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Salve Terra, qui Koona - 17a parte


di sexitraumer
07.07.2017    |    7.573    |    0 6.0
"” “E ti andrebbe ?! Con la mia bocca non hai avuto problemi!” “Ora non lo so..."

“Sì, a quattro zampe !”
Mi misi in posizione canina, e presentatole il mio culo con fiducia, così come avevo fatto con Mario su Titano Uno, Solveig prese a leccarmi inguine ed ano, dopo avermeli lavati con dita e saliva, -immaginavo - alla meglio. Per me era una sensazione abbastanza nuova, e mi procurava il seno gonfio e capezzoli turgidi, benché in quel momento fossero liberi di cadere. Ad ogni strisciata della sua lingua cercavo di tirarmene almeno uno, ma se insistevo troppo non avrei potuto reggermi. Poi usò il fallo secondario, quello più piccolo, e me lo introdusse di nuovo.
“Uh !”
L’entrata era stata improvvisa, dura, ma tutto sommato piacevole.
“Ti piacerà, fidati ! Stavolta dovrò fare piano…”
“Uhmmmm, ohhhh, sì, mi piace…ancora, dai !”
Mi baciò anche le natiche, più e più volte. Provai nuovo godimento dal momento in cui le mie carni si aprirono per farlo entrare. Peccato che fosse corto…però mi piaceva…
“Ohhhhhhhh !”
“Così, così…stiamo andando bene amica mia…che bel culo ! Il mio purtroppo non è come il mio seno e già casca…”
Ebbi un secondo godimento dopo un paio di minuti, quando lo tolse; e dopo averci sciabolato la lingua dentro…
“Ahn !”
“Uhmmmm, sluuuuurppp, uhhmmmfff, uhhmmm!”
“Mi stai leccando lì dentrooooohhhhhh ! Co-come fai ? Non hai paura che… uhmmmm oho ! Uhmmm! Ahnnn !...Ahnnnn !”
Mi aveva tolto quello piccolo che però mi piaceva tanto; mi ero inturgidita di nuovo i capezzoli mentre imbarazzatissima sentivo la sua lingua dentro il mio buchino posteriore che colpiva, colpiva…poi la tolse, e sentii che aveva poggiato quell’altro; prima introdusse la sua lingua rigida poi la tolse e …

…!...
…mi trafisse con quello grosso…
“OH !...ahi !...uhmmmm, oh !”
Però ! Scivolava bene fra le mie pareti del retto, ed in due-tre colpetti, piano, entrò praticamente tutto. Mi era costato tre dolorosi ed esaltanti mancamenti di respiro, ma ora era dentro eccome ! Lo muoveva Solveig, di persona, come se conoscesse la velocità giusta che mi piaceva…presi a carezzarmi la vulva per godere di nuovo, e di nuovo ancora. Ormai ero praticamente apribile, e soprattutto aperta, con quell’arnese dentro che mi smuoveva gli intestini. La mia fica rilasciò di nuovo dei piccoli colini sottili, che cascarono sulla coperta; continuò baciandomi la schiena per poi tornare al mio culo e, penetrata quanto ritenesse giusto, inserì l’automotore ed il dildo si mosse goffo, più lento nel mio colon retto da solo…
“Vrrrrrr…urrrrrrrrr…vrrrrrrr !”
“AHNN! Ohhhhhhhh!”
Solveig poggiati i suoi seni caldi sulla mia schiena, prese in mano i miei seni stringendoli, e con le sue esperte dita riuscì pure a tirarmi più di un paio di volte i capezzoli, mentre mi leccava dietro il collo. Un bel godimento! Totale! Respiravo e rantolavo ad un tempo…e desideravo fortemente un uomo per un lingua-lingua salivoso, solo che…godevo con una donna che avrebbe potuto essere mia madre…
“Che bello ! Tutto nel culo ! Sìiiiiiiiiii ! Sfondami Solveig, sfondami !...ahn ! oh ! Ahnnnn ! Uhhhhh ! Sìiiiii, mi piaceeeeeeehhhh ! Uhmmmmm ! Ahi ! Ohhhhhhh! Ahnnnn ! Ahnnn !”
“Vrrrrrr, vrrrr, mmmm, vrrrrrr, mmmm, vrrrrrrr…”
“Ahn ! Ohhhhhh ! Ahnnnn ! Sì ! Che male ! Uhhhh, però ! Ohhhhhhh !”
Poi dopo un paio di minuti di godimento rettale mi accovacciai stanca sul cuscino, avevo ormai esaurito sia la carica emotiva, sia i miei orgasmi ed orgasmini. Solveig, sempre coperta sotto l’ombelico commentò:
“Oh ! Meno male che avevo l’assorbente ! Mi sono bagnata anch’io sai…ma devo ultimare le pulizie, se no ti mettevo davanti la mia, di fica !”
“Se vuoi te la maneggio un po’, ma ora non ho voglia di assaggiarla…sono stanca…oh !”
“Lo so, lo so…senza fretta.”
Solveig se ne era accorta; mi tolse il dildo, e provai il sollievo di esserne libera,…attese che il mio ano si richiudesse…
“Huuuh ! Ahnnnn !...ahn!”
“Tutto bene, è tornato a posto, amica mia !”
Dopo essersi strofinate le guance sulle natiche con affetto ed avermele baciate un po’ con delicatezza, concluse prendendomi le cosce e baciandomi la fica cercando anche d’introdurvi la sua lingua; poi prima che si eccitasse di nuovo mi disse:
“Tra poco il blocco si disinserisce, e potrebbe tornare anche la Terry; sai con una scusa qualunque…prendi questo, e vai in bagno a fare la doccia ! Lava pure il coso mentre fai la doccia, e poi rimettilo proprio dove l’hai trovato; di solito quando dormo dalla Terry lo lavo io…”
“E tu che fai ?”
“Quello che avrei dovuto fare quando sono entrata! Le pulizie! Non temere, terrò alla larga i curiosi. Il protocollo nave dice che non bisogna ostacolare il personale delle pulizie!”
