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Salve Terra, qui Koona - 21a parte


di sexitraumer
28.01.2021    |    1.753    |    0 7.8
"A contatto con la pelle del mio sesso giovane e carnoso la lingua dell’uomo divenne piuttosto attiva, agile nei movimenti, e leggera quando leccava vicino il..."
Nave Micenea 7, flotta commerciale, orbita di Saturno, giorno di navigazione numero 1533, martedì, ore 18 SCT (tempo nave convenzionale)

Il tenente Paula Terry aveva appena raggiunto la cabina privata del comandante Kranz con la minuta del rapporto, stampato su carta riciclata, degli eventi rilevanti della giornata. Il sensore posto all’esterno della porta scorrevole aveva già registrato la presenza della donna per più di tre secondi, col torso parallelo alla porta: l’equivalente di una bussata; una lucetta verde annunciò che la porta si sarebbe aperta. Infatti si aprì. La Terry entrò, e vide il comandante che stava guardando degli ologrammi privati della sua famiglia, raffiguranti i suoi due figli, maschio e femmina, adolescenti, intenti a godersi delle vacanze presso una spiaggia naturista; niente d’imbarazzante, anche se la Terry essendovi raffigurati dei corpi nudi di familiari non suoi cercava di non guardare. Il comandante la tolse dall’imbarazzo, parlandole, senza far caso alla nudità piuttosto evidente dei due ragazzi al mare, proiettati a mezz’aria dall’olo-proiettore portatile del comandante.
“…allora tenente Terry, vuole continuare a far finta di non vedere ancora a lungo?”
“Ho portato il rapporto della giornata; se volesse approvarlo, sta per iniziare il notturno.”
“Dia, qui!”
La Terry gli diede il rapporto, al quale il comandante diede uno sguardo distratto, per poi affidarlo al cassetto di riciclo; se il boss non diceva nulla poteva intendersi approvato.
“Venga, si avvicini.”
“Ecco, prego!”
Il suo primo ufficiale gli avvicinò la polsiera con uno schermo multi touch fisico, che il comandante sfiorò con due dita descrivendo un segno che costituiva la sua firma. Il rapporto completo, compilato da Paula Terry, ufficiale in terza, era stato appena inviato all’armatore, il quale entro 55 ore l’avrebbe ricevuto. Naturalmente non c’era proprio tutto…
“La vedo seria o preoccupata. C’è altro, vero?! E non l’ha messo nel rapporto. Lo vedo dalla sua faccia tenente Terry!”
“Sì, si tratta della geologa, Betty Lorraine. Non è molto in sé ultimamente; ho avuto delle confidenze da Koona. Sembra che l’ingegner Pohel le voglia portare via il fidanzato; ormai Betty nasconde delle cam portatili per sorvegliare i tradimenti di lui; sembra attratto dalla Pohel…insomma senza annoiarla, da quello che mi dice Koona, lei teme che voglia ucciderla.”
“Bisognerebbe separarli; per come la conosco… la Pohel è una scopona di suo; comunque visto che è un ingegnere la metta alle dipendenze del capitano Cors, che nella zona motori certo non se la spassa. Lui come sta?”
“Fa finta di avere fiducia nella chemio, ma lo sa che non rivedrà la Terra.”
“Disponga il trasferimento della Pohel, con effetto immediato. Se Cors riesce a scoparla gli allieterà gli ultimi mesi! ...ehi?”
“…comandante, il secondo ha accettato di prolungare un’ora il proprio turno, un’ora per me ci sarebbe?”
“…?”
La Terry aveva appena iniziato a sfilarsi la fusciacca mostrando il proprio seno sodo, bello su, nella zona a gravità artificiale. Il debole del capitano Kranz erano le tette, e senza nemmeno risponderle si buttò contro i suoi seni, spiaccicandosi il viso ruvido con la barba di mezza giornata, contro la pelle calda femminile del terzo ufficiale, pelle calda che entro un paio di secondi gli avrebbe offerto anche i capezzoli. Intanto labbra e lingua del comandante assaporavano il relativamente piccolo seno della Terry in modo morboso, o meglio in modalità fame arretrata di tette piccole e sode, di capezzoli carnosi e turgidi che il comandante Kranz succhiava, come fosse stato un bambino di undici-dodici anni, che si permetteva qualcosa in più del normale affetto col seno di sua madre, o sua …bah! Anche Paula Terry era stata sempre sensibile nel seno; aveva sempre avuto il vizio di toccarselo, e stringerselo se un maschio glielo guardava, e un giorno scoprì che le si era bagnata la vulva; andò in bagno a toccarsi imbarazzando gli ospiti al compleanno di suo padre quando un ragazzo di vent’anni con la fidanzata accanto, glielo guardò perché era semplicemente in asse ottico col suo sguardo. Kranz succhiava e succhiava infantilmente prima un capezzolo e poi l’altro lasciandoci parecchia saliva, la qual cosa la Terry apprezzava se quella stessa saliva le bagnava poi la fica…intanto eccitata dalle prese e dai succhi del suo superiore, gli aveva già estratto il cazzo, ormai quasi duro e dritto; forse mancavano si e no due o tre manate femminili poi quel cazzo sarebbe diventato un palo di carne da cavalcare con un mini temporale di liquami femminili di cui la sua fica era già impregnata internamente…la Terry doveva chiedergli a quel punto:
“…comandante la prego! AHNNNN…ohnnnn…sìiiiii…ancora, ancora…ahnnn…ahnnnn…si…si …si stenda un po’ che la cavalco io…uhmmmm…uhhhhh…ahnnnnn…mi ha bagnata tutta…ahnnnn”
“Ancora un po’ tenente! Sluuuuurpf…sluuuuupp…yuhllmmmm…”
La Terry si fece bagnare ancora un po’ il seno dalla sua bocca famelica, poi dopo averlo scostato, si abbassò sul suo cazzone per prenderlo, scappellarglielo e ingoiarne mezzo con la propria bocca, non senza avergli mulinellato la cappella con la lingua. Un minuto dopo, alzatasi in piedi e finito di abbassarsi i pantacollant d’ordinanza offrì per dieci-quindici secondi la sua fica bagnata alla lingua di lui, poi cacciatasi la cappella nella fica già aperta e vogliosa ci cadde sopra sicura, cavalcando il comandante e i suoi ventuno centimetri di cazzo per tre, tre e mezzo…
“AHNNNN…! OHHHHHHHH !”
“OHHHHH, ahnnnnn, ohhhh…come è bella lei, tenente!”
“HAANNN…AHNNNN…AHNNNNN…comandante…non…non so…lei…ma …ahnnnn…ahnnnn…io…ecco…io….ioooooo vengoooooooohhhh…ahnnnnnnnnn...ahnnnnnn! AHNNNNN…ahnnnnnnn!”
Durante gli autoaffondi, la fica di Paula emetteva dei fluidi, talvolta bianchini, talvolta trasparenti; quelli che non bagnavano il centro della cappella del fortunato comandante, debordavano dalla sua relativamente piccola fica, dato che gravidanze Paula Terry fino a quel momento non ne aveva avute; un bel corpo mulatto-caucasico, snello e tonico, e un culetto da fotomodella, e in fondo non era nemmeno tanto alta…ma si teneva benissimo…il comandante mentre godeva dell’orgasmo della sua amante, disse tra un respiro e l’altro…
“…veramente lei è già venuta tenente! ...io non tardoooohhh…ahnnn…oh…ahnnn…ahnnnn…ahnnnn!”
“Vuole …ahnnn! … che mi metta a quattro zampe, comandante …? Ahnnnn!”
“Sì…e se ti fai aprire anche dietro! ...”
“No, caro il mio comandante…ahnnnn…ahnnnn…ahnnnn…la prima scarica la voglio nella fica! AHNNNNN...è la…ahnnnn…ahnnnn…ahnnnn…mi…uh!...miglioreeeeeehhhh! AHNNNN…ahnnnn…ahnnnnnn!”
