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Con la nostra amica Eva


di sexitraumer
02.12.2008    |    46.116    |    2 7.1
"La mia lingua assaporava quella carne già umettata dai loro umori ormai tiepidi, freddi..."
Amici, finora le nostre avventure erotiche e casalinghe ve le ha raccontate mio fratello Mario; niente in contrario: ma ora ho deciso di narrarvi io in prima persona ciò che è passato anche per il mio corpo. Modestamente mi ritengo una discreta fighetta. Ormai mi conoscete un po’ anche voi. Non appaio tanto, ma il mio corpicino adolescente è la chiave del mio successo con l’altro sesso fino a qualche tempo fa … ed ora anche con il mio stesso sesso. Personalmente non avrei creduto che sarei diventata bisex così facilmente. ll nostro amico giudice era diventato una parte del nostro perverso gioco; una parte da un po’ regolarmente convocata, per lo più su sua richiesta. Non è mai stato invadente fino ad oggi. Certo ci spiava … Il nostro regista – diciamo - al quale (ho dovuto imparare a darla di tanto in tanto), il mio unico sgarro da mio fratello. La cosa è controbilanciata dal mio entusiasmo per “Eva” nella vagina della quale mio fratello ha ciulato non poco. E dire che credevo di eccitarlo a dovere solo io … Si tratta di una splendida quarantenne mora che Giovanni, il nostro amico giudice, scopa e ri scopa, pur senza esservi legato, in cambio dell’impegno da parte sua a darle una pena, la minima possibile, nel processo che si dovrà svolgere tra due mesi che la vedrà tra gli imputati per una questione di detenzione di … bah insomma direi che non ha nessuna importanza come tra l’altro non ne ha il fatto che Eva per ovvie ragioni di riservatezza non è il suo vero nome. Il giorno del nostro primo incontro Giovanni, per non destare sospetti nei nostri genitori, venne a prenderci all’università; poi andammo tutti e tre in un motel sull’autostrada dove, presa una stanza doppia a nostro nome da Giovanni, cioè a spese sue, ci raggiunse la nostra nuova compagna di giochini erotici. Quella stanza al terzo piano del motel al giudice piaceva perché era illuminata dal sole efficacemente e la cosa gli consentiva di usare abbastanza bene la videocamera. C’era l’aria condizionata, era ampia, circa tre metri per quattro, con le pareti bianche molto pulite; ci avevano data una bella stanza con il letto fatto a puntino. Mentre aspettavamo Eva chiesi io stessa a Giovanni se poteva fare a meno di dire ad Eva che io e Mario eravamo fratelli (sempre che non l’avesse già fatto …). Ingannare questa nuova arrivata ci rendeva più sicuri di noi stessi; penso fosse normale diffidenza iniziale. Comunque il giudice fu d’accordo con noi. I minuti passavano ed intanto mio fratello manifestava segni di disagio. Ad un certo momento prese a spogliarsi togliendosi la giacca jeans ed i pantaloni e restò in mutande e la t shirt bianca con cui era uscito. Giurerei fosse nervosetto ed eccitato all’idea di assaggiare una nuova vagina (- eh sì, cari miei ! Mio fratello lo conosco bene e da tempo ! L’assaggio pienamente linguale della mia passera è la cosa che gradisce di più anche se per incularmi, il che a me piace di più, ce l’ha sempre messa tutta). Giovanni, il nostro tranquillo amico di mezza età si accorse del suo nervosismo giovanile e per scioglierlo un po’ gli fece qualche ripresa di prova per provare il bilanciamento del bianco disse. Era una balla; quella handycam di solito faceva tutto da sola. Io invece non avevo alcuna voglia di spogliarmi prima di conoscere questa tizia. Ci mettemmo a parlare tra di noi; l’argomento era il Gran Premio di Formula Uno (argomento tipicamente maschile)… Mario doveva eccitarsi anche a sentire parlare di auto anche perché, pur lasciandosi gli slip addosso, aveva preso a menarsi l’uccello seduto con le spalle al cuscino del letto a due piazze. Una specie di pre-seghetta. Giovanni che era ancora vestito col doppio petto e la toga nera con cui andava a lavorare non ebbe a ridire. Mio fratello aveva una seccante disinvoltura mentre io , forse perché donna, ne avrei voluto un po’ meno prima dell’inizio del sesso; mio fratello invece lo dava per scontato ed infatti mi toccava in continuazione. Palpeggiamenti intimi e qualche ditata nel mio culetto, ma io, anche se tolleravo, non ne volevo ancora sapere di cedere. Ero decisa a conoscere Eva, per così dire, “asciutta”; semmai mi sarei bagnata dopo. Mi stesi sul letto ancora vestita per saggiarne la durezza e scoprii che ci avrei dormito volentieri. Il giudice mi riprendeva con la sua handycam felice come un bambino col suo agognato giocattolo. Feci il gesto malizioso di sollevarmi la gonna e lasciate intravedere le coscette quasi aperte e le mutandine bianche semitrasparenti e mi abbassai subito dopo anche quelle per la videocamera facendo intravedere più di un’ombra del mio pelo. Mio fratello ne approfittò per dare una prima leccata e poi un’altra ed un’altra. Una specie di antipasto che io non ostacolai di certo; ma solo per rilassarlo; certo che i maschi sono facili a giocarsi la dignità per la nostra ostrichetta di carne. Quei solchetti con la sua lingua mi piacevano dopo tutto. Una cosa del tutto particolare farmi vedere da un amico che per il suo mestiere dovrebbe denunciarci e solo sbatterci dentro per un po’. Quei pensieri sulla galera mi stavano stuzzicando. Non potei però godere di quella lingua pseudo-innocente nella mia spacchetta perché improvviso arrivò il ronzìo amplificato del campanello. Una botta improvvisa! Mario ebbe , come era naturale, un piccolo sobbalzo; chissà se il nostro amico giudice l’aveva ripreso … Sì ! Eva era proprio arrivata e Giovanni andò ad aprire senza curarsi troppo di noi che ci ricomponevamo. Come entrò vide mio fratello già con la mazza ben dritta che gli usciva dalle mutande e me con la gonna un po’ sollevata, a gambe aperte sul letto. Mio fratello, alzandosi più o meno di scatto, le andò incontro per tenderle la mano che lei strinse distrattamente per passare subito a saggiare con una presa la durezza del cazzo di mio fratello appena Giovanni chiuse la porta. Eh già, ormai il cazzo glielo aveva notato; ma lei per niente contrariata volle “conoscerlo”. La cosa lo sorprese come se quella gentilissima donna già se l’aspettasse. Certo non era venuta a discutere di volontariato. Tenendogli il pisello, da quel che potevo vedere con gentilezza, lo guardò dritto negli occhi, sicura di sé sorridendogli come un’insegnante che gli stia per comunicare il buon voto.
