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Una coppia d'incestuosi (per tacer della mamma), 3a parte


di sexitraumer
16.06.2019    |    4.097    |    0 9.9
"No…no! Se puoi spendere qualche soldo preferisco una videocassetta…di quelle che sai tu!” “Papà, io non ho girato mai dei video! Io la offrivo soltanto..."
“E quale?”
“Si stava spendendo tutta la pensione ai porno dove c’ero io…e aveva preso ad andare alle anche alle mangiasoldi…dovevo in qualche modo tenerlo a casa, se volevo fare la spesa…sai finché c’era mamma un porno ogni tanto, da guardare assieme a lei, che poi lo faceva trombare e sfogare…”
“Ma poi, siete diventati amanti?”
“Amanti no! ... ma se voleva un orgasmo, che non poteva farne a meno, gli chiedevo di aspettare che i vicini uscissero…talvolta ci voleva anche un’oretta o più, che lui passava in silenzio a leggere la sua collezione di porno…se si segava non me ne importava, perché poi si accontentava di una leccata di fica…ma aveva imparato a risparmiarsi, sai un corpo femminile caldo è ben altro che un giornaletto…quando gli davo il via libera a metà pomeriggio prima di cena…
…le parole di mamma nella mia mente intorpidita dal sonno, o forse anche nella loro ben sveglie, produssero la scena che mi si raffigurava…

“…sono andati via adesso! Mi dispiace averti fatto aspettare papà! Non prendertela! Non voglio che ci sentano…il denaro per andare fuori in hotel non ce l’abbiamo! …”
“…ma perché dici che ci sentono? Io non li sento mai!”
“Io si papà! Ho le orecchie più giovani…e i nostri muri sono i loro: qui accanto, da questa parte senza la finestra, hanno costruito in aderenza!”
“Storie! Si devono fare gli affari loro! Se dicono qualcosa, stavo guardando un porno, no ?!”
“Oh papà ! Cazzo, dai! …ti ricordi quando prenotavo un ristorante per te e mamma, lì a valle? Mi serviva la casa libera, quando prestavo la casa a quelli della rivista…questi cari vicini del cazzo hanno malignato, e l’hanno detto anche in consiglio comunale…fidati, e fa attenzione! Un rosicone ce l’ha con noi ! Mi è arrivata la voce dall’amico dell’ufficio postale: lui ascolta quello che dicono quando sono in fila!”
“Cosa ?”
“Un consigliere del comune…insomma mi hanno riferito…uno stronzo di consigliere, amico loro, voleva presentare un esposto al presidente della comunità montana su cose poco chiare che avvenivano a casa nostra!”
“Che cose?”
“Quando prestavo la casa per le riprese hard, dei segaioli…insomma dei ragazzi di qui si arrampicavano sui tetti di fronte per vedere di nascosto i servizi hard, che giravano a casa nostra quando mi fidavo a lasciargli le chiavi: per risparmiare sulle luci quell’avaraccio del produttore diceva o obbligava il fotografo a scattare le foto a finestre aperte…il presidente del consiglio delle comunità ha detto che…”
“Che cosa, cazzo d’una ma…”
“Papà dicevano che qui dentro c’erano strani giri…”
“Quelli dei tuoi amici della porno-rivista?”
“Senti, per fortuna ha detto che stà cosa dei segaioli perdigiorno che spiavano qui non riguardava la comunità, e la cosa è finita lì l’anno scorso…ma ci avevano presi di mira: erano invidiosi! Ci hanno preso per riccastri. Qualcuno sono sicuro che compra gli stessi porni che compravi tu…e deve avermi vista! O deve averti visto quando li compravi…magari una parlatina con l’edicolante…”
“Ma porco cane! Che dicono?”
“Giocano ai maligni! T’invidiano perché sono figa… non devono sentirci papà! Andiamo in camera da letto adesso, sono usciti, finalmente!”
“Clang…dong! …dong!”
“Era il portone! Torneranno solo tra un’oretta…senti…”
“Che c’è Nadia ?”