“Lo vuoi sul serio? ... ahnnn….ahnnnn…ahnnnnn!”
“Sìiiiiii…ahnnn…com’è grosso…lo sento, lo sento! Così…così…ahnnn…ahnnnn…ahnnnn…ahnnnnn!”
Il comandante fece la sua parte muovendosi lui casualmente in verticale, e colpendo la vagina calda e bagnata della sua giovane tenente, e dopo un po’ di movenze, forse una ventina le venne dentro sparandole la tanto agognata prima scarica, quella più massiva e densa, oltre che calda al momento dello sparo dentro. Durante le godute le aveva afferrato le tette azzardando anche un succhio breve per non sfilare il cazzo da quella vulva carica di piacere e di liquami da goduta da desiderio. Ormai i loro sessi si stavano raffreddando, e Paula prese la testa di lui portandosela al seno sudato, ma ancora caldo di lei e ce la tenne finché lui avesse voluto. Una piccola estasi prese i due amanti, durata pochissimi minuti, poi tornò il raziocinio, e i due conversarono a scudi difensivi abbassati:
“Si è innamorata di me, tenente Terry?”
“Mi sono permessa di spiarla, comandante! Ho visto come guardava il seno di quella troietta di Titano…a proposito! Secondo la Terra che le ha concesso la carta d’identità, insomma il sensore anagrafico sotto pelle, è maggiorenne da due giorni nave!”
Kranz rispose tenendo la sua guancia sul seno destro della giovane tenente
“E allora?”
“Va in giro con la fusciacca semi aperta; secondo me quella bagascetta dovevamo lasciarla su Titano, tanto non le mancava niente!”
“…eh già!”
“…vorrei chiederle se sono autorizzata a punirla con la disciplina di bordo adesso che è maggiorenne!”
“E ha voluto offrirmi il suo corpo per questo? ...uhmmm…dia qua! ...sluuuurpf…sluuupp!”
“Piano, mi fa male! Piano! …ohnnn…no comandanteeeeeeehhhhh! Ahn! Le ho offerto il mio corpo affinché …ahnnnn…ohhhh…succhia, eh?! …le piace il mio latte? …affinché stavo dicendo, ohhhhh, non rimanesse sedotto da quella troietta di Koona …già mi ha tolto Mario, che era anche un ottimo pilota …e ha visto com’è finito! Ohhhhhh ! Le piacciono così tanto, comandante?”
“Sì, yuhmmmm….mlmmmmm…buono…l’ho preso…buono…uhmmmmm!”
“Se le piace il mio latte chiederò al dottor Vallefuentes qualcosa per produrne di più...ahnnnn…”
“Niente ormoni! Già fanno scherzi sulla Terra, figuriamoci qui! No! Le voglio così, come sono! Che fa tenente?”
“Devo andare alla toilette a liberarmi, approfitto della sua col suo permesso, sempre! …poi lo farà anche lei…e se ci tiene mi metto a quattro zampe, così potrà aprirmi dietro, se vuole!”
“Vada, vada!”
Il comandante e il terzo ufficiale si lavarono, poi, completamente nuda Paula Terry si mise a quattro zampe affinché il suo uomo del momento potesse giocare col suo corpo “dietro”. Lei tenne le gambe già piegate sulle ginocchia lievemente divaricate affinché l’uomo potesse contemplare ciò che più desiderava di lei, durante la posa animalesca. Il comandante usò la lingua fin da subito per solleticarle e leccarle le parti intime, la vulva per intero passando con la testa sotto il suo bacino, interamente leccata in ogni sua parte o piega di carne, poi passata la testa di lui un paio di volte si trattenne dietro le natiche leccando tutte anche quelle; all’improvviso passò a descrivere delle esse con la lingua sull’inguine di lei, colpendo poi all’improvviso l’ano carnoso, striato, leccandolo all’esterno e violandolo di qualche centimetro, per poi tornare a stimolarle l’inguine, dando nel contempo una manata o due alla fica di lei, in procinto di gonfiarsi di nuovo, per il piacere di sentirsi cercata, esplorata, violata, e solleticata sulla superficie della pelle, dove la saliva di lui interagiva chimicamente con la pelle di lei, scatenando alcuni sensi, e insospettabili voglie. Quando lui la cercava oltre l’ano, cercava di aprirselo agendo con una mano sola, che poi ritirava quando lui le prendeva entrambe le natiche per osservarle morbosamente il buchetto che si apprestava a violare con il suo abbastanza grosso cazzo, che da qualche istante stava già tornando in tiro, e in durezza. Per eccitarsi ed eccitarla le violò la fica un’altra volta muovendosi calmo, avanti e indietro, con movimenti conici che facevano toccare la cappella con le pareti laterali della vagina, eccitando di nuovo la donna in una posizione animalesca piuttosto seducente. Cercò di durare il più possibile per darle del godimento, poi quando sentì che sarebbe potuto venire di nuovo, soprattutto intravedendo gli occhi socchiusi di lei durante i suoi affondi, lo tolse dalla fica, da dove uscì zuppo, e poggiò il suo glande bagnato nel buchetto del culo della sua vogliosa amante, la quale adesso attendeva il colpo d’ariete contro il suo ano, che l’avrebbe fatta soffrire qualche istante; poi però se quel cazzo riusciva a ficcarsi tutto dentro il suo retto, fino a sentire le palle sbattere sull’inguine e la cappella come se fosse nello stomaco, sarebbe iniziato il godimento. L’uomo poggiò la cappella al centro del piccolo buco, e dopo che lei stessa scostò la natica sinistra di poco, lui spinse deciso, e sei centimetri del suo cazzo le invasero il retto …
“AHIIII! ...uhhhhhhhhhhh…ahiiiiiiiiiiii! Cazzo, che duro! Uhiiiiiii!”
“Male, eh?!”
“AHNNN…non si …non si...insomma non preoccuparti! Ora spingi, huiiiiiiiii!”
Il comandante spinse dentro il culo del tenente Terry il suo cazzo per i quindici centimetri rimanenti, lentamente, sapendo d’indurre dolore alla donna; in una decina di secondi arrivò in fondo…la donna se ne accorse, e disse:
“…. ahnnnn…ahnnnn…sento, uhi! …sento che ha le palle gonfie…si muova, su! AHN…AH! …ahn! …è grossoooohhhhhhh ! Uh!”
“AHNNNN…che bel culo stretto, tenente! Complimenti! AHNNNNN…ahnnnn…ahnnnnn!”
“Si muova, comandante …ogni colpo inizio a godere …intanto mi tenga, che mi tocco un po’ la patacca …”
L’uomo, tenendo saldamente la donna per le natiche la sbatteva senza sosta, visto che ormai il suo colon s’era abituato all’ospite ingombrante. I sospiri del tenente Terry erano regolari, e sostenevano l’erezione al suo amante, cosicché, pre eccitato dalla prima chiavatina con la sua fica, dopo sette otto minuti di prese e sbattimenti, si chinò in avanti a stringerle i seni duri, riducendo però gli affondi, non tanto possibili se si chinava a prenderle le tette; tuttavia il contatto con esse, anche con le sole mani fu un catalizzatore di orgasmo, perché dopo averle mollate riprese i fianchi della donna e iniziò la corsa finale che in due minuti di respiri e sospiri lo fece venire nel retto di lei, ben a fondo…
“Ahhhhhhhh…AHHHHHHHNNNN…eccoooohhhhhhhh!”
L’uomo contò una decina di lanci spontanei del suo sperma, secondo il piacere che trasmettevano al centro della sua cappella durante la strozzatura rettale…lei commentò stressata e maliziosa …
“…ahhnnnn…ho goduto comandante…ahnnn…davvero! Pareva di sentirselo nello stomaco…hohhhhh…mò che lo toglie si goda lo spettacolo! AHNNNNNN! HUHHHHH!”
“Uhmmmm…perché tenente?”
