trio
Con la Bbw e il cornuto
di ringo00
14.07.2024 |
11.422 |
8
"Giulia mi disse di sbatterla con decisione, voleva sentirsi troia: la accontentai, affondando rapido e deciso, ogni botta accolta da uno sciaquio della sua..."
A monellibbwTrovai il loro annuncio per caso, scorrendo pigramente il sito di annunci 69; non so cosa mi spinse a cliccare sul loro annuncio, forse solo semplicemente curiosità: una coppia bisex, lui 55 anni e lei 30. La ragazza, Giulia, una bella ragazza in carne, o bbw come si definiva lei, con un bel culone morbido, due zinne da vacca da latte e una figa cicciottella e succosa. Pochi messaggi bastarono per entrare in sintonia: brevemente Giulia disse che il suo lui, Franco, amante cornuto e sottomesso, era la sua personale troietta obbediente, che amava fistare con tutta la mano per poi vederlo scopare da tanti cazzi per poi ricevere lo stesso trattamento, soprattutto nel culo, in una foto esplicitamente aperto da una bottiglia. Organizzammo un appuntamento, ero bello carico; al campanello aprí lei, in tutta la sua morbidosa sensualità, un vestito nero era teso allo spasmo da tutta la sua abbondanza. Chiacchierammo un po’, decidendo poi di passare ai fatti; mi condusse nella stanza accanto, dove il sottone era già culo all’aria, nudo tranne le calze a rete da troia. Giulia avanzò ancheggiando sinuosa, dando un sonoro sculaccione al sedere di lui, che cacciò un gridolino acuto. “Bene, troietta, c’è qui un bel cazzo per te, sei contenta?” chiese, e molló altri schiaffi, gli stava facendo il culo rosso. Prese la bottiglietta di lubrificante e ne versò giusto un filo sullo sfintere; lui inarcó la schiena , doveva essere abituato, il sottone. Giulia fece un sorrisetto cattivo quando puntò indice e medio sul buco, e senza dire nulla le infilò di colpo, la troia urlò, ma lei lo sculacció forte con la mano libera: “Cazzo urli, puttana, è solo l’inizio!”
Sfilò le dita e con un colpo secco infilò tutta la mano fino all’attaccatura del polso. Il sottone gemeva come una femminuccia, mentre la mano paffuta di lei ravanava il suo retto. Lo spettacolo mi stava eccitando, ero già duro. Giulia mi scoccó uno sguardo rovente, invitandomi ad avvicinarmi; con un gesto esperto mi slacció la cintura, i pantaloni scivolarono lungo le gambe seguiti dalle mutande. Osservò compiaciuta il mio cazzo; “Adesso lo prepariamo per aprire il culo di ‘sta puttana, devi romperglielo!”
Mi prese in bocca, era una bocchinara da manuale, lo prendeva tutto fino alle palle, sentivo la cappella sbattere sul suo palato. Nel frattempo continuava a fistare lui che gemeva e si agitava guaendo leggermente. Le dita di Giulia raggiunsero le sottili spalline del vestito, che liberó due grasse mammelle pendule dalle areole scure. L’eccitazione mi aveva reso audace: “Che tette da vacca hai…” dissi, e lei, togliendosi per un attimo il mio cazzo di bocca rispose “Ma io sono una vacca, bello. Dopo che avrai fatto il culo a questo frocetto devi scopare me!”
Un quadro eccitante, ero finito nella rete di due troie affamate! Diede ancora qualche succhiata e decise che era il momento di iniziare: tolse bruscamente la mano dal culo, che fece un rumore comico, tipo tappo di champagne. Giulia strinse nella mano i testicoli di Franco, tirandoli verso l’alto: notai che portava una di quelle gabbiette di castità sul cazzo, di quelle che usano nel bdsm. Giulia fece una risata: “Visto? È più femmina lui di me, manco gli tira!”
Allargò con le mani le chiappe del sottone, il buco era larghissimo, sembrava quasi una figa. “Vai, mettiglielo nel culo a ‘sta zoccola, e mi raccomando, senza pietà, fagli capire chi comanda!”