Solveig si era ricomposta, e aveva tolto la coperta dal letto mettendola tra gli indumenti da sostituire; quando chiusi la porta del bagno stava aspirando la polvere con molta più abilità, e rapidità della mia su Titano Uno…mentre mi lavavo, venne a bussare alla porta qualcuno; uscii dal cilindro insaponata, e scostata lievemente la porticina, ascoltai; stavolta Solveig non insistette per vedermi nuda, e disse veloce e tesa:
“Presto ! Macchia la fusciacca con qualcosa, sta per arrivare un ufficiale, mi segnalano…! La doccia è perché ti sei macchiata con la bevanda che è anche caduta sulla coperta, va bene ?! “
“Sì. Ma macchiala te ! Io mi sto lavando…”
“Senti, dammi il dildo, ci penso io a nasconderlo…! Se è la Terry penserà che te l’ho voluto sottrarre alla vista…”
Feci come disse, e tornai nel cilindro per prenderlo. Solveig doveva avermi visto di nuovo il sesso da dietro insieme al mio culetto…mi propose, prima che tornassi a scomparire nel cilindro doccia…
“…un giorno di questi facciamo un 69 ! Sai cos’è ?”
“Sì.”
“E ti andrebbe ?! Con la mia bocca non hai avuto problemi!”
“Ora non lo so. Non ho mai assaggiato la fica di una donna…”
“Non temere, sono una donna pulita e la fica è molto piacevole al contatto labbiale…”
“Sì, ma…senti Solveig, io…non…insomma..”
“Bene amica mia, bene ! Senza fretta! Con la Terry pure non ho mai avuto fretta. Aspettai che fosse lei a cercarmi…”
La persona non entrò, ma restò sull’uscio; dai rumori non mi era sembrata la Terry…Solveig disse per allontanare l’intruso o l’intrusa rimise in funzione la multipulitrice rumorosetta… identificata la persona, Solveig alzò la voce a bella posta…
“Mi scusi capitano Cors ! Non posso prestarle attenzione, sto pulendo l’alloggio della Terry, sa, la sua ospite si è rovesciata addosso il pranzo…! Poi procederò col suo. Dormirà nel pulito, glielo prometto…Cosa dice? Non la sento…”
L’uomo, un ufficiale più anziano di lei si presentò a schiena dritta; sembrava un gigante che io vedevo per la metà sinistra; restando sull’uscio senza entrare, dovette farle segno di smorzare perché doveva dirle qualcosa d’importante…
Solveig rassegnata mise in pausa, e tornò relativo silenzio. L’uomo le disse con tono fermo senza giri di parole inutili:
“Domani alle undici tempo nave fermano la gravità rotazionale, me l’hanno confermato, poco fa…manutenzione al cuscinetto dicono visto che fa le bizze…”
“E…e… allora ?”
“Nella mia cabina le ho lasciato una scatola grossa con il coperchio arancione…siccome fluttuerà un po’ tutto per tre o quattro ore, vorrei pregarla di raccogliere tutto ciò che trova, e di metterlo dentro la scatola. La trova vicino il mio letto; è di quelle magnetiche sotto il fondo…resterà attaccata al pavimento…”
“Va bene, allora, la scatola rossa, tutto dentro, ok…!”
“Bene, la lascio al suo lavoro…buona sera!”
“Buona sera capitano Cors! Farò come dice, grazie di avermi avvisata! Ora vorrei riprendere il lavoro…”
“Come fa a lavorare con questa scarsa luce? Perché non l’accende? Siamo in serale ormai…proprio lei che si occupa degli spettri luminosi…”
“Oh ! Ha ragione, sa…ma ero distratta capitano Cors, ora l’accendo! Grazie.”
Forse l’aveva tenuta bassa per evitare che quell’uomo mi vedesse nuda; io stessa ho questo vizio di fregarmene della nudità in presenza di uomini…
“Mi dispiace averla interrotta, capo Lund. A più tardi !”
“Arrivederla capitano.”
Sentivo con chiarezza i loro dialoghi…di quel Cors che vedevo solo per metà non sapevo cosa dire, se mi piaceva o no; poi d’improvviso venni colta da una certa angoscia: e se ci avesse sentite ?! Ne parlai a Solveig uscendo nuda dal bagno; lei, per niente preoccupata, mi diede un accappatoio pulito prendendolo dallo stipetto (della Terry) dicendomi:
“…no, non credo che fosse nel suo alloggio, è sempre in giro; Cors è della sicurezza nucleare: sorveglia che il resto dell’equipaggio non si rechi in zona propulsione senza un motivo ed uno specifico invito; se vai lì anche senza una di queste due cose, motivo o invito, rischi gli arresti; non era interessato a noi… e poi anche se fosse ?! I colleghi ufficiali lo sanno che la Terry ed io nei momenti intimi, quelli liberi, guardiamo filmini hard sex; quando ha voglia è una porca la Terry, sai ?!”
“Ma la Terry è lesbica ?!”
“No; bisessuale non dichiarata, dice lei. In realtà va un po’ a periodi…ma solo qui a bordo. Sulla Terra torna etero e formale. Ultimamente quando scopava con Mario non mi voleva intorno…ma la vita è talmente noiosa nello spazio che si trasgredisce di nascosto il più possibile ! Aiuta a stemperare la tensione e la noia…arrivi al punto di chiederti perché hai chiesto un imbarco…crisi esistenziali a iosa.... Te invece su Titano avevi quella magnifica vista degli anelli di Saturno…come t’invidiavo ! Avrei voluto partecipare anch’io, ma serviva solo un pilota, un ingegnere, ed una tutrice badante…sulla Pegaso cinque non ci entrano…”
“Mario ?! Mario Van Brenner ?! Il mio…insomma erano amanti con la Terry ?...hai visto il mio Mario…”
“Bof ! Dimenticalo, te lo consiglio ! Il corsaro biondo non sopravvivrà, dicono, fino al battello che segue il nostro…sì è lui ! Io sono più lesbica che bisex ! Ma non mi sarebbe dispiaciuto fare qualcosa in tre con Paula…ogni tanto si diverte a raccontarmi della durezza del membro del suo maschio del momento…ma col comandante ancora non c’è andata a letto !”