“Perché con un cazzo come il suo non posso farcelo entrare spesso…ahnnnnn…ahnnn! Però! AHNNN…mi ha aperta bene, comandante! ...AHUHNNNN…uhhhh! ...hhmmhh…una controllatina al buco del culo, ogni tanto – HOH! - ci vuole! HOHHHHHHH!”
“Parla come una da film porno tenente!”
“Chiedo scusa comandante, ma mi sento abbastanza troia! Ancora per un po’…ahnnn adesso…passerà comunque…ahhnnn…beh, che fa?! Lo toglie?”
“Prego signorina! Ecco!”
Il comandante Kranz tolse il cazzo e osservò il suo pertugio anale reagire alla mancata presenza del suo cazzo…contraendosi alcuni istanti, per poi rilassarsi, e ricontrarsi. La muscolatura striata di lei stava dando origine ad uno spettacolo morboso e piacevole nel ritardare involontariamente la chiusura. Quando l’uomo le carezzò una natica con garbo a scendere più d’un paio di volte, sempre involontariamente, dato che le dita erano finite fino all’inguine e alla zona del perineo, alla donna partì un peto, che fece commentare all’uomo…
“PRROOOOTTT!”
“…funziona, sì?”
La donna nel frattempo si era eretta in piedi…
“Stia tranquillo! Ah un’ultima cosa! D’ora in poi, quando ci vediamo per questa…”

La Terry gli mise la vulva all’altezza della faccia, poi riprese:
“…passeremo al tu! Terremo il lei, e rigorosamente, davanti al resto dell’equipaggio!”
“Va bene tenente! Entri in bagno e si sbrighi, che l’ora che ha chiesto al suo collega scade tra sedici minuti, credo!”
Il comandante Kranz baciò la vulva dell’ufficiale in terza, tenente Paula Terry, poi i due si separarono poiché quest’ultima doveva intraprendere il normale servizio di guardia, durante il quale accadde un evento inatteso, annunciato da un segnale sonoro proveniente dalla sezione della nave adibita alle ricerche con i radar e spettrografia di prossimità. La plancia era in viva voce con la sezione chiamante …
“Dica capo-ricerca Dewey, cosa abbiamo oggi?”
“Avremmo io e i miei collaboratori individuato un asteroide roccioso con un’orbita molto eccentrica; lo seguivamo da quindici giorni, e adesso è alla giusta distanza. Se la nave volesse catturarlo risulta più ricco di ossidi di metallo rispetto al patatone che già abbiamo.”
“Il patatone che già abbiamo ci ripagherà del viaggio. Può andar bene così.”
“Immagino, ma questo appare ricco di ossido giallino tenente! Come dimensioni è una patata di diciotto metri per due per due e mezzo.”
“Va bene, ne parlerò al comandante. Voi continuate a monitorarlo…a che distanza è?”
“Per i prossimi due giorni a 62 km.”
“Va bene. Chiudo.”
Il tenente Terry andò in una cabina chiusa al lato sinistro della plancia, e chiamò il comandante sulla linea diretta; nessuno all’interno della cabina poteva sentire la comunicazione, vista la delicatezza dell’argomento ossido giallino, parola convenzionale per indicare ormai da tempo immemorabile il relativamente prezioso ossido di uranio, da cui ricavare l’uranio per una molteplicità di usi, militari e non militari…
-“…dica tenente! Che c’è?”
-“Il capo ricerca Dewey mi ha appena informata: avremmo a portata di mano un asteroide con ossido giallino in quantità rilevanti della sua massa. Massa apparente almeno!”
-“AH!”
-“Che facciamo comandante? Il nostro attuale carico già basta a ripagare la missione; certo se lo mollassimo potremmo incamerare questo di oggi, e avremmo molto più profitto.”
-“Possiamo rallentarlo?”
-“Abbiamo ancora undici cariche di combustibile solido; possiamo impiegarne quattro, tenendone sette come propulsore d’emergenza.”
-“Undici di che classe?”
-“Otto da 65 meganewton!”
-“Insomma mi devo prendere la responsabilità io. Sa bene che la riserva d’emergenza è nove, tenente Terry...ok, rallentiamo intanto. Se va bene potremo abbordarlo domani, preparate per l’abbordaggio. Intanto inviate il segnalatore. Lo abbiamo visto noi per primi.”
-“Oh, cazzo! Non ci voleva!”
-“Che succede tenente?”
-“Capo Dewey sta mandando la scansione 3D sul monitor, lo vedo. C’è l’allarme di radioattività della superficie rivolta verso di noi…”
-“Diffusa o puntiforme?”
-“Diffusa purtroppo! Si trova su un terzo della superficie…zona rossa due zolle da sei metri quadri l’una, se le radiazioni non hanno ingannato il nostro radar; però nel resto è sempre troppo alta per abbordarlo con dei cosmonauti. Anche una sonda in prossimità della zona rossa cesserebbe di funzionare in cinque o sei secondi.”
-“Vengo in plancia! Intanto si faccia inviare da Dewey tutto ciò che ha! Lo voglio sul tavolo di tattica.”
In tre minuti il comandante Kranz raggiunse la plancia dove l’ufficiale in terza Terry stava presentando le informazioni sul touch screen del tavolo centrale: l’asteroide di uraninite a quanto pare aveva di suo anche altri ossidi di metalli radioattivi. Un asteroide piuttosto pericoloso, di quelli da non caricare a bordo, data la radioattività della sua superficie… tuttavia assumendosi qualche rischio, sperabilmente calcolato, lo si sarebbe potuto rimorchiare per un tratto per …poi rivenderlo a buon prezzo ai contrabbandieri, che sapevano bene che se l’uranio inerte, il 238, veniva bombardato in maniera continuativa con neutroni o da fissione, o da particelle alfa, entro un certo tempo si trasformava in plutonio 239, che a differenza dell’uranio fissile, in fissione ci andava spontaneamente …ovviamente bisognava combinare l’affare prima di arrivare a destinazione. Il plus rispetto alla paga sarebbe stato diviso in parti eguali con tutto l’equipaggio, omertoso, ovviamente. Coloro che l’avessero acquistato dai contrabbandieri non ne avrebbero fatto necessariamente delle bombe nucleari: uranio e plutonio fissili volevano dire anche carburante per motori a propulsione nucleare. Mille chilogrammi-massa di uranio 235, purificato dagli ossidi naturali di esso, e separato dal suo isotopo più comune 238, erano circa due anni di navigazioni, con una nave del tipo Micenea 7.
“Se potessimo asportare la zona di radioattività con l’esplosivo, poi potrebbe essere più gestibile, non trova comandante?”
“Non sappiamo quanto sia spessa. Se ad essere radioattivo fosse anche il suo interno con l’esplosivo aggraveremmo il problema, e poi dovremmo ammettere di averci messo le mani. Noi vediamo solo la superficie esterna, e stando alle scansioni che ci sta mandando Dewey le zone di radioattività sono due. No, mi sa che dovremo rinunciare!”
Il comandante chiamò il capo ricerca Dewey all’interfono, in plancia ovviamente in viva voce…
- “Che mi dici Dewey ?”
- “Il patatone si fa interessante, comandante. Te l’assicuro! Non è il residuo di attività militare del sistema solare. Quella roba è d’orbita nettuniana! Istituti di ricerca e università ce lo pagherebbero uno sproposito! Praticamente è tutta uraninite; uraninite extra terrestre, extra fascia interna!”
- “E per le zone radioattive Dewey?”
- “Se è solo pulviscolo accumulato o lo soffiamo via con aria compressa, o con l’esplosivo!”
-“Ammettiamo di riuscirci; e …poi?”
-“Nuova scansione radioattività per vedere se si abbassa…”
-“…ovvio! Quello che intendevo …possiamo prenderlo a bordo?”
-“No, certo, no. Potremmo trascinarlo per spinta a prua con un traliccio o per traenza sotto…”
-“Già! Ma non possiamo presentarci ad una stazione spaziale con un simile coso come fosse un cane al guinzaglio!”
-“Comandante non è cosa mia. Se la compagnia conoscesse chi volesse comprarlo…per strada…”
-“Certo Dewey, spero tu non abbia avvertito gli armatori, vero? Perché qui la compagnia non c’entra niente, sai …”
-“No, capo, no!”
-“Davvero Dewey! Non una parola con la compagnia, se vuoi far soldi, intesi?!”
-“Intesi capo, ma si divide tutti a pari!”
-“Senz’altro Dewey! Ora ascoltami bene; ti mando la geologa, prima vedi di sondarla, e falle capire l’importanza del segreto… insomma che non è il caso di avvertire la compagnia, non adesso almeno! Poi se comprende, e ci sta le dici come stanno le cose… sennò faremo a meno di lei in questa faccenda!”

Intanto la geologa Betty Lorraine si stava lavando sotto il cubicolo doccia assistita da me, sua compagna di stanza, da qualche giorno maggiorenne…io e Betty eravamo diventate un po’ più di semplici amiche…e qualcosina in meno più altri due meno meno di vere e proprie amanti. Io su quella nave stavo sperimentando come la bisessualità, per lo meno per il sesso femminile, nel venticinquesimo secolo fosse la norma ... la stessa Betty per tenere il suo Ian maggiormente legato a sé non aveva esitato ad invitarlo a fare qualcosina in tre con me, giovanissima purché fosse disposto a non gradire o evitare la Pohel. L’ultima notte Ian aveva dormito sia con Betty che con me, tutti e tre nudi. Betty era stata la torta, e io Koona la ciliegina (toccò spiegarmi cosa fosse…) la notte di sesso era iniziata con Ian steso supino, Betty china sul suo cazzo per uno stupendo servizio orale, e io che offrivo vulva, inguine o culo alla bocca di Ian, all’inizio perplesso per timore di una trappola sentimentale di Betty, poi disposto a fruire il sapore della mia vagina, mentre Betty gli cavalcava il cazzo decisa a farlo sborrare in abbondanza dentro di lei… a mano a mano che la foga sessuale di Betty cresceva, col cazzo di Ian ben piantato nella sua calda fica, la geologa prese a stimolarmi nei capezzoli con garbati e continui pizzichi di essi, mentre Ian mi leccava la vulva avendola sopra la sua testa… con stimoli di tal fatta anch’io desideravo una penetrazione, per cui Betty mi chiese la posizione delle quattro zampe col sesso al di sopra della bocca di Ian, che doveva continuare con la lingua a pulire quella mia fichetta diciottenne di qualunque liquamino da eccitazione. Betty senza mai staccare il contatto col suo uomo aveva preso uno dei dildo della sua collezione e m’aveva chiesto eccitatissima di aver fiducia…io inginocchiata al di sopra della testa esausta di Ian aspettavo una penetrazione anale, dato che la fica era sotto lingua…
“Aspetta Koona, ti faccio un po’ male…ma poi vedrai che inizierai a godere…ahhhh!”
“AHNNNN…dai, aspetto! Ian la lecca che è una favola!”
“…ecco!”
Betty le aveva dilatato l’ano con maestria e abilità, quindi vi ficcò il dildo, provocando un sussulto in Koona …
“AHNN!...ohiiiiiii …huh! …ahn…ahnnnnnnnn”
L’intrusione m’aveva provocato uno schizzo di urina mista a liquido fisiologico, facendo finire il tutto sulla faccia di Ian che per diversi secondi, sporcatosi, smise di leccarmi la vulva gonfia …cominciò anche ad aumentare gli affondi nella vagina calda e bagnata di Betty che all’improvviso si sentì inondare l’utero di sperma emesso in quantità nei primi tre spari, poi solo schizzetti…la sborra calda di Ian aveva calmato anche Betty, che mantenendo il coito, aveva preso a muovere con più garbo il dildo nelle cavità rettali della sottoscritta ex naufraga. Era un dildo adatto alla stimolazione rettale, non grosso in diametro …ma Betty disse:
“Dai Ian staccati, che sarai stanco …”
Ian si staccò dalla mia fica, ma si spostò di lato per continuare a leccarmi le cosce interne, mentre stavo godendo degli affondi del dildo nel mio retto da parte di Betty…
“Dimmi tu quando ti basta Koona!”
“AHNN…ahnnn…ahnnnn…ancora…ahnnn…ahnnnn…ancorahhhhhhh…ahnnnn …ahnnnnn!”
“…non sapevo ti piacesse …ecco prendi, prendi!”
“AHHHH …sì! Siiiiiiiiiiii…huhmmmm…ahnnnn…ahnnnnn…ah …hnnnnn …sto per venireeeeeeeehhh …”
“Alzati Koona, e lascia fare a me!”
Betty andò a piazzarsi dietro a me eretta sulle ginocchia sopra la sua fichetta non ancora del tutto soddisfatta…Betty mentre mi leccava sul collo aveva alzato la mano a pizzicarmi il capezzolo mentre con l’altra mi massaggiò la fica con moltissima efficacia, tanto che anch’io venni, e per ringraziare mi voltai a baciare in bocca di lingua Betty…
“Ahhnn…ahnnnn…ahnnnn! …Huhlmmmmm, mhmmmmm, vieni qui da me Betty! …sluhlmmmmm…mhmmm”
…la geologa contraccambiò mentre Ian esausto da quelle continue leccate di fica sembrava assopirsi…i tre amanti eravamo venuti tutti e tre …qualche minuto dopo esserci lavati Betty ordinò al barista robotico della nave un cocktail a base di zabaione, e dell’alcoolico, perché voleva che Ian ricaricasse le batterie, anche se stavolta per il secondo round il cazzo dentro la fica in via principale l’avrei voluto prendere io. Mentre Ian si stava facendo la doccia parlammo. Mi chiedevo se Betty era un’amica leale…
“Ian la lecca bene, te l’assicuro Betty! Ma stavolta il cazzo vorrei prenderlo io…non ti dispiace, vero?”
“Certo Koona, come hai potuto vedere non si gode di sola lingua…”
“…uhmmm e non si gode di sola fica! Nel culo m’era piaciuto, sai! Peccato che non sborrasse!”
“Vabbè dai…facciamo che te lo mette dentro fra poco! Siamo amiche, no?”
“…scusa e di me non sei gelosa?!”
“Per ora mi accontento che si dimentichi della Pohel. Poi per il futuro conto sulla tua lealtà, dai, non preoccuparti!”
Nel frattempo era tornato Ian sistemandosi accanto a Betty, la quale coccolandoselo gli diede i compiti da fare di lì alla fine del cocktail, in attesa di consegna.
“Per la seconda tornata Ian, dopo il cocktail che ho ordinato, facciamo assaggiare questo a Koona…huhmmm…gloooommmmhhh…splutch …dà qua!”
Betty dapprima diede due o tre manate al cazzo di Ian poi si chinò per prenderglielo in bocca, succhiarlo, e farselo scendere fino in gola, poi dopo un po’ di secondi di leccata smise, rivolgendosi a me, che non m’ero accorta che Betty era andata alla porta per prendere dal carrello robotico le sue ordinazioni…
“…stavo dicendo Koona, vuoi favorire?”
“Qui sono pronti i cocktail Betty…Ian…”
“Grazie, hai fatto bene…”
Koona fissò la bevanda che non aveva mai visto, e chiese:
“Cos’è un cappuccino?”
“No, ne ha l’aspetto, ma questo è fatto con uovo sbattuto e vodka, è di una cremosità maggiore di quella del cappuccino, ma ha anche alcool…sentirai, sentiremo un po’ di euforia…bevilo coraggio! Sei maggiorenne…”
Bevvi e a guardarlo mi piacque, tanto che infantilmente se lo leccai via persino con le dita… Betty contenta che mi fosse piaciuto ne prese un po’ facendolo scendere sul cazzo di Ian, poi m’invitò ad assaggiarne ancora… mi misi accanto a Ian, per cui il fortunato maschio aveva due donnine tutte per lui. Osservata la cappella di Ian “sporcata” da quella cremosa bevanda mi chinai e presi in bocca il cazzo di Ian per gustarne il cocktail sulla cappella. Il gusto del cazzo che avevo già assaggiato con Mario su Titano era amaro, tuttavia veniva addolcito dallo zabaione alcoolico, e non m’era accorta che stavo ciucciando la cappella di Ian anche con i denti…fortunatamente il cazzo di Ian era già turgido, per cui i miei morsetti alla base della cappella vennero graditi…Ian però mi avvertì:
“Sluuurp, shlaaaaaaaf, hummmmmhhh, huhnmmm, ohh…gloooomhhhhh… buono! Buono il cazzo, che bello! Huhmmmmm! Huhmmmm!”
“Vedi di non staccarmelo Koona! AHNNNN …ho solo questo! …ahn! Però! Hohhhhh!”
“Ian! Non dimenticare che sei mio!”
Ciò detto si abbassò a baciare in bocca la sua Betty con la quale scambiava dei lingua lingua a mezz’aria con leggerezza e disinvoltura, tanto che un po’ della loro saliva mi cascò sul collo e sulla nuca, ma non me ne curavo dato che il cazzo di Ian si stava indurendo dentro la sua bocca, la cui lingua lambiva per dei micro istanti il centro della cappella di Ian…ogni minutino della lingua e dell’aria emessa dalle mie narici allungava e induriva il cazzo dell’uomo di Betty che adesso mi stava baciando e suggendo famelicamente i seni, intanto che mi carezzava ovunque riuscisse a raggiungermi… all’improvviso smisi con pompino e vidi il cazzo di lui svettare verticale e maestoso: ci diedi un altro colpo di bocca e lingua poi me lo rimirai di nuovo, quindi salii sul tavolo piazzandomi davanti ai due amanti, e allargate le cosce e le gambe attesi il momento del coito. Betty per ricordarmi che il cazzo di Ian era suo lo prese in bocca altri due minuti, spippandolo decisa ogni cinque o sei servizi di lingua e gola…poi vedendo che restava duro senza sborrare lo accompagnò lentamente sopra la mia fica vogliosa, e aperta che allo sguardo lo desideravo tutto dentro. Betty mi toccò la fica col cazzo duro e grosso di lui, poi ce lo accompagnò dentro… Betty si chinò sui miei seni già inturgiditisi e cominciò a spremermeli, leccarmeli, baciarmeli e a suggerne il latte, intanto che Ian mi chiavava tenendomi le cosce aperte con le mani sulle ginocchia. Ogni colpo di reni di Ian il suo cazzone da una ventina di cm mi sconquassava la vagina interna; i miei seni nutrivano Betty che ne assaggiava il latte, dato che un paio di spremute rapide prima a un seno e poi all’altro avevano provocato uno schizzetto dai miei capezzoli esausti nel paradiso dei sensi grazie al cazzone generoso di Ian nella mia fica bagnatissima oltre che gonfia e di parecchie tonalità più scure della mia pelle nocciola chiaro…
“…ahnnnn! AHNNNNN! …ohhhhhh …sìiiiii!”
“Koona …però non verrà dentro di te, va bene?!”
“…ahnnn…ehh? …ahnnn…ahnnn …va…va…va beneeeeehhhh…ahnnnn…ahnnn!”
“Ok tesoro…aspetta che assaggio il tuo latte…ce le hai così gonfie! …dacci sotto Ian! Che dopo che viene lei soddisfi me!”
“AHNNN …ahnnn …che? …ahnnnn …ahnnn!”
“…buono il tuo latte Koona! …la sborra a me Ian! Koona sta ovulando …lo vedo da quello che emette la sua piccola fica! ...sluuuuupf! …huhmmm…Ian mi raccomando! Non può finire incinta!”
“AHNNN …ahnnn …ahnnn …”
Passarono tre minuti di vigorosi colpi di chiavata di Ian, che fecero venire Koona …
“AHNNNNNNNNN…HANNNNNNNNNNN…Sìiiiiiiii! HANNNNHHH…HAHNNNN…ahnnn…ahnnn…ahnnnn…”
Betty si mise a leccarmi sul ventre, mentre lei stessa continuava ad auto stimolarsi i capezzoli, affondandomi la lingua nell’ombelico, poi arrivò sopra la mia fica, che leccò con delicata leggerezza e velocità intorno al clitoride, e quando stavo per venire un’altra volta, aspettai che Ian desse non più di un paio di colpi, poi tolsi il cazzo di Ian dalla mia fica bagnata e se lo cacciò in bocca leccandolo famelica, spippandolo, e riprendendo a leccarlo, ignorando ormai che mi stavo accarezzando la passera osservando Betty carezzare i coglioni gonfi di Ian, i quali dopo un paio di auto affondi nella gola di Betty della cappella violacea di lui, comandarono lo sparo massivo di sborra calda, densa, e cremosa nella bocca di Betty che faticò ad accogliere tutto quello sperma …M’ero avvicinata a osservare meglio quell’eiaculazione nella bocca dell’amica, e dato che quel generoso cazzo avrebbe buttato un altro paio di colpi, Betty altruisticamente mi favorì quegli ultimi colpi, avvicinandomi il cazzo alla mia bocca già aperta. Messami in bocca la cappella di Ian esausto succhiai con tutte le mie forze residue…per timore che me lo togliesse come aveva fatto con la mia fica con la quale avrei voluto venire ancora…
“Sluuuumf…shluuuupf…huhmmmm…huhmmm…glooooooomhhh!”
“…aaahhh…AHNNNNHANNNN…oh! Piano, piano! …ahnnnn …bastaaaaaaa!”
“…un po’ per lei Ian…ancora un po’…su! ...”
…e assaporai gli ultimi due tre schizzi mentre Ian finiva con uno spasmo nervoso di svuotarsi…
Poi tutte e due, che avevamo fatto quello che potevano per ingoiare lo sperma del nostro uomo appoggiammo i nostri corpi sul torace di Ian esausto, quanto e più di noi…dormimmo accasciati sul tavolo. Al risveglio Ian ebbe un ritorno di fiamma e una piccola erezione…svegliata sommariamente Betty la mise china ancora sonnacchiosa a novanta gradi sul tavolo …ci volle un minuto affinché Betty capisse cosa l’aspettava: un dolorosetto rapporto anale col cazzone del suo uomo tornato in tiro dopo un sonno ristoratore. Andai sotto il tavolo pronta a leccare la fica di Betty in modo da darle un po’ di godimento mentre Ian si accingeva a violarle l’ano e a smuoverle il colon retto; dopo un minutino in cui Betty sbadigliò continuando a sonnecchiare, e Ian le aveva aperto le natiche per poi violarle il buchino striato, di cui conosceva a memoria la fisiologia…
“…mhmmmmm…ahunnnnnng…mmhmmmm …AHI!...mhmmm…maledizione!...mhmmm…e fa piano, tesoro! Cazzo!”
appoggiata la cappella spinse senza successo due secondi, poi mettendo di lato la cappella di poco, guadagnò l’ingresso dentro i visceri di Betty che un momento dopo la violazione aprì gli occhi: che colpo! Che sveglia! Sbadigliò ancora una volta, poi iniziò a respirare vigorosamente mentre il suo Ian le mandava i suoi fendenti!
“HANNNHHH…ahi…ahi…ahnnn..AHNNN…ahnnnn”
“MHMMMM…sì…è stretto Betty…brava…così…mi muovo io Betty, tranquilla…”
Betty, bloccata sul tavolo, sotto la sodomia implacabile di lui chiese:
“AHNN…ohhhhh…AHNNN…c’è Koona sotto la fica…vero?!”
“…e chi volevi?! La Pohel, forse?!”
“AHNNN…stronzo! Non voglio sentirla quella lì! …ahnnn…ahnnnn…Koona, grazie…ahnnn…ahhhnnnn…come la lecchi bene …ahnnnnn….AHNNN…ahi…ahi…AHHANNN…Koona?!...”
“Si? …slurp…slaaap…che…sluuurp…c’è? …non sapevo fosse buona la fica! ...sluuuurp!”
“…OHHH…uhiiii…ohhhh…Ahn! … ahnnn! Lecca le palle a Ian! …ti dispiace?!”
Diedi un'altra leccata alla vulva di Betty, poi la baciai, quindi avanzai di due passetti sulle caviglie per leccare i coglioni gonfi di Ian, mentre mi toccavo come potevo…la mia lingua ebbe sui coglioni di Ian, che tentai anche istintivamente di succhiarli, l’effetto che Betty si aspettava: lo fece venire sparandole acqua e sborra nel retto…
“HAHHHNNNNN…sìiiiiiii! Eccolooooohhhhh…ohhhhhh!”
“OHHHHH…sei venuto finalmente! …HOH! AHNNNNN…schizza, dai!”
…ponendo fine a quella dolorosa invasione che aveva subito nel suo dormiveglia…amava Ian e gli concedeva il culo in qualunque istante, ma adesso era stanca…e non più in grado di trattenere l’urina che, a causa del cazzo ancora grosso di lui dentro il retto, finì con lo schizzo sul mio viso e sul mio corpo, felice di leccare quei coglioni che trasferivano ben altra linfa, anche se poca, nell’intestino di Betty…poi Ian tolse il cazzo, provocando un curioso rumore idraulico da stappo, e il contestuale sollievo di Betty…
-“SPLUFCHH!”
“…Ahhhhhhh…mhmmm…bene…”
Ian stava osservando il buchetto del culo di Betty che si richiudeva, io da sotto gli feci cenno di baciarglielo almeno, dato che aveva sofferto l’invasione del suo cazzo. Lui però, non avendo capito, lo stava ancora contemplando …allora lo raggiunsi e lo baciai teneramente, non appena si richiuse…
“…ohhhhh…huhmmmm…grazie, Koona! Hai visto cosa devi fare, Ian?”
Ian si giustificò goffamente dato che era stanco…
“…no… non avevo…non avevo capito!”
Betty recuperata la posizione eretta fece una proposta mentre carezzava Ian…
“…ahnnn…ohhhhhh …basta così, che ne dite?!”
Ian disse:
“Va bene, però al bagno vado io…”
…e Betty disse:
“Per forza, io l’ho fatta adesso! Cazzo meglio se pulisco io …non mi va di chiedere il robowash uhmmf …Koona mi dispiace averti colpito! …non avrei voluto bagnarti col piscio, intendo!”
“Non ci pensare neanche! I coglioni del tuo Ian valgono bene qualche schizzo! Sono buoni! Beata te!”
“Koona, tu non sei la Pohel, vero?!”
“No, Betty…sono tua amica! Anzi, ti aiuto io a ripulire. Su Titano il computer me la dava come corvée…”
“Sai cos’è una corvée, Koona?”
“Sì, un lavoretto dato per punizione! Me l’hanno spiegato il computer, e miss Dera, la mia insegnante virtuale! Comunque parlavamo dei coglioni di Ian: mi piace prenderli, tenerli in mano…”
“Koona! Ascolta, ogni tanto faremo qualcosa in tre: tutto pur di tenerlo lontano dalla Pohel! Ma i coglioni del mio Ian saranno miei …sempre! Giura, amica mia!”
Betty mise la mano destra di piatto attendendo la mia, che tardò una decina di secondi, poi capii…
“Giuro!”
Un’ora dopo Ian riprese servizio, mentre Betty mentre si riassettava divisa e capelli ricevette una videochiamata interna da Dewey il cui audio si scaricava nel suo auricolare wireless…
“…come che stavo facendo?! Scopavo con Ian …è proibito?”
“…”
“…ah! C’è una novità?! …huhmmm …senti, senti …sì, ora arrivo! Va bene, digli che arrivo subito!”
“…ti stai preparando per qualcosa, Betty?”
“Niente! Mi ha convocata il loadmaster…ah senti, mi stavo dimenticando …il dottor Vallefuentes mi ha detto che voleva vederti; ti deve chiedere qualcosa del cane…oh eccolo che arriva!”
Rasputin era appena tornato dopo aver fatto la passeggiata con un volontario dell’equipaggio che era riuscito a insegnargli dove farla la popò… nel riprendermelo ringraziai il volontario che tornò alle sue mansioni…
“Voufff ...voufff! Bau, bau!”
“Ehi buono, dai!”
“Cuccia, Rasputin! Cuccia!”
“Bau !”
“Koona, lo sapeva che parlavamo di lui !”
“Sai mica che mi deve chiedere?”
“No, cioè sì…mi ha detto che deve fare un test, e gli serve la presenza del cane…”
“E che test?”
“E che ne so?! Vai da lui, no?”
“Col cane?”
“Certo!”

Mi recai in infermeria con il fedele pelosone dove trovai il dottor Vallefuentes ad accoglierci, sempre cordiale e paterno, che ricevette anche le feste del cane; come il defunto Greg che morì su Titano assassinato da Mario, colto da una follia pluriomicida, dato che uccise pure l’assistente spirituale femminile sorella Johanna per scappare per sempre con me…ormai quei personaggi dal triste destino appartenevano al passato, ed essendo diventata maggiorenne indossavo solo la fusciacca femminile e la minigonna fregandomene di tentare e sedurre maschi e qualche femmina a bordo. Il dottor Vallefuentes aveva notato la mia succinta maniera di vestirmi, ma finse che non gliene importasse. Del resto in infermeria c’era stata una certa attività a causa di un paio di malori a due membri dell’equipaggio, di cui solo a uno erano attesi…
“…ah grazie di esser venuta Koona! Come va?”
“Bene, dottore!”
“Ti trovi bene con Betty?”
“Sì, ma mi trovavo bene anche con Solveig!”
“La Lund non era adatta a te, Koona …è una donna troppo disinvolta! Qui è stata imbarcata con un contratto ad hoc dalla sua amica-amante Terry…del suo stipendio prende poco; serve per pagare i debiti sulla Terra…è parecchio esposta col conto in banca dato che consuma cpx …e lo fa consumare anche a Enda ogni tanto…”
“…ma qui che fa?!”
“Niente, ufficialmente si assicura che lo spettro delle lampade sia in ordine, o sia quello prescritto…in realtà mentre controlla le lampade qualcuno la palpeggia nelle parti scoperte, poi concordano quanto chiede, e il gioco si compie! Neppure mia moglie Madeleine la sopporta troppo quando viene a farsi medicare… oggettivamente è bella, ma non fa per te! …perché ridi Koona?”
Se Solveig era di fatto una prostituta imbarcata “a nero” visto che molti vascelli, ma non quello su cui erano imbarcati, avevano quelle professionali, io avevo appena fatto un intenso menage a trois con una geologa e il suo compagno. Altro che la Lund da Vallefuentes definita “disinvolta”…
“…su perché ridi ?! Non me lo vuoi proprio dire?! Così rido anch’io…ti ho ricordato una barzelletta?”
“Cos’è una barzelletta?”
“Una storiella umoristica e ironica il cui finale fa ridere se trova un aggancio con la vita reale …ridi se ti nomino la Lund! A me sembra una donna a tratti deprimente…”
“…no, no, niente dottore! Ma prima dello sbarco glielo dirò, ma non ora!”
“Comunque senti, vengo al punto: mi presteresti il tuo cane?”
“Perché?”
“L’altro giorno ho visitato il capitano Cors, era una visita di routine; ha incrociato il tuo cane, che ovviamente l’ha annusato e curiosamente l’ha seguito fino a qui; poi Cors, vedendo che rimaneva seduto appoggiato alla sua gamba, l’ha mandato via bruscamente perché doveva fare la visita; così mi ha detto il capitano mentre parlavamo …non l’ha presa bene, era mogio mogio, ma poi s’è allontanato, e se ne è andato un po’ in giro; quindi sembra che si sia intrattenuto con un giovane marinaio di nome Danny, annusandolo, ed è accaduto che un’ora dopo ha avuto una crisi respiratoria…sai, il tuo cane credo…”
“Il mio cane non ha contagiato nessuno! Tantomeno Danny…”
“Come medico avevo il dovere di sospettare anche del cane, ma stai tranquilla! È innocente!”
“Bau, bau! …bau!”
“Buono, cuccia!”
“Dottore, non ha malattie!”
“Non mi hai fatto finire Koona! Il tuo cane è prezioso come il denaro, o l’acqua! Dopo aver annusato Danny si è messo ad abbaiare senza lasciarlo, e non ha smesso fino a quando, mezz’ora dopo, Danny ha avuto una crisi respiratoria…l’hanno soccorso subito …detta in breve: il tuo Koona è un cane molecolare!”
“Ieri mi avevano chiamata dal ponte 2; m’avevano detto che non riuscivano a farlo smettere! A momenti ci litigavo! …Ehi che vuol dire molecolare?”
“Il nostro corpo mia cara amica emette sostanze sotto forma di molecole, per traspirazione e sudorazione: il tuo cane riconosce le molecole emesse da un corpo malato di tumore …lo sai cos’è un tumore?”
“La malattia di Cors, perché è stato troppo in compagnia delle radiazioni, vero?”
“Anche! Ma quando si viaggia nello spazio cosmico troppo a lungo è abbastanza probabile prenderne uno …Danny non lavora in zona motori come Cors, è un semplice tecnico di rotta e lavora in una zona protetta. Eppure un tumore, sembrerebbe, lo ha contratto lo stesso… e francamente ti dico che lo rischi pure tu, io, e tutti qui! Anche il comandante…tutti!”
“E Rasputin, secondo lei dottore, sarebbe capace di che?”
“Se annusa la nostra pelle si accorge se stiamo per avere una crisi o no! Danny lo sto trattenendo in infermeria in osservazione: è alla sua prima crisi, mentre Cors sa già che ne avrà ancora altre …insomma se mi presti il cane qualche giorno, vorrei verificare se ci sa fare con l’annuso precoce dei malesseri…non si sentono male solo Danny e Cors in un mese di navigazione!”
“Va bene! Quando posso venire a riprenderlo?”
“Boh, vieni verso le diciotto e trenta! Sta tranquilla! Il tuo cane è sotto la mia protezione!”
Lasciai l’infermeria dispiaciuta all’improvviso per aver alzato la voce col dottore, il quale aveva il dovere di verificare che Danny non fosse allergico al pelo del mio cane. Evidentemente non lo era e aveva qualcosa di più serio. Fosse stata l’allergia bastava confinare il cane nei ponti non frequentati da Danny per ragioni di servizio. La nave era grande e incrociando un corridoio assistetti a una piccola lite tra Solveig Lund e un ufficiale della sicurezza, un uomo sulla quarantina, dalla faccia scolpita nel marmo e arcigna; essendo stata amica di Solveig mi avvicinai incuriosita ai due le cui espressioni del volto erano ostili reciprocamente:
“…guardi Lund, non posso continuare a voltarmi dall’altra parte! La sua merda deve andarla a piazzare altrove! Non tra i miei uomini! Hanno e adoperano armi che possono uccidere!”
“Se vuole mettermi agli arresti faccia pure! Due marchette con il suo superiore, e la mia paga cresce di due giorni-nav in più!”
“Non m’interessa il suo talento nel sesso mercenario! Parlavo del cpx! I miei ragazzi devono essere puliti! Uno si stava sparando in bocca, maledizione!”
“Lo conosco! E allora? Non è il cpx! Non fa quegli effetti! Prey è un appassionato di al di là …esoterismo! Invece di prendersela con me, guardi la sua libreria nel suo alloggio! Ne è gelosissimo! Si vada a leggere i libri che legge lui sull’immanenza dell’anima, le esperienze di pre morte, le esperienze extra corporee! Ne sa quanto un medium!”
“Io l’ho avvisata tecnico Lund!”
L’uomo arrabbiato prima di andarsene diffidò verbalmente la Lund, che sosteneva il suo sguardo severo strafottente, tanto se avesse voluto arrestarla l’avrebbe fatto.
“Si faccia pure le seghe, impotente che non è altro! …ora la lascio! Ho da fare!”
Ormai era lontano, ma si fermò a distanza rinnovandole la diffida ancora una volta.
“L’ho avvisata!”
“Fanculo!”
Quando l’ufficiale se ne andò mi avvicinai alla Lund e chiesi:
“Cosa voleva?”
“Niente! Ieri ha beccato uno dei suoi soldati che si voleva sparare in bocca …io me l’ero scopato la notte stessa durante il riposo - a pagamento ben inteso - e per renderlo più allegro gli ho dato un po’ di copximetalina, un allucinogeno leggero! Quel coglione del capitano De Kamillys è convinto che l’avessi indotto io a spararsi! Beh tu che dici? Come ti trovi con la Lorraine? T’intesta piccoli servizi professionali, ho sentito…”
“Pesco un po’ di gas dal patatone per le provette del magazzino risorse! Poi espello verso l’esterno quello che avanza, non è un lavoro difficile! Poi, senti…uhmmmm…”
“Che c’è?”
“Solveig …”
“Sono qui…allora?”
“Da quello che ho capito tu fai la pu…”
“La puttana, non ufficiale, e non ci pago le tasse! Per arrotondare! E allora?!”
“Sono maggiorenne ormai …quanto prendi per fare sesso con me? Senza cpx!”
“…perché? Mi vorresti pagare? Oh, oh, ah, ah, ah!…ma non eravamo amiche?”
“Ma quanto prendi?”
“Per che cosa?”
“Vorrei dominarti per un’ora! Per quell’ora io voglio fare col tuo corpo qualunque cosa mi venga in mente!”
“La tua schiava assoluta, per un’ora?!”
“Sì.”
Risposi fiera di sì, e Solveig dopo uno sguardo-pausa rilanciò:
“Niente! Ma tu per un’ora, dopo, ricambierai nello stesso modo!”
“Quello che io farò a te, tu farai a me?!”
“No, sarei prevedibile! Se ti va devi affrontare l’ignoto!”
“Mi va! Quando?”
“Dopo domani, tempo nave, ovviamente. Ho anche altri clienti, sai! Fatti viva sul ponte 2 …verso le diciannove…possiamo combinare!”
“Un ultima cosa Solveig…”
“Che c’è?”
“C’è un bell’andirivare …che succede?”
“…?! … Andirivieni volevi dire!”
“Sì…”
“Sembra dobbiamo pescare un altro asteroide …un asteroide pericolosetto …dicono sia radioattivo!”
“…e perché dovremmo pescarlo se è radioattivo?”
“Per quello che potrebbe esserci sotto la radioattività, insomma sotto lo strato che stava rivolto verso i nostri radar scanner, no?! …cazzo! Senti Koona, mi ci hai fatto pensare: dopo domani non possiamo; devo fare un lavoretto per la Terry: me lo paga 150 crediti extra conto-nav …”
“Che dovresti fare?”
“Sorvegliare una persona da non tanto vicino…per conto della Terry, e tu mi saresti d’ostacolo.”
“Chi è?”
“Non posso dirtelo. Ciao e scusami, sai…”
Solveig si allontanò e io tornai per la mia strada, giusto in tempo per essere chiamata al videocom da polso che l’equipaggio mi aveva regalato di recente, tramite una colletta anonima.
-“Brinnnn, bee…ppy!”

“…eccomi…oh Charlie! Che ti serve?”
“Niente Koona, ma dovevi passare da me: devo riscuotere una settimana di passeggiatine del tuo cane!”
“Ah già, hai ragione: vengo subito. Ponte 2, vero?”
“Sì, cubicolo 8, se facessi presto che mi restano 43 min prima di riprendere il servizio!”
“...scusa, hai ragione. Arrivo Charlie, arrivo…”
M’incamminai e in 7 minuti raggiunse il cubicolo 8 sul ponte 2, nella zona riposo dell’equipaggio movimentazione…mostrai il mio volto allo scanner e la porta a scorrimento si aprì. Il cubicolo era solo una stanza con letto, lavabo, e water due metri e ottanta di spigolo in ognuna delle 3 direzioni concepibili dall’occhio umano; tutto conformale, estraibile, con qualche tastiera wireless multifunzione per le ordinazioni. Non tanto dissimile da una cella di prigione. La luce era di tipo freddo per non stancare, e il grigio azzurro chiaro era il colore dominante dei pannelli, dal pavimento al soffitto. Charlie era un uomo di 28 anni magro, non bello, mezzo calvo, col naso aquilino, e miope. Era un tradizionalista e non portava né lenti a contatto, né visori a realtà aumentata: solo banalissimi occhiali le cui lenti erano spesse. Era un contabile delle risorse della nave: escluse quelle nucleari, qualunque pillola, derrata alimentare, vivanda o bevanda, medicine da banco, videogames, libri, e book, libri, risme di carta sintetica, e persino articoli da modellismo…tutto doveva passare da lui per essere approvato, pagato e posto in vendita dentro la nave. Di statura non era stato fortunato, forse al massimo un metro e sessantacinque, e il suo cazzo come sapevo già era tredici cm alla massima erezione, più o meno la metà del signor cazzo di Ian, o di quello di Mario …ma almeno come la durezza la manteneva a lungo …entrata la porta si chiuse dietro di me. Charlie mi accolse con cordialità come al suo solito; aveva appena finito di lavarsi e di fatto era in mutandoni e canottiera…
“…Koona mi dovevi quarantacinque minuti, ricordi?!”
“Sì, e mi ero dimenticata …scusa Charlie!”
“Beh, abbiamo 32 minuti …che dici? Iniziamo?”
Mi tolsi la fusciacca e rimasi nuda con i miei piccoli seni su, dato che avevo l’abitudine di non portare l’intimo sotto la giacchetta …poi con la noncuranza che mi caratterizzava mi tolsi il gonnellino metà coscia e le mutandine, quindi mi sedetti sul letto allargando le coscette con le caviglie che poggiavano sul bordo esterno; sapevo che Charlie era un appassionato di leccata di fica, rituale questo che richiedeva 10-11 minuti per dargli l’erezione. A contatto con la pelle del mio sesso giovane e carnoso la lingua dell’uomo divenne piuttosto attiva, agile nei movimenti, e leggera quando leccava vicino il clitoride, un po’ dura quando entrava inutilmente dentro la vagina …più Charlie leccava più felice si sentiva… io naturalmente essendo ormai donna godevo talvolta per finta e talvolta per davvero: era solo una questione di chimica, e di una disordinata commistione di saliva, fluidi vaginali, nervature rese evidenti dal gonfiarsi del sesso, gesti infantili e spasmodica ricerca di…sensi! Il più immediato possibile, come spasmodico era il goffo modo di prolungarli di durata…
“AHNN…ohhhohhhh…che bravo che sei Charlie! AHNN…come fai…a essere…annhhhnn…scapolo?!”
“…no…no…non lo so…amica mia! Sluuuuuuurp, slaaaaaapf …slaaaaapf …slooooooop!”
“AHNNN…Charlie, sono…ahnnn…passati 11 minuti…sai …la conosci così bene la mia fica! ...meglio che ci metti il cazzo!”
“Hai ragione, ora è duro…prendilo!”
Presi in mano il cazzo dell’uomo, ormai duro, glielo smanettai un paio di volte, poi gli dissi:
“Dammelo! Me lo scappelli in bocca…”
L’uomo mi avvicinò il proprio cazzo e glielo scappellai cercandogli la cappella con la mia lingua un paio di minuti, facendolo sussultare ogni volta che leccavo la cappella verso il centro…guardandoglielo meglio vidi una sferetta bianca al centro del foro dell’uretra, ed avendo ormai esperienza dissi:
“Mettilo dentro! E sbattimi bene, dai!”
L’uomo m’infilò il cazzo dritto dritto nella passera ed iniziò a muoversi mentre lo abbracciavo e baciavo di tanto in tanto…
“AHNNNN…ohhhhh…non mi godere dentro! AHNNN!”
“AHNNN…mhmmm…che bella la tua fichetta Koona…calda…calda…”
“AHNNNN! Quando vuoi venire, pizzicami…ahnnn! …dilaterò io il buchetto del culo e mi sborri lì…”
L’uomo mi chiavò sette minuti circa, governando la respirazione e anche io non gli feci mancare la mia, poi sìmi sentii pizzicata. Allora tirò fuori il cazzo dalla mia fica in zuppo e portai le ginocchia al petto, quindi scostandomi da sola le natiche, mentre la fica mi colava, aprii l’ano quel tanto che bastava affinché Charlie lo introducesse oltre il mio muscoletto striato rosa marroncino…
“…AHNNHHHH…HOH! …dai, Charlie, un’altra spinta…hoh! Così entra tuttoooohhhhh!”
“AHNN…ahnnn…ecco!”
“Dai Charlie! Sparamela dentro …muoviti e avvicinati un po’…”
Riuscii a carezzargli le palle gonfie mentre Charlie goffamente stava cercando di muovere tutti i suoi tredici centimetri di carne dura dentro di me…all’improvviso lo guardai negli occhi e lo baciai in bocca! La mia intuizione si era rivelata corretta…a Charlie partì lo sparo di sborra dentro il mio colon retto: due spari massivi e una dozzina di spari minori …poi gli dissi:
“…resta dentro! …e ora leccami i seni! Se t’interessa i miei capezzoli hanno latte!”
Per potermi succhiare il mio piccolo seno Charlie dovette liberarmi l’ano dal mio cazzo ormai moscio…quindi iniziò a succhiare famelico mentre io, in lieve imbarazzo da dolore dato che Charlie succhiava forte, davo un’occhiata all’orologio da parete…
“Hohhhhh …ahnnnn…fa piano Charlie …puoi farmi male così!”
Ma Charlie succhiava implacabile, come se volesse riprendersi dai miei capezzoli la linfa che m’aveva trasferito durante il coito rettale …il dolore al capezzolo era però a tratti anche stimolante, tanto che quando Charlie mi strizzò l’altro seno partì uno schizzo di latte veloce che gli prese la faccia di solo striscio…mancavano ormai solo 7 minuti …ma volevo che il mio cliente fosse contento di me e gli dissi ormai stanca …
“…ahnnn…basta! Guarda la fica Charlie! Guarda la fica! …ahnnn…ahahnnn…ahnnnnmmm! …guardala Charlie! Ora viene! AHHNNNNN…ahnnnnn!”
Charlie mollò pigramente il mio seno per mettere la propria faccia sopra la fica. Me la smanettai velocemente davanti a lui stimolandomi con le mie dita, mentre Charlie usò le sue per tirarmi due o tre volte i capezzoli stanchi …comunque ormai sudata non sgradii la cosa, e in tre minuti di smanettii la mia passera ebbe l’orgasmino senza squirtare …
“AHNNN…AHNNNNN…HOOOOOHHHH…ahnnn…vengoooooohhhh…ahnnnn! Ecco! AHNNN…ahnnnn…guardala Charlie, viene! AHNNNN!...ohhhhhh…Ahnnnnnnn!”
…Charlie ci passò la lingua per assaggiarla dato che era bagnata lo stesso, e me la pulì alla meglio, poi gli dissi inevitabilmente di staccarsi. Il tempo era finito. Charlie mi diede le ottime salviette igienizzanti del servizio nave, e mi pulii sommariamente sorridendogli. Poi scesi dal letto, e mi rivestii velocemente. Avevo appena reindossato gli slip quando Charlie me li riabbassò e mi violò l’ano appena ripulito dalla salvietta con la propria lingua, che aveva indurito per andare oltre esso. Naturalmente avevo gradito…
“…ahhhnnn! HOHHHHH! …Charlie! Sei incontentabile!”
Poi dopo l’ultimo minutino dell’orologio a parete Charlie staccò la lingua e mi rialzò gli slip, tanto che potei reindossare anche la gonnellina…

-continua -
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