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incesto

E dopo la bidella, anche me: sua sorella 2a p


di sexitraumer
17.05.2011    |    39.722    |    0 7.7
"Saggiavo la sua saliva con la punta del glande, non ne traevo molto piacere, poiché la lingua si muoveva poco..."
“Perché vogliamo scoparti, e con quella si tromba di brutto… si tromba come locomotive credimi!”
“Come vorreste scoparmi!? Ehi dico, sbarbini! Lo sapete quanti anni ho?”
“Abbastanza da farcelo drizzare ancora, sei una donna così bella, vero Alessandro ?”
Se c’era una cosa in cui Roby era bravo (ed io proprio negato) era nel rompere il ghiaccio quando l’argomento si faceva imbarazzante. Fu Roby con quella sua faccia da farabutto sicuro di sé a chiarire la cosa alla bidella Franca; non mi chiedere come facesse; non lo saprò mai, forse dipendeva dal fatto che i capelli li portava lunghi con disinvoltura, o forse che sapeva stare ritto sulla schiena. Io lì per lì biascicai qualche stronzata, credendo di farmi amica la signora.
“Come no Roby! E poi io sono pure comunista!”
“E con questo?! Guarda che io per darla non guardo per chi voti…”
“No, io sono comunista perché…”
“Oh, ma che ne vuoi sapere alla tua età ?! Io sono comunista sì, ma solo dall’età di trent’anni !…ho studiato e ci ho pensato, sono una bidella, ma mi sono laureata ! Io i comunisti non li voto per contestare il governo! Io mi istruisco prima di sputare sul governo, sapete sbarbini presuntuosi! Per me se uno non studia, il suo diritto a protestare vale poco…”
“E se uno non può perché è povero?”
“A tragico! La biblioteca pubblica è gratuita…”
“Posso chiederle in che cosa si è laureata?”
“Scienze politiche…con una tesi sulla laicità dello Stato repubblicano nell’ottica togliattiana dei rapporti Stato-Chiesa. Fu Togliatti, senza consultare la base del partito, a dare istruzione di votare per l’inclusione dei Patti Lateranensi nella nostra costituzione! Io al suo posto avrei fatto svolgere un referendum, avrei fatto decidere al popolo. Tu per esempio che ne dici ?”
“Cioè io, per me compagna la Chiesa…ma insomma che roba è ?”
La donna continuava ad aspirare fumo dopo avermi smerdato con la sua cultura…
“Ma dico; ci sei o ci fai ?! Sei veramente così ignorante? Ma che parlo a fare! Tanto tuo padre avrà i soldi per pagarti il cazzeggio eterno al liceo, e all’università…in Parrocchia ci vai ?”
“Tzcù!”
“Dai Alessandro stai proprio cazzando fuori dal buco; la politica non c’entra, e poi prima non sapevi nemmeno chi fosse Balbo…tu studi poco di tuo! Io almeno sui riassunti ci vado, me li faccio dare…”
Poi però, sorprendentemente, la De Santis divenne gentile con me, pensa Fiammetta che mi chiese:
“Senti, a vederti sembri proprio un tipo pulito anche se scemozzo, scusa sai; dì, che mestiere fanno i tuoi Alessandro ?”
“Papà è ingegnere civile, mamma fa l’assistente sociale alla casa circondariale. Anche lei è comunista; è per la pace, contro la guerra…”
“Da come la vedo io se non studi prima o poi ci finirai anche tu a dare lavoro a tua madre! E casa tua com’è ?”
“Grande, a due piani, col garage. Se l’è costruita direttamente papà, l’ha progettata con il nonno, il padre di mia madre che era architetto…”
“…e che macchina avete a casa?”
“Ne abbiamo due, papà ha una Lexus, mamma una Panda…”
“Quella nuova ?”
“Sì, quella che somiglia alla Renault Modus…”
“Uhmf, la Lexus, la Panda, la casa a due piani, e forse ti faranno pure il motorino…e sei comunista?...scusa sai, ma va a cagare! Sei un comunista forchetta e coltello!”
“Ma se io voto comunista!”
“Tu ancora non voti, sbarbino! Simpatizzi soltanto.”- E mi sparò un anello di fumo in faccia.
“Beh, io, noi…”
“Io abito in una casa popolare di cinquantasette metri quadri, e la macchina se l’è portata via quello stronzo di mio marito quando m’ha lasciata per una troia rumena…mio figlio fa il pony express per pagarsi giurispruden…ahn! Oh! Che botto! Qui mi fate secca! Oh ! Ahn!”
Mentre la De Santis s’infervorava con me, Roby le andò di dietro, e le mise la mano sul culo carezzandole la natica, e baciandole il collo dietro. La De Santis si voltò e lo fulminò con lo sguardo senza addolcirsi. Lui, da faccia tosta qual era – e come lo invidio! - diede un’altra manata con un pizzicotto; la signora ne ebbe un improvviso rantolo, come quello che hai cacciato tu quando ti sono entrato nella figa…qui ero convinto che ce la fossimo giocata, ed invece alla De Santis le si gonfiò il seno con un ampio respiro, quindi spense la sigaretta nel bicchiere di plastica con il resto della sciacquetta di caffè lungo, e quando ormai ero sicuro che ci stava per mandare affanculo disse tranquilla:
“Sapete che vi dico ? Un giretto come dico io non me lo faccio da tanto tempo…! Accompagnatemi in bagno, se la volete! Lo faremo in tre; porca mignotta voi due sommati assieme non fate ancora la mia età…Sì, mi avete proprio fatto venire la voglia di darla. Anche se siete degli stronzi viziati siete sempre due bei maschietti…Roby lo conosco, vorrebbe scoparmi da mesi. Pensa Roby, ho incontrato tua madre una decina di giorni fa all’ipermercato…ahnn! Che caldo, ma quanta ce ne hai messa? Porcone ! Non leccarmi il collo qui, che ci vedono…ahn! No, ahn!”