“Hai saputo niente di Rasputin ?”
“Chi è ?”
“Il mio amico peloso, un cane !”
“Non sapevo che avessi con te un cane…sporca ?! Morde ?”
“Alla fine sono riuscita a trasbordarlo con me, ma non so dove lo tengono…”
“Ma ha l’abitudine di mozzicare per caso ?!”
Risposi seccata:
“No, non morde, gioca. Alla base però ringhiava ai miei droidi delle pulizie…comunque è piccolo.”
“Oh beh, se vuoi posso chiedere in giro…sant’universo ! Non avrò da raccoglierne le cacche, vero ?
Mi fece una carezza proprio materna al viso…
Vabbé, vuoi che mi metta a cercare ? I ponti inferiori però non li farò stasera !”
“No, lascia. Mi ci porterà mamma Terry!”
“Koona ! “
“Siamo amiche ?”
“Beh, sì…credo.”
“Non ti dispiace per quello che ho detto del cane, vero ?”
“No, stai tranquilla, no…”
“Non una parola con Paula del nostro incontro. Nemmeno con altri, intesi ?!”
Finii di asciugarmi, e re-indossai di nuovo la tuta di abitabilità-nave. Continuai a guardare Solveig che lavorava nella nostra stanza, poi uscì e si recò nella stanza attigua, quella del capitano Cors. Non la seguii e mi distesi sul letto fissando il soffitto. Ad un certo momento arrivò l’infermiera Hubbert, e mi chiese di andare con lei. Uscii dall’alloggio pronta a salutare Solveig con noncuranza e freddezza, ma non era necessario. Stava pulendo le altre stanze. Io e la Hubbert prendemmo un mini ascensore, che ci portò nel ponte inferiore. C’era un uomo maturo ad aspettarci. Sorrideva e mi tese la mano:
“Salve Koona, sei la nostra naufraga, suppongo…”
“Sì, e tu ? Mi sembra di conoscerti…come se avessimo già parlato…”
“Oh beh, certo. Sono Frank.”
“Frank ?”
“Frank Quartarelli; ti ho portata a bordo…”
Rimasi confusa per non aver riconosciuto subito la voce; lui mi tolse dall’imbarazzo…
“Vieni andiamo al piano di sotto, che ti facciamo vedere come abbiamo fatto con il tuo coso peloso ! Senti mi hanno detto di dirtelo subito…”
“Cosa ?”
“Il comandante Kränz, l’ufficiale in terza Terry, ed altre due persone della zona-comando sono risultate allergiche al pelo di Rasputin. Nella zona comando ed in quella riposo non, ripeto, non potrai tenerlo per nessun motivo ! Il dottor Vallefuentes ha ordinato di tosarlo regolarmente…e sua moglie l’infermiera Hubbert ha disegnato per lui un vestitino per il freddo, sai se dovesse soffrirlo…ora te lo farò riabbracciare…siamo intesi Koona ? Non potrà mai sostare nella zona riposo, né in quella comando, o delle persone staranno male.”
“Intesi ! Ma dove vivrà ?”
“Per ora gli hanno fornito una coperta insieme con il suo trasportino tenuto aperto; dorme lì mi hanno detto; entro la settimana prossima vedremo di costruirgli una cuccia…avrai un obbligo: fargli fare i bisognini sempre nello stesso punto; è un tuo compito esclusivo!”
Non appena entrammo nella zona ricreativa vidi il mio cane che aspettava che la pallina bianca da ping pong finisse fuori campo; il mio cane non aveva mai visto tanti esseri umani, e sembrava piuttosto a proprio agio con loro. Quando arrivai entro sei o sette metri da lui, vedendomi mi corse incontro abbaiando, e scodinzolando, ed ignorando quello che aveva atteso fino a quel momento: la pallina da riportare ai giocatori…che sorrisero per il ricongiungimento…
“Bau ! Bau !...bau ! Bau ! Arf ! Arf !”
“Vieni qua ! Piccolo mio ! Vieni qua !”
Il mio cane mi saltò sul petto. Lo presi in braccio dopo essermi inginocchiata, e scambiammo coccole per un paio di minuti. Adesso aveva un aspetto quasi alieno; il suo pelo non superava il mezzo centimetro; gli era stato risparmiato solo quello del volto, talmente lungo da coprirgli gli occhi…uno dei giocatori mi disse:
“Ehm…Signorina !”
“Di…dimmi !”
Si rivolse anche verso la Hubbert mentre mi accarezzavo il mio cane tutto feste…
“Deve portare il suo cagnolino al tombino, Selene. Oggi l’ha fatta qui sotto il tavolo, e abbiamo pulito noi…”
Poi rivolgendosi a me :
“… ma da oggi pulisci tu ! Se invece riesci a fargliela fare dove ti portiamo adesso, a farla sparire ci penserà il droide raccogli cartacce, va bene ?!”
“Vi ha dato noie ? È un cane buono signore…”
“Lo sappiamo che è buono ! E magari una volta cucinato sarà ancora più buono…yuhmmm !”
“…”
Diventai all’istante ostile; quell’uomo nella mia gerarchia di antipatie veniva subito dopo la Terry…la Hubbert, materna, lo fulminò con lo sguardo…
“Scherzavo ! Comunque quando la fa, fa anche tanta puzza ! Doveva essere proprio folle Van Brenner per sopportarlo nella Pegaso …”
Selene lo interruppe…
“Mark !”
“Ah dimenticavo: sono Mark Ulianov, ci siamo già sentiti…ricordi ?”
“Ah Mark ..quello che nella Pegaso non mi aveva risposto quando volevo dargli il cane col trasportino...”
“Proprio io signorina Karydu ! Ho eseguito gli ordini del Tenente Esse punto Azzi Terry. È lei che devi ringraziare !”
“Non si chiama Paula ?”
“Voleva dire scassacazzi Terry, Koona. Ma tu non hai sentito niente !”
“Esse punto azzi, boh, meglio Paula, no ?!”
“Ma certo che è meglio Paula ! Dai, su, andiamo al tombino, che ti spieghiamo la situazione.”
