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Mia sorella Serenella, non solo una commessa. 2a parte


di sexitraumer
05.01.2018    |    17.446    |    6 8.7
"In genere li metto sempre falsi…” “Però nella copia che ho io Serenella si chiama sempre Serenella…” “Sì, un contro-senso ! O meglio, una minchiata del..."
Mia sorella si voltò nella direzione suggerita. Una coppia stava guardando verso di noi, ma non osavano avanzare per discrezione. Vidi mia sorella dir loro con lo sguardo di aspettarla, che si sarebbe mossa lei…
“Amalia, io devo parlare con quei due…non voglio che mio fratello sappia troppo in fondo; baderesti a lui finché parlo con loro ?”
“Tranquilla, vai pure…e tu piccolo ometto non ordini niente ?”
Il cameriere si era avvicinato, visto che il tavolo era cresciuto con gli occupanti, ed io dissi:
“Per me una coca in ghiaccio…”
“A me un caffè corretto, ed un po’ d’acqua, poi ci porta il conto…”
Il cameriere si diresse verso il bar per le nostre ordinazioni; io vedendo che Amalia mi trattava con simpatia le dissi:
“Ma a te su quel giornale non ti ho vista, o sarai nei prossimi numeri ?”
“Impudente !…a casa se fossi mio nipote ti mollerei un ceffone, a scuola ti sbatterei fuori la porta dritto dal preside…cazzo dici ! Io non vengo fotografata da quei fotografi ! Io devo solo scrivere i loro fumetti, e bilanciare chiarezza e volgarità, in modo che ne venga fuori qualcosa d’intellegibile, che venga compreso e arrapi il lettore; altro che quelle fighe con un bel corpo, che lo prendono e basta ! Guarda che non è mica facile scrivere su dei fumetti adesivi, con i tuoi bambini nell’altra stanza che non sai cosa guardano in tv…”
“Scusa, non sapevo di averti offeso…ma se eri amica di mia sorella che…”
“Sì lei scopa perché è piuttosto figa ! Ma è anche una donna comprensiva…che mi ha prestato i soldi per il cardiologo in privato per mia mamma che comincia ad acciaccarsi al primo sbalzo di stagione…comunque guarda qui, bello mio !”
Amalia sorridente si alzò in piedi, aprendo il soprabito e mi mostrò la linea del suo corpo non alterata da un maglioncino leggero ed una gonna dignitosa non certo corta; non proprio di quelle seducenti…ma accontentandosi… Cazzo ! Si sarà accorta che l’ho guardata !?! Due palle sovrapposte, ma sode, e le zinne, quelle c’erano ! Ma era, suo malgrado di bassa statura. I polpacci certo non attraevano, e le calze per fortuna non erano smagliate. Lei mi anticipò dicendomi:
“Snella non lo sono mai stata, e certo dopo due parti non lo sarò più ! Se non divento di ruolo, non potrò permettermi nemmeno la palestra due volte a settimana. Ho due figli maschi, mio caro: uno è proprio piccolo, l’altro sta crescendo, e ha iniziato con le seghe da un po’; se mi spia non lo voglio nemmeno sapere…e sai che ti dico ?!”
“No, che mi dici ?!”
“Tu mi hai fatto la lastra ! “
“Io…”
“Non negare !”
“Tanto non hai idea quanti studentelli mi guardano…ogni giorno, ogni nuova classe !...e se qualcuno quando si spippa pensa a me, mi fa un enorme piacere ! Guarda, se mi chiamassero…forse andrei sai, sì, credo proprio che ci andrei, ma io – ahimé - non seduco ! Tua sorella se hai visto l’intero servizio è ben altro rispetto a me ! Comunque siamo diventate amiche dopo la seconda scopata per la reflex se può interessarti. La redazione le diede il mio indirizzo, e venne a trovarmi preoccupata, ed un po’ agitata…pensa, era convinta che volessi mettere il suo cognome vero nei dialoghi. Le spiegai che i cognomi veri non li metto mai, specie se il posto della scopata è riconoscibile…”
“I cognomi dici ?!...degli attori porno ?!”
“Certo. In genere li metto sempre falsi…”
“Però nella copia che ho io Serenella si chiama sempre Serenella…”
“Sì, un contro-senso ! O meglio, una minchiata del nipote del padrone del negozio !…e le riprese sono state fatte nel negozio dove tua sorella lavora; il nipote del padrone ritiene che, far vedere che nel negozio c’è effettivamente una donna che si chiama così come nel racconto, naturalmente non c’è il cognome, farà guadagnare più clienti…non ne sono convinta; ma tant’è…forse aumenteranno solo molestie e proposte di quelle…”
“Ma gli attori dicono veramente quelle porcate ?”
“Non so. Cosa dicano veramente lo ignoro. Io devo badare a due bambini, i miei figli, e non assisto alle riprese; devo confessare però che una scopatina con quegli attori me la farei, eccome ! Tu Olindo però…non hai ancora capito cosa faccio, vero ?!”
“Sì e no…in verità più no.”
“Vuoi sapere una cosa ? Per te provo simpatia, e sarò chiara…”
“…”
“Io…ecco…insomma…io sono quella che scrive quei fumettacci dei fotoromanzi porno che detto tra parentesi non dovresti affatto leggere…hanno scritto in copertina VM.18, no !? ”
“Lo so che non dovrei leggerli, ma tu sai quanto me che tuo figlio grande se li procurerà lo stesso tra un paio d’anni…come ho fatto io e milioni di altri, no ?!”
“Già, è vero…in quel che dici c’è del vero purtroppo…”
“E il… preside della scuola lo sa ?”
“No di certo ! Ma cos’è ?! Una morale, o un terzo grado ?!”
