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Prime Esperienze

Salve Terra qui Koona, 22a parte - i ricordi dell'amico Charlie


di sexitraumer
07.07.2021    |    3.725    |    0 6.0
"” “Io non ho visto nessuno! Mi ci ha portato il cane! E lui non lo sa…comunque gratta sul pannello… forse oltre c’è qualcosa che l’ha attratto!” Il capo..."
“…allora Charlie! Ora il cane è dal dottore alcuni pomeriggi. Ti farò sapere se mi serve …la prossima volta mi metto a quattro zampe sul pavimento, e mi farai il culo con calma, fin dall’inizio se vuoi…”
“Cos’ha il cane?”
“Lui niente! Ma il dottore dice che può prevedere le crisi dei malati di tumore …senti, prima che me ne vada…”
“Cosa?”
“Cos’è tutto questo casino? Tutti vanno avanti e indietro!”
“Forse abbiamo pescato un pesce più ricco…”
“Perché?”
“Si dice che sia un asteroide fatto di uraninite …ossido giallino …li pagano bene! Il grosso se lo pappano gli ufficiali, ma anche per noi dell’equipaggio c’è un bell’aumento di paga, esentasse…”
“Esentasse?”
“Esente dalle tasse, non tassabile!”
“AH!”
“Sì, ma stai zitta in giro!”
“Allora io vado! Ci si vede Charlie! Buon lavoro!”
“Koona davanti agli altri usiamo il lei. Non dire in giro che mi paghi in sesso! Se vedi una cicciona che ti guarda male, vattene senza trattenerti!”
“Perché?”
“È Gail, la mia ex partner…molto gelosa…è pure mia superiore in ufficio. Qui mi ha imbarcato lei…è un tantino possessiva, e mi esauriva, per questo l’ho lasciata! Ora dormo solo!”
“…e quando l’hai lasciata?”
“Un mese prima dell’arrivo vicino Titano!”
“Va bene, ciao. Il cane vado a prenderlo io oggi, sai…ciao di nuovo!”
Come lasciai il corridoio, sulla sommità del pianerottolo che dovevo ancora raggiungere con degli scalini mobili, al centro, una donna corpulenta sembrava mi stava contemplando da due metri al di sopra la scena…aveva i capelli ricci, un corpo a palle sovrapposte, molto seno, e molto culo, alta solo un po’ più di me. I suoi occhi erano castani e luminosi, e affatto ostili.
“Signorina, sei tu la famosa naufraga?”
“Sì, madame …”
“Immagino che quel porcellino traditore di Charlie Mensch ti abbia parlato di me …perché non sali, hai paura di me, forse?”
“…eh? …no…no…”
“E allora sali, se devi!”
Salii e le tesi la mano, che la signora strinse vigorosamente…
“Piacere sono il sotto tenente Gail Stones, la moglie del tuo amico Charlie…permetti? Ti accompagno al tuo ponte, così parliamo un po’ noi due…e poi dove siamo ora i raggi cosmici ci beccano alla grande! Meglio non sostare a lungo. Questa bagnarola non l’hanno revisionata a fondo prima della partenza …avessi saputo non ci saremmo imbarcati…”
“…ehm Koona, anch’io piacere! Volevo chiederle come lo sa che la zona non è sicura?”
“Sono ufficiale revisore contabile e ho visto quante revisioni sono state fatte e quanto sono state pagate…ossia sono, insieme al comandante una delle poche a sapere le reali condizioni di abitabilità di questa nave da carico…”
Per la verità la nave era piena di pannelli grigi ben illuminati e strutture portanti metalliche che si vedevano in semi trasparenza; davano l’idea della robustezza piuttosto brutta in sé, mitigata dalla relativa pulizia dei pannelli a motivi rettangolari smussati alle estremità in abbondanza nella zona tra i ponti dove ci trovavamo noi…
“Non è sicura, dice?!”
“Dico che non è sicuro sostare a lungo in questa zona inter ponti! Vieni, dai! Sono la moglie di Charlie, o non ci credi?!”
Gail mi prese sottobraccio restando affabile.
“Moglie, madame? A me ha detto ex partner…”
“…huhmmm certo, certo…ti avrà già detto che sono possessiva, gelosa, e che lo esaurisco…”
Ero a disagio pensando che quel donnone stesse origliando mentre facevo sesso con Charlie…
“…sai, carina, il suo vocabolario non è ricco, e conosco a memoria le sue parole! Gli è che lo spazio alle lunghe rende un po’ pazzi, ma per lui non c’è mai stato questo problema, perché pazzo è partito…con me! Ultimamente si è un po’ staccato, ma credimi carina: non riesce a lasciarmi!”
“Sul serio? Io ho visto che nel cubicolo 8 dorme da solo!”
“Con me divideva il 12, quello per gli ufficiali, che è più spazioso; comunque se volesse iniziare le pratiche per separarsi potrebbe rivolgersi al commissario di bordo, e al comandante: procedura semplificata e rapida; solo che non lo fa!”
“E perché?”
“Perché carina… se non fosse stato per me che l’ho imbarcato qui, sulla Terra lui, il caro Charlie, piccolo, dimesso, incline a diverse cosette che non ti nomino, era in carcere da un pezzo!”
“…in carcere…veramente? ...e perché?”
“Per un tentativo, poi non consumato, di atti sessuali con una mia parente di tredici anni, bellissima ma …la prossima volta chiedigli se si ricorda di Uma, e della sua, diciamo, diversità?!”
“U…ma? ...diversità?”
“…ecco: Uma è cerebrolesa dalla nascita, quando parla non sempre sono chiare le sue intenzioni, quindi non in grado di esprimere consenso al sesso né con coetanei né con adulti …e se non era per la sottoscritta che ha convinto i propri parenti a non sporgere denuncia, e a considerarlo un incidente di cedimento del vestiario intimo, improvvisamente scucitosi, sai come succede …”
“Veramente, no…”
“Beh, succede con le cuciture automatiche, sono piuttosto deboli, sai, perché se quegli abiti fossero stati strappati …beh allora adesso il contabile lo faceva per la sezione detenuti! Ora però si saranno dimenticati!”
“…cosa vuol dire?”
“Che quando te ne stai 7-10 anni fuori da casa, lontano, finisci per non mancare più a nessuno, e quando torneremo, se torneremo, prenderemo casa in sud America! …in Europa non torneremo …quindi carina, non t’innamorare di lui! Non è poi così sfigato con le donne! Io sono l’unica che ha saputo corteggiare, sai…anzi, nelle leccate di fica che avrà senz’altro fatto anche a te è bravo...!”
“…?!”
“…beh, gliele ho insegnate io! …utilizzando la mia di patacca! Tieni, guarda qua!”
