Racconti Erotici > incesto > Zia Berenice e i folli vizi di una distinta borghese, 1a parte
incesto

Zia Berenice e i folli vizi di una distinta borghese, 1a parte


di sexitraumer
28.04.2020    |    7.136    |    0 8.1
"La zia stette via cinque minuti; probabilmente doveva urinare, ma si era anche lavata..."
…e insomma, mentre s’era chinata davanti al comò del letto matrimoniale per farmi togliere anche questa soddisfazione, non c’eravamo accorti che era entrata mia zia con le ricevute delle bollette, che aveva pagato per nostro conto, col denaro di mamma all’ufficio postale; ci aveva visto mentre cercavo, sollevatale la vestaglia di infilarglielo nel culo, il mio piccolo cazzo…proprio quando le stavo scostando le natiche per contemplarle il buchetto, la zia aveva distolto lo sguardo se ne andò senza una parola!…mamma, che l’aveva appena vista, la ignorò, e mi fece finire anche quella sodomia…
“!”
Il cuore prima mi batteva per l’emozione di potermi godere il suo culo giovane, sodo, e ben tornito, poi prese a battermi molto di più, per l’imbarazzo di mia zia Berenice; volendo era carina anche lei, anche se aveva superato i quaranta…sentimmo il rumore della porta di casa che si chiudeva; mamma con indifferenza mi disse:
“…allora tesoro, non volevi incularmi? ...ti sei fermato, che fai?! Ficchi?”
“…mamma, la zia ci ha visti! Io non so, se…a questo punto…”
“Andrew! Tutti i culi cascano, prima o poi! Io sono una sciagurata, ma a questo punto dovresti approfittare…tra una decina d’anni non ti piacerà più! Te l’assicuro! ...non farmi annoiare Andrew! Provo dei brividi miei quando mi tocchi col pisello…su struscialo sul mio culo! Anche vicino il buco. Ti tornerà duro…tranquillo!”
Così feci, ripresi a strusciarmi il cazzo su di lei, che intanto respirava, e maneggiava qualcosa…chiesi:
“Ti…ti stai…ti stai toccando la fica?”
“No, no cercavo una cosa…nelle tasche della vestaglia…cazzo! Ero convinta di averle!”

“Oh, eccolo che torna duro…non preoccuparti! Non ci denuncerà! Non è mai stata una santa neppure lei, te l’assicuro!”
Mamma, mentre cercavo maldestramente di “possederla” in quel suo culetto che doveva essere alla base della sua fortuna nel porno, si accese una sigaretta, e mentre tirava le prime boccate, io avevo ripreso a strusciarmi la cappella tra le sue natiche…
“…che ha fatto? Che non è stata mai una santa…ahnnn…mhmmm!”
“Vai tranquillo Andrew, non spaventarti…oggi mi è andato di dirti di sì…allora che fai…ce lo metti o no?”
“…ma la zia ci ha visti! ...mi ha messo agitazione!”
“Uhmmm…credevo fosse stato il mio culo sodo, con la pelle di pesca, a metterti agitazione! Andrew! …dovevamo fare più attenzione …porca miseria, m’ero dimenticata che sarebbe passata oggi, ma non preoccuparti! La nostra non è mai stata una famiglia di sante…su scappellalo! …e poi lo spingi contro il buchetto…ahnnn…mi raccomando, con gentilezza…ahn…ohnnn…su Andrew, dai!”
“Ma che ha fatto che non siete mai state delle sante?”
Senza neanche guardarmi, cercava qualcosa che facesse da portacenere, mantenendo rimboccata la vestaglia che le avevo maleducatamente alzato. Non spostò il culo, letteralmente tutto per me, quella volta…mi rispose gelida sulla zia…
“Niente che serva a te! ...su! Ficcalo, e poi finisci quello che volevi fare, che devo uscire! …mhmmm, cazzo dov’è? …huhmmm …ah! Eccolo!”
“…mhmmmhmmm…e dai! Fottitene di lei, e fotti me, avanti…ah…comincia a indurirsi! Ohhhh, lo sento Andrew, e tu non hai voglia di violarmi?”
Non appena sentii che la mia cappella era dura come l’asta del cazzo, le scostai il buchino, con una sola mano…poi poggiatacela sopra, diedi una bella spinta. Il mio cazzo eretto, non essendo grosso, data la mia età, entrò abbastanza bene per metà della sua lunghezza. Le sue carni erano tese, ma non provai il piacere che dava il contatto con la fica; ben altro ambiente bagnato e stuzzicante quello! Ormai ero dentro per metà, per cui diedi un’altra spinta, e mamma m’incoraggiò:
“Bravo Andrew, spingilo ancora! Fino in fondo! ...”
“HUHMMM! ...sì! Tieni!”
Entrò una meraviglia: ormai il mio cazzetto eretto non lo vedevo più; mi capitava per la prima volta di sfiorarmi l’inguine con le pallette gonfie …
“AHN…bene! Muoviti! Va avanti e indietro, dai…fammi sentire le pallette!”
“AHHAHNNN…ahnnnn…non so se sbattono…ma io…spingo…spingo…tieni! AHNNN! AHNNN!”
“HOHHHHH…ahnnn…Andrew…sì…ahnnnn! ...mhmmmm…chiamami puttana quando …ahnnn…mi fai…ahnnnnn…il culo Andrew!”
“AHNN…ahnnn…ahnnnn! Lo sent...AHN…lo senti, puttana? ...ahnnn…mamma…io…”
“…bene così Andrew! ...ahnnnn...ahnnn…lo sento…ahnnn…ahnnn…”
“…ahnnnn…veramente? ...ahnnnnn…mam…puttana…ahnnn!”
“…nel…ahn…uhi…nel…culo …ahn…si sente …sempre…dai Andrew, vieni…vieni…”
“HAHNNN…eccoooohhhhh…ahnnnn! Ahnnnn! ...Ahnnnnn ! OHHHHHHHH…ohhhhhh!”
Vieni Andrew, vieni … e infatti venni dentro di lei. Sentivo delle onde piacevolissime partire silenziosamente dalle palle, per poi attraversarmi il cazzo strozzato dal retto di mamma, appena tiepido…e ogni istante più bagnato dalla mia sborra. Le mie sensazioni più piacevoli riguardavano anche il cuore, che stava facendo ben più del suo dovere affinché godessi! Mamma respirava normalmente.
