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Quando Angela Pohel viveva sulla Luna, parte 3


di sexitraumer
27.05.2021    |    562    |    0 9.2
"Mhmhmm…” “…mhmmm…su, un altro po’…avanti, dai!” “Uhmmmf…mhmmmhhh…ohhhh!” La cappella scoperta di Koen era ferma al di sopra dello spacco..."

…il biondino di famiglia, un pomeriggio che i genitori ritennero di poterli lasciare soli a casa un paio d’ore, consumarono un’esperienza di sesso pieno nella stanza di lei, dove Koen era entrato all’improvviso mostrando semi serio alla sorella il suo cazzetto eretto. Gesien, come d’abitudine, guardò suo fratello un lungo minuto senza tradire alcuna espressione, poi senza pronunciare alcuna frase si abbassò le mutandine lasciandole cadere a terra, si stese sul suo letto mentre Koen restava sempre più stupefatto dal comportamento concludente di sua sorella Gesien, un po’ meno bionda di lui, dal viso piacevole, ma non affettuoso: suo malgrado si avviava, nonostante la freschezza della giovinezza, a sembrare una futura donna dura; suo fratello Koen era disorientato: Gesien, ormai senza intimo addosso sotto il basso ventre, aveva appena rimboccato la gonna mostrandole le sue coscette, e in due riprese di una decina di secondi ciascuna, aveva del tutto scoperto la sua vulva dal pelo biondo, mostrando al fratello che lo spacco già umido si stava dilatando. Koen ancora esitava, e sua sorella che a livello sia conscio che inconscio s’era innamorata di lui, gli disse di avvicinarsi…

“…che fai imbambolato sull’uscio?! …volevi questa, no?!”
“…!?”
“Dai, scappellalo…se vuoi ficcarlo devi tirare indietro la pelle lì avanti…”
“Co…così?”
Nonostante l’ospitalità gentile ed educata di sua sorella Gesien, Koen sembrava in un certo qual modo esitare: il suo cazzetto di una decina di centimetri per uno era dritto grazie ad una repentina scarica ormonale, ma ancora con la cappella coperta…
“Falla uscire…e vieni qui!”
“…e…ec…ecco!”
“Ti fa male quando la fai uscire?”
“No…no…”
“Vuoi mettermelo dentro, vero?!”
“…s…sì…io…ecco…io…”
“Mettilo qui, dove vedi lo spacco! Infilalo, e metticelo tutto! Fino in fondo…su, coraggio…”
“…da…davv…vero posso?”
“Sì. Vuoi provarla, no?! … eccola!”
“…allora …ce lo metto! ...mhmhmm…”
“…mhmmm…su, un altro po’…avanti, dai!”
“Uhmmmf…mhmmmhhh…ohhhh!”
La cappella scoperta di Koen era ferma al di sopra dello spacco.
“…ahnn…bravo! Ora spingi e vai avanti e indietro…”
Koen in realtà rimase fermo un minuto mentre le sue pallette si stavano gonfiando…
“AHNNN…ohhhh…ohhhh…bella la tua fica…Gesien…mi piace…ohhhh…e …se…se…esce?!”
Gesien, senza alcun sorriso particolarmente invitante, gli fece una carezza sotto le pallette che s’indurivano…
“…ahn…ahnnn…se esce ce lo rimetti! ...AHNNN…su…spingi più in fondo…così…ahnnnn!”
“…ahnnnn…ahnnnnn…Gesien…mi…mi …sent…o le palle gonfie…mi …mi…sembra che si muove qualcosa…”
“Mettilo fino in fondo! Vedrai che ti piacerà…AHNNNN! …ahnnn…ahnnnn!”
Koen aveva capito come doveva muoversi, ma tremava tutto, e sentiva una stranissima tensione muscolare sotto l’inguine…
“AHNNN…ahnnnn…ahnnnn…stai per venire Koen …altri cinque-sei colpi…poi lo togli! Non mi devi venire dentro!”
“Ahhh…ahnnnn…pe…pe…perché? ...mi piace…è calda!”
“AHNNN…ahnnn…ahnnnn!”
“…qu…qui…questa…è …è la…fica Gesien?!...ahnnn!”
“…Ahnnn…ahnnnn…ahnnn…ultimo colpo Koen!”
Gesien con un sorriso per distrarlo gli tolse il cazzetto, poi sollevatasi, si mise sulle ginocchia e scostandosi le natiche, allargò il proprio ano, che Koen poté contemplare la prima volta, dicendo al fratello ancora eccitato:
“Mettilo lì se vuoi venirmi dentro! Su che entra lo stesso!”
Koen seguì alla lettera le istruzioni di sua sorella maggiore, e fece passare la cappella oltre l’ano di Gesien, che naturalmente finse di accusare il colpo per aumentargli l’eccitazione, e farlo venire…
“AHNNN…tutto fino in fondo…poi mi sbatti! ...mhmmm…”
“AHNNN…ahnnn…ahnnn…st…strin…stringeeeeehhhh!”
“Scopa…ahnnn…ahnnnn!”
Koen dopo quattro spinte sentì le sue pallette mandargli un impulso ondulatorio intenso fino al centro della cappella dove provò del piacere. Il cazzo sparò il suo primo gettito di seme dentro il retto di sua sorella il cui volto, visto prontamente da Koen riflesso sullo specchio della sua cameretta a occhi semi chiusi, non tradì alcuna emozione: ovviamente Gesien la venuta del fratello se l’aspettava, ma da ragazza avveduta, non lo fece venire dentro la fica per scongiurare una gravidanza inopportuna. Suo fratello poté mandare una decina di gettiti dentro di lei, tutti portatori di piacere, anche se quelli che davano il maggior piacere erano solo i primi tre, quasi sempre…
“…hai finito Koen, mi sembra…toglilo, dai! Sennò rimaniamo incastrati!”
“Ancora, Gesien, ancora…”
“…non butta più Koen…stai un altro po’ se vuoi, ma non butta più…e adesso è anche sporco, toglilo e vai a lavarti! O avrai un’infezione! Usa il sapone, senza economia!”
