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Zia Berenice e i folli vizi di una distinta borghese, 2a parte


di sexitraumer
28.04.2020    |    13.851    |    0 6.3
"No sai, è lei che mi ha scoperto a dargliela al patrigno tre mesi fa…si chiedeva perché quest’uomo preferisse me, a sua madre a fine quaranta…parlando..."
“Hohhh, mhmmm…lo sento! …beh, grazie nipote mio!”
“Non c’è di che zia…ma zia, ahhhnnn…ecco l’ultima…a mamma…ah…lo tolgo adesso…ah…dicevo… Thierry, la pagava?!”
“AHNNN…mica male…la sento ancora…eh, oh sì, le faceva dei regali dopo ogni scopata…in genere gioielli, mamma tua agli incontri con Thierry ci andava discretamente ingioiellata…tranne una volta che le regalò un cellulare appena uscito, un Motorola Star Tac…”
“Ma scusa, soldi mai?”
“Sì, certo. Nella loro banca, Thierry e Leòn erano due ricchi finanzieri, e avevano aperto un conto a mio nome, dove versavano un mensile di 40.000 franchi belga a fondo perduto…poco meno di 1000 euro…ci avevano fatto con concedere un bancomat, e una carta di credito a mio nome…e io ho dato entrambe le tessere a mia sorella Jeannine, la madre di mamma tua…tanto io vivevo bene con lo stipendio di Jean!”
“Ma perché non a lei direttamente?”
“Perché prendeva già la pensione sociale, e beneficiava di aiuti statali ai poveri; con quel conto a nome suo, forse la pensione la manteneva…ma poteva perdere lo status di persona da aiutare, sei dell’ambiente anche te! Ne fai di domande stupide! Comunque la carta di credito gliela revocarono dopo sette mesi, arrivò a me la lettera…ohhh mi sta uscendo dalla fica sul tappeto…maledizione!”
Mi misi della saliva sulla mano, e pulii lo sperma dalle cosce, e quello debordato dalla fica della zietta porca…la quale gradì il mio intervento quasi tempestivo…no…proprio in ritardo! Un po’ sul tappeto del salotto, ormai c’era…la zia disse paziente…
“Vabbé più tardi ci svaporo! ...poi come ti stavo dicendo…”
“Pciù!”
Spontaneamente le baciai la vulva, perché alzandosi in piedi me la trovai per intero dinanzi alla faccia, e apprezzò quel gesto tenero…
“…oh grazie!...purtroppo tua nonna, Andrew, un po’ perché tuo nonno aveva preso l’alzheimer precoce, e le medicine costavano, e un po’ perché con quell’improvviso benessere, sai la pensione sociale più il bancomat…insomma, che tu ci creda o no, non s’era controllata con le spese, e lo dovresti sapere anche tu che sei nell’ambiente… la carta di credito fu bloccata…Jeannine s’irritò con me, che credeva gliel’avessi bloccata io…ci litigai quasi, poi le mostrai la lettera della banca…comunque provai a interessarmi di più: lo dissi a Thierry, e mi rispose che era normale…comunque se tua nonna Jeannine avesse avuto bisogno di altri soldi, li avrebbe dati lui stesso in contanti a Pauline, della quale ormai si fidava; non conobbe mai sua madre Jeannine, si fidava di sua figlia Pauline; non le confidava segreti per proteggerla, sai i soldi in realtà li avevano fatti con il commercio di armi a nero… però se Pauline avesse dormito con lui con un coltello affilato sotto il cuscino lui avrebbe continuato a dormire lo stesso…”
“Hai visto mamma…! Ma insomma dormivano assieme o no?”
“Solo pochissime volte, e mai di notte. La moglie di lui, una nobildonna spagnola, amica di non pochi politici qua e là, avrebbe potuto farlo fulminare, se ne fosse venuta a conoscenza!”
“…uhmmm…sembra un dramma da sceneggiato! Ma come li hai conosciuti?”
“Io e Jean mettemmo un annuncio da scambisti. Ci contattò un uomo giovane di nome Leòn, che era disposto ad uno scambio con la sua compagna in quel momento, una figa bionda come me, solo che mi sapeva di escort, più che di compagna; si chiamava Annemarie! No, non era Chantal! Chantal la conoscemmo la prima volta il giorno del video…scopammo contenti dopo pranzo, poi parlammo …ci chiesero qualcosa di noi, e io dissi che diversi mesi l’anno avevamo una nipote che abitava da noi, preferendo Bruxelles a Bruges; insomma gli parlai di Pauline, e gli mostrai una foto in cui era molto graziosa. Leòn disse di portarla la volta successiva, che suo padre Thierry avrebbe voluto conoscerla soltanto. Lo proposi a tua madre, e accettò di conoscerlo. Finimmo per lasciarli soli un paio d’ore nella loro villa. Quello che si dissero apparteneva solo a loro. Non l’abbiamo mai saputo. Comunque dopo quella giornata di conoscenza presso la loro villa Annemarie e Leòn fecero sesso con me e Jean circa tre ore. Cosa fecero la prima volta Thierry e Pauline non lo so. Poi Thierry accompagnò Pauline e noi a casa nostra con la sua BMW …la conoscenza era fatta. Thierry per lei finì per essere figura paterna, e amante. Io accompagnavo Pauline da lui, discretamente due sere a settimana, poi lui la riaccompagnava a casa.”
“Quando si fanno i soldi puoi permetterti di tutto!”
“Beh è una storia tra un anziano che non accettava la vecchiaia, e una …liceale, accidenti!…però mia nipote grazie a noi aveva svoltato! Sembrava che mia nipote avrebbe potuto avere una…forse non buona adolescenza, ma la sicurezza economica al prezzo di quei discreti incontri con il signor Thierry parecchio più anziano di lei…poi il destino si mise in mezzo con quell’incidente aereo…Leòn pagò a me una specie di liquidazione…poco più di 8.800 euro: ne trattenni 1.800 che avevamo avuto delle spese anche noi, io e mio marito …e dissi a mia sorella Jeannine di ritirare, e mettere da parte gli altri 7.000, che non ne sarebbero arrivati altri…”
“Ma nonna Jeannine non ti chiedeva cosa faceva Pauline, con quell’uomo?”