“… tu devi essere Mario, immagino! Siamo già al dunque ?!...o cosa ?... ”
“… Sì ! Scusi se … io … insomma lei mi ha visto …”
Mio fratello, cafone, si profondeva in scuse ormai inutili. Avrebbe dovuto tenere la lingua pronta per ben altro. Eva prese la cosa con filosofia; anzi il coso di mio fratello con le mani ! Per cui gli disse:
”… piacere ! Eva! E diamoci del tu !”
Ormai la mano di Eva aveva avvolto il cazzo a mio fratello.
“… certo … uhm … è già abbastanza duro direi ! Promette bene ! Comunque vedremo quello che saprai fare !
Mollò il cazzo di mio fratello e si rivolse verso di me:
“...e tu bellina ?!”
Scesi da letto e le andai incontro per prenderle la mano e salutarla con un bacio alla guancia. La mia gonna tornò normale. Le mie mutandine me le ero alzate qualche secondo prima istintivamente per rendermi presentabile visto che ero vestita. Ci ho sempre tenuto a vestire bene. Anche Eva era molto elegante in tailleur grigio gessato scuro con una camicetta crema già scollata al punto giusto per lasciare intravedere il suo bel seno dritto. Le sue calze erano nere, si direbbe un must per queste situazioni. Il suo viso ovale ed i suoi occhi di un italianissimo castano guardandoli direttamente instillavano tranquillità; poteva passare per una madre di famiglia e forse lo era anche. I suoi boccoli castani ben volumati (che avevo visto già in abbondanza nei porno di fine anni 70 in casa di Giovanni) facevano di lei una donna bellissima perché nel complesso piacevole, -diciamo- lontana un oceano dallo stereotipo della biondazza tutta rifatta forme perfette che fa drizzare il pisello a voi maschetti segaioli nei moderni dvd. Il suo seno poteva essere un quarta e sembrava ancora stare su abbastanza bene, anche se il reggiseno faceva la sua parte. Eva era alta per una donna: circa un metro e settanta; non proprio snella ma asciutta e non sembrava portare volumetti di grasso ai fianchi. Una donna di palestra molto ben portata.
“Ciao, io sono Elena, … la ragazza di Mario!“
“Devo dire che il tuo ganzo non è male ! Sei stata molto fortunata ! Ha un bel batacchio caldo, mi sembra abbastanza carino, e poi … uhm … la sai una cosa ? Ehi! Per come vi vedo ora … sembra quasi che vi somigliate … dico non sarete mica fratelli eh ?!… siete quasi uguali sapete ?!... ma no che dico ?! Scusate! Siete belli ! Questo sì.”
Ignorai questa puntualizzazione continuando a sorriderle; per sincera che fosse. Poi rivolgendosi al giudice disse:
“Giovanni, e così sono questi i due ragazzi di cui mi hai tanto parlato !”
“In carne ed ossa Eva! Ci sanno fare … lei è proprio una piccola pantera ! Una tipa decisa !”
“Sembrano due bravi ragazzi! Sei sicuro che amino il terno e la quaterna ?”
“Vedrai tu stessa scopando con loro … io posso solo fare delle riprese all’inizio. Per partecipare con effettività ci metterò un po’.”
Giovanni allentò soltanto il colletto della camicia allentando anche la cravatta. Poi passò a predisporre la telecamerina. Eva, posata la sua borsa si tolse le scarpe e dopo aver sbottonato la giacca e la camicetta per metà si mise dietro mio fratello cercandogli il cazzo e baciandolo da dietro sul collo e affondando la lingua nelle sue orecchie. Questa donna sembrava, più che una amica del nostro giudice, una vera professionista! Eh scusate tanto io una fessa non sono ! Qualche secondo dopo mentre gli smanettava il cazzo già fuori dagli slip che scaldavano solo i suoi coglioni prese a leccarlo sul viso ed a guardarmi un po’; stava cercando di vedere se ero gelosa. Lo ero porca puttana ! Lo ero ! Ma sorridevo. Adagiò mio fratello maternamente sul letto al centro, poi propose a Giovanni di fare una bella ripresa col grandangolo. Mario era al centro del letto coccolato da Eva che se lo baciava e smanettava al cazzo. Il cazzo di Mario già svettava che era un piacere vederlo drizzarsi ! Lei teneva il bacino alto negando qualunque contatto o struscio a quel giovane cazzo che aveva goduto quasi esclusivamente delle mie carni fino a poco tempo addietro. Lei sorridente si rivolse a me e mi chiese:
“Elena !”
“Sì…”
“Sei bellissima !...”
“…”
“ Ti dispiacerebbe iniziare a spogliarmi mentre mi bacio un po’ Mario ?! Vorrei scambiare un po’ di lingua con questo bel ragazzo, non ti dispiace vero ?! … e tu sei d’accordo per il lingua-lingua vero ?! ”
“Sì,… sluuurp”
Mio fratello le aprì le labbra con la lingua; il suo gesto improvviso era quanto mai opportuno; quella donna aveva fame; ed iola rassicurai affermativamente:
“No, figurati !”
Si voltò verso di me sorridendo e mi disse:
“… ora mi metto sopra di lui, lo bacio e tu mi togli la gonna e le mutande. Se non ci riesci strappale via, tanto le mutandine non servono oggi … allora ?! … dai su.”