Quando non sentì più i miei sparetti mi disse:
“AHNNNN…ohhhhh…bene tesoro…mhmmm…ohhh…sei venuto! Ora, sono spiacente, ma dovrei andare…”
Tolsi il mio cazzetto, sbavosetto…e domandai depresso…o meglio spompato ormai…
“Non sono durato, vero ?!”
“Uhmmm…è importante?”
“Boh, sì…”
“Allora te lo chiedo io: quanto sei durato, tesoro? Dimmi…”
“Sei, sette minuti…”
“No, tesoro! Solo tre, tre e mezzo…io andavo di fretta, e ho guardato il mio orologio; eri già arrapato…mentalmente avevi sborrato quando mi stavi scostando le natiche; sii gentile quando lo farai, con qualunque donna! …lo sai adesso come funziona il culo, vero?”
“Mamma io…”
“Devo lavarmi Andrew! Sono in ritardo!”
Mi chinai un attimo per scostarle le natiche, e baciarle l’ano “maltrattato” dalla mia mezza misura di allora; si era già richiuso, ma se avessi visto la mia sborra uscire, avrei ricominciato; poi mi tolsi. Mamma mi passò accanto carezzandomi:
“Grazie Andrew, devo andare…”
Mamma si lavò di nuovo in bagno, poi uscì e andò direttamente in camera sua a vestirsi, chiudendo bene la porta…io pigramente avevo immerso il cazzo in un bicchiere d’acqua del rubinetto…mamma mi disse…

“Lascia stare cretino! Usa il mio sapone intimo! E lavalo bene, o ti pruderà una settimana!”
“Mamma posso venire, dove stai andando tu adesso?”
“No, assolutamente! Devo parlare con delle persone! Se non ti piace stare solo, vai dagli zii! ...e se ti dicono qualcosa per oggi pomeriggio, digli di parlare con me!”

All’ora di cena uscì per quel suo secondo lavoro…dal mattino dopo non parlammo che a monosillabi, sguardi e gesti concludenti quasi per una settimana …i nostri rapporti ormai erano molto diversi; ma alle congiunzioni, brevi, poco più che sveltine con la fica se le volevo, non si opponeva, tranne quando non se la sentiva; concordavamo tutto in silenzio: i miei tocchi erano la domanda, i suoi gesti la risposta; sesso casalingo secondo la voglia del momento, temperato dal rispetto del rifiuto eventuale: se non insistevo, sapevo che la volta successiva mi avrebbe detto sì. Non era male! Avevo anche compreso che non avrebbe mai partecipato cerebralmente…solo passività fisica…roba breve, non dormivamo più assieme, mentre ogni tanto prima, quando ancora non volevo il sesso, dormire assieme me lo faceva fare…le avevo anche accennato degli amici grandi che erano attratti da lei, e s’era fatta una risata ironica uscendosene con un vedremo…andammo avanti così un paio di mesi; me la dava solo se mi vedeva fare i compiti, e studiare con impegno almeno due ore; ero cresciuto di un tre anni dopo quel pomeriggio di sesso: ormai la sera non avevo più bisogno degli zii. Dopo quella volta che la zia ci aveva sorpreso, ero rimasto un po’ interdetto anch’io…poi…

…ero andato a trovare mia zia Berenice. Mia mamma Pauline era morta da anni e anni, poco meno di una ventina, e anche la zia Berenice, sorella minore e ben più giovane della madre di mia mamma, nonna Jeannine, era appena rimasta vedova di suo marito Jean. Non restava molto nemmeno a lei, anche se si reggeva in piedi ritta sulla schiena. Dopo la messa di requiem per suo marito l’avevo riaccompagnata a casa. Ormai eravamo veramente da soli, ed io ero a cena da lei due volte la settimana in quel periodo. M’era rimasto un dubbio per tutti gli anni a venire: cosa aveva voluto dire mia madre, quando mi disse di non preoccuparmi per quella sera in cui mi concesse, china sul comodino del suo letto, un breve rapporto anale…quel “tanto non è mai stata una santa neppure lei” che significava? Certo, dopo la morte di mamma, una bionda bellissima, di quelle di ceppo fiammingo, zia Berenice fece finta di aver visto male, o di aver sognato, e la cosa doveva esser ormai sepolta…iniziai banalmente una conversazione:
“Gradiresti un caffè zia? Vuoi che te lo preparo?”
Zia Berenice, anziana ed impeccabile nella sua parure color argento, mi guardò brevemente, per poi fissare il pavimento …
“Mi stai per chiedere qualcosa, vero Andrew?”
“No, cioè sì…il caffè lo vuoi?”
“No, proprio no. Dovrebbe esserci del cognac, prendi quello!”
“Non ti farà male, zia?”
“…e allora? ...se vuoi parlare con me, versami un po’ di quel cognac…così lo togliamo di mezzo e basta!”
“Va bene. Ma solo un po’…”
Presi il cognac, e ne versai un paio di dita nel bicchiere. Zia Berenice fece segno di aggiungerne un altro paio…poi glielo diedi…e aspettai che mi desse il permesso di parlare…
“…dai Andrew…spara!”
“Sai, zia, capisco che è una cosa delicata, ma…”
“…ma, Andrew…?”
“Insomma, ti ricordi quando entrasti a casa nostra con quelle bollette che avevi pagato per conto nostro? Non ti avevamo sentito arrivare, e ci vedesti tutti e due: mamma china contro il comò che fumava, e io che le stavo allargando le natiche, per godermi il suo culo in attesa che mi ci facesse entrare…con il …pisello…?”
Mia zia mi guardò inespressiva, poi dopo un paio di secondi disse:
“Andrew, ero convinta che si chiamasse cazzo, non pisello! ...metti da parte certe ipocrisie con me! Non ho paura della volgarità, sai! Non siamo in chiesa qui!”
Come in un film, bevve un altro sorso di quel cognac, poi proseguì:
“Beh e allora?”
“Ero convinto che ci avresti denunziati per incesto, ma mamma indifferente mi disse di proseguire, se volevo togliermi quella soddisfazione, che non ci avresti denunziato, dato che non eri mai stata una santa neppure tu…mi disse che se volevate rimproverarmi, di farvi parlare con lei…insomma io vorrei sapere perché non ci hai denunziati, e anche cosa voleva dire con non eri mai stata una santa neppure tu, ma che questo non erano fatti miei…”
“Perché è così importante Andrew? Non hai forse ottenuto quello che volevi? ...di un po’ Andrew, riuscisti a venirle nel culo? O te lo fece solo mettere, e poi sborrare fuori?”
