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Insospettabili vizietti domestici, 1a parte


di sexitraumer
28.03.2020    |    35.451    |    5 7.5
"- Druso: - l’ha afferrato, mela’ stretto, poi scappellato, e si e’ messa afare avantiindietro- Druso: poi ho cercato di abbassarle le mutande sotto la..."
Da quando avevo compiuto i dodici anni e ho scoperto le prime seghe, e il piacere che mi davano, avevo preso a spiare mamma nuda tutte le volte in cui potevo, e mai con papà a casa: aspettavo sempre che andasse a lavoro. La casa è piccola, forse settanta metri quadri calpestabili più il balcone: tre stanze che mamma faceva di tutto per tenere in ordine; ognuno di noi aveva la propria, ossia la camera da letto dei miei genitori, la camera da pranzo collettiva con la tv, più cucina e bagno. Quel fine pomeriggio papà si era recato al turno di notte, salutando me e mamma come al solito…sarebbe ritornato l’indomani mattina verso le sette trenta-otto, e avrebbe passato la sua mattinata libera a dormire ovviamente. All’improvviso il cellulare mi aveva avvisato dell’arrivo di un whatsapp del mio amico Druso…ah ! Già a proposito! Io mi chiamo Franz, e nonostante il nome tedesco, sono italianissimo: solo che a mamma mia le era sempre piaciuto il suono di questo nome quando, da bambina, vide “La principessa Sissi” e sentito più volte dagli attori il nome dell’Imperatore Francesco Giuseppe. Mi chiamo Franz non come diminutivo di Franziskus, ma Franz e basta: se non altro è facile da pronunciare rapidamente. Viviamo in una cittadina sul mare Adriatico, e non vi specificherò se nord o sud Italia, perché semplicemente non ha importanza alcuna. Se poteste vedermi ho un viso pulito, grossomodo simile a quello di un giovane attore da fiction con il viso immacolato. I capelli non sempre restano pettinati, ma ho un viso liscio, e a tredici anni non ho ancora granché peli, tranne quelli pubici. Complessivamente sono un castano scuro, e di statura sono meno di un metro e settanta, ma conto di crescere ancora. Il mio amico, che di solito si definisce del cuore, l’ho conosciuto alle elementari; e il suo aspetto non poteva essere più diverso dal mio, dato che è biondo, e con lui gli ormoni ci sono andati più pesanti: i peli del volto cominciavano a far capolino già dopo mezza giornata, e a occhio, o meglio passandoci il palmo della mano come avevo fatto carezzandolo per prova di durezza della barba sembravano abbastanza duri, come la sua voce abbastanza roca; divenuta tale da un anno con l’altro; la mia purtroppo è rimasta nasale, ma certo non femminile, fatto salvo qualche equivoco fonico al telefono. La pettinatura costante di Druso formava di sua natura sempre un ciuffo anteriore coi suoi capelli biondi. Era più alto di me di un cinque centimetri, ma chissà che non lo raggiungo in statura un giorno di questi. Per un misterioso motivo ci siamo piaciuti da subito nella classe elementare della scuola statale Nazario Sauro che frequentammo. Eravamo legati non dalla compagnia del banco, ma da quella della classe. Davanti ad altri cercavamo di non far capire quanto talvolta fossimo intimi (ma non gay…) Ora stavamo completando la terza media in classi diverse. La nostra amicizia aveva una particolarità: davanti agli altri facevamo finta di conoscerci appena, ma alle spalle degli altri ne combinavamo senza fornire dettagli della nostra conoscenza…avevamo un patto identico non scritto, quanto forte in re ipsa; ossia una cosa che ci univa, e che non avremmo mai confidato ad altri coetanei: entrambi ci saremmo voluti scopare le nostre belle mamme, e certe volte fantasticavamo di scambi di coppia proprio con le nostre mamme; solo che lì ci avrebbe guadagnato lui, dato che la mia di mamma, di anni ne aveva trentasei; e la sua al contrario stava raggiungendo i cinquanta; sapete come nacque questa cosa?! Druso una volta, dopo la scuola mi chiese di accompagnarlo a casa; mamma non ebbe nulla in contrario, così accompagnai a casa Druso. Una volta entrati m’invitò a seguirlo in camera sua, dove da dietro un armadio estrasse una cartellina con elastico: lo avrete capito anche voi cosa c’era…sì, c’era una bella copia di un titolo porno: lo guardammo assieme, e scoprimmo entrambi che ad arraparci non erano solo le femmine troie generose con i loro buchini, ma quelle troie con l’aspetto e l’età delle nostre madri. Ci piaceva la fica adulta, pelosa, appartenente ad una donna che avrebbe potuto essere nostra madre. Guardando e leggendo non solo quel primo giornalaccio – che mi confessò d’averlo trovato in terra – ma molti altri; alcuni procurati da un suo parente di cui vi dirò più avanti, venimmo a contatto con certi concetti come lo scambio di coppia quando io portai a Druso il mio (e nostro) primo giornale porno: una copia non troppo vecchia, né sporca di Caballero del 1987 che avevo io stesso trafugata di nascosto in casa del mio defunto zio Teodoro, una volta che andai da lui (da vivo) per ritirare un regalo che mi aveva fatto insieme a mia mamma sua sorella: un modello di Avro Lancaster in scala uno quarantotto, un bombardiere quadrimotore con torrette e mitragliatrici che avrei dovuto montare e verniciare…sì, campa cavallo! Di modellismo ho sempre saputo poco o niente…Quel porno abbastanza ben tenuto lo trovai per caso, cercando due euro che mi erano caduti mentre mi dirigevo verso il regalo e, rotolando, finiti sotto la libreria dello zio...quando misi le mani sotto il piano, due cm di altezza dal pavimento, trovai prima il giornale, poi il mio monetone. Avrei dovuto lasciarlo dov’era, dimenticato o nascosto, ma la curiosità morbosa prevalse, dato che in fondo ero in casa del fratello di mia mamma. Non volendosi fare le scale mi aveva dato le chiavi di casa sua, dicendomi dove fosse il mio regalo: sul tavolo di fronte alla libreria. Presi il modello, e il porno lo sistemai sotto la maglietta intima, e scesi dabbasso a ringraziare lo zio e la mamma, cercando di non tradirmi. A casa, una volta che potei restare da solo nella mia stanza, lo nascosi dentro la sovra-copertina dell’enciclopedia dei ragazzi nella mia stanza, e lì lo lasciai tre giorni, leggendolo rigorosamente solo la notte silenziosissimamente…per poi portarlo a casa di Druso dopo averlo letto e guardato. In uno di quei servizi