Gail scostò davanti a me i pantaloni aderenti e l’intimo… e sorprendentemente mi mostrò fiera qualche istante il suo sesso più grosso del mio, carnoso e col pelo trimmato…allo sguardo ben tenuto… sorrisi imbarazzata anche se avevo leccato quello di Betty. La cosa durò due-tre secondi poi Gail riprese il suo fiero discorso…
“E se farà il bravo, dato che stiamo mettendo da parte i soldi insieme e sottolineo - INSIEME – e dopo che avremo comprato casa, la possessiva Gail, l’arpia, gli farà ingrandire il suo cazzetto da un chirurgo del pisello! Quindi carina, trova il modo per staccarti da lui! Senza che se ne accorga …un’altra marchetta al massimo … e …”
“…e? ...”
“E POI BASTA! …intesi?!”
“Che…?”
“Intesi? Altrimenti me la vedrò io col comandante per le tue visitine qui!”
“Sì… ma sono maggiorenne!”
“E quindi puoi finire sotto inchiesta per dei comportamenti scorretti a bordo! La prostituzione non dichiarata ai pubblici ufficiali di bordo è uno di questi! Chiedi pure alla tua compagna, la geologa Lorraine è un ufficiale esattamente come la sottoscritta…”
“Ok, ho capito!”
“Bene! E dì a Vallefuentes che andrò presto in visita da lui …credo di essere incinta!”
Quando mi recai dal dottore trovai il rosso (di capelli e peluria) Enda che mi disse che il dottore si stava riposando, dato che quel giorno-nave aveva il turno di notte - notte-nave ben inteso! – ma che sapeva che doveva restituirmi il cane, che quel giorno aveva assistito il paziente Danny che ora se ne stava in infermeria in osservazione. La nave in teoria avrebbe dovuto avere due medici, in modo che uno almeno fosse sempre disponibile a qualunque ora della giornata-nave convenzionalmente fissata in 24 ore come sulla Terra, mentre a me su Titano durava 15 ore…ma stavo riassorbendo la differenza del ritmo circadiano …e comunque c’era solo il dottor Vallefuentes, e due infermieri propriamente detti: Enda e miss Madelaine, la moglie del dottore in quel momento assenti entrambi…il cane venne verso di me facendomi le feste, e io, congedatami dal sempre gentile Enda, lo portai a fare la sua passeggiata affinché depositasse la cacca nella zona della nave adibita al compostaggio e all’eliminazione dei rifiuti prima di venire abbandonati alla deriva nello spazio esterno. In generale prima di liberarci di qualunque rifiuto riutilizzabile si tendeva al riciclaggio; ma dopo un paio di riciclaggi il materiale era troppo degradato per riutilizzarlo la terza volta. Trovata la grata “solita” del cane gli dissi di pisciare lì, e Rasputin eseguì …poi andammo alla seconda grata dove l’equipaggio per simpatia aveva piazzato un albero nano dove il cane potesse fare la cacca …quel giorno non volle farla; allora dato che chi non mangia, dice un antico proverbio, ha già mangiato …chi non la fa…deve averla già fatta… sì, ma dove? …
“…allora Rasputin, niente cacca?”
“Bau!”
Provai a trattenerlo, ma voleva andare via…
“Cacca! Qui cacca Rasputin!”
“Bau! … bau!”
“Dove l’hai fatta Rasputin?! Dove l’hai fatta?”
Allentai la presa e il cane si liberò …si voltò verso di me facendomi con la testa cenno di seguirlo…seguii il cane a quel punto e dopo un certo periplo di tracce fiutate nei corridoi si fermò presso un pannello scorrevole chiuso grattando su di esso. Certo andava aperto… ma come?! Provai a mostrare il mio volto al videocom da parete suonando, ma non ottenni nulla; e intanto il cane continuava a grattare…mi guardai intorno e cercai uno di quei pulsanti per le emergenze, spingendolo la sicurezza sarebbe accorsa immediatamente …ci vollero tre minuti, poi giunsero il poliziotto capo che aveva litigato con la Lund, De Kamillys, e due della sicurezza che non conoscevo di cui uno donna:
“Che succede? Che ci fa qui signorina?! Per questa zona ci vogliono dei permessi.”
“Io non ho visto nessuno! Mi ci ha portato il cane! E lui non lo sa…comunque gratta sul pannello… forse oltre c’è qualcosa che l’ha attratto!”
Il capo sorveglianza ci pensò su un istante, poi sentenziò:
“State indietro, tutti…via…via…anche il cane, via! Spero che non…”
Ritirai il cane e arretrai; il capo sorveglianza non terminò la frase: passò un badge dopo essersi presa l’impronta retinica, quindi aprì la porta a scorrimento…c’era un corpo a terra, un uomo svenuto con delle escoriazioni purulente sulle guance che andavano dall’incarnato al rosso e arancio …era il capitano Cors. De Kamillys chiamò la plancia…
“EMERGENZA, c’è un CODICE ROSSO in zona rifiuti, piattaforma A …svegliate o trovate Vallefuentes …e portate una barella, svelti!”
I poliziotti di sorveglianza mi ringraziarono per il rinvenimento, poi m’invitarono ad allontanarmi per non ostacolare i soccorsi, così me ne tornai nella mia cabina con il cane…
Quando mi recai per l’ultima marchetta con Charlie da ingenua gli chiesi di Uma…
“Uhmm, immagino tu abbia incontrato Gail …lo sapevo! Ancora quella storia! …sarebbe finita da un pezzo…”
“Senti, non arrabbiarti…tua moglie mi ha detto che possiamo fare un’ultima scopata …beh diciamo che se mi dici di questa Uma, siccome sono curiosa, sarà la penultima …le storie di sesso m’intrigano, Charlie!”
“Che ti ha detto Gail?! Si può sapere! ...?”
“…che ti ha evitato la galera, Charlie! Ma questa Uma era vostra parente?”
“Uma era…è la figlia di una delle sorelle di Gail …sembra sia affetta da un ritardo mentale generale da cerebrolesione. Quando la conobbi aveva tredici anni…sai, mi avevano chiesto di badare a lei perché i genitori dovevano fare una cosa fuori. Certe volte mi chiedo se in realtà non se l’aspettassero e mi avessero messo alla prova! In realtà ci doveva essere anche Gail con me, ma stava facendo ritardo di una mezz’ora mi aveva detto al videocom. In realtà furono quarantacinque minuti…tutto quello che dovevamo fare era assicurarci che il carrello domestico robotico non le portasse posate taglienti, né quelle laser, visto che verso i dieci anni si era messa a compiere gesti di autolesionismo sulle le proprie gambe…restammo soli, e mentre fingevo di guardare dei dipinti alla parete del salone, la signorina da sorvegliare si era allontanata un attimo in camera sua, e certo non potevo seguirla! ...

