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Prime Esperienze

Madame Marchand ispettrice scolastica, 6a parte


di sexitraumer
10.01.2014    |    7.780    |    0 7.1
"Li aveva dominati pure da morta…sei una tosta Anne Marie ! E a guardarti sembri pure una di quelle donne che restano di rango anche quando…insomma…quando..."
Anne Marie voleva dire qualcosa movendo le labbra, e cercando di divincolarsi, ma sentendo sempre l’oggetto metallico di Armand a contatto della propria tempia…questi le tolse le mano dalla bocca poggiandola sulla clavicola di Anne Marie…
“…volevo dire un’ispettrice scolastica, con compiti solo statistici…ho l’incarico di fare lo screening dei libri forniti alle vostre biblioteche…non appartengo alla gendarmeria o alla magistratura, potete controllare…quando volete…sono solo una donna sposata…sono la moglie del dottor Emile Seguin qui a Nantes…”
…quindi tirando fuori un’improvvisa alterigia disse ferma e superba nel tono:
“…e adesso fa quello che credi ! Ma attento a non sbagliare ! Che non voglio vegetare paralizzata in una clinica per sempre !...spara almeno due colpi: l’ultimo dietro la nuca !...hai presente il colpo di grazia, stronzo !? Saresti capacissimo di mancarmela, la tempia !...non farmi soffrire ! ”
Un gelido silenzio calò nella macchina; quelle tre coscienze vivevano in una bolla che non poteva comunicare più con la materialità del mondo, suggerita dal rumore delle doppie frecce dell’auto di Anne Marie; forse il suo ultimo gesto cosciente del quale avesse qualche ricordo. La donna, ormai mentalmente auto anestetizzata attendeva, e vedendo che non succedeva niente aggiunse sorprendendosi a poter scandire chiaramente le sue ultime parole:
“Dopo avermi spappolato il cervello, cancellate le vostre impronte e andatevene, …stronzo ! Che aspetti ?! E che il Padreterno abbia pietà di voi !”
“…”
“Allora ?...”
Un attimo di vuoto nel quale Anne Marie si credeva ormai pronta ad incontrare il …il nulla…poi un rumore quasi familiare le suggerì che avrebbe ancora continuato a far parte del mondo dei vivi…
“…ppi-ppit…”
La mente di Anne Marie in quelli che credeva i suoi ultimi tre secondi di vita aveva velocemente elaborato un pensiero: che strano rumore faceva quell’arma, e non era quello di un revolver né di una pistola automatica…le era apparso più simile a quello di un interruttore di plastica…
“…plick !”
Armand tolse lo strumento la cui estremità tubolare color metallo aveva puntato alla tempia di Anne Marie, e mostrandolo disse beffardo:
“Come primo contatto col Male non c’è davvero male !...Ehi ! Anne Marie sei una tosta ! Scusa il gioco di parole, sai…ah, ah, ah, ah, ah…”
Ridendo Armand mostrò la sua “pistola”: era un mini registratore vocale, di quelli a minicassetta, col microfono sporgente. Lo scherzo di Armand era stato di un certo cattivo gusto, ma anche Anne Marie, usando fin da subito la qualifica di ispettrice, vi aveva prestato il fianco in un certo senso. Sylvie disse per finire di rompere quello stallo emotivo:
“Sei uno stronzo Armand ! Se le facevi venire un infarto che facevamo ?...”
Il ragazzo, divertito, fece un rewind rapido alla minicassetta, e fece riascoltare il nastro ai presenti; la voce però apparve più nasale, appena orecchiabile:
“…eno due colpi: l’ultimo dietro la nuca !...hai presente il colpo di grazia, stronzo !? Saresti capacissimo di mancarmela, la tempia !... ...non farmi soffrire !...Dopo avermi spappolato il cervello, cancellate le vostre impronte e andatevene, …stronzo ! Che aspetti ?! E che il Padreterno abbia pietà di voi !…Allora ?...”
Ad Anne Marie non riuscì di ridere, ma aveva una voglia matta di urlare…ma si tratteneva…sembrava, per lo meno a Sylvie, che stesse per svenire a causa dello sbiancamento.
“Sta sudando freddo ! Guarda che hai combinato deficiente ! Sai rianimare una donna svenuta Armand ?!”
Sicuro di sé Armand pensò di ribattere:
“Taci Sylvie ! Sei una tonta al cazzo ! Me l’hai portata tu ! E comunque non avresti dovuto diventarne amica al primo incontro ! Poteva essere una sbirra della Gendarmeria…ti fidi di tutti, tu !”
Anne Marie, senza ascoltarli, era scesa dalla macchina lasciando le chiavi inserite nel cruscotto: all’improvviso le vennero tre conati di vomito che le sporcarono la camicetta sotto il vestito. Vomitò reggendosi al cofano. Sylvie, che era scesa per aiutarla, fece un garbato rimprovero ad Armand.