“…eh, no, non ti arrabbiare, stavo solo…così…”
“Ma guarda che mona, cazzo, eddai ! E non lo sanno nemmeno i miei due figli ! Tanto meno il mio ex marito…ma lo vuoi capire che si arrotonda come si può ! Il mensile che mi passa il mio ex marito copre appena gli alimenti…e poi sul giornalaccio l’addetto al lettering c’è; è nominato dove di solito c’è lo spazietto giallo con scritto direttore responsabile, pubblicazione registrata al tribunale di …etc, etc…”
“Vuoi dire che è lui che si becca i soldi veri?!”
“No. Lui è quello che figura come addetto al lettering, ed è pure iscritto per legge all’ordine dei giornalisti, solo che per scrivere dialoghi di quel tipo è negato! Se n’era accorto suo malgrado anche l’editore. L’uomo che edita il racconto lo ha ammesso privatamente con me: sa scrivere solo parolacce, e verbi semplici…non dico che non ci vogliano le parole sporche; ma dopo un paio di pagine stufano…ed ecco che la mia opera è gradita, per il momento! E il signor tal dei tali, il direttore responsabile, ha avuto la faccia tosta di contattare delle professoresse di lettere delle medie, che essendo letterate saprebbero scrivere le frasi giuste…io sono di quelle che hanno risposto all’annuncio. Si sta creando un certo giro, credo.”
“Sai Amalia, ora ti confesso io una cosa…”
“Quale ?”
“Devi essere molto, molto brava; perché sappi che ho chiesto ai miei amici maggiorenni di comprarmi una copia per me, e leggendo quei dialoghi mi si è intostato in venti secondi neanche…!”
“Grazie del complimento. Però l’erezione nei maschietti al 95% è un fenomeno emotivo, ed io su questo gioco…vuol dire che ho giocato bene allora !”
“…ma ti pagano ?”
“Certo, ma non abbastanza. Sai, l’editore in un certo senso ormai mi sfrutta, e basta! Mi dà una miseria per scrivergli quattro fumetti, poi invece di pagare un revisore del testo, devo fare io pure questa funzione…che stronzo!”
Ed io interessato chiesi:
“E che deve fare il revisore del testo; sono solo fumetti…”
“Fumetti…? Fumetti e basta ? Sai, devo assicurarmi che nello scrivere i dialoghi non abbia inconsapevolmente inserito frasi inneggianti alla pedofilia; la sua – dice – è una casa editrice seria !”
“Serio il porno ?”
“No certo che non è serio; ma in una casa editrice seria questo lavoro, dovrebbe farlo un altro; mentre l’editore, dicendo che si fida solo di me, di incombenze me ne da due: scrittura dei dialoghi e dopo un paio di giorni faccio la revisione. Revisionare da subito è inutile; deve passare un po’ di tempo…me ne dà due, ma me ne paga una. Beh che fai ? Aspetti che la tua coca si riscaldi ?”
Finii di bere la mia coca cola, che in effetti si era riscaldata, e feci anche per cercare il portafogli, ma Amalia mi prevenne:
“Pago, io. Sei mio ospite !”
Non sapevo cosa dire; se c’era una cosa che Amalia sapeva fare effettivamente era una normale e garbata conversazione da letterata qual era: questa gentile trentenne (speravo) mi aveva intrattenuto al tavolo di un caffè all’aperto, mentre mia sorella parlava più lontano con una coppia: per quanto potevo vedere era una coppia giovane, con meno di quarant’anni; lei era bella e formosa anche se occultata dagli occhiali da sole. Quando tornò Serenella ci congedammo da Amalia; un po’ mi dispiacque; ci avrei voluto passare più tempo. Tornando da soli verso casa dissi a mia sorella se era possibile vedere Amalia di nuovo, e lei mi rispose di non provarci con Amalia perché non era la tipa che poteva permettersi dei guai andando a letto con un minore degli anni diciotto; non mi stava promettendo niente, ma se avessi gradito una scopata illegale una tantum, forse un’altra donna di nome Gail avrebbe potuto farmi da amante porca…
“…Gail ? Chi sarebbe questa Gail ?”
“Nella vita civile si chiama Gail Brown ed è una porno attrice britannica; da quel che so ha lavorato molto nel porno italiano, e di scrupoli se ne fa pochi…se glielo chiedo come favore personale te la dovrebbe dare…”
“Sì, ma chi è ?”
“Quella col tailleur che me la lecca, non hai capito chi è ?!”
“Sì, quella che dice al figlio Gustavo di pagarle la corsa …”
“Ti è proprio piaciuto quel fotoromanzo, eh ?!”
“Lì mi sei piaciuta soprattutto tu…con le gambe aperte…”
Mia sorella ignorò la precisazione, continuando:
“Per stasera t’andrebbe di fartela ?! Posso provare a combinare…”
“Beh, prova, prova…io però speravo che la davi a me…”
“Ma se siamo fratelli !”
“Aspettami qui che c’è una cabina…le telefono…”
“Ehi, dico !...”
“Fidati ! Aspetta qui !”
Mia sorella andò a telefonare a Gail, che però mi venne detto poi da Serenella appena dopo la telefonata, respinse la richiesta; disse che l’amicizia non c’entrava niente; in altre circostanze il favore glielo avrebbe fatto, ma non adesso. Lei da qualche tempo aveva appena finito di un problema con la giustizia legato al suo vecchio uomo che usava la sua auto, che adesso non possedeva più in seguito a confisca penale, per piazzare tramite viaggi mirati partite di droga. Lei era estranea, ma anche l’intestataria dell’automobile, ed uscirne pulita le era costato molto in avvocati; adesso lavorava quasi gratis per pagare il suo legale, che essendo tra l’altro gay, non le poteva fare lo sconto in sesso…
“…quindi scordati Gail finché non fai i diciotto…!”
“Aspetta, chiamo Larissa, se conosce lei qualche porno attricetta per la tua età; magari le regalo io una giornata di posa se volesse farti divertire…hai niente contro le mulatte ? Conosco una donnina di ventisette anni costaricana, ti andrebbe ?”
“Beh metterlo dentro, certo. Ma io…sono rimasto arrapato da te !”