veniva descritto con i fumetti da fotoromanzo uno scambio di mogli tra due famiglie perfettamente normali con delle persone che non sembravano attori professionisti, e se lo erano si erano truccati molto, ma molto bene. Entrambe le donne potevano avere un’età quasi simile a quella di mia mamma, e delle normali imperfezioni come i culi col brufolo e i cuscini di cellulite, per non parlare della biancheria intima perfettamente dozzinale sparsa un po’ per la stanza delle riprese: le fighe pelate erano rare, e il pelo, specie se castano, sembrava andar di moda; orbene, sia a me, che a Druso quello scambio di mogli, a metà strada tra il proletario e il borghese, era stato il servizio più arrapante, come stava a dimostrare la macchia di sperma di entrambi sul pavimento. Quelle donne proprio per le loro imperfezioni fisiche ci erano sembrate delle drizzacazzi vere. Per un attimo eravamo stati tentati di prendercelo in bocca per curiosità; poi però lasciammo perdere…quando osservai che quelle porno attrici avevano qualcosa che ricordava le nostre mamme, Druso mi confessò che spiava la sua con regolarità, e questa era una cosa banale; viceversa aveva la sensazione che lei glielo lasciasse fare a bella posta! Sua madre pare fosse una bionda naturale, la mia una mora castana comune. Le nostre mamme due casalinghe, che non potevano essere più diverse: formosa bionda, e bel culo (e qualche inevitabile ruga) la sua, purtroppo non alta né troppo longilinea; viceversa longilinea, un po’ più alta ben tornita nel seno, e le cosce la mia, mora castana, che di tanto in tanto tinge i suoi capelli di castano-rosso. I nostri genitori si conoscevano poco. Suo padre aveva un negozio di ferramenta, il mio era un perito in un istituto di credito. Tirando le somme, le mamme noi due ce le avevamo belle, e confessandoci le nostre prime pulsioni da sesso, abbiamo scoperto che ci piacerebbe ad entrambi farcele sul serio. La pornografia ci piace, e quella piacevole e irreale dei porno manga, credo ci abbia stimolati non poco. Il resto lo hanno fatto le nostre navigazioni separate sul web, porno web…e basta così! Come tutti comunicavamo riservatamente con whatsapp; lui scriveva di getto fottendosene dell’ortografia; io ci facevo caso un pochino di più. Di solito ci scambiavamo vignette porno manga moltissimo spinte, e altrettanto spinti erano i nostri commenti…un’altra cosa che mi legava a Druso era che in pornografia avevamo sostanzialmente gli stessi gusti: non ci piacevano tanto le superfighe, quanto invece le casalinghe più terra-terra, non photoshoppate.
…mentre cercavo di farmi venire la voglia o di studiare almeno due ore (con papà che ne esigeva almeno 4, seeeehhhhh! ) o di spiare mia madre al bagno (6-7 minuti più la sega se riuscivo a vedere il pelo con lo spacco) un pomeriggio le polveri presero diciamo fuoco…arrivò il Whatsapp di Druso:
“Wuaaaapp !”
Druso: - Preparati! –
Franz: - Ciao Druso, per cosa? –
Druso: - mo’ vedi-
Franz: - ok aspetto, foto? -
Druso: - Tiricordi dopo quel porno collo scambio di mogli? Mamma mi ha visto che mi segavo suquelle immagini e allora gliel’ho detto…insomma gliel’ho confessato in ginocchio, e qualcosa orimediato. Sapessi…! -
Franz: - in ginocchio? Addirittura! E cos’avresti rimediato? -
Druso: - una sega. Dovevi vederla! Cazzo! Dovevi vederla mentre me la faceva! -
Franz: - una sega?...ah beh un rapporto completo vedo.beh complimenti…meglio di niente. Sempre una mano calda di donna è. -
Druso: - altro che niente! Franz ! Me l’a scappellato, e preso pure in bocca un pochino. La sega me l’ha fatta facendo sbattere la mia cappella nella sua bocca. Non so se voleva succhiarmelo. Non ha fatto in tempo. Appena me l’a leccata lì alcentro sono venuto sul suo viso. -
Franz: - Sì come no! Ma dai ! T’avrà fatto sborrare nel fazzoletto, o sulla sua coscia, o sul vestito…-
Druso: - no franz. Aspetta che ti mando la foto… -
Franz: - la foto ? -
Druso: - ehaspetta –
“Wuaaaap, wuaaaaap…”
Fino ad un istante prima ero incredulo; mai avrei creduto che quella distinta signora potesse aver fatto sborrare il figlio sul suo volto! Sapevo che a Druso piaceva farsi invidiare da me…ma stavolta…o forse anche sì?...vuoi vedere che …

…effettivamente mi arrivò la foto della guancia di una donna tra i 40 e i 50; per quello che potevo saperne era la guancia della mamma di Druso, la signora Manginell, che ci faceva trovare thè e pasticcini acquistati appositamente in pasticceria (ce l’avevano sotto casa) quando andavo a studiare da lui alle elementari. Arrivò una seconda foto con il viso della donna, stavolta proprio la mamma di Druso, ben riconoscibile con delle grosse chiazze biancastre sopra il labbro. La povera signora, che aveva soddisfatto il figlio, sembrava avesse un occhio chiuso, e una mano sull’altra guancia, quella pulita, e una cosa che mi mosse il sentimento sempre auto represso dell’invidia: la lingua di fuori…porca puttana! Era vero ! Gli aveva permesso di venirle sul volto...ero interdetto! Ne arrivarono altre due: la signora lo aveva tollerato mentre le faceva delle foto della scollatura del seno, pur senza scoprirlo del tutto…non sapevo cosa immaginare, anche perché quelle poppe apparivano gonfie…e mezzo capezzolo da sopra si vedeva! ... cazzo, invidioso lo stavo diventando, anche perché la mia di mamma il seno ce l’aveva sempre avuto bello, e piuttosto su! Ma quelle tette gonfie della signora erano arrapantissime. Abbozzai una risposta:
Franz: - certo potevi venirle nelle poppe…vedo che le aveva scoperte abbastanza -
Druso: - no. Hasolo sbottonato la camicetta, e mi ha fatto una cosa a metà tra un pompino senza succhio e una gradevole pippa contro il suo viso. Le ho guardato le poppe, ma i capezzoli non me li ha mostrati.no -
Franz: - beh complimenti. Io finora ho potuto solo spiarla dal buco della serratura del bagno, o della camera da letto, ma non ho mai preso foto per paura che sentisse i rumori del cellulare. Non posso contraccambiare le tue, veramente. Comunque hai avuto coraggio -
Druso: - tranquillo. Sono frame video.avevo nascosta unactioncam e poi hopreso la sd e l’ho messa sulcell. Queste erano catturaschermo dal videosulla sd.Guardale, cancellale poi, e non condividerle con nessuno…dico con nessuno…-
Era ovvio che da amico leale non l’avrei fatto!