Enfatizzato da quel discorsetto puntai la cappella sul buco, e lentamente mi feci strada. Giulia però aveva altri piani: si posizionó dietro di me e mi spinse in avanti, facendomi entrare fino alle palle. Franco gemeva come la più zoccola delle zoccole, mentre iniziavo a scopargli il culo. Giulia mi cinse i fianchi con le braccia, le sue tettone da vacca mi accarezzavano la schiena; la sentii trafficare sotto i vestiti e guardandomi dietro la spalla vidi che aveva gettato via la mutandina: aveva un bel cespuglio curato, proprio come piace a me, il pelo scuro faceva un bel contrasto con la pancia bianca e grassottella. Tolse il vestito indossato ormai a metà che voló in un angolo: vederla completamente nuda mise il turbo al mio cazzo, e aumentai il ritmo dell’inculata, Franco mugolava e Giulia disse “Ma quanto chiasso fai, troia, adesso ti chiudo io la bocca!”
Gli si paró davanti e senza tanti complimenti gli sbattè la figa in faccia. “Lecca.” Disse perentoria. Il cornuto fece andare la lingua, Giulia tirò la sua testa fra le cosce fino quasi a togliergli il fiato. Preso dalle due estremità il sottone non duró tanto: con un gemito soffocato dalla figona di Giulia fece una patetica sborratina da moscio, e lei rise nuovamente: “Sborrare senza nemmeno toccarti, sei proprio una femminuccia…” Franco gemeva ancora sotto le mie spinte,ma Giulia gli tolse il cazzo da culo: “Ora tocca a me. Stai lì da bravo e guardami prendere il cazzo di un vero uomo! Ma prima puliscilo, frocetto !”
Silenzioso e obbediente, lui eseguí all’istante, ripulendo il mio cazzo con la lingua. Fatto ciò lo spinse in un angolo del letto, mettendosi poi a gambe larghe: “Adesso scopami, signor bel cazzone, fammelo sentire il cazzo di un vero maschio!”
Allargò le labbra della figa: “Sono bagnatissima, dimmelo ora!”
Non feci attendere oltre la bella maialona: il mio cazzo entrò senza incontrare la minima resistenza, er a calda e larghissima. “Ce ne starebbero due di cazzi, qua dentro!” osservai, e lei ribatté di averne presi tanti in ogni buco. “Tutti davanti al cornuto “ disse indicando Franco con un cenno del capo, che se ne stava in un angolo, il cazzo pateticamente moscio prigioniero della gabbietta. Giulia mi disse di sbatterla con decisione, voleva sentirsi troia: la accontentai, affondando rapido e deciso, ogni botta accolta da uno sciaquio della sua figa fradicia. Le afferrai le cosce bianche e carnose, tenendole sollevate: così la sentivo meglio, entravo meglio, le mie palle erano lucide della sua broda. Giulia, ad occhi chiusi, gemeva mormorando porcate a mezza voce. Ad un certo punto disse “Adesso fai del tuo meglio, scipami più forte che puoi, devi sfondarmi come hai sfondato lui, FAMMELO SENTIRE FINO IN PANCIA!!!”
Detto fatto: diedi fondo a tutta l’energia che avevo in corpo: Giulia gemeva quasi peggio di Franco, peggio di qualsiasi troia da strada. Sotto gli affondi di cazzo la sua ciccia tremava tutta, le zizze saltellavano con un rumore soffocato, un paff-paff ritmico.
“Ecco che arriva” dissi dopo qualche istante, “apri le gambe, maiala!”
Giulia non se lo fece dire due volte: strinse le coscione attorno me, quasi per impedirmi di tirarlo fuori. Come se mi fosse solo passato per la testa… Prese ogni singola goccia della densa sborrata che le sparai dentro, fino bene attenta a non perderne nemmeno una. Nel mentre urlò zozzerie a pieni polmoni, con dei gemiti osceni. Quando rimasi a secco, mi lasciò andare, ripulendolo con cura: “QUESTO è un vero cazzo, QUESTO è un vero uomo, capito, puttanella?” disse a Franco che se ne stava buono dov’era. “Adesso il gran finale”, mi disse con uno sguardo eloquente. Raggiunse Franco, allargò le gambe e gli riversó in faccia una lunga e rumorosa pisciata mista alla mia sborra. Il sottone stava lì, a bocca aperta e la lingua fuori, bevendosela tutta. “Brava troia, hai fatto un buon lavoro oggi. Puoi andare adesso. “
Franco si alzò e uscí dalla stanza: in tutto ciò non aveva detto una parola, era proprio un sottone fatto e finito. Giulia mi passò una languida carezza sulla pancia, guardandomi con occhi eccitati: “Bravo anche tu, signor cazzone. Credo proprio che mi divertirò con te, oggi… “ disse in un tono che lasciava poco spazio a dubbi. Quel giorno versai litri di sborra alla bella vaccona, sborrando in ogni suo orifizio, ma questa è un’ altra storia…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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