“Di nuovo ! Insomma,, Olindo ! Aspetta, fammela fare un’altra telefonata…aspetta…”
Serenella telefonò anche a Larissa che s’informò sulla mia età; Serenella per onestà le disse come stavano le cose, e Larissa le disse che non conosceva alcuna modella disposta a sverginarmi; quella mulatta costaricana la conobbe quel giorno delle riprese, ma non sapeva come rintracciarla; poi le parlò di una certa Mariagrazia che però fu mia sorella a respingere, dato che era tossica e che lavava la topa per le riprese, ma non sempre faceva la doccia. Non aveva un buon feedback…io ero certo che quel pomeriggio non avrei proprio scopato, quando poi all’improvviso mi venne un’illuminazione per provare a sfruttare la situazione a mio vantaggio, possibilmente esclusivo…o la va o la spacca pensai mentre Serenella generosa nel mio voyeurismo, ma perplessa verso l’incesto fissava il vuoto sperando che mi passasse la voglia di chiedere una scopata piena…
“Stavo pensando Serenella…”
“Cosa ?”
“Io torno da papà e mamma; ad un certo momento fingo un malessere, e tento il suicidio…mi faccio salvare…poi in pronto soccorso racconto di te che fai il porno, ti sputtano per quella sega divina che mi hai fatto quel pomeriggio, e racconto ai medici dei pompini che dici di aver fatto, anche se pochi, a papà in certe circostanze…io sono ancora minorenne…il tribunale dei minori manda i suoi…insomma…investigatori, a spelucchiare a casa nostra…magari anche i carabinieri…potrebbero far scattare le manette, ai tuoi di polsi…insomma saresti in grado di assorbire lo sputtanamento ?!...T’immagini il casino di mamma, che ha lo scazzo facile !...l’incesto, mi hanno detto gli amici grandi che fanno giurisprudenza viene perseguito solo se ne deriva pubblico scandalo…con quello che mi hai confessato hai voglia a scandali !”
“Non parlerai sul serio ?! Mi stai ricattando…”
“Più o meno ! Siccome i nostri vecchi dicono che devo tornare a scuola domani, abbiamo solo tre o quattro ore ! Se torno deluso a casa nostra…insomma te la senti di rischiare? E se mi chiedessero perché da domani potrei fingere di stare male e non andarci a scuola ?! Per paura d’incontrare i miei amici che forse sapranno già di quel porno…e se per l’imbarazzo andassi a sbattere con lo scooter ? Certo a bassa velocità…”
Il mio ricatto procedeva a ruota libera anche se non avevo alcuna idea di come tentare un suicidio…tantomeno avrei rovinato lo scooter con uno scontro “addomesticato” contro un palo…mia sorella fissava il vuoto davanti a sé mentre camminavamo…stava cogliendo solo ora le pericolose implicazioni delle sue generose bravate di sesso in famiglia. Papà, se la storia di quel pompino era vera, probabilmente non si era mai sognato di ricattarla per avere altro; pur avendo saputo che mia sorella Serenella era una brava…troia dentro di sé…naturalmente…dopo un paio di chilometri ci fermammo ad un’altra cabina telefonica; mia sorella mi disse di allontanarmi; ma di restare in vista; tre metri circa erano sufficienti. Parlò una decina di minuti, poi fece un’altra telefonata chiamando un taxi…che arrivò dopo un’altra decina di minuti…mia sorella parlò col taxista mentre ci accomodavamo dietro…
“Al motel Agip del raccordo, uscita nord, la otto; sa dov’è ? Non dovrebbe essere molto lontana…”
“Arriveremo in venti minuti. Allora andiamo ? Il ragazzo è con lei ?”
“Sì. Andiamo.”
Durante il tragitto Serenella fu mutacica, e mai una volta cercò il mio sguardo. Il taxista, che i cazzi suoi non se li faceva, provò a conversare con Serenella ignorando me…
“Mi sa che voi non siete turisti, vero ?”
Mutacica con me, e loquace con il taxista impicciuso…
“No infatti; sto accompagnando mio figlio al motel, dove ci aspetta mio marito lo deve portare al ritiro della squadretta; preferisco che lo accompagni lui. Io devo lavorare…e poi il calcio è uno sport maschile !”
“Sa, quando l’ho vista mi era sembrato per un attimo di averla già vista da qualche parte; ma forse era solo una somiglianza, mi scusi, sa.”
“Si figuri ! Di sosia al mondo ce ne sono ! Siamo cinque miliardi in fondo…”
Ebbi dei pensieri angosciosi: il taxista era un padre di famiglia come il nostro; e se anche lui aveva letto il porno dove io ho trovato mia sorella commessa troia del negozio in centro…quel taxista per forza che l’aveva già vista ! Serenella, invece ostentava disinvoltura e poco interesse per la cosa, sorridendo al taxista “fisionomista”; ignorando me gli domandò:
“I suoi figli, se ne ha, giocano a pallone?”
“Sa, ne ho uno che odia il calcio ! Preferisce il canottaggio; il pallone non lo attrae…”
“Suo figlio gioca al calcio invece? Che ne dice signorino ?! Che ruolo ha ? Difensore, attaccante, libero…”
“Centromediano. Ma corro poco…oggi è la volta buona che mi scartano…solo che il mister queste cose le fa solo dopo un attento allenamento…quindi…fino a dopodomani quando mi diranno se posso o no restare in squadra mi tocca fare gli allenamenti…”
“E sono duri ?!”
“No. Duro semmai è recuperare tre giorni di studio e di assenza. La prof di lettere ha il rimando facile con gli studenti “comandati alla partita”…
“Ehhhhh…fossero questi i problemi !...”
Mia sorella grande come fosse mia madre s’intromise…
“Beh me lo lasci dire a me che con le prof ci parlo ! Gli fanno la morale dopo ogni assenza: …per la serie: hai voluto la bicicletta…pedala !”
“Ah, siamo arrivati vedo…ci lasci prima dell’ingresso…vicino le benzine…”
“Come volete signora.”