“Armand ! L’ho guardata negli occhi ! Non era una sbirra, dai…ma ti rendi conto che poteva morire veramente ? ”
Due passanti si erano nel frattempo avvicinati: un uomo di trent’anni che forse poteva aver visto qualcosa, e la propria moglie, poco più anziana di lui, a vederli. Questi chiesero:
“Va tutto bene ? È successo qualcosa ?”
Anne Marie pensò di minimizzare dicendo a quei due curiosi:
“Va tutto bene, grazie. Mi sta già passando, potete andare, veramente !”
“Non avete bisogno di niente ?”
“Niente di niente. Solo un capogiro, è passato, andate pure…la ragazza è mia figlia, quello dentro è il fidanzato…”
Niente di meglio di mezza bugia e mezza verità: i due si allontanarono però poco convinti…più di una volta Anne Marie fece cenno che andava tutto bene sorridendo poiché quei due si allontanavano lentamente, voltandosi più volte…Anne Marie avrebbe potuto sputtanarli, invece alla fine pensò di coprirli.
Anne Marie si rivolse a Sylvie:
“Ragazzi, siete proprio dei fissati ! Ma si può sapere perché temete così tanto la Gendarmeria ?”
Sylvie, seraficamente aggiunse mentre rientravano in automobile:
“…perché a scuola qualche spinello circola, no ?! Vero, Armand ?!”
“Perché madame Seguin, anche qualcuno del corpo docente sfumacchia nel nostro liceo, come noi…io ad esempio, prima di conoscere la mia Sylvie ho provato a fare in modo che una professoressa giovane, una bella mora col culo da urlo, quella che è andata via l’anno scorso - hai presente Sylvie ? - ce la desse nel week end a me, ed a un mio amico di nome…di nome…ecco di nome H puntato...ci eravamo indebitati con gli spaccia per tre cannoni, e convinto quella figa della prof ad acquistarne due, da consumare con noi due, me ed H…pagamento in natura !”
“Hervé ! Il suo amico di seghe da una vita, Anne Marie ! La professoressa era una graziosa donna di Nizza, la signorina Celeste Sinibaldi di trentun anni…una discreta figa ! Devo ammetterlo, da noi c’è venuta solo due o tre volte…lui l’ha avuta un anno intero…di mani in tasca a lezione…”
Precisò maliziosa Sylvie per “punire” il falso pudore omertoso del suo fidanzatino burlone tragicomico; Anne Marie chiese:
“Da voi ? Ma come non siete nella stessa classe ? ”
“No, io sono di terza liceo; Armand potrebbe essere di quinto, ma ha preferito ripetere il quarto, io sto nella B; lui nella E…il suo amico è paro suo, ma non si è fatto trombare alla fine dell’anno come lui; prima che si mettesse con me erano amici-fratelli…come due maiali ! Sta nella E come lui…”
Armand proseguì:
“Insomma questa mezza stronza della Sinibaldi a casa sua stava ospitando un Parà in licenza amico di suo fratello convivente…il militare ce la fregò alla grande, uscendo lui con lei ! Cazzo ancora mi brucia…”
“Armand ! Anne Marie per favore ! …E poi perché il bruciore ? Se andava a letto con un adulto par suo era nei suoi diritti…pensavate veramente che andasse con due studentelli ?...ma avete idea che fisico hanno i parà ? ”
“Certo, cazzo, certo ! Se ne era occupato per lo più Hervé, che poi condivise con me la cosa; proponemmo un week end da sballo una volta fuori dalla scuola a questa bella figa; lei sembrò accettare: prima ci convinse a portarle i due cannoni a casa alle sette di sera…il pagamento col suo corpo aveva detto che andava bene…ci disse che aveva bisogno di due o tre orette per liberarsi di suo fratello, e di un suo ospite di fuori…poi ci avrebbe aperto la porta... A noi ci aveva chiesto di allontanarci per non farci vedere dal fratello…che ce l’aveva descritto possessivo come un siciliano…”
Anne Marie che forse aveva intuito chiese:
“Beh, siete andati a farvi un giretto in fatidica attesa…immagino…”
“…e lui ed Hervé, Anne Marie, hanno passato due-tre orette a cazzo dritto immaginando come se la sarebbero fatta sotto l’effetto dello spinello…per tacere delle sborratine nei pantaloni quando faceva lezione in classe…capito i tipi Anne Marie ?”