Mi accompagnarono presso un angolo più lontano dalla zona gioco, dove una struttura metallica a strisce non tanto fitte, e parallele sul pavimento tendeva ad aspirare aria ad intervalli regolari. Il tutto era anche molto rumoroso. Ogni tanto insieme alle aspirazioni di sentivano scoppi rumorosi. Purtroppo in quel momento capii quanto disturbo aveva dato il cane, che conoscendo il posto come a lui ostile, era rimasto dietro in compagnia di Selene alla quale stava annusando piedi, caviglia, e gamba com’era sua abitudine… in quel posto c’era una evidente traccia di lavori di fortuna, terminati alla meglio; Mark si mise a dire:
“Abbiamo deviato la presa dell’aria condizionata di lato. Ora qui c’è un buco morto. Questo è il WC del tuo cane ! Se il cane pipì e popò le fa qui potremmo polverizzarle con getti di vapore...”
“Getti ?”
“Stai a vedere ! Tirando questa mini-leva a muro guarda cosa succede…”
Mark abbassò una levetta, senza dirmi di stare indietro, ed un rumoroso getto di vapore ad alta temperatura ridusse le cacche a polvere, sollevando una nuvola calda e puzzolente; irritava un po’ respirandola passivamente… Poi continuò Mark serio come se fosse quell’antipatica della Terry:
“L’odore pungente è ammoniaca, mi dispiace, disinfetta ! Imparerai ad evitarla con una semplice maschera. Te ne forniremo una. Allora, guarda: tu dopo la pulizia a vapore, apri la grata semplicemente togliendola, ed il droide aspira la polverina rimasta. Dovrai abituarti a farlo ad intervalli regolari. È un compito tuo, dato che tuo è anche il cane…abbiamo notato che purtroppo il rumore lo inibisce, ci abbiamo provato, ma non è stato possibile eliminarlo; in teoria non avevamo alcun diritto di fare questa modifica all’impianto. La compagnia in caso di guasto permanente potrebbe rivalersi sul comandante Kränz che l’ha autorizzata sulla sua responsabilità !”
“Capisco Mark. È una corvée. Il computer su Titano Uno, ogni tanto me le assegnava quando dicevo le parole sporche…mi faceva pulire la sala riunioni e spegneva i droidi di proposito…”
“Bene ! Vedo che hai compreso la situazione. Noi contiamo su di te Koona ! Devi insegnare al cane a farla lì, nonostante il rumore. Per i primi tempi vedremo di avere pazienza, ma cerca di fare la tua parte ragazza mia…”
“…”
“Selene !?!”
“Sì ?...”
“Accompagna Koona a mensa. Deve ritirare il polpettone per il cane; lui mangia tra mezz’ora…”
Provvidi a far mangiare Rasputin che poi si diresse da solo, contento della mia presenza al suo trasportino mini cuccia per un sonnellino. Rimasi per un po’ con lui. I maschi continuavano a socializzare, giocare, e leggere. Per la verità c’erano anche donne. Non tutti facevano caso a me, anche se avevo la sensazione che uno o due dell’equipaggio mi tenessero sotto controllo. Ovviamente che non dovevo restare sola nei ponti della nave poteva essere stato un ordine del comandante, che ancora non avevo visto in faccia. Mi avvicinai a Quartarelli a cui chiesi dove fosse il comandante. Mi disse che non lo sapeva, e che l’uscita per venirmi a salvare gli era stata ordinata dalla Terry. Kränz – mi disse – non era al comando. Chiesi preoccupata:
“Ma l’ho fatto arrabbiare io ?”
“No, non tu. Van Brenner ! Purtroppo è venuta contestualmente fuori una fornitura non autorizzata di super alcoolico: del whiskey, o del rhum, non saprei. Credo che sia nei suoi alloggi, e non è permesso disturbarlo.”
“Sì, ma non è arrabbiato con me, vero ?”
“E perché dovrebbe ? Sai gli è preso un attacco d’ira quando ha saputo di Van Brenner. Si è sentito come tradito, deluso, o…non so come definirlo. Per cui Benningoul, il vice comandante, e la Terry, due ufficiali lo hanno sollevato dal comando ! Ora farà due settimane di survey psicologica, ed entro la fine del mese riprenderà il comando della nave. Qui il tempo passa lentamente Koona, e la follia è sempre lì, lì, dietro l’angolo…persino nel tuo letto…”
“Ma in viaggio non succede mai niente ?”
“Più o meno è quasi niente per il 99 per cento del tempo; solo quiete. Comunque stare in cabina comando non è esattamente piacevole: è l’unico posto meno protetto dalle meteore. Si sta meglio in sala rotta, dato che non si naviga certo a vista con una nave di questo genere.”
“Quanto è lunga ?”
“Non lo so esattamente; sui quattrocento metri tutta: dalla prua allo scarico…”
“Ma se chiedo al comandante di portarmi in cabina di comando, mi ci porta ?”
“Non so. Potrebbe pure disporre di non farti entrare; io una volta l’ho vista; non è niente di speciale. Poco mobilio ed un paio di sedie. Non è come negli olo-muvj, piena di luce e strumenti vari e colorati. In realtà si tratta di uno dei posti più noiosi e brutti della nave secondo me. Il comandante si trattiene più spesso in sala rotta; con la scusa di sorvegliare ufficiali ed addetti vari fa conversazione, ma certo non racconta barzellette; se lui è in sala rotta, il suo secondo Benningoul, o la Terry, secondo il loro turno devono montare la guardia in sala comando.”
“Beh domani galleggeremo un po’ tutti per la manutenzione programmata al cuscinetto magnetico, quello che ci sta facendo ruotare…e ci tiene attaccati al pavimento. Domattina alle nove, massimo le nove e un quarto fatti accompagnare qui: se non sarai tu lo faremo noi… ”
“Cosa ?”
“Devi chiudere il cane, insomma lo devi legare al trasportino con cui è venuto a bordo. Saremo a gravità zero per tutta la durata della riparazione. Per l’equipaggio sarà una pausa divertente, galleggeremo tutti in aria per un po’ !”
“Durerà molto ?”