“Sai di buono bella gnocca! Ne ho sciolta poca, stai tranquilla. Ma dimmi sluuuurp,…uhm che buon profumo! Ma dimmi, uhmmmmf, poi con mia madre che è successo ?”
“Ahn! Le ho detto che mi spiavi da qualche mese, anzi no, due almeno! Le ho detto chiaro e tondo che avresti voluto scoparmi, come in discoteca al Menotti club, dove mi hai palpeggiata due volte; solo che lì non ti ho dato soddisfazione; non ti ho degnato di uno sguardo continuando a ballare; però a tua madre gliel’ho detto…che mi avevi - ahn!- molestato! Come adesso delinquente! Ahn!”
La De Santis se la rideva maliziosamente. Roby, che continuava a baciarla sul collo allungando le mani sulle zinne, tutto sorridente sai cosa le ha risposto Fiammetta?...
“E mia madre lo sai che ha fatto?”
“Che ha fatto, porcellino ?”
“Mi ha dato cento euro, e mi ha detto di andarmi a fare una ragazza della mia età più o meno, e di lasciar perdere le vecchie…”
“Ah! Pure vecchia! Ahn! E tu Alessandro, anche tu vuoi scoparmi ? Mi desideri veramente?”
Qui confessai di getto Fiammetta…
“Dal mio primo giorno di scuola qui, signora De Santis, fu due anni fa, erano le nove e noi dovevamo ancora entrare in classe; lei aveva i capelli tinti di castano rosso a casco e aveva le calze a rete e stava parlando con il professor Morelli fumando assieme una sigaretta…lui, mi ricordo, le aveva fatto i complimenti per le sue gambe, le disse che erano le più belle della scuola, e lì si sputtanò ammettendo di aver guardato anche le studentesse, lei lo derideva…”
“Che memoria! Complimenti! Comunque a Morelli non gliel’ho mai data. Era sposato solo da due anni. Aveva una moglie graziosa. Se voleva tradirla con me si è dovuto attaccare al cazzo!”
“Morelli ci provò con lei signora De Santis ?”
“Con me ci provano in tanti Alessandro, e io mi diverto a lasciarli a cazzo moscio, quasi tutti. Se mi offrono soldi non mi offendo perché ho famiglia e mi servono, ma molti colleghi tutto hanno, fuorché i dindini. Bah. Uhmmmm! Ahn! Andiamo dai, che sento che inizia a fare effetto…oh! Mi è sembrato che il cuore, ahnn!-perdesse un colpo! Uh! Che vampata! Ho la figa che mi prude! Ehi ragazzi, voglio il vostro seme dentro, così se ci resto secca, dopo l’autopsia mi faranno il DNA e i carabinieri e i giudici ve lo faranno buttare al culo in cella tra di voi per dieci anni…ragazzini ! A quarantotto anni mi fate fare ancora di questi voletti…ahnnnn, il cuore! Uhaaammmm, aiutatemi che sto tremando…ahnnnff, ahnn, ahhhnfff.”
Mio fratello Alessandro proseguì il racconto:
Entrammo nel bagno, e immediatamente la signora Franca con un paio di occhi esaltati ci fece chiudere la porta dietro di sé a chiave…Il locale era pulito e lucido, non squallido come quello degli studenti. Pensa Fiammetta, c’era pure il bidet, anche se noi non l’abbiamo usato.
“Sporcaccioni! Ma se veniva un professore ?”
“Boh…siamo stati fortunati, alle 14 c’è solo il preside che scartoffiava un’altra oretta nella presidenza. Ahò ! Come è andata in sballo l’abbiamo montata in due nel bagno dei professori, che l’aveva appena pulito, e lì siamo entrati con lei, che ci ha ceduto le chiavi ! Chiusa la porta, la bidella si è spogliata rapidamente: via il camice nero, per terra tra le caviglie la gonna, e aperta la camicetta io ho preso subito a palpeggiarla nei seni infilando le mani sotto il reggiseno, e Roby nelle chiappe frugandola bene. Non era sodo, ma era caldo sorellina. Lei mi ha sorriso e ci è stata…poi anche Roby se l’è tirato fuori, e lei gliel’ha preso in mano sparandogli una sega prima di fare l’amplesso, lasciarsi chiavare e perdere conoscenza…il resto ormai lo immagini da sola…si tratta di roba potente, se combinata con la caffeina ! Stanca un botto!”
“Se sapevo che ti eri scopata la bidella…fegataccio stronzo! Ti sei fatta una di quarantotto anni!”
“Quella è una grande zoccola quando deve scopare! Per la sua età ci sono rimasto sorpreso.”
“Per la sua età dici ?! Forse questa roba ti frigge il cervello, mi hai appena detto che era in arretrato di cazzo…se ve la siete fatta, vuol dire che è ancora piacente…”
“Ce la siamo scopata solo un’ora ! Io mi sono arrapato di brutto quando Roby le ha abbassato da dietro le mutande nere di pizzo, i primi peli li ho visti io, sai Fiammetta…”
“Immagino, e poi cos’è successo?”
“Le ho preso quell’enorme sorca nella mano, e gliel’ho spremuta bene…non sapevo che a quell’età si bagnava ancora…tutta la mia mano non riusciva a prenderla, ma era calda, oh se era calda!”