“Pauline andò a trovarla diverse volte, portandosi sempre un ragazzo della sua scuola a Bruxelles, che fingesse di essere il suo compagno; compagno del momento tra l’altro! E così mia sorella non chiedeva …credo che un sedicenne che conobbi anch’io, un italiano immigrato di nome Enzo se lo sia scopato un po’ di volte per assicurarsi la sua complicità davanti ai suoi genitori …poi non l’ho più visto. Boh, se ne sarà tornato in Italia! La voleva invitare al mare in Sicilia dai suoi, ma Pauline, sapendo di essere legata a Thierry, rifiutò sempre…”
“…zia scusa, ma gli ottomila era una liquidazione, o il frutto d’un ricatto?”
Mia zia stavolta s’inalberò…aveva le zinne mosce, ma si gonfiarono all’istante!
“Cosa? Tu madre t’ha parlato di ricatto?”
“No, zia, mamma non m’ha parlato proprio di niente del niente! Che è stata l’amante di quel Thierry l’ho scoperto da te! Oggi!”
“Guarda Andrew, i soldi sono sempre stati nella disponibilità di tua nonna Jeannine! Leòn a modo suo s’era immaginato cosa poteva succedere alla famiglia di mamma tua, una volta che suo padre non versava più il mensile…ma lui non era innamorato di mamma tua, ma di Chantal, che però non sposò mai…”
“Perché?”
“Perché era una donna comune! Sua madre, la nobildonna iberica, voleva una donna figlia di persone importanti! Di quelle che ci tengono all’albero genealogico! Comunque Andrew, se avessi saputo che pensavi al ricatto, non t’avrei fatto vedere proprio niente!”
“Non offenderti zia! Io dove circola denaro e sesso…sai come vanno le cose, no?!”
“Quello che so Andrew, è che quei 7.000 bastarono affinché Pauline che viveva da noi a Bruxelles 8 mesi l’anno potesse andare a liceo, certo, senza permettersi lussi: niente vacanze estive, e solo la gita scolastica, o i viaggi della chiesa…”
A quel punto baciai e abbracciai mia zia, sperando che mi avesse perdonato per la mia gaffe…e lei dopo essersi tenuto quel bacio, accettando le mie quasi scuse non pronunciate effettivamente, riprese a parlare…
“Certo, se quel signor Thierry fosse sopravvissuto chissà avrebbe potuto diventarne l’amante, o fare dei viaggi insieme a lui quando non si spostava con la moglie…”
“Senti, zia…scusa non mi permetterò più…mi hai mostrato come scopava mia madre all'epoca del liceo, partecipava ai vostri scambi…! Beh, a tuo marito non lo fecero scopare quella volta?”
“Sì, lo fecero scopare! Lui avrebbe desiderato Chantal, che era molto bella, giovane ed in carne…ma né lei, né Leòn erano dell’idea di farlo chiavare… a Chantal non interessava conoscere Jean sotto quel profilo …forse non gli piaceva a pelle, boh! Leòn gli fece cenno di aspettare, poi chiamò al cellulare una squillo, che arrivò in meno di venti minuti…intanto dato che la signorina in arrivo non doveva vedere il vecchio Thierry con Pauline, loro due si erano recati in un’altra stanza lasciando il salotto…la squillo era una svedese mora, molto carina…quel Leòn ne aveva avute di conoscenze! …era proprio signore! Doveva scopare anche il mio Jean! Quindi la presentò: si chiamava Anita…aveva meno di trent’anni, a vederla era una fica pulita, una di quelle troie d’alto bordo, che di fatto scelgono loro il cliente…”
“…e come finì?”
“Arrivò presso la villa introdotta dalla servitù, che poi scomparve…un bel figurino coi capelli a caschetto, dalle forme snelle ed armoniose…la tipina da rivistina…un filo di trucco ed era già bellissima…”
“…dimmi zia, dimmi…”
“…e poi dopo che la informarono che avrebbe dovuto chiavare con mio marito…aspetta dovrebbe esserci il file a parte, aspetta…ah ecco…ora lo mando…ecco guarda Andrew…Anita si è messa degli occhiali fumé per non essere riconoscibile, e Chantal ha preso la videocamera…vedi, mio marito la sta toccando…e lei si è diretta verso il divano affinché mio marito le guardasse il culetto, poi si è seduta sul divano allargando le gambe affinché potesse leccarle la fica, ben pettinata…ecco la vedi?! Guardala! …sai, una scopata con questa te la pagherei volentieri Andrew, ma non so dove trovarla, e comunque stiamo parlando di 30 anni fa…mio marito era rimasto deluso per non aver potuto scopare Chantal, e mi fece cenno di lasciar perdere la camera da presa…andai verso Chantal e le feci cenno di non riprendere… dissi a mio marito che ero disposta a fare qualcosa di piccante con Anita assieme a lui…intanto Leòn e Chantal avevano preparato un drink…e vedendo che mio marito m’ignorava, attratto dalla leccata di fica a Anita, mi feci servire da Leòn un drink anche per me…! Alle 23,00 ce ne siamo andati. Altri incontri collettivi non ce ne furono. Io accompagnavo, e andavo a prendere Pauline quel paio di giorni a settimana che incontrava Thierry…mio marito Jean e Leòn non si parlarono più, e quando Jean mi accompagnava in banca restava deluso: non ebbe più occasione d’incontrare Chantal…ma io gli ricordai più di una volta che Chantal era la compagna di Leòn, ma non lavorava necessariamente nella sede della banca in cui quei due signori, ci avevano aperto un conto…Chantal per lui fu una scottatura!”
“Comunque, dopo che tuo nonno fu ricoverato per l’alzheimer, un paio d’anni dopo Jeannine perse la casa. Che io sappia se la prese la banca…”
“La casa di suo marito malato di alzheimer era già ipotecata…ho provato a salvargliela, ma era troppo esposta, e non potevo rischiare di perdere la mia di casa, a Bruxelles, così mi sono offerta di darle una mano con Pauline…”
“A me mamma disse che era tornata a casa, dai suoi, che non pagava affitto…”
“Oh certo, era tornata a casa, ci era rimasta dieci giorni, poi alle prime liti con sua madre che era convinta che la figlia si fosse messa d’accordo con me, per spossessarla della casa, non riuscendo a persuaderla del contrario, se ne tornò dapprima casa sua, dove aveva vissuto con te in affitto, per qualche tempo, poi a Bruxelles, da noi…eravamo soli e la sua compagnia non ci dispiaceva, ma non stava bene. Aveva lasciato l’appartamento in affitto quando si licenziò dallo studio legale, ma tu stavi già con la famiglia affidataria…”
Intendiamoci, le rughe di zia Berenice non attraevano certo, nemmeno me che al sesso in famiglia ero avvezzo, tuttavia, mentre fumava dopo l’amplesso, mi confessò un altro paio di cosette…
“…ma anche tu fumi zia?”