Il taxi si fermò e mia sorella gli diede ventimila lire; la corsa ne era costata sedicimila…da donna adulta disse:
“Tenga il resto.”
“Grazie”
E il taxista ci lasciò alle benzine. Mia sorella ed io ci dirigemmo dove c’erano persone col furgoncino al rifornimento per reggere la nostra balla fino a quando il taxista non se ne fosse andato…poi in silenzio mi fece cenno di seguirla fino al motel; alla reception chiese una camera tripla, col matrimoniale, e dovetti cacciare la carta d’identità mia insieme a quella di lei. Il concierge chiese:
“Per quanto tempo ?”
“Andiamo via stasera ? Quant’è ?”
“Settantamila; fino a domani a mezzogiorno…”
“Sta bene. Eccole, regoliamo adesso. Senta per le nove di sera gradiremmo un taxi…”
“Lo troverete. Buona permanenza. Stanza 116, primo piano; si accede dal secondo corridoio a sinistra. Questa è la chiave.”
Mia sorella la prese e mi rivolse la parola la prima volta da quaranta minuti.
“Grazie. Andiamo su…”
Quando arrivammo nella camera e chiudemmo la porta dietro di noi, le chiesi:
“Perché non ci ha chiesto se eravamo madre e figlio ?”
“Madre o sorella non lo riguardava! Ma dai documenti sa chi siamo e dove abitiamo…starà a te d’ora innanzi a tenere bene la bocca chiusa, soprattutto con i nostri vecchi, e i tuoi amici pornofili…”
“Beh cos’è quella faccia ?! Non volevi scoparmi ?”
“Certo…certo…”
“Ah senti, io non sono certo una verginella timida dietro…però non sono sgombra. Vedi di non lamentarti se peschi qualcosa che non ti piacerà…”
“Ecco…io…”
“Mi spogli tu o lo devo fare io…?! Vuoi fare la doccia assieme prima…? Così almeno si scopa puliti…”
“Prima scopiamo, poi la doccia, e poi scopiamo di nuovo…”
“Abbiamo solo tre ore, tre e mezza al massimo ! Non farai faville se non ti riposi tra l’una e l’altra marchetta lo sai ?!…”
“Spogliati qui ! Adesso…”
Mia sorella maggiore eseguì con fredda professionalità, come se dovesse posare e scopare per la reflex di Larissa, la sua fotografa particolare…che però non c’era: eravamo solo noi due…
Lasciò cadere le sue mutandine sulla moquette pulita, sganciò la lampo e si tolse anche la gonna. La sua camicetta copriva metà della sua bella figa col pelo…le feci cenno di tirare le tende o abbassare la persiana…godetti la vista del suo culo mentre dandomi le spalle calava la persiana…accendemmo la luce elettrica…tornata verso di me e piazzatasi di fronte, senza incrociare il mio sguardo sbottonò anche la camicetta, e riuscì a sganciare da sola anche il reggiseno, che stava cadendo da sotto il corpetto color avana chiaro. La tetta sinistra uscendo dalla scollatura del corpettino mostrò il capezzolo, quel capezzolo che sfioratolo mi fece venire quando mi fece quella sega a casa…le feci cenno di togliere anche il body ed eseguì: ce l’avevo davanti completamente nuda…
…mi spogliai rapido in un minuto scarso pure io…e quando mi avvicinai per leccarle la fica mi fermò…
“Non mi hai dato il tempo di lavarla…sei sicuro che ne reggi l’odore forte…ormai ha mezza giornata…”
“Che ne so ?! Fammi provare…”
Appiccicai la bocca al suo sesso tiepido; l’odore era forte, era vero ! Forse un’insaponatina ci sarebbe voluta…ma l’avevo desiderata talmente a lungo che mi misi a leccarla rapido in mezzo allo spacco, poi, pelo o non pelo iniziai prima tutta la parte destra, poi tutta quella sinistra; poi scesi in basso e iniziai a rileccarla verso l’alto…Serenella, respirando normalmente mi diede delle istruzioni:
“Lecca più in alto, dove ti metto il dito. Guarda…”
M’indicò con precisione dove voleva essere leccata, e subito iniziai di lena…
“Ahnn, piano, piano ! Devi leccare piano se vuoi farmi godere…su, se ne hai voglia leccala…!”
Leccai come mi aveva detto lei, e già che c’ero le strinsi ambo le natiche…la presa le piacque…iniziavano i suoi rantoli…i suoi respiri…
“Uhmmmm, ahnnn ! …Uhhmmm, sì, lecca lì…non ti fermare Olindo, non ti fermare !...Ohhhhhh, ohhhhh…continua con la lingua, continua…se vuoi che ti bagno, continua…
La giovane fica di mia sorella si stava eccitando e gonfiando appena percettibilmente. Io continuavo con la lingua in cerca di qualche saporino esotico, al miele salato come dicevano quei giornalacci che amavo leggere…linguavo, linguavo, e cominciavo a sentire il fastidio del pelo, non appena ne fosse discesa la bavetta ero pronto ad assaggiarla…cominciavo ad aver bisogno di respiro io adesso, ma cazzo, quand’è che cola…?! Serenella agendo sopra i miei capelli, mi faceva capire dalla presa se gradiva o meno i miei passaggi…
“Ahnnn…ohhhhh, continua, ti piace ?!...Uhmmm continua, dai…ahnn, ahnnnn…ahnnn!”
Strofinai il mio naso caldo verso il suo clitoride, e fu una mossa azzeccata…le scappò un urletto, appena smorzato…
“HAH ! Sìiiiiiiiii !Ahnnnn, ahnnnnn, ahnnnnn…porco ! Fammela bagnare…porcoooohhhhhhhh !”