“…devo cambiarmi, torno subito, Charlie. Guarda i dipinti intanto! …li ha scelti mamy in persona in una galleria d’arte! Cambiano colore se li si fissa troppo a lungo, prova un po’! …il pittore ha usato un tipo di colore a olio, che conteneva dei cristalli polarizzanti sai …durano anni e anni, ma fra trent’anni circa non reagiranno più …noi però abbiamo il salone climatizzato a umidità controllata…”
“Vedo, vedo, ma non metterci troppo eh?!...io t’aspetto in salone, lo sai.”
“Dammi un minuto, Charlie! E guarda i quadri, che sono belli!”
“Certo, certo …ma devo confessarti che di arte non me ne intendo!”

“…e io intanto invece tenevo d’occhio la cucina, e il robottino porta stoviglie in stand by…chi se lo andava ad immaginare?!”
“Cosa, Charlie!?”
“Lei! …in cameretta sua non ci andai per rispetto della privacy…ma a altro che privacy! S’era spogliata sotto il ventre: aveva solo una canottierina bianco avorio, e per il resto era nuda. Un bel ciuffo biondino sulla passera, e dei capezzoli, anzi un capezzolo fuori di un’asola per mostrare il suo seno di prima-seconda misura più o meno. Uma portava i capelli dalla radice castana, sfumati fino al biondo, e li portava lunghi e fluenti, e mi guardava toccandosi le cosce, verso l’interno, e la passera. Il suo sguardo era ingenuo, non malizioso… non sorrideva, e continuava a guardarmi mentre si toccava. Cercavo di non reagire, ma era talmente bella, che mi dimenticai di Gail …e dello scopo per cui ero lì …ricordo che le dissi …”

“…muovi le dita, eh?! Dì, aspettavi il tuo fidanzatino? Non appena arriva gli apro. Come si chiama?!”
“No. Non ce l’ho il fidanzato.”
“…eh smettila, dai! …così bella e non hai maschietti che ti vengono dietro! Strano, no?”
“…ma perché non mi guardi?! Cos’è? Sono sporca? Ho fatto qualcosa che ti ha offeso?”
“No, no! Ma queste cose si fanno in bagno o sul letto, quando si sta da soli!”
“…io le faccio quando vedo un uomo. Mamma e la dottoressa mi danno le gocce, ma io ho voglia lo stesso…”
“…ma voglia, di cosa?”
“Di toccarmi la patatina, no?! Però da qualche tempo voglio anche il cazzo! Lo voglio prendere in mano, e mi danno le gocce, ma io ho voglia lo stesso…mhmmm…uhmmmm…sì…dimmi Charlie, tu ti tocchi quando vedi una donna nuda, vero? I maschi si toccano lo stesso; si fanno le seghe…”
“Ehm…sì, cioè mi tocca Gail …io sto con tua zia Gail…per favore non strizzarti quel capezzolo! È ancora piccolo e …po…pot…potresti farti male!”
“…ehmm…mhnmmmm…aahn…e la patata di zia Gail è più bella della mia, Charlie?”
“Ehm, eh che ti devo dire Uma?! Tu sei più giovane! ...ti piace toccarla, è normale, ma dai fermati, basta, su!”
“…uhmmmhhh…ahnnnn…Charlie, qui dentro quando si apre, entra il cazzo vero Charlie?”
“Sì, ma…non è il momento! A che ora arriva il tuo fidanzatino?”
“…non ce l’ho Charlie! …io volevo Eidonn, ma l’hanno mandato via…ahnnnn…mhmmm…ahnnn…Eidonn…Eidonn…AHNNNNN…Eidonn…”
“…e chi è questo Eidonn?”
“…ahnnnn…uno…uno della mia…ahnnnnn…scuola! Ma è…ahnnnn…ahnnnnn…dato…via! Ahnnnn!”

“…e continuava a toccarsi Koona…come se fosse normale! Fino a quel momento avevo per lo più distolto lo sguardo …ma quella ninfetta era …uno…uno…sp…uno spettacolo Koona! E così ho preso a guardarla direttamente …”

“Senti, allora …mi sa che me ne pentirò …ma…tu… vuoi scopare, forse?”
“Non so…ma ho voglia di toccarmi quando vedo gli uomini…mamy dice che posso toccarmi quando sono sola, ma a me piace farlo quando c’è un uomo!”
“Vedo che non hai mutandine…”
“No. Se mi tocco, le lascio cadere a terra…sono disordinata, vero? Perché mi fai segno?”
“No, ti chiamavo…vieni qua …non temere! Avvicinati.”

“…mi fissava Koona, e intanto faceva roteare le dita sulla sua passera, e mentre lo faceva si decise ad avvicinarsi a me, sai da lontano sono miope…”

“Qui?”
“Sì, non temere …voglio solo vederti meglio! Sono un po’ miope.”
“Ecco! Ora sono vicina!”