“Sì, e venni quasi subito! Mi sbrigai perché mamma doveva uscire, ma mi aveva voluto accontentare lo stesso, e io avevo paura che andavi alla polizia, per cui, per timore che arrivasse una volante di corsa per impedire l’incesto e separarci…insomma dato che mamma era anche un gran bel pezzo di bionda, riuscii a venirle dentro in tre minuti e mezzo… ecco ora lo sai, zia. Ora vorrei sapere: perché non ci hai fermati ?!”
“Andrew, mi meravigli: se vuoi farti uccidere da qualcuno, interrompigli un amplesso, e invadi la sua sfera privata! Se ti prende a calci è normale, se è fatto di qualcosa, moriresti di un trauma violento…sono andata via subito! Erano fatti vostri, non miei…”
Bevve un altro sorso di cognac, quindi dopo avermi fissato abbastanza proseguì…
“…Andrew! Se vuoi la verità, è questa! Eravate bellissimi tutti e due: mamma tua di fatto era la sosia di una bellissima attrice bionda sudafricana, sai di chi parlo, vero? …e anche tu con quella pelle liscia senza un solo brufolo hai ereditato quelle sue forme armoniose…Andrew, stavi crescendo così bello e pulito, che io, fosse dipeso da me, sarei rimasta; in un istante presi una decisione: sarei andata via! ...ma dentro di me sarei rimasta a guardarvi toccandomi, e se mia nipote me l’avesse chiesto, gentilmente o con disprezzo, di restare per soddisfarti dopo di lei…insomma Andrew, i miei buchini te li avrei favoriti tutti!...vedi, io…”
“Zia, stai arrossendo…ti senti bene?”
“Tranquillo, è il cognac…ora va meglio!”
“Vuoi che ti prenda dell’acqua?”
La zia Berenice ignorò la mia offerta, e continuò guardandomi in faccia…
“…ecco…ora posso dirtelo: fui maligna, e molto! Aprii la vostra porta per andarmene, e feci rumore apposta, due passi battuti di proposito, e il rumore della serratura… poi in punta di piedi richiusi la porta silenziosamente, e rimasi in corridoio per ascoltarvi, ero a un metro di distanza dalla vostra porta! Lasciai la vostra stanza, non la casa! …quella della camera da letto dove avevi invaso l’intimità di tua madre Pauline…dentro di me ero già eccitata, se mi avessi messo la mano nella mia patacca te le saresti dovute andare a lavare di corsa! ...io sono sempre stata una porca, fin da quando scoprii che ci si faceva con la patacca!”
In effetti zia Berenice era sempre stata una bella donna, a differenza di mia nonna Jeannine, che però partorì quel bel pezzo di gnocca di mamma Pauline. La sua era un bellezza impostata sulla statura, la magrezza, e la chioma bionda; fino a più o meno cinquantaquattro anni me la ricordavo bella bionda tipo hostess di compagnia aerea (poi chissà perché non lo è diventata); dai sessanta in poi i capelli, pur andando dal parrucchiere, aveva preso a farli tingere d’argento. Restava per sua convinzione (ma secondo me anche fortuna) abbastanza magra; una donna matura abbastanza ben conservata; ma in assenza di altri redditi oltre la reversibilità di suo marito, la chirurgia estetica era fuori questione. Altrimenti lifting al viso rugoso, ritocco alle grinze del suo ventre, e un’alzatina alle natiche ci sarebbe voluta. Anche il seno cascava, ma si poteva risolvere con un’opportuna lingerie…oh! Quando sorprese me, che mi accingevo a giocare con le natiche di pesca di mia mamma (già gradita porno attrice e figurante) per contemplarle il pertugio da violare, zia Berenice era una graziosa borghese quarantenne bionda, che portava i capelli con la pettinatura della defunta principessa di Galles, belle gambe, e vestiti pratici di buon taglio. A vestire bene, in effetti ci aveva sempre tenuto…
“…zia! Mi stai dicendo che in realtà rimanesti a casa nostra, mentre … mentre…insomma…inculavo mamma?!”
Mia zia rispose diretta, sostenendo il mio sguardo, senza esitare toccando il bicchiere per bere, ad esempio.
“Proprio così Andrew! Sentii i vostri mugolii, e le vostre parole! E anche la tua venuta Andrew! Davi della puttana a tua madre…ma se volevi una puttana bastava che lo dicessi a me, che ero diventata una puttana rotta grazie alle …corna di mio marito!”

“Zia, ma tu ci avevi ascoltato tutta la scopata?”
“Ti ho visto che la prendevi e la sbattevi…eravate riflessi nello specchio, quello che avevate a metà corridoio…la vostra porta era aperta… mi ero stimolata la fica, venendo in assoluto silenzio. Mai una volta mi ero bagnata così tanto da sola, e mai una volta m’ero tanto represso il mio stesso respiro per potervi guardare!”
“…zia, noi…”
“Poi andai a nascondermi in cucina, perché tua madre t’aveva detto che doveva andare in bagno, e mi avrebbe visto sicuramente…tu per fortuna t’eri steso sul suo letto a riposarti, e mentre lei era in bagno a rimettersi a nuovo per il suo appuntamento serale, io sgattaiolai fuori, stavolta veramente, velocemente, e in punta di piedi. Ero talmente tesa, che in ascensore per poco non presi una storta coi piedi!”
“E hai fatto bene! Perché poi in cucina sono andato io a prendere dell’acqua fredda per il mio cazzetto che mi prudeva, anche quando ero dentro!”
Mia zia Berenice sorrise pensando probabilmente a quanta cacca avessi smosso, dentro il retto di mia madre…
“Quando tornai a casa mia mio marito mi aveva baciata e toccata…scoprì che ero ancora tutta bagnata! Per timore che pensasse che gli avessi fatto le corna gli confessai praticamente tutto! ...rimase piacevolmente turbato! Non escludo che avrebbe voluto essere al tuo posto!”
“Zia…mamma diceva che neanche tu eri una santa…”
“Ti dispiace versarmi un altro poco di cognac, Andrew?”