Alla fine il fratello fece quello che la sorella gli aveva detto, e andò al bagno a lavarselo. Poi si lavò anche Gesien, dato che intuiva che tra non molto il fratello le avrebbe chiesto di leccargliela. Gesien, pur avendo una faccia da poker, verso il sesso da quando aveva saputo come si faceva spiando un paio di coppie, di cui una sua amica cui aveva chiesto il permesso, aveva deciso che il sesso serviva a provare piacere e a darlo. E se un maschietto le fosse piaciuto non avrebbe esitato a darla. Quel giorno di ormai tanti anni fa il maschietto era quel bellissimo biondino di suo fratello, che in età adulta avrebbe sviluppato un’autentica passione per le mulatte, pur non disdegnando i tanto in tanto una rimpatriatina con sua sorella …Gesien aveva calcolato giusto: venti minuti dopo Koen tornò alla carica…
“…prima volevo leccarla anche…”
“Koen, ce l’avevi dritto e duro: quando è dritto e duro lo devi mettere dentro, che poi, se ti soddisfi prima con la lingua l’erezione passa.”
“…sì, ma io volevo…assaggiarla…”
“Ho capito! Che ti credi?! …tieni, eccola! …”
Gesien con la sua solita faccia impenetrabile da segretaria serissima d’ufficio dei piani alti di certi olodrammi tv, rimboccò nuovamente la gonna, si riabbassò le mutandine, e allargate lievemente le cosce, presentò nuovamente al fratello il proprio sesso di nuovo eccitato, pronto ad aprirsi. Era talmente innamorata di suo fratello minore, che bastava che questi la guardasse interessato che iniziava a bagnarsi e a pruderle, proprio lì tra le cosce. Gesien, di statura una volta e mezzo il fratello, come un colosso di Rodi attendeva che la barchetta passasse sotto le sue cosce, e la lingua curiosa di Koen, in luogo del terribile fuoco greco, avrebbe conosciuto l’unico fuoco fluido, bagnato e assaporabile al salaticcio del mondo: i fluidi del sesso femminile…Koen s’inginocchiò comodo sotto di lei e prese a leccarle la vulva dappertutto, freneticamente seguendo l’istinto primordiale di miliardi di altri maschi ormai polvere da secoli…Koen era stato fortunatissimo: aveva una sorella che considerava labbra, lingua, seni, capezzoli, e vulva alla stregua di sensori esterni capaci di captare e trasmettere piacere. Gesien si stava rendendo conto di star bagnando il viso di suo fratello, il quale continuava a leccarle la pelle della vulva, senza manifestare il minimo fastidio. Gesien decise che sarebbe venuta incontro al fratello inesperto…
“…mhmmmm…mhnnnn, staccati un attimo Koen!”
“Ahnnnf…sluuuurp! Yuhlmmm…mhmmmm!”
Il fratello affannando per l’eccitazione eseguì, fermandosi. Gesien si liberò della gonna lasciandola cadere a terra, quindi con le proprie dita scostò i lembi superiori della vulva scoprendo parzialmente il clitoride, e dicendo con il solito tono freddo, e al tempo stesso gradevole…
“…lecca leggero leggero, qui in alto! Intorno a questo piccetto sfiorandolo appena, mi raccomando! Lecca rapido…senza spingere con la lingua, sennò mi fai male…ma se vuoi che una femmina goda sul serio…devi leccare in alto…non in basso. Poi comunque un po’ di solletico sull’inguine non mi dispiace…ma ti bagnerò tutto!”
Sorprendentemente il fratello riprese a leccarla, e a lingua piena, nell’interno di entrambe le cosce dov’era molto sensibile, poi si dedicò alla vulva in alto dove gli aveva detto lei, leccando famelico per una decina di minuti mescolando, e bene, i fluidi vaginali di lei con la propria saliva di maschietto arrapato. A quel punto prima di venire in faccia al fratello la gelida ma generosa Gesien gli propose di stendersi a terra…
“…dai Koen, facciamo un sessantanove! … Lo sai com’è? …Sì?”
“Sì…”
Koen si stese per terra, e attese che sua sorella gli prendesse in bocca il cazzetto ormai indurito, dritto e da ri-scappellare…davanti agli occhi di Koen, la vulva bagnata, l’inguine caldissimo, e il tiepido ano di Gesien toccavano continuamente la bocca, la lingua sempre attiva, e il naso caldo di suo fratello…mentre lui solleticava con suo alito l’ano e l’inguine di lei, Gesien passò la lingua velocemente sulla cappella violacea del fratello e dopo aver alternato due tiri a mano stretta, e due colpi di lingua al centro della cappella di lui, Koen venne sparando in bocca a Gesien il proprio seme…quegli istanti erano preziosi, e la magia di quegli sparetti indusse Gesien a trattenere in bocca il più possibile quel cannoncino di carne dura carezzandogli i coglioncini duri con tutto l’amore di cui era capace. Koen le venne in bocca e Gesien, eccitata e contenta del sapore del cazzo di suo fratello, fece tutto ciò che poté per ingoiare quella sborra…poi dopo un paio di colpi di tosse, pulì la cappella al fratello, che ormai bagnato dalla venuta della sua vulva, andava in cerca di altri sapori morbosi cercando d’infilare la propria lingua oltre l’ano di lei. Fece un paio di tentativi di violazione dell’ano della sorella, poi leccò il buchino striato, fino a che non distolse la testa ormai stanco. Gesien gli disse senza tradire alcuna emozione:
“Fortunatamente mi sono lavata anche dietro Koen …vieni alzati, e seguimi sul letto!”
Koen, approfittando dell’incredibile ospitalità di sua sorella la seguì come un soldatino. Raggiunto il letto di lei si tolse la maglietta, e il reggiseno imbottito, e presentò al fratello le proprie zinne di prima misura unitamente ai relativi capezzoli. Sentenziò:
“A questo punto direi che ti mancano solo queste! Stenditi sopra di me, baciale, e impara a baciarle, e a succhiarne i capezzoli…ormai facciamola completa! Si vive una volta sola!”
Il fratello a quel punto prima di sistemarsi sopra di lei le allargò le cosce, si spippò il cazzo sperando in un’altra erezione, e dopo avercelo ficcato dentro in qualche modo, si diresse sul seno sinistro per baciarlo e suggerlo. Inizialmente gli riuscì di tenere il cazzetto dentro la fica della sorella, calda e bagnata della sorella apprezzando contemporaneamente quanto fosse piacevole la pelle del seno sulla pelle del viso, calore contro calore, mentre succhiava il capezzolo come avesse sete di latte da tempo immemorabile. Succhiandole il seno, gonfio, e indurito, e leccandone la pelle tutto intorno al capezzolo quando non lo succhiava, aveva provocato in lei una maggior ampiezza di respiro sopra…
“AHNNNN…OHNNNNN…AHNNNNN…mhmmmm…sì, continua, ahnhnn...bravo!”