Sylvie completava a tratti quella storia di cui le era stato raccontato l’epilogo:
“Poi vi ha dato appuntamento per le dieci di sera e…dai, Armand racconta com’è finita…”
“Alle dieci abbiamo trovato suo fratello Albert che ci accolse in casa come fossimo stati suoi amici personali da una vita; gli chiedemmo della sorella e questo fratello “siciliano” si offrì di passare lui la serata con noi se ci stavamo annoiando…aveva la playstation, e qualche videocassetta hard; disse che sua sorella era uscita col suo amico parà, e quando Hervé parlò dei cannoni mettendo le carte in tavola questo tizio, come se già lo sapesse, ci diede cento franchi appena, e ci mandò via dopo averci offerto due lattine di birra in tre…ci siamo cascati come tordi…! E i cannoni questa mezza stronza della Sinibaldi se li è goduti col parà…e che cazzo però ! ”
“E tu, non appena hai sentito ispettrice mi hai preso per una della polizia…”
“Ti ho messo alla prova ! Volevo vedere se cedevi, e sei stata quasi da romanzo ! Tranquilla Anne Marie ! L’ho visto che eri a posto !”
“Ero a posto ?”
“Mi piacciono le donne coraggiose davanti alla morte, mi piacciono ! Ehi ! Ehi Anne Marie, fidati ! Sembravi la Du Barry già pronta, prima di essere legata per la ghigliottina, che ad un suo cenno di superbia col volto per lo più, e con la mano, riuscì a ottenere due minuti di silenzio sul patibolo; lei in realtà ne aveva chiesto uno solo, il suo ultimo minuto di vita per guardare in faccia dall’alto verso il basso chi avrebbe goduto della sua morte; da quello che ho letto ne ottenne due: uno prima che la sistemassero orizzontale, e la lama cadesse, l’altro…tlack !...dopo. Non riuscì a parlare nessuno di quei popolani straccioni che si godevano le esecuzioni quando la testa della nobildonna rotolò silenziosamente. Li aveva dominati pure da morta…sei una tosta Anne Marie ! E a guardarti sembri pure una di quelle donne che restano di rango anche quando…insomma…quando scopano ! Tutta quella tua dignità davanti alla morte…mi stavi drizzando il pisello, sai… cazzo, se non stessi con Sylvie un pensierino su di te lo farei…giusto un paio di bottarelle ! Solo due per non prendere il vizio delle vecchie !”
Sylvie, dopo il noioso monologo di Armand pensò d’intervenire:
“Armand !”
Madame Marchand era ancora troppo tesa per ribattere la poco rispettosa osservazione dell’inopportunamente disinvolto Armand, che aveva finito per paragonarla, nella sua sbruffoneria ed esuberanza da adolescente, nientemeno che alla Du Barry…solo che come sapeva Anne Marie, da donna colta quale era, la Du Barry sapeva dominare il popolino perché… era stata ella stessa una popolana: una giovane commessa di 16 anni in un negozio di dolciumi, prima di sposare il più anziano di lei Conte Du Barry... Tuttavia Anne Marie adesso sapeva di essere scesa lei al loro livello, ignorando ab initio le possibili reazioni di lui, tutte diverse dalle maniere serafiche della sua Sylvie…non era affatto detto che quei giovani potessero gradire l’intromissione tra di loro di una quasi cinquantenne…
Sylvie gli fece una linguaccia, ma bonariamente; si vedeva che erano una buona coppietta…Anne Marie chiese:
“E da cosa l’hai visto che ero a posto, Armand ?!”
“Hai nominato il dottor Seguin ! Ci andai da quel medico un anno fa, dopo la scuola a farmi visitare il pisello…era una bella candida ! Sai Anne Marie, Sylvie si lava così poco le parti intime…”
La ragazza pronta replicò ironica:
“Stronzo bastardo ! Figlio di puttana !”
Incurante Armand comodo sul sedile posteriore proseguì:
“Sai Anne Marie, mi diede lui la pomata antibiotica!…e così tu sei la moglie…piacere di conoscerti Anne Marie ! Ehi, dico ! Non ti sarai mica scazzata ?...amici ?!”
“…ma hai veramente conosciuto mio marito ?”
Il ragazzo diede la sommaria descrizione del dottor Emile Seguin, dell’ubicazione dello studio, e dell’arredamento e delle riviste disponibili nella sala d’attesa…
“…sì, mi ha fatto la ricetta, e mi ha dato pure le compresse di antibiotico oltre che la pomata…in teoria si sarebbe dovuto pagare, dato che non era il nostro medico di famiglia; andai da lui perché non volevo che i miei genitori lo sapessero ! E così, tu sei la moglie…beh piacere ! Si dice così, no ?!”