Franz: - ma come hai fatto? -
Druso: - quando m’ha visto su quel porno ke mi avevi portato gliel’ho mostrato il pistolotto. Era dritto e duro.-
Franz: - e lei che ha fatto?-
Druso: - m’a sorriso chiedenodmi che vuoi Druso. Sono rimasto 1min a mostrarglielo.-
Franz: - e poi?-
Druso: - m’a detto, ti fai bastare una sega va bene?! E non spendere soldi a quella roba e io hodetto kè me l’aveva dato unamico. Non m’a kiesto se eristato tu tranquillo-
Franz: - insomma una sega in cambio di non spesa ai porno, insomma un buon affare penso.-
Druso: - l’ha afferrato, mela’ stretto, poi scappellato, e si e’ messa afare avantiindietro-
Druso: poi ho cercato di abbassarle le mutande sotto la gonna, ma se’ scostata. E s’è inginocchiata così non potevo abbassarle di nuovo. Poi mi a esaltato. Sapessi.-
Franz: - esaltato?-
Druso: - Mi sono chinato colla tetsa per baciarla in bocca mentre mi spippava. Non selaspettava. Ci ho tirato fuori la lingua e o incontrato i suoi denti bagnati.Ho pensato ora mi mena!-
Franz: - e lei? Per un bacio ti doveva menare?-
Druso: - E invece mi ha detto: va bene, aspetta, dà qua! Ti accontenti di questa. Pensa si preoccupava kè non le sgualcivo la sottoveste. Io volevo spogliarla, ma lei il vestito se lo teneva. Goditi la sega.Mi ha specifato dalla mia mano ti piacera’ -
Franz: - beato te. -
Druso: - me l’ha preso in mano ea cominciato ad andare avanti indierto. Non credevo che mi restava così duro, come cazzo però!non credevo che venivo subito, siè chinata col viso e sembrava kè lo voleva prednere in bocca, invece con tre lecchi…me l’ha leccato al centro e non ci o visto più. Credevo che rimanevo cieco…poi non mi ricordo, ho avuto un tremore nel senso dell’altezza, insomma un’onda a s, verticale dalla putna del cazzo al cuore finoalla testa, un attimo di buio bianco, ma poi nonsò…. è partito dalle palle uno sparo grosso mentre me le carezzava con l’altra mano, l’unica cosa kè ricordo, ecco. -
Per quello che potevo aver capito le era venuto sulle guance.
Franz: - beh t’ha fatto un bel prelievo mamma tua, non c’è che dire. Mi sa che le svizzere hanno un’altra morale, vero?!. -
Druso: - Guarda che mamma è italianissima, di Milano…la mamma sua nacque in Svizzrea.ma tu vuoi agire o resterà una fantasia tua? Io ci sono riuscito, ai visto?!-
Franz: - stanotte siamo soli. Quasi quasi … -
Druso: - ti faccio unaltra confidezna. -
Franz: - sarebbe ? –
Druso: - pochi minuti fa leo detto kè gliela volevo leccare dopo kè mel’a leccato lei. Mi stava dicedno dino, allora io o bleffato e gli o detto kè se non me la faceva leccare dicevo che mi aveva voluto prendere lei. Mi ha detto ké ci vuole pensare due minuti…ora sento il rumore del bidet. E andata in bagno alavarsela immagino. Scommetti che se l’assaggio la scopo pure stavotla ? -
Franz: - è stata già abbastanza gentile così…mò perché vuoi ricattarla? Povera donna, e poi è sempre tua mamma, dai. Cmq approfitta e rinascondi la cam -
Druso: - cazzosì!Hai ragoine.il ferro va battuto finche’ e caldo. Mò glielo dico…ti rimando il whatsapp dopo. Ora provo a farmela dare per il lecchino…mi raccomando cancella le foto. -
Franz: - tranquillo le cancello adesso, ormai le ho viste. –
Druso: - quando ci vediamo vedi tutto il video, ciao -

Ero invidioso marcio! Le stava per assaggiare la fica! Sua madre un paio di mesetti prima me l’aveva “presentata”: mi aveva invitato a casa sua per passare assieme un pomeriggio prima che partissero per le vacanze. Quella volta sarebbero andati in Svizzera, dai nonni materni, per godere il fresco, e il lago di Losanna. Quel giorno invece nella nostra città faceva caldo, e sua madre indossava una lunga maglietta bianca aderente fino a mezza coscia, e nonostante sembrasse sottile, era perfettamente opaca. Lasciava intravedere ben poco. Cercai di non tradirmi guardandole le cosce, e le gambe lisce, ma di una depilazione non recente. Dopo in convenevoli, e le consuete pasterelle della pasticceria sotto casa loro, la signora si chiuse nella camera da letto, e ci lasciò in cucina a gustare la merenda. Druso s’era accorto che sua madre aveva osservato i miei occhi, e intuendo il mio disagio disse divertito:
“Tranquillo. Essere osservata le piace. La fa sentire meno vecchia…”
“Le gambe ce l’ha belle.”
“Franz, le hai guardato il culo, non le gambe!”
“Parla a bassa voce…oh!”
“Tranquillo! S’è rinchiusa in camera sua per fumare. Quando fuma non vuole essere disturbata, e non vede, e non sente. La conosco.”
“Sarà…”
“Non devi preoccuparti Franz! Non devi, sul serio.”
“In Svizzera rimorchi st’estate, vero?!”
“Se ce n’è rimasta qualcuna spero di sì…scendono da noi in Adriatico l’Estate! E tu che fai?”
“Ho degli zii in Salento, ma quest’anno non si sono proprio fatti sentire. E io la faccia tosta di auto invitarmi non ce l’ho.”
“Avevi detto che andavate in Grecia…”
“Saltata la settimana scorsa! Papà ha preso una bella contravvenzione, e i soldi dell’anticipo sono svaporati…si resta qui…del resto siamo solo a una quarantina di km dal mare anche noi!”