La bavetta non voleva uscire… e ormai un po’ di sesso orale lo volevo anch’io…lei staccatami la testa si abbassò sul mio cazzo. Si era già eccitato, ed era dritto. Mentre i suoi capelli mi solleticavano l’ombelico mi sentii scappellato con decisione, e la sua bocca calda e salivosa si chiuse sul mio glande. Iniziò il mulinello tra i lobi della cappella e i passaggi di lingua al centro…sensazioni intensisissime…trasalivo ! Il cuore sembrava volermi uscire dal petto…trovai la forza di dirle:
“Basta o ti vengo in bocca…ti prego...bastaaaaaaaaaahhhhhhh…”
“Non vuoi venire ?”
“Sì, ma te lo voglio mettere dentro la figa…ahhhhhhhh !”
Mia sorella si stese sul lettone, e allargò le gambe facendomi segno di entrare; con la sinistra si aprì la figa, e mi mostrò dove introdurlo senza guardarmi in faccia…chissà perché non ci riusciva…pochi secondi per riscappellare, e poggiato sopra il glande del mio cazzetto indurito, mi lasciai cadere dentro di lei…entrò subito…ed il mio cazzo seppe finalmente cosa erano i liquamini interni di una donna eccitata a dovere…capitai con la testa sopra le tette dure di lei. I capezzoli rizzati come soldatini…azzardai dei succhi a entrambi cercando di sentirne il latte…succhiai con troppa forza, le vidi una smorfia di dolore, quindi le baciai solo le tette mentre il mio cazzetto rischiava di uscire dalla sua figa bagnata e calda, tanto calda…tirai fuori la lingua e le chiesi la sua…chiuse gli occhi e me la sciabolò a mezza’aria. Riuscii ad intercettarla e a sovrapporla alla sua meno di dieci secondi…poi se la fece tornare in bocca…partii al trotto: avanti ed indietro col mio bacino aggiungendo baci al suo corpo dove capitava…fuori e dentro, fuori e dentro…respirava ampio…e mi eccitava ancora di più…
“Ahnnn, Ahnnnn! Ohhhh, Ahnnn, ahnnnn ! Ahnnn !”
“Oh, ahn ! ahn sì te lo do tutto, sì ! Te lo do tuttoohhhhh….hoh…Sere…che figa che sei ! Non credevo…ahnnn, ahnnnn fosse così…belloohhhhh….vengo Sere, vengo…”
Lei purtroppo senza guardarmi in faccia né baciarmi, e mi sarebbe piaciuto durante la congiunzione, m’incoraggiava a sborrare…
“Spara, dai ! Sborra Olindo, sborrami tutta…sì, ahn! Sì ! Ahnnn ! Ahnnnn ! Ahnnnn! Dai ! Su ! Esplodi, dai…vienimi dentro…sì ! Uh ! Sì, dai ! Sì…dai ! Uhmmmm ! Ahnnnnn ! ”
La sua figa mi sembrava sempre più bagnata, e sempre più calda al centro della cappella; tirai ancora una decina di colpi, poi… quando ero sicuro che stavo per venire mi carezzò le pallette indurite…e…e…venni sparando una ventina di colpi dentro di lei…le sparai dentro il mio sperma fregandomene se finiva incinta…le mie pallette comandavano loro, ma si stavano sgonfiando. Io il mio cazzetto dentro di lei non lo volevo togliere adesso che la sua calda figa si stava raffreddando; persi i sensi tra le sue tette…poi quando mi svegliai era passata un’ora. Si era lavata, ma mi stava ancora aspettando con l’asciugamano di cotone che le avvolgeva il corpo. Fredda mi disse:
“Ti sei svegliato, finalmente…!”
“Che ora è ?”
“Le sette meno dieci; hai dormito poco meno di un’ora…profondo ! Non riuscivo a svegliarti…”
“…”
“Beh, cosa vuoi fare ?!”
“Voglio rifarlo…”
Mi toccò le palle e mi facevano male…
“Lo immaginavo…vai sotto la doccia; ti rimetterai a nuovo e anche le palle ti sembreranno riposate e forse pronte per un’altra sparatina…”
“Serenella !”
“Portami tu in bagno; prendimi per il cazzo come fanno sui giornali…”
“Vuoi che ti prendo per il cazzo ?”
“Sì. L’ho visto fare sui porno…”
“Alzati allora, che aspetti ?”
Mi alzai nudo e mia sorella prendendomi per il cazzo mi portò in bagno per la doccia e la piscia…un po’ avevo sentito male, ma lei riuscì, diciamo, a modulare la presa senza staccarmelo, e a farmi fare quel paio di metri…fino al rettangolone della doccia…
“Lavati tutto, io ti aspetto fuori…”
“No, resta !”
“Stai tranquillo ! Non me ne vado…”
“Lascia la porta aperta !...”
“Va bene…diffidente !”
Mi feci la doccia come mi aveva chiesto lei ed uscii dal bagno che non ero nemmeno asciutto; avevo fretta di un’altra congiunzione…mia sorella seria, non quando mi sparò una sega che se la rideva…mi disse atona, senza tradire alcuna emozione:
“Vuoi di nuovo la fica, o il culetto stavolta ?”
“Non hai paura a darmi il culo ?”
“Non ce l’hai grosso come quello del fotoromanzo; non posso garantirti che lo sentirò, ma ti prometto una sborrata piena anche dietro, o con quello che ti è rimasto…”
“Dici che dovrei scegliere la fica ?”
“Per me è indifferente; fino alle otto e trenta ti darò qualunque buchetto; ma la partecipazione cerebrale non puoi pretenderla…visto che sei mio fratello…ricattatore !”
Guardai la serietà del suo volto, poi mi avvicinai e la riempii di baci sulla guancia e sul collo; mi lasciò fare, e mi fece pure qualche carezza; baciò anche me negli stessi posti dove l’avevo baciata io; ma sorrisi niente…io ruppi gli indugi:
“Voglio provare il culo !”
E lei come se stesse parlando a Larissa mi disse seria:
“Vuoi alla pecorina o di fianco ?”
“Pecorina !”