Armand, un bel maleducato, le fece una carezza, e vide che la signora s’era spaventata, sul serio. Anne Marie, che solo ora si rendeva conto di aver sudato freddo per la tensione, rassegnata disse:
“Ahhhh, amici Armand, amici…andiamo va…che sta arrivando gente ! ”
La macchina s’affrettò a ripartire. Anne Marie accompagnò i due ragazzi presso la casa di lei che in quel momento era vuota. I due la invitarono ad entrare con loro. Sentivano di averle fatto del male e le offrirono il bagno della loro casa, intanto che Armand preparava un thè caldo da servire ad Anne Marie ancora un po’ visibilmente stressata, anche se si sforzava di non apparire alterata. La donna accettò di accomodarsi sul divano del saloncino d’ingresso. Sylvie fece “gli onori di casa”:
“Anne Marie ! Mia madre ci lascia il pomeriggio soli, ti andrebbe di fare una doccia calda ? Qui ora, tranne noi tre, non c’è nessuno…”
“Sono così sudata Sylvie ?”
“Sì, in auto hai sudato freddo. Mi sono spaventata anch’io, ero convinta che avesse una piccola pistola !...non vuoi proprio la tisana ? Certo è buona per rilassarti un pochino, la tisana d’erbe da sola farà poco…se vuoi ti porto una pillola di tavor, lo so dove le tiene mia madre…”
“Ma…no, no, non occorre, mi è passato ! In fondo Armand è uno che studia…hai visto anche tu com’è rimasto impressionato dalla Du Barry…no ?!”
Sylvie sorrise quando sentì dire alla donna che il suo Armand studiava; per studiare…studiava, ma solo quando gli andava veramente.
“No, non ci cascare Anne Marie ! La biografia della Du Barry se l’è letta in edizione economica come compito delle vacanze. Probabilmente l’avrà scambiata con Madame Bovary; se si è letto quel libro è perché avrà creduto che fosse una biografia erotica delle scopate di una nobildonna…”
“Ma tu conoscevi la vita della Du Barry ?”
“No, io ignorante al pari del mio Armand, l’avrò sentita sul manga di Lady Oscar…il cartone, sai…”
“Quello lo vedevo anch’io con la mia Henriette, mia figlia, oggi un po’ più grande di te ! Ma lì avevano scambiato il ruolo della Du Barry con quello di Yolande de Polignac…che invece fu l’unica vera amica di Marie Antoinette…”
“Ah, già la tedesca…”
“No Sylvie ! L’austriaca ! C’è differenza tra tedeschi ed austriaci…”
“Mah, sempre crucchi !”
Anne Marie non insistette oltre; da come conosceva la natura umana Sylvie le era sembrata una ragazza che non faceva la fatica di imparare le cose prima che fosse effettivamente necessario…per cambiare discorso chiese di poter lavare la camicetta, dov’era sporca di vomito presso un lavabo…
“Mi diresti dove fate il bucato qui ?! Vorrei lavarmi questa macchia, sarà affare di pochi minuti Sylvie ! Mi serve solo un po’ di sapone e acqua tiepida…”
“Macché sapone ! Vuoi scherzare ? Se vuoi darmi il tailleur e la camicetta, mando Armand alla lavanderia di mamma, ha lo scooter parcheggiato qui da noi, sarà affare di una mezzoretta, sai…tu hai sudato freddo e parecchio per quello stronzo di Armand ! Ti offro io tutta una vasca da bagno! Vestiti a parte: offre la ditta…l’intimo te lo regalo io ! Abbiamo più o meno la stessa taglia ! Offrirti il bagno è il minimo dopo quello che hai fatto per noi !”
“Io…Sylvie, io…uhm ! Perché no ?!...”
La ragazza la incoraggiò dicendole:
“Spogliati, porto io gli abiti ad Armand in cucina, e lo faccio uscire dal retro, dai !”
Anne Marie si tolse giacca, gonna, e camicetta. Rimasta con un corpetto di seta e delle mutandine chiese di andare in bagno, e Sylvie la accompagnò nel bagno di casa, e la lasciò sola. Anne Marie toltasi le scarpe si sedette sul water, e liberò la vescica; una volta più rilassata si tolse i collant fumé e trovò ciò che cercava accanto ad un tappetino morbido sotto il lavabo: un paio di comode ciabatte…lasciandole dov’erano Anne Marie entrò nella vasca completamente nuda, aprì l’acqua e iniziò a bagnare il proprio corpo che aveva acceso la passione del novizio Antoine…prese un fresco bagnoschiuma commerciale e lo sparse sul ventre, sul sesso, e sui seni. Si strofinò più volte avendo cura di raggiungere la propria schiena, il proprio culo, ed il proprio ano. Poi le ascelle e le braccia compiacendosi di trovare altra fresca schiuma. Prese di nuovo la manopola dell’acqua tiepida e prese a sciacquarsi prima che quel bagnoschiuma troppo commerciale iniziasse ad arrossarle la pelle. Sciacquò via la schiuma, poi gradendo il getto lieve dell’acqua sul clitoride si concesse una masturbazione con la quale finì di scaricare la tensione e ne approfittò pure per una contestuale liberazione della vescica…una volta chiusa l’acqua non trovando un accappatoio si asciugò con gli asciugamani presenti. Scelse quello più grande, poi aperta la porta chiese a Sylvie la biancheria.