…mentre parlavo, figli miei, mi ero già tolte le mutandine con noncuranza; sotto la gonna non avevo nulla, se non una bella fica con il pelo; mi sedetti sul letto, e iniziai a fargli una rispettosa, ma stanca sega; il cazzo se lo teneva pulito, sai…la doccia la faceva…alcune volte era a disagio…da piccola mi ha sempre rispettata…e da quando era morta mamma era solo; un’altra donna a casa non me l’ero raffigurata mai…e se poi avessi dovuto dividere con questa tizia la mia già magra eredità? Solo stà casa che non ho mai voluto vendere; me lo sono fatta promettere da tuo papà che non me l’avrebbe fatta vendere! Sai, Francesca...se aspettava che fossi io a concedermi a lui, gliela davo…mentre minimo, minimo una sega. I pompini non sempre, ma se gli sorridevo durante la pippa, gli si drizzava prima; ogni tanto gli ho anche strusciato la cappella sul seno alzandomi il maglioncino leggero; di fargli un pompino quel giorno non ne avevo voglia: gli presi in bocca la cappella solo un paio di volte, insalivandola bene, ma non avevo voglia di muovere la lingua…per cui gli dissi:
“Oggi non ho voglia di prenderlo in bocca; vorrei chiederti di spipparti da solo…magari leccami bene la fica, che ti s’intosta di sicuro…l’ho lavata due ore fa: ha ancora un buon odore…sennò vado un attimo in bagno a lavarla, vuoi?!”
“…n…no…no! Resta qui! Andrà benissimo…”
“Va bene pà! Ecco, mò mi stendo, e ti servi da solo…”
Mi stendevo sul letto, sai, restavo vestita…mi stendevo rivoltando la gonna, cosicché vedesse bene figa e pelo… e allargavo le gambe meccanicamente…lui abbassava la testa, e me la leccava provocandomi dei rantoli, e dei respiri femminili che lo arrapavano, poi una volta infoiatosi, come ogni maschio, entrava con il cazzo duro ! E io dopo il solito sospiro di piacere all’entrata, ed altri finti, aspettavo con calma che finisse…se volevo farlo sborrare bastava che lo baciassi…dopo un orgasmo nella mia topa dormiva tre ore…al risveglio se aveva ancora voglia, solo una sega per la seconda venuta: in genere toglievo la gonna così mentre gliela facevo guardava il mio culo allo specchio dell’armadio…una volta che mi veniva in mano, per quel giorno bastava! …se ne restava calmo e non andava a giocare alle slot clandestine!”
“E questo per quanto tempo?”
“Un anno, un anno e mezzo…poi è morto di un’influenza che avevamo sottovalutato: una polmonite virale…tanto che mi preannunciarono che in caso di ricovero, se trovavano il posto letto, sarebbe venuto l’elicottero…invece se n’è andato nel sonno…”
“Mamma…”
“Che c’è?”
“Mi racconti l’ultima scopata? Non riesco ancora a crederci…e poi era sempre papà tuo…”
“Beh, devi sapere che geneticamente non sono sua figlia! Lui mi riconobbe come sua sposando mamma, che mi aspettava di sette mesi…mamma gli fece giurare…diversamente lo avrebbe ucciso…dicevo gli fece giurare che non avrebbe mai dovuto insidiarmi. E lui si attenne al giuramento che le fece sposandola…certo io lo provocai un paio di volte da adolescente…ogni tanto provocarlo mi piaceva: non potevo farne a meno…”
“Quindi, morta nonna, ci potevi anche fare figli…”
“In teoria sì, ma prendevo la pillola…”
“…ma non capisco bene: sei tu che gliel’hai data ?”
“Sai io per lui ho fatto molto per salvare almeno la sua pensione. Se se ne andava tutta a puttane e pornazzi eravamo alla fame! E allora sulla strada ci sarei finita io!”
“Ma perché avevate trascurato l’influenza?”
“Perché finché non ti fanno male le scapole, o le ossa, non ti rassegni ad andare a letto…almeno per me è così…lui non sapevo, ma pareva stesse bene.”
“E come successe allora?”
“Che impazienza! Comunque, molto tempo dopo, era già vedovo…al ritorno dalla spesa, lo trovai un po’ alterato…se volevo cucinare con calma dovevo sbollentarlo un po’…i vicini questa volta erano a casa, e di sicuro una chiavata era l’unica cosa che l’avrebbe calmato per mezza giornata. Sbatteva i libri per terra, rimetteva in ordine, per poi risbatterli di nuovo; l’ho visto fare il segno dell’ombrello al vicino di casa, quando si era affacciato alla finestra; e quell’uomo si è fatta una risata maliziosa indicandolo agli amici che erano con lui; ormai per i vicini era diventato un bislacco. Più di una volta mi avevano detto di fargli gli esami per l’alzheimer…beh non me li potevo permettere in privato; ma la memoria, io lo sapevo, ce l’aveva: anche quella a breve termine! Gli chiedevo sia cose vecchie, che recenti: memoria di ferro! Forse arteriosclerosi, ma certo non l’alzheimer…devo dire, cara Francesca che qualche mania di persecuzione la stava maturando; ma era il senso di colpa per dovermi chiedere del sesso casalingo, da incesto…dopo ogni incesto si chiudeva in camera da letto e s’inginocchiava pregando ed invocando – immaginavo – il perdono di Dio; lui che della messa non gliene era mai fregato niente; quando pregava non osavo disturbarlo. Una volta arrivai anche a nascondere un registratore nella sua camera, dato che parlava da solo, ma quando ho svolto, e fatto ripartire il nastro, non ero riuscita a capire un bel niente: usava il suo dialetto che, con me loro figlia, non usavano mai; era diventato quasi un bambino; certe volte per fargli mettere il maglione più pesante dovevo litigarci…e in vecchiaia si ritorna un po’ bambini purtroppo… era agitato quella volta! Ma era il malessere influenzale, e l’ansia che non gliela dessi più…Invece gliel’avrei data, per lo meno finché mi scopava garbatamente; solo che su un comodo letto non potevamo farlo: i vicini erano in casa! Io stessa una settimana prima li avevo sentiti scopare; lei la moglie disse una frase che avevo detto io a papà tempo prima, poi si fece una risatina; e un minuto dopo il marito la stava chiavando con una certa foga, e si divertivano a far rumore di sesso tutti e due, imitando quelli che erano riusciti a carpire dalle nostre mura, e poi ridevano. Li avevo sentiti perfettamente, e senza poggiare al muro l’orecchio! Gli dissi di recarci nella legnaia…l’avevamo pulita da poco pagando degli operai, e stendendo un materassino ci si poteva stare…capirai era anziano…settantaquattro anni…non potevo rischiare che si rompesse le ossa con qualche acrobazia tra tavolone e poltrone; sul letto solo quando i vicini non erano a casa…ma in inverno…a casa ci stavano tutto il giorno, mica no, cazzo…mi palpeggiava le natiche e le cosce…”