“…vedi Koona, quella ninfetta biondina con gli occhi verdi era arrivata a mettersi a mezzo metro da me, e per me era impossibile persino non sentirne l’odore della sua pelle …un tipino delicato, che non avrebbe mai indossato dell’intimo sporco…anche se in quel momento non l’aveva…per lo meno sotto…”
“Guarda, Charlie: indovino! Hai pensato subito: adesso le lecco la fica, vero Charlie?!”
“Lo so che mi giudicherai un pervertito Koona, ma era troppo bella …soprattutto lì…”
“Pervertito? E perché? Non te l’ha favorita lei?”
“Era a mezzo metro dalla mia bocca, come potevo resistere alla tentazione?! Che diamine! La ragazza mi guardava incuriosita sorridendomi come se fosse a suo agio, e io ora non so come feci ad essere così naturale…sì hai ragione Koona! Volevo assaggiargliela…ehi che fai?”
Mi ero abbassate le mutandine lasciandole cadere sul pavimento come doveva aver fatto quella Uma, poi invitai Charlie a leccarmela un po’…il suo racconto particolareggiato mi stava intrigando e causando un lieve pruritino alla mia vulva…mentre lui aveva gli occhi pronti a lacrimare per il disagio della confessione a me di cosa aveva fatto…beh, aveva ceduto, come tutti gli esseri fatti di carne…
“Mi hai eccitata! Dai leccamela Charlie, poi riprendi il tuo racconto che m’interessa moltissimo!”
“Slaaaaaapf, huhmmm, sluuurp, dammela qua! ...mhmmmmmlmmm …slurp…così, brava Koon…slaaaaap …è buona…mhmmmm…è buonaaaaahhhh…slurpf…slaaaap!”
“…ahn…ahnnnn…mhmmmm…AHN! Charlie! La lecchi bene, sai… ahnnn…ahnnnn…Ahmmmm…puliscimela un po’ …mi hai fatto bagnare tuttaaahhh…ahnnn!”
Charlie si chinò sul mio sesso e cominciò a farmi una buona leccatina di fica con pennellate salivose piuttosto leggere e rapide. In trenta secondi mi presero i mugolii, e mi si drizzarono i capezzoli mentre sentivo le mie tettine irrigidirsi…avevo un gran desiderio di venire in faccia a Charlie, che si stava impegnando tra le mie cosce…
“Slupf…flmmmm…yuhlmmmmm, slaaaaapf…huhmmmhhhh”
“AHHNNN…AHNNNNNNNNNNNN…ohhhhhhhh! ...ahnnn…ahnnnn…mhmmmmmm…ahnnnnnn …vengooooooohhhh! …AHN! AHN! AHN! ... ohhhhhhh!”
Mi ero proprio inzuppata, sporcando il mio simpatico interlocutore…che strusciava il suo volto contro la mia fica bagnata…raccogliendo con la lingua le poche bavette che avevo emesso…gli feci una carezza, visto che mi stava ripulendo il sesso, e anche le lacrime liberatorie dei suoi occhi s’erano confuse con la sua saliva e i fluidi della mia giovane fica… finalmente ero abbastanza scarica da aspettare il resto del racconto…per cui gli dissi:
“Grazie Charlie! …AHNNNNN …ohhhhhh…ti ho sporcato troppo?”
“No, no…non farci caso! Mi piace, sai…”
“Dammi il cazzo in mano Charlie, e continua a raccontarmi di Uma…”
“…beh, dovrei vergognarmi, Koona, ma dissi a me stesso: che male c’è se le assaggio un po’ la passera?! Mica gliele ho tolte io le mutandine…”

“…ehi ti dispiace se assaggio lì? …dove ti stavi toccando prima …non devi toccarti troppo se le dita non sono pulite, sai…non temere ci vorrà un attimo…giusto per conoscere il tuo sapore…ogni femmina ha il suo…”
“Vedo che me la guardi…quindi, voi maschi la volete sentire sulla lingua, prima! La mia amica Judy la fa leccare al suo ganzo, ma gliel’ha leccata anche una sua amica di volley a scuola…sai, quando l’allenatrice non le vedeva …l’amica di Judy era il capitano della squadra …e gliel’ha concessa sotto la doccia degli spogliatoi…”
“…beh, sei così vicina e bella, sai …e brava Judy …sluuuuurp…slaaaaaaapf …yuhlmmmm…!”
“Ah, allora fai! ...hoh dì, mi farai sporcare qui? …tra le cosce? Hmmmhhhmmm…”
“…e…ehm, certo, ma solo un po’, non molto! Ma ti pulirò subito! Promesso!”
“Usi la lingua? ...mhmmmmm, vero?”
“Sì …e farò piano! Forse sentirai del solletico, ma non preoccuparti: è …è normale! …”
“Allora fammi vedere come fai! …ehi mi sa che ti bagnerò anch’io…vero?!”
“Così! Slurp, slaaaaap, sluuuuuuurp …huhmmmm…non male sai…è buona! Sluuuupf…ancora un po’…sluuuupf…”
“…ahnnnn…ohhhhh…AAHNNNN…AHNNNN …ohhhh…ahnnnn …ahnnnnnn!”

“…dopo il primo minuto di solletico e leccate varie mi aveva preso la testa tra le sue mani, e me la tratteneva sopra il suo sesso, e quando godeva le tremava la presa…aveva un sapore amaro, ma leccavo lo stesso…”
“…così, Charlie?!”
Strinsi il cazzo caldo del mio amico, poi simulai con la mia mano una presa incerta sul suo cazzo e me lo feci sbattere un poco sul mio viso…
“Più o meno, sì! ...e bacialo un po’ almeno…dai!”
Diedi un paio di baci alla cappella ormai grossa del suo cazzo e me lo cacciai in bocca una ventina di secondi per deliziarglielo con la lingua, poi ripresi a spipparlo…
“Insomma…gloooohmmmmhh…spluf…pciù! ...gliela stavi leccando bene Charlie, vero?!”
“Ahnnn…eh, sì! …gliela stavo leccando con delicatezza…leggero, leggero…”

“…è belloooooohhhhhh…oh…ohnnn…mhmmmm…an…anco…ancora…huhhhh…ahnnnnn…ahnnnnn …hnnn…o…ora mi sento…ahnnnn…sento che mi bagnooooohhhh…ahnnnnn! AHUHHHHHH! …mhmmm…attento che …ahnnnn … che ahnnnnn… ti sporchi Charlie! ...ancora…ahnnn …ahnnnnn!”