Assunse la posizione tenendosi l’asciugamano intorno al corpo. Mi diede delle istruzioni anche stavolta:
“Aprimi e chiudimi le chiappe, più volte…guardati bene il buchetto, a lungo, e menati un po’ anche il cazzo ! Quando sarà il momento ti dirò io cosa fare…per entrare al culo dev’essere duro ! Fai con calma…aprimi anche il buchetto e osservalo; l’arrapamento non tarderà ! Su, avanti ! Togliamoci anche questo pensiero !...ah senti ! La cacca l’ho fatta mentre dormivi, ma non so quanta ce ne sia ancora dentro…! Su, non fare il timido…aprilo e chiudilo con le mani; poi ci ficchi il dito !”
Feci come mi aveva detto lei, per un paio di minuti aprivo e chiudevo e soprattutto lo guardavo; il mio interesse crebbe perché mentre mi menavo il cazzo per una nuova erezione avevo avvicinato la bocca, poi le labbra per baciarlo; ce li diedi per un buon minuto…poi morbosamente tirai fuori la lingua e cominciai a lambirlo sulla carne e le striature…azzardai un affondo nonostante l’odore…poi due affondi, poi tre…glielo leccavo delicatamente come avevo fatto con la fica e Serenella per il solletico piacevolissimo le scappava qualche rantolo…
“Ahnnnnn, maiale ! Mi stai leccando lì….porco ! Uhnn ! Ahnnn ! Uhmmmm ! Porco…! Dai che mi piace, porco …lecca porco, lecca !...uhmmm, ahn !”
Leccavo dopo averle aperto bene le natiche; anche il mio cazzo si stava drizzando, e carezzando la pelle della natica con la cappella cercavo d’indurirlo…Serenella lo sentiva che stava indurendosi; senza guardarmi mi fece:
“Non perdere tempo con il dito…aprimi il buchetto e ficcacelo ! Credo sia il momento !...”
“Ti farò male…”
“No, non mi farai male ! Non ce l’hai grosso…”
“Aspetta ! Un altro paio di leccate piene !...poi entro !”
Ripassai la lingua mezzo minuto senza pensare all’igiene; poi esaltato, lo allargai con le mani, e valutai l’intrusione con la cappella. Lo piazzai più o meno al centro, e scostata una natica in modo che restasse morbida l’altra entrai diretto…
“Tieni !”
“Uhi !...oh !...Eh sì ! Ohi, mi sa che è entrato, controlla…che qui non c’è Larissa a vedere…”
“Sì, sono dentro per metà !”
“Bene ! Ahmmm ! Uhmmmfff ! Spingi, e fai entrare l’altra metà ! Tutto dai ! Respira, e prendimi per i fianchi !”
Eseguii come uno scolaretto disciplinato, e in tre secondi ero riuscito a precipitare contro il suo culo; con le mie pallette che sbattevano contro l’inguine di mia sorella, la quale se ne accorse e disse:
“Bravo ! Sento le pallette ! Così, e ora fai conto di giocarmi a flipper ! Avanti e indietro ! Su !...”
Feci come diceva lei, e cominciai a muovermi. Il cazzo dentro ci restava, ma era tutto tiepido o freddo; certo finché la cappella mi si strozzava contro le sue carni il godimento e l’esaltazione restavano, così come la motivazione a respirare e a non restare fermo…I miei colpi di reni erano diventati ampi e mia sorella, sodomizzata al cento per cento, iniziava a carburare…
“Ahnn ! Ahnnn ! Ahnnn ! Dai, ahnnnn ! Non ti fermare mai ! Ahnn ! Sìiiiii ! Ahnnn, ahhhh !”
La mia esaltazione sessuale crebbe quando l’asciugamano le scivolò dal corpo mostrandomi la sua schiena che s’inarcava per i miei colpetti…esaltata dal mio impegno mi fece:
“Prendimi le tette, e stringimele se il cazzo è ben piantato dentro…se vuoi farmi, ahhhn, godere…uhhhh…prendimi le zinne e stringile, mentre mi sodomizzi…dai ! ”
Provai…ma il cazzo se ne uscì fuori…allora lei si mise di fianco, e mi chiese d’infilarcelo di nuovo…essendosi il suo ano adattato non fu difficile rimettercelo dentro, vi riscomparve in un paio di secondi lasciandomi intravedere i suoi seni gonfiarsi per il respiro più ampio mentre la infiocinavo una seconda volta…adesso eravamo di fianco, e le sue tette mi era più facile stringerle, mentre mi muovevo nei suoi intestini…lei faceva mostra di godimento ad ampi respiri; io le leccavo la nuca, e quando ci riuscivo le orecchie dentro…poi trovai la sua zona erogena: leccatine dietro l’orecchio mentre le stringevo i capezzoli tra le dita…un mezzo minuto di frizione e cacciò un urlo di piacere, che temetti che ci avessero sentito nelle stanze accanto…
“AHNNNNNNNN ! Ahn ! Ahn ! AHNNNNNN ! Sììììììììì !”
Il mio cazzo però cominciava a fare male…mi concentrai di più a guardarla mentre soffriva il mio cazzetto dentro il culo, e le mie pallette cominciavano a caricare…finalmente! Le sentivo di nuovo…sudavamo entrambi; forse neanche Serenella sospettava che fossi stato in grado di darle un piccolo godimento di lingua; mantenni la presa sui seni muovendoli talvolta, e provocando in mia sorella un rantolo di disorientamento…
“Ahnnnnn ! Sì !...uhi ! Così mi piace, Olindo ! Che bravo porco !“
Quel “bravo porco” seguito dal rantolo mi esaltò talmente tanto, che partì in un ampio impulso dalle pallette al centro della mia cappella: una sensazione amplissima di piacere che si era trasformata in un istante mai lungo abbastanza, in uno sparo liquido; la mia seconda buttata di sperma di quelle due orette scarse…mentre godevo leccavo il volto mia sorella, e lei stavolta mi ricambiò un po’ di lingua-lingua per indurmi a spararle tutto nel retto. Che bello, mescolavamo fiato, saliva, e carne inzuppati dal nostro stesso sudore. Era passato un minuto dall’ultimo incontro delle nostre lingue, e mi accorgevo che non sborravo più. Avrei voluto restarle dentro, ma c’era il rischio che rimanessimo congiunti per qualche spasmo di reazione, e ci volesse il pronto soccorso per staccarci, con quali conseguenze si poteva ben immaginare. Quando tirai fuori il cazzo dal retto di mia sorella notai che la sua schiena era completamente bagnata. Ne volli leccare via il sudore per assaggiarmela tutta…non avevo erezione, e il cazzo mi faceva anche male; ma non ci volli pensare: le chiesi:
“Voltati, stai supina, e allarga le gambe per favore…”
“Mi sa che lo so cosa vuoi fare…”
“Te la voglio leccare, e massaggiare…ci sarebbe voluto il vibratore nella tua fica mentre te lo mettevo al culo…”
“Cominci a imparare, eh ?! Siamo sporchi, dai…”
“Non rompere ! Allargale…”
“E va bene ! Tieni !”