“…datti una calmata cazzo! Te la do, te la do! Ma non qui! Senti potresti farmi un favore?”
“…e sarebbe? Guarda che oggi non è una bella giornata! Magari oggi era la volta che vincevo!”
“Papi, non dire scemenze! Lo sai benissimo che i videopoker sono fatti per non far vincere veramente! Giocati cinquemila lire al lotto, piuttosto! Magari esce un bell’ambo: ti fai duecento mila lire e te le spendi come cazzo ti pare…ma il videopoker lascialo perdere! Vuoi che te la compro la Smorfia napoletana?”
“Che è?”
“Il libro dei sogni, coi numeri da giocare…chissà magari sogni mamma da lassù…”
“Eh ?...no…no! Se puoi spendere qualche soldo preferisco una videocassetta…di quelle che sai tu!”
“Papà, io non ho girato mai dei video! Io la offrivo soltanto all’obiettivo del fotografo della carta stampata!”
“Non hai girato film? Qui intendo.”
“No…anzi quando io sto a casa, i porno potresti vederli a volume basso?! Qui accanto ci sentono, sai…vedili per carità! Ma abbassa il volume…se sanno che li guardi davanti a me, che pensano i vicini? Vuoi che ti compro le cuffie?”
“No. Non mi piacciono. Mi scaldano le orecchie…che poi mi arrabbio con le orecchie calde; o che hai qui?!”
“Comunque sembri accaldato…misuriamo la temperatura?”
“Qui…intendi ?...sì, sei calda…”
“…fermo! Non abbassarmi la gonna, che mi fai cadere!…ho capito papà ! Vabbè andiamo nella legnaia, vuoi?! Lì non ci sentiranno…lasciami ! Dai, e non toccarmi qui! …merda, basta! …aspetta, dai! Vado a prendere il materassino; mi dovrai aiutare a portarlo, sai papà…”

“Andai a prendere un vecchio materassino di stoffa, poco spesso, avvoltolato, lo aveva cucito mamma venti anni prima…e mi feci aiutare da lui a portarlo in legnaia: non ebbe obiezioni…solo che quel pomeriggio faceva freddo: c’erano solo tre gradi, e a casa si stava al caldo, mentre nella legnaia c’era una stufa elettrica un po’ vecchia, di quelle che se vengono a contatto con l’acqua senza la messa a terra, ti mandano all’altro mondo…ancora adesso non me lo perdono, sai Francesca…”
“Perché?”
“Dentro casa stavamo al caldo del camino…ma fuori c’erano quattro metri da percorrere al freddo. Purtroppo lui quando è uscito, aiutandomi col materassino, aveva la camicia fuori dai pantaloni, ed un maglioncino leggero: ha preso una bella botta di freddo ai reni, che alla sua età gli è stata fatale…”
“Ma quanto siete stati al freddo in giardino?”
“Un buon minuto intero o più, mentre cercavo di girare le chiavi della porta della legnaia…non le trovavo, e quando le ho trovate, avevo visto che erano proprio dentro la serratura, che si era bloccata per il freddo…ho dovuto fare diversi tentativi, poi è scattata finalmente…e siamo entrati…ho acceso la stufa elettrica per riscaldare l’ambiente…e la lampadina elettrica; poi distanziando la stufa, mentre si calava i pantaloni, e le mutande, gli ho detto di stendere il materassino, e mi sono liberata di gonna e mutande…lo stesso ha fatto lui…”

“Papà …aspetta…che ci mettiamo comodi! Aspetta che la stufa scaldi un po’…da bravo papi! Cazzo come scotti! CI riesci a stare in piedi?”
“Beh, no…non molto…”

“…dentro una sedia c’era, e per fortuna era robusta; ci avrebbe retto entrambi…”
“Papi ! Siediti adesso, poi io mi siedo sulle tue ginocchia…”
“Che vuoi fare, figlia mia?!”
“Siediti…”
“…”
“Bene, sono seduto…”
“Come va, ti fa male la schiena?”
“Un po’ sì ! Ah! Vuoi sederti sopra! Beh ora pesi, sai…AHHHHH! Ohhhhhhh!”
“Aspetta, prendo l’atra seggiola, e mi sistemo accanto a te…intanto che la stufa scalda vicino al materasso…”

“Sai, Francesca, mi sedetti accanto a lui con una seggiola pieghevole, e aprii la camicetta per offrirgli una tetta; ci strusciò il naso molte volte, e me la succhiò pure con una certa fame…mi prosciugò il capezzolo, tanto che mi fece pure un po’ male…”

“AHNNN! Fai piano papi ! Succhia, se vuoi, ma succhia piano…senza mordere…!”

“Quando finì di succhiare mi alzai dalla seggiola, e mi abbassai la sola gonna, e lo presi per mano affinché mi seguisse sul materasso. Mi ci distesi supina scostando gli slip senza gonna, e allargai le gambe caso mai volesse leccarmela…gli aprii le cosce, e si accomodò con la testa: me la leccò a caso senza troppo interesse…sai, figlia mia io volevo eccitarmi comunque almeno un po’, e speravo che mi facesse bagnare un po’…quando ti bagni diventi una troia automatica…avevo solo la camicetta mezza sbottonata per i preliminari della tetta sulla sedia; fortunatamente non aveva bisogno di vedermi completamente nuda…tanto mi vedeva quando mi spogliavo in bagno, dal buco della serratura…e a me essere guardata non è mai dispiaciuto…quel giorno mi ero anche depilata la fica…liscia come quella di una della tua età…come al solito mi sono stesa allargando generosamente le cosce, e lui ha continuato con la leccata di fica a caso senza apprezzare il sapore della vulva senza pelo; quando mi salì in testa la troiaggine mi liberai del tutto degli slip, ed anch’io ho cambiato di posizione…insomma ci siamo organizzati per un sessantanove…e a cazzo ingrossato gliel’ho preso in bocca completamente, e lì ho sentito uno strano sapore dopo i primi succhi…il sapore del suo cazzo mi era sempre piaciuto, ma quella volta no; come se avesse un sapore diverso a causa della febbre…non vi ho fatto caso, e gli ho fatto il pompino…era eccitatissimo…allora da grandissima puttana navigata gli ho chiesto:…”

“…non è che vuoi venirmi in bocca?”
“No…Nadia…no! Voglio mett…metter…ttt…met-tert-elo nel culo! …se per te non…non…è…è…u…un probl…problema…cu…culo…va…va be…bene?!”
“Papà…stai tremando…tu scotti…hai la febbre alta cazzo!…accidenti…mi sa che non dovevamo venire qui! Dovevi metterti a letto…altro che legnaia! ...Porca puttana ! Che scema del cazzo che so’ stata!”
“O…oh…or…ormai stiamo qui Nadia! Sc…scop…s…scopiamo sì?!”
“Dammi qua, va!”