“Sylvie !...vorrei la…la biancheria !”
Un minuto dopo Sylvie comparve con l’intimo per la nuova amica. Glielo passò dietro la porta senza essere minimamente curiosa dell’aspetto di madame Marchand nuda. Anne Marie non discusse poiché la sottile t-shirt bianca e gli slip che le erano stati consegnati erano puliti e stirati a regola d’arte ! Ma erano unisex, e la t-shirt arrivava a coprirle appena metà cosce, e le sue erano piccole…uscita dal bagno Sylvie la accompagnò in cucina dove ormai la tisana era pronta, e fumante. La ragazza, fattala accomodare, le disse:
“Mentre facevi la doccia ho mandato Armand da mamma con gli abiti ! Per il costo non preoccuparti ! Offre la casa !”
“Sei gentile Sylvie, grazie !”
“È una tisana di valeriana, vedrai che è buona Anne Marie ! Mamma passa delle mezze giornate a girare i negozi che la vendono ! Anche se poi va dal medico e si fa prescrivere il tavor…!”
La donna la sorseggiò. In quella stagione ventosa una bevanda calda era piuttosto gradita. Sylvie si era cambiata; adesso indossava un paio di mutandine, di cotone aderenti ed avvolgenti fino a metà coscette di cotone, e sulla sua nuda pelle bianca una camicia militare maschile color khaki una buona misura più grande, lasciata volutamente aperta. Il suo piccolo seno rimaneva coperto dai bordi. Sylvie chiese alla donna:
“Uhm ! Devo dire che ti stai conservando bene Anne Marie, senti dimmi, perché vuoi diventare una satanista, una Figlia del Medio Male, come noi ?”
“Pensavo di avertelo già detto Sylvie ! Vorrei fare quel rito, …delle dodici sodomie ! Le ho contate sai…questo però non dirlo a quello che si veste da Satana per presiedere la cerimonia.”
“Quell’uomo è Monsieur Charon, il Medio-Traghettatore delle nostre anime verso il Regno di Lucifero ! Noi viviamo nel mondo, il Medio tra i due al di là : Paradiso ed Inferno. Monsieur Charon nella vita civile si chiama Sebastien Tourand, impiegato delle Poste. Una cosa Anne Marie, non so se per te va bene, ma se aderisci…ecco…”
“Dimmi Sylvie…dimmi !”
“Il nostro legalmente è un circolo privato, con uno statuto, però la cosa che conta è che…”
“…che ?...”
“Ci devi dare la carta d’identità. L’iscrizione di ogni adepto va notificata alla Prefettura…e non so se dopo potrai mantenere il posto di lavoro…se viene fuori che sei una satanista, intendo. Il mondo della cultura ci scambia per orgiasti drogati, mentre da noi si scopa ognuna col suo ganzo. Non facciamo sesso di gruppo né ci iniettiamo roba…e al tuo ministero che sta lì sul tuo bel tesserino non piaceresti come satanista…”
“Ma dai Sylvie, io sono un’ispettrice delle biblioteche delle scuole; devo verificare il numero e il tipo delle donazioni di libri, ed altre multimedialità che le scuole ricevono dai privati segnalando al ministero quegli istituti che dovessero accogliere libri sconvenienti, negazionisti della shoah ad esempio, ma anche di autori omofobi, razzisti e quant’altro…in teoria le due videocassette che ho trovato avrei dovuto segnalarle, ma mia cara amica la mia curiosità ha prevalso !...ed eccoci qui ! I miei incarichi sono annuali e variabili…”
“E perché vuoi prenderlo nel didietro dodici volte ?! Potrebbe farti male una settimana di fila, sai !”
“La scena in cui facevi entrare tutti quegli uomini nel tuo culetto mi ha turbata ! Devo confessarti che mi hai ossessionato, ho visto il tuo volto in godimento, e per me la cosa è diventata talmente ossessiva che dopo un mese di masturbazioni con quel video ho bruciato la cassetta per non pensarci più ! Poi però mi è presa la voglia di conoscerti…di persona ! Il tuo viso angelico, ti confesso, mi ha attratta. Non voglio essere invadente, scusa la franchezza Sylvie ! Ho una certa età, e lo so come si prende dietro, nel retto ! A te ha fatto male così a lungo ?!”
“No, ma due orette sì forse e brucia…comunque io mi ero preparata e sgomberata ! Sai le penetrazioni le ho apprezzate, ma io godo solo con Armand ! Ah, una cosa: il Medio-Traghettatore – ma questo Armand lo sa e non disapprova, io ci sono entrata per lui ! – ha il diritto di scoparmi due pleniluni l’anno venendomi dentro ! E lo stesso avrebbe il diritto di fare con te se diventi un’adepta ! Comunque Sebastien in genere non si avvale di questo diritto se la cosa deve far soffrire il mio ganzo !...in quel caso, sai, prenderei la pillola. Le coppie Sebastien non le scoppia ! Io poi amo Armand, e se gli viene duro duro e me lo smuove bene, il mazzo dico, mi piace e godo lo stesso ed il dolore dopo un po’ non lo sento più…”
“Ma perché ti piace soffrire ?!”