“…sai Koona, le leccai anche il basso ventre, e quando affondai la mia lingua dentro l’ombelico, la sua passera ormai bagnata mi sfiorò il collo facendomelo sentire umidiccio …poi meravigliata dal fatto che mi aveva sporcato voleva allontanare la passera dalla mia bocca; al che le proposi…”

“…no, che fai! Uma! Siediti sul divano! Starai più comoda…”
“Sono bagnata…il divano si sporca…aspetta, vado a prendere una cosa …lo so dove lo mettono…”
“…cosa, Uma? …ehi…dove vai?”
“Aspetta, non muoverti!”
“Allora mi siedo io …tu resta in piedi, quando torni, vieni …verso di me!”

“…si era allontanata…poi tornò con una rivistina di carta…carta umida…tanto che essendo allergico…starnutii…”
“Cos’è una rivistina, Charlie?”
“…delle pagine di carta rilegate con delle foto e del testo che leggi o come racconto o come notizie…andavano di moda quattro-cinque secoli fa …quella, a giudicare dalla copertina, era del 1993, sette anni prima che iniziasse il ventunesimo secolo; la ragazza me la diede affinché la sfogliassi a mano, così vedi…”
Charlie mimò il gesto di sfogliare una rivista; poi quando mi spiegò che i maschi quelle riviste le leggevano con una mano sola, o guardavano solo le figure …compresa da parte mia l’ironia ci mettemmo a ridere dato che lui mimò anche il gesto della sega mentre con l’altra mano teneva una rivista immaginaria; tutto sommato un gesto universale, capace di resistere agli eoni…

“Hai visto Charlie?! Questa è di mamma! Cinque secoli fa le vendevano liberamente …facevano le notizie con queste cose sporche!”
“…no, Uma! Guarda la copertina! Sotto il titolone grosso…”
“…Le Ore, lo vedo…che brutti colori! Non capisco che ci trovi mamy; le acquista lei da un antiquario!”
“Signorina questa rivista ha quattro secoli, e la carta ormai è andata …è sotto conservazione, la pellicola trasparente si sente al tatto …strofinaci le dita! …insomma è stata trattata col conservante e i colori sbiadiscono con gli anni, comunque …”
“E perché non dovevo prenderla? Mamy l’ha comprata!”
“Tua madre è maggiorenne …ehi, guarda sotto! …è scritto in neretto…c’è scritto VM 18, vedi?! Non conosco questa lingua, credo sia italiano, ma 18 è il numero di anni minimo per acquistarla …tu non dovevi proprio prenderla in mano, né sfogliarla! …e comunque non facevano notizie …erano notizie finte o imbarazzanti, di cui non si parla in pubblico nemmeno adesso!”
“…sai, mamma e papà la guardano, poi fanno quello che c’è qui!”
“…immagino Uma …ehhh…ehhhhhhh...aeeeeetchiiiiiiiiiiii! …etchìiiiiiii! …cazzo! Non avrei dovuto toccarla …maledizione! …etchìiiiii! Mhuhlmmmmhhh…splutch….”
“…che succede Charlie?!”
“…ni…nient…niente! …devo essere allergico alla carta umida …questa roba l’avranno tenuta a lungo in cantina o in garage …mettila via Uma! La carta umida per me è pericolosa …o forse è lo strato di conservante inumidito …stà roba sta meglio tra i rifiuti …”
“…Charlie, mi dispiace …io non sapevo …volevo guardarla insieme a te …io la guardo di nascosto da mamma e papà …volevo vedere se potevamo fare qualche posizione anche noi!
“…po…port…portala via, Uma! ...sennò mi sento male!...davvero!”
“…davvero ti senti male? …è solo carta, Charlie!”
“…carta vecchia, umida …non vedevi i colori sbiaditi? Dove la pagina è gialla, …una volta era bianca …quei corpi nudi non erano gialli, ma color carne chiaro …chissà dove l’hanno comprata i tuoi genitori!”
“…era dentro un comò del ventesimo secolo …di legno antico …ora il legno non si usa quasi più, lo sapevi? …”
“…ahnnf…st…sta passando per fortuna! ...l’hai allontanata in tempo!”
“…peccato!”

“…io riuscii a ripulirmi e riavermi, lei intanto mentre allontanava la rivista mi offrì la vista del suo culetto…ormai che stavo con sua zia Gail l’avevo dimenticato del tutto! E lei tornò davanti a me, come delusa che mi ero appena ricomposto…”

“Me la lecchi ancora o sei arrabbiato per la cosa?”
“…ma che dici?! Non è mica colpa tua se sono allergico!”
“Beh, Charlie …guarda che ti sporco! …sono ancora bagnata, sai…”
“Sì, lo vedo…aspetta avvicinati ancora un po’ che ti pulisco tutta …non mi sporchi, non preoccuparti…”
“Ah, mi pulisci? …bravo! Ehi…non ti puzza, vero?!”
“No, ma che dici? Sluuuuurp…slaaaaapf…yuhlmmmmmm…sluuuuuup!”

“…Uma venne verso di me, che mi ero accomodato sul divano …e mi lasciò finire la leccata al suo sesso…era pulito…non puzzava affatto…”
“…è…è…bello quando mi lecchi lì …AHNNNNN…ch…chie…chiederò a papà se lo sa fare…ahnnnn…ahnnnnn…ahnnnn!”
“No, no, slup…slaaaaapf…sluuuurp, lui no, lui no…è tuo papà! Lui deve farlo a mamma tua, sai…sluuuuurp! Non a te! ...a te lo possono fare i maschietti…non papà tuo! Sluuuurp, slaaaaap!”
“AHNNNNN…ohhhhhh…ahnnnn…fo…ahnnn…forse mamma lo…ohnn…lo…permette…ahnn…ahnnnn! Anche lui …ahnnn …sarà bravo con la lingua…ahnnnnnnn….ahnnnnnn!”