“Sì, solo che l’avevo sempre fatto di nascosto da mio marito contrario al fumo da sempre, e da mia nipote tua mamma, che però fumava anche lei, e non so se lo sapesse…ora sono vedova e sono libera di fumare quando voglio! …senti, domani verso le tre del pomeriggio, potresti passare? ... ti lascio le chiavi, così non suoni. Verranno degli ospiti verso l’una, che ho rimorchiato on line una decina di giorni fa…sono dei ragazzi, il più anziano avrà sedici anni, lui ha detto diciotto, e io ho finto di credergli; sono cinque in tutto. Li ho chiamati perché voglio togliermi la soddisfazione di una gang bang completamente nudi, e voglio che mi riempiano di sborra dappertutto…desidero essere nuda: vedranno le grinze del ventre e le tette cadenti…speriamo gli resti dritto…dovremmo finire verso le tre; beh, no…forse le quattro, quattro e mezzo! Sono pure sempre ragazzi: alle loro famiglie diranno che avevano orario continuato straordinario, per il recupero dei crediti scolastici… li riceverò o sul letto, o in salotto, ora non so…dovresti assicurarti che non rubino in casa…non sono secchioncini tutti compiti, famiglia e catechismo…io dirò che sei mio figlio, e quando dovranno andarsene sarai socievole con loro offrendo loro da bere…l’unico posto dove potranno allungare le mani sarà il mio corpo…carta bancomat e libretto degli assegni li ho già nascosti…in casa tengo solo 70 euro…”
“Te la fai con degli adolescenti?”
“Non proprio! Quello di sedici anni l’ho dovuto pagare, 160 euro! Gli ho già ricaricato la sua prepagata; gli altri avranno la possibilità di sbattersi una settantaquattrenne senza dover pagare…sono i miei ultimi anni Andrew, e ho voglia di gioventù, sennò non t’avrei chiesto di sborrarmi la fica…se l’anno prossimo avrò i soldi, mi faccio togliere le grinze dalla pancia, e un interventino al seno…”
“Quanto ti serve zia?”
“38.000…”
“Mi dispiace zia, non li ho…sono tanti, sai.”
“Lo sapevo Andrew, tranquillo. Proverò a ipotecare l’appartamento…vedi se puoi trovarmi una banca generosa…a dirla tutta probabilmente non arriverò a ottantaquattro anni…ho fatto una tac al cervello, per curiosità…la vuoi vedere?”
“Hai fatto una TAC?”
“Sì, ho avuto un’assenza l’altro giorno…o forse la settimana scorsa…eh no…no…non era la settimana scorsa, no…mi hanno portata al pronto soccorso, mi hanno fatto degli esami, sì o no ...beh sì, credo…sì…sì…”
“Hai degli esami zia?”
“Sì…li ho messi in uno shopper, questo me lo ricordo…guarda in cucina…vuoi?”
“Vado a vedere…”
…poi tornai da lei in salotto; mi aspettava come se niente fosse, serena…
“Mi sa che li ho trovati…sono questi?”
“Trovati cosa Andrew?”
“Gli esami che ti hanno fatto zia…”
“Ah, sì…sì sì ne stavamo parlando, vero?”
Li lessi: in breve la zia aveva avuto dei TIA…ossia attacchi ischemici transitori…per forza non ricordava!
“Dicono che ho avuto dei mini ictus mentre parlavo col medico di famiglia…a dire la verità non mi ricordo niente, il vuoto…potrei avere anche altri ictus anche piccoli, invece spero solo che quando sarà il mio momento sia uno, e risolutivo! Così me ne vado, e basta… ma quel che mi resta – questo me lo ricordo John! - voglio chiavare come una gran puttana…”
“…Andrew, zia…Andrew…senti per i soldi vedrò che posso fare con la banca…però sono perplesso per un’altra cosa…domani forse qualcuno di quei ragazzi rimarrà deluso, speriamo non traumatizzato…non vorrei ti picchiassero…”
“Andrew! Una donna tutta buchini e respiri, da sbattersi gratis, credi che mi tortureranno o mi uccideranno? Guarda aspetta...”
Si alzò dal letto e andò in un’altra stanza; l’ennesima sorpresa; mia zia possedeva una pistola!
Chiesi sorpreso…
“…e questa?”
“È una pistola da borsetta; a due metri è letale, ma non è precisa…me la regalò un certo Albert, un amante trent’anni fa quando iniziai, prima che diventassimo scambisti, a ricambiare le corna a mio marito…mi disse premurosamente di mirare sempre alle gambe, senza colpo di avvertimento che ti ha sfiorato di precisione, come nei film…m’insegnò anche ad usarla, sai…”
“Quindi non è dichiarata! Contrabbandata, vero? Liberatene! Magari ci hanno commesso già un omicidio!”
“Tranquillo…la terrò dentro un vestito che non userò, fingendo di dimenticarlo in mezzo alla stanza…sai me l’ero portata anche il giorno del video con mamma tua, casomai le cose si fossero messe male, volevo coprirmi la fuga, per me e Jean…tua mamma Pauline lo sapevo che Thierry l’avrebbe protetta in ogni caso!”
“Questa storia della pistola clandestina non mi piace zia! …se anche cercassero di ucciderti, e tu dovessi realmente difenderti, certo vivi sola, c’è la legittima difesa…però è sempre porto clandestino di un’arma da fuoco di cui non sai nulla…”
“Andrew, il mio amante la sottrasse nell’armeria del padre, gli era rimasta invenduta per anni, e anni, e me la regalò, casomai Jean fosse diventato violento con me con gli anni…me la regalò nella confezione originale! Quella l’ho buttata però…”
“…e quel tuo amante?”
“…morto sette anni fa! L’ho saputo dalla moglie, che non sapeva di me. Sai mi è capitato di vedere il lutto sulla serranda del loro negozio. Io credevo fosse morto suo padre, il vecchio titolare.”
“Zia, la pistola non mi piace, non mi piace per niente! A proposito è carica?”
“Sì, cinque colpi e la sicura…sono ancora quelli originali…per esercitarmi mi portò lui al poligono, e mi fece fare addestramento con una un po’ più grossa…mi diede un’infarinatura di piccola balistica e mira…sta tranquillo! Nel peggiore dei casi sparerò alle gambe, se potrò…ma andrà tutto bene, Andrew!”
“Dei ragazzi che dopo scuola accettano di sbattersi una settantaquattrenne o sono dei signori del bel godere, o provengono da famiglie disfunzionali! Magari non toccano la madre, ma violenterebbero la vicina di casa…!”