“Non mi piace soffrire Anne Marie !”
“E allora perché ti sei iscritta ?”
“Al mio ganzo piaceva, ed io per seguire lui, se no si metteva con un’altra…”
“Se ho ben capito Sylvie, per te avanti o dietro non è un problema…! E dire che a vederti in viso saresti una baby sitter perfetta per delle bambine…invece…”
“Sesso estremo, tipo il bondage col soffocamento non lo pratichiamo però…mi piace provare cose dure nei miei pertugi, questo sì !”
“Cose ? Cose dure che vuol dire ?!...”
“Armand non lo sa, ma qualche tempo prima della cassetta che hai trovato, chiesi ad una sorella della setta di farmi lei stessa il lavoro con il suo vibratore personale ! Mi ero appena iscritta. Volevo essere allenata, e tanto ad Armand gli avevo già dato la verginità della mia fica. Armand è il mio ganzo, ma non ce l’ha così grosso, ed io ogni tanto voglio prenderlo dietro un po’ più grosso…”
“Sei masochista Sylvie ?! Mi stai disorientando…”
La ragazza, mantenendo il viso angelico sorrise:
“Mi dispiace, non volevo ! Un po’ di sicuro lo sono ! Voglio sentire che mi si fanno ! Mi piace quando mi sento fottuta, che mi vogliono aprire in due !...anche se poi mi piace restare intera…”
“Lo sai Sylvie, io…io ogni tanto…anch’io amo un po’ la sodomia. A me piacerebbe che mio marito mi sgualcisse gli abiti, soprattutto quelli nuovi, e mi sbattesse contro il tavolo dello studio, tra un cliente e l’altro che aspettano fuori…ma non l’ha mai fatto ! E non credo che lo farà mai ! ”
“Beh, magari non l’avrai provocato abbastanza…”
“No, Sylvie, un tailleur elegante con la gonna semiabbassata che sposta anche le mutandine è sempre una bella provocazione ! Ci ho provato, ma a studio mi ignora ! Poi quando vuole rifarlo a casa, a me la voglia è già passata, e gli abiti me li sono già tolti ! Non li hai visti prima i miei collant fumé ? Ho poco da invidiare ad una baldracca d’alto bordo…Solo che Emile queste cose è come se non le vedesse !”
“Sai Anne Marie, io mi metto a pancia sotto sul letto, col culetto in attesa a gambe larghe e rilassate, e aspetto che Armand mi ci salti sopra sopraggiungendo di spalle col cazzo già in tiro ! Mi faccio guardare, e aspetto che se lo spippi bene ! E poi lo voglio toro ed aggressivo mentre mi trapana !”
“Che curioso ! Stiamo parlando come due porno attrici Sylvie…”
“Ora siamo due persone libere, e spero anche amiche, Anne Marie !”
“Brava tua madre, la tisana è veramente buona ! Amiche Sylvie ! Amiche !”
“Ti piace ?! Ce n’è dell’altra…dammi !”
Anne Marie vide la piacevolezza delle gambe e delle coscette al naturale dell’adolescente Sylvie, mentre la ragazza dalla bionda chioma le dava le spalle per riempirle di nuovo la tazza. Quindi fatti pochi passi gliene portò dell’altra…
“Sylvie !”
“Sì ….?”
“Tu, ce l’avresti un fa…un bel fallo ?!”
“Uhm, perché me lo chiedi ?”,
La tisana rese Anne Marie Marchand calma e disinvolta: affrontava l’argomento dildo come se parlasse delle scarpe del suo stilista preferito.
“Così…hai detto tu che vuoi qualcosa di duro e grosso ! Secondo me ce l’hai, me lo dice l’istinto !”
La ragazza sorridendo imbarazzata mettendo la propria mano davanti al viso disse:
“Aspetta, torno subito.”
Sylvie si era allontanata, per poi tornare con un fallo di lattice a due peni, uno dei quali, quello più piccolo, serviva a stimolare il retto mentre quello più grosso veniva introdotto nella vagina. Aveva circa una trentina di cm di lunghezza e ben più di quattro nel punto più largo alla base del glande.
“Che ne dici ?”
Anne Marie stava cercando di apprezzare le dimensioni di quel fallo artificiale, grosso, duro, e agli occhi di Anne Marie esagerato in rapporto alle dimensioni a vista del culo e del bacino anteriore dell’angelica diafana Sylvie. Chiese perplessa:
“Uhm…con questo ti masturbi ?”