“Che fine! Predico che diventerai presto un playboy di drogate!”
“Sì, fine infatti… l’ho subito baciata sulle labbra e lei si è tirata fuori la lingua. Un paio di salivazioni ce le siamo scambiate! Poi mi sono anche abbassato a succhiarle i capezzoli di quelle due belle zinnone che tiene. Lei intanto stava sparando una sega a Roby che le baciava il collo dietro, io le dissi che volevo leccarle un po’ la clitoride anche se con tutto quel pelo scuro appena appena lo vedevo. Roby ottenuta l’erezione le diede un paio di colpetti dietro, poi s’inginocchiò in terra ed iniziò a leccarle il culo. Lei si abbassò un po’ il bacino per farlo leccare più comodo. Anche io nel frattempo mi ero inginocchiato per leccarle la fica un minutino almeno…non dico che l’odore mi attraesse, sembrava tra pesce bollito e uovo sodo; però mi piaceva! Gli sapeva di pesce, ma si sentiva che ce l’aveva sudata; stava lavorando quando siamo arrivati noi due. Ho leccato però, l’ho leccata quasi tutta…pensa che mentre lo prendeva in mano a Roby mi disse…
In quel momento ebbi la conferma del mio sospetto che, tra gli effetti collaterali della pasticca c’era la parlata a ruota libera senza inibizioni. Se mio fratello fosse stato pulito, e non sotto l’effetto di quelle pasticche di cui stava facendo un certo abuso, non avrebbe parlato con tutti quei crassi particolari con me che essendo una donna (diversa dalla De Santis) avrebbe dovuto dominarsi…mio fratello continuava a parlare di quella donna, che gli avrebbe detto:
“Che pretendi sbarbino? Ahn! Mica me la sono potuta preparare! Ahn! Ahn! Oh, se ti puzza togliti! Magari me la lecca lui…Roby ancora, dacci sotto con quella lingua nel culo! O vuoi leccarmi anche tu la sorca ? Ahn! Ahn! Volete cambiarvi di posto ?! Ahn! Ahn! Uhmmmm, porcellini miei! Venite dalla mamma! Sono già tutta bagnata…”
“…uhhhh! No, ora la lecco io questa !...luuuulmmmm, uhhmmm! Ohhh! Huuulmmmm!”
“Dai leccala, che te la cavi bene! Hai iniziato con tua madre Alessandro? Oh! Uhnnnn!”
“…no! Con tua sorella! Troia! …sluuuuuup, buono il clito! Ahnnn! Che figona, Roby!”
“Anche a me sta a fa ‘na bella sega! Pari o dispari Alessandro?”
“Ahnnn! Uhmmmm! Sluuuurpppp, uhmfff, ahn! Che ?...”
“Il tuo, ahn!...amico vuol sapere, ohhhh!...chi mi entra in figa per primo…dai buttate! Al tre, ahn!”
“Pari!”-dissi io. E ovviamente Roby scelse dispari.
La donna esaltata disse mentre io gliela leccavo, e buttai le dita alla cieca al suo tre:
“Uno, due, tre! Giù le mani, porcellini miei!”
Io calai le dita a formare il due, e Roby il tre:
“Tre e due cinque, ahnnn, è uscito dispari! Lecca Ale, lecca, che ne parlerò con tua madre, ahnnn! Sei troppo bravo di lingua! Perché non fai cornuto papà, Alessandro ?...ahnnnnn! Nella figa mi entra per primo Roby! Direi che il tuo paletto è quasi pronto Roby! Ohhhh! Anche lì dietro mi ficchi la lingua…ahn! Ancora porcello, hai la lingua bella dura!”
“Uhmmmm, uhhlmmm, luuulmmm! Ahn! Va bene, ma fammela leccare ancora che ci divento pazzo!”
“Ale, non farci caso, ahnnnn, è una donna di prima classe col sesso!”
“E sto anche rischiando il posto e il carcere, stronzi! Uhmmm! Ehi! La lecchi bene Ale!”
Insomma, mio fratello s’era innamorato della fica di una vecchia volgarona che lo esortava a farsi nostra madre (intanto si era fatta me…):
“Era buona, o è meglio la mia ? ”- Lo chiesi maliziosa a mio fratello, che fece spallucce e proseguì nel suo racconto…la donna secondo quanto raccontava mio fratello diede disposizioni ai due giovanissimi amanti:
“Roby stenditi in terra che ti cavalco; è arrivato il momento: lo voglio in fica! Dai, che lo voglio in fica, e mi raccomando sborramela bene! Ahnhnnn! Arrivano le vampate! Eccole, dai Roby, giù! Fra poco andremo come treni.”
Come Roby si stese in terra col suo cazzo dritto in tiro, la bidella ormai per lo più nuda, con la sola camicetta sbottonata, sgualcita, e spiegazzata dalla foga, abbassandosi si fece impalare dal suo cazzo; un po’ ero invidioso; quel pelo era tutto davanti a Roby. Io le vedevo quelle sue due belle chiappe proletarie con la cellulite a coprirle il bucio, e tempo dieci secondi gliel’ho messo di dietro una prima volta. Fece tre o quattro affondi a smorzacandela, trascinandomi con sé mi fece uscire dal culo, poi si voltò verso di me, e mi fece:
“Ale! Dimostrami che, ahn, non sei solo uno stronzetto viziato…ohhhh! L’hai visto stò baldraccone dietro ?!...Uhmmmm, sì! Ahn! Fattelo ! E mettimelo al culo, dai, che vi voglio dentro tutti e due! Ahhnnnn! Ahnnn! Ahnnnn! Dai Ale, inculami!”