“Andrew, tu hai avuto una mamma disfunzionale! …tutt’oggi non sappiamo chi sia tuo padre…quando lei stessa capì che non poteva mantenerti più, e che era terminale, ti hanno mandato quattro anni in una famiglia affidataria, affinché completassi i tuoi studi in serenità relativa…ma tu con lei scopavi! Non avevi il padre a casa…e con lei hai potuto scopare! …non eri di una famiglia disfunzionale pure tu?! Eppure non credo che hai voglia di uccidere o picchiare, donne attempate allegre…anzi! Proprio puttane come me! ...O no?”
“Zia! Mi hai messo in allarme! Alle 15 in punto sarò a casa tua…spero saranno già svuotati di sborra per quell’ora! Insomma scarichi…”
“Andrà tutto bene Andrew! Sorveglia solo che non rubino!”
“Gli ori dove li hai?”
“Al monte dei pegni!”
“Persi?”
“No, sblocco la polizza il prossimo mese, e me li riprendo! Qui mangio solo io da quando è morto Jean…oh senti, Xavier…ho già previsto tutto: riempirò loro la pancia con dei panini, e birra a volontà, poi mi prenderò la loro sborra…voglio proprio imbiancarmi…e quelli vedrai che torneranno fedeli ed affettuosi…chissà!”
“Mi mostri i loro profili al computer? Mi hai chiamato Xavier…io sono Andrew…”
“Andrew, certo…Va bene, lasciami mettere via la difensora d’ufficio …tanto lo vedo che non ti piace!”
“…”
Intanto che esaminavo il laptop di zia Berenice, lei aveva preparato la scopa a vapore per lo sperma caduto sul tappeto. Dai profili non ricavai niente, metà di loro faccette pulite, quello di sedici anni sembrava il più tosto, forse uno con dei piccoli precedenti, o forse no…il più giovane diceva di avere 18 anni, ma le foto erano in campo lungo, e forse 18 anni li aveva, o un suo amico vero titolare dell’account, o suo fratello o cugino…lui a vederlo più di quattordici non poteva averne…ricapitolando: un diciottenne che ne aveva sedici, un altro solo quattordici, e altri tre che…ah! Uno di loro è una ragazza…avvertii subito la smemorata parente mentre stava svaporando il tappeto in salotto…
“SFUUUUUSHHHHHH…fiiiiii…SFUSHHHHH…”
Seduto al tavolo principale del salotto mi voltai dicendole…
“…zia, non so se hai visto qui…questa è una ragazza! Lei certo non sborra…”
“Si chiama Yvette, è la figlia di una mia quasi-non-amica…nel senso che mi sono fatta il patrigno di Yvette! Non è brutta, ma sembra non riesce a trovarsi un ganzo, dice lei. Nella sua classe sono tutti o drogati o alcoolizzati, e con quei problemi Yvette non li vuole! Vuole esser protetta, non proteggere…dell’istinto materno non gliene fotte niente! Chissà, forse mi è piaciuta proprio per questo!”
“…e tu che c’entri?”
“Le ho detto che avrei organizzato degli incontri di sesso, clandestini a casa mia…con dei maschietti…le ho detto questo: se uno di quei ragazzi avrà difficoltà a farselo prendere in bocca da me, si offrirà lei di prenderglielo, e prepararlo per la mia fica, magari mentre chiava me, la leccherà a lei…dopo che mi avrà imbiancata, potrà farselo lei…un po’ mi ricorda me alla sua età…”
“Uhmmmm, mi sembra strano che non se la chiavi nessuno, non è male se la foto per il sito non è quella di un’amica.”
“No, è lei. Ci ho già parlato in videochat.”
“Gli hai detto che ti sei fatta suo padre? ...”
“Patrigno…del padre non so nulla…”
“SFUUUUSSHHHHHHH…fiiiiiii…SFUUUUUSHHHHHH! ...e smacchiati, cazzo! Ma cos’è questa macchia John?”
“Andrew, zia…sono Andrew…quello è sperma…di poco fa…abbiamo scopato…ti sono venuto dentro, e ti è cascato sul tappeto…se vuoi mettiti a letto! Lo finisco di pulire io…dove hai le spazzole da tappeto?”
“Nella scarpiera figlio mio…dove le terrei mai sennò?”
“…”
“…e perché mi hai interrotto? ...insomma mi sono fatto il patrigno di Yvette…speriamo che stavolta...dai ...sia l’ultima! ...no sai, è lei che mi ha scoperto a dargliela al patrigno tre mesi fa…si chiedeva perché quest’uomo preferisse me, a sua madre a fine quaranta…parlando abbiamo fatto amicizia…mi ha dato il suo numero di cellulare…ah una cosa! La farò passare per mia nipote, tua cugina Yvette…ok?”
“…ok, ok…passerò alle 15, e Yvette è mia cugina…perfetto! Senti, stavo pensando…non è meglio che arrivo a mezzogiorno, poi me ne sto chiuso in un’altra stanza, col computer portatile posso lavorare da qui…non mi faccio vedere, e me ne resto in una delle camere…”
“Forse è più sicuro, ma qui ci sono solo camera da letto e salotto, due stanze e servizi…il bagno servirà…tu passi alle 15, 15,30…con la scusa che ti devi prendere dei documenti da portare dal commercialista, dato che sei mio figlio mi coprirò davanti a te…presentati, ma fa poche domande…poi vai via…ma insomma resta nei paraggi, e telefona mascherando la voce dopo un’ora…sarai il mio commercialista che ha avuto i documenti…se ti dico, sì, erano quelli certo, dovrebbe averglieli portati mio figlio…vuol dire che sta andando tutto bene! …se vedi che va tutto bene, per le 17 li manderò via, che dovranno tornare dalle loro famiglie…non mandare la polizia che la pistola non l’ho mai denunciata…non ho il porto d’armi!”
“Zia, ma quante volte hai fatto questa cosa?”
“Con gli adulti uno alla volta, sempre…la gang bang oppure forse mi farò scopare a turno, ora non so, è una mia fantasia…questa è la prima volta!”
“Ah!”
“Bene! Adesso hai fame? Mangiamo qualcosa, poi vado a dormire…se vuoi incularmi, non ho problemi…ti fai il mio culo in cucina, che poi vorrei andare a dormire sul letto fresco, e piatto…domattina dovrò farmi bella, insomma accettabile, per quattro maschietti sputasborra, a cui ho detto di avere sessantadue anni, e non settantaquattro!”
“Zia al tuo culo direi sempre sì…però per stasera ormai non mi si drizza più per oggi…ma ti ringrazio…io faccio questa cosa per te, tu perché non fai una cosa per me?”