“Forse un due-tre ore, più il riavvio…”
“Giocherete a qualcosa ?”
“Oh sì ! Si fa a chi è più bravo a non intralciare la riparazione…la nave lavora lo stesso, mica è uno sciopero. Non ci fermeremo nello spazio, continueremo a viaggiare…”
“E tu che farai ? Insomma, devo venire a trovarti domani…?...”
“Domattina presto se ti serve aiuto con il cane ti aiuto, però io sono con il turno EVA, sai cos’è un EVA ?”
“Sì, attività extra veicolare: è una delle parole più antiche dell’astronautica; me le hanno insegnate queste cose…bene e che farai ?”
“Beh sarei tenuto al segreto.”
“Perché non me lo dici ?”
“Perché è un’informazione che non ti serve per sopravvivere qui dentro. Oh senti, il cane si è svegliato; al tempo nave si è già adattato; devi accompagnarlo dove sai. Non può decidere lui dove pisciare, chiaro?”
Accompagnai Rasputin al luogo del bisognino; mi ci volle mezz’ora a convincerlo che doveva farla lì; rimasi alcuni minuti sul luogo con la grata modificata, curando poi di pulire come mi era stato insegnato ore prima. Quartarelli mi sorvegliava da lontano; scomparve quando, all’improvviso vidi la Terry che mi stava fissando già da alcuni minuti mentre parlavo da sola osservando il buio cosmico e le lontanissime stelle…La Terry mi disse:
“Se hai finito di parlare con il tuo amico immaginario, potremmo andare a cena alla mensa ufficiali, ti andrebbe ? Non mi va che per i primi tempi ceni con i comuni.”
“Chi c’è ?”
“io, te, la Hubbert, il dottor Vallefuentes suo marito, ed il capitano Cors.”
“Ah.”
“Sarà meglio che te lo dica; Cors è della sicurezza nucleare: potrebbe non rispondere a molte domande, sia tue che nostre; i segreti della propulsione nucleare non sono divulgabili in conversazioni comuni…Quartarelli mi ha detto che sei curiosa; forse è anche normale alla tua età, ma mi raccomando non offenderti se non dovesse risponderti.”
“Quell’antipatico del commissario Conte ci sarà ?”
“Se vuole può partecipare; anche lui è un ufficiale. La mensa è quella degli ufficiali. Ogni ufficiale ne ha diritto. Lui comunque cenerà con i comuni per certi suoi affari che sta sbrigando. Il tuo interrogatorio era un atto dovuto. E lui ha fatto solo il suo mestiere; non rappresentava l’accusa in alcun processo che a bordo non può svolgersi. Qui a bordo comandante e notaio possono unire in matrimonio o, se non possono proprio aspettare anche far divorziare, notificando poi alla Terra o alla stazione spaziale di residenza…e basta. Corti marziali e processi contro pirati e cattivi vari sono solo per gli olo-drammi…ah senti una cosa non dimenticarla: alla mensa ufficiali, tra ufficiali si sta composti, e se dovesse fare caldo, non ci si apre la zip della fusciacca aderente, intesi ?!”
Parlando avevamo coperto camminando tre corridoi, e dopo aver salito 8 scalini giungemmo, io e la Terry, sul ponte superiore. Paula estrasse una card e la passò nel reader a parete; la porta scorrevole si aprì; entrammo. Io dopo di lei. L’ufficiale in terza salutò i presenti già seduti. Solo il capitano Cors si alzò in piedi. Non era tenuto a farlo poiché di grado superiore rispetto a Paula, ma doveva essere uno di quei militari che si tengono le abitudini apprese in accademia: un uomo dritto sulla schiena, alto, con un paio di baffi grigi e dei capelli ben pettinati, col riporto a sinistra dello stesso colore. Paula mi introdusse alla conoscenza di quell’uomo rigido con una presa di mano robusta. L’esatto contrario di Greg, o meglio l’ingegnere Gregory Yakin ormai defunto su Titano. L’uomo restando in piedi disse rivolto alla sottoscritta:
“Sono il capitano Aloysius Cors; lei se vuole può chiamarmi Al, o capitano Cors. Quel latinismo del sius finale sul mio nome non mi è mai piaciuto. Quindi glielo notifico: Aloysius non lo gra-di-sco ! Ho chiesto di cenare alla ristretta mensa ufficiali per poterla conoscere di persona signorina…vorrebbe dirmi il suo nome per esteso ?”
Dopo avergli stretto la mano mi trasformai in un soldatino-candela scandendo bene le parole:
“Koona ! Koona Karydu, naufraga, di Titano Uno, stazione spaziale mineraria, Titano! …Saturno.”
Quell’uomo per un istante mi squadrò, poi riapparve umano…
“Sant’Universo, che formalismo !”
“L’ho sentito molte volte negli olo-muvj di Cosmoz quando si qualificano gli ufficiali, insomma i buoni dell’avventura…”
Cors continuava a squadrarmi. Il vestitino di bordo evidenziava le mie forme, ma non le rendeva visibili. S’intromise Selene precisando:
“Per forza Al ! L’hai provocata tu stesso quando sei scattato sull’attenti al loro arrivo…”
“Mi sono solo alzato in piedi, infermiera.”
Poi Cors rivolto a me disse:
“Capisco. Per un attimo mi era sembrato che lei avesse fatto studi militari…sa ero un buon amico dell’ingegner Gregory Yakin, con il quale pare – se non sono indiscreto – lei avesse sviluppato un solido rapporto di simpatia, per lo meno per quello che abbiamo capito qui grazie ai rapporti riservati di Yakin…”
Di nuovo Greg…forse era la sua anima che chiedeva giustizia per l’operato del mio amante maledetto. In quel momento ebbi un’espressione di disagio sul volto; con la coda del mio occhio vidi che il dottor Vallefuentes se n’era accorto, e disse:
“A questo punto direi che possiamo anche accomodarci…”
“Oh certo Val !”
Ci sedemmo tutti. Io venni fatta accomodare tra la Terry e l’infermiera Hubbert, moglie del dottor Vallefuentes, che le sedeva di fronte.
Provai a cambiare discorso chiedendo ingenuamente:
“Che vuol dire ristretta mensa ufficiali ?”