“Gli presi in mano il cazzo caldo con la mia mano abile, e con l’altra gli toccai le tempie: scottava! Comunque a quel punto decisi di accontentarlo, tanto anche se mi attaccava la febbre le provviste c’erano, il medico se chiamato veniva, e io potevo accudirlo comunque. Mi guardai intorno, e vidi che per fortuna avevamo ancora una latta di olio vegetale, forse scaduto…comunque quando mi alzai per aprire la latta, mi era capitato di chinarmi mostrando lo spacco del culo; all’improvviso mi sentii leccato tutto il mio culo, e l’ano soprattutto, dalla sua lingua salivosa; in breve papà mio era diventato un porco, e aveva fame del mio culo, come l’aveva avuta della mia fica; lo lasciai leccare mentre cercavo di versare l’olio sulla mia mano fino a coprirla; mentre la sua lingua mi spennellava il posteriore, ne presi una manatina di quell’olio che temevo fosse probabilmente acido, e gli scostai la testa dicendogli:
“…guarda papà, guarda! Ma vedi di non leccare: l’olio è vecchio…non vorrei ti facesse male!”
“Nadia, l’olio è di tre mesi fa…ancora buono, stà tranquilla! Slaaaapp, slurp!”
“Papà…ahnnn…avessi saputo facevo un bel bidet…come lecchi…! Anche il buchetto del culo mi lecchi?”
“…slaaaaap…slurp…ahn…sluuuuurp!”
“Basta lingua papà! Guardalo, il mio buchino, che ti arrapi uguale, mentre ti spiano la strada…guardamelo mentre mi lubrifico…intanto smanettati il cazzo!”

“…così mi lubrificai l’ano mostrandogli bene il buchetto, cosicché restasse eccitato…poi dopo un po’ di seghe sia con la sua mano, che con la mia oleata, mi misi cagna ad aspettare che riuscisse a fare i suoi comodi…l’avevo eccitato per bene, il suo cazzo era duro, e lo incoraggiai ad entrare…”

“Dai, papà!...ora che è duro…non aspettare troppo papà, che poi s’ammoscia…su…entra!”

“Papà strusciava ed esitava senza spingere…Allargai un po’ le chiappette, lasciando che la vera dilatazione dell’ano me la facesse lui; poggiò la cappella ed entrò, finalmente! Non mi fece neppure tanto male: mi ero lubrificata bene…”

“AHN ! Bravo papi ! Sempre duro ! Così…dai…ahnnn…uhhh…ahn!”
“Hummmhhh…sì !...dai…dai…ecco…ahn…huhmmhhh…ahnnn!”

“…m’inculò con foga: nella legnaia non potevano sentirci…sia io che lui mandavamo respiri rumorosi…
“AHNNN ! UHHHHH ! AHI !...ahnnnn! Ohhhh…dai papi, scopami!...AHN ! Ohhhhh, comìè duroooohhhh! AHNNNN! Ahhnnnn!”
“Sì, Nadia, sìiiii! Che bel culo che hai figlia mia! AHN ! AHN ! AHNNN!”
…ci vollero quindici lunghissimi minuti di colpi anche dolorosi perché ce l’aveva grosso…quel cazzo non voleva saperne di venire…quando mi stavo spazientendo gli dissi…”

“…dai papà! Finisco con la bocca…su…che me l’hai fatto il culo!…adesso esci!”

“A malincuore uscì dal mio retto, e si precipitò a baciarmelo, e a giocare con le mie chiappe…al che gli concessi un secondo tentativo…”

“No…dai …ancora…riproviamo…che bel culo che hai Nadia mia!...Oggi è più strettino, ma non riesco a venire…riproviamo Nadia! Dai, di nuovo!”
“Papà…hai la febbre…t’assicuro che me l’hai chiavato bene…finisco con la bocca, ti va? Anzi leccami la fica…lo sai che mi bagno quando mi fanno il culo! Ce l’ho bagnata…vuoi leccarmela? Vieni col sessantanove…no?!...ohhhh…che f…fa…fai?!...sì leccami lì…mi piace! Ahn…uhmmm…vabbé aspetta…ahn!…ho capito!”

“Si era chinato a leccarmi una decina di secondi inguine e fica…poi aveva staccato la bocca e ripoggiato la cappella sull’ano…”

“Uhmmmh…dai, rimetticelo! Inculami di nuovo papi!...poi andiamo a casa, che è tardi ormai…e dovresti essere a letto da un pezzo!”

“Me lo rimise nel culo, io manco lo sentivo più, e per sei o sette minuti non arrivò lo stesso…poi si arrese dicendo…”

“Voltati Nadia!”
“Finisco io…in bocca, vero?!”
“Sì…dai…proviamo così!”

“…Allora lo tolse lui, e io prontamente mi voltai verso di lui, e ancora grosso e con la goccia bianca in punta me lo presentò alla bocca…era sporco…lo lavai alla meglio con la saliva, e usai il poco olio d’oliva rimasto sulla mia mano come detergente…cappella e olio d’oliva…non era male, e l’olio per fortuna era ancora buono, sai…mi misi a succhiare come una forsennata, e a slinguare come un mulinello impazzito…mentre gli carezzavo le palle, con la lingua sulla punta del cazzo, finalmente mi sparò il getto liquido…uno sparo esplosivo, pieno ed ingombrante…sapessi, Francesca! Sai com’è ?!”

“…Sluuuurf…shlaauhmmm…Slurrrp !”
…”SPLATCH !”
“AHNNNNNN…Sì ! Sìiiiiii ! AHNNN !”
“UHMMMHHHH…caldo…cough ! Houffff !...Ahnnnn…bravo papi ! Ancora…ancora…ahnnnfff…spfutch!”