“…”
“Clack…dapp!”
Druso mi fece segno di ammutolire. Sua madre era appena uscita dalla camera da letto, e si era diretta in bagno.
“Dapp…dapp…clack!”
“…”
Prese subito a sussurrarmi:
“Si è chiusa in bagno…vieni e fai stra piano, cazzo! Vieni, ti faccio vedere cosa fa sempre a quest’ora…”
“Che ?”
“Shhhh…vieni…”
Druso mi indirizzò verso la porta del bagno; dapprima sbirciò lui dal buco della serratura, poi mi fece segno in maniera ultrasilenziosa di avvicinarmi. Lui indossava delle pattine silenziosissime; io come ospite non ero tenuto, però mi tolsi le scarpe lasciandole in cucina…si fece una risata vedendomi in pedalini…mi fece subito segno di chinarmi sulla buco della serratura…però esitavo, dato che non era casa mia… e dopo un paio di secondi lunghissimi in cui feci in tempo a vedere che Druso mi compativa, chinai la testa, e potei vedere sua madre che si stava togliendo gli slip lasciandosi la lunga maglietta. Sistemò le sue mutande nel contenitore della biancheria sporca, poi finalmente si tolse la lunga maglietta. Vidi il suo corpo completamente nudo, con evidenti tracce di cellulite in uno dei fianchi e in ambo le natiche di quello che all’esterno appariva un bel culo. Il suo pelo era biondo, e un po’ lunghetto: una pareggiatina col trimmer non avrebbe guastato. Le sue poppe ormai non stavano più tanto su. La signora entrò nella vasca, e cominciò a bagnare il proprio corpo con la pistola della doccia, quindi prese il bagno schiuma, e si mise ad insaponare quel suo roseo corpo, che lei probabilmente maltrattava con scomodissimi abiti attillati…mentre s’insaponava si toccò ampiamente la propria vulva, per poi massaggiarsela ritmicamente…cominciava anche a mugolare…ma aumentò anche il getto d’acqua per coprire i propri respiri e rumorini della masturbazione; massaggiarsela vicino al clitoride non sembrava appagarla, per cui si chinò sulla vasca per prendere qualcosa che doveva appena aver occultato dietro una vaschetta da bucato in vasca. Mezz’ora prima, quando c’ero entrato io da ospite, la vasca era vuota. Vidi che cosa aveva preso: era un cetriolo piuttosto grosso, sarà stato va un venti cm, e anche bello largo, forse intorno a quattro a occhio. In quel momento vedevo la signora di culo, intravedendo anche l’ano per via della sua gamba destra, il cui piede era poggiato sul bordo della vasca. Potei vedere la distinta signora nuda, intenta a penetrarsi con quell’ortaggio. Lo stava movendo con maestria penetrandosi la figa per bene. Peccato che mi desse le spalle…io ormai avevo una durissima erezione nelle mutande, e necessitavo di uno sfogo…lo tirai fuori, e cominciai a menarmelo; di cosa stesse facendo Druso me ne fregavo. In fondo sua madre lussuriosa me l’aveva offerta lui…Tra l’altro non riuscivo ad accorgermi che stavo anche sudando per la tensione, e per la postura piegata, e la rigidità dei miei muscoli. I godimenti della signora erano coperti sia dal rumore dell’acqua nei tubi, sia dalla caldaia in ricarica, sia dai lavori edili che erano ripresi nella via dove ci trovavamo. All’improvviso l’eccitazione mi aumentò perché la signora aveva tolto l’ortaggio, e nel momento in cui si era liberata la figa, avevo visto una bavetta trasparente cadere mentre le sue gambe erano bloccate nella postura della penetrazione. Una bella scolata da quella figa…La signora si mise verso il muro, e tornai a poterle vedere il pelo, quindi riprese a massaggiarsi ritmicamente vicino al clitoride, per poi finalmente venire con tre rantoli autentici …nei brevi istanti della venuta si afferrava la figa con forza, per poi liberarla…dopo che venne la signora non sembrava ancora soddisfatta per cui aprì uno stipetto della specchiera, e prelevò un oggetto, una specie di porta sapone lungo come invece un porta penne. Aperto l’astuccio ne tirò fuori un oggetto: uno spazzolino da denti d’argento, con il manico oblungo, e arrotondato alla fine. La signora sempre nuda, e con gli occhi fissi che finalmente avevo potuto vedere, andò a sedersi sul cesso, dopo aver chiuso il coperchio. Sedutasi portò le ginocchia al petto, e dopo aver allargato con maestria, rapidamente, il suo ano color nocciola, fece entrare l’estremità dello spazzolino nel suo culo…quindi fece avanti, e indietro più e più volte con quel manico liscio metallico prima crescente, e poi decrescente dentro il retto. Si masturbò il retto toccandosi la figa con lo spazzolino nel culo che talvolta sembrava muoversi da solo…stavolta potevo vedere i suoi occhi chiudersi nel godere dei suoi massaggi, e mentre variava di pochissimo l’angolo di visuale, dato che la signora in godimento si muoveva di lato un poco; vidi il suo buchetto del culo dilatato con il metallico ospite da qualche cm di diametro. Intravedere quel buco mentre la sua figa era occultata dalla mano del massaggio mi fece venire…il primo colpo mi finì sulla porta di legno laccato, gli altri sui miei jeans. Rimasi solo qualche secondo. Druso era andato in cucina a prendermi delle salviette di carta. Da amico ne aveva bagnate un paio al rubinetto. Io ormai non buttavo più, e mi ripulii il cazzo, poi la porta; quindi ripresi a spiare quella donna: si stava sfilando lo spazzolino lentamente dal suo bucio, e una volta toltolo, andò sul bidet, a lavarsi bene vulva e ano, anche se io a quel punto avrei rifatto la doccia e basta…bah ! Misteri femminili…finita di lavarsi la signora prese un paio di mutandine nuove da uno stipetto, e asciugatasi le indossò. Io mi allontanai e feci cenno a Druso di fare altrettanto. Sua madre stava per lasciare il bagno. Io tornai in cucina, e reindossate le scarpe, mi sporcai a bella posta con il thé rosso rimasto fingendo che mi fosse caduto accidentalmente sopra le macchie di sperma. Druso aveva pattinato con lo straccio, e le pattine per cancellare le impronte della nostra presenza. Poi tornò in cucina, e con sufficienza mi disse:
“AH ! Hai fatto finta di rovesciarti il thé…non dovevi !”