“Ecco, ci riprovo, l’avevo messo dentro un attimo fa, ma lei si è mossa…”
“Ma cos’è stò lei del cazzo ! Dai entra dietro! Vai Roby, muoviti, che vai bene, ahn, ahn! Che bello ! Ahn! Due bei cazzi dentro! Cazzo! Ahn! Sì, voglio il cazzo! Tutto cazzo! Ahn! Chiavatemi tutti e due ragazzi, finalmente due ragazzi puliti…ahn, ahn, sto aspettando Ale, tu devi farmi il culo dai, dai che ne sei capace, ahn, ahhnnnnn! Fai conto che sono tua madre, dalla stà botta…! Ahn! Ahhhh! Ahn! Due cazzi dentro! Tutti e due dentro! Ahnnnn!”
Glielo infilai nel culo la seconda volta; ci vollero tre secondi di pressione della cappella sullo sfintere perché riuscissi a violarla; e stavolta l’ha sentito eccome! Io sentii sulla cappella ben stretta il tepore del suo retto:
“Ahhhhhh, sì, ahnn, affonda! Ahi! Ahi! Fatemi urlare ragazzi, che davanti sto già colando, ahnnn! Ah! Ah! Forza ragazzi, dai che sono tutta una vampata di calore…ahi Ale, muovilo stò cazzo Ahn! Ahn! Ahi! Ahn! Ahi! Lo sento, ahi! Ahn! Lo sento nel culo ! Ahn! Ahnnnn! Muoviti un po’ Roby, non stare sempre fermo! Ahn! Ahi! Ahn!”
Quella femmina era caldissima, per un attimo ebbi paura che la pasticca ed il caffè potessero ucciderla, il suo culo me lo stava strozzando una meraviglia; con il culo lo faceva bene, ma ero invidioso di Roby che si poteva ciulare la sua sorcona. Andammo avanti forse una ventina di minuti; la De Santis lo sapeva che a me era toccato il compito più faticoso, per cui si voltò e cercò di baciarmi un bel po’ di volte, compatibilmente con gli affondi contro il cazzo di Roby che -beato lui - sguazzava nel suo brodo di goduria…Roby purtroppo conduceva il gioco, e regolava la velocità della scopata collettiva, io dovevo stare dietro, ma per due colpi che tirava lui uno solo ne affondavo io, e la vaccona godeva, lei. Sborrò per primo Roby, poi due minuti dopo godette anche lei dicendo frasette come:
“Ahnnn! Sbrodolooooohhhh, non riesco più a trattenere, eccoti il mio colino Roby, ahnn! Ahn! Ahn! Scusa ti sporco tutto; ahn! Ahn! Bella calda la tua sborra, bravo, ancora, ahn! Ahn! Ahhhhhhhhhhhh! Ale, devi sborrarmi bene tu adesso, non ti fermare! Uhmmmm! Ahn! Ahn! Ahn! Spaccami dietro Ale!”
Quelle parole in realtà non erano per Roby, lui aveva già dato. Immaginare che avevamo fatto godere quella donna fece venire anche me dentro i suoi visceri, forse le sparai sei o sette colpi, glielo diedi anche io, tanto che quando ho tolto il cazzo le ho visto il bushetto tutto imbiancato della mia sborra. La De Santis si staccò dal cazzo di Roby che se ne scese subito in basso per la stanchezza; Franca gli fece cenno di alzarsi, poi gli prese il pisello in mano e ricominciò con una masturbazione. A me disse:
“Ale, dammelo che me lo prendo in bocca…anche a te Roby, un bel pompino per tutte e due i miei maschietti, vi rivoglio subito in tiro!”
Ci spompinò leccandoci le cappelle e mordicchiandoci le aste finché ne ebbe la forza, poi si stancò e dopo un ultima robusta insalivata alle nostre cappelle, stesasi a terra allargò le sue cosce, e davanti a me si stagliò il suo figone peloso. L’effetto della pasticca aveva toccato il culmine, poi era iniziata la parabola discendente; un velo di stanchezza cominciava a vedersi negli occhi della donna, che faticava a tenerli aperti; prima di perdere conoscenza la nostra amante mi disse:
“Ale, mettimelo in fica tu adesso, e scusa se non te l’ho data prima, hai bel cazzo anche tu. L’ho sentito. Non fare caso a me se perdo conoscenza, tu chiavami, e sentiti libero di sborrarmela…goditela dai, tanto anche se dormo ti soddisferà lo stesso…ahn! Ahnnnnn, uahmmmmm, ahnnnn! Yawnnnnn! Ahn!“
Non fece in tempo a finire la frase che mi era tornato dritto, e subito gliel’ho ficcato dentro. La sua sorcona era profonda, e anche se lei stava cedendo alla stanchezza, la figa le restava bella calda. Roby ne approfittò per scenderle col cazzo sulle labbra, poi si rialzò e, dandomi le spalle, se lo fece prendere un po’ in bocca, anche se la De Santis non riusciva a tenere gli occhi aperti. Io però volevo vedere le zinne e la bocca della bidella sorcona, e feci cenno a Roby di levarsi. Roby dopo averglielo tenuto in bocca sei o sette minuti del mio orologio al quarzo si tolse per farmi vedere il volto dormiente di lei. Roby s’inginocchiò alla destra di lei, e mentre io mi godevo la figona di lei, lui si strusciava la cappella sul suo seno. Io intanto cercavo di strizzarle il sinistro, ma Franca non reagiva più, era in un leggero coma. Per respirare mentre la chiavavo respirava; feci cenno a Roby di aprirle una palpebra, e purtroppo era come temevo: la pupilla non reagiva alla luce, se ne andava verso l’alto. La nostra vaccona personale dormiva profondo, ed io non riuscivo a concentrarmi per sborrarle la fica. Venne prima Roby che le sporcò il seno destro più di quello sinistro, poi dopo averle dato l’ultima goccia biancastra, glielo spalmò bene sul petto. La De Santis continuava a dormire indifferente. Ci volle una ventina di minuti perché riuscissi a sborrargliela bene. Roby mi disse:
“Senti io ho fatto ormai, fai così: esci dalla figa e fatti un paio di minuti in bocca, anche se non muove la lingua ci troverai un bel po’ di saliva calda…poi dopo tre minuti glielo rimetti in topa, vedrai che sborri…io mi devo fare una pisciata nel cesso, non fare caso a me!”
