolato un po’ e mi stavo eccitando.
Pochi minuti ed accanto a me è venuto ad ordinare una bevanda proprio il ragazzetto dai begli occhi. Mi ha squadrato con interesse, mentre io facevo finta di guardare il televisore ma lo osservavo con la coda dell’occhio. Quando fu servito, anziché tornare dagli amici, si è seduto allo sgabello vicino.
“Ciao”, mi ha detto. “Non ti ho mai visto. E’ la prima volta che vieni qui?”. Che occhi! Erano coronati da lunghe ciglia nere che ne sottolineavano la forma allungata. Era femminile ma non effemminato.
“Si, è la prima volta”, gli risposi.
“Ti piace il locale? Io lo preferisco. E’ ampio e si sta comodi. Si può parlare con gli amici perché la musica non è troppo alta. E poi, vedi quella scala laggiù? Al piano di sopra c’è la dark e diverse camerette, oltre alla sala video”.
“Ah si?”. Sembravo interessato ma non avevo ben capito cosa fosse la dark.
“E come mai un uomo sposato come te viene da queste parti?”
“Sposato? Come fai a saperlo?”
“Semplice. Hai dimenticato di toglierti l’anello”, disse con un sorriso ed un movimento della mano che me lo indicava. Aveva ragione, ma chi ci pensava all’anello. Non me lo sono mai tolto da quando mi sono sposato. Fa ormai parte di me.
Sorrisi anch’io. “Già, è così ovvio! Sono venuto solo per curiosare”.
“Allora? La prima impressione?”
“Lo trovo così strano. Non sono abituato a vedere uomini che si baciano, come quei due ragazzi laggiù sul divanetto” e li indicai con la testa.
“Così ti sei reso conto che si può essere attratti anche da un altro uomo. Ti dirò di più: si può anche amare un altro uomo”.
Lo sapevo, naturalmente, ma detto così mi fece un certo effetto. Non era disgusto. Anzi, mi meravigliai con me stesso perché, detto da un bel ragazzo come quello, la cosa sembrava eccitarmi. Sarà stato l’effetto del filmino sul televisore. Forse se ne accorse dalla mia espressione e, con tutta semplicità, mi disse:
“Tu mi piaci. Io ti piaccio? Ti va di scoparmi?”
Io gli piacevo?! Come era possibile? Era certamente più piccolo dei miei figli. Sembrava un adolescente, anche se sicuramente maggiorenne, dato che aveva la tessera per entrare in quel locale. Rimasi interdetto.
“Allora, ti piaccio?”
“Si che mi piaci, e molto”.
Un altro bel sorriso comparve sul suo volto e gli occhi gli brillarono. “Allora andiamo”. Mi prese per un braccio e mi condusse verso la scala, verso il piano superiore. Passammo attraverso gli sguardi invidiosi di alcuni (per me o per lui?), entrammo in un camerino e chiuse la porta. Mi abbracciò forte il torace, essendo più basso di me, ed io gli tenni la testa con le dita infilate tra i suoi capelli, come a proteggerlo. Ero emozionato e stranito dalla situazione. Il cuore mi batteva forte e se ne deve essere accorto. Mi abbassai a baciarlo senza alcuna remora. Le sue piccole labbra umide accolsero quasi subito la mia lingua vogliosa. Rispose con la sua, piccola e guizzante.
Fu un lungo bacio di passione mentre le mie mani scesero sulle sue chiappette tenere e sode nel contempo. Una per mano. Le strizzai dolcemente come se fossero stati due seni femminili ed una scarica di piacere ci attraversò entrambi, accompagnata da un suo flebile gemito. Scivolò giù, sedendosi sul materassino. La faccia all’altezza della mia patta così tesa che stava per scoppiare. Con lentezza mi aprì la cintura, slacciò il bottone, tirò giù la zip, affondò il musino sulle mie mutande bianche che mostravano i segni del precum, ne respirò l’afrore, le leccò. Dall’elastico fece capolino la cappella. Non ce la facevo più. Mi abbassai pantaloni e mutante fino a metà coscia ed il cazzo, grosso, duro e paonazzo, schiaffeggiò la sua faccia angelica.
Rimase per un attimo incantato davanti a quella visione. Le manine mi scorrevano tra i peli delle cosce. Mi guardò dal basso e questa volta i suoi occhi avevano perso innocenza ed erano pieni di un languore osceno. La cappella era ad un millimetro dal suo nasino. Aprì la bocca e la ingoiò per intero, forzando l’apertura della bocca al massimo. Un piccolo su e giù e poi un affondo. Un altro affondo, un altro ancora. Voleva prenderlo tutto ma non poteva riuscirci: era troppo grosso. Si staccò, riprese fiato e lo riaffondò, questa volta ancora più giù di un centimetro. Non so che mi prese ma era quello che voleva e lo accontentai. Gli tenni la testa tra le mani e affondai fino in fondo, fino a che il suo nasino scomparve dentro i folti peli del mio pube. Ebbe una convulsione: si stava strozzando. Lo lasciai e lui si sfilò rapidamente emettendo un’infinità di saliva. Un filo gli collegava le labbra al mio tronco. Una boccata d’aria e questa volta fu lui ad affondarselo per intero fino in gola.