… e un maggior calore dentro la fica dove la cappella cercava goffamente di farsi strada verso il piacere più intimo ed interno…nel momento in cui Koen volle ripetere il trattamento al seno destro il cazzetto ormai con una nuova erezione uscì dalla vagina bagnata di Gesien, che glielo afferrò delicatamente con le dita, e lo riposizionò per una nuova penetrazione, dicendogli:
“…ahnnn…per l’altra tetta c’è tempo! …ecco sei di nuovo dentro…scopa!”
Stavolta Koen ce la mise tutta, e tamburellò col bacino rapidamente preso da un’intensa foga amorosa, poi si fermò, la baciò in bocca un buon minuto senza perdere l’erezione … e quando Gesien gli leccò la faccia un paio di volte, Koen venne la terza volta quel giorno dentro sua sorella, la quale sperò fosse ormai solo acquetta con pochissimo seme. Voleva rimproverare Koen, ma preferì baciarlo: ormai era fatta!
…e colti dal sonno riposarono abbracciati seminudi e congiunti per i sessi, e non si accorsero che i genitori erano tornati, e che trovandoli che dormivano…inspiegabilmente, o forse per troppa civiltà…li avevano lasciati stare! Andarono a sbrigare il resto delle faccende domestiche, guardando male soprattutto lei, la maggiore di casa, ritenendo che potesse aver provocato il maschietto. Sembrarono sul punto di voler loro fare una sfuriata, ma seguivano subito dopo sguardi di compatimento e rassegnazione. Ogni tentativo di aprire bocca da parte dei genitori si auto smorzava! Sintomo, questo che i due genitori avevano sottovalutato. Colazioni, pranzi, e cene venivano serviti rigorosamente in silenzio, e gli ordini dati a gesti per l’ordinaria amministrazione. L’atmosfera dentro casa non era piacevole, ma fortunatamente né vicini, né parenti passarono mai a trovarli in quel particolare periodo di mutismo. Qualche vicino, che doveva aver compreso il motivo di certi rumori sessuali tra i due fratelli, rideva sotto i baffi vedendoli passare sul pianerottolo del condominio…da che mondo e mondo neppure nel XXV secolo i muri condominiali erano insonorizzati!
…in breve: per una decina di giorni non parlarono mai tra di loro; sembrava che le parole non servissero a niente, se non a peggiorare le cose. Nelle cose da fare in casa, come la lavatura del bagno, o dei piatti l’aiuto era bene accetto, ma senza sorrisi di ringraziamento per l’aiuto ricevuto; come pure alla spesa, la cui lista veniva compilata in silenzio senza profferire parola alcuna, dato che per economia non si servivano del servizio droni, ma permaneva la più totale incapacità di parlarsi. Si collaborava anche, ma nessuno apriva la bocca, neppure i loro genitori in presenza dei figli, pur avendo tra di loro consumato dei normali atti sessuali! Tanto doveva essere stato lo choc! … all’undicesimo giorno il ghiaccio si ruppe, ma non da solo: Gesien, dopo aver meditato impenetrabile come una statua, prese una sua decisione: smesso improvvisamente di studiare, si spogliò completamente nuda, e altrettanto spinse Koen a fare, distogliendolo dagli esercizi di matematica elementare che svolgeva da solo in cucina per non essere aiutato, o disturbato…Koen sussurrando le disse …
“…ma perché sei nuda?! Non vedi che stanno a casa?!”
“Quella cosa l’abbiamo fatta in due, Koen! Spogliati, e andiamo a prenderci la nostra punizione! Basta che quest’atmosfera di silenzio da bomba a orologeria finisce! …dai andiamo in salotto! …e reggimi il gioco! Se devono punirci o schiaffeggiarci, allora le prenderemo in due!”
“Come vuoi!”
“Spogliati! Via tutto!”
Koen, convinto a spogliarsi nudo, dopo essersi presi reciprocamente per mano si presentarono alla madre, e al padre in soggiorno …Gesien, ormai assuefatta al silenzio prese la parola con un tono fermo e fiero, ma che emotivamente costituiva un salto nell’ignoto; nel parlare aveva sentito un brividino al volto, ormai pronta a ricevere anche un ceffone se fosse servito…
“Due giorni fa era il compleanno di Koen, e nessuno di voi ha pensato ad un regalo! Allora ci ho pensato io…”
Al padre venne uno sguardo di ostile sufficienza; per lui era crollato tutto il mondo che si era creato nell’educare i figli; alla madre un sorrisino di rassegnazione: essendo stato Koen “fatto crescere” col sesso di sua sorella di un paio d’anni almeno…cosa mai avrebbero potuto regalargli nel …XXV secolo?!
“…?!...”
“...?!...”
Data la singolare situazione il compleanno di Koen, due giorni prima, non era stato festeggiato.
“Mamma! Papà! Guardate questo! E anche se non siete d’accordo, il mio intero corpo è il mio regalo! Se non vi va la cosa, provate a separarci! Se non siete d’accordo siamo pronti anche alle botte! Fatevi avanti!”
“…?!”
“Siamo pronti! Su schiaffeggiateci! Fateci pure del male! Non vi denunceremo: promesso!”
“…?”
Dopo essersi assicurata che i genitori li avessero visti ed ascoltati, Gesien prese dalla sua borsa già in salotto la multicam digitale, grande non più di una mano adulta, offrendola dapprima al padre che la rifiutò scostando la testa, poi alla madre che l’accettò perplessa prendendola soltanto in mano.
-“Click…sfrrrr!”
Gesien l’accese mentre la cam era in mano alla madre. A quel punto tolse il vaso di fiori di Boemia dal tavolo sinuoso a doppia ellissi tirato a lucido, portandolo al sicuro; e sopra il tavolo vi fece sedere il fratello da un paio di giorni neo dodicenne, ora completamente nudo come lei. Senza guardare i genitori ai quali fece un sorriso di garbo appena percettibile, fece cenno al fratello di lasciarle la lunghezza del tavolo dove si stese supina con le gambe abbastanza larghe, quindi gli disse:
“Koen! Inizia ad amare il mio corpo! Su, comincia dalla tua parte preferita!”