Feci come aveva suggerito Roby, uscii dalla sua figona calda, morbida, e inerte, e dopo averle scostato le labbra e aperto la bocca le infilai dentro il cazzo. Per timore di soffocarla facevo piano, e non ce lo mettevo tutto. Saggiavo la sua saliva con la punta del glande, non ne traevo molto piacere, poiché la lingua si muoveva poco. Mi stavo facendo una mezza sega nella bocca passiva di lei, e la cosa pur essendo una novità, non mi divertiva molto; per cui, tempo tre minuti, glielo reinfilai nella figona. Il generoso sesso di quella donna era molto più bello. Mi restituiva sensazioni più piene, tanto che le pallette mi si erano gonfiate ed indurite ben bene. Stavolta sentivo che avrei sborrato presto. Il prurito sulla punta della cappella e la tensione tra inguine e palle stavano annunciando la seconda serie di spari liquidi. Le venni dentro, era una cosa che desideravo da un paio d’anni, poi stanco, scesi su di lei, e presale la testa fra le mani, col pisello scarico ancora dentro, mi presi la soddisfazione di baciarmela dappertutto su quel viso. Solo ora stavo soddisfacendo le mie voglie represse per quella gnoccona, che quando l’ho conosciuta aveva meno di quarantotto anni! Quando congiunsi le mie labbra con le sue per schiudergliele Roby mi disse:
“Cazzo, Alessandro, non sapevo che te n’eri innamorato…uaaaao! Che roba! Tu questa te la sposi!”
Non feci caso a lui e continuai a sciabolarle la lingua in bocca una decina di minuti sperando di risvegliarla. Il coma però sembrava, se non profondo, certo non leggero, proprio per niente. Decisi di togliere il cazzo ormai moscio dopo due orgasmi, e poi di continuare con i baci, anche un tantino rumorosi. Roby continuava a schernirmi…
“Ma dai, che si sveglia, vedrai…dai, che non muore, va là…”
“Roby !”
“Che c’è ?”
“Aiutami a sollevarla, mettiamola sul bidet, dai!”
“Perché?”
“Aiutami! Da solo non ce la faccio!”
Alla fine Roby mi aiutò, e la sistemammo sul bidet, accessorio in dotazione al bagno dei professori dove eravamo adesso. La donna continuava a non riprendere conoscenza.
“ Mettiti di spalle a lei e reggila! Ora prendo un po’ d’acqua e le lavo la figa…”
“E allora ?”
“Ho voglia di leccargliela di nuovo, però pulita.”
“Boh, fai!”
Dopo averle lavato la fica, ed il culo con il sapone da mani, quello dell’erogatore, l’abbiamo riadagiata a terra e girata di fianco: Roby si è messo sempre di fianco dietro di lei e glielo ha messo lui nel culo questa volta…io mi sono limitato a leccarle la figa nonostante quella foresta di pelo, che ora profumava di sapone fresco; con la mia lingua scoprii che a quell’età la clitoride era ancora buona…Io a sborrare non ci riuscivo più. Roby dominando il suo rumore respiratorio e ritmando le sue movenze riuscì a venirle nel culo, mentre lei non ne voleva sapere di uscire dal coma. Io mi stavo preoccupando per cui una volta scaricatami la libido con un’eiaculazione spontanea mentre gliela leccavo famelico la rilavammo di nuovo sul bidet. Per me gliel’avrei lavata con la mia sola saliva. Roby era molto paziente, mi aiutava e cercava di rassicurarmi:
“Ti dico, che non muore; ha solo bisogno di dormire un po’. Non starti a preoccupare, dai.”
Ci pensai due o tre minuti, ma di lasciarla sul bidet nuda non ne volevo sapere; mi venne un’idea: prima di tutto dovevamo rivestirla tutta, compreso il camice; la cosa richiese dieci lunghi minuti. Poi, finito di rivestirla, le bagnai il volto con l’acqua fresca e le tirai degli schiaffetti; finalmente ! Si stava risvegliando, però poi ricadeva nella narcosi. La sua testa pendeva da un lato.
“Aiutami, spostiamola di qui! Facciamola sedere nel cesso come se dovesse pisciare, abbassale di nuovo le mutande, ecco, così, sì! Le gambe, così! Ok! Vediamo se resta così o cade…no, ok, così! Appoggiale la testa al tubo di plastica.”
“Tranquillo, non cade!”
“Lo so che non cade…voglio vedere se respira.”
I suoi seni semiprosperosi si gonfiavano ritmicamente, respirava; le presi il polso. Era regolare.