Mia sorella mi accontentò, e allargò le cosce a forbice per facilitarmi la leccata della sua vulva bagnata dallo stress della sodomia, ma non ancora debitamente eccitata…leccai come un cagnolino cercando il saggio di qualunque cosa venisse da quella vulva stanca…Serenella mi disse:
“Uhmmmm ! Ahn ! Di lingua ci metti una vita ! Fammi venire col massaggio, e poi se ci tieni, leccala !”
Accogliendo il suggerimento gliela presi e gliela massaggiai veloce…e il suo godimento venne in tre minuti neanche…guardando verso la sua fica chiese:
“Ahnnnnn ! Ohhhhhh ! Ahnnnnnn ! Colo ?…sì ?…coloohhhhhh ?…uhhmm, ahn !”
“Slaaapffff, yuhmm, slurp !”
Piazzai la lingua per catturare un paio di bavette, che infatti sapevano di salato; quando finii di leccargliela, in lacrime d’occhi, mi chiese:
“Basta ! Ti prego ! Ohhhhhhh ! Ho goduto, basta !”
Non ne volevo sapere si staccare la lingua…
“Slaaaapfff, slaaaaapfff, slaaaapfff…pfucht ! Slaaapf !”
“Basta Olindo ! Non ce la faccio, ti prego sono stanca…Bastaaaaaaaaa !”
“Un altro po’ …dai…”
“Ahnn , ahhnnnn ! Ahnnnn !Ohhhhhh, ahnnnn ! Ohhhh !HUH !”
“UHMMMM ! Quanto è buona….yuhmmmm, yuhmmmm fluuuuuuurrrrppp “
Quando indietreggiai lievemente la testa per ammirare la sua figa bagnata, e ideare un’altra serie di colpi di lingua, me la prese tra le mani, e me la spostò da una parte, lasciando la mia lingua senza la figa bagnata, e l’illusione di quei sapori carnali; quindi si alzò di scatto per andare in bagno…ancora esaltato guardai l’orologio: erano le otto e dieci…pensai: mezz’ora per lavarci poi dovremo vestirci che arriva il taxi…forse ci scappa un’altra in fica…una sveltina…chissà, vediamo se si mette sul letto seduta…rimase in bagno fino alle otto e venti; quando uscì si era lavata; provai a prenderla di nuovo, ma mi respinse dicendomi:
“Lavati tu adesso, che il taxi arriva…ci aspettano sotto per le nove !”
“Facciamone un’altra, dai !”
“Ma dai che ?! Mi fa male la fica…non mi va di farci entrare niente più per stasera…”
Cercai d’introdurle il dito nel culetto, ma respinse anche quello…
“Fila ! Già tanto che te l’ho dato senza preparazione…e fatti il bidet !”
Entrai in bagno, ma feci solo una doccia col bagnoschiumetta in dotazione. Uscii completamente pulito e rimesso a nuovo; mi accorsi che qualcosa faceva male anche a me: erano le palle…mentre mi rivestivo guardai l’orologio; le otto e quaranta; tentai egualmente:
“Mancano venti minuti…”
Mentre Serenella si rivestiva reindossando la camicetta ancora sbottonata, di scatto le misi la mano tra le coscette calde ed asciutte ormai e le feci perdere l’equilibrio verso il letto. Andai sopra di lei, ed esaltato le strappai il body per scoprirle il seno. La tetta destra era disponibile: succhiai quella con una fame di capezzolo seconda solo a quella di un neonato…Serenella, cercava di resistere, poi si arrese dicendo:
“Ahnnn ! Succhiati stà tetta e poi andiamo…quando te lo senti dritto dimmelo !”
Le baciavo entrambi i seni, per poi tornare sui capezzoli, succhiandoli famelicamente, prima uno e poi l’altro; si rizzarono, ed anche i suoi seni divennero più caldi, sempre più caldi e gonfi dei suoi respiri…con voce rassegnata mi disse:
“Se è dritto infilalo e non badare a me ! Sborra non appena senti che vuoi venire…!”
Era il via libera che aspettavo: lo tirai fuori dallo slippino umido, vedendo che si lasciava togliere le mutandine mi liberai anche delle mie; Serenella collaborò: allargò le cosce e io lo infilai; tanto sapevo dov’era ormai…figa calda e saponata, leccarla sarebbe stato magico, ma non c’era tempo…e anche Serenella me lo ricordò…
“Ahhhnnn ! Basta succhiarli ! Non sono mica tuoi !...su sei dentro ! Carica, dai…”
“Ahnn ! Sì ! Ahnn ! Ohhhh ! Ahnn ! Ahnnnn !”
Andavo freneticamente, dentro e fuori, dentro e fuori…mia sorella mi sosteneva col suo respiro…
“Su, ahnnn ! Su ! Ahnnnn, sì ! Dai, dai ! Ahnnnn ! Ahnnn ! Dai,,,,vieni, vieni !...su che vieni…dai ! Ahnn !”