Koen si piazzò sopra il corpo di lei avendo cura di avere il cazzetto ormai quasi in erezione sopra la fica della sorella; mentre si sistemava il meglio che potesse, Gesien lo prese per la nuca, e se lo portò alla bocca baciandolo a lungo, bocca-bocca, senza cercare di nascondere i rumori del lingua-lingua. Andarono avanti 3-4 minuti verso la fine dei quali la signora Agatha, da un cenno a mano della figlia nella sua direzione, capì che doveva riprenderli mentre nudi si baciavano con una passione che lo sguardo, di solito freddo, di Gesien non avrebbe mai lasciato sospettare; intanto istintivamente Koen iniziò a frugare la fica di sua sorella spostandosi un po’ di lato, con una certa abilità ormai…quindi dopo aver succhiato i capezzoli del suo piccolo seno, arretrò per leccarle la fica…anche le leccate di Koen ormai erano di buona qualità, e quanto a guizzi della sua lingua anche in buona quantità…sua madre puntò l’obiettivo mentre con la sua lingua sollevava da quella vulva fior di fili biancastri, che prontamente rimescolava con la saliva, per ridistribuirli con la lingua sulla vulva…
“AHANNNHNN…piano! Sì! ...ahnnn…ahnnnn!”
“Sluuuuup, slaaaaaaap…sluuurp…yuhmmmm, sluuuuuuurp!”
…Koen, complici altre brevi leccatine della fica di sua sorella quando i genitori non c’erano entrambi in quei dieci giorni di tensione repressa da tutti, aveva imparato già a leccarla bene, e intanto la madre, ormai tesissima riprendeva la morbosa scena con la multicam. Il padre guardava rigido. La madre chiamò il marito:
“Bern! …toccami! Toccami …mentre …hohhhhhhhhhh! Ohi che roba!”
Koen onde dimostrare la sua abilità mentre leccava la fica sollevò le ginocchia alla sorella maggiore, e esteso il dito medio della sua mano abile, la destra, lo introdusse nell’ano di sua sorella, reso visibile dalla posizione delle gambe, per poi riprendere a leccarle la fica con lo stesso metodo di pochi minuti prima. Massaggino rettale, e leccata della vulva ormai bagnata, spiegavano perché i sospiri e respiri di sua sorella erano diventati più rumorosi ed ampi.
“Bern, hoooohhhhh le sta facendo la…or …chetta! AHNNNNN!”
La madre commentò qualcosa di non comprensibile, ma a Gesien sembrò di aver sentito la parola forchetta…
“Ahnnnnn…ohhhhh, ahnnnnn…ahnnnnn…ahnnnnn!”
Gesien, alternando respiri e sospiri erotici intensi, anche a beneficio della multicam, disse al fratello:
“Koen! Se è duro, entra! Te lo prendo in bocca dopo! ...aahnnn…ahnnnn…ahnnnnn…basta leccarmela…entra ora che è godereccia! …mi sento lo sciacquo…entra!”
Koen smise il cunninlinctus a sua sorella, e presosi in mano il cazzo per scappellarlo, lo introdusse nella vagina bagnata in tiro della quattordicenne Gesien, la quale a penetrazione completata, gli intimò:
“AHNNNNN…ahnnnn…puoi venirmi dentro! Ahnnnn…ho preso la pillola ieri! …ahnnn! ...dai …ahnnn …dai…ahnnn!”
Koen scopò la sorella di buona lena, e Gesien per rendere l’amplesso più completo introdusse il dito nell’ano di suo fratello affinché il possesso reciproco fosse completo …intanto la signora Agatha nel riprenderli, senza avvedersene, aveva iniziato a toccarsi con la mano sinistra sotto la gonna …cambiò posizione più volte per riprenderli per intero, mezzo busto, primi piani dietro le natiche del figlio per riprendere il cazzetto del figlio dentro il sesso di sua figlia, e intanto roteare parecchio con le dita dell’altra mano sul proprio sesso: chiaramente la cinquantenne signora Agatha ormai s’era eccitata, e piangeva di commozione sospirando anche lei mentre cercava di far godere la sua vulva gonfia ed eccitata, e ad un tempo osservava sua figlia Gesien offrire la propria lingua al fratello ormai verso l’orgasmo finale …ormai era rimasta come ipnotizzata dalle tenerezze che Gesien dispensava al fratello biondino ormai pronto a sparare sé stesso dentro di lei…quando venne, per sincronia psicosomatica, venne anche la loro madre col compito della ripresa video.
“Ahnnn…ahnnnn…ahnnnnn…l’hai sentita Koen, sì?!...ahnnn!”
“…mhmmm…uhmmmm…ahnnnn…ahnnnn…ahnnnnn!”
In quei concitati momenti guardò con l’obiettivo verso le pallette gonfie del figlio che stavano svuotandosi nella vagina arrossata bagnatissima di sua figlia Gesien, che socchiusi gli occhi per maggiore intimità aspettò, che il fratello finisse di svuotarsi in lei, poi dopo l’ultimo fiotto si staccò e presentò il suo cazzetto all’obiettivo che doveva riprendere anche la fica appena imbiancata, che Gesien per quell’occasione aveva reso glabra col rasoio intimo…
“Ahnnn…che…cazzo, figli miei…che …ahnnnn...ahnnnnnn…che mi state facendo…f…fa…re…ahnnn…mhmmmmhmmm!...ahnnn! Sono venuta, anch’io! …mhnmhmmm…vieni qui Koen, vieni da me un attimo! ...tieni tu!”
…finita la ripresa di quell’orgasmo la signora Agatha diede la multicam alla figlia, e si chinò a pulire il cazzetto sporco di suo figlio…
“Yuhlmmm, splof…glooooommmhh…mhmmm…dammelo! ...”
…lo prese nella propria bocca, lo leccò, e lo succhiò a lungo in un paio di riprese carezzandogli anche le pallette ormai doloranti, ingoiando poi il tutto rimasto…il padre, il signor Bern, aveva osservato senza interferire dapprima incuriosito, poi, messa da parte la sua incredulità verso la puttanaggine emersa tra le femmine di casa, si stava facendo una sega, visto che aveva dapprima ignorato la richiesta di tocco della moglie, per poi essere stato ignorato dalla stessa, impegnata a riprendere i loro figli.
Gesien, intuendo che non sarebbe stato giusto a quel punto lasciar fuori il padre, scese dal tavolo, lo raggiunse sul divano…
“Questo dallo a me, papi! ...”
“Eh?!”
“A me, dallo a me!”
…e mentre la sborra del fratello le scendeva dalla fica sporcandole le cosce all’interno, e seccandosi sulla pelle, afferratogli il cazzo con decisione e padronanza, gli regalò dapprima una robusta sega …
“Eccolo, è mio finalmente! ...è duro, che bello!”