“Un altro poco, zia…poi è finito!”
Le versai l’ultimo dito…
“…non ero una santa ha detto mamma tua?”
“Sì…”
“Né io, né mio marito! Eravamo una coppia scambista! Non t’ha detto nulla tua madre?!”
“…niente, mai! Quella sera, e anche giorni dopo, mi favoriva il suo corpo, ma di te non mi ha mai voluto dire nulla.”
“…beh, caro nipote, al sesso lezioso, quello per il solo piacere, la iniziammo che aveva la tua età…io e mio marito…”
Il mio sguardo divenne piuttosto stupefatto…
“Sul serio! Eravamo una coppia piuttosto immorale, soprattutto durante il sesso a tre…tua madre a delle nuove esperienze non era affatto chiusa…al pari di me, che ero solo la sorella di sua madre, le piaceva esplorare da quando aveva iniziato a toccarsi la fica da sola…senti Andrew, quel porcone superficiale di mio marito, tuo zio Jean ha fatto una cosa sette anni fa, senza chiedermelo; tanto che mi sono spaventata…sai cos’ha fatto?”
“No, zia…cosa?”
“È andato da un suo amico informatico, con la passione del computer, uno pieno di varie cose, e gli ha fatto riversare su dvd una videocassetta con cui avevamo ripreso il sesso a tre con mamma tua già liceale…ed altre persone adulte…”
“Liceale?”
“Un’età analoga alla tua quando ottenesti di sodomizzarla la volta che vi vidi, no?!…”
“Beh, avevo saputo da alcuni amici del liceo che stava nei porno delle edicole…”
“Sì, da maggiorenne, ovviamente. Jean ne aveva un’intera collezione, ben tenuti…li ho buttati via tre settimane fa…perché, li volevi?”
“No, no, zia! Li avevo anch’io quelli con mamma…ma dopo che me l’ha data non erano più tanto importanti! Ho finito col tempo per buttarli via anch’io.”
“Andrew, vieni con me in salotto, ti va?”
Ci recammo in salotto. Zia Berenice prese un dvd senza iscrizioni, completamente bianco, dopo averlo trovato ben custodito dentro il quinto volume di un’enciclopedia completa. Poi prese il telecomando, e mise il dvd nel lettore…ma non accese la tv. Restò in stand- by…intanto dopo che s’era messa in tasca il telecomando, mi disse:
“Andrew, devo andare in bagno…quel cognac…devo liberarmi…mi aspetteresti?”
“…va pure zia! Ci mancherebbe…”
Avendola vista intascare il telecomando del dvd era sottinteso che non avrei dovuto accenderlo. La zia stette via cinque minuti; probabilmente doveva urinare, ma si era anche lavata. Quando uscì dal bagno andò in camera da letto, poi dopo un altro paio di minuti tornò in salotto. S’era cambiata d’abito; adesso aveva solo una sottoveste nera e le gambe nude, depilate, ma non lucide. Venne di fronte a me che la stavo guardando perplesso. La nera sottoveste era sottile, e le sue cosce nude non erano proprio spettacolari, dato che aveva settantaquattro anni. Alzò la sottoveste per poco, rimboccandosela verso sopra: appena fino ad un centimetro sopra la parte superiore della vulva: una fica per lo più glabra, con poco pelo biondo curato, e uno spacco regolare…certo non era la vulva di una ventenne…
“…Andrew, ti risparmio il ventre grinzoso, e le tette cadenti…se ci riesci concentrati su questa…metti il naso qui. L’ho appena lavata con un buon sapone…perché non me l’annusi? Sto aspettando che l’assaggi…così mi dici.”
“…zia…io…”
“Leccamela, cosa aspetti? ...”
“Ma io …non…non so se…”
“Andrew! Quella sera di ventitré anni fa…ti avrei scopato io stessa…a quarantotto anni non ero male, sai…fidati! Bastava che mamma tua mi chiedesse di farti divertire…e sarei stata la tua porca…L’hai vista o no questa fica? Me la sono sempre tenuta bene…se me la fai godere, vedrai che la mia fica un po’ di colpi te li farà ancora sparare…non ho più voglia di mettere annunci on line! Non sai mai chi ti entri a casa, e da sola non me la sento più di viaggiare per incontrare un chiavatore per un’oretta… Il tuo cazzo sono sicura che mi farà godere…Andrew ho voglia della sborra di un uomo giovane, lo capisci?!”
“…ma zia…io…”
“Leccamela Andrew…poi guarderemo assieme la serata hard di mamma tua, trent’anni fa, quando tu dovevi ancora nascere…se t’impegni vedrai come ti verrà dritto…dai…Andrew…devi solo avvicinare il volto, e leccare…e poi non so se lo dicesti a mamma tua…ma se ti ricordi, quando avevi dodici anni? Te l’ho mostrata abbastanza per dieci minuti o l’hai dimenticato?”
“…no…non l’ho dimenticato! Inspiegabilmente avevi una gonna abbastanza corta, anche se non era mini, poi sei salita su una scala per sostituire una lampadina, e pulire dalla polvere il lampadario…mi chiedesti di reggerti la scala, casomai cadessi, e per cinque minuti buoni ti ho guardato sotto la gonna…pelo e spacco chiuso …anche un bel culo allora.”
“…e io facevo finta di dover pulire bene il lampadario dalla polvere! Boccia a boccia…meticolosamente! Poi sono scesa, e ti ho servito un bell’assist, sperando che facessi goal! E invece niente! …huhmmm…pensai gli piacerà di più la madre…o sta crescendo gay…te lo ricordi? …ti provocai: mi chinai a terra a cercare una cosa che avevo fatto rotolare sotto il mobile, e mi ero tirata anche su la gonna ad arte: potevi vedermi…a quattro zampe! Se non volevi vedere la mia faccia ero alla pecorina…neanche quella volta!”
“Sì, ti ho vista dalla porta! Il tuo culo e la tua fica da dietro, ma non volli toccarti: avevo paura che potessi chiedere a mamma di punirmi…”
“Che idea bamba! …devo averti proprio disorientato quella volta Andrew…sul serio non ne parlasti a mamma?”
“T’avevo sentita litigare con lo zio, con tuo marito…più o meno ero convinto che lo volessi punire, usando me…e io allo zio non avrei voluto far del male!”