“…doveva avere un padre bello Koona, pensa che desiderava che la madre permettesse al padre di leccargliela come gliela stavo leccando io…poi mi disse…”

“…AHNNNNN…ora ci metti il cazzo, vero?!”
“Beh, huhmmmm, sì …sempre che non ti offenda …”
“No, ma…”
“…ma cosa, pciù, pciù!”
“…ohohhh…fa…fa male?”
“Assolutamente no …basta provare …vuoi vederlo?”
“Non so …è grosso? Quello dei fogli gialli era grosso …”
“No, no…non temere…guardalo! Eccolo! …è questo qui…prendilo, non temere! Non è grosso grosso come vedi…prendilo in mano, dai! Quello della rivista era di un attore che ce l’aveva grosso apposta per apparire …”
“…dammelo, lo prendo io…speriamo che resti duro…”

“…Uma me lo prese in mano fissandolo…era duro…e intanto le stavo anche toccando il seno suggendole brevemente un capezzolo…il mio gesto fece in modo di farmi fare una carezza con l’altra mano, e il cazzo non lo mollava…appena lo scappellava, per poi ricoprirlo…”

“…e tu entri nella donna con questo?”
“Sì …e con che altro?!”
“…papà mette alla mamma un coso elettrico che vibra …il suo pisello invece glielo mette dietro, nel culo, poi si muovono…e lui la sbatte! …ne fanno di urli…”
“Immagino …ma se vuoi farlo entrare nella vagina devi tirare indietro la pelle e scoprire la cappella.”
“Quella rossa?”
“Sì.”
“…così? ...”
“Sì.”
“E poi tu entri dalla passera?”
“Sì.”
“…è bello quando entra?!”
“Sì.”
“Devo aprirla?”
“Si apre da sola, se ne hai voglia…sennò scosta la pelle con le dita…vieni qui, sopra la cappella… e ti lasci cadere…un pochino soltanto…non ti farà male…anzi!”
“…sentirò dolore?”
“No…perché?! Non appena entra sentirai solo piacere…”
“…uhmmm …proviamo …faccio io, però! Lo tiro un po’ …mi piace tirarlo…papà non me lo fa mai toccare! Neppure con la mamma!”
“…ah, sì?! Beh, non insistere con papà, allora! Mica si prende quello di papà!”
“Lo dice anche la mamma…ma a me piace prenderlo anche a lui! Tanto prima o poi me lo farà prendere…lo sento!”
“No, no Uma. Non si prende dai familiari stretti! Prendilo da me, che non siamo parenti…”
“…però siamo amici, Charlie, vero?!”
“Certo! ...dagli amici si può prendere Uma!”

“… la ragazza non si decideva, ma io non avrei fatto la prima mossa! Ero rimasto ipnotizzato dalla sua ingenuità verso la penetrazione. Ci pensò su dei minuti, forse sei o sette e se lo guardava stretto in mano, e io intanto le muovevo l’avambraccio affinché continuasse a spipparmelo almeno tanto tenerlo in mano le piaceva…poi quando finalmente me lo scappellò, e capì come farselo entrare si avvicinò per mettere i sessi a contatto…”

“…ehi, aiutami, reggimi, mhmmmm…sì ho…ho voglia! … non mi farai cadere, vero?!”
“Fa piano Uma! Non c’è fretta …non cadrai, ti terrò io una volta dentro!”
“…ohhh, huhmmm…è caldo…mhmmm insomma devo avercelo sotto…”
“Prima sotto, poi quando sei sicura appoggi il buco della passera alla cappella, e ti lasci cadere ed entra, Uma!”
“Farà male? Tu sei mio amico, no?!”
“Sì, Uma. Sono tuo amico, ma se non vuoi, mica devi mettertelo dentro per forza …puoi muovere la mano, non mi offendo…magari me la fai sfiorare di tanto in tanto…”
“La mia amica del parco, Judy, mi ha detto che l’ha già fatto …e mi ha detto che è bello una volta dentro…”
“…quanti anni ha Judy?”
“Quindici…dice lei…aspetta, ora…hmmmm…ohhhoooh…ora lo…lo…sento…mhmmmm…”
“Lo sento anch’io …lo stai solo strusciando però…l’ingresso è più in basso, sai…lo appoggi sul buco e ti lasci cadere… entrerà da solo…stai tranquilla…anzi avvicina il collo…”
“…così?”
“Sì…pciù…sluuuuuurp…yulhmmmmmhhh!...”

“…mentre lei mi teneva padrona il cazzo, io avevo preso a baciarla sul collo leccandolo bene…lei gradì quell’imprevisto un buon minuto, poi dopo che le introdussi la lingua nell’orecchio si voltò un istante per poi chiedermi…”

“…ahnnnuhnnn…mhmmmm…ahnnnn…ma…hann…ma……ma poi resta duro, come in mano ora?!”
“Sì, resta duro…pciù, pciù! …”

“…la baciai sulle guance un paio di volte, poi il suo tono fu più deciso…”

“…mhmmm, hohhhhh…ora lo sento…me lo aggiusto…aspetta, ho capito…mhmm, ahnnn…non è difficile…mhmmmm…hohhh…credo…uhn! …un attimo, eh?!”

“… Koona, con una mano si reggeva a me, e con l’altra finalmente aveva capito come aggiustarsi la passera…non appena sentii la pelle del suo sesso caldo sulla cappella …ecco ch’era appena entrata Gail, insieme alla sorella… A me prese un colpo! La mia mente si svegliò da quel torpore di attesa di penetrazione con un lampo cieco! Tanto fu lo spavento per il rumore della porta che si apriva …e Uma si voltò senza curarsi di essere seminuda. Per lei era come se fosse naturale…la madre di Uma, pur avendo intravisto il mio cazzo dritto, non mi degnò di uno sguardo…sembrava avesse capito cosa stava per succedere…però devo ammettere che sua madre rimase calma senza urlare minimamente…”