“…dimmi…senz’altro!”
“Se volessi avere una relazione con questa Yvette…pensi di poter mettere una buona parola?”
“Andrew, Yvette vuole un ganzo della sua età che la porti sullo scooter, non un uomo maturo...Pauline, mamma tua era molto, ma molto, carina…facile innamorarsene, ed era gente piena di soldi abituata ad avere tutto! Non è il caso tuo! …comunque Yvette si è confidata con me: vuole un ganzo da presentare come suo alle sue amiche…secondo me s’innamorerà di quello di sedici…e se vedo questo la incoraggerò col sedicenne…tu perché non provi per conto tuo? Yvette lasciala stare…iscriviti a questo sito, e fa amicizie! Se ho trovato io con queste rughe…!”
“Va bene zia, ci vediamo domani…”
“Resta, non hai fame?”
“No, grazie zia…davvero! Ora torno a casa.”
“Ti sei offeso perché non ti raccomanderò con Yvette, vero?!”
“No, zia…no…è che quello che tu farai domani, io vorrei farlo con delle donnine…”
“Tu aiutami domani…se almeno il più grande non è un imbecille, e ha le conoscenze giuste, posso chiedergli se conosce ragazze che possano farti divertire…”
“Zia, sei di un ottimismo disarmante! Domani quello più cazzuto si studierà la casa per sapere cosa potrà tornare a rubare con altri suoi amici…quanto agli altri, qualcuno parlerà con i genitori, e tu sari fottuta alla grande…come desidero sbagliarmi cara zia!”
“Cosa pensi che dovrei fare?”
“Non lo so…cinque giovinastri per casa…”
“Giovinastri! Li conosci?”
“…no…no! Buona notte zia…”
“Buona notte Andrew, allora vieni, domani?”
“Certo…”
Quando m’incamminai verso l’ascensore che mi stava portando al pianterreno mi venne un’idea improvvisa, per cui risalii a dirgliela alla zia…
“…zia! Mi è venuta in mente una cosa!”
“Quale?”
“Tu nel laptop che hai te hai Skype?”
“Certo…chi non ce l’ha?”
“Allora facciamo così…lascia il laptop su skype sempre acceso. Domani verso l’una meno dieci ti chiamo io su skype…mettilo ad un angolo della stanza…prima mi rispondi, poi lo sistemi sempre acceso, come se fossi disordinata ad un angolo del salotto, se decidete di fare in salotto…io certo ascolterò i vostri discorsi…se c’è qualcosa che non va…che ti fanno violenza…lascia perdere la difensora d’ufficio! Ti mando io la polizia!”
“M’innervosisci Andrew, sai! …comunque va a casa adesso…ti prometto che ci penserò…comunque la batteria del laptop non so quanto dura…se lo lascio attaccato alla presa penseranno che li voglia registrare…comunque l’idea non è cattiva, qualcosa c’inventeremo…”
“Passerò a mezzogiorno a sistemartelo, poi andrò via prima che arrivino…ok?!”
In realtà le cose dal punto di vista tecnologico andarono meglio. Comprai uno smartphone economico sul quale installai skype acceso facendo la chiamata di prova col mio tablet…lasciai il telefonino in alto su un mobile nascosto sperabilmente bene tra due libri, e feci per andarmene. Zia Berenice aveva passato la mattina a farsi bella con le creme rassodanti, e a lucidarsi le gambe…non esagerò né con i fondo tinta, né con i rossetti. Aveva deciso che sarebbe apparsa come una insegnante privata che dava lezioni privatissime a degli studentelli dotati…non era mai stata scopata da più ragazzi, che nella sua fantasia li voleva affamati di donna, e di sesso femminile…all’una e un quarto arrivò il primo; come convenuto on line al videocitofono disse “ripetizione” che era la parola per farsi riconoscere…mia zia rispose “quarto piano int.16”

I secondi trascorsero, si udirono i rumori dell’ascensore in avvicinamento, poi finalmente suonò anche il campanello; come sempre un pochinino di batticuore, sia a me (che in realtà non c’ero) che a mia zia Berenice, che me la stavo immaginando. Il primo sconosciuto stava per entrare…io avrei esitato un po’ ad aprire…la zia non so…ma immagino che le cose all’ingresso fossero andate più o meno così…
“Buon giorno…sono Philippe…siete voi la signora dell’annuncio?”
“Shhhhh…non parlare nel pianerottolo…entra, dai…coraggio…”
La porta si richiuse dietro Philippe, mia zia gli diede la mano, e gli disse:
“Piacere di conoscerti di persona Philippe, io mi chiamo Berenice…tra di noi niente formalità…vogliamo passare al tu?”
“Oh, certo! ...bello qui…bella casa…è grande!”
“Accomodiamoci in salotto e parliamo un po’ prima, ti va?”
“Sì, sì…”
Da quello che potevo vedere grazie allo smartphone collegato a skype si sedettero l’una di fronte all’altro…
“Philippe, dimmi sei già stato con altre donne?”
“Signora…”
“Berenice Philippe, Berenice…”
“Allora Berenice…tranne qualche toccata a mia sorella, e una sega da un’amica in classe…no!”
“No? ...”
“Beh, a dire la verità…ecco…sì…mamma me l’ha data…una volta sola però!”
“Bene! Allora ci saprai fare…sai Philippe, ti ho detto di sì solo perché sei molto simile ad un coetaneo di cui mi ero innamorata quando stavo finendo le elementari anni e anni fa…mi ricordi lui! Sei proprio identico!”
“So-sono lieto di piacerti signora! Io però spero che tu sei…insomma io spero che tu sei porca!”
“Lo sarò Philippe, lo sarò…ah senti, come ti ho già anticipato nella chat, non saremo soli!”
“Sì, vengono altri 4, no?!”
“Sì, e una sarà mia nipote, di 15 anni, di nome Yvette…resterà come osservatrice…magari si spoglierà quando lo faremo noi, e se lo vorrà si toccherà, ma voi non la costringerete…intesi?”
“Sì, Berenice…ma a 15 anni, non temi che attrarrà i cazzi per te, verso di lei? Non sarà più bella?”
Zia Berenice ignorò l’eventualità abbastanza probabile delineata dal giovanissimo Philippe, un moretto timido, con poca peluria, ben pettinato e pulito, con un faccino che sarebbe andato bene per un certo ovetto di cioccolato italiano…l’istinto materno suggerì a mia zia di proporre altro al ragazzo…
“Hai mangiato? Ho preparato dei panini…dovresti essere appena uscito dalla scuola, o no?”