“Eri proprio un tipino pulito Andrew! E non sapevi, a parte i tuoi porno, che al sesso proibito mi aveva iniziato proprio lui, tuo zio. Era un gran porco, sai…e infedele mi fu dal primo giorno di matrimonio! Io per ricambiargliele sedussi, e mi scopai il prete che ci aveva unito in matrimonio, se proprio vuoi saperlo! E io ora ti dico: vuoi vedere cosa combinammo con tua mamma?”
“Sì! Mi piacerebbe…”
“Come tutti gli spettacolini richiede un pagamento del biglietto! Se non vuoi leccarmela tu, calati i pantaloni, te lo prendo in bocca io…così vedi cos’hai perso quando avevi dodici anni! ...certo lo ammetto: mamma tua Pauline era molto, ma molto, più bella di me!”
“Aspetta zia, avvicinati…te la lecco…lo sento all’odore che sei pulita…”
Avvicinai il volto, e rassegnato a pagarle il biglietto, iniziai una servizievole leccata a quel sesso stagionato, ma ancora in grado di bagnarsi almeno un poco. Zia Berenice respirava con regolarità aspettando di eccitarsi realmente, e intanto mi carezzava affettuosamente. Chiaramente una ventina di colpi salivosi della mia lingua adulta, li percepiva gradevoli, ma per farla godere, dovevo carezzarle le cosce mentre gliela leccavo, vicino al clitoride. Le mie guance aderivano alle sue calde cosce, intanto avevo preso anche a esplorarla dietro, cercando di massaggiarle anche l’ano con le mie dita mobilissime; quando cercai d’introdurci il dito le scappò un gemito più intenso dei suoi respiri del cunninlinctus…
“…ah…ahi…AHNNNNNN! Sì, così dai Andrew…così…ahnnnn…ahnnnn…fa…fa…facciamo un sessantanove…ahnnnn…ti va Andrew…?”
“Ahnnn…slurp…sluuuurf…sì,..zia…sessantanov…certo!”
“Stenditi sul divano! Via le scarpe, e ti stendi sul divano! Ti vengo sopra io…intanto che ti togli le scarpe e i pantaloni, vado a prendere una cosetta…aspetta, spogliati! Torno subito…”
“Va bene…”
“Accendo un po’ il riscaldamento…fa freddo Andrew…aspetta, arrivo subito…”
Zia Berenice andò in un’altra stanza, e tornò dopo due o tre minuti con un oggetto oblungo di gomma, rosso scarlatto, di un qualsiasi materiale sintetico che lo faceva restare turgido…
“…sai a che serve, vero?”
“…beh dimmi tu zia…”
“Mentre mi lecchi la fica, me lo infili nel culo…adoro la doppia stimolazione…quanto a te, se vuoi ti farò venire in bocca…ma se vuoi venirmi nella fica basta che me lo dici…stenditi Andrew, che ti vengo sopra…”
Mi distesi sul divano, ormai nudo senza i pantaloni, mentre avevo la camicia e la cravatta che presto avrei allentato; una volta accomodatomi aspettai che zia Berenice si stendesse su di me, sì che il suo enorme culo, purtroppo cascante, me lo trovai sopra la mia faccia; mi estrasse il cazzo dalle mutande, e se lo cacciò tutto in bocca, ricordandosi poi di passarmi lo stimolatore rettale…tornai nuovamente a cercarle la fica con la lingua, e intanto a tentoni cercavo con le dita il suo ano…trovatolo le allargai un po’ le natiche, per poi avvicinare sempre a tentoni il fallino di gomma…trovato l’ano smisi un attimo di leccarle la fica per introdurle dentro l’oggetto. Poggiata sopra il suo ano l’estremità arrotondata, diedi un colpo a pugnalare e l’oggetto le finì dentro tutto in un sol colpo!
“AHN! ...mhmmmmm…ahhhh…v…va…bene…ok…uhmmmm”
Forse le avevo fatto male, dato dapprima interruppe il succhio parlando fino a che le scappò un morsetto alla base della mia cappella…valutato quanto potevo muoverlo, ripresi a leccarle la fica, e la zia a riempirmi la cappella di saliva, e colpi continui della sua lingua…a penetrarle il culo ero stato un po’ rozzo, ma lei doveva esserci abituata se ce l’aveva in casa, e comunque non era certo grosso. Aveva il giusto diametro per entrare nel culo senza traumi da sfondo. La fica della zia si stava bagnando, e sporcava sia me, che la mia lingua dei sapori di quel sapone, senza il quale probabilmente non avrei potuto leccarla a lungo…una grossa spacca non più stretta, da far godere in prossimità del clitoride…notai che le davo godimento anche muovendo il mio naso…la mia indiavolata zia con i bocchini ci sapeva fare; colpiva la mia cappella con delicati tocchi della sua lingua, talvolta la mordeva alla base con molto garbo, per poi strisciare la lingua piena di saliva sui lobi, e poi giù all’improvviso fino alla base delle palle che carezzava con maestria…se m’avesse fatto quel pompino a dodici anni con ben altra fica, anzi ben altro corpo, o ci sarei rimasto secco o le sarei venuto in bocca. Solo che l’occasione che mi diede allora non seppi coglierla. Continuavo a leccarle la fica senza troppa convinzione, mentre zia Berenice che avrei dato per vedere cosa stava facendo al mio cazzo…ad un certo punto lo prese decisa, dando una robusta manata; purtroppo lo fece uscire dalla sua bocca, al punto che sentii con la punta del cazzo quanto fosse diversa la temperatura dell’aria esterna di quella stanza, ma la sua bocca era vicina, e dalle sue narici sentivo l’aria calda lambire la punta della mia cappella…carezzandomi le palle diede altre due robuste manate, tenendo le dita salde alla base del glande, poi diede dei veloci colpi di lingua, e quando lambì il centro, il cuore mi uscì dal petto, e mentre stavo urlando per l’enorme piacere provato, mi partì uno sparo robusto…zia Berenice abbassò la bocca aperta, e ricevette lo sperma dentro il palato, e forse un po’ era debordato dalle sue labbra, intanto continuava a leccare e succhiare, e ciò faceva partire altri spari…anche la sua fica bagnata si abbassò più di una volta sul mio volto sporcandomi bene dei suoi umori sessuali. Famelica di bevve tutta la mia sborra…saranno stati una decina di spari, di cui tre grossi, i primi, dati in abbinamento con le sue sapienti carezze alle mie palle gonfie…poi mi ripulì tutto il cazzo con la sua lingua e saliva, quindi con ancora lo stimolatore nel retto restò in posizione animalesca sul divano…mi disse dopo aver tossito dell’ultimo ingoio del mio sperma…