“… mi finì in bocca, e cercai anche di accogliere gli altri sparetti, ma dovevo anche respirare! Per un po’ trattenni in bocca, poi sputai fuori tutto…era venuto finalmente!…poi si era raffreddato…mentre gli stavo facendo le ultime presette a sega con la mia mano femminile, perse i sensi cadendo su di me.”

“S’appiccica al palato, vero maà?”
“Anche! Però, sai, finché restò caldo il sapore in bocca mi piacque, poi però si raffreddava subito…ero sempre stata curiosa del sapore; più di una volta gli avevo chiesto se volesse venirmi in bocca, e adesso che mi era venuto in bocca potei solo tossirne…Lo adagiai sul materasso; poi reindossata rapidamente la gonna, tornai a casa a prendergli il cappotto. Sembrava dormire bene, ma vicino alla stufa in quell’ambiente chiuso l’aria si sarebbe consumata rapidamente; stava dormendo profondo. Con più e più tocchi riuscii a svegliarlo…ma non aveva gradito molto…infatti mi disse dopo aver bestemmiato e io averlo ripreso, mi disse…”

“…stavo sognando di quando ero al militare…che avevo appena conosciuto mamma…era giovane, era bella sai, perché mi hai svegliato, Nadia, perché ?”
“Papi! La scopata t’ha fatto bene; eri contento l’ho visto mentre dormivi, mi ha pianto il cuore, ma qui non potevo lasciarti dormire ! La stufa in tre ore avrebbe consumato l’aria, e te ne saresti andato all’altro mondo con l’anidride carbonica…alzati che ti aiuto a rivestirti…se fai il bravo a letto ti faccio un’altra sega…su aiutami ora! Ti devi rivestire. Fuori fa freddo e t’ho portato il cappotto…”
“FRZZZZZZZ ! … Spath !”
“Ah…è partita la stufa papi ! Beh era vecchia in fondo…”
“L’avevamo comprata io e mamma col primo stipendio…”
“Papà !”
“Che c’è Nadia?”
“Rinfodera il cazzo, fuori fa molto freddo…e abbottona stò cappotto!”

“Riuscii a rivestirlo alla meglio, e a fargli indossare il cappotto; così lo riportai a casa, dapprima a pisciare, poi lo lavai, e dopo averlo fatto cenare, ormai scarico lo misi al letto…

“Nadia !...”
“Sì…”
“Mi avevi promesso una sega, ricordi?!”
“Papà, sono stanca…ho lasciato che mi toccassi le cosce mentre cucinavo la minestra…non ti basta per oggi ?...”
“E dai…?! Sennò mi alzo, e guardo, un porno alla Tv…”
“Fermo, fermo…guarda hai la febbre…aspettami che, vedo se ho un aulin…un paio di bustine le ho viste…aspetta, fermo…che te lo porto…”

“Andai a prendergli l’aulin, dato che era a stomaco pieno, e glielo diedi…contavo che gli venisse sonno, ma notai un curioso effetto collaterale della nimesulide, che però non mi ricordo se era scaduta…comunque figlia mia, l’effetto collaterale era stato il contrario di quello che mi aspettavo: una bella erezione!”
“Davvero mamma?”
“Giuro!”
“Vabbé e poi che hai fatto ?”
“Impietosita, in fondo aveva fatto il bravo, mi scoprii il seno davanti a lui, ma non il pelo stavolta, e gli feci una bella sega mostrandogli le minne che ballavano…venne in tre minuti, manco. Gli lavai il cazzo da mogliettina devota…”
“…come mamma?”
“M’insalivai la bocca e gli presi la cappella sborrata in bocca, un succhio rapido, poi sputato il tutto sul lenzuolo lontano dal suo corpo, gli ho lavato la cappella del suo cazzone con la mia saliva…non lo ammettevo, ma tenerlo in mano sempre caldo mi era sempre piaciuto…fin da quella volta che gli offrii il nostro primissimo, e per tanti anni unico, sesso orale…poi glielo messo dentro il pigiama, e sono andata a guardare per conto mio la tv addormentandomi sul divano…il mattino dopo andai a vedere come stava…il caffè fortunatamente l’aveva già fatto lui che però starnutiva e tossiva in sequenza. L’influenza ce l’aveva! ”

“…papà ! Non hai lavato i denti ieri sera…t’avevo visto sai…vabbé non appena starai meglio li laveremo, vero?! ”
“Cough ! Cough ! Etcccciù ! …Etciù !...Cough…argh…cough !”

Sai, figlia mia la mattina dopo aveva la febbre…e l’aulin non era servito a niente! E per la verità la febbre a trentasette e mezzo, ormai ce l’avevo anch’io…del resto ci ho scopato e gliel’avevo anche preso in bocca…”
“Beh certo, vi siete contagiati con la saliva, e il cazzo…”

“Sai, a pomeriggio chiamai la guardia medica perché la febbre gli era salita a 39 e mezzo…avrei dovuto chiamarla il giorno prima…! La sentenza fu polmonite virale! Riposo assoluto, data la sua età. Col medico mi andò d’essere sincera, e confidando sul segreto professionale, gli raccontai della scopata piuttosto intensa in legnaia, e della botta di freddo all’andata! Il dottore meravigliato, ma sereno, mi disse:
“Signorina, nella mia carriera ho visto altri casi d’incesto, ma questo – lo ammetto! - li batte tutti! Senta! Chiedo scusa, ma per caso mi sta prendendo in giro per eccitarmi e scopare?! Per caso vuole pagare la visita col sesso? Se ha il libretto d’appartenenza a questa ASL la visita è gratuita, sa!”
“No…le ho solo detto cosa abbiamo fatto con la febbre…abbiamo fatto male?!”
“Signorina! Non ha il cuore di un ventenne, se ne rende conto?!”
“Perché? Ha il cuore malandato?”
“All’ausculto, no…ma…mi ha fatto venire il dubbio…”
“E che dobbiamo fare?”
“Ho un apparecchio che misura la pressione, e fa anche l’elettrocardiogramma portatile…torniamo un attimo da suo padre…ha fatto bene signorina!”
“A scoparlo?”
“A dirmelo, sciocca donna!”
“Verrò denunziata? Lei è un pubblico ufficiale…”
“No, stia tranquilla…adesso saluti suo padre e lo tranquillizzi…poi lascerà la stanza così io gli misuro la pressione, e vediamo meglio il cuore…”
“Dottore, sta dormendo…”
“Meglio! Adesso esca, e per carità se dovesse svegliarsi, non dica niente che possa eccitarlo…uhmm dorme della grossa…mi aiuti a scoprirgli il braccio, poi vada nell’altra stanza ad aspettare…”