Giovanni, il nostro amico giudice, disse che era pronto con la ripresa (e vi giuro anche col cazzo; la patta dei suoi pantaloni cominciava a dimostrarlo). E mio fratello ?! Eva era sopra di lui e lo baciava avidamente. Li invidiavo, slinguavano con abbondanti dosi di saliva che scambiavano in pochi secondi. Mario sembrava subire e gradire. Come potevo biasimarlo ? Era un normalissimo rapporto etero e per di più lecito. Accidenti ! Nella mia immaginazione mi sono sempre creduta la madre di mio fratello. Una madre possessiva. Ero furente. Quella donna se lo stava mangiando tra baci e lingua … sì ero gelosa ! Eva il suo nome lo meritava sicuramente. Lui era nelle sue mani. Feci quanto mi era stato chiesto. Eva era alla pecorina sopra mio fratello. Tirai giù la zip della sua gonna e gliela abbassai poi presi a toglierle le mutande di pizzo. Che troia ! La sua peluria pubica era già bagnata; figuriamoci la fica ! La toccai con i polpastrelli per saggiarne la temperatura. Lei, per nulla infastidita, si sbottonò la camicia ed offrì il seno ed il primo capezzolo disponibile alla bocca di mio fratello. Il giudice continuava a riprenderci spostandosi. Non mi curavo molto di lui. Era una presenza ovvia. Eva sentendo il mio tocco allargò le gambe. Vedevo il suo ano rosa chiaro e la sua fica decisamente più scura ormai di un umido... Aveva un’abbronzatura integrale su tutto il corpo. I miei timidi assaggi tattili dovevano averla eccitata, anche se la lingua amatoria di mio fratello era la vera responsabile della sua umidità. Sembrava aprirsi quasi da sola. Mandai lo sguardo al cazzo di Mario ormai quasi scappellato del tutto. Lo finii di scappellare io un po’ con le mani, un po’ con le labbra da brava crocerossina del sesso. Un secondo o due dopo aver valutato la posizione della sua vagina che restava un po’ al disopra della mia piccola testa reggendo il cazzo dritto a mio fratello gli feci una rapido bocchino delicato nella presa in bocca. Era un pompino di un minutino scarso tanto per mantenergli la cappella fuori. Le sue palle erano ormai gonfie per l’amore con cui lo stimolava Eva. Mio fratello stava venendo. Avrebbe soddisfatto la nostra amica col suo seme ! Ero gelosissima, ma avrei collaborato. La mia lingua si fece ogni mm della sua cappella rossa. Poi dissi cercando di usare un tono bambinesco, innocente, senza enfasi:
“Eva ! Abbassa un po’ la fica che te lo faccio entrare dentro … dai che questo sborra …”
Eva fece quello che le dissi. Impalai di persona la fica di Eva con quel roseo bastone in salute che io avevo orgogliosamente contribuito a drizzare: per il mio amato fratello questo ed altro! Solo che ora faceva la conoscenza del sesso di Eva. Rabbia e curiosità si stavano impossessando di me! Una cosa avrei voluto saperla: era più calda la sua fica o la mia?! Certo la mia era piccola e mio fratello a penetrarla era felicissimo di questo. La passera di Eva invece era generosa. La mia rabbia era montata e per fortuna di tutti si era convertita in eccitazione. Avevo la fica, la mia fica, in tiro!. Mi tolsi la gonna e abbassai le mutande. Tenendomi la camicetta con la fica per così dire al vento andai sopra la testa di mio fratello chiedendo un bel bidet tutto per me. Mio fratello che vedeva il mio culo e la mia topa era impegnato a respirare ed a chiavare Eva. Ma sì ! Era bene che si godesse quella fica relativamente nuova! La mia passerina già gonfia ebbe invece delle sapienti leccate dalla bocca di Eva che adesso doveva pagarmi il pedaggio per il batacchio di mio fratello Mario. Non riesco ancora adesso a capirlo. Un solo secondo di dubbio poi sentendo il profumo di Eva e dei suoi capelli cedetti. La mia fica slinguata da una donna! Più mio fratello chiavava, più velocemente me la leccava lei. Io qualche problema a leccare una fica l’ho sempre avuto in passato, mentre adesso non mi disturbava che me la leccasse una donna. Eva sapeva il fatto suo. In un buon quarto d’ora di quelle leccate venni. Sbrodolai sulla faccia di Eva e la cosa mi faceva non poco piacere. Mentre Eva rigirava il viso sul mio basso ventre e sulla mia vulva per gradire “la mia venuta” mio fratello venne nella sua fica, dentro. Avevamo goduto tutti e tre. La vagina di Eva colava sia il proprio liquido seminale che quello di mio fratello. Conoscevo quel seme. Avrei voluto assaggiarlo caldo. Ma i liquami di quella pur bella fica al momento no, esitavo ancora. Il giudice aveva posato la handycam sul mobile e si era calato pantaloni e mutande. Ora era il suo batacchio dritto e grosso a cercare soddisfazione! Mi affiancai ad Eva parallelamente e mi misi alla pecorina. Allargai la fica come potei senza invadere il posto di Eva con le gambe ed i piedi. Il giudice capì che gli offrivo una bella penetrazione dentro il mio fichino roseo e voglioso di quel cazzo che la lingua di Eva non poteva sostituire e mi mise dentro senza troppe formalità il suo cazzone da una ventina di cm. La mia piccola vagina cedette. Anziano sì, ma sempre grosso e duro, anche se non sarebbe durato molto forse. Prese a scoparmi. Io baciavo mio fratello offrendogli anche il mio seno quando le movenze me lo consentivano. Eva aveva preso ad aiutarmi con la camicetta. Gradii quel suo aiuto che ricambiava quello mio di prima. Non appena me la tolse mi lisciò la schiena con la lingua. Mio fratello si scostò, si alzò dal letto e prese la telecamera per riprendere il nostro amico giudice. Mario girava nudo in piedi. Il suo