“…ve…ve…veramente ti piace, Gesien?!”
“…yuhmm, gloooooomhhmm…mhmmm…sì…è ed è pure buono…uhmmmm…sluuuuuurp…yuhlmmm…mhmmm! ...che grosso! Beata mamma!”
“…ahnnn…ahnnn…fai piano, Gesien! AHNNN…ancora non ci credo! …sei proprio…”
“…yuhmmmm, mhlmmmm…zoccola, vero?! …”
“…sì!”
“…e allora?!...SLUUUUUAP! SLUUUUUURP…sono una che si gode i sensi …e nient’altro! ...sluuurpp…dà qua, yuhmmmm, slaaaapf….slaaaap!”
“AHNNN…ahnnn…ahnnn …cont…en…tah! ...tu…”
…diventata dopo un minuto una fellatio di ulteriori 3 minuti circa, poi tenendogli in mano il cazzone paterno al cui indurimento aveva contribuito, maliziosamente gli disse:
“…preferisci venirmi in bocca…o nel…culo, papi?!”
“…no…non…so! ...ohhhh…ff…fai…fai tu! AHNNN…AHNNNN…ma che…che vi …vi è preso?!”
La figlia concentrata nel pompino ignorò la domanda del padre ancora disorientato…
“…mhmmhhh…glooommmhhh…yuhlmmmmhhh…sluuuuurp!”
La ragazza diede altri sapienti colpi di lingua, poi vedendo una massa bianca al centro dell’uretra concluse che il padre stava per venire, e intrigatasi all’idea di avere dentro la fica già la sborra di suo fratello, si mise esaltata a quattro zampe sul divano, scostandosi le natiche, facendo capire dove voleva essere violata…
“…anhn…quello di Koen lo sento in fica! …per aprirmi bene ci vuole il tuo, papà!”
“Ti farà male, stupida!”
“Mi farà sentire aperta bene, papi! Tieni, mettilo!”
…il padre attratto dal culetto sodo di lei, con qualche esitazione, dopo essersi assicurato che sua moglie non lo riprendesse, poggiò la cappella sopra l’ano che Gesien aveva già dilatato, e nel momento in cui diede la spinta, per entrare…essendo già eccitato…entrò e …venne!
“AHN! UHIIIII...ohhhh…mhmmm …ahi, ahi…eccolooohhhhh…mhmmm…oh! Sei già venuto papi! ...ahnnn…ahnnnnn! Riempimi!”
…sorprendentemente dopo il primo colpo il padre, preso da un rimorso istantaneo di coscienza, lo tolse dall’ano di sua figlia appena violato con la sola cappella senza l’asta; non si capacitava perché Gesien fosse quel giorno vogliosa come la più puttana di tutte le zoccole della malizia femminile…
“…ahnnn…no…no! Così non può essere! …no! …non può andare! Così no, cazzo! NOOOOHHHH!”
“Che ti prende, papi? Perché l’hai tolto?! …dovevi innaffiarmi! …mannaggia…è andato tutto fuori! …ma che hai fatto?! HOHHHHH…dammelo in mano almeno, che te lo ripulisco!”
Gesien lasciò la posizione animalesca sul divano, e raggiunse il padre, che se ne stava andando, sudato per la tensione interiore comunque sfogata. Volle tentare di prendergli in bocca la cappella secondo lei ancora piena di sperma non sparato, ma come gli afferrò il cazzo con la mano, il padre glielo impedì bruscamente …
“…lasciami stare! …fate quello che volete, voi! Io non ho visto niente! Punto!”
…rimase delusa: lo sperma paterno che avrebbe gradito nel retto, era finito tutto sulla pelle del divano; allora ne colse un po’ col dito e provò ad assaggiarlo: rimase delusa dato che ormai era freddo…il padre lasciò la stanza sconvolto; quell’incendio d’istinti incestuosi tenuti a bada per un buon decennio, iniziato, per meglio dire innescato, dai due fratelli prese solo la madre, che – manco a dirlo - si era eccitata facendo le riprese…
…frattanto poco interessato al dissenso paterno dell’ultimo istante, essendosi toccato osservando le pose sconce e la parlata porno della sorella, anche Koen aveva riavuto un’erezione dopo aver guardato la performance di Gesien nell’aprirsi il culo da sola, e dato che quest’ultima ormai di sborra era abbastanza piena, Koen alzò la gonna alla madre che, per favorire il figlio si era prontamente accucciata su di una sedia, senza spogliarsi. Il figlio arrapato le abbassò le mutande per scoprirle il culo. La madre lo lasciò fare senza dire niente. Anche lei, a quanto pareva, sembrava avere un sogno segreto: essere presa da suo figlio! Dal maschietto di casa! Koen, ormai pratico di natiche femminili, aprì quelle della madre, e contemplò il tutto: natiche e buchetto, e le violò prontamente l’ano con il suo cazzetto eretto. La signora Agatha, abituata a ben altro diametro nel muscolo sfinterico, se ne accorse appena, ma finse di aver gradito la penetrazione…
“AHNN! Ohhhhhh…è entrato subito! Bravo Koen! …ahnn! ...dai sbattimi! Sono una puttana anch’io …che ti credi?!”
“HUHMMM...ahnn…sì?! …ahnnn…ahnnnn…ahnnnn! Non me lo stringe, però…ahnn…ahnnn…ahnnn!”
“…a tuo padre lo stringo, sai! Ahnnnn…ahnnn…comunque…Koen…AHN! ...la fica…Koen, la fica…ce l’ho anch’io, sai… ahhhn…ahnnnnn…sì, muoviti! …ahnnn…ahnnnnn …ti piace il culo, eh?”
… il figlio iniziò ad andare avanti e indietro senza sentire troppo la stretta; anzi quasi nessun ostacolo: il cazzetto ci scivolò tutto; quindi la madre aspettò senza troppa enfasi che il figlio venisse dentro il suo retto, ma pensò comunque d’incoraggiare un po’ il giovanissimo figlio…
“...hmmmm…ahnnn…fammi sentire le pallette che sbattono Koen, dai! Quelle le sento! Dacci dentro!”
“Aspetta, màa! Ce lo ficco tutto!”
“Sì, sì…Gesien figlia mia, ti dispiace? La multicam! A questo punto, vorrei anch’io un souvenir di oggi!”
“Ma ti pare?!...subito! Dai, scopate! E tu mamma, respira!”