La testa mi scattò indietro per il piacere, mentre lui prese a pomparmi a fondo sempre più velocemente. Era più bravo della miglior puttana della mia vita. La saliva gli sbrodolava dalla bocca e lui, imperterrito, continuava a togliersi il respiro da solo. Stavo per venirgli in bocca. Sarei venuto ma lo staccai di colpo da me e, con un tono imperioso che non era da me, gli ordinai “Sbrigati, dammi il culo”.
Lo vidi felice e, tossendo, in un attimo si girò e si calò i pantaloni e gli slip aderenti. Abbrancai quelle due melette rosee e gliele allargai, con i pollici affondati nel solco. Il buchino si vedeva che non era nuovo e boccheggiava dalla voglia. Ci sputai sopra, puntai la cappella e, benché fosse chiaro che non sarebbe potuta entrare per quanto era grossa, spinsi con tutte le forze e l’intera minchia incredibilmente gli sprofondò dentro per intero. Fortuna che ebbi la lucidità di piazzargli una mano sulla bocca, così il suo urlo si schiantò sul mio palmo. Ero sconvolto dalla lussuria. Lo pompavo con forza e mi sentivo in colpa, sapendo di fargli molto male, ma non demordevo. Le sue grida si trasformarono presto in gemiti.
“Ti faccio male?”, chiesi togliendo la mano ma senza fermarmi.
“Siii, bellooo, dammene ancora, più forte, più forteee”.
Non mi sono fermato, anzi ho aumentato la velocità, come un bufalo infuriato, tenendolo per i fianchi. Lo volevo sfondare, sfondare, sfondare, e lo feci per un buon quarto d’ora tra i miei grugniti ed i suoi lamenti. Si agitava, godeva, piangeva, mi veniva incontro finché tutto il suo corpicino fu scosso dal piacere e con un “Siii, ahhh, che bellooo” schizzò più volte contro il materassino. Ed ancora non mi fermai. Non ragionavo più. Lo fottevo con ferocia.
“Si, si, ancora… ohhh, che cazzo, che cazzooo”
“Ti piace il cazzo in culo? Ehhh… dillo… dillo cagna”.
“Si, mi piace, scopami forte, più forte, ahhh… Nooo”.
Quasi con sadismo, glielo tolsi dal culo. In un attimo lo girai a gambe all’aria e glielo affondai di botto fino alle palle.
“Ahhh, cazzo, mi stai sfondando. Siii, spaccami tutto”.
L’ho fottuto come una femmina. Ero convinto di avere una femmina scatenata sotto di me. L’ho persino baciato mentre me lo scopavo. Lo stavo possedendo. Era mio. Ancora una volta ha goduto sulla sua pancia lanciando un flebile gemito. Le sue contrazioni anali troncarono tutte le mie resistenze e, non appena ebbe finito di venire, gli scaricai dentro una quantità enorme di sborra le cui potenti bordate gli lavarono l’intestino.
Rimanemmo così avvinghiati, io piegato su di lui, dentro di lui, fino all’ultima goccia, scossi da brividi ricorrenti. Quando i nostri cuori ed il nostro respiro tornarono quasi normali scivolai fuori, ancora in semi-erezione. Dal buco martoriato colò fuori, a grumi, lo sperma biancastro che gli avevo sparato dentro. Sulla piccola sacca delle palle, lungo una coscia.
Mi resi conto di averglielo distrutto. Che mi era preso? Perché non ero riuscito a tenere a freno la mia libidine. Non mi riconoscevo nell’animale che era stato capace di tanto scempio. Non era una donna, era un ragazzo! Come era stato possibile? Ero stato troppo violento.
“Scusami, scusami, ti prego”.
Si girò e si sedette davanti a me. Incredibile! Sorrideva. “Non ti devi scusare. E’ stato meraviglioso. Così ho sempre sognato di essere scopato. Sei il maschio che ho sempre cercato”.
Mi prese il cazzo sulla lingua e lo ripulì completamente e più lo leccava e più mi tornava duro. Non mi era mai successo di eccitarmi dopo così poco tempo. La sua testolina andava su e giù mentre la lingua faceva il possibile per muoversi nel poco spazio che il mio cazzo gli lasciava in bocca. Anche per me era così. Mi resi conto che, senza saperlo, anche io stavo cercando un frocetto così, affamato di nerchia e dalla fighetta spanata. Non passò molto che lo affogai di sborra. La bevve tutta con avidità, leccandosi le labbra.
Per farla breve, sono mesi che lo farcisco regolarmente, in bocca e in culo, ogni volta che è possibile. Adoro venirgli dentro e per lui è la stessa cosa. Dice che così si sente completamente mio. Lo facciamo in quel bar, in macchina, in alberghetti discreti. Chi me lo avesse detto che alla mia età fossi ancora capace di un tale cambiamento nei gusti. Erano anni che non godevo tanto. Ci voleva proprio l’abilità di quel cucciolo sfondato, dai meravigliosi occhi e dalla tenera bocca ad aprirmi quel nuovo mondo di piacere.


(Le stesse cose si possono fare con le precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela).
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