cazzo mandava ancora qualche goccia di sperma. Eva, per trovarsi qualcosa da fare, lo prese in bocca per ripulirlo in vista di altre chiavate. Mentre il giudice mi chiavava avido e padrone, la mia fica faceva la doccia calda al suo cazzone tosto e battente. Mi prese per l’eccitazione una stranissima voglia, un impulso cui dovevo assolutamente dar seguito; in quel momento ero calda in tutti i sensi, compresi quelli sbagliati: chiesi a Eva di piazzarsi a cosce aperte davanti a me che venivo fottuta alla pecorina. Mio fratello riprendeva l’orgetta col giudice in metà del suo doppio petto e toga. Cominciavo a divenire bisex. Presi all’improvviso a leccarle la fica, attratta dal fatto che ci aveva chiavato l’amato cazzo di mio fratello Mario. L’odore non era certo pari al suo profumo finissimo, ma mi sembrava accettabile. Certo una fica che ha appena chiavato si sente, ma io sentivo l’odore del cazzo di Mario. La mia lingua assaporava quella carne già umettata dai loro umori ormai tiepidi, freddi. Eva si eccitava e mi chiese di metterle il dito nel culo. Lo faceva anche mio fratello quando mi leccava la fica contento. Lo feci e le rigirai dentro il dito indice poi anche il medio più di una volta. Il giudice dietro di me cercava anche le mie tettine. Non essendo alta non gli fu difficile trovarle. Ansimavo e godevo mentre mi venivano prese e strette famelicamente, poi allentate e quindi di nuovo prese. Eva si staccò e si voltò offrendomi le sue natiche sode chiedendomi di continuare col dito, che le piaceva. Ogni tanto leccavo ancora un po’ timidamente la sua vulva da dietro cercandola come una cagnolina in calore. Una doppia pecorina era ciò che mio fratello stava riprendendo. Mi sentivo troia e mi prese a montare lo sciacquettamento dentro di me; era chiaro che stavo godendo. Il giudice però non sborrava ancora. Eva parlò:
“Giovanni ! Mettimelo al culo !”
“No … non posso proprio … ahhh, … ahn ! Mi sto godendo la fica di Elena,… scusa … dopo! … ahn … ahn … ahn! Devi aspettare … sta … ahn ! sbrodo … ahn … lando tutta … ahn … ahhnnnnn ! Sì ! Troia, sì! ! Come ce l’hai calda … ahn ! … ahn! “
“… hu ! … dai Vostro Onore !... ahn … ahn ! Sborri !... col permesso … della Corte … signor Giudice venga … venga dentro di me ! … sì … sì !...sbrodolo ! “
“Sei mia Elena ! Sei mia ! Ahn ! Ahn ! Ti condanno … ahn , ahnnnn, all’orgasmo !...”
Io godevo ed anche Eva si era di nuovo eccitata e si rivolse di nuovo a mio fratello:
“Mario chiavami il culo ! Che a te, che sei più giovane, intosta subito!”
Il giudice voleva godere nella mia fica ed io ero decisa a non cederlo quel bel cazzone nelle mie profondità. Feci segno a mio fratello di avvicinarsi di fianco e dopo avergli spompinato il cazzo tre minuti di lingua lo misi io stessa nel culo di Eva che lo aspettava facendo tremare le sue chiappette ancora sode. Poggiai la cappella nel suo ano roseo e lo vidi dilatarsi per accogliere quel cazzo inculatore che avevo imparato a far godere da tempo. Ora il culo di mio fratello era davanti a me. Gli baciai l’ano per affetto e per incoraggiarlo a stantuffare. Leccavo le sue palle attraverso l’inguine facendo tremare un po’ Mario che posò la handycam sul cuscino per non riprendere immagini tremanti. Il giudice venne. Una fiumana di sborra bollente si riversò nel mio caldo utero; me lo sentivo risalire mentre venivo innaffiata ben bene. Aspettavo quel momento. Io avevo goduto minuti prima. Mi sentivo riempita. Dopo avergli carpito con l’effetto fica l’ultima goccia di quel caldo sperma presi la telecamera per riprendere mio fratello che trombava Eva nel culo. Il giudice col cazzo ormai ammosciante raggiunse Eva e si piazzò di fianco sotto di lei a succhiarle i seni . Il suo cazzo si muoveva poco mentre quello di mio fratello aveva ormai soggiogato il retto di Eva. Il giudice, liberatosi anche degli ultimi abiti era nudo ed allungava anche le mani sotto il ventre di lei cercandole e massaggiandole il suo morbido basso ventre e la sua fica. Eva era ormai eccitatissima. Il giudice vistosi ripreso da me si spostò al contrario andando a leccare la fica sotto Eva mentre mio fratello continuava tranquillo ad incularla. Eva mandò ululati di piacere per via di quella leccata di fica sommata con la chiavata al culo. Se ne venne abbondante di nuovo. Dieci minuti di sbattimenti trascorsero prima che mio fratello sborrasse soddisfatto come un leone per quel culo che lo aveva accolto ben volentieri. Mio fratello crollò sulla schiena di lei che non oppose resistenza lasciandosi il suo peso sopra. Mio fratello prese a baciarle il collo come un innamorato, col pisello ancora nel culo di Eva. Le prese anche i seni stendendosi sopra di lei. Feci una panoramica e restituii la handycam a Giovanni che la posò sul comò. Andai a stendermi accanto a Eva. Riposammo. Eva mi disse:
“Ti sei ingelosita quando lo baciavo vero ?”
Le sorrisi. Devo ammettere che Eva era riuscita a farmi eccitare in pochi minuti.
“Sì da matti !”
“Hai una bella fica Elena ! Oltretutto è anche molto buona ! Il sapore è importante ed il tuo è stupendo … me lo sarei bevuto il tuo brodino. Beato il tuo ragazzo !”
Il giudice e mio fratello dormivano quieti. Due uomini dopo tutto.
“Ora che hai preso fiducia nel lecchino ad una donna … almeno prima mi sei sembrata una brava leccatrice, sicura, - me lo slappavi bene il mio clito !- Ti andrebbe di ritentare ?”
“Come ?”
“Un bel 69 tra noi due per eccitare questi altri due che poi ci chiavano !”