“Sì, e se mi si vedevano che potevo dire!?”
“No, sai, mamma da sei mesi a questa parte da vicino vede pochissimo. Sembra che la sua presbiopia sia aumentata…ma continua a comprarsi gli occhiali da lettura di plastica…non sembra ne voglia saperne di fare una visita! Ha paura di sentirsi dire che ha un’età…”
“…eh vabbé!”
“Dapp…dapp…clack!”
La signora era uscita dal bagno, presumibilmente vestita, senza che noi potessimo vederla, e si era diretta nella sua camera da letto. Noi due finimmo di ripulire il vassoio dei pasticcini, io in particolare dopo la mia sborrata, e la tensione emotiva avevo letteralmente fame. Druso mi chiese:
“Non è che vorresti un panino?”
“No, no…mi bastano questi. Grazie, sai…”
“Di niente…t’è piaciuto il pornino casalingo immagino!”
“Ci sente…”
“Appena appena…con questi lavori fuori !?!”
“Ma, sai…”
“Uhmmm, cos’è che t’ha fatto…insomma sì, cosa t’ha fatto venire?”
Dissi pianissimo, il più che potevo…
“…il bucio …quello del culo, penetrato dal manichetto di metallo…era più o meno così…”
Gli descrissi l’oggetto; al che Druso, sorpreso, disse:
“Manichetto?”
“Sì, una specie di spazzolino deluxe, d’argento credo…”
“AH ! Quindi non ha usato il cetriolo ?”
“Solo nella figa, ma era di spalle, e non l’ho potuta vedere che lo prendeva…si era messa così…”
Descrissi col mio corpo in che posizione stava sua madre, e mimavo i suoi gesti con la mia mano destra. Druso se la rideva…
“…insomma, t’ha dato le spalle!”
“Perché me l’hai fatta vedere per intero?! Non volevi godertela anche tu?”
“No. Sapevo cosa si metteva in figa…insomma si mette gli oggetti anche dietro?”
“Sì, seduta sul cesso, tavola sopra e ginocchia al petto…”
Anche questa volta, seduto sulla mia seggiola mimai la postura di sua mamma che si era masturbata il retto…un istante dopo la signora entrò in cucina all’improvviso. Feci a mala pena in tempo a recuperare una posizione corretta, mentre la signora entrava…era vestita con bell’abito chiaro un tailleur bianco, e delle calze impeccabili. La signora ad apparire una gran figa ci teneva, dato che portava pure il tacco dodici…
“Vado dal dottore Druso, dopo che hai riaccompagnato Franz, vai al ferramenta da papà, che devi aiutarlo a riordinare il negozio che domani lo chiudiamo, e poi si parte, ok?!”
“Certo, màa…”
Poi rivolta a me…
“Franz, noi partiamo dopodomani. Salutami tanto i tuoi genitori…credo che ci rivedremo non prima di settembre…andate in vacanza anche voi?!”
“No, noi si resta in città quest’anno. Andremo qui al mare con la macchina…”
“Capisco…beh, arrivederci allora.”
Mi tese la mano e la salutai stringendogliela lievemente:
“Arrivederci signora! E grazie dei pasticcini. Ci sono piaciuti moltissimo…faccia buone vacanze anche lei.”
La distinta signora ci lasciò soli. Druso, non appena fu sicuro che sua madre fosse per strada, prese uno dei suoi dvd porno, di quelli che masterizzava di persona lui, col computer di casa, in quel momento con la navigazione disabilitata perché i genitori non gli permettevano di navigare nel web a casa vuota, e lo mise nel lettore del televisore. Io ne approfittai per mettere in chiaro alcune cosette:
“Uhmmm, senti Druso! Meglio che te lo dica adesso: io non posso ricambiarti una cosa come questa! Mamma in bagno non si esibisce, mi dispiace. Lo so perché anch’io ho provato a spiarla…”
“Nessun problema. Se mi aspettassi una ricambiata automatica non sarei un amico!”
“Che fai?”
“Guarda questa milf col figlio, e un amico del figlio, insomma forse! Non mi sembrano fratelli. Una porca bagnata che non ti dico! Guarda!”
“Senti, stavo pensando a prima…ma…”
“…ma cosa?! Guarda questa milfona cosa fa…”
“…mhmmm…figa sì!...comunque senti le svizzere sono tutte così?”
“…eh ?! Così come…?”
“Beh, c’era tua madre al bagno e tu m’hai favorito la visione! Mamma tua è svizzera, di Losanna, no?!”
“No. Mamma sua è di Losanna, e il marito di Zurigo…mamma mia è di Milano!”
Quando partì il video c’era una quarantenne di chissà dove, che si faceva scopare ambo i pertugi da due maschietti, che messi assieme non avrebbero fatto la metà dei suoi anni. Era una sequenza chiaramente illecita, proibitissima, illegale, il cui possesso o produzione in proprio poteva portare in tribunale, quello penale…
“…Druso! Ma tu con i tuoi a casa riesci a scaricare questa roba?”
“Me l’ha dato un mio parente, una specie di cugino che ho da parte di papà, e che non gli sta simpatico, manco a lui…sembra che traffichi anche in spinelli…mò ha trovato lavoro in un negozio di sport, e ha imparato – come si dice ? - insomma a retare le racchette da tennis…”
“Vabbè ho capito. E t’ha passato stò dvd?...cazzo è proprio una troiona questa! Guarda che pecorina nel culo, con l’altro che la sta mungendo alle zinne…”
“Visto che doppia che si fa! No, il quasi cugino mi ha messo una mini sd nascosta dentro gli avvolgimenti di similpelle alla base del manico della racchetta…scollandone un paio di cm c’era la sd…io ho traferito tutto sul dvd, e poi ho formattato la sd…m’è costata venti sacchi. M’ha fatto dieci a settimana…dura trenta minuti…è una scopata vera, a due! Figa e culo…gli vengono dentro sul serio, sai!”
“Druso, io…ormai ho goduto…prima…con mamma tua…non ti dispiace?! Ora sono scarico!”
“Figurati ! Io la spio da 6 mesi, ma non riesco a fare foto…il cell fa rumore…mi sgamerebbe! Anzi Franz! Fissatela bene nella mente…”
“Perché ?”
“Dopo stè vacanze li ho sentiti parlare…più o meno litigare…poi si sono calmati…dovranno chiamare il falegname…a settembre…”
“…il falegname?”