“Sì, Berenice…un panino lo gradirei, grazie.”
“Gradiresti vedere un porno, intanto che arrivano gli altri?”
“Hai dei porno, tu Berenice?”
“Sì, sono sempre stata una gran porca…la pornografia l’ho sempre guardata, talvolta letta…quando papà li buttava, io li recuperavo di nascosto, li leggevo toccandomi come non immagineresti mai, poi li facevo sparire…lo mettiamo un dvd, ti va?!”
Philippe toccò il culo introducendo il dito tra le natiche, sia pure tramite la gonna, alla sua interlocutrice, la quale per un attimo fu tentata di tirargli uno schiaffo…ma poi perché poverino? Era lì per questo! Comunque respirò per dirgli:
“…hummm…beh…non puoi aspettare…HOH!”
Il piccolo Philippe alto poco più della metà di lei le alzò la gonna per vedere…e vide delle cosce cellulitiche, delle vene varicose, ed un culo che cascava trattenuto dalle mutande…continuò a ignorare le morbose esplorazioni di Philippe, come un colpo di lingua dietro le cosce, limitandosi a chiedergli ironica:
“Ohhhh…ovviamente mamma tua è meglio di me, vero?!”
“Sì, ma non l’ho vista nuda. Solo in costume…sluuuuuurp…”
“Ma mi hai appena detto d’averla scopata…ah…ahnnn…basta, lecchi dopo, promesso!”
“Sì e gliel’ho pure leccata due volte la pataccona…ma prima di infilarmi nel lettone con lei sola che dormiva, avevo tolto la luce; poi ho chiuso la porta affinché mia sorella non ci sentisse, e mi ero infilato dai piedi, dalla parte opposta, e alla cieca mi sono buttato sulla sua fica…quando ha tentato di accendere la luce, che l’abat jour non s’accendeva, deve aver capito che ero stato io! E mi ha lasciato fare…”
“Philippe, magari non è vero niente…però il tuo racconto mi è piaciuto…ah il dvd!”
Zia Berenice tolse il dvd bianco senza iscrizioni, quello che aveva mostrato a me, e ne mise uno hard del normale circuito commerciale, manco a dirlo pieno di strafighe a go-go…Zia Berenice riprese la conversazione dopo aver offerto un panino a Philippe, per lo meno se mangiava non toccava…
“Allora Philippe, oggi pomeriggio, voglio essere talmente porca, da fare schifo ad una scrofa…”
“…gnammmm…huhmmm…bene!”
“Qualunque cosa tu voglia fare col tuo cazzo, voglio che la fai su di me! I miei buchini saranno i tuoi, o meglio i vostri…non lasciarmi senza sborra!”
“Nessun problema Berenice…ma tu non hai 62 anni, vero? ...gnammm…”
“E tu non ne hai 16, vero? Ho la pancia grinzosa…indossando un corpetto non si vedrebbe, ma io ho voglia di restare nuda, oggi completamente nuda, con voi…”
“Se è solo la pancia…”
“No, Philippe! Culo e tette mi cadono ormai…indossando un corpetto non si vedrebbe, ma io…”
“Hai voglia di restare nuda, completamente nuda…ho capito! Buono il panino…proprio buono…brava!”
“Bzzzzz…srrrrr…bzzzzzz!”
“Vado ad aprire Philippe…”
“Sì?”
“Ripetizioni!”
“Quarto piano, al 16…”
Mia zia tornò in salotto…e disse a Philippe…
“…era una voce femminile, credo sia arrivata Yvette…Philippe, educato, mi raccomando…”
La padrona di casa andò ad aprire, mentre Philippe era già andato in cucina a prendersi un altro panino…
“…!”
“Salve, signora! Mi chiamo Armand…sto cercando madame Berenice…”
“Entra, avanti…”
Il giovane Armand, un tipino non tanto magro, un po’ più in ciccia di Philippe, se avessero avuto la stessa età ben inteso, entrò in casa…dopo aver stretto la mano di Berenice…la zia si rivolse anche ad Armand…
“Allora Armand diamoci del tu, al citofono la tua voce m’è sembrata femminile…evidentemente è nasale e mi sono confusa…Berenice sono io…”
Armand prese la mano destra di Berenice e la strinse, poi le toccò un seno, il primo a tiro, il sinistro…Berenice lasciò che le valutasse il seno con la mano, respirando…
“…Mhmmm…ti è piaciuto Armand?”
“Beh, forse è meglio esser franchi: da vicino sei un po’ stagionata…comunque puoi piacermi anche così! Sì la tetta m’è piaciuta! Ho visto che ti piace che te lo toccano…”
“Grazie della sincerità! ...mhmmmm…vieni che ti presento un altro ospite…dammi la giacca, se gradisci mangiare qualcosa in cucina ho preparato un piccolo buffet…intanto fai amicizia con Philippe…e cercate di non malignare troppo sulla mia età!”
Armand vide Philippe, e gli diede il cinque…iniziarono una conversazione, quando Armand gli chiese…
“Sei anche tu della scuola tecnica Solvay?”
“No, io vado al primo ginnasio di rue de Marais…”
“Ah! E dimmi, è la prima volta per te?”
“Cosa?”
“Come cosa? La gang bang che dobbiamo fare qui…sai la signora vuole una specie di rave di sborra…a te cosa ha detto?”
“Che vuole essere scopata da quattro maschietti…in qualunque buco…bel film questo! Ti stava eccitando?”
“Uhmm, a me eccita solo un corpo di donna, caldo…per me è la prima volta, sì…”
“La femmina è una signora ormai! Non è meglio per te che prendi un altro appuntamento…Philippe?!”
“Voglio provare il brivido di una gang bang…e le sue cosce non mi sono sembrate malvagie!”
“Philippe, io l’anno scorso ho pagato 30 euro della mia paghetta a una bidella in pensione…quelle che hanno un’età non sono eccezionali! Un amico che c’era stato prima di me, mi disse che si bagnano poco.”
“…però sono esperte, dai!”
“Philippe mi sembri un esaltato; sei sicuro che è quello che vuoi?”
“Armand, ma tu cosa vorresti allora?”
“Bzzzzzzz…frrrrrr…bzzzzzzz!”
Zia andò a rispondere anche stavolta…
“Sì?”
“Ripetizioni.”
“Quarto piano, interno 16!”
Arrivò Roderick, un biondino fiammingo, dai piacevoli occhi azzurri, ben piazzato quanto a statura e pulizia del viso; a differenza di Armand e Philippe dai capelli castani e tratti più mediterranei…varcata la porta disse:
“Salve signora, dica alla signorina Berenice che sono arrivato. Io sono Roderick…”
“…ehmmm…sono io Berenice, piacere Roderick!”