“A me sembra di sì, non ti preoccupare dai…”
“Guarda che questa nel culo e nella figa ha il nostro di sperma, se muore ci s’inculano di brutto in una settimana!”
“Sei fissato Alessandro! Non muore, vedrai che non muore! Che facciamo ? Ce ne andiamo ?”
“Non lo so, boh, tu che dici ?!”
“Andiamo, dai. La conosco la pastiglia! E pure lei la conosceva…dormirà un’altra oretta almeno, forse due, poi si sveglierà con un certo torpore e la figa sensibilizzata, non appena se la tocca scopa di nuovo…se non scopa il resto del mondo avrà un’importanza relativa. A me è successo così almeno…”
“Se lo dici tu, però l’idea della pasticca è stata tua Roby!”
“Certo e l’idea di sbattercela è stata tua, e così siamo pari, però adesso ce ne andiamo prima che qualcuno senta i nostri discorsi e venga a curiosare? Mò stai zitto e ascolta! Io ora giro la chiave, guardo se viene nessuno e sgattaiolo fuori, non appena fischio vieni fuori pure te; ah senti…”
“Che c’è, dimmi…”
“Tieni ! Mettile le chiavi in tasca, e vieni via!”
Le mutande di lei erano tra le ginocchia. La donna con la testa dormiente da un lato rimase seduta nella tazza. Le misi le chiavi nella tasca del camice da lavoro e mentre Roby non vedeva le diedi un ultimo bacio ed un ultimo sguardo alla figa pelosa nerissima scostandole la gonna. Come l’avrei baciata un’ultima volta quella figona! Roby m’incalzava:
“Posso sperare di farti da testimone alle nozze ? Magari ti si sposa anche lei, che facciamo, andiamo?!”
Alla fine la lasciammo lì a smaltire il resto dell’effetto col sonno. Si sarebbe risvegliata dopo un paio d’ore secondo il mio amico Roby. Uscimmo in punta di piedi dal bagno dei professori e ci defilammo. Il nostro turno in biblioteca era saltato, ma nessuno se n’era accorto. Firmammo i registri e ce ne andammo. Quando la nostra bidella avesse cominciato ricordare noi saremmo arrivati già a casa nostra. Chissà se il figlio se n’era accorto che se la poteva prendere per le successive sei ore; sai sorellina c’è un effetto-coda che ti spinge a fare sesso con chiunque ti guardi…
A mio fratello non mancai di dire:
“Sei fissato con l’incesto…tu!”
Il racconto di mio fratello era quasi finito, ma di parlare ne aveva ancora voglia. Mio fratello mi aveva ricordato che per sei ore successive si fa sesso con chiunque ti guardi; io gli dissi ironica, ma sempre passiva:
“Ho visto ! L’hai collaudata su di me! Ha ragione la De Santis, sei proprio uno stronzo! Lasciarla così come un…come un rifiuto! Vergognati! Vi ha dato il suo corpo! E l’avete abbandonata lì da sola.”
“Ma dai, qualche professore o professoressa l’avrà trovata, e svegliata con un po’ d’acqua fresca.”
“Dovevate svegliarla e accompagnarla fuori, siete stati furtivi come due ladri! L’avranno presa per una drogata. Potrebbero pure farla licenziare, se solo sospettassero. Il guaio che tu di Roby ti fidi troppo. Quello ti vende a quelli del suo giro…”
Mio fratello non mi rispose niente, ma mi baciò il seno più volte; ho poco seno, ma a mio fratello piaceva. Cercava ancora di stare dentro di me ormai completamente nuda, la passività erotica di prima mi stava lasciando. Sentivo freddo nonostante il suo corpo, e forse era un buon segno, i sensi mi stavano tornando forse normali. Dissi a mio fratello:
“Esci, dai. Andiamo in bagno a lavarci. Ti va di lavarci ? Io mi sento sporca.”
Mi sentivo sporca per aver fatto sesso con mio fratello, ma metà di me aveva gradito il godimento tratto dalla mia vagina. La fortuna di mio fratello era che io al principe azzurro non ci ho mai creduto.
“Uhm, forse hai ragione. Senti, vorrei chiederti, insomma come ti senti ?”
Freddamente risposi:
“Sporca. Ho ancora voglia di sesso sì, mi sento la fica elettrica l’animaccia tua! Però voglio di più una doccia !”- Nell’imprecare gli feci comunque una carezza alla testa.
“Vuoi un’aspirina effervescente? Hai mal di testa ?”
“No, non ce l’ho per ora. Lo togli questo cazzo ?! Ormai ce l’hai piccolo. Vorrei sgranchirmi.”
“Scopiamo sotto la doccia ?!”
“Senti coglione! Ti decidi a liberarmi la fica, o vuoi che ti piscio addosso?”
Mio fratello a disagio per il mio cambiamento di tono si alzò, e sfilò il pisello dalla mia sorchetta stanca e sporca, non più vergine. Lui era ancora sotto l’effetto di quella pasticca, ma sembrava non averlo assorbito meglio di me. Mi porse un braccio, e mi aiutò ad alzarmi. Le ossa mi facevano male. Ero stata stesa troppo a lungo, anche se sopra un morbido tappeto di un certo spessore. Raccolsi la felpa chinandomi un istante, e me la misi poiché sentivo ancora freddo; mio fratello si prese le mie mutandine, e se le annusò con ostentazione. Mentalmente era ancora infoiato.