“Sì, vogliono mettere le chiavi a serratura cieca…è una fissazione di papà…a mamma non gliene frega niente se la spio…una mese e mezzo fa, da ubriaca però, mi propose pure se volevo fare un doppio con papà…non parlava sul serio, sai. Poi un momento dopo la proposta ha vomitato…era uno spettacolino penoso. A vomitare secondo me l’ha fatta apposta, come per cancellare la battuta infelice…sai, nessuno di noi a casa l’aveva presa sul serio…poi ha passato a letto due giorni a smaltire il mal di testa da sbornia, quando c’era papà dormiva, quando era andato a lavorare al negozio, lei si era svegliata; io volevo che dormisse ancora, sai, per spiarla sotto la camicia da notte, ma era sempre sveglia…insomma a mamma se la spio nuda non gliene importa, mentre papà sta con tanto d’occhi, anche sul computer. Quando lui non c’è non si può navigare. Si porta il router in negozio…lo sapevi?!”
“E tu quindi…”
“Se voglio qualcosa di arrapante mi devo rivolgere fuori…con qualche rischio…dai vediamocelo fino alla fine! Questo mi sa che me lo porto in vacanza. Quasi lo rimetto nella sd, e la nascondo nella racchetta…lo vuoi questo dvd così poi te lo porti a casa ?”
“Me lo dai ?”
“Sì, e beninteso riguarda solo noi due. Non darlo ad altri! Se non altro perché l’ho pagato.”
Ci pensai un mezzo minuto a valutare, poi accettai la proposta:
“Va bene! D’accordo!”
Guardammo il resto di quel dvd illegalissimo quanto alla scopata intera che conteneva. Quella donna protagonista era mora e bella: parlava o russo o polacco o rumeno, magari era moldava…in breve scopava benissimo, molto generosa nell’aprirsi per quei due nostri “coetanei” che la scopavano per il piacere degli appassionati di quell’innominabile genere…oltre che generosa era anche affettuosa nell’aiutare uno dei due alla leccata della sua figa, magari era proprio il figlio! La leccata non era semplice per via del pelo…e il “scolaro” esitava sempre prima di abbassare su quella figa ben depilata e odorosa, la propria testa con naso e lingua mezza fuori; le guance ce l’aveva bagnate; lei piena di sorrisi prima presentava le pieghe delle sue carni alle labbra di lui aprendo la vulva con naturalezza, e aspettando con pazienza le leccatine, brevi, indecise e a caso di lui (beatissimo, cazzo!). Una volta che la lingua era a contatto con quella dolcissima vellutata pelle, la donna carezzava nuca e guancia del piccolo amante per incoraggiarlo a continuare. A ogni colpo di lingua indovinato se ne usciva con un respiro imbarazzato che le gonfiava il seno baciato dall’altro amantino. Roba forte: tra l’alto quella poteva benissimo essere la mamma di uno di quei due, forse quello più esitante. Una donna da sogno, una specie di maestra di elemantari/medie, idealizzata, che insegnava come fruire quei piacevoli corrottissimi momenti intimi, e tanto, tanto materiali. Dei signori peccatini carnali, talmente intimi che se non fosse stato per il videoclip hd, non sarebbero stati mai condivisi con nessuno. Certo c’è chi dice che quelli, vista l’età degli amanti potessero essere traumi…tuttavia al posto di quei due ci avrei voluto essere io…e lo stesso Druso…chi aveva fatto le riprese aveva delle signore ottiche e illuminatori morbidi. Si vedevano tutti i particolari della figa della signora. Druso ce l’aveva dritto e duro, e stava per venire; io ormai ero scarico e, benché mi toccassi, non ottenevo alcun indurimento nel cazzo. Druso invece venne a metà video sborrando per bene il pavimento…anche lui si era eccitato durante gli insegnamenti del leccafiga di quella bellissima signora; Druso era venuto di brutto…
“AHNNNNN…Ohhhhhh…beh…ahnnnn…che …ahnnnn…che ne dici Franz? Cazzo che scopata! Perché non capita anche a noi, porco D…”
“Ti confessi per le bestemmie Druso?”
“No, e non sono neppure battezzato…i miei vecchi sono fieri non credenti! Soprattutto mamma!”
Incredulo domandai:
“Cosa ? Non t’hanno battezzato?!”
“Sì, e allora?!”
“Ecco io …insomma…non hai il Battesimo…”
“Ridagli! …Franz, che ti prende, insomma !?”
Ero disorientato: credevo che Franz credesse in Dio, invece era ateo: ecco perché non era venuto al ritiro diurno per la prima comunione…
“Niente Druso…è che…non lo sapevo.”
“Ti da problemi la cosa?”
“No, no…è che quando hai bestemmiato…credevo che le bestemmie fossero per i grandi…”
“…perché Franz?...il porno che vediamo tutti i giorni è forse per l’asilo ?”
“Già, hai ragione…”
“Ma porca la Mado…oh ! Cazzo, perché mi guardi male ?!...coi porno che guardiamo ti stai a preoccupare delle bestemmie!...Di…ocane, hai visto che buco di culo questa gnocca del videoclip? Per un attimo, quando il figlio gliel’ha messo al culo…quando è entrato ha tremato…”
Le bestemmie non mi piacevano; zio Teodoro le aveva imparate al militare…non sono un credente fervente neppure io…però non mi piacevano…risposi serio:
“Era convinta che le entrava piano pianino vista l’età, e invece l’ha sbattuta e trafitta al primo colpo!”
“…vabbé non bestemmio, tranquillo! Allora il bucio de’ stà gnocca ti piace o no?”
“M’è piaciuto di più quello di tua mamma prima!”
“Viva la sincerità!”
“Quando mi faccio le seghe m’immagino che inculo mamma tua, Druso…”
“E poi dici che non devo bestemmiare…senti ma a tua madre hai mai pensato di leccarla, porca Mado…
“No, no…ricordo che un annetto fa glielo chiesi, ma mi disse no secco! Più di una volta.”
“Ci hai provato quindi…”
“Provarci, ci ho provato: al mare l’estate scorsa, mentre sulla spiaggia c’era poca gente, ho simulato una caduta su di lei; sai quando papà era andato a prendere le sigarette, le sono cascato davanti all’improvviso, e le ho leccato la coscia sinistra vicino la figa…un paio di colpi con la lingua…e lì era calda, e cazzo se mi stava piacendo! Ma…ho dovuto smettere subito.”
“E tua madre che ha fatto?”