Madre e figlia ridevano, mentre Koen, col cazzetto tutto nel retto materno, si muoveva veloce per indurre un po’ di calore con l’attrito tra le pareti del colon; il retto non era caldo come la fica, e tutto sommato era inutile o controproducente domandarsi cosa stesse spingendo…Koen tamburellava bene le pallette contro l’inguine di sua madre, e in quattro minuti di smorfie dei loro volti, alla fine ri-venne anche lui…a cazzetto estratto Koen si chinò a baciare il buchino del culo imbiancato alla madre, poi venne mandato in bagno a darsi una ripulita. Mentre Koen era in bagno la madre confidò alla figlia…
“…un giorno di questi, quando saremo soli …vorrei che Koen mi leccasse la fica, e tu invece mi leccassi dietro…contemporaneamente! Poi in qualche modo mi penetrerete …con qualche aggeggio tu! Lo comprerò nei prossimi giorni…è un mio vecchio sogno erotico! …a questo punto pensi si possa fare?”
“Sì, mamma! Comunque prova a coinvolgere papà!”
“… papà? Oggi hai visto anche tu che non ci starebbe mai! No, no: un giorno di questi, dopo la scuola vi verrò a prendere e ce ne andremo in un hotel; dopo di che torneremo a casa tutti e tre a orari diversi…meglio non fottere a casa!”
“Io nel culo lo volevo! Desideravo che mi riempisse! Invece l’ha tolto, non appena l’avevo sentito entrare…”
“Papà ce l’ha grosso, del resto l’hai preso in mano anche tu Gesien! Dai, non se l’è sentita di sfondartelo, cerca di capire! Lui è sempre stato una brava persona! …cioè i suoi sogni segreti se li è sempre tenuti a bada! Non posso rivelarti tutto, ma la puttana in famiglia sono sempre stata io, figlia mia! Devo avertelo trasmesso io il mio puttanesimo! Lui si è fatto tredici anni nell’esercito, e purtroppo non gli è riuscito di entrare nella Polizia Sovrastatale…sarà dura, ma credo che ancora posso convincerlo a non separarsi!”
“Mamma, quando ci avete visto dieci giorni fa…perché non ci avete svegliati?! Non ci avevate detto niente…credevamo ci preparaste una punizione!”
“Eravate così…belli…troppo belli! Congiunti l’un l’altra! Dormivate… e così non vi abbiamo disturbati! Eravamo scioccati, certo …uhmmm…io no: soprattutto lui! E certo, no, non sapevamo cosa fare…e così dissi a vostro padre ormai mezzo stralunato…figurati, voleva chiamare la guardia medica, lo sai che è maniaco delle procedure! …”
“Forse doveva restare nell’esercito! Ma la polizia paga meglio!”
“Forse! …comunque l’ho fermato appena in tempo! Aveva appena preso la comunicazione col 121!”

“…click!”
“Questa cosa dovrà restare in famiglia Bern! Niente medico! Stanno benissimo!”
“…quei due sono impazziti, Agatha! Non si rendono conto …gliel’ha pure lasciato dentro!”
“Viviamo nell’epoca della liberazione sessuale! Lo sapevamo che poteva accadere! Anche se eravamo convinti che a noi non sarebbe successo…”
“…no, non è possibile! Non si scopa con i familiari, Agatha!”
“No, sei male informato: non si concepisce coi familiari, ma per scopare…tu non ci credi, ma si scopa! Come assistente sociale ho fatto finta di non saperne nulla diverse volte …e non sto parlando di proletariato in ghetto, Bern!”
“Ah no?!...e di chi?”
“…di gente imborghesita in qualche modo! Se a uno piace la madre, o la sorella, in quel loro rapporto non entro! E ne ho viste che la davano ai figli! Una donnina di ventitré anni che ho conosciuto e seguito per un periodo se li era fatti apposta con un uomo, che poi non ha più sposato; li ha cresciuti, dato che la sua famiglia il denaro lo aveva; e quando uno dei due aveva compiuto sedici anni, e il minore quattordici li aveva convinti entrambi a scoparla … contemporaneamente! Non vivono più qui in città, ma lei nel letto li voleva tutti e due!”
“Mi ricordo di quella sciagurata! Tu stessa sei andata vicina due volte ad un’indagine penale Agatha per le tue manie metaliberali! Troppe cose hai fatto finta di non aver visto! Se non avessi avuto degli amici non era detto che conservavi il posto! E comunque nella Sovrastatale poi non mi hanno preso più; bastò quella cosa per fottermi la graduatoria!”
“Sì lo so! È stata una mia scelta di vita! E comunque la mia collega e accusatrice aveva una storia col figlio di dieci anni della sua dirimpettaia: è lei ad essere stata licenziata! Non io!”
“Lasciamo perdere che ancora mi c’incazzo! Io volevo restare a casa. Se non avessi preteso che ti accompagnassi…”
“Non è colpa tua, o nostra: hanno esplorato le potenzialità del loro sesso! E comunque lo avevamo visto come Gesien guardava suo fratello: è bello, e avrà voluto …che ne so?! …gratificarlo! Aveva le sue scarichette ormonali: io stessa lo avevo visto che se lo guardava dritto e duro, cercava di far uscire la cappella…una settimana fa - lo ammetto - avrei voluto farglielo io uno smorzacandela…ehm, candelina!”
“Cosa?”
“Davvero, Bern! Lo stavo spiando da tre giorni manco! E dopo aver sistemato in bagno una cam di sorveglianza sotto un paio d’asciugamani …”
“Cazzo! Quella che ho messo io in lavatrice, allora!”
“Già, ma la lavatrice voi uomini siete negati per ottimizzarla all’uso! Non l’hai vista, e ce l’hai ficcata dentro…e vabbè, per dieci crediti…chissenefrega! ...”
“L’ho comprata nuova, non preoccuparti!”
“Bern, ascoltami! Il nostro Koen era rimasto una mezz’oretta a contemplarsi il proprio candelotto, e il bagno serviva anche a me. Comunque sappi che ero proprio tentata! Tu eri a lavoro, e in realtà anche tu non sempre mi sei stato fedele! Te l’ho mai rinfacciato, forse?! … veramente Bern: ero andata vicinissima ad entrare in bagno, sorprenderlo, e convincerlo a farmi penetrare da lui, magari steso in vasca ed io di sopra!”
“…e poi?!”
“Se l’avessi fatto non l’avrebbe mostrato a Gesien…forse …chissà!”