Roderick come fosse un moschettiere si chinò a baciarle la mano…
“Pardon madame, sono veramente desolato…nono volevo insinuare che lei fosse vec…”
“Roderick! A me darai sempre del tu, e spero anche a tutti gli altri. Non saremo soli…a proposito…quella parola non pronunciarla mai! Mi puoi chiamare Berenice, sennò puttana, porca, zoccola, scrofa, baldracca, ma non quella parola che stavi pronunciando…intesi?”
“S…sì madame …? ...Berenice!”
“Vieni, ti presento agli altri…ah, a proposito, se hai fame in cucina ho combinato un buffet…qui in salotto ci sono gli altri due tuoi…colleghi.”

Roderick salutò gli altri due, poi guardò meglio Philippe, e gli disse…
“Ma tu sei di quella classe del classico…mi ricordo di te! Ci siamo visti in Danimarca…ti ricordi la gita scolastica a Copenaghen? Facemmo una partita a pallone sul lungomare…io sono del liceo Re Alberto…”
“…sì mi ricordo…infatti si misero d’accordo per non farmi giocare…hai giocato contro quei pezzi di merda dei miei compagni, non contro di me!”
“Oh, beh…mi dispiace! Non me lo ricordavo questo…qui comunque di palle giocheranno le nostre, alla faccia dei tuoi compagni, no?! Certo che questa porcona i suoi anni li ha, eh?”
“Sì, speriamo sia proprio porca…”
“Mi sa che oggi sei il più giovane…Philippe!”
“Dite tutti così…voglio provare; se aspetto le cugine, o mia sorella…”
“AH! Addirittura tua sorella!”
“Guarda che io mi sono scopata già mamma…lo stavo dicendo pure alla signora…”
“Sì…sì…ci credo…ci credo…mamma?!...hai capito! Con la faccia da bravo bambino che ti ritrovi!”
“Roderick, sembrava così sincero quando me lo stava raccontando poco prima che tu arrivassi…”
“Bzzzzzzzz…frrrrrr…bzzzzzz”
“Chi è?”
“Ripetizioni…”
“Sali, quarto piano, appartamento 16.”
Zia Berenice andò dai tre ragazzi, stavolta al colpo sicuro…
“Ragazzi sta arrivando mia nipote Yvette; Philippe, a te l’ho già detto; e ora lo dico a voi…è qui solo come osservatrice, se vuole si spoglierà, non è detto che parteciperà…va bene?!…sì?”
La porta si aprì, e una ragazza alta circa un metro e sessanta, formosetta, con i capelli castani-biondi a caschetto dai ricci ampi, con una apparente terza di seno, con una tuta generica di cotone grigio entrò…
“Salve zia…come va?”
“Salve Yvette…vieni che ti presento agli altri…o se vuoi presentati tu!”
“Buon giorno a tutti voi, ehi! …”
“…”
“A guardarvi da vicino siete proprio degli sputasborra! …mi sa che voi chiavate poco…sennò…”
Armand chiese:
“Che intendi dire? Io sono Armand.”
“E io Yvette!”
“Io Philippe”
“E io Roderick!”
“Roderick, un bel biondino come te! Che ci fa qui?!”
“Volevo provare il sesso con una donna più grande di me…ma non avrei niente in contrario a scopare te, se vorrai approfittarne…”
Yvette continuò:
“Non appena vi ho visto, ho concluso che se aveste la ganza non sareste qui! Spero che mia zia vi lasci abbastanza sborra per le esperienzette future!”
Roderick si rivolse a Berenice direttamente…
“Sei così esigente Berenice?”
“Mi piace la sborra, Roderick! Non immagini nemmeno da quanto!”
“Ragazzi, spero che con mia zia vi vengano duri; sennò guardate me che ve li intosto io lo stesso; ma ve l’intosto solo…tu sei?”
“Philippe! Primo ginnasio…”
“Roderick del liceo Re Alberto…”
“Armand, della scuola tecnica Solvay…”
“Io sono Yvette della pasticceria di mia madre Marie-Claire, cugina di Berenice…se ne avrò voglia, vi farò entrare dentro di me, solo se avrò voglia…la vostra sborra è per mia zia, intesi?!...zia, siamo tutti?”
“No, Yvette…manca Denis…immagino stia per arrivare…approfittate del buffet, vi voglio in forze, quando prosciugherò senza pietà le vostre pallette ragazzi miei…”
Da quel che potevo vedere col cell nascosto con skype operante, erano dei ragazzi in apparenza normalissimi…nel frattempo finalmente era arrivato anche Denis, un altro biondo con le radici dei capelli scure…
Come varcò la soglia della porta di casa, si presentò per quel dominante che ambiva ad essere, dandosi subito arie da maschietto alfa…non appena chiusa la porta Berenice gli diede il benvenuto, lui le mise la mano sulla fica, cercandogliela sotto il tessuto della mutanda, baciandola contemporaneamente in bocca…zia Berenice si tenne il bacio, apprezzando il maschio approccio di Denis, il più grande tra i presenti…non appena riuscì a liberarsi, Berenice lo portò dagli altri…era l’unico che lei avesse pagato per convincerlo al sesso multiplo con lei, con l’obbligo di rispettare la terzietà di Yvette…con viso felicemente ottimista Berenice presentò Denis agli altri…
“Ragazzi miei, dico così perché oggi pomeriggio sarete miei soltanto…non ve ne andrete di qui senza avermi dato il vostro sperma… badate che non deve finire per terra, o sul tappeto! ...SUL MIO CORPO! Ovunque vogliate spiaccicarmelo…apprezzo dolcezza e … rozzezza! …a patto che siano finalizzati ad imbiancarmi il corpo, fino a farmelo sentire appiccicoso! Viceversa…non avrò alcuna tolleranza per atti di bullismo, o prepotenze! Ognuno di voi dovrà assicurarsi che l’altro abbia le sue stesse possibilità…se vedrò prepotenze ai danni di chiunque di voi…finirà tutto! Vi ricordo ancora una volta che mia nipote Yvette è qui solo come osservatrice, e non è tenuta a scopare…siete liberi di fare foto col cell, ma tagliate sempre i volti! Se vorrete le condividerete solo una volta fuori di qui! ...è tutto chiaro, ragazzi miei?!”
Tutti annuirono…
“Allora direi che possiamo anche spogliarci…proibisco ai maschietti d’indossare qualunque tessuto al di sopra delle caviglie! …ah vi avverto di nuovo…i miei seni sono cadenti, come le natiche…la mia pancia è piena di grinze, e non faccio palestra!”