“Ogni tanto, certo, ne sento proprio il bisogno; anche se poi fottere con Armand mi piace di più ! Sai, avvolta con un corpo caldo è tutta un’altra cosa. Certo lui viene sempre troppo prima…mentre come vedi questo resta duro comunque !”
Anne Marie, sempre più attratta da quel durissimo fallo di lattice, disse:
“Ed è tuo, questo ?”
“Mah, l’ha comprato Therese, una sorella della setta, che mi sodomizzò su mia richiesta; dopo me lo regalò ! Ed io in casa lo nascondo bene. Mamma non l’ha mai trovato…! E se anche lo trovasse…boh, io non mi permetto di suggerirglielo…”
Anne Marie ne saggiò la notevole durezza, il peso rilevante, nonché il realismo delle venature. Era un’ottima riproduzione di un signor cazzo, ovviamente sempre duro. La curiosità di Anne Marie andò verso il padre di Sylvie…e qui commise una piccola, ma inevitabile gaffe:
“E papà ?”
“È morto quattro anni fa… ”
“Oh, mi dispiace…”
“Ma no ! Mica è colpa tua !...pur di fare le corna a mamma, che lo aveva sorpreso a leggere dei fotoromanzi porno con delle donne bellissime, lo aveva maltrattato parecchio tenendogli il muso per tre settimane, lo aveva svergognato anche con me…che stronza !”
“…e poi…?!”
“Uscì torvo e silenzioso, poi andò da un suo amico a dormire per quella notte. Sai, mi telefonò per avvertirmi che sarebbe tornato l’indomani mattina…e invece sai cos’aveva fatto ?!”
“No, ma se vuoi dirmelo…”
“Quella sera bisognava sverginare il figlio del suo amico del circolo, e andarono tutti e tre da una donna che riceveva a casa per sverginare e poi festeggiare il figlio di 19 anni del suo amico; insomma t’invitano ad una festa coi pasticcini, sai come succede, un dolcetto tira l’altro, come fai a rifiutare l’occasione che ti si presenta ?”
“Che vuoi dire ?”
“Che la casa di appuntamenti aveva anche altre ragazze, tre giovanissime; papà chiese un prestito al suo amico per fare un giretto anche lui, con una ventenne ungherese che lavorava lì. Il figlio sverginando l’aveva scartata per un’altra che gli era piaciuta di più, e quella a quel punto se la scelse papà; immagino per prendersi una soddisfazione contro la mamma; sai Anne Marie era proprio carina, una moretta statuaria di nome Yvona, una modellina stupenda; la conoscemmo al pronto soccorso; restò con noi tutta la notte, e consolò anche mamma che stava iniziando a fumare quella notte per colpa di un infermiere che gliel’aveva offerta; Yvona glielo impedì prendendole delle bibite al dispenser perché non pensasse alle sigarette che fanno male e basta; povero papà ! Il cuore lo ha tradito. In un certo senso è morto bene, è morto felice dentro di lei…e io e mamma ci siamo ritrovate da sole ! Fortuna che abbiamo la lavanderia…”
“Beh insomma vi siete salvate ?”
“La casa è di proprietà. Mamma ovviamente si è pentita di averlo spinto ad andare dal suo amico con quel muso di tre settimane per quei porno…in fondo non era che carta stampata ! Mamma li buttò nella pattumiera, ma io li recuperai, erano solo un paio, avevano una bella mora tedesca, ci credo che se li leggeva ! E io… un po’ per dispetto a mamma… se posso faccio sesso spinto…”
“Come quello satanista ?”
“No, anche prima: avevo già avuto altri rapporti anali con Armand…e con l’amica Therese…ma la patata non ce la siamo assaggiata…”
“Se vuoi fare un dispetto anche adesso a tua madre, guarda ! E certo non desidero che me la lecchi…anzi preferirei che non mi venisse leccata da una donna !”
Anne Marie si calò le mutandine che le aveva dato Sylvie. La ragazza poté vederle una parte della vulva curata di madame l’ispettrice. La giovane le disse:
“Hai una bella fica, sai. Te la fai da te ?”
“No, preferisco che se ne occupi l’estetista !...ora guarda Sylvie !”
Anne Marie si mise alla pecorina con grazia e sicurezza, tenendo la pancia sulla superficie del tavolo, tenendosi le mani ai lati con il capo poggiato da un lato. Il suo piccolo culo di donna della borghesia s’era messo in evidenza nella stanza, debolmente coperto dalla t-shirt…o scoperto, a seconda da dove si iniziava a guardare…
“Sono pulita Sylvie ! Mi faresti il giochetto della videocassetta ?...Sì ?! Anzi no ! Voglio che tu mi faccia quello che ti ha fatto Therese ! Vorrei provare anch’io qualcosa di duro, di molto duro !”
“Sicura ? Guarda che questo dildo è talmente duro che ti farà veramente male ! Perché vuoi farti del male ?!”