“M’ha dato uno spintone, minacciando di dirlo a papà…poi però è stata zitta! Non mi rivolse la parola per tutto il viaggio di ritorno…”
“Minimo!...Uhmmm…hai visto quanta me ne ha fatta cacciare stà milf ?”
Tutta quella quantità di sperma sarebbe stata bene dentro il culo di una femmina, ma purtroppo stava solo per terra. Druso poi riprese:
“Senti Franz…non vorrei illuderti…ma te lo dico lo stesso: al ritorno dalle vacanze questo mio parente forse convincerà una puttana professionista che…insomma accetterebbe di scopare con noi. Non posso dire che succederà sicuramente, ma insomma per i primi di ottobre tieniti da parte una quarantina, ok?! Io se resti senza soldi, o mi accompagni e aspetti fuori perché nella zona dove la da solo non ci vorrei andare, o ce li hai e scopi. Di miei per prestarteli non ne avrò…”
“Senti, dovresti chiedere al tuo parente un ulteriore favore…”
“E sarebbe ?”
“La tizia dovrebbe scopare come sui porno…anzi: me la porti una cosa dalla Svizzera ?”
“Cosa vorresti ? Cioccolata, un temperino multi…?”
“Cioccolata sicuramente…no anche un giornale porno…uno di quelli originali che stampano lì…”
“…ma secondo te trovo un giornalaio che me lo vende?”
“Chiedi a un parente di comprartelo, no ?!”
“Boh, con quelli…mah, che ne so?! Boh vedremo…intanto puliamo stà sborra per terra!”
“Pulisci! È tua!”
“Che stronzo! E io che t’ho fatto vedere il porno dal vivo con mia madre!”
“Rischi del mestiere!”

L’estate era trascorsa tra seghe e mancati amorazzi estivi (cronici con la mia faccia da secchione bravo bambino), e l’anno scolastico pure era ricominciato (e senza prof attraenti!)…la lontananza da Druso aveva un po’ ridotto la morbosità speciale del nostro legame; tuttavia fui contento quando, tornato dalle vacanze in Svizzera, mi mandò delle buone immagini di sua madre in costume da bagno a prendere il Sole al lago, e scorso l’ultimo whatsapp con immagini abbastanza normali in questo momento me lo immaginavo ricattare la sua bionda e distinta madre nel vestire, ancora MILF che rassegnata sollevava la gonna, si lasciava dapprima togliere le mutande, per poi accogliere nelle sue carnali intimità la lingua del figlio, il mio amico Druso, e dalla lingua salivosa al cazzo il passo sarebbe stato breve…e in fondo non è che il sesso l’abbiamo solo vissuto a seghe e porno contrabbandato di carta e on line…siamo due depravati perché per scopare avevamo trovato…a pagamento comunque. Sapete, il parente “cattivello” che però mai mi aveva presentato, a metà ottobre, la trovò una troia adulta, sui trenta, per noi due sbarbini; la ricordo però con un certo fastidio questa donna…bella, era bella…nonché puttana, ma anche sbrigativa…
…successe più o meno così: riuscimmo, nonostante facessimo la seconda media a trovare una prostituta emigrata, bianca, disposta ad appartarsi con noi in un parcheggio. Non ho approfondito cosa si erano detti col parente; Druso mi aveva detto solo il giorno, l’ora, il posto e…il prezzo: quaranta a testa in considerazione che eravamo dei tredicenni, per una cosetta in tre, così si risparmiava tempo. Purtroppo Druso accettò pure per me, che invece avrei preferito una scopata la volta, uno-uno. Pieno di perplessità, o forse pregiudizi mentali, quel giorno arrivai io per primo al parcheggio “F”, quello dedicato ai camper e alle roulotte, della periferica viale Ferdinando Magellano; a mezz’ora da casa mia, e in teoria a dieci minuti d’auto da dove lavorava mio padre. Come tutti i posti fuori città a certe ore del giorno, o della notte, non sembra un bel posto; anche se forse lo spaccio della droga avviene, o in altri parcheggi, o in posti più discreti. Arrivato mi sedetti sul muretto bianco di recinzione alto mezzo metro, e aspettai Druso un po’ angosciato di qualche possibile incontro con dei bulli, o con delinquenti immaginari; il mio amico giunse con venti minuti di ritardo…già da un paio di minuti stavo meditando di andarmene, dato che non arrivava più…ero convinto che ognuno dei tre autobus che avevano la fermata presso il parcheggio F fosse quello con lui dentro…e invece niente! Mi toccò aspettare il quarto, e mi ero convinto ormai che se non fosse stato nel quarto me ne sarei andato; l’idea di privarmi di due paghette da 20 messe da parte ad agosto non mi rendeva felice, anche se pregustavo piacevoli sensazioni per il mio cazzo…comunque non appena arrivò mi disse affannando:
“Ciao Franz! Mi dispiace per il ritardo: mamma mi ha mandato all’alimentari mentre stavo per uscire; non potevo rifiutarmi, o avrebbe sospettato qualcosa…aspetti da molto, vero?”
“Se tardavi altri due minuti non mi avresti trovato, sai. Sei sicuro che il posto era questo?”
“Sì.”
“Ma sai tu qual è la roulotte? Oh…a proposito: è bella ?”
“Non so che dirti: è l’unica che ho trovato disponibile ad andare con due minorenni…i soldi li hai portati ? Non scopa a buffo!”
“Io ci sto mettendo due paghette, ecco 40 euro…e tu?”
“Io pure: me ne sono portati 40; 20 per fortuna sono un regalo di mia nonna…”
“Uhmmm…e adesso?”
“Le faccio due squilli, aspetto un minuto, e poi altri due…”
“E poi ?”
“E poi nient’altro! Verrà lei…o chi per lei a prenderci! Non si scopa qui all’aperto, tranquillo!”
“Ma perché ti sei impegnato per una a tre?! Se me la volessi fare da solo?!”
“Sembra l’abbia chiesto lei. Aspetta che devo richiamare…”
Druso chiamò il numero squillando due volte per poi annullare la chiamata…trascorso un minuto ne fece altri due…poi prese un fazzoletto bianco pulito, e se lo passò sulla fronte, anche se non faceva caldo…non occorreva un genio per capire che era un gesto riconoscibile da chi doveva…e infatti dopo mezzo minuto una piccola Y-10 nera, quella rettangolare di fine anni ‘80-primi ’90 si fermò. Una voce femminile, infatti era d’una donna di una sessantina d’anni, piena di rughe, disse dal finestrino abbassato:
“Salite, vostra mamma vi sta aspettando. Vi porto da lei, su…”
“Druso ?! Allora…?”