“Un 69 tra sole femmine eh ?!”
“Sì, per lo meno all’inizio. Io comunque anche se apprezzo la fica di una bella ragazza motivata … non prendermi per una vera lesbica! … sono bisex … poi però ho bisogno del cazzo ! In qualunque buco ! Basta che sia un cazzo ! Un vero cazzo di maschio come quello del tuo ragazzo che sto ancora scaldando ! Certo se lo togliesse adesso …“
Delicatamente sollevai il bacino di mio fratello e staccai il cazzo dal suo culetto di quarantenne che se lo teneva bene. Mio fratello si scostò quasi automaticamente continuando il suo micro sonno stretto alle zinne di lei. Vidi il suo ano sfatto dalla penetrazione e per istinto glielo baciai teneramente. Baciavo il culo ad una donna ! Lei non disse nulla. Mi carezzò alla meglio sulla guancia per ringraziarmi quando tornai accanto a lei. Poi sentendo una strana confidenza e complicità le chiesi:
“Usi anche qualche oggettino …?”
“A me il dildo tra donne non piace troppo. Voglio un uomo per l’orgasmo ! Comunque per oggi ne ho portato uno … è nella borsetta. Prendilo.”
Lo presi. Era duro di lattice con tante belle papille di vario spessore che facevano godere la fica per sfregamento. Ce ne era attaccato ad U uno più piccolo per le sodomizzazioni gentili e contemporanee alle penetrazioni. Complessivamente un oggetto da venticinque cm per tre quello più grosso per la vagina. Dieci per uno circa quello per l’ano. Feci una richiesta ad Eva:
“Me lo metti dentro?”
“Sì certo ! Nessun problema tesoro !”
“Su tutti e due i buchini Eva … dai !”
Aprii le mie gambette con dolcezza, lentamente, quanto bastava perché me lo introducesse con dolcezza. Eva mi penetrò la fica con quel doppio cazzo gommoso e duro. Mi piaceva e ancora di più mi piaceva lo stimolatore del mio piccolo ano. Mi entrò dentro anche lì. Un bel doppietto per i miei buchini. Me lo mosse dentro con sapienza; si vedeva che lo aveva usato anche altre volte e chissà con chi … Non volevo godere subito in quel momento e con quell’oggetto ci sarei riuscita a sbrodolare di nuovo; però se il mio primo succo l’ho dato al nostro amico giudice, il successivo sarebbe stato non per mio fratello che dormiva, ma per Eva. Per cui le chiesi di sfilarli e lei lo fece. Il prurito mi restò per cui le chiesi:
“Eva, mi carezzeresti la topina ?”
“E per il 69?”
“Fammi abituare all’idea … non ho mai fatto l’amore con una donna prima di oggi.”
Mi affiancai a lei che si mise di fianco di fronte a me. Mio fratello ormai sulle sue tette aveva solo una presa relativa. Il giudice ormai era nel mondo dei sogni e non si accorse di avere accanto mio fratello nudo. La cosa era ridicola. Aprii le cosce per far accomodare il palmo della mano di Eva che iniziò le carezze intime che le avevo chiesto. Chiusi gli occhi e mi rilassai per godermele e sentendo il suo profumo di un gusto garbato ad ogni carezza mi avvicinavo per baciarle il collo. Mi ero messa ad amoreggiare con Eva. Sentivo il gusto del peccato dentro di me. Baciai Eva più volte su quella sua guancia di donna comune attratta dal suo calore e dalla sua morbidezza nonostante i suoi 40. Io ne avevo poco più della metà. Anche il mio piccolo seno era la metà del suo. Cominciava a gonfiarsi. Le cercai le labbra baciandola in bocca a labbra appena dischiuse. Forse per la lingua di una donna era ancora presto. Eva sembrava capirlo mentre le sue mani facevano di nuovo bagnare la mia patacca. Si stese sopra di me ed iniziò a baciarmi il seno e succhiarmi i capezzoli. Eravamo nude e desiderose di toccarci ed avvolgerci. Innamorate dello stesso peccato. Usavamo i nostri corpi per esprimerlo. Stavamo facendo l’amore. Io cercavo il contatto avendo timore di un suo distacco che non avvenne. Eva mi stava amando baciandomi la pancia, il ventre, soffiando delicatamente sul mio corpo alternando brevi passaggi della sua leggerissima lingua. Sentivo il calore dei suoi capezzoli sul mio petto. Tra un minuto sarebbe arrivata alla mia fica di nuovo calda e bagnata da quei suoi sapienti tocchi. Era il momento che aspettavo. Mise la lingua sulla base del mio clitoride e lo umettò ben bene. Poi all’improvviso affondò la lingua irrigidita più giù; nel mio canale vaginale; altre sensazioni raggiungevano il mio cervello. Poi ancora fuori a lambire le grandi labbra ed il bordo dello spacco quindi di nuovo il clitoride. Cominciavo a colare. La voglia mi montava. Le sussurrai di voltarsi e di iniziare il 69 con lei di sopra.
“Completa la tua opera ! Lo farò alla tua fica quando sarà il momento Eva! Ohhhh … te lo … ohhhh … prometto …mmmmhmmm…ricambier…mmmhhhhnnnn sìiiii….ò…”
Eva cominciava a starmi simpatica. La sua era una voce rassicurante, delicata, femminile, mica quella di una lesbica ideologica antiuomo. I miei giusti rantoli avevano svegliato Giovanni che mise la telecamera in autoscatto sul comò, andò a pisciare, lavandosi il cazzo, durante quel nostro scambio di vagine, sentivo i rumori del bagno di sottofondo e li ignoravo. La fica calda di Eva era la mia sola passione. La leccavo avida per coglierne il minimo colo. Volevo sapere di che sapeva una femmina in calore, anzi in tiro ! Ero diventata puttana (ma già lo ero) e lesbica! Il giudice ci riprese per dieci minuti poi svegliò mio fratello Mario e si fece riprendere mentre chiavava la fica di Eva al di sopra di me. Mario era un tantino maldestro. Cercava anche di spararsi una pippa tra una videata e l’altra facendo tremare l’immagine del nostro 69 con chiavata maschia. Potevo leccare anche il cazzo del mio amico giudice mentre spadroneggiava nella fica della mia amica ben ingoiato e restituito poi di nuovo ingoiato. La mia lingua deliziava entrambi. Sentivo i loro odori e sudori e tenevo le cosce larghe per permettere ad Eva di leccarmela ben bene e a mio fratello di chiavarmi quando lo avesse voluto. Era bello poter vedere quel chiavare a cinque cm sopra di me. Leccai le palle a Giovanni che venne di buona sborra che sciacquava bene anche la patacca di Eva. Venni bagnata anch’io dai loro godimenti. La mia voglia di peccato era compiuta. Eva nel frattempo lo aveva preso in bocca a mio fratello. Io mi tolsi da sotto di loro e mettendomi alla pecorina dissi:
“Mario ! Inculami così, che non l’abbiamo mai fatto alla pecorina !”