“…Oh, ciao mamy, che succede? ...ah c’è pure zia Gail! Ciao zia!”
“…ciao, Uma! ...ma stavate facendo, forse?!”
“…Uma! Sei bagnata, vedo…che hai fatto?!...eravamo d’accordo che avremmo aspettato per questa cosa! Non si fa col primo che si presenta! Non si fa mai con chi non conosci!”
“Mamy, Charlie lo conosciamo …sta con zia Gail, no?! L’ha portato lei qui, vero zia Gail?! Charlie non è uno sconosciuto! Charlie con me è simpatico, non urla mai…perché è nostro amico, vero mamma? Vero zia Gail?”
“Uma! Charlie stava con me, sì! E per questo non avresti dovuto sedurlo! Io non ti faccio niente, ma un’altra donna potrebbe picchiarti o anche ucciderti se gli porti via l’uomo!”
“Zia Gail, io non te lo portavo via! Volevo solo fare quello che fanno mamy e papy! Che si divertono …li ho visti! Sai, mamy…gli ho fatto vedere anche la rivista sbiadita, quella che guardi con papà …e si è sentito male …la carta … ha detto che era colpa della carta, non mia!”
“Non dovevi prendere le mie riviste, Uma! È come rubare! …e per quella cosa del pisello e della pisella dovevi aspettare Uma! Della rivista parleremo dopo! …Ora dimmi, ti è entrato dentro, figlia mia, che è successo?!”
“Non ho approfittato signora! Non l’ho mai obbligata alla congiunzione! In nessun momento!”
“…aspettare cosa, mamy? Charlie è mio amico …è…mio…amico, vero Charlie?!”
“Non è successo niente, signora! Non abbiamo fatto in tempo! Lo giuro… solo un po’ di carezze, strusciavamo…soltanto! Me lo teneva in mano, niente di che! Non l’ho penetrata, mi creda! …la decisione se farlo l’avrei lasciata a Uma, senza fo…for… forzare! Non ho mai forzato nessuno, io!”
“…dai mamy, Charlie non ce l’ha grosso! …è duro, ma non è grosso, non poteva farmi male! …è così che deve essere, vero?! Tanto non mi avrebbe fatto male! …e a te faceva male zia Gail? Anche voi fate il gioco di su e giù, vero?”
“No, Uma. Non mi faceva male, no. Ma adesso non capisci …capirai tra un po’ d’anni …Lorynn, accompagnala in camera sua, che è meglio! Io devo fare i conti con questo cialtrone!”
“…ah Charlie, mamy si chiama Lorynn …non te l’avevo detto…no?!...parlavamo se faceva male, vero Charlie?!”
“…”
“…vieni Uma, andiamo in camera tua! Dobbiamo riposarci…su, andiamo! Non s’importunano gli ospiti Uma! Specie se sono adulti! ...e tu l’avrai importunato come col professore a scuola! Sei proprio …lussuriosa Uma! Ti avevano sospesa un mese, neanche videolezioni, ricordi?”
“…mamy, il professore era più bello di Charlie, ma anche Charlie è così …buffo…e il suo pisello mi piace…ha il cazzo bello Charlie! …mamma vuoi sentire il cazzo a Charlie?”
“No, Uma. Io mi fido solo di quello di tuo padre! Mentre di questo signore qui non sappiamo nulla…proprio nulla…!”
“Signora, io sono solo un onesto contabile…io…”
“Lei è stato un bel furbastro…lei! Signor Mensch! Conosco le intemperanze di Uma, e prima d’uscire sembrava che il sesso fosse l’ultimo dei suoi pensieri; probabilmente l’avrà anche sedotta, non era la prima volta che si comportava così! Ma lei signor Mensch! …era sufficiente che non le facesse caso! ...invece ne ha approfittato! Fortuna che mio marito oggi non c’è, altrimenti …”
“Ehi, ehi …s’è spogliata d sola, in camera sua! Io non l’ho spogliata, in nessun momento!”

“…una scena irreale Koona! La ragazza in piedi davanti a me, mi salutava come se niente fosse stato. Sembrava contenta che le avessi fatto impugnare il cazzo! ...e alla madre parlava bene del mio cazzo…”

“…devo andare con mamy, Charlie! …ma tu ritorni vero?”
“Addio Uma! No, credo di no. Mai più, a questo punto…ha ragione tua madre Uma!”
“Io dico sempre ciao! A me dio non piace, e quando dici addio vuol dire che stai morendo…e poi dio mica è qui! Ehi Charlie! …ma perché no? Non ti piaceva la mia patata? Me l’hai leccata, no?! Mamy non vuole che i maschi me l’assaggiano, ma a te è piaciuta, vero Charlie?! Era pulita, sai … era pulita!”
“…io…Uma, io…sì era pulita, brava! …però ecco io non so che…che mi era preso…forse non dovevamo …ha ragione tua madre! …vai con tua madre, Uma.”
“…mamy, Charlie ha messo la lingua sulla mia patata…oh…oh…era bello, sai…era bello! Però mi sono sporcata mamy! Forse ho sporcato anche Charlie…non ti dispiace mamy?!”
“Uma, vieni qui! Andiamo in camera tua, ti accompagno…andiamo Uma! …e lei signor Mensch avrei preferito che non s’approfittasse di una ragazza come Uma! Non lo vede anche lei come parla? Ad ogni modo la porterò dalla nostra ginecologa…se l’ha penetrata dovrà trovarsi un avvocato …di quelli bravi! Mi dispiace Gail, veramente…”
“Oh Charlie! Di te non ci si può proprio fidare! …altri cinque minuti e ci avresti goduto dentro!”
“Eh no! Fate presto voi! …si è presentata lei, già nuda da me! …su è stata solo una piccola pippa alla fine!”
“Ma se gliel’hai leccata! L’ha detto lei, appena adesso! Stà zitto prima che ti prenda a calci in bocca, cialtrone! …Lorynn, porta Uma dove credi, ma ti prego…fammi sapere …con te faccio i conti dopo, bastardo!”

“Gail mi fulminò con lo sguardo, Koona…anche se mi ero affrettato a rimettere dentro i pantaloni il mio cazzo. Chiaramente non avevo giustificazioni; Uma uscì dal salone accompagnata da sua madre, che a quanto pare trovò in corridoio i suoi vestiti tagliati, buttati in terra. Non ero stato io! Uma, mi disse poi Gail, aveva il vizio di usare i coltelli domestici sulle camicette e le forbici, che sua madre faceva sparire, per tagliare la propria gonna. Lo sguardo della madre di lei non avrei potuto reggerlo oltre per cui andai via…”
“Ma la mamma di Uma voleva ucciderti, forse?”
“No, non alzò mai la voce per non turbare la figlia, ma chiaramente in quella casa non avrei potuto presentarmi mai più!”
“Ci credo! E Gail?”
“Quando lasciammo la casa di Uma mi prese a pugni in testa per strada e a calci fino a casa, dove mi tirò sul muso una pentolina da thè, e una cornice digitale da muro che non riuscì a spaccare sul mio cranio; una volta che si era calmata lasciai l’appartamento e me ne andai via, in campagna, dai miei parenti…Seppi tempo dopo che aveva cercato di difendermi con sua sorella Lorynn, anche se con me fu dura quando mi ritrovò che mi ero nascosto! …presi una settimana di ferie e scappai a nascondermi dai miei parenti in aperta campagna…dove comunque Gail mi raggiunse, mi trovò e …ci chiarimmo…più o meno…molto più o meno…”