“Andiamo…no?!”
“Nostra mamma?”
“Dai, è un modo di dire…”
Druso aprì lo sportello, e questa donna non esattamente bella - tutt’altro ! - aspettò col motore acceso che salissimo. Io mi accomodai dietro dicendo educatamente:
“Buon giorno!...io…”
Poi salì Druso mettendosi avanti…io chiesi:
“Signora, ma noi…con lei…che…insomma?...”
“No, no. Vi accompagno e basta…”
“Piacere io sono Franz…”
La donna fece un segno di diniego precisando:
“Non voglio sapere i vostri nomi…una volta scesi non siete mai esistiti…chiaro?! Punto.”
Druso mi sorrise cercando di rassicurarmi…
La macchina partì, e attraversò il parcheggio dei vari camper, per poi prendere un’uscita secondaria lunga duecento metri circa, dato che avevo guardato il tachimetro…alla fine della strada c’era un altro veicolo grosso, un furgoncino di quelli che usano i fornitori dei negozi d’elettrodomestici, piuttosto grande…
Arrivati presso un cancello entrammo nell’ingresso dove c’era il furgoncino verde chiaro, sui sei sette metri; c’era anche una casa a due piani, che, a quanto pareva, era chiusa. Dal furgoncino la porta d’accesso era stata lasciata aperta accostata; Druso si diresse verso di essa, io lo seguivo un metro dietro. Salimmo. Una donna di una trentina d’anni, bianca, mora di capelli ondulati, ma non da parrucchiere ci aspettava in autoreggenti neri a rete e mutandine succinte di pizzo, sempre nere. Di zinne era a occhio una terza; di statura forse arrivava a un metro e sessanta-sessantacinque…ci guardò sorridendo. Si presentò:
“Io sono Gladys…”
“Io Franz…”
“E io Druso ! Ci conosciamo…”
La donna gli rispose preoccupata…
“No, non ci siamo mai conosciuti! Io conosco solo tuo cugino Giuseppe…vi ha raccomandato lui, che ha garantito per voi due… sbarbini !…”
“E vabbè…”
Poi si rivolse a me:
“Stavolta 40 a capa! Poi però una volta che farete i diciotto pagherete prezzo pieno…i buchi you choose voi senza litigare !…va bene? Scopo con figa, culo, e la bocca…”
Io chiesi:
“Possiamo leccarti la fica?”
“Potete, ma niente dentro lo sputo…lingua fuori e in alto! Mi raccomando!”
Scostando gli slip ci fece cenno col dito verso quale parte della figa dovevamo leccare; ce la mostrò all’improvviso: carnosa, col pelo corto scuro, e di colore tra rosa e pelle scura. Era abbastanza grande da prendere, se fosse stato possibile, entrambi i nostri cazzi…
Insistetti:
“Non possiamo fare uno alla volta ?”
“Ci vorrebbe troppo e aspetto gente! Vi ho inseriti, ma vi suggesto di non perdere altro tempo…”
Chiesi smarrito per quel nuovo verbo
“Suggesto?”
“…consiglio!”
“E se a uno di noi non si drizza, sai in due…non abbiamo mai provato.”
“Il tuo amico booked per una doppia in due…dovevate prendere due appuntamenti diversi…e io dopo aspetto altri uomini, di quelli più grandi di voi, che non amano aspettare…su, coraggio, con due dentro sono più porca, e faremo prima!…diciamo che se volete, mi potete dare vostra sborra alle tette a cazzo nudo…su datemi i soldi e spogliatevi…guardate che quando mi desiderano in due sono più porca, e become wet better, lo sentirete anche voi quando me l’avrete messo dentro…allora, questi soldi ?!”
Druso le diede i suoi 40 e altrettanto feci io. Lei li prese, e scese dal furgoncino per andare a portarli al sicuro…
“Da quanto la conosci ?”
“Manco un mese! Ci va mio cugino con lei, paga un po’ di più, e si fa raggiungere a casa sua!”
“E non poteva chiamarci a casa sua?”
“Scherzi ?! Sai, uno del condominio ha reclamato, che apre alle puttane, e un altro ha detto che segue e fotografa tutto quello che non gli piace!...un segaiolo infelice, pare, che si sfoga facendo il moralista! Gli manda pure lettere anonime per dimostrargli che conosce i suoi movimenti personali; un ex ufficiale in pensione che non aveva trovato a sposarsi…pare!”
“Che palle! ...”
“Perché che palle?”
“Speriamo ne valga la pena…come tipo non è male: non m’è sembrata una filippina…tu che dici?”
“Mezza greca, e mezza thailandese ha detto mio cugino…lui la conosce meglio…non so…”
“Però l’italiano lo parla bene! Mi sa che è anche… mezza italiana…”
“Sta in Italia da dieci anni…viene a botte di tre mesi, scopa, e uno fa le vacanze col guadagno…ma secondo me scopa lo stesso…”
“Il culo chi se lo piglia? Io o te ?”
“Prima io, poi te o il contrario…vedrai che è porca! Ci farà divertire, vedrai…sarà una bella ventina di minuti…”
“Di più, no ?”
“Non hai sentito? Aspetta clienti importanti. Già, è tanto che ci ha inseriti! Solo che ora glielo inseriremo noi…dai Franz!”
“Già noi non siamo abbastanza importanti!...prossima volta me le cerco da me!”
“Se te ne vuoi andare te ne rimborso io 20, ma non prima di un mese…”
“…no…no…ma tuo cugino non è un bravo negoziatore! E tu manco! Comunque se vuole il due più uno è una porcona sicuramente…oppure il vero depravato sei tu!”
“…ah…ah..ah!”
“Ridi, eh?! Vedi di non mettermelo al culo Druso! Che caldo che fa qui! Per forza che si bagnerà… ”
Gladys era tornata risalendo per la scopata appena concordata, e dopo aver chiuso la portiera accese il condizionatore del furgoncino mostrandoci lingerie, e lato B; tanto il furgone anche se era fermo, non c’erano pattuglie dei Carabinieri o della Polizia per farle la contravvenzione, per uso dell’aria condizionata appunto da fermi, e dentro un cortile privato di una casa colonica. Dunque per la modica (per noi) somma di 80 euro ce la potemmo fare in due: noi eravamo le fette di pane, e lei il prosciutto…


- continua -
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