“...sai Francesca, a quel punto mi sentivo in colpa: se durante il sesso l’avessi ucciso sarei stata indagata per incesto…”
“Ma che disse il dottore?”
“Era un bravo giovane…uscì tranquillizzato, e mi confidò…”

“Se è vero che è lei stessa che gli si offre…”
“Certo. Che male c’è? Ho più di trent’anni!”
“Dato che me l’ha confessato…da quanto tempo, se non sono indiscreto…”
“Da meno di un anno…da piccola mi ha sempre rispettata…mamma le porcate gliele faceva fare…guardavano insieme anche i filmini porno: erano unitissimi…poi un giorno ha scoperto, dopo la morte di mamma, che nei giornali porno ci sto anch’io…ha sviluppato una vera ossessione per i miei servizi a stampa…per i film non mi chiamano, per ora…sennò non avrei problemi a guadagnare in quel modo…”
“Allora signorina la pressione minima è alta, ma è dovuto alla febbre…il cuore sembra sano…ma alla sua età si deve stare attenti; non appena guarisce serve una visita cardiologica completa, o in privato o presso una ASL di zona…il cuore non deve trascurarlo…quante volte la settimana lo fa scopare?”
“Se devo tenerlo lontano dalle slot machine anche tre!”
“Non credo a ciò che sento! Sembra tutto così irreale…beh quando lo fate cercate di stare al caldo e distesi…non deve affaticare molto il cuore con quella minima alta…senta signorina all’età sua, un bel corpo come il suo…potrebbe eccitarlo troppo…sovra-eccitarlo, questo volevo dire! Se è così buona samaritana, non avrebbe dovuto andare oltre una sega fatta – mi sia consentito - piano…comunque la botta di freddo può aver contribuito, certo…ma non si dia troppa pena…quest’influenza è virale: sta girando…se domani ha ancora la febbre alta, mi chiami che lo ricoveriamo…mi sa che dovrà venire l’elicottero… ma ora lasciamo che dorma, e non diciamogli nulla…meglio che riposi senza preoccupazioni: gli ho dato un anti piretico più leggero, il voltfast per la febbre. Stiamo a vedere come evolve stanotte…”
“…dottore, io…”
“Signorina Nadia, vero?!”
“Vero, mi chiamo Nadia dottore, sì…”
“Allora Nadia, per il sesso incestuoso… spero di cuore che mi abbia voluto prendere in giro!”
“No! Non l’ho presa in giro dottore! E se può aiutarla a mantenere il segreto sarò felice di appartarmi anche con lei…a lui, se non gliela do io, squaglia la magra pensione in puttane, e i porni ne ha già accumulati una ventina di chili…non ha l’alzheimer, ma non si rende conto di quanto spende…non mi chiamano più come prima per i servizi porno sulle riviste, e io la spesa la devo fare con la sua pensione. E con quello che sento degli ospizi, non ho voglia di mandarcelo!”
“Signorina, devo ricordarle che deve stare attento al mangiare: le consiglio di metterlo anche a dieta: se vuol fare il galletto, non deve affaticare il cuore…suo padre ha detto che non fuma, conferma?!”
“Sì, smise quando naqui io…le sigarette fanno male al portafogli diceva…”
“Va bene signorina, ora me la toglierebbe una curiosità?”
“Sarebbe?”
“Vorrei vederla nuda! Parola ! Non la toccherò!”
“Dottore, se vuole io…”
“Devo solo vederla signorina! Vederla, e basta!”
“Va bene, mi guardi pure…”

“…sai Francesca, credevo che dovessi pagare la visita col mio corpo, e non mi sarebbe neanche dispiaciuto…mi spogliai restando in body senza reggiseno, che me l’ero tolto per dare il mio seno a papà, e non avevo neanche le mutandine, che nel sonno non indossavo mai…il dottorino mi fissò la fica depilata, e mi voltai per mostrargli il culo ancora abbastanza su. Rinnovai la mia offerta al giovane dottore…”

“Se vuole vado a lavarla, non ci metto niente, così me la lecca con tutta calma dottore! Non le piace la mia fica? Lei mi sembra un così bell’uomo…insomma è stato così gentile a venire, a visitarlo, a fargli l’elettrocardiogramma…io sarei felice di fare sesso con lei, dottore…”
“No. Signorina, non ha capito niente: avevo bisogno di rendermi conto: con un corpo così gli basta la scena di lei che si sfila i vestiti, o che gli abbassa le mutandine davanti agli occhi, per mandarlo all’altro mondo. La prego, faccia più attenzione quando lo soddisferà in futuro! ...ha settantaquattro anni…non dia spettacolini troppo hard! Se la vede sui giornaletti porno è un conto, ma il contatto reale, è un’altra cosa! Quindi non è lui a molestarla! Si possono prescrivere anche dei farmaci per abbassargli la libido, se vuole. Ben inteso, quando l’influenza sarà andata via…”
“Dottore, papà non mi ha mai molestata! Se c’è qualcuna che deve abbassarsi la libido sono io…! Da ragazzina di dodici anni ero invidiosa di mamma, che se lo scopava duro e molto, e soprattutto sorvegliava che non ci provasse con me! Io stessa a tredici anni per un dispetto a mamma, una volta sola con lui, pensi un po’, gli chiesi di assaggiarmela…”
“…assaggiargliela?”
“Sì! Proprio la mia vulva: me l’ero pareggiata con le forbici io stessa, e pulita a dovere con un bel bidet…volevo sapere se gli piaceva il sapore…quella volta cedette…non ho mai saputo se lo confessò a mamma…ma non osò mai toccarmi finché era viva! Quando seppe che comparivo sui porno, fece finta di non sapere, anche perché affittavo pure questa casa per le riprese…posso mostrarle una cosa?”
“Prego…”
“Vado a prenderla…torno tra un attimo…mi aspetti…le va?”
“Va bene, l’aspetto, vada…”