Infatti il culo a mio fratello l’avevo sempre dato di fianco. Ora volevo affrontare quella posizione per me ancora ignota e dolorosa. Eva con la sua mano mi stimolava il sottopancia e con l’altra dava sapienti schiaffetti sulle natiche. Mio fratello infoiato poggiò la cappella grossa e dura sul mio ano e sfondò quando Eva gli diede un colpetto dentro. Poi la sodomia iniziò condita dai baci di Eva sulla mia schiena che inarcavo come una gatta grazie ai sapienti tocchi nel mio sottopancia. Mentre mio fratello mandava i suoi dolorosi fendenti che masochisticamente amavo, Eva aveva ripreso a solleticarmi la fica che già grondava. Io invece rantolavo felice:
“Ahn, ahn, ahnn. Sì ahi !... ohhhh … uuuuhhhhhhhhhh … ahn ! Ahn !
Continuai a rantolare così senza accorgermi che Giovanni si era sistemato sotto di me un po’ di traverso e si apprestava a chiavarmi di nuovo contemporaneamente alla sodomia di mio fratello. Una volta che il cazzone turgido di Giovanni entrò nella mia fica già sbrodolante Eva tornò a baciare in bocca Mario. Mio fratello, minuti dopo, venne nel mio ano mentre scambiava saliva con Eva a quanto capivo in quel momento. Due minuti dopo sentii la sborra calda bollente di Giovanni invadere nuovamente le mie viscere. Crollai stanca. E quei due cazzi potevano restare finché volevano. Avevo impegnato fica e culo; avevo goduto. Ero veramente stanca. Restarono dentro di me una mezz’oretta. Eva era andata in bagno a farsi una doccia. Ci staccammo poi avremmo scopato l’ultima volta dopo una doccetta (quasi fredda) ciascuno. Io e mio fratello ci dovevamo dare da fare con Eva che sarebbe stata legata sul letto per i polsi e per le caviglie. Il giudice aveva tirato fuori un paio di manette, che però non erano d’ordinanza ci spiegò. Io e mio fratello la doccia la facemmo assieme concedendo ad Eva di riprenderci se lo desiderava. Lei non sapeva, voglio credere, che eravamo fratelli e la cosa ci piaceva un mondo. Ci eravamo insaponati reciprocamente con parecchia schiuma. Me lo lavai bene il corpo di mio fratello arrivando ad introdurgli un dito nel culo per lavarlo bene anche lì; Eva ci riprendeva beandosi in apparenza del nostro affetto e quando fu il mio turno mi vide chinarmi contro la parete della vasca ed aprire le natiche per favorire l’ano e le chiappe alla lingua di mio fratello Mario. Con tutto quel sapone poteva slinguare tranquillo; tanto più che mi ero sgomberata l’intestino fin dalla mattina. Era per riguardo alla presenza della nostra amica; perché in casa nostra ormai Mario me lo chiavava e ci sborrava di gusto anche quando non ero sgombra. Entrava nel mio culetto non meno di quattro volte a settimana da quella nostra prima volta ! Di questo ero orgogliosa. Dove la trovate una che si fa inculare quattro volte a settimana ?!...Le mie coccole arrivavano a fargli personalmente il bidet con delicatezza per ripulirlo dalla mia merda solo che così lo rieccitavo e lo facevo entrare in culo di nuovo per scaricarlo del tutto. Tutto questo Eva non poteva saperlo. Stavamo per rifare l’amore davanti a lei quando Giovanni ci chiamò dicendo:
“Qui siamo pronti ! Eva vieni che ti lego al letto …”
Eva partecipò di buon grado. Nuda, indossò una tunica rosa, corta, che faceva risaltare il suo pelo castano, e si fece legare polsi e caviglie al letto. Giovanni distribuì gli oggetti portati da lui ed Eva. A me diede una frusta con i lacci di cuoio con dei gommini all’estremità, mentre a mio fratello diede un oggettino con del filo elettrico, un manico con grilletto rosso a pressione, che Mario impugnava, ed infine una lampadina elettrica all’estremità grande più o meno come una pera. Poi attaccò la spina alla presa e disse a mio fratello di toccare brevemente Eva tra le cosce con quella lampada che mandava una luce blu alquanto sinistra a vederla ! Rumoreggiava con un ronzìo. Lei gli disse:
“Dai Mario ! Non mi ammazzi mica ! Toccami !”
Mario la toccò; il tocco durò solo un istante, il corpo di Eva, ebbe un sussulto poiché aveva ricevuto una scossa elettrica dalla fica al resto del corpo. Mario doveva aver premuto poco perché Eva gli disse rimproverandolo:
“Ma che fai ? Premilo fino in fondo il grilletto rosso ! Voglio sentirla dentro la mia fica la scossa !”
“Scusa Eva, ma per me è la prima volta!”
“Dai su …”
“…”
“Sfzzzzzzzzzzzzzzz!”
La lampadina si illuminò di più, la corrente era più intensa e mio fratello prolungò il tocco un buon secondo poi per paura di bruciarle il sesso la tolse. Fisicamente il vetro della lampadina non toccava le labbra della sua passera, ma la corrente continuava a scorrere di qualche millimetro intorno lambendola appena come se friggesse quel sottile strato d’aria che non abbandona la nostra pelle …
“SSSSì ! Questa sì che mi piace !”