“Fa conto che io sia te, e tu fai tutto quello che ha fatto Therese! Sono io che te lo chiedo ! Se torna Armand digli di masturbarsi per conto suo ! Non voglio che quel bel ragazzo che hai si appassioni a me ! ”
“Anne Marie, noi della setta, prima di ogni sodomia dobbiamo passare la lingua, è uno dei pochi obblighi, sai. A te piacerebbe una lingua di una femmina nel tuo buchino personalissimo, lì dietro ?!”
“Fa quello che devi, e se vuoi farti un’idea di come sto adesso, passami la mano sulla vulva, vedrai da sola che mi sto già bagnando…il…il sesso; lì sono già umida…quella vostra cassetta, sapessi come mi ha eccitata ! Ho già un amante più giovane di me, che mi sodomizza timidamente, e certo dopo mi sbatte, ma anch’io voglio qualcosa !…qualcosa di duro !”
Sylvie le passò la sua mano destra fra le cosce con garbo, ed usando con abilità i propri polpastrelli si accorse che la sua attempata nuova amica era effettivamente umida parecchio. Più secondi restava la mano, più la vulva di Anne Marie restituiva certe calde inequivoche umidità…Anne Marie disse:
“Visto ? Rendimi puttana Sylvie ! Evviva Lucifero !”
Sylvie le tolse la mano, e prese a carezzarle i fianchi, e le natiche con garbata femminilità, poi toltasi i propri slip strofinò il pelo della propria fica di adolescente sulla pelle delle natiche di Anne Marie che avrebbe potuto essere sua madre…lo fece con delicatezza e costanza, un paio di minuti almeno…le sue lente movenze, ondulate ad arte, pelo contro pelle ed inguine, suggerirono ad Anne Marie che Sylvie l’adesione alla setta sessual-satanica l’aveva presa a suo tempo sul serio…
“Senti la mia fica, vero Anne Marie ?!”
“Sì…ohhhhhh !”
“…e ti piace il mio pelo?! Ti piace ? Sentilo, sentilo !”
Sylvie prese a strofinare il proprio bacino con una certa insistenza contro il culo della donna semi prona e dolcemente passiva. Anne Marie si sorprese a godere di quel solletico strano e piacevole quando i peli pubici dell’adolescente Sylvie stimolavano per sfioro ano, pelle, ed inguine. Una piacevole correntina nervosa stava attraversando l’ispettrice risalendo verso il seno…era già lesbica ?!
“Ahnnn, oh ! Uhmmmm, ohhhhh ! Simpatica, ma sento solo del solletico Sylvie !”
Sylvie continuava a prenderle e carezzarle i fianchi, le anche e le natiche pelo contro pelle; poi all’improvviso, dopo aver scostato ambo le natiche di Anne Marie, si abbassò col viso e con la lingua verso l’ano della signora Marchand, la quale percepì la lingua dura di Sylvie tracciare cerchi immaginari sulla superficie intorno all’ano, la corona, quindi sentì la lingua di lei introdursi nel suo intimo buchetto…ed un tremorino inarrestabile alle cosce che le fece gonfiare il proprio piccolo seno schiacciato contro il tavolo della cucina.
“Hoh ! Uhmmmmm, ohhhhh, uhm ! Ahnnnnnn ! Ohhhhhhhh…!”
Ogni tentativo d’intrusione della lingua della ragazza era un’onda d’imbarazzo per Anne Marie: dall’ano al basso ventre, una specie di onda nervosa, sinuosa, ed agile; contrazioni e piccolissimi crampi alla muscolatura della pancia, generata soprattutto dall’imbarazzo di Anne Marie, esplorata lingualmente da una ragazza che poteva essere sua figlia, della stessa età di Henriette. Quelle ondine interne ebbero termine con un certo sollievo di Anne Marie che sentiva del prurito ai capezzoli: Sylvie smise, e afferrato il dildo, dopo aver poggiato il glande di lattice duro sul muscoletto sfinterico lo introdusse nel retto di Anne Marie senza preavvertirla…una movenza esperta, sicura del risultato del passaggio…la donna, violata, sentì del dolore com’era da prevedersi:
“AHN ! Uhi !”
La trafisse con una certa decisione. Le violò il culo senza pietà, poi la ragazza garbatamente le chiese:
“Pazienta Anne Marie ! Devo farcelo entrare tutto ! Ora fatti coraggio, che lo devo spingere dentro tutto…ti farò male, scusa…provo ora, pronta?”
“Sì…,dai, forza ! Ahi ! Non restare troppo ferma ! Ahhhhhhnnnnn, comincio a sentirlo !”
“Eh, lo so, è duro ! Ti ha aperto bene, sono stata troppo rapida…scusa Anne Marie, se vuoi potrai ricambiarmelo dopo ! ”



-continua -

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