“Ma insomma, pure te allora hai di queste tendenze?!”
“Ero figlia unica Bern, lo sai bene! Non ho mai avuto un fratello per degli …esperimentini a casa! Ho esitato un minuto con la passera che mi prudeva forte…ma poi mi son detta che con una della sua età sarebbe stato meglio...e poi Bern, che io sappia, ti sei già fatto un paio di studentesse durante delle perquisizioni!”
“Che vuoi dire Agatha?”
“La moglie di un tuo collega si lamentava del marito che aveva preso la tua abitudine di allungare le mani sul corpo delle sospette durante le perquisizioni a sorpresa nei parchi per gli universitari…”
“Chi era questa?! E comunque nei campus andiamo solo su richiesta del rettore…tanto perché tu lo sappia!”
“Era …nessuna! Niente Bern, niente …non capita forse di potersi fare una sospetta che è anche figa? Lo misi nel conto quando ci sposammo …su! Non t’avrei mai lasciato per una soddisfazione momentanea!”
“E va bene! Qui però parliamo d’incesto! Sua sorella credevo che essendo la maggiore fosse più responsabile…bah!”
“… che ne era innamorata lo sapevamo!”
“Lo ha corrotto! Non l’ha gratificato! Ora i loro rapporti saranno di reciproco possesso, e gelosia! Rischiano di non staccarsi più…”
“…comunque non è la fine del mondo, Bern! Era solo voglia di genitalità, e voglia di esplorare i propri sensi! Li hanno esplorati, e si sono addormentati…Insomma, perché farne un caso?! Non hanno ammazzato nessuno! E la verginità dell’imene è solo un mito sopravvissuto al medioevo! Sa di stantìo da secoli ormai! Vedi…”
“Ho visto! Ho visto! Tu, e le tue teorie empatico-sociali che chissà dove peschi…niente è mai così grave! …e se li avessero sentiti?!”
“…chi, Bern?”
“I vicini…chi!”
“Davvero?! E di che s’impicciano?! Non sono affari loro! Cerchiamo di razionalizzare! Urlare mi sembra inutile…certo, da una parte fai bene a preoccuparti: speriamo non sia rimasta incinta!”
“Dovremmo separarli a questo punto, non credi anche tu?! E io parenti dove mandarne uno non ne ho! Maledizione!”
“Macché parenti! Macché separazione! Anzi! Andiamo dal medico di famiglia! …e gli chiediamo la pillola del giorno dopo: ufficialmente la prescriverà a me! Stasera, domani gliela faccio prendere!”
“Ma alla tua età quasi non serve! Cosa gli vuoi raccontare?”
“Nulla! Gli dirò che l’aborto non mi piace! Era un amico di famiglia per i miei genitori: me la darà senza indagare troppo, dai…fidati! Domattina gliela farò assumere a Gesien, prima che vada a scuola!”
“…e che cosa gli dirai?! Che cosa gli diremo?! Sai Gesien, ieri ci siamo accorti che scopavate, e un nipotino da voi non ci sembra il caso…ingoia questa a mamma, dai…”
“…sì più o meno…però ora non so! Ma non vedo la ragione di tutto questo pessimismo…quando vedrà il blister capirà da sola, fidati!”

“…vedi Gesien, lui già era convinto che tuo fratello ti avesse messa incinta! Poi tornati a casa con le pillole, che ti avrei fatto assumere l’indomani, guardando te e tuo fratello ci è preso uno strano mutismo, una specie di vuoto; papà si dominava, ma aveva una voglia matta d’una sfuriata, e io stavo in guardia affinché non vi toccasse! Per fortuna la pillola te la sei presa senza discutere, e anche se mi aiutavi in casa o alla spesa fuori, non riuscivamo a parlarvi direttamente…neppure io che avevo istintivamente preso le vostre difese! Aveva paura che finivi incinta!”
“Mamma, io non sono…rimasta…inc…”

“…NON SONO RIMASTA INCINTA!”
“Cosa Gesien? Che c’è? Che succede?”
“…?!”
“Gesien, ci siamo accorti che parlavi da sola, e non ti abbiamo detto niente; il paesaggio lunare qui fa di questi scherzi a tutti …ti senti bene?!”
“…!”
Gesien era ritornata alla realtà: si trovava quarantanove anni dopo quei fatti svoltisi in un appartamento sulla Terra situato nel nord Europa. Mentre adesso non più quattordicenne si trovava in un appartamentino per due sulla Luna, e stava ospitando 4 persone, 2 femmine e 2 maschi. Sulla Luna tutto era un po’ tetro per la scelta degli architetti e ingegneri del XXII secolo di creare una cupola trasparente del giusto spessore per fermare i raggi cosmici e i pericolosi UV, oltre al vento solare libero di colpire un satellite, la Luna, senza atmosfera. Abitare sulla Luna per un periodo non faceva granché chic. Ma i volontari che s’impegnavano a passarvi almeno dieci anni di residenza, gli venivano versati contributi pensionistici doppi, come se avessero contribuito per venti sulla Terra. Chiaramente dovevi fare uno di quei mestieri sempre richiesti come infermiera, per Gesien ad esempio, o assistente a domicilio, visto che rimediare una malattia invalidante sulla Luna, non era raro. Alla fine Gesien, che aveva condiviso col marito Bertholt quell’avventura, sulla Luna c’era rimasta vent’anni, fin quasi a diventare parte di quella desolazione tecnologica delle luci artificiali sui viali e vialetti dentro la cupola. Niente emissioni da idrocarburi: solo motorizzazione elettrica, e droni di ogni tipo onnipresenti, che guardando dentro gli appartamenti tramite speciali radarini di cui erano provvisti potevano mandare dei soccorsi un po’ prima di una chiamata al pronto intervento, ad esempio se il drone avesse notato un essere umano accasciarsi nel salotto con vista sul vialetto esterno. La privacy chiaramente ne risentiva, ma ci si guadagnava in sicurezza. Ognuno comunque era libero di dotarsi di comunissime tende di stoffa…Gesien aveva appena fatto mente locale: chissà cos’aveva rivelato parlando da sola! Sarà stato il caso di dire ai presenti di sua madre Agatha assistente sociale, di suo padre nella Polizia metropolitana …alla fine non s’erano separati più?! O era meglio tenere la cosa per sé: suo padre Bern continuò con le piccole infedeltà secondo l’occasione, e lei e suo fratello di tanto in tanto scopavano, e tutti i giorni in cui il padre aveva il turno lungo facevano qualcosa in tre con la loro mamma, che era arrivata a proporre ulteriori scopate cui Koen avrebbe dovuto, o era stato richiesto, di portare qualche suo coetaneo che avrebbe potuto starci…non successe mai! Solo che per riguardo a Bern non si scopava quando stava in casa, né si accennava a quell’incesto a quattro. Il vecchio motto “io-non-chiedo-tu non dire” veniva ormai applicato a casa metodicamente. Diversamente Gesien fu irremovibile: non avrebbe interferito, tuttavia di dividere questo divertimento domestico con persone terze non ci pensava nemmeno lontanamente. Il proprio incesto esigeva di viverlo e darsene conto solo con sé stessa, non con altri. Quindi ad un eventuale fidanzatino non avrebbe proposto null’altro che sé stessa, escludendo Koen e sua mamma Agatha che non avrebbe affatto sgradito una terna-quaterna con i coetanei del figlio, data l’erosione naturale dei rapporti col marito. Adesso dopo aver ripercorso la sua vita, stando agli ospiti parlando a tratti da sola, doveva giocoforza mettere a fuoco chi aveva davanti; soprattutto non far capire ad Aleander che aveva una relazione con suo figlio nonostante la grande differenza di età…davanti a lei c’erano Go, e suo padre Aleander, che da uomo di mezza età ormai abbastanza saggio circa i rapporti col prossimo, tollerava di essere chiamato confidenzialmente Al.