“Che di solito non ammette più di sei persone la volta. Il commissario di bordo mi ha ceduto il suo posto signorina Karydu. Spero la mia presenza non la disturbi.”
S’intromise la Terry, la mia tutor:
“Capitano Cors, la signorina ha già risposto a parecchie domande su Yakin e Sorella Johanna…non tormentiamola oltre.”
“Chiedo scusa, non volevo proseguire con le indagini.”
Un rumore interruppe le nostre parole:
“Bzzzzzzzzzz, Bzzzzzzzzz, Biiippp !”
La Terry disse:
“Il cibo è arrivato; inizio la distribuzione; fate posto sul tavolo.”
Da un portello luminoso Paula estrasse dei contenitori di polistirolo a base rettangolare, il cui lato maggiore era grande circa poco meno di una trentina di cm per sei d’altezza. Erano tiepidi, uno per ciascuno di noi. Poi arrivarono le posate di plastica in cellophane. Erano tutti uguali: dovevo supporre che il cibo fosse uguale per tutti. Ovviamente domandai:
“Che si mangia oggi ?”
“Il dottor Lopez Vallefuentes disse:
“Quello che passa il convento ! O meglio la nave; la dieta è strutturata secondo il periodo dell’anno; l’obesità è proibita; mantenimento del peso forma, anche perché non siamo in grado di modificare le tute per le EVA, ad esempio…oh, oh…siamo fortunati cara !”
Selene disse:
“Perché ?”
“Koona ha portato bene. Oggi spigola al cartoccio sotto sale, yuhhmmm, che ne dice tenente Terry ? Se l’aspettava ?...Koona sei fortunata: oggi pesce. Ti farà bene. Contiene fosforo e fa bene al cervello, ed alla memoria in generale.”
Il capitano Cors intervenne:
“Spero che il commissario non mi odierà: mi ha ceduto il suo posto il giorno della spigola al sale…”
“Non ama il pesce capitano. Lo conosco, preferisce i wurstel sintetici.”
Disse la Terry…
“Beh sono gli unici che non incidono sull’alito…!”
“Ma no. Basta non ingozzarsi, e non esagerare con l’alcool…”
Precisò la Hubbert…
Aprii anch’io il mio contenitore, ma pesce su Titano Uno non me ne veniva mai servito, anche se sapevo che sulla Terra o sulle stazioni orbitali veniva servito agli ospiti di riguardo; ero onorata, ed al tempo stesso disorientata: l’odore non mi dispiaceva, ma sinceramente non sapevo se la pelle squamosa andasse mangiata…Selene, materna ed amica più della Terry impegnata a gustarsi il proprio, mi venne incontro mentre Paula a me non faceva troppo caso…
“Aspetta, per oggi te lo pulisco io…tu guarda e impara…soprattutto guarda ! Così…”
Il piatto mi venne servito dall’infermiera Selene. Adesso sapevo cosa dovevo mangiare. Era piuttosto buono e delicato; si trattava solo di non ingoiare anche le spine; entusiasta chiesi:
“Proprio buono ! Che animale è. Yuhmm, gnam ? Acquatico, uhmm, no ?!”
Pronta la Terry:
“In generale non si parla con la bocca piena; mastica a bocca chiusa e poi parla…”
Si aggiunse il medico:
“La digestione inizia in bocca Koona, niente fretta; velocizzare senza sentire il sapore e l’assunzione di questa prelibatezza, sarebbe un vero peccato ! Un peccato mortale ! Da dannazione eterna…gustalo con calma Koona ! Non viene servito tutti i giorni; una volta al mese, forse; deve bastare per tutti in teoria, almeno uno a testa; poi i rimanenti, se rimangono, però li facciamo fuori nell’ultimo mese di viaggio per evitare che le autorità li vedano quando attracchiamo per consegnare il carico…”
Gustai il mio pasto, poi il capitano Cors disse:
“Sbaglio o proviene dagli allevamenti dilettanteschi qui a bordo ? Mica era surgelato questo ! Buono, buono…uhhhmmm sì !”
La Terry precisò interloquendo:
“Allevamenti clandestini ! Perché non chiama le cose col loro nome capitano ?!”
Il capitano Cors era piuttosto loquace; sembrava volesse diventare mio amico, come lo era diventato Greg; io non mi fidavo, dato che ancora ero preoccupata se mi avesse sentita con Solveig Lund…
“Sì, Koona. Diciamo allevamenti impropri, o meglio non-autorizzati. Il pesce imbarcato è surgelato, e non sa di niente; e come tutte le cose di qualità economica viene servito un giorno sì e due no; quello fresco, impossibile da avere senza allevarlo in vasche nelle navi della flotta ufficialmente sarebbe vietato, ma si è scoperto che lo fanno tutte le altre navi. Abbiamo un acquario grossetto qui a bordo, lungo sette-otto metri, largo due, per meno di due di altezza, per allevare in spregio al regolamento cento, centocinquanta spigole ogni 6 mesi…vivono in acqua dolce della vasca acquario sigillata nella zona zero-g, ma tanto in acqua non se ne accorgono; e quando decidiamo di servircene ne preleviamo una dozzina al mese per servirle, o agli ufficiali o anche ai comuni, che si sono particolarmente impegnati…il resto dell’anno si mangia surgelato. Spero che tu abbia apprezzato il pensiero Koona…”
“Oh sì, sì buonissimo, davvero…”
Cors poi riprese:
“Signori ho qui con me un PET di vino bianco, con questo pesce sarà buonissimo…se posso offrirvelo…l’ho tenuto in fresco tutto ieri…senza congelarlo.”
“Bravo, bravo. E Koona ? Non sapevi che avevamo una ospite minorenne ?”
Imbarazzato Cors disse:
“Oh ! Vero, colpa mia ! Se siete d’accordo chiedo una bibita analcoolica per la nostra ospite…lei acconsente tenente Terry ?”