“Te le regalo se le vuoi, come ricordo di oggi, nascondile bene! E non dove metti i porno. In famiglia facciamo finta di non saperlo che usi lo spessore delle cornici… ehi ascoltami: le mie mutandine non le mostrare ai tuoi amici ! Se ti sfugge stà storia finiamo tutti in galera! L’incesto è reato! Ahhiii!”
“Che c’è?”
“Un dolore alla colonna… porca troia!”
Con un certo mal di schiena alla colonna vertebrale mi chinai per raccogliere la canottierina, e mio fratello ne approfittò per introdurmi un dito nel culo, e continuare ad esplorarmi. Era un gesto molto maleducato, però non gliene volli. Decisi di ignorare l’esplorazione, e mi diressi verso il bagno. Lui mi seguì a poca distanza dopo aver raccolto i suoi abiti. Arrivati in bagno, guardai verso lo scaldino a metano, e vidi che non era stato acceso. La doccia sarebbe stata quindi fredda. Mentre armeggiavo con le manopole per vedere quanta acqua calda residua scendeva, sentii mio fratello scostarmi le mie piccole natiche e fare pressione con qualcosa di piacevolmente duro e tondo; e non era il suo dito di prima! Mio fratello si era eccitato di nuovo vedendo le mie tondeggianti chiappette lasciate scoperte, ed al tempo stesso evidenziate dalla felpetta che mi copriva dalla vita in su. Purtroppo vide anche il mio roseo buchino della mia ultima dignità. Mio fratello Alessandro cercava di mettermelo anche al culo senza troppe cerimonie. Lasciai le mie mani alla presa sulle manopole della vasca da bagno, e piazzai il culetto più in alto rispetto alla vita. Ancora affamata di sesso apprezzai quell’interesse di mio fratello per il mio di dietro, e sentendo ancora una piacevole passività lo incoraggiai:
“Beh, cazzo dai! Se ce l’hai già duro ficcacelo dentro, e fammi sentire cos’hai fatto alla vostra bidella… ma è l’ultima volta; da domani non mi tocchi più, o lo dico alla mamma.”
“E mamma dirà che mi hai provocato tu…”
“Dirò alla mamma delle pasticche e di Roby, e dei quaranta euro in una settimana scemo! E ora proviamo anche questa! Vediamo se sai fare il servizio completo…”
Mio fratello premeva, e strusciava col suo cazzo tra le mie chiappette pallide esitando. Sentivo la sua cappella calda carezzare la pelle chiara e freddina delle mie natiche. Fra poco avrebbe preso a farsi spazio tra di esse con prepotenza. Inaspettatamente mi domandò:
“Veramente lo vuoi anche lì? Ce lo posso mettere davvero?”
“Sì, fammi sentire cosa sai fare… prima che cambi idea…solo stavolta!”
Mio fratello mi fece una forte presa sui fianchi, e poggiata la cappella sul mio ano roseo ed innocente fece pressione, poi indietreggiò per un attimo, provai una sensazione di vuoto temporale, e all’improvviso vibrò il colpetto che fece cedere il mio tenero buchetto. Mi sembra tuttora incredibile, ma era dentro.
“Ahn! Ahi! Ahn! Uh! Ahi! Ahi! Fai piano! Mi piace si ti muovi, ma ahi! Fai piano, ti prego!”
“Sì uh! Che bel culetto, ahn! Fiammetta che bel culo che hai! Ahn!”
“Ahi! Sì, ahi! Ahi! Brucia… ahi! Ahi! Uh!“
Sentii meno dolore dell’imene lacerato, ma più a lungo; in tre secondi metà del suo cazzo era nel mio retto che strozzava la sua cappella. Per reazione al suo avanzamento scalciai verso dietro con la caviglia destra. Alessandro mi smuoveva il mazzo col suo cazzetto duro da adolescente. Una banale pasticchetta per lo sballo aveva fatto di me una troia, una troia sverginata in tutte e due i pertugi, nientemeno che da suo fratello, che mi aveva collaudata, provata sul campo. Da sobria non mi sarei mai sognata di dargliela. Droga, incesto, ed immoralità, la più totale. Sentivo i miei visceri muoversi per i suoi colpi di pisello eretto e tiepido nel mio retto. In quei grassi momenti immorali seppi che il sesso si poteva apprezzare anche duro. Promisi a me stessa che avrei provato a trarre piacere anche dal rapporto anale, benché fosse anche noioso. Quello piace solo a voi uomini, che godete a sottometterci nella dignità. I dardi di mio fratello Alessandro si stavano facendo monotoni. Se avessi potuto vedere me stessa in quel momento avrei visto una giovane ragazza che veniva sodomizzata dal proprio amante, il cui cazzo era riuscito a farsi accettare dal mio retto che si era adattato a sua volta a quel missile di carne. Non ero felice di darmi così, ma al tempo stesso ero interessata a quelle sensazioni del mio sfintere; fui ancora più contenta quando mi mise le mani sotto la felpa per stringermi le zinnette. L’eccitazione ritornava, ma era meno di quella che avevo provato con la vulva abilmente leccata, e disinvoltamente violata. Finsi di soffrire per quei suoi colpetti per eccitarlo a dovere, e farlo finalmente sborrare. Ero pronta al clistere immaginando che una fiumana di caldo sperma avrebbe riempito il mio intestino ed invece venni delusa.
“Sì ecco! A te!”
“Sì, ahnnnn! Ahnnn!”