“…sai Francesca, sempre seminuda con il solo body andai a prendere un paio dei suoi porno, tanto sapevo dove li teneva, e mostrai al dottore le riprese hard che facevamo in questa casa. Gli dissi anche…”
“…vede dottore, come vede io a vent’anni ero un bel tocco di figa, e tra cucina e salone qui di uomini ne ho scopati parecchi per l’obiettivo…lui sapeva, la mamma no…comunque non ha mai osato provarci finché c’era lei…ogni tanto mi spiava dal buco della serratura, e io tolleravo, anzi nemmeno mi dispiaceva…pensi che l’anno scorso mi accorsi ch’era caduto a terra, mentre s’era incollato al buco della serratura…come ho sentito il tonfo mi sono rivestita, e sono uscita subito…fortunatamente non s’era rotto nulla…”
“Signorina, poco fa ho creduto che lei fosse una prostituta convivente con un vedovo, da cui si faceva mantenere. Ho creduto che lei recitasse. Suo padre mi ha detto che lei era solo un’amica… però ora mi sono accorto che siete veramente padre e figlia…ma come ci è riuscita?”
“Non so dottore: essere osservata mi piace, e sono ancora una discreta figa, per di più adulta…diciamo che mi sono tolta una curiosità che dovevo reprimere quando ero più piccola…ma lei è sposato?”
“No, signorina…scapolo ideologico!”
“Peccato, non è che gradisce uno zabaione…dà energia, dicono…”
“No, grazie. Mi è bastato il caffè, e la conversazione con lei…l’ho trovata interessante, sa…come caso clinico…ma non ne parlerò ai colleghi di psichiatria…se vuole posso consigliargliene uno, se sentisse il bisogno di una chiacchierata ogni tanto…per sfogarsi…prima che lo faccia inavvertitamente con qualcuno che potrebbe andare a denunciarla…”

“…alzai di nuovo il body per scoprire la passera depilata, e gliela mostrai di nuovo, di proposito…”

“…Dottore, che ci metto a lavarmela? Mi aspetti, papà dorme, e noi due passeremo un bel quarto d’ora. Io a lei la trovo attraente, sa…”
“Signorina, la ringrazio di nuovo per l’offerta, ma ora devo andare; per cui ora mi alzo, e la saluto, e mi raccomando si riguardi anche lei…”
“Ma il cuore come sta?”
“Quello sta a posto, anzi le lascio il tracciato dell’ecg caso mai domani venga un collega, ma dovrei essere ancora di turno io…le lascio il mio numero per le emergenze…”
“Sul serio non le devo nulla dottore? Sono abituata a pagare comunque…”

“…e a questa frase figlia mia, scoprii la vulva un’altra volta: me lo volevo fare quel giovane dottorino, mi piaceva…ma lui sempre professionale…e cambiava quasi discorso mentre si dirigeva inequivocabilmente verso la porta d’ingresso…”

“Nulla. Si riguardi signorina, vedo stressata anche lei…certo la vostra situazione non aiuta…ma, dica, andava con molte prostitute?”
“All’inizio un paio, due volte al mese, poi due volte a settimana; il direttore della banca mi ha avvertito dei continui prelievi…poi quelli che – insomma i protettori – cominciavano a chiedere sempre di più, e siccome era un buon cliente – mi ha raccontato lui stesso contento del modo amichevole con cui lo trattavano i pappa – hanno cominciato a proporgli delle minorenni pagando di più…stia attento anche lei, dottore! Non è brava gente quelli che sorvegliano le auto delle donnine vicino la stazione…”
“Capisco signorina! In fondo l’incesto credo sia il segreto meglio custodito dalle famiglie italiane…beh, di nuovo! Arrivederla signorina, e stia tranquilla! Fra un paio di giorni conto che sfebbri…ma niente eccitazioni! Non prima di una settimana…a contare dal giorno della guarigione, almeno.”
“Aspetti, metto la vestaglia, e l’accompagno alla porta…”
“No, grazie. Conosco la strada, non voglio che si esponga col vicinato…rimanga comoda. Buona serata!”
“Arrivederci dottore, se vorrà venire a visitarmi sarà sempre il benvenuto…non sono poi così più vecchia di lei, sa…”

“…e che successe? Venne poi l’elicottero?”
“No…ma quella notte dormii accanto a lui, mi addormentai ottimista per aver trovato una persona comprensiva, con una ninfomane come me; ricordo che dormii profondo. Sognai mamma che mi guardava senza dire niente, ma era come se sapesse cosa facevamo ogni tanto…poi ho aperto gli occhi vedendo che lui dormiva; passarono una decina di minuti, e una volta del tutto sveglia accesi la luce per vedere se si svegliava: erano le 11 del mattino, per cui era comunque ora che ci svegliassimo entrambi; sai, durante la notte s’era mosso solo un paio di volte, per cui non mi sono preoccupata, e poi credo che russassi più io, che lui. La mattina dopo io mi sentivo già sfebbrata, per cui sperando che lo fosse anche lui, ero scesa dal letto per accendere la luce, e per chiedergli come si sentisse, quando andai in piedi dalla sua parte del lettone a vedere come stava, e perché non si svegliava, mi accorsi che non apriva gli occhi, e che non stava respirando più…in un istante avevo intuito!…non rispondeva, e al polso era piatto, ed era ancora caldo di letto, ma cominciava ad irrigidirsi…era morto nel sonno!…chiamai proprio la guardia medica, che tornò con la polizia mortuaria per constatare il decesso; nel congedarsi una volta andata via la polizia mortuaria, mi disse mentre prendevamo un altro caffè in cucina, lo avevo offerto anche ai poliziotti e all’ufficiale di stato civile, ma rifiutarono tutti perché – dissero – erano in servizio…”