Zia Berenice si liberò della sua camicetta femminile, e del suo reggiseno, poi si allentò la gonna togliendosi anche quella, e naturalmente via le mutande: la sua fica era per lo più glabra…col pelo ben curato biondo e corto, s’era depilate e lucidate le gambe, aspettò che i maschietti fossero tutti nudi; il più timido a spogliarsi era stato Philippe, che era anche quello più giovane anagraficamente tra quei ragazzi…Berenice si rivolse proprio a lui…
“Che aspetti Philippe? ...Non ti spogli?”
“Sì…ma…io…ecco…io ce l’ho piccolo…”
“Questo lascialo decidere a me! ...ho visto che mi stavi fissando la passera! Non ti piace, la mia?”
Il ragazzo fissò il sesso dell’attempata donna…e cominciò a toccarsi…
“Philippe!”
Zia Berenice gli fece due carezze mentre le guardava la fica imbambolato…Denis se la stava ridendo; Roderick il più alto aveva preso a baciare sul collo la nuda padrona di casa…
“Philippe! A te l’onore della prima leccata…farai da sommelier della mia vulva…avanti…bravo Roderick! Leccami sul collo, che lo adoro!”
“Da che parte d’inizia a leccarla?”
Berenice gli disse, dopo un’altra carezza:
“Da quella che più ti piace guardare…poi ti guido io…su sentiamo che sai fare…HOH !?!...”
“Che succede?”
“Leccala! …Roderick mi ha appena ficcato un dito nel culo…huhnnn! Ohhhhh…vuoi aspettare ancora?”
“Ho il cazzo piccolo Berenice, se sapevo io…”
“Lo decido io quando è piccolo! Tu adesso mi lecchi la vulva, prima che lo facciano altri…su a te l’onore del primo sapore…e sbrigati, che fra poco Denis mi farà sentire il suo…”
Finalmente Philippe, il più giovane, il più timido, il più insicuro, iniziò una leggera leccata alle carni intime della padrona di casa…la quale capì che bisognava incoraggiarlo…
“Su, più veloce, lecca più veloce…bravo! Così…più in alto…veloce e leggero…ahnnn…ahnnn...no…non…non occorre che ficchi la lingua dentro…la lingua fuori..AHNNNNNN…”
“Sluuuuupf…slaaaaap…sluuuuurp!”
“AHNNN...ahnnnn…ohhhhh! Ti piace la sgocciolatura…mi hai leccato il meato…dai porco…dacci sotto con la lingua…”
Purtroppo l’inesperto Philippe continuò a leccargliela dappertutto non sempre verso il clitoride…Denis che si stava arrapando a veder godere Berenice di leccate a due lingue, l’ano Roderick, e la fica Philippe, pensò di proporre un lingua-lingua a Berenice che si stava godendo in piedi il sesso orale di due maschietti…Berenice carezzava Roderick con la mano sinistra, ma tratteneva la testa di Philippe contro la sua fica…le leccatine inesperte di Philippe la stavano arrapando a dismisura…e i presenti se ne rendevano conto…anche Armand che stava facendo da solo per non disturbare il timido Philippe…per grazia o per garbo, l’osservatrice Yvette, mentre si toccava con la mano destra seduta su una poltrona, con un sorriso aveva offerto la mano sinistra ad Armand…Berenice, interrompendo il lingua-lingua con Denis disse:
“…ahnnn…aspetta un attimo Denis! ...Roderick…”
“Che c’è?”
“Fermatevi un attimo con la lingua…qui bisogna battezzare Philippe! …adesso mi stendo sul tappeto, e tu Philippe entri dentro di me…nella fica! Sento che è duro…me lo metti in bocca dopo!”
Zia Berenice si stese languidamente sul tappeto del salotto, e dopo aver allargato le gambe invitò Philippe a penetrarla completamente…
“Su, Philippe! Ficcamelo dentro! ...”
“…è piccolo Berenice!”
“Macché piccolo! Se è un cazzo, ficca e basta!”
Denis, gli disse:
“Se non ti dà dolore scappellarlo, via tutto, scopri la cappella, e ficcalo…vedrai che bello!”
Philippe esitò un altro po’…poi si sforzò di scappellarlo, e riuscitoci lo ficcò dentro la fica dell’attempata porca…
“Ahnn!”
“AHHHHH…finalmente Philippe!”
“…ma lo senti?”
Intervenne Armand ridendo…
“Lo sente, lo sente…fa su e giù…dai…”
Denis nel frattempo s’era messo a succhiare i capezzoli della porca, e Roderick la baciava sulle labbra attratto da quel lingua-lingua fatto da Denis pochi minuti prima, mentre le deliziava l’ano…Berenice che aveva capito che Philippe doveva acquistare fiducia in sé stesso, essendo il più basso di statura, e di lunghezza del cazzo (dieci cm, forse dodici, per uno e mezzo di diametro), disse distribuendo baci e carezze…ragazzi…fate attenzione! Philippe mi deve sborrare tutta, lui per primo…poi mi metto a quattro zampe per offrire culo e bocca…la vostra sborra tutta mi serve…risparmiatevi…
Philippe si stava esaltando, e probabilmente aveva iniziato la corsetta finale…nel frattempo s’era alzata Yvette, ancora vestita sopra, ma nuda sotto l’ombelico, per toccarsi meglio e aveva raggiunto Philippe, al quale fece un sorriso, per poi baciarlo in bocca…ovviamente aveva labbra e bocca più giovani di Berenice…dopo averlo baciato, gli carezzò le pallette dove riusciva a raggiungerle, e Philippe partì come una locomotiva in pressione…la corsetta finale nella fica tiepida di Berenice…e finalmente esplose mentre Denis e Armand cercavano di fare il tifo per lui…
“Dai, dai! Dai, dai!”
Gli battevano letteralmente il ritmo e Philippe, la cui testa da scottante, era divenuta umida e bagnata per la fine della tensione, finalmente venne con spari liquidi, cremosi, abbondanti, numerosi…aveva la sensazione che non sarebbero finiti più…poi diede pure l’ultima goccia…non appena liberò la fica della signora, ricevette le congratulazioni di Denis, Roderick, e Armand che gli batterono il cinque…

“È la prima questa Philippe?”
Sul momento Philippe non aveva voglia di rispondere, e per ignorare la domanda si deterse il sudore dalla fronte con la mano; poi però guardò Denis dicendogli:
“…Sì, è la prima!”


- continua -

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