“…cough…cough…ahnn…yuhlmmmm, splatch…buono, proprio buono! …Andrew, scendi dal divano, ci resto io…e accendi il televisore…poi avvia il dvd…anzi fai un’altra cosa…”
Scesi dal divano per lasciarglielo…lei col rosso giocattolo ben ficcato nel suo culone mi disse:
“Dammi il telecomando…e vai nella mia stanza! Sul mio comodino del letto c’è un vibratore rotante, quello da clitoride…sei stato piuttosto pigro, sai…prendilo e torna qui, che ci guardiamo assieme il dvd…”
Andai nella sua camera da letto dove ormai dormiva da sola da tempo, e trovai facilmente il vibratore che mi aveva chiesto lei…intanto stava cercando a quattro zampe col telecomando il file video riversato da una videocassetta amatoriale, dove c’era il sesso consumato da mia madre al tempo del liceo con un adulto, anzi con più di un adulto…”
“Le riprese le ha fatte tuo zio…io scopavo col figlio di quello anziano, un quarantenne ben messo come tanti…mamma tua invece ha scopato col padre di lui…questo video è stato girato a Bruxelles, nella loro villa privata, molto prima che nascessi tu…senti mentre lo avvio, ti dispiacerebbe muovermi bene nel culo quello che mi hai ficcato prima?! Humhhh, io invece mi stimolo il clitoride con questo…ah senti il suono non è perfetto…tuo zio di sobbarcarsi un microfono lungo un metro da tenere sopra la sua testa, non se l’è sentita…e dopo un po’ l’ha posato a terra riprendendo solo con la videocamera…a metà scopata i suoni sono pasticciati…dato che venivano da direzioni diverse, mentre il microfono era fisso su di un tavolino da thè vicino il pavimento…”
“…zia, t’intendi di queste cose?”
“No, me le sono fatte spiegare dall’amico del mio sciagurato marito che ha versato su dvd questa videocassetta da codice penale! …Jean non l’ha mai voluta buttare…e sai perché?”
“Perché s’era innamorato della donna del quarantenne che mi ha scopata! Si era persino autoconvinto d’esser stato un bravo regista!”
“Quanto dura?”
“Meno di 30 minuti, e non è in hd…allora adesso avvio…tu muovimi il coso nel mio culo…ti disturba il rumore del clitorideo?”
“Vrrrrrrrrrr…siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimmm…”
“No, direi di no…però se vorrò ascoltare una cosa lo spegni un attimo, va bene?!”
“Certo, muovimi l’altro Andrew…sentirai che cavalla sono ancora! Poi se vorrai onorarmi del tuo cazzo nella mia fica te ne sarò ultra grata!”
Zia Berenice avviò il file video; c’era una stanza ampia, un salotto pulito, con una buona illuminazione, anche se ovviamente la videocamera aveva l’illuminatore ausiliario; c’era tra i due uomini, un quarantenne e un sessantenne, mia zia Berenice, giovane sui quaranta, una bella donna all’epoca, e una bella donna castana alta, sui 30, che indossava un tailleur da ufficio. Aveva tutta l’aria di essere una segretaria; per sincerarmene lo chiesi…
“…ehmm…zia, quella alta chi è?”
“Chantal, si chiamava Chantal. Era una a metà strada tra una segretaria particolare, e amante di monsieur Leòn, il figlio, quello che scopava con me…pace all’anima sua!”
“Perché?”
“È morto cinque anni dopo questo video, di SLA…l’amante segretaria s’è suicidata con un overdose dopo un mese dalla morte del suo compagno…lui s’era offerto di sposarla, ohhhhh…com’è duro Andrew! ...ma…ahnnn…ohhh… lei insistette che avrebbe voluto che lo facesse quando stava bene…non cercava una pensione di riversibilità, ma un marito…però dalla morte di Leòn non si era mai ripresa! ...AHNNN…Ohhhhhh…ahnnnnn…hoooh! Bravo, così…un altro minutino…ohhhhh, insisti! Affondalo…pugnalami…sìiiiiiii!”
“…ecco zia! Tieni!”
Spinsi deciso, e il sexy toy avanzò fino alla fine di altri dieci centimetri…
“…ahnnnn…HOH, che colpo! …ahnnn! ...Dai…insisti!”
“Sì, zia…senti come si chiamava il padre di Leòn?”
“Thierry…mi ricordo che lo chiamavamo Thierry…ahnnn…muovilo…non fermarti…ahnnnn…comunque non era il suo vero nome! L’unico che diede il suo vero nome era Leòn, il figlio…e la segretaria Chantal! ...AHNNN…huhmmm…”
“…ma quest’uomo che si è fatta mia madre quand’era liceale c’è ancora?”
“…ahnnn…ohhhhh…ahnnnn…n..no…assolutamente, no…è morto anche lui! …ahnnnn!”
“Di vecchiaia?”
“No…di incidente aereo…ahnnn…sembra …ahnn…che sia precipitato col suo aereo da turismo…ahnn…aveva il brevetto, sai…per il maltempo…non riuscì a trovare l’aeroporto dov’era diretto, in Germania…HUHMMMM…vai così Andrew! ... e stavo dicendo …ahnnnn…non mandò l’SOS convinto di farcela…ahnnn…al pranzo di prima della scopata ci raccontò di aver esfiltrato agenti segreti di tutte…le…ahnnnn…nazionalità…ahnnn!...con atterraggi e decolli corti nel deserto tra Egitto e Libia negli anni ’80…suo figlio Leòn dopo l’orgasmo, ohhhhh…mentre Chantal se lo coccolava abbracciata a lui, e suo padre era in bagno, ci aveva avvertito…ahnnn… anche a tua mamma Pauline…hohhhhh… di non credergli fino in fondo, perché i suoi voli da romanzo li aveva fatti, ma per trasportare armi leggere in casse, non spie! Anzi, il figlio, più prudente del padre, riteneva che le spie, insomma i servizi, era meglio non nominarli...ahnnn…ohhhhh…ahnnnn…bene così…affonda…affonda…tutto quanto…ahnnnn…ohhhhh!”