Giovanni denudò parzialmente la nostra nuova amica lasciandole scoperto un seno poi mi disse di frustarla.
“… quanto forte ?”
Alla mia ovvia domanda Eva mi disse:
“Quanto vuoi tu bellina ! Il frustino ha i gommini, non i piombi!... dai ! Un bel colpo ! Fammi male! Ti ho portato via il tuo ragazzo prima ! Puniscimi !”
La frustai, un colpetto deciso.
“Unhnnn! Ahi !... ancora ! Muoviti Elena !”
Presi a frustarla un colpo ogni tre secondi. Giovanni realizzava il suo video.
“Ahi!...Sì!...ahi,… ahi … ahi “
Eva prese a spronarmi perché aumentassi la velocità.
“Più veloce ! Forza dai ! Va bene così il forte, va bene così , ma più veloce bellina ! Muoversi!”
Continuai a frustarla cercando di andare più veloce, ma avevo paura di farle sanguinare il seno. Eva ad ogni colpo mandava un lamento; poi diede istruzioni a Mario:
“Mentre la tua ragazza mi frusta toccami con la lampadina ! Fica e cosce, ano, il mio culo! … dovunque tu voglia ! Ahi ! … Sì ! … così continua Elena …! Ahi ! Sì … fammi sanguinare ! Anche sulla pancia ! Frustami tutta ! A mano a mano che mi frusti strappami la tunica e continua a frustare le mie carni !”
Eva aveva dei doppi sussulti dovuti alle mie frustate ed a quelle elettriche dell’inesperto Mario. La tunica di Eva si stava bagnando del sudore della sofferenza relativa del suo corpo sotto quegli choc cui si lasciava sottoporre. Godeva e socchiudeva gli occhi (secondo me per la telecamera di Giovanni …); poi mi chiese di leccarle la fica e di farle anche altro se potevo:
“Leccamela Elena ! Tu sai bene come leccarla ormai ! Quando la senti bagnarsi di brutto, che sei certa … fai segno al tuo ragazzo … Mario toccami in tutto il corpo ! Quando Elena te lo dice mandami tre tocchi intensi e brevi sulla mia passera e poi stai a guardare ! Tre scosse intense. Grilletto a fondo corsa ! Capito ?!”
Gliela leccai cinque minuti buoni avendo cura di evitare il pelo, avevo sulla mia lingua il sapore della sua passera sudata per la tensione mentre riceveva le scosse sulle tette, sulle chiappette, nell’ombelico … erano scosse localizzate, ma quelle più vicine le sentivo anch’io sulle labbra, sulla lingua, sulle mie gote. Leccavo e lei sussultava; senza guardare le laceravo la tunica e sulla parte scoperta del suo corpo mio fratello colpiva con quella piccola folgore. Ogni ronzìo era una scossa. Eva si dimenava come poteva imprigionata dai legacci costretta a subire quegli choc elettrici. Mio fratello che aveva capito quanto godeva a sentirsi stimolata sotto l’inguine sistemò due cuscini sotto i suoi reni in modo da tenere sollevato il culo di lei e toccare anche quello con la folgoretta. Interrompevo momentaneamente la lappata per dare a Mario due o tre secondi perché trasmettesse la scossetta all’ano o all’inguine, poi alla vulva ormai gonfia. La fica si stava bagnando; avevo un po’ del suo liquame sulla punta della mia lingua; sentivo il suo miele salato. Feci segno a Mario che diede tre scossette (ormai era diventato pratico). Eva disse velocemente:
“Mannaggia ! Dai che vengo ! Smanettala ! Massaggiala … Ora Elena, ora ! Uhuuu! … Ahn ! … Ahn ! … uhuuu … ”
Le feci il massaggio che facevo alla mia topina quando volevo venire ed in dieci secondi di movimento frenetico, circolare, il caldo tocco ora delicato, ora deciso dei miei polpastrelli la fece schizzare. Diede un rantolo breve ed intenso ! Chiunque fosse nel corridoio non poteva non aver sentito. Una sparata trasparente mi colpì di striscio sul naso e sulle labbra. Lo schizzo era finito contro l’obiettivo della telecamera di Giovanni. Mandò anche altri schizzi, ma erano decisamente minori. Certo era anche urina soprattutto. Poi smise di schizzare e si rilassò appagata. Giovanni posata la videocamera le aprì le manette; aveva dei lividi ma non se ne lamentò. Tutta bagnata si tolse la tunica che ormai non serviva più e si accovacciò alla pecorina. Chiese di dirmi qualcosa nell’orecchio. Ascoltai ed accondiscesi. Anche Giovanni eccitato dalla scena doveva ri sborrare. Si sistemò seduto davanti a Eva che dopo aver preso accordi con me glielo prese in bocca benché esausta. Poi chiamò Mario con un tono stanco, ma soddisfatto:
“Mario scopami la fica mentre spompino Giovanni ! Ti darei anche il culo, ma ora vorrei che mi godessi di nuovo in fica ! Sei stato magnifico prima all’inizio. Adoro la tua sborra !... E tu sei un così bell’ometto … fai vedere a Giovanni come devo essere chiavata!”
Eva era un demone di psicologia. Bastarono quelle parole, poche ed a segno a risvegliare Mario.
“Eccomi Eva ! Il tempo che mi si drizzi!”