Cors stava armeggiando su alcuni pulsanti a bordo tavolo che io avevo ignorato…
Il dottor Vallefuentes intervenne:
“Ci ho già pensato io Al, lascia perdere i tasti…”
Il dottore Prese una bottiglia di PET da un contenitore ai suoi piedi, e lo mise sul tavolo. Era per me…
“Dell’ottimo succo d’arancia, bello fresco. Lo gradisci Koona ? Lei ne vuole tenente ? Magari se vuole assaggiarlo prima…”
“Certo. Grazie.”
Cors aspettava la conferma che poteva servire il vino ed a quel punto, divise le bevande, la Terry gli fece cenno che poteva mescere il vino bianco agli altri presenti. Non più di un bicchiere a persona.
Intanto che il vino veniva bevuto dai presenti il capitano Cors mi chiese:
“Potrei chiederle una cosa ?”
“Cosa ?”
“Si è trovata bene a bordo della Pegaso?”
“Sì in due più il cane siamo sopravvissuti…”
“Ovvio, era per quattro per brevi periodi. Dica ha sentito freddo ?”
“No. Per niente, stavo in mutande…”
“Stento a crederlo signorina ! Non è per la seduzione di Mario ! Pensavo alla sua salute. Se non sono stato informato male dovrebbero averle ordinato di indossare la tuta…sa per i raggi cosmici…e per quei gruppuscoli di neutroni che scappano qua e là dalla stella del motore…”
Provai con la tattica della faccia tosta:
“Sì, il comandante me lo aveva ordinato, ma lì dentro il comandante non c’era! E ho fatto un po’ come mi pareva…”
“Oh certo immagino. Mi chiedevo però se Mario le ha detto come veniva riscaldata la Pegaso…”
“Il lander con le batterie al plutonio; mi venne detto da Greg ! Prima dell’imbarco, sui rischi e per il consenso sanato; però ha firmato Sorella Johanna per me…”
“Ah ! Greg ?! No…informato voleva dire, non sanato, informato. ”
“…e ?”
“Consenso informato; si dice di sì, o di no, quando si sa veramente tutto. Mario non le ha detto nulla ?”
“Di che ?”
“Di come funzionava la Pegaso, no ?!”
“Mi ha detto che dove c’è reazione nucleare di neutroni in giro ce ne sono sempre, che si tratti di fissione o fusione…”
“Fissione, fusione, e…non le ha detto altro ?”
“Mi ha descritto il motore a microfusione con le sferette di deuterio e lipio…e il laser a stella che le riscalda.”
“Litio, intendeva dire litio…insomma le ha dato un’infarinatura di fusione nucleare per muoversi nello spazio…oh bene ! E non le è venuto in mente di proteggersi con la tuta dalle radiazioni parassite…guardi che ha rischiato ! E non poco…”
“Capitano Cors, stia tranquillo. La nostra commensale gode ottima salute. L’ho visitata accuratamente.”
“Dottor Vallefuentes, non intendevo dire che fosse radioattiva, ma non s’è protetta, tant’è ! Ma Van Brenner non le ha parlato del rischio delle radiazioni ?!”
“Io non…boh ! Forse ne abbiamo parlato, ma ora non mi ricordo…”
La Terry s’intromise per salvarmi da Cors:
“Koona ! Il capitano Cors vorrebbe sapere se Mario ti ha confidato quali segreti nucleari della Micenea conoscesse; sono solo quei segreti che potrebbe barattare per chiedere asilo sulla Rossjasia vessel, sempre che la raggiunga…allora ti ha detto qualcosa ?”
“No. Della Micenea no.”
Io, assetata e tesa, bevvi quasi tutto il mio succo d’arancia. Cors col viso sempre cordiale cambiò argomento:
“Le piace il succo dell’arancia, vedo. Qui a bordo ne coltiviamo una razza nana, in idroponica autorizzata. Le piacerebbe vederle, le nostre arance ? Perché non ce la porta a vederle tenente Terry ?!”
“Oh, mah, io non…non so, ho i miei turni di servizio, ma nei momenti liberi perché no ?!”
Selene aggiunse:
“Capitano Cors, ha scambiato la nostra naufraga per una spia ! Potessi, farei rapporto alla flotta!”
“Ho una responsabilità sul nucleare di bordo, come ce l’aveva il mio amico Yakin che ha spento computer e reattore su Titano Uno, signora Hubbert!”
“Ma cosa si aspetta da una adolescente che ha quasi sempre vissuto sola?”
“Tutto quello che non ha fatto in tempo a dirmi Yakin! Va bene, mi sa che dovremo riparlarne.”
Cors prese a finire il suo pesce parlando lentamente. Osservandolo notai per la prima volta un gonfiore sul fianco alto del torace a sinistra poco sotto l’ascella. Era grande suppergiù quanto un seno piccolo schiacciato. Avrei voluto chiedere cosa fosse, ma l’istinto mi suggeriva di soprassedere. Il silenzio venne tolto dall’avviso acustico che era arrivato il secondo: dopo il pesce seguì una specie di formaggio giallo bianco ed una pesca già sbucciata. Finii tutto. Poi arrivarono dal dispenser sei tazzine di caffè decaffeinato dato che era sera, tempo artificiale della nave, ben inteso. Cors se lo guardavo mi sorrideva sicuro di sé e tenendo le braccia sul tavolo copriva il gonfiore; la Terry si assicurava che non m’innamorassi di alcun maschio lì dentro. Ovviamente ignorava che ero andata abbastanza vicina ad innamorarmi di una donna: Solveig Lund; finiti quei caffè Cors prese congedo da tutti salutando collettivamente, e lasciò la sala. La Terry non badava a me che fissavo le pareti di policarbonato traslucido a pannelli rettangolari azzurro-bianchi, ed ogni tanto guardavo verso la Hubbert. L’atmosfera s’era rilassata parecchio; sul momento ignorai perché, ma poi lo capii: ho assorbito tramite gli olo muvj un po’ dei vostri modi di dire: parlare a nuora affinché suocera intenda…Il dottor Vallefuentes, e la Terry conversavano con finta disinvoltura:
“Come lo ha trovato dottore?”
“Il pesce? Ottimo !”
“No, mi riferivo ad Al…”
“Sta reagendo bene alla chemio. Avrebbe dovuto farla domani, ma si è messa di mezzo la manutenzione del cuscinetto…”
“Se la caverà ?”