“…e quando questo?”
“…ahnnnn…l’incidente? ...ahn…”
“Sì…”
“3…o…2…AHHHNNNN…ahnnnn…muovi che accendo il clitorideo…due o tre anni dopo questo video! ...fammi venire Andrew, dai…ahnnn…ahnnn!”
Insistetti con gli affondi veloci del gommoso fallo nel suo retto, velocemente, cambiando sempre di poco l’angolo; alla zia venne una sorta di turbo simile alle corse notturne di un gatto domestico…accese il clitorideo, e ci diede dentro…mentre nel video i protagonisti di stavano spogliando per la telecamera io stimolavo il retto di mia zia porca, lei si stimolava il clitoride coi sapienti tocchi della testa rotante…
“Vrrrrrrr….siiiiiiiimmmmmm…!”
“AHNNNNN…ohhhh…ahnnnnnn…ahnnnn…OHHHHH…ahnnn…ahnnnnn...sì!”
Mia zia venne squirtando un tre schizzi fregandosene del divano di pelle…tra le sue cosce era tutta bagnata, e la sua fica pulsava, ed espelleva un po’ di bavette corte…mentre affannava mi chiese…
“Toglilo ora! AHNNNN…mi sa che dovrò chiamare…uhmmmm…ohhhhh… il servizio di pulizia del divano, a domicilio…se il cazzo fosse stato il tuo, huhmmm, quegli schizzi sarebbero per la tua cappella, lo sai?!”
“Beh, con la bocca sei stata bravissima…!”
“Gustati il filmato! Io vado a farmi una piccola doccia…”
Mentre zia Berenice era in bagno guardai il video; s’erano appena spogliati tutti: Leòn, suo padre Thierry, la segretaria Chantal, e mia madre Pauline…quella discreta fica quarantenne di zia Berenice era il soggetto più interessante: inginocchiata sul tappeto aveva davanti il cazzo di Leòn e alla fica glabra del longilineo corpo di Chantal: mentre la leccava a lungo a Chantal che si faceva toccare i seni dal suo Leòn, faceva una pippa a lui, intanto mia mamma offriva il suo sesso all’ex pilota Thierry, che glielo leccava lentamente, facendola a tratti irrigidire…la telecamera poi si era spostata di nuovo su Leòn: la sua compagna ormai vogliosa di penetrazione, si toccava davanti a Leòn, mentre zia Berenice gli preparava il cazzo con uno dei suoi superbi bocchini…”
“…ahnnn…e brava la zia! Da giovane eri bella e parecchio zia!”
“Mai come quella Chantal…oh, oh…se te la nomino vedo che t’indurisce…che bello stringerlo ancora…mio marito se ne innamorò all’istante offrendosi di fare le riprese di questo video!”
Mia zia Berenice, una discreta porca mi stava masturbando durante il godimento di quel file…altro stacco e spostamento su mia giovane mamma che aveva allargato le sue cosce seduta su un grazioso tavolino di ebano, e apriva la sua vulva glabra alla lingua dell’attempato Thierry; il volto in godimento di mia madre Pauline infatti era stato un capolavoro di ripresa video; stava intostando di nuovo il cazzo anche a me, dopo che quella superba pompinara di zia Berenice mi aveva svuotato le palle letteralmente, fino all’ultima goccia!...oh…ecco un altro stacco: Chantal in ginocchio stava ricambiando la leccata di fica a mia zia Berenice, stesa a terra sul tappeto che lo prendeva in bocca a Leòn, piazzatosi sopra la sua bocca…ogni tanto Chantal, brava a muoversi con leggerezza, smetteva di leccare la vulva della mia bella zietta, e baciava ano e inguine, leccando anche le palle a Leòn il cui cazzo stava conoscendo il paradiso della bocca di zia Berenice…Chantal sembrava anche cambiar gioco baciando il ventre, e invadendo con la lingua l’ombelico di zia Berenice, e leccandole il basso ventre, fino ad apprezzarne le contrazioni…poi mia zia chiese la penetrazione: Leòn, cambiata posizione, penetrò zia Berenice, prendendosi a baciarsi in bocca con Chantal seduta sulle caviglie sopra la testa di zia Berenice, che leccava come poteva, in base ai movimenti possibili, la fica o l’ano di Chantal, a seconda di quale pertugio fosse più facile da raggiungere…altro stacco…mia mamma alla fine di un sessantanove con l’anziano Thierry, si stava preparando la sua fica per lasciarsi cadere sul suo cazzo. Il culetto di mamma non era male, e infatti Chantal, una sorta di deus ex machina, una giocattolina adulta multiruolo, all’apparenza perfettamente bisex aveva lasciato Leòn, e zia Berenice ai loro sensi, e s’era spostata verso Thierry che veniva cavalcato da mia madre, perfettamente a suo agio nelle sue oscillazioni verticali…Chantal aveva preso i piccoli seni di mia mamma, e la leccava baciandola teneramente sul collo, poi scendendo per la sua schiena, fino allo spacco delle natiche, che aprì con garbo per leccarle lentamente l’ano, mentre mamma mia, stavolta ripresa di fronte godeva del signor cazzo dell’anziano Thierry, e dei delicati baci linguali dell’amante di Leòn…a vedere mamma mia, cercata da una bellissima donna, dove l’avevo cercata con morbosa insistenza anch’io alla stessa età in cui mamma aveva fatto questa scopata, mi arrapai di nuovo…
Il periodo di ricarica delle palle era finito, e stavo tornando a rieccitarmi, e nel frattempo era tornata anche zia Berenice rimessa a nuovo con una guepière; si sedette accanto a me baciandomi, poi con la sua testa appoggiata alla mia guancia guancia, vedemmo il resto del file video…mentre lei mi teneva preso il cazzo. Mi baciò un po’ sulle guance, poi mi chiese:
“Ti è tornato duro Andrew…vuoi che te lo soddisfo?”
“Mettitelo dentro la fica, e guarda il video assieme a me…”
“Ok, fammi posto…reggitelo, ti vengo sopra di fronte, tanto il file lo conosco a memoria!”