La sborra di mio fratello lasciò il suo cazzo allo stremo per la fatica per innaffiarmi; ma mi innaffiò alla meglio e decisamente poco. Sentii solo tre schizzi e basta. Mio fratello era spompato per la scopata di prima. Ci staccammo, mi voltai verso di lui e lo baciai, poi toltami la felpetta entrai nella vasca per lavarmi lo zozzume di dosso. Mentre bagnavo il mio corpo con la poca acqua calda rimasta Alessandro prese a baciarmi l’ano rosso e dolorante. Glielo lasciai fare una trentina di secondi, poi lo scostai con la manopola che mandava acqua ormai fredda. Entrò in vasca anche lui e facemmo la doccia tutti e due insieme lavandoci l’uno con l’altra senza altri tocchi particolari. Poi, una volta asciutti nei nostri accappatoi, tornammo alle nostre vite. Alessandro andò a dormire. Io non avevo più sonno. Nei giorni successivi non parlammo del sesso tra di noi, ma solo del suo problema di tossicodipendenza. Gli dissi che se smetteva di drogarsi con quella robaccia lo avrei perdonato per il sesso carpitomi con l’inganno. Gli dissi in particolare che ero curiosa di fare l’amore con lui (ci sapeva fare comunque) in piena salute, senza subordinare l’erezione ad alcuna botta da pasticca. Gli chiesi se sapeva scopare al naturale. Mi promise che ci avrebbe provato. Ero preoccupata, ma non certo per la perdita dell’imene; non devo rendere conto a nessuno; mio fratello, dopo tutto, mi aveva fatto godere; adesso sapevo come si faceva a godere con la propria fica; ho fatto esperienza anche con il coito anale, e non è stato tanto doloroso dato che mio fratello non ha il cazzo così grosso da farmi urlare come se mi squarciasse; no il problema era un altro: mio fratello era un impasticcato che non si faceva scrupoli. Di questo passo mi avrebbe aggredito in futuro, e forse con violenza. Aveva problemi con i soldi, era prigioniero delle iniziative del suo amico Roby; ve lo raccomando quello lì: solo un furbo che studia poco; si accontenta della sufficienza, e nella vita di tutti i giorni fuori dalla scuola approfitta dell’ingenuità di mio fratello Alessandro. Lo aiuta a farsi la bidella bona (-e posso dirlo almeno io ? Vecchia, si vecchia ! Ma gallina vecchia fa buon brodo…) Questa bidella sexy che da fantasia erotica, diventa una vera esperienza e poi, non pago, si fa anche me! E se lo avesse fatto con me per essere stato rifiutato da lei ? Io, con la mia stazza fisica non mi sarei mai potuta opporre ad una sua aggressione sessuale; per garantirsi la mia non-difesa mi ha drogata; viceversa quella troia della De Santis con un calcio ben piazzato gli faceva fare da scuola a casa in un unico salto. Chissà se mi avrà scopata su suggerimento di Roby, o se ormai è così impasticcato ed esaltato che un giorno di questi si farà pure nostra madre. Si crede un ometto potente, ed invece è solo patetico, come quando mi ha chiesto il permesso di sodomizzarmi. Per la fica non me l’ha mica chiesto. Ho deciso di concederglielo visto che ormai il peggio era stato fatto (la sua sborra nel mio utero) altrimenti mi avrebbe molestata ancora. Un fratello disposto a drogarsi, questo è il problema che avremo dentro casa nei prossimi mesi, o anni ?!...adesso pure la mia possibile gravidanza ! Cosa volete che sia aver perso l’imene davanti a problemi come questi ? Ancora meno me ne fotte di avergli concesso anche il culetto. Se penso che la bidella sembra che se la siano fatta senza il condom, non oso pensarci! Oppure, solo adesso mi viene in mente un pensiero strisciante, come il serpente di Eva la prima peccatrice dell’umanità…nonostante la mia disponibilità mio fratello mi ha domandato per ben due volte se poteva sodomizzarmi, quando mi aveva già a sua disposizione col culetto già pronto e piazzato; una bella insicurezza, no?! E dell’insicurezza di mio fratello che Roby approfitta regolarmente. Come se io sapessi cosa voleva, e lui no. Il guaio di quelle pasticcacce è che ti fanno soffrire anche di schizofrenia: e se la scopata in tre con la De Santis non fosse mai esistita? Oppure se c’è stata, forse era un due più il guardone sfigato, rifiutato dalla bidella scopona, per il suo perbenismo piccolo-borghese…già magari è stata aggiustata nel resoconto dalla fantasia di mio fratello già preda di quelle pasticche ! Non è che niente niente la bidella se l’è scopata solo quel mezzo delinquente drogato del suo amico Roby, e lui messo da parte da entrambi ha potuto solo guardare ? Tanto fisicamente è più prestante Roby. Perché la De Santis avrebbe dovuto mai copulare con mio fratello ? In fondo lui con la sua ingenuità è lontano anni-luce da ciò che quella donna intendeva per comunista…o magari potrebbe aver sognato tutto e mi ha raccontato solo fandonie onde farsi passare con me per un grande amatore. Per me stessa è troppo tardi; ormai la verginità dei miei pertugi so di averla persa con un incesto vissuto con una certa passività, ai limiti dell’episodico! Ma se me lo chiedessero non saprei dire se è stato lui a sedurmi, o se ho sognato anche io di essere stata disponibile; magari non lo ero e lui ne ha approfittato. Maledette pasticche! Non distingui più la realtà dal plausibile, né il plausibile dalla fantasia; col tempo aumenta solo il vuoto nella testa, e non ricordi più chi fece cosa; forse tutta questa storia in fondo potrebbe non essere mai esistita…

Come vorrei aver studiato quel paragrafo sulla svolta di Salerno… cazzo! Che anno era?

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