“…allora maledetto vigliacco, ho convinto mia sorella a non denunciarti! Lo so che Uma ti è sembrata una ninfetta: è carina e figa, come a suo tempo sua mamma, avrai notato – e ti aggiungo io - sua nonna; ma non sempre è capace d’intendere o di volere! Per farle conoscere il sesso sua mamma s’era accordata con i genitori di un suo compagno di studi, uno carino, della sua età, un certo Alfons…stavano aspettando che si decidesse lui a venire da loro a scoparla! Certo non te, maledetto farabutto! Uma si tocca anche davanti al padre, il quale ancora resiste…ma per quanto?! …alla prima lite con la moglie forse ci proverà anche lui …”
“M’ha provocato lei! Se tu fossi stata presente non sarebbe successo!”
“Si lo so! La mia parte di colpa ce l’ho anch’io Charlie! Te lo ripeto: ti ho difeso, anche se mia sorella voleva denunciarti…Uma il numero da ninfetta lo aveva fatto anche a scuola l’anno prima, ma l’insegnante, con cui avrebbe voluto congiungersi, un giovane trentenne di nome Eidonn, chiamò la sorveglianza! E si beccò una sospensione cautelare perché si seppe che piaceva molto ad un altro paio di studentesse un po’ più grandi di Uma e certo non cerebrolese come lei …poveraccio! Chissà se insegna ancora…ma Uma non si rende conto …e per questo, se ti denunciavano ti beccavi un’aggravante!”
“Ehi, senti ma anche a me, cosa ti credi?! Mi ha provocato!”
“Ah già…sei tu la vittima, che sbadata, cazzo! Ma come ho fatto a dimenticarlo?! Come se non ti avessi già difeso! Stronzo! E tu da maschietto arrapato hai ceduto! …mica eri uno sfigato! Avevi me! Insieme a te mi ficco dentro quello che vuoi, dove lo vuoi…e m’ingoio anche la tua sborra intera! …o no?! …però ti stava piacendo la fichetta stretta, bastardo! …quella sua era nuova magari e pure in garanzia!”
“Sì, ma Uma era così …carina! Ecco sì, l’ho detto! Era carina!”
“Il termine giusto è fighetta, stronzo! È chiodina come mia sorella! …ed era figa pure nostra madre! Io invece sono la tonda di famiglia! Credevo di piacerti così, fedifrago farabutto! ...ragioni solo con il cazzo!”
“Gail, sono un essere umano! Non so cosa mi era preso quando me la sono trovata davanti che s’era già denudata prima di raggiungermi in salone! …va bene, vuoi che ti chiedo perdono? …io…”
“Va bene, per questa volta, passi! Del resto non era certo la prima volta che cercava di darla!”
“Io però resto qui, dai parenti! Sono gente comprensiva!”
“Ah! Perché?! Io no?!”
“No, non volevo dire questo Gail …ma lì sono sputtanato!”
“No, te l’ho già detto! Ho convinto mia sorella a non denunciarti! Non l’hai penetrata la ragazza, sennò allo scanner della ginecologa di famiglia, la dottoressa, se ne sarebbe accorta …forse non l’hanno neppure informato il padre…suo marito…fortunatamente stavate solo strusciando i sessi. Se entravi in lei era stupro!”
“…ba…bastav…ano…altri due secondi, quando siete arrivate voi…”
“…?!...maledetto! Ti rode ancora…ma sono stata la fortuna tua Charlie!”
“…pe…per for…fortuna…già, già…è vero!”
“Vigliacco ipocrita! Io proprio non ti bastavo!”
“…dai, Gail, meglio se resto qui! Tu mi raggiungerai nei week end!”
“Perché anche qui conosci qualche ragazzina?!”
“No, ma in quel quartiere la madre di Uma …”
“Ci tiene all’immagine stronzo! Basterà che tu stia lontano dal loro isolato! Ignorali, loro e la figlia se li incontri al supermercato! Non guardarli, non salutarli, e non incrociare lo sguardo con Uma, mai più!”
“Davvero?!”
“Certo, puoi tornare. Che fai qui in provincia? Credi che la polizia non ti trovi lo stesso?! Puoi tornare: non ti faranno nulla! Né i genitori di Uma, né la polizia che non sa nulla! Non verrai pestato di botte sotto casa da giustizieri mascherati…”
“…beh questo forse, potrebbe accadere …e a quel punto confesserei…”
“No, che non confesseresti! Basta con le pippe mentali, Charlie! Diciamo che è stato tutto un incidente, un malinteso! …Uma non si rendeva conto di essere senza vestiti… i tuoi parenti me li presenterai un’altra volta! Forza, torna con me in città! Ora basta parlare di mia nipote! Non ne parliamo più, va bene?!”
“Mi hai perdonato allora?”
“No, cazzone, no …cioè sì! Per questa volta!”
“Grazie Gail, non ci contavo proprio!”
“Ascolta Charlie: farai l’amore con me due giorni di seguito, in albergo, pago io! Qui dai tuoi parenti non mi va!”
“Beh, avrei dovuto presentarti prima o poi…già che ci siamo, restiamo un po’ no?!”
“Non c’è l’atmosfera giusta Charlie; non so cosa hai detto già ai tuoi parenti, ma tu ora torni con me!”
“Gail, perché non restiamo? Ho un cugino sposato da poco qui: lui e sua moglie hanno diciannove anni …sei mesi fa mio cugino Ge’ammy voleva propormi uno scambio di coppia, sai… i contadini qui si annoiano molto a sorvegliare i macchinari robotizzati, non succede mai niente…e io gli risposi che ci avrei pensato! …insomma che dovevo parlarne con te…”
“Tuo cugino?”



- continua -
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