“Ahnnn ! Sì ! Ahnnn ! Ahnnn !”
Caricavo veloce, non so dove prendessi le forze. La sua fica calda ormai nuovamente bagnata cercava di fare il suo dovere, ma a Serenella faceva anche un po’ male, anche se il mio cazzo non era grosso…presi a leccarla sul collo per avere più sapori di lei possibile; poi affannando dissi:
“Baciami ! “
“No, ahnn ! Dai ! Scopa ! “
“Baciami in bocca…ahnnn ! Mi fai venire…ahnnnn…se….ahnnn lo fai…ahnnn !”
Serenella capì che ci voleva un catalizzatore: finalmente mi baciò in bocca; labbra congiunte, ci cercavamo con la lingua, uhmmmm, altra saliva…bellissimo…mentre mi teneva la testa tra le mani iniziò un mulinello con le nostre lingue, ed io appagato di saliva la corsa finale…
“Ahnnn ! Ahnnn ! Ahnnn ! Ahhhh ! Ahnnnn ! Ahnnnn !”
“Pciiù ! Pciù ! Uhmmm ! Pciù ! Ahnnnn ! Ahnnnn !”
Lei mi baciava dappertutto sul volto, ed io sentivo crescere la voglia di esplodere, e mentre la sua fica si riscaldò di un bel bagnetto caldo al centro della mia cappella ingrossata dentro, e ben avvolta tra le sue carni intime, mi sentii un attimo di paresi tra inguine e palle e poi, non so come, partì lo sparo che mi fece schizzare dentro di lei, una decina di colpi non proprio pieni, accompagnati da dolori alla base delle ormai sfiancate pallette…provai a restare dentro di lei, ma mi fece uscire subito.
“Olindo ! Sono le nove meno dieci…esci, che diamine !”
Le lasciai libero il corpo; avrei avuto voglia di baciarle la fica, ma vidi che non era il caso. Corse in bagno a lavarsela di nuovo nel bidet; io feci la stessa cosa al lavabo…non mi disse nulla. Poi uscì dal bagno chiudendomici da fuori; sfruttò quel vantaggio per vestirsi alla svelta indossando il suo body strappato sotto la camicetta. Le mutande erano troppo sporche per essere reindossate, e le dimenticò per terra, come vidi quando mi aprì, verso le nove e cinque…
“Io vado di sotto ! Vestiti con calma e raggiungimi ! Fine della festa, chiaro ?! Questa è la chiave della stanza, la riconsegni tu. Ricordati di prendere la roba tua ! ”
“Va bene !”
Mi vestii, e scesi dabbasso. Serenella mi aspettava nel taxi che ci avrebbe riportato in città. Facemmo il tragitto in silenzio, poi quando mi stava per riportare dai nostri genitori mi disse:
“Oggi hai pensato di ricattarmi ! Te l’ho lasciato fare…ma non permetterti mai più ! Quando farai i diciott’anni se ci tieni, ti combino un servizio porno. Potrai scopare come il figlio di Larissa, quel Gustavo del racconto…ti accorgerai che non è proprio divertente…adesso preparati perché c’è una cosa che devi sapere…”
“Brutta o bella ?”
“Se ti dico preparati, ti sembra che possa essere bella ?!”
“Ehi…che …”
“Gli ultimi esami medici di mamma non erano di quelli tranquillizzanti ! Dovrà farne altri ad ogni modo…cerca di non farla incazzare per niente ! Che lei la tendenza allo scazzo ce l’ha da sola…! E non azzardarti mai più a provare con me ricatti che parlano di finti suicidi dimostrativi, da mammoletta piangente ! Se mi va di fare il porno e prendere dentro dei cazzoni non sono cazzi né tuoi, né dei tuoi amichetti di sega, chiaro ?! Non raccontare in giro quello che abbiamo fatto oggi, tanto neanche ti crederebbero…!”
“Va bene; ma cos’è questa storia degli esami…”
“Approfondisci con papà: è maschio come te, o no ?! Io poi non vivo più con voi; ora sto in una stanza tutta mia; in un mese mi trasferisco dal mio...futuro marito…ah senti ! Ora che ci penso, per caso hai raccolto le mie mutandine sporche prima di uscire dalla stanza ?”
“No…ora che mi fai ricordare, no…no ! Devono essere rimaste lì…”
Mia sorella ebbe un’espressione di disappunto, che si mutò in un terrorizzato imbarazzo quando le precisai…
“…devo aver dimenticato lì anche le mie ! Che facciamo ? Telefoniamo, se l’hanno trovate…?”
“Che stronzo che sei Olindo ! Con il costo del taxi ti rifaccio l’intero cassetto di casa con le mutande…! Mò chi le trova se ci dà un’odorata saprà cos’è successo in quella stanza di motel !”
“Credo sia il male minore Serenella; su quel porno, col negozio in bella evidenza, sei comparsa col tuo nome originario…e stai a guardà un paio di slippini abbandonati…”
“Abbandonati…e abbastanza sborrati…entrambi…che vergogna…!”
La camminata era finita. La salutai toccandole un’ultima volta la vulva pelosa sotto la gonna; mia sorella tollerò, tanto i nostri genitori non potevano vederci, ma dopo un paio di secondi la tolse; e tornai, scarico sessualmente, dai nostri genitori. Papà era contrariato: avendogli fatto fare tardi gli era saltato l’appuntamento con l’amante per quella sera. Mamma era serena perché era dovuto restare con lei tutto il pomeriggio…neanche immaginavano cosa avevamo fatto io e Serenella… Dissi loro che mi aveva presentato i suoi colleghi, e che mi avevano portato in giro per i pub. Non sospettarono nulla, neanche quando mi chinai per raccogliere una moneta che mi era cascata, e videro, dal movimento dei pantaloni, che non avevo gli slip; dissi che me l’ero fatta sotto, e avevo preferito buttarli via…alle undici di sera tornammo con l’auto di papà a casa nostra. Adesso avevo una stanza in più: quella di mia sorella
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