Zia Berenice scese sul mio cazzo, tutto ingoiato dalla sua dilatata fica tiepida, ma ancora umida…iniziò a muoversi avanti indietro, cercando di rispondere anche alle mie domande, mentre appoggiato al suo torso di lato vedevo il video di mamma e Chantal…
“…zia, ma mamma era bisex?”
“No, che io sappia le piacevano…AHNNN! ... il cazzo e le palle…ma quando Chantal le ha offerto un fica-fica per tenere eccitato Thierry non si oppose…solo che il loro fica-fica non è stato ripreso…ahnnnn…anche le sue attenzioni linguali sul suo corpo sembrò averle apprezzate…mhmmmmm…ahnnnn…ahnnnn…”
“…ahnnn…ahhnnn…Leòn se l’è scopata?”
“No. Il padre di Leòn, Thierry era stato chiaro: mamma tua era sua in esclusiva…ahnnn…e come lui non faceva mai sesso con Chantal, la donna di suo figlio, neppure lui doveva farlo con Pauline, tua madre…oh guarda…Chantal sta preparando tua madre per la penetrazione anale…ahnnnn…ahnnn…era molto brava col massaggio anale, aveva le dita molto leggere, sapeva stimolarlo benissimo con gentilezza…ahnnn…guarda ora…mamma tua chiude gli occhi, e si aspetta che Thierry la penetri…AHNNNN…AHNNNNN…AHNNNN…Chantal non avrebbe mai toccato il cazzo di Thierry…avrebbe solo aiutato mamma tua ad apprezzare la – AHNNN – la…ahnnn la sodomia…”
“…e…HOHHHHH… che succede? Perché c’è lo stacco?”
Mia zia impalata sopra il mio cazzo si voltò un attimo, e recuperò la memoria per le risposte alle mie domande… e intanto si muoveva con la sua fica bagnata sul mio cazzo ancora duro, forse più per Chantal, che per quella stupenda fighetta che era stata mia mamma…
“Si era spostato mio marito! Io sapendo che Chantal non poteva prenderlo in bocca al vecchio, mi stavo rendendo utile: guarda lo prendo in bocca io al vecchio…ecco…vedi…pochi secondi e ce l’ha avuto duro! ...guarda ora sta inculando Pauline…Chantal si sta assicurando con bacetti alle piccole natiche di mamma tua che tutto avvenga piano…vedi adesso io mi sono allontanata…Chantal, si è messa sotto, e sta baciando e succhiando i seni a mamma tua…oh…vedi?!”
“Scusa, e che succhiava un seno quasi piatto?”
“Le stimolava il capezzolo! Grullo! …Ecco, il cazzo l’ha sentito! ...ahnnnn…ahnnnnn…ohhhhh…non mi sembra vero di sgocciolare…alla mia età! ...senti Andrew…non so te, ma io sono venuta…su concentrati… e sborrami questa vecchia ficaccia!”
Mentre zia Berenice mi raccontava commentando, dato che il sonoro faceva letteralmente schifo, ripensai a mamma bellissima trentenne, e passa che mi aveva concesso il sesso anale a casa nostra…come se la cosa fosse normale…Chantal, sotto il corpo di mia mamma Pauline sodomizzata con dolcezza da Thierry aveva allargato le cosce, e mia zia Berenice aveva preso a baciarle il seno amandola con metodo, e il suo compagno Leòn ci stava dando dentro dapprima con una veloce leccata di fica, poi penetrandola…mi stavo innamorando non di mia mamma Pauline giovanissima, ovviamente molto bella nonostante il suo seno acerbo, ma in crescita…proprio per niente! Quella stupenda donna castana di Chantal, la compagna di Leòn…quella sì mi stava piacendo! Ma mia zia Berenice, impalata dal mio cazzo, e mi stava bagnando piacevolmente la cappella, con il residuo del suo venire, mentre vedevo mia mamma, e Chantal vogliose di una bella venuta…chiesi alla zia…
“…zia…ma mamma si faceva venire dentro?”
“Nel culo sempre…ahnnn…mi confidò: in fica poche volte…non voleva restare incinta, e nemmeno il suo vecchio amante che era un uomo sposato con una nobildonna spagnola, voleva altri figli, forse perché già li aveva qua e là…se voleva venirle nella fica o profilattico, o doveva scoparla sporco, durante il ciclo…ahnnnnn…dai Andrew, ti decidi a sborrarmela? ...sono ancora bagnata…aspetta, vieni da me!”
Zia Berenice mi prese il viso tra le mani, e mi diede un robusto bacio salivoso e linguale, di quelli che avevo sempre sognato da mamma mia Pauline…poi mi lasciò libero il volto…
“Sei sempre stato bellissimo Andrew! …non ho saputo resistere! ...”
“Zia, metto il video in pausa…ecco…ora esci e mettiti alla pecorina, che ti sbatto bene!”
Zia Berenice si alzò dal mio cazzo ancora palo, scostò un po’ il tavolino da thè e si mise a quattro zampe sul tappeto, offrendomi il suo ampio culo cellulitico, e la sua pataccona ancora gonfietta…mi diede delle istruzioni, rapide…
“Ti prego Andrew, sborrami nella fica…il culo più tardi…ti ci farò venire se vuoi…ci volesse tutta la notte…ora la fica…la voglio bianca…AHNN…MHNNN…”
“Eccolo zia…tutto per la tua sorca! Non ci vorrà molto…aspetta…ahnnnn…ahnnnn…ahnnn…ahnnn!”
“…il…il…ahnnn…il video è sempre fermo? ...”
“Sì, zia…ora voglio solo venirti dentro…poi lo guarderemo ancora…”
Aveva chiuso gli occhi per godersi gli affondi, dato che l’avevo appena infilata, e subito inziai a farmi la volata finale…ci vollero tre minuti di chiavata senza che il video proseguisse, poi finalmente dalla mia cappella partì lo stimolo che fece scattare lo sparo…cappella, cervello, palle e …e la calda sparata, la prima, quella che usciva dall’uretra si riversò nell’ospitale vagina di zia Berenice! Era larga per via dell’età, ci piazzai il cazzo più avanti possibile per sentirla come prima, quando m’incuriosì perché l’aveva chiamata ficaccia, e intanto era bagnata. Gliela stavo innaffiando dandole fino all’ultima goccia del mio liquido seminale…



- continua -
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.1
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Zia Berenice e i folli vizi di una distinta borghese, 1a parte:

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni