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Confessioni di una mente perversa. -5a parte


di sexitraumer
10.08.2018    |    10.154    |    0 9.5
"Poi prese la mia nuca e portò il mio volto contro il suo seno ancora acerbo…una seconda misura, forse una terza scarsa, ma sarebbe cresciuto ancora…era caldo..."
“Mah…lo sapevo questo, ma essere belle nella nostra famiglia è un tratto abbastanza comune; perché te, forse non sei bella? ...comunque ho la possibilità di soddisfare la tua curiosità: sai perché ho scelto Saffo ?!”
“No, credevo che fossi nata così…”
“Forse, la nascita è - e ti assicuro resta - sempre un mistero col maiuscolo!”
“Hai detto al liceo? Sei diventata lesbica al liceo? ...”
“No. Al liceo ho avuto modo di scegliere. Con due amiche, che non sospettavo fossero anche lesbiche, oltre che amiche…”
“…e puoi dirmi come successe? Io per esempio, oggi mi ero…ecco mi volevo fare Enrica, una collega di ginnastica, la insegna al liceo…è stato più forte di me! Volevo amarle la vulva, come non potei fare con te zia Adriana, quella volta che mamma c’interruppe…”
“…beh nel mio caso fu più semplice: m’invitarono a casa di una di loro per studiare, l’altra poi scoprii che non sarebbe venuta. Carola si chiamava quella che mi aveva invitato…dissi a mamma che studiavo da Carola che abitava, tra l’altro a due vie di distanza da noi…scese subito ad aprirmi; indossava un paio di jeans ed una t-shirt…”
“E come andò con Carola?”
“Come andò ! … Che diamine di nipote morbosa ! Se ci tieni ascolta, ma il tuo tempo non gradisci impiegarlo per altro ?”
“Insisto zia, per stavolta ! Non mi respingere di nuovo!”
“Va bene, ascolta allora nello stato in cui siamo ora…la tua mente ora è come se fosse la mia…”
All’improvviso mia zia Adriana con un cenno diagonale mi portò indietro nel tempo…alla sua adolescenza, metà anni 80 del XX secolo…potevo rivivere in prima persona quello che successe: uscita dall’ascensore del quinto piano, una porta mi aspettò aperta: c’era Carola che mi stava aspettando; naturalmente mi accompagnò fin dentro casa, dicendomi di accomodarmi sul divano; mi disse:
“Accomodati che intanto sistemo un paio di vestiti nella stanza di mamma…oggi ho casa libera fino a stasera…!”
“Grazie Carola, sei molto gentile.”
“Figurati!”
Attesi per un po’, poi Carola tornò. Era cambiato qualcosa però: era completamente nuda. E anche molto bella, con quella bellezza di quando si hanno quattordici-quindici anni: un corpo longilineo, snello, asciutto con due piccoli seni, una specie di terza misura. I suoi capelli castani a caschetto le donavano moltissimo, come potei notare quanto fosse bella la sua vulva ben tenuta e pettinata…
“Adriana ! “
Ero sorpresa ! Ma anche turbata, ed un tantino a disagio intimamente. Quel corpo mi stava piacendo…e tanto. Rimasi seduta ed immobile…Carola si avvicinò, e mi fece una carezza; dapprima pensai di ritrarmi, ma tempo un secondo, accettai la sua carezza alla mia guancia. Mentre mi carezzava mi arresi e abbassai il volto per vedere meglio quella sua fica che avevo trovato attraente. Carola abbassò il suo volto e lo strusciò affettuosamente e lentamente guancia-guancia con me diversi secondi, circa mezzo minuto. Poi prese la mia nuca e portò il mio volto contro il suo seno ancora acerbo…una seconda misura, forse una terza scarsa, ma sarebbe cresciuto ancora…era caldo. Mi fece godere del calore del suo seno carezzandomi delicatamente la nuca ed i capelli…i minuti passarono: ero incapace di staccarmi da quel suo seno adolescente, finché non presi una decisione: cercai i suoi capezzoli con le labbra socchiuse pronte a morderli con delicatezza non appena li avessi trovati. Intuii che dovevo pagare una sorta di pedaggio: dei teneri baci a quella pelle calda. Potei sentire il respiro emozionato di Carola:
“Ohnnn…ohhhh…ahn ! Eccolo Adriana…succhiamelo…è tuo…”
Mi porse il capezzolo sinistro scostandosi di poco verso le mie labbra già vogliose del contatto…succhiavo come una neonata felice e mi scaldai così tanto che con le mani mi strappai la t-shirt pur di essere nuda nel torace dove cominciavo ad avvertire le sensazioni di ondate di caldo e brividi di trasgressione…mi ero strappata la maglietta nuova con un solo gesto restando solo col reggiseno. Carola me lo sganciò e finalmente ero libera…di sopra soltanto però…Carola, amorevolmente mi disse:
“Succhia anche l’altro…mi piace…ohnnn…prenditi il mio latte tesorina mia! Lo meriti più di ogni altra…”
Mentre Carola mi toccava e carezzava la schiena ed i miei seni in via di irrigidimento iniziai il succhio dell’altro, ma con maggior voracità, ed infatti mi sembrò di poter assaporare il suo latte…
All’improvviso venni staccata da quel capezzolo stressato dai miei succhi famelici e Carola mi baciò in bocca. Un bacio ad altissima pressione, con le nostre bocche calde, aperte, e saldate…pronte a favorire l’incontro delle nostre lingue e lo scambio delle nostre salive…per la prima volta in vita mia sentivo il sapore di un’altra femmina in calore…come me. Dopo un paio di minuti il bacio finì e Carola sorridendomi mi disse:
“Lascia fare a me…ti piacerà…”
Allineò il suo seno con il mio e fece incontrare più volte i nostri capezzoli carnosi ormai dritti e rigidi come le pedine degli scacchi…ad ogni sfioro mi sentivo una corrente di tremore che dava calore alla mia fica…mi sbottonai da sola la gonna e lasciai che Carola me la sfilasse; mi tolsi io stessa le mutandine, e Carola dopo avermi dato una rapida leccata al mio ventre verso l’ombelico allargandomi le mie coscette mi ritrovai la sua lingua già dentro la mia fica…mi mancò il respiro un istante quando la sentii dura che si muoveva…dentro di me…
“…ohnnn…ahnnn…ohhhh…co..co…cosa fai Carola?...io sono…ver…ohhhh…gi…neeee…lì “
“Certo tesoro mio, resterai vergine, ma adesso fammela leccare…se te la vuoi far sverginare da un cazzo fa pure ! Ora ti mostro cosa so fare io…poi se ti piace tornerai da me…”
Mi leccò tutta la vulva insalivandola senza sosta fino a quando i miei umori vaginali di femmina eccitata non furono un tutt’uno con la sua saliva…ero eccitata all’inverosimile. Non credevo che tra donne si potesse godere così tanto ! Però avevo ancora qualche remora a leccarla…il capezzolo era un conto…la vulva un altro…
“Carola…io…ohnnn…ti prego non smettere ! Carola, sì ! Sì ! …uhhhh…senti Carola, io … ecco…io non la lecco…non…ohhhh…non ci…ohhhhh…non ci riesco…!”
“Non importa! Scendi dal divano ! Dai, vieni qui da me sul tappeto…”
Come scesi dal tappeto allargai le cosce sperando che continuasse a leccarmi la fica, ed invece mi ritrovai placcata dalle sue gambe a forbice che si erano chiuse sul mio bacino. Si spostò agilmente avvicinando la sua fica alla mia, e non appena si toccarono…fui capace di dire:
“Ma la mia è sporca…così si insozza anche la tua !”
“…uhmmm proprio quello che voglio! Segui i miei movimenti…secondo me ti piacerà…dai…assecondami…su…”
Una volta che le nostre vulve furono a contatto iniziò la nostra forbice reciproca, ed anche lo struscio reciproco mi provocava delle correntine di eccitazione interna ed un’ondata di piacere che viaggiava agilmente dalla fica al cervello. Eravamo nude e bisognose di contatto a sfregamento; nonostante tutto Carola mi parlava:
“Adriana, …brava…vai bene…! Così !”
“Non sapevo di essere…ahnnnn…ohhhh….ahn ! Ahnnn ! …di essere di… vent…ata…una lesbica! “
“…Ohhh che fica bagnata che ti ritrovi Adriana…più la sento, più mi sento porca…Ahn ! Adriana, forse non sei del tutto lesbica…ahnnn…ohhhhh…dammi retta! Perdi la verginità con un cazzo di un bel maschietto…che ne diresti …ohhhhh..se ti organizzassi una cerimonietta intima in tre?...ohhhh…”
“…in..ohhhh…in tre?...”
“Sì: io e te lesbichiamo, naturalmente conduco io…eccitiamo il maschietto etero…che poi ti svergina una volta per tutte! Dopo questa verifica a tre o meglio…ohhhhh…tra me e …voi…voi due…saprai se sei lesbica…o no! Se mi vuoi dare il privilegio sarà…mia cuuuuu….ohhhhhh….cura assicurarmi che tu raggiunga un orgasmo da cazzo…che ne…ahn! …che ne dici?”
“…ohhhh…ahnn…ahn…senti! Il cazzo chi lo metterebbe ?...continuiamo…mi piace…il fica-fica è stupendo…!”
“Che ti avevo detto?!”
Le nostre fiche si toccavano reciprocamente sotto diversi angoli; sfiorare i nostri rispettivi clitoridi era impossibile, ma i pruritini giusti ci gonfiavano anche le tette. Non ero ancora pronta a leccare un’altra fica, ma ero felice se mi leccava la mia. Al momento però il solletico delle mie carni intime era il mio solo godimento di adolescente con un’altra adolescente. Dopo un quarto d’ora di quello sforbiciarci con le nostre gambe Carola mi disse:
“Tienile larghe! Stavolta te la faccio godere io”
Mi leccò la vulva ormai bagnata come un cane forsennato. Lì in alto mi diede colpi leggeri e veloci con la sua lingua alternando massaggi della vulva eseguiti con le sue mani esperte. Non potei fare altro che goderne schizzando alla fine con il mio meato urinario.
“Ahn ! AHN !...Ahn ! Ahn ! Ohhhhhh !”
“Finalmente sei venuta tesorina mia…”
Continuava a leccarmi tra uno schizzo e l’altro bagnandosi della mia fica ; poi, cacciato l’ultimo schizzo vi poggiò la guancia calda e vi dormì sopra, forse un quarto d’ora. Io però dovevo proprio andare al bagno, per cui lasciai che la sua testa assonnata scivolasse sul tappeto dove ci eravamo amate. Mi lavai in bagno, poi sempre nuda tornai a stendermi accanto a lei, la mia nuova amica e amante Carola. Si svegliò e mi riempì di baci…poi mi chiese:
“Adriana, me lo prometti?”
“Cosa?”
“Se trovi un bel cazzo per perdere la verginità della tua fica, mi chiameresti?”
“Come mai?”
“Sono lesbica, ma vorrei prepararti io la fica per lo sverginamento; vorrei accompagnare io il cazzo di lui dentro di te, per poi leccarmi bene il tuo godere di cazzo…vorrei leccare una fica appena sverginata Adriana. Pensi di potermi accontentare?”
“Non so…io…e se lui non fosse d’accordo?”
“Mah…io penso che sarà d’accordo: gli offriremo due vulve per la sua lingua…e se non ti offendi anche due buchetti di culo da scegliere. Io me lo lascerei chiavare se tu mi farai assaporare la tua fica col cazzo dentro…se vorrai fare con lui un bel lingua-lingua glielo potrei prendere in bocca io intanto…”
“Carola, io al momento non conosco nessuno che mi farei per sverginarmi!”
“Adriana, io qualche bel maschietto posso rimediarlo…il punto è che non so se possa essere di tuo gusto! Hai problemi con l’età?”
“Da mio papà non mi farei scopare!”
“E da tuo fratello?”
“Non ho fratelli! Solo una sorella più grande e nemmeno tanto bella.”
“E se ti proponessi un mio parente?”
“Non lo so. Perché tutta questa fretta poi?”
“…senti, ti faccio una proposta! Posso?”
“Sentiamo, dai…”
“Se facessi rompere il tuo imene a mio fratello Donato ti regalo di tasca mia un Sì…”
“…un sì?!...”
“Un motorino 50 di cilindrata…che ne dici, ti andrebbe?”
“Una Vespa hai detto?”
“Ho detto un Sì…e aggiungo il casco e il primo anno di assicurazione a carico nostro…nostro di casa mia intendo…”
“Per uno scooter lo farei, però voglio una Vespa, anche una PK50, ma sempre una Vespa…nuova!”
“Uhmmm…aspetta…uhmmm…Senti, fammi fare una telefonata, vuoi?”
“Oh, fa pure…tranquilla!”
Carola andò in una stanza dall’altra parte della casa a fare quella telefonata. Stette via sei o sette minuti. Io usai il telefono che c’era in salone per ascoltarla, ma non sentii niente…e mentre rimettevo giù Carola tornò, e mi sgamò che avevo cercato di spiarle la telefonata. Mi disse con naturalezza:
“Qui abbiamo unito due appartamenti; quello in cui abbiamo scopato era quello di mia nonna defunta; la linea telefonica è ancora intestata a lei. Io la telefonata l’ho fatta dall’appartamento dei nostri genitori…per questo non hai sentito niente amica mia…”
“Io…io…senti, ma insomma abbiamo scherzato, no?”
“No. Donato sta cercando con un suo amico che vende motorini che prezzo gli può fare per una Picappa cinquanta…non mi hai detto che colore la vuoi…una rossa forse la trova; di quel colore ne hanno vendute tante; rossa andrebbe bene?”
“Andrebbe benissimo Carola…”
“Se la trova ti va di combinare oggi stesso?”
“Perché no?!”
“Aspetta qui che glielo vado a dire…”
Stette via un paio di minuti, poi tornò e accomodante mi disse:
“Lui ti svergina e io leccherò tutta la tua fica dopo la trafittura, va bene?”
“Con te sì, se ti va di leccarmela, io però non sono ancora pronta per ricambiarti…lo faccio per la Vespa! L’imene contro la Vespa…vespa nuova s’intende!”
“Il suo amico ha il negozio: ne ha anche d’invendute in magazzino; immagino prenda una di quelle…senti, mio fratello arriva qui tra un’ora; vogliamo mangiare qualcosa? Poi ci faremo la doccia tutti assieme prima del sesso…”
Mangiammo una pastasciutta tutte nude con naturalezza; Carola sapeva cucinare e bene. Mi parlò della sua famiglia, che erano parecchio più ricchi di noi; io avevo papà in galera, ma forse Carola lo sapeva e mai mi chiese niente di casa nostra. Mi disse che aveva sempre spiato i suoi genitori che scopavano con regolarità, però era rimasta più attratta dalla fica che dal cazzo…aveva osservato a lungo quella di sua madre, e una notte piombò di soppiatto nella loro camera, interrompendo una pecorina…
“…e che facesti?”
“…afferrai il cazzo di papà a disagio e al tempo stesso incuriosito, e lo assaggiai davanti a mamma allibita! Un ceffone, o tre, quattro, me li meritavo di sicuro! Continuai con gli assaggi senza che mi fermasse, poi chiesi a mamma di allargare le gambe davanti a me…”
“…e lo fece ?”
“Si stese sul letto supina, evitando di guardarmi per lo choc, credo…quindi le assaggiai la fica bagnata per via del sesso regolare…era di un bel salaticcio, vado matta per il sapore della fica scopata…dopo un minuto di quegli assaggi, avendo esaminato ambo i sessi a casa mia, ho preso in mano il cazzo di papà, e l’ho portato io stessa alla sua fica affinché la chiavasse. Finirono di scopare senza fare caso a me che mi ero toccata guardandoli tutto il tempo…li disturbai solo quella volta: assaggiati cazzo e fica nelle stesse condizioni: umidità da sesso, decisi che a piacermi era la fica…e così eccomi saffica, ma con tendenze ambo sessi…”
“Io non sarei capace di prenderlo in bocca a mio papà…come hai fatto?”
“Per me era solo un cazzo che stava facendo il suo dovere di chiavare una fica legittimamente…a mio fratello Donato ho concesso il culo quando avevo voglia di brividi, dalla fica alle tette, e da queste al cervello…solo il culo, dato che non voglio finire ingravidata dalla sua sborra…”
“Siete una bella famiglia di lussuriosi…non c’è che dire!”
“No, Adriana. Io i miei genitori li disturbai quella volta solamente! E poi mai più! C’era un patto tacito, intuito da noi tutti per istinto: non si parla di quegli assaggi di quella notte…come non ci fossero mai stati!”
“E gli amplessi anali con Donato?”
“Sono rari: per questo danno piacere a me, e a lui…e sempre quando i nostri vecchi non ci sono!”
“Senti, intanto che arriva…non è che hai una foto di Donato?”
“Aspetta, vado a prenderla…”
Si alzò e si recò in un’altra stanza, poi tornò con una piccola Polaroid a sviluppo istantaneo…mi spiegò:
“Questa è di sei anni fa, come vedi il suo cazzo non è eccezionale e dietro troppo male non me ne fa…”
“Ma che fa adesso?”
“Tiene i conti al titolare di una palestra: segretario in nero; se gli va fa anche qualche traduzione dall’olandese e dall’afrikaner…non sempre gliele pagano puntuali, però.”
“Afrikaner?”
“Le elementari le aveva fatte a Città del Capo in Sud Africa, quando mamma lavorava al Consolato locale come segretaria. Papà era lì come imprenditore import-export di frigoriferi made in Italy.”
“Ah ! Avete girato il mondo! Beati voi…”
“Abbiamo avuto fortuna, spero che la cosa non ti offenda…”
“No, figurati! …senti, se tuo fratello è quello della foto per me, dargliela non è un problema…spero che inculi con garbo…piano…”
“Glielo dirò Adriana, glielo dirò di fare piano. In confidenza a me il colpo di lancia non dispiace affatto, sai…”
“…uhmmm…tuo fratello è un tipo pulito?”
“Sì. Conosce l’uso della doccia, stai tranquilla…il problema semmai è che gli diventa duro solo se guarda il mio buchetto del culo…certo tu ti farai sverginare nella fica…”
“In cambio della Vespa nuova, ben inteso!”
“Certo, certo…Siamo di parola noi. Avrà già telefonato al concessionario, sicuramente…senti, intanto che arriva ti metteresti alla pecorina, qui contro il tavolo…”
“Uhmm…perché?”
“Vorrei fare delle prove…”
“Prove?”
“Vorrei leccarti…”
“Dove?”
“Inguine e buchetto del culo…”
“Così, vorrei sapere che sapore hai…”
“Così non mi va. Andiamo in bagno, me lo lavi tu stessa, così poi dove hai messo spugna e sapone, ci metti pure la lingua…no?!”
“Come preferisci…andiamo…”
Andammo in bagno e ci sistemammo nella vasca da bagno. Io mi voltai verso il muro per dar modo a Carola di lavarmi agevolmente la schiena e il sedere. Mi piaceva venire lavata col bagnoschiuma, e ancora di più che mi lavasse una ragazza nuda come me, più o meno mia coetanea. Fece con calma fino a quando non si trattò dell’incavo tra le mie natiche: io o lei dovevamo allargarlo per evidenziare dove doveva passare la spugna schiumosa. Le mostrai la mia ultima dignità posteriore, e Carola prese con calma a passarvi la spugna imbevuta di bagnoschiuma. Ero in imbarazzo, ero in attesa; tra un minutino o meno Carola, la mia compagna di classe sarebbe stata pronta a passarvi la lingua in maniera forse famelica. In teoria quel pomeriggio avremmo dovuto studiare assieme, ma Carola era parente dei libri di scuola come io di Paperon De’ Paperoni…passò la spugna un paio di volte ancora poi usò la pistola della doccia per sciacquarmi tutta, dal collo all’ano…pensai: adesso inizia a leccarmi, ed invece chiuse l’acqua, e si allontanò fino ad uno stipetto a muro: ne prese un asciugamano pulito, di cotone, e si mise ad asciugarmi toccandomi con rapidità ed una certa abilità tattile, anche tra le mie natiche. Mi prese per mano e mi accompagnò fuori dalla vasca dicendomi:
“Andiamo in camera da letto…tanto i miei genitori tornano stasera tardi.”
“Sul loro letto?”
“Sì.”
“Non si arrabbierebbero se tornassero all’improvviso?”
“E perché mai? Lo sanno che invito le mie amiche…di tanto in tanto…e sanno pure che mi piace la vulva…”
“Che devo fare?”
“Mettiti in posizione animalesca… e tieni le cosce larghe di poco…ho voglia di esplorarti! Poi quando arriva Donato ci penserà lui a menare le danze…dai, sali sul letto e fa conto di essere una gattina in calore…”
“Vuoi che miagolo?”
“Dì quello che vuoi…”
Salii sul letto e mi misi nella posizione in cui mi voleva lei, che da brava cagnetta mi aveva già piazzato le labbra sopra l’ano…sentivo dei piccoli baci, molto presto accompagnati dai primi colpetti della sua lingua. Dei colpetti piuttosto esperti, dal terzo in poi non potevo trattenere il mio respiro…
“Ahn ! Hummhhh…ahn ! Ohhhhh ! Ahn !...ohhhhh !”
Sentivo anche l’alito della sua voce; lo capii solo in quel momento: mi ero innamorata della sua voce…
“Non sei male, no. Direi proprio di no Adriana…pciù!”
Mi diede un deciso bacio all’ano reattivo per via delle sue esperte intrusioni linguali, poi prese a leccarmi l’inguine come una forsennata aggiungendo dei tocchi di solletico alle natiche provocati con le dita. Carola era una maestra di sensi da…scoprire ed attivare. Ora la sua lingua stava lambendo la mia fica, e mentre mi stavo abituando ecco una nuova intrusione linguale nel mio ano. Le tette mi si stavano irrigidendo nonostante la posizione canina. Mi sentivo i capezzoli turgidi, ma non c’era nessuno che me li tirasse o succhiasse. Mentalmente pensavo che avrei riempito un autobotte se mi avessero voluto mungere durante quegli istanti di piacere lubrico e perverso tra liceali provenienti da famiglie diversissime come estrazione sociale e reddito. Carola mi stava ancora “verniciando” l’ano con la sua saliva, quando all’improvviso suonò il citofono di casa: era arrivato Donato…probabilmente. Carola staccò il suo volto dalle mie natiche ed io esausta mi lasciai cadere sulla pancia, sistemando un po’ delusa perché stavo godendo la testa di lato, contro uno dei cuscini. Carola era andata tutta nuda ad aprire al fratello e lo portò in camera da letto, dove io mi ero stesa ormai sul lettone. L’ometto entrò. Il suo viso e il suo corpo avevano sei anni in più rispetto alla polaroid che lo ritraeva nudo col cazzetto dritto; qualche ruga, certo, ma più di ogni altra cosa notai che era molto diverso…adesso. Cazzo ! Vedendolo così ci rimasi male: il suo volto fino al collo aveva una gigantesca vitiligine…poveretto. Così bello e con il volto rovinato così. Quando mi alzai a parole dissi:
“Piacere, Donato. Sono Adriana, Adriana Cardosi e sono in classe con tua sorella Carola…”
Ma l’espressione del mio volto e dei miei occhi, incrociati i suoi, dicevano ben altro. Ed infatti Donato disse:
“Il piacere sarà mio spero! Dalla tua faccia desumo che Carola ti abbia fatto vedere la foto senza la vitiligine…sei anni fa ormai…”
“Si vedeva che ero rimasta…”
“Sorpresa! Come il sottoscritto a suo tempo in fondo.”
“Senti, tua sorella ti avrà detto dell’accordo…”
“Sono già passato dal negozio. Potrai ritirarla domani stesso, una PK 50 S…”
“Allora hai fatto sul serio…”
“Sì ! Cosa credevi ?”
“Allora va a farti la doccia che io sono già pronta…ti farò lacerare il mio imene! Ormai è troppo tempo che sono vergine…”
“Posso vederlo ?”
“Certo.”
E allargai la fica affinché potesse verificare l’integrità della pellicina…Donato disse:
“Molto bene, brava…pciù!”
Da bravo maschietto mi baciò la fica nel frattempo richiusasi per poi dire:
“Vado a fare una doccia veloce…senti Adriana: mia sorella te l’ha detto come mi piace arrotare il coltello?”
“Il coltello?”
“Il cazzo! Volevo dire il mio cazzo: per intostarlo devo metterlo nel culo di Carola…glielo scoperò con il condom…poi per sverginare la tua fica lo cambio…intanto perché non iniziate tra voi due…Carola mi ha detto che sei molto reattiva anche dietro…comunque quando infiocinerò Carola, perché, - sappi ! - è un rito necessario…quando inculerò Carola, insomma tu guardaci e toccati al meglio che puoi…devi essere eccitatissima e porchissima quando userò il mio cazzo per romperti l’imene pochi istanti dopo l’uscita dal suo culetto, anzi intanto che mi lavo aiutala a lubrificarsi con l’olio, esplorala col tuo dito…sennò il colpo di lancia non riesce!”
“Va bene, se è così che vuoi…Carola mettiti di fianco che ti devo umettare bene dietro…”
Carola eseguì quanto le avevo detto con disinvoltura aiutandomi anche scostando con le dita lei stessa la natica. Lubrificai Carola affinché il suo culetto potesse subire il colpo di lancia. Intanto sentivo l’acqua della doccia che stava facendo Donato. Carola mi disse:
“Ci metterà ancora un po’…senti lui è anche voyeur…deve guardarci un po’ prima…ti andrebbe di amarmi i seni e i capezzoli come prima? Io intanto ti tocco la fica, così te la troverai già bagnata…anzi lasciati baciare il collo…fidati di me Adriana…”
Carola mi baciò sul collo e ne rimasi passivamente felice…intanto mi stava carezzando anche la vulva e i miei respiri si stavano facendo più lunghi ed affannosi…sentivo il cuore battermi…Carola prese a baciarmi anche le labbra, poi abbassò la mia testa sul suo seno acerbo da adolescente. Glielo baciai con la sola dolcezza di cui ero capace, passando le mie labbra su tutta la pelle del suo seno, quindi un minuto o due dopo mi dedicai al suo capezzolo, da mordicchiare e da succhiare. Sia io che lei incrociavamo i nostri respiri, i nostri capezzoli, gli uni contro gli altri e le nostre labbra: stavamo amoreggiando per Donato, che forse ci stava già guardando interessato. Gli davo le spalle mentre Carola accarezzava la mia schiena con una mano, scostando una delle mie natiche con l’altra. In che situazione mi ero cacciata! Ma ci avrei guadagnato una Vespa nuova, tutta per me che mamma e papà non avrebbero mai potuto comprarmi…Carola mi disse:
“Per eccitarlo bene, Adriana, deve intravedere anche il tuo di ano…su non le chiudere…tanto inculerà me per prima, il mio culetto lo ama più di ogni altro, da quando glielo prestai per raccogliere la sua sborrata...quando eravamo più giovani di adesso…”
Che incestuosi dovevano essere stati ! E io puttana per loro…mi voltai. Donato si stava menando il cazzo ed io gli chiesi:
“Vuoi che te lo prendo in bocca, prima? Certo, se, ahhhnnnn…tua…tuahhhh sorella me lo lascia fare…ohhhhh come bacia…uhmmmm come tocchi Carola!...Ci credo che tuo fratello ti vuole…sei brava,…sai…ohhhh….uhmmmm…mi hai reso lesbichetta Carola!”
“Vai, faglielo un pompino! Voltati e mettiti e dammi il culo in faccia, qui dietro ci pensa Carola!”
Mi portai verso il cazzo di Donato e subito, istintivamente da quella femmina che ero, lo presi delicatamente per accogliere nella mia bocca la sua cappella circoncisa, senza prepuzio…avevo sulla lingua, mediato dalla saliva, il mio primo sapore maschile, mentre Carola provvedeva a umettare e massaggiare con una certa maestria la mia fica affinché tra poco fosse bagnata e recettiva. L’odore della pelle del cazzo di Donato mi piaceva e mentre carezzavo la sua asta con le mie narici dal soffio caldo, succhiavo e bagnavo la sua cappella ormai in via d’indurimento anche se suo malgrado non era molto grossa. Andavo avanti ed indietro con la bocca e di tanto in tanto mi fermavo per leccargli le pallette già dure…adesso però mentre sentivo la lingua di Carola aggredire da dietro il mio sesso, Donato tolse il cazzo e disse a sua sorella:
“Preparati Carola! Il mio cazzo è pronto !...basta così Adriana, dai…”
“Huhmmmm ancora un po’ Donato…il cazzo mi piace, sai…”
Donato mi lasciò in bocca il suo cazzoncino duro, affinché lo leccassi un altro pochino, poi lo staccò dicendomi:
“Adriana mettiti da un lato, guardaci bene e toccati…la tua fregna voglio trovarla zuppa…”
A malincuore mi spostai continuando a massaggiarmi la vulva ormai gonfia. Carola alla pecorina apriva e chiudeva le natiche per mostrare le movenze variabili del suo ano al fratello col cazzo in tiro…Donato si avvicinò le prese la chiappetta destra spostandola verso l’esterno e prima che riuscissi a vedere bene diede un velocissimo colpo a quel buchetto di culo da una ventina di cm di distanza…sua sorella Carola esclamò:
“AHI !”
Un ahi brusco ed alto. Donato benché non dotatissimo aveva fatto centro pieno. Quel suo cazzo da teen ager era scomparso in un solo colpo dentro il retto di sua sorella Carola, la mia amante di prima…feci per carezzare il ventre alla mia amica, e mi capitò di spostare la mano sotto la sua vagina bagnata ed in tiro…continuai a carezzarla nel suo sesso mentre il fratello infoiato le mandava i suoi fendenti…dopo una decina di colpi mi disse:
“Preparati Adriana, fra un po’ di colpi esco…stenditi accanto a Carola…”
Mentre mi stendevo Donato tolse il sottilissimo condom dal buchetto del culo della sorella. Aveva sfilato il cazzo ancora dentro…io supina con la testa rialzata sui cuscini allargai le mie coscette e la mia fica già apertasi per l’eccitazione…borbottai:
“Son…sono pronta Donato…entra! Ormai è tua…su…però fa piano che ho promesso a tua sorella degli assaggi in diretta…”
Carola masturbò pochi secondi il cazzo del fratello accompagnandolo davanti alla mia fichetta col pelo biondo ormai arruffatto e disordinato. Il cazzo di Donato entrò subito e subito dopo sentii un dolore tagliente…quasi uno strappo…
“Ahi ! …ohhhhh….ahi …ohhhh…ahn !...ahi ! …ahn !...ahn !“
Com’era da prevedersi il mio imene si era lacerato del tutto, e la cosa non era stata indolore. Comunque il piacere delle mie carni interne martellate dalla sua cappelletta dura prese il posto del dolore, come pure il mio desiderio di carne maschile stava prevalendo. Portai le mie caviglie all’altezza dei seni dando così modo a Carola di leccare le mie emissioni vaginali macchiate dal sangue dell’imene che Carola ebbe cura di pulire del tutto con la sua lingua e saliva. Stava leccando una vulva in chiavata piena, quando all’improvviso la odiai…mi stava montando su il piacere, quello denso, lubrico, immorale…avevo già la lingua di fuori quando ecco che Carola toglie il cazzo…subito chiesi:
“Perché ?”
“Perché ho voglia di assaggiare il cazzo di mio fratello bagnato della tua vagina, Adriana…”
Se lo leccò e aspirò tutto quanto; non essendo grosso le sparì rapidamente in bocca, poi dopo averlo rimesso a nuovo, tirato a lucido di saliva ordinò:
“Piazzati di sotto, Donato. Su…non farmi aspettare…”
Suo fratello si piazzò di sotto col cazzo ancora in tiro verticale…Carola ci dettava movimenti e posizioni.
“Aspetta Adriana, lasciami fare…sluuurp…yuuuuulmmm, sluuurop…”
“Ahnn ! Ahnnn ! Ohhhhhh ! Ancora che lecchi!...voglio chiavare, Carola…ohhhhh !”
Mi aveva leccato velocemente la fica, poi disse:
“Fatemi vedere uno smorzacandela ! Dai Adriana…devi cascarci sopra…non ci mettere la mano davanti, te lo dico io se la mira è giusta !”
Feci come mi aveva detto sistemandomi di sopra, e aprendo la mia fica con entrambe le mani, per poi cascare sopra quel cazzo…eccitata Carola aveva preso a leccare la mia fica dalla quale scendevano ancora bavette di godimento. Staccava il volto per farmi fare una decina di movenze sopra e sotto…altre bave…finché il cazzo di Donato stimolato dalla lingua tralignante di Carola non eruttò la sborra che doveva cacciare…per non ingravidarmi lo tolse lasciando che il bianco nettare macchiasse le pieghe della mia fica. Donato era venuto, sua sorella come una saprofaga ci puliva i sessi. Ero delusa. Non avevo avuto il mio orgasmo. Quando mi stava per montare quella stronza golosa di Carola sfilò il cazzo del fratello per imporci lo smorzacandela. I nostri sessi si raffreddarono, e ci accasciammo tutti e tre l’uno sull’altra…ovviamente stremati dormimmo. Quando mi svegliai erano le nove di sera. Dovevo inventare qualcosa di plausibile per mamma: in fondo avevo una quindicina d’anni e siccome non avevo mai studiato tantissimo sarei dovuta tornare a casa per le otto di sera al massimo. Se andava bene e passava l’autobus forse sarei arrivata per le dieci…quando salutai Carola prima di andarmene, la baciai in bocca, dicendole che mi aveva rovinato il climax con quello smorzacandela repentino…
“Mi dispiace. Comunque mentre dormivi mio fratello ha telefonato al concessionario…ha detto domani passa a ritirarla una mia incaricata, Adriana Cardosi; ha detto loro di segnarsi il tuo nome. Ad ogni modo domani a questo concessionario mostra la carta d’identità, ti daranno la Vespa…se non hai il casco, tieni! Ti presto il mio…tu comunque compratene uno, ok?!”
“Grazie Carola, ma tienilo pure. Il casco me lo compro domani stesso: ho i miei soldini da parte…”
“Come vuoi…”

…il racconto di zia Adriana era finito. Mi aveva consentito di entrare dentro la sua mente; avevo rivissuto quella scopata come se fosse stata mia. Ovviamente quello era uno dei tanti segreti di zia Adriana. La mia curiosità però non se ne voleva andare…
“E così hai ottenuto uno scooter molto facilmente…”
“Ero felicissima cara la mia nipotina…ma non durò…”
“Anche tu un incidente?”
“No. La mia amica-amante Carola dopo una ventina di giorni a scuola non venne più. Presi la Vespa e andai a trovarla a casa, ma non c’era. Non c’era nessuno. Né lei, né il fratello, tantomeno i suoi genitori…però c’era il poliziotto, il vice commissario Lorenzi con due agenti sulla porta, che mi stavano allontanando con cortese fermezza, e lo sfollagente poggiato contro il mio stomaco con una pressione sopportabile; Lorenzi che aveva arrestato papà tre-quattro anni prima… …
“Che fai qui, Adriana, vero ?! Sei la figlia di Cardosi…mi ricordo di te!”
“Signor Lorenzi, questi due non…ma insomma! Sto cercando la mia amica Carola, che volete ?!”
“Fatela passare, ci conosciamo…ci conosciamo…”
Voltandosi verso l’ingresso da dove provenivano le nostre voci, mi vide; volevo andare via a quel punto, ma aveva fatto un cenno ai due poliziotti di presidio alla porta d’ingresso di lasciarmi entrare. Entrata me ne volevo già andare dato che avevo notato un po’ di disordine, come i mobili spostati e un paio di cassetti rovesciati, come se ci fosse stata una perquisizione; Lorenzi mi trattenne afferrandomi per una mano…subito m’interrogò.”
“Insomma, mi è parso di capire che stessi cercando una tua amica, vero?”
“Signorsì…e allora?”
“In particolare chi cercavi?”
“La mia amica Carola, Carola Wouter, una mezza italiana, e mezza sudafricana…è da un po’ che non viene a scuola…vive qui; ho detto io alla nostra prof d’italiano che sarei andata a trovarla di persona…”
“Eravate in confidenza?”
“Perché?”
“Dai, così…alcune cose non tornano, e a me il quadro serve completo!”
“Ma che è successo?”
“Lo chiedo io a te. Abbiamo registrazioni autorizzate dal gip di quello che si è svolto qui…”
“Facevo sesso con Carola quasi sempre, e con suo fratello Donato ogni tanto…”
“Da quanto tempo?”
“Un mese; abbiamo scopato un mese, poi a scuola non è venuta più…”
Lorenzi, garbato e paterno disse:
“Ci credo! E così ti ha detto di chiamarsi di cognome Wouter…che fantasia! Sai, a dirla tutta io sono venuto qui a togliere i microfoni. L’inchiesta è finita. Al magistrato non servono più…si è sgonfiata da sola, del resto quei due sono spariti!”
Aprì l’altra mano, e mi mostrò una decina di cimici, alcune con il filo sottilissimo, altre no…mi venne un brivido di paura…con quella roba avevano i nastri della nostra lussuria sia tripla, che reciproca. Lorenzi mi guardava paternamente, con sufficienza, per via dei nostri “incontri” passati: ossia l’arresto di mio papà Giuseppe Cardosi in piena notte, quando avevo undici anni…e da padre di famiglia qual doveva essere anche lui, mi fece delle ovvie domande…
“Tuo padre lo sa che frequentavi questa casa?”
“No. E non sa neppure che ci sono diventata lesbica qui dentro. Mi ha fatto innamorare Carola!”
A lui lo confessai sul momento, tanto doveva avere i nastri con le nostre voci…intime…
“Non so cosa vuoi dire Adriana, a tuo padre nel colloquio informativo in carcere ho taciuto delle vostre…intemperanze…qui comunque abitava in sub affitto…lo sai cos’è il sub affitto?”
“Sì. Vi abbiamo dovuto ricorrere anche noi da quando papà è dentro…”
“Stavo dicendo Adriana, qui abitava in subaffitto una coppia di truffatori seriali, uno con una voglia su più di metà del viso, lei invece una bella fighetta sexy, davvero bella, con i capelli a caschetto…guarda queste foto segnaletiche Adriana…”

- continua -

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