“Difficile dirlo, lo sapremo solo all’arrivo. Purtroppo quei gonfiori di cellule malate sono tornati. Anche operandoli si riformerebbero. Il miracolo può farlo solo la chemio. ”
“Non si proteggeva poi tanto allora!”
“Ovvio, se avesse trascorso il tempo con la tuta di protezione ne avrebbe prese di meno; le alfa del vento solare sono poca roba; quelle del fondo cosmico sono molto più energetiche ! Ha fatto troppi viaggi secondo me…credo siano state più le EVA e i raggi cosmici, che la zona reattore…”
“Dici …?”
“Dico ! Sulla Terra ci pensa l’atmosfera a rallentarle, e quando arrivano sono già parecchio scaricate…qui c’è il vuoto e la ionizzazione è più efficace Paula. Pensa strappano un elettrone libero costringendo a riorganizzarsi tutti gli altri elettroni del composto biologico; la scia di danni che fanno è letteralmente ampia…”
“Per esempio ?”
“Insomma, strappano un elettrone libero, il composto diviene un radicale libero che inevitabilmente reagisce con altre molecole presenti nell’organismo e le trasforma in nuove sostanze che però non fanno più il compito che avevano in origine…quando il radicale libero incontra una molecola di DNA può recare danno alle sue basi, oppure alla catena di fosfati e zuccheri…”
A quel punto chiesi:
“..eh ! …e Cors si è esposto così tanto ?!”
La Terry fu pronta a rispondere a posto del dottore…
“Tu molto di più di lui in tre giorni restando nuda a bordo della Pegaso, che lui in dieci anni di viaggi !”
“Perché ?”
S’intromise il medico:
“Perché ?! Non indovini Koona ? Perché Cors in sala reattori porta la tuta integrale al piombo…non è una buona protezione, ma è sufficiente che non superi un’ora a tuta chiusa; dieci minuti a tuta aperta…ma aprirla all’interno è proibito che io sappia…”
Poi la Terry sentenziò:
“Non innamorarti di Cors ! Alla tua età è normale innamorarsi dei più anziani, dato che ti è venuto a mancare prima tuo padre, e poi tutta la tua famiglia…ma lascia stare Cors ! Per te è troppo anziano, anche fra qualche tempo, quando sarai maggiorenne, lui sarà ancora più anziano e secondo me potrebbe…”
La Terry non volle finire la frase, ma la completò il dottor Vallefuentes:
“…non arrivare a vedere la Terra…”
“Per la conoscenza che ne ho la Terra non gli manca ! Ha sempre adorato le traversate, in particolare quelle della classe sei a erre…”
Interruppi io…
“Classe sei a erre che significa ?”
…la Terry precisò:
“Significa 6 anni andata e ritorno. Non interrompere il dottore Koona !”
Selene Hubbert aggiunse per sdrammatizzare:
“Sono ben pagate che io sappia…”
“Certo Selene ! Ma Cors poteva chiedere un incarico a terra, e fare il consulente ben remunerato per le ditte che progettano quei motori nucleari, con l’esperienza che ha…e invece ha baccagliato con le conoscenze per un imbarco; chissà forse voleva vedere Saturno da vicino…ma è stato imprudente…”
“Che significa baccagliato ?”
La Terry mi guardò severa perché avevo interrotto il dottore un’altra volta; il dottore continuò come se non gliene importasse delle interruzioni…
“Smosso, cioè ha attivato tutte le amicizie, e le conoscenze che aveva per partire…chissà come ha fatto all’età che ha…e se il suo organismo già provato da troppi viaggi a propulsione nucleare non reagisce bene alla chemio…morirà..”
“Lasci perdere dottore ! Ho capito…quindi sono in pericolo anch’io ?!”
“Se ti rassicurassi dicendoti di no, sarei un pessimo medico ! Comunque tra un mese rifaremo una visita, e vedremo se c’è qualcosa che ti viaggia dentro…”
Azzardai:
“…un bambino ?!”
“Nella migliore delle ipotesi…magari un bambino sano; oppure con il genoma alterato dalla disinvoltura nudista della madre…”
Poi il dottore cambiò discorso…
“Senti è vero che hai costruito una serra con terriccio ed erba un po’ lontano dalla base ?”
“Sì. Mi sono fatta aiutare dai fabricator…”
“Avrei preferito non fosse vero !”
“Perché ? Ho preso una malattia dall’erba ?”
“No, hai fatto ammalare un altro.
“Chi ? Ormai ero rimasta solo io, e il computer che però non si ammala…”
“Titano !”
“Titano ?”
“Hai trasferito erba terrestre, e terriccio terrestre, o similare, sulla superficie di un pianetino alieno; dato che alcuni dei batteri presenti nel tuo corpo avranno sicuramente interagito con quelli del terriccio e dell’erba, dove – ci ha trasmesso Yakin – ti sei distesa… nuda…è vero questo ?”
“Sì, e allora ?!”
Intervenne la Terry…
“Sei proprio una insofferente Koona ! Ma eri sola purtroppo…nessuno a dirti le cose sbagliate…”
“Che c’era di sbagliato ?”
“C’era che se i batteri erano del tipo azoto-fissatori come quelli che ospitiamo nell’intestino interagiranno con l’atmosfera di Titano, attecchiranno sulla sua superficie, e troveranno in quella strana quiete meteo dentro la tua serra, il loro habitat, o ?! E tra venti o trent’anni quando altre compagnie torneranno su Titano, si saranno sviluppati e riprodotti…dentro la serra la temperatura è buona, no ?! Ma ha detto Yakin che non era sigillata…si chiudeva a pressione d’aria…senza manutenzione basterà una pioggia, o una tempesta di vento, per far sfuggire un po’ di terriccio e di erba; senza contare quello che finora hai diffuso tu pestando il terriccio all’interno con le scarpe della tuta prima di spogliarti…e poi camminando all’esterno fino al bus.”
“Ed è un male la vita dei batteri che si rinnova ?”
“Sì ! Perché hai sparigliato le carte…”


- continua -
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