Drizzai il cazzo a mio fratello con un bocchino scappellandolo più volte ed insalivandolo. Era già eccitato per la scena vissuta e gli tornò subito abbastanza duro. Si impossessò dei fianchi di Eva e glielo mise dentro senza troppe cerimonie. La loro scopata continuò. Io dovevo solo riprenderla con la handycam. Venti minuti perché a mio fratello si gonfiassero bene le palle ed al giudice nostro amico la cappella gli diventasse viola per la lingua demoniaca di Eva. Mentre Mario sborrava beato nella sua fica feci quello che mi aveva consigliato lei. Toccai le palle di Mario con la lampadina premendo il grilletto a fondo corsa. Diedi due tocchi brevissimi. Al terzo rinunciai anche perché mio fratello mandò un urlo e poi continuò con i sussulti fin quasi a svenire e prese tremando come un parkinsoniano a travasarle il seme. Dalle espressione del suo volto doveva essere alquanto copioso … o lui spaventato. Non mi disse se aveva provato piacere o dolore. Era sudatissimo e muto. Come se quella nostra doccia non l’avesse mai fatta. Le sue palle ed il suo cazzo in quegli istanti forse esaltanti, forse angosciosi erano stati tesi fino allo spasmo. Certo era che avevo dato una decisa spinta al suo orgasmo. La faccia non gliela guardai preoccupata com’ero di non danneggiargli le palle. Posai tutto, videocam e folgoretta e presi a baciargli l’inguine e l’ano per tre o quattro minuti. Un po’ di tenerezza era il minimo che potevo dargli. Nel frattempo era venuto anche il giudice in bocca ad Eva che stava ingoiando lo sperma quando io staccai dolcemente ed a malincuore il pisello dalla sua topa e glielo ripulii a dovere succhiandolo anche. Esaurita così l’ultima voglia di sesso ci stendemmo e ci coricammo supini io e mio fratello Mario. A pancia sotto Eva. L’ultima cosa che ricordo è che Giovanni ci aveva messo sopra una coperta a me, Eva in mezzo e mio fratello dall’altra parte, poi dopo aver spento la luce lasciandoci con la sola luce crepuscolare se ne era andato di sotto. I nostri corpi condividevano calore e quiete. Dormimmo due ore filate. Una volta svegli io e la mia nuova amica Eva dopo esserci amichevolmente lavate le schiene e baciate un po’ sui nostri corpi ci vestimmo e ci recammo, come suggerito da un biglietto di Giovanni, dabbasso al ristorante del motel con una certa fame... segno che il sesso ci era piaciuto. Mio fratello quando ci raggiunse eravamo già al secondo. Mangiammo con un appetito da lupi e come tre amici qualunque. Nessuno degli avventori presenti poteva minimamente sospettare quanto c’era stato fra di noi. In cassa ci dissero che il pranzo era già stato pagato dal signore in doppiopetto che ci aspettava all’uscita per riportare noi due a casa. Eva dopo averci salutato ed avermi regalato il dildo doppio che avevamo usato solo un po’ proseguì per conto suo con la sua auto. Noi due nella berlina del giudice riprendemmo l’autostrada per tornare a casa, al paese nostro. Erano le diciotto. La nostra “giornata universitaria” era finita. Il giudice ci lasciò a cento metri da casa. Lui sarebbe salito a casa sua un’ora dopo dato che i tribunali ufficialmente chiudono alle diciannove e trenta. Ero preoccupata per l’aria ancora un po’ pallida di mio fratello Mario. Chiaramente aveva trombato tantissimo. Inutile proporgli altro sesso per quella sera. Tornati a casa nostra gli dissi di mettersi a letto, ai nostri genitori avremmo raccontato una panzana fatta d’influenza e stanchezza in generale quando fossero tornati. Io intanto lo baciai sul pisello mi misi a scaldarglielo con il seno appoggiando la mia testa sulla sua pancia senza dormire. Quando pure avessi sentito il rumore di chiavi sarei andata incontro a mia madre o mio padre informandomi sulla loro giornata. Intanto già cominciavo ad immaginare dei giochini solitari, o con mio fratello, con quel doppio fallo di lattice, tanto più che presto sarebbe venuta a trovarci mia cugina Monica da Roma. Monica si è laureata in lingua francese e se conosce la Francia in cui ha fatto l’Erasmus mi aspetto qualche informazione piccante sui francesi e sul loro modo di fare il sesso. Monica di noi due non sa niente e mi piacerebbe coinvolgerla in qualche giochino fuori casa in cui farei partecipare Mario (che non ha mai visto nudo) con una maschera … l’idea di veder godere mia cugina mi solluccherava da tempo … Non è proprio una verginella neanche lei. Non ci siamo nemmeno mai confidate troppo. Però amo mio fratello talmente tanto che vorrei farlo godere con le vagine più tenere e belle della Terra. Una piccola rivalità tra noi due, me e Monica intendo, esisteva fin da piccole. Ero sempre stata invidiosa del suo seno che stava su da solo, mentre io devo mettere il wonderbra. Avendo sempre spiato mio fratello so che lui la spiava dal buco della serratura ogni volta che andava al bagno nelle rare volte in cui nostra madre la ospitava. L’ultima volta era bellissima e giustamente qualunque maschio ci avrebbe fatto un pensierino di quelli cattivi. La mia idea è sempre stata un innocente incontro di esplorazione sessuale con lei che acconsente; poi la faccio chiavare con mio fratello senza dirle che è lui. Sarà molto divertente farle vedere come mi faccio scopare il culo da mio fratello. Da questo punto di vista Monica è ancora una ragazza (vedremo quanto femmina) pulita. I miei pensieri volano. Adoro sentire l’adrenalina. Sarei quasi felice che ci scoprissero … e se a lei lo confidassi ?! E se poi ci denuncia ai nostri genitori ? Certo farò senz’altro in modo che Mario abbia almeno un paio di orgasmi con nostra cugina. Giovanni mi ha spiegato anche che tra cugini non è incesto, anche se occorre il consenso dei rispettivi parenti per sposarsi. Certo il giorno con mia cugina Giovanni non potrà partecipare; potrebbe essere controproducente. Se vorrà predisporre le videocamere dovrà prima parlarne con me. Cercherò di attirarla nella casa di lui … poi il resto verrà da sé. Giovanni non ha niente in contrario a mettere a disposizione la casa; però ad un patto: confesserò alla videocamera il racconto del sesso con nostra cugina Monica; poi Giovanni con gli spezzoni delle riprese (semi abusive dato che il mio consenso c’è …, ma non è detto ci sia quello di Monica) monterà il video del mio - nostro racconto.
Di questo però, io o mio fratello Mario vi diremo in un altro momento.

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