“Signorina Nadia, se è vero quello che mi ha voluto raccontare ieri, si dia pace: gli ha offerto il giorno più bello della sua vita, per lo meno dalla sua vedovanza! Non se n’abbia a male! La vita media di un maschio corrisponde all’età di suo padre più o meno…se n’è andato sereno, mentre dormiva…li invidio quelli che se ne vanno dormendo…ah senta per il vostro incesto non ho detto nulla ai poliziotti, stia tranquilla. Se invece gradisse entrare in terapia per la sua ninfomania, ho qui il nome di uno psichiatra donna…le andrebbe?”
“Dottore, una cosa non le ho detto: mamma sposò papà che era già incinta di me. Lui mi registrò all’anagrafe come sua…ma io non avevo il legame di sangue con lui…era solo un’adozione di fatto, dovuta al matrimonio…”
“AH ! Ora capisco…ciò spiegherebbe perché non avesse avuto una ripulsa…ma sul serio non vuole il nome di questa psichiatra?”
“…dottore, grazie no. Sono sempre stata una donna libera…”

“…mamma?”
“Era bello il dottore?”
“Sì, proprio un bell’uomo di una trentina d’anni come me! Mi sono offerta di farlo divertire col mio corpo, ma non c’è stato modo, credevo fosse impegnato o convivente, poi parlando dei suoi modi buoni coi pazienti col vicino di casa, questi mi disse che il medico provinciale assegnato nelle nostre vicinanze era gay.”
“Ecco perché non t’ha voluto!”
“Il motivo immagino fosse quello, sì.”
“Mamma…ma papà come l’hai conosciuto?”
“Suo cugino che era venuto per le condoglianze, due settimane dopo mi chiese se potevo accompagnarlo per una festa di compleanno al circolo delle bocce…accompagnai il cugino di papà a quel ricevimento…vostro padre era il nipote del festeggiato…l’ho conosciuto lì…”
“…ed è lì che vi siete sposati ? Cioè che ti ha chiesta in matrimonio?”
“No, uscimmo un paio di volte prima, e quando seppi che il lavoro ce l’aveva in città, per non invecchiare qui, dove mi piace passare solo una quindicina di giorni a stagione per un po’ di frescura, lo sposai…sai, Francesca, non è mai stato fedele, e a sposarlo sono stata piuttosto avventata; prima era impiegato in un ferramenta, ma si era portato a letto la moglie del proprietario, e così venne licenziato per giustificato motivo soggettivo…comunque essendo anche un appassionato di belle auto decise d’investire in una NCC, che è il mestiere che fa tuttora…e ne approfitta per qualche avventura…sei o sette l’anno più o meno…oh insomma, quelle che conto io…”
“UAUNNNNGHHH ! YAWN !...”
“Oh, oh…il nostro torello s’è svegliato…”
“Quanto ho dormito?”
“Un’ora!”
“…uhmmm che si fa ora?...uhmm…io vado a fare pipì…mò torno.”
Andai a vuotare la vescica, e mi feci anche una doccetta veloce…poi usarono il bagno mamma e mia sorella Francesca. Io preferii restare nudo, Francesca si tenne la canottierina femminile bianca e mise un paio di mutandine…mamma solo un body nero per coprire mezzo seno il ventre, ma per il resto pelo e culo en plen air. Io avendo appena dormito non avevo sonno. Mamma ci disse:
“Allora, dato che abbiamo abbattuto dei muri tra di noi, direi di non lasciare in giro nemmeno un mattone ancora in piedi, che ne dite?”
Mamma sembrava straordinariamente seria. Ci stava proponendo qualcosa chiaramente…
“Allora Francesca non è abbastanza grande, ma tu Massimo sì…”
“Per cosa?”
“T’andrebbe d’incularmi ? Mi dovresti fare per bene il culo, te lo apri quanto vuoi, ci ficchi insomma…ci metti il cazzo più volte prima di affondarlo tutto dentro…fino alle pallette mi raccomando figlio mio!”
“E Francesca che dovrebbe fare?”
“Francesca ci riprende col mio telefonino…poi una volta che abbiamo il video ne invierò io sola un saggio ad una persona che acquista di questi servizi che poi mette sotto nome falso su certi siti il cui server clandestino si trova in un qualche paese dell’est…io apparirò senza maschera, tu invece ne indosserai una…France è una discreta fighetta, ma ci farà solo le riprese…se serve a tenertelo drizzato…saresti disposta a riprenderci nuda? Senza inquadrarti, ben inteso!”
“Sì…”
“Allora, prepariamoci! Vado a prendere un tappeto che avevo comprato tempo fa per il saloncino qui, lo stenderò davanti al camino così staremo caldi, dato che sta arrivando la sera…me lo dovrai mettere nel culo Massimo…ti avverto: non lo troverai stretto…ma conto che saprai eccitarti, e sbattermelo bene!”
Mamma andò a prendere un tappeto e dopo aver scostato un po’ il tavolo lo sistemò davanti al camino, poi prese un cappuccio da motociclista e me lo fece indossare: le sole aperture erano occhi e bocca, da quel che potei vedere ritagliati da lei probabilmente. Poi mi disse:
“Seguimi in bagno, che dobbiamo lavarci…”
“Io la doccetta per il sudore della scopata l’ho già fatta!”
“Devi aiutarmi…”


- continua –
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