“…scusate! Forse è il posto!”
“No, è l’età, Gesien!”
Il padre di Go rimproverò il figlio per l’inopportuna e ovvia battuta…
“Go! Sei un insolente, lo sai?!”
“Ha ragione, Al! La Luna non è adatta per una della mia età!”
“E da quanto sei qui Gesien?”
Chiese Angela…
“Arrivammo con Bertholt che avevo quarantadue anni per provare…forse dovrei tornare sulla Terra probabilmente…sono un po’ esaurita ultimamente! Dico sempre che quest’anno lo faccio …ma poi rimando sempre! Ma chi me l’ha fatto fare a venire qui! Ormai sono anche vedova!”
Go per meglio mascherare la sua (vera) relazione notturna con lei continuò a fingere una certa insolenza baciando improvvisamente sul collo, di lato la padrona di casa, avendo cura di mostrare ai presenti che ci aveva messo la lingua, provocando in Gesien del disagio equivoco, chissà fino a che punto simulato, e un gemito…
“…uh…ahnnnn!”
“Sulla Terra di femmine ce ne sono anche troppe, e non troveresti facilmente un amante! …qui invece siamo tremilaottocento, e la fame di figa si sente, e tu Gesien non sei male, davvero! ...”
“…ahnnn! Mhmmmm! Go! Come ti permetti?! …tuo padre può dirmi queste cose! Tu non devi permetterti! Non leccarmi di nuovo sul collo, maleducato!”
“Meglio sulla fica, vero?!”
“…certo che sei esperto, Go!”
Al si era fatta una risatina; il padre aveva l’aria di saperla lunga, e rispose:
“…non sapevo fossi così maleducato Go! Ma se ti piacciono le stagionate perché non torni al dormitorio della missione? Conosco una bella cooperante di quarantadue anni! Chissà che non ti sposi se glielo chiedi con meno maleducazione…certo poi, però dovrai scopartela!”
“…ma chi sarebbe?”
“Roberta F. la donna che si occupò di te durante la mia custodia in carcere!”
“Ma quella è fatta a palle sovrapposte! Non è proprio il mio tipo!”
“Senza che molesti le anziane …vuoi mettere il fascino della quarantenni esperte…”
“…scherzavo pà! Sto bene con Laurenze!”
“Ma vivi con Gesien…e ho visto la tua lingua sul suo collo! Non su quello di Laurenze!”
Laurenze precisò:
“Posso scopare anche con un contrabbandiere se voglio, ma non posso ospitarlo; né lui, né la sua merce signor Aleander. Io vivo presso gli alloggi militari…Go purtroppo non dorme da me che di rado.”
“Capisco, signorina Minnea! Stia tranquilla, capisco. Sua madre Stacey era una poliziotta prima di sposare me!”
“Laurenze, Al! Laurenze! …comunque siamo qui per un festino, no?! Propongo di denudarci tutti, e quando scoperemo, perché scoperemo, solo per stasera Go e suo padre potranno penetrare ognuna di noi…lo metto ai voti: se avete qualcosa in contrario alzate la mano! Allora, da adesso fino alla fine della serata proibito nominare la nostra età! Se nessuno alza la mano si darà per approvato…allora: qualcuno è contrario?! Su, votate!”
“…”
Laurenze aveva appena proposto che si stesse tutti completamente nudi, come nei campi naturisti sulla Terra, e come appariva in certi giornali pornografici del XX secolo conservati in formato digitale, e consultabili dagli utenti anche in secoli avvenire come quello in cui si trovavano loro: il XXV. La più bella e tonica tra quelle donne in tre fasce di età s’era liberata degli abiti per prima, subito imitata da Go ed Angela; quindi seguì Gesien, padrona di casa, che dapprima ebbe qualche esitazione, poi accettò di denudarsi anche lei; e per ultimo il papà di Go, il signor Aleander. Quando Angela vide Gesien di fronte a lei s’accorse che nonostante l’età il viso dell’amante di Go era piacente grazie anche agli occhi grigio-azzurri chiari della padrona di casa, e alla chirurgia estetica elimina-rughe. Aveva uno sguardo freddo ed austero, e un seno di seconda misura, probabilmente rifatto, e una discreta statura e magrezza. I suoi capelli con la mise a caschetto erano tinti in argento, e s’intonavano perfettamente col colore degli occhi. Fresca di maquillage dimostrava cinquant’anni invece dei reali sessantatré. Grinze ventrali non ne aveva dato che era metodica col body building e sembrava che non avesse mai partorito. Le gambe le aveva perfettamente depilate, come pure la fica glabra e carnosa. La più bella (e più giovane) chiaramente era Laurenze che recitò la parte della scopamica di Go, il quale non aveva mai detto al padre Aleander che andava regolarmente a letto con Gesien, la moglie vedova di un suo defunto amico, che lo manteneva presso di sé in cambio di sesso e gioventù mezz’ora sul letto la notte. Aleander rimase ambiguo, se non border-line, quanto alle domande inopportune:
“…stavo pensando: non manca un maschio, qui?!”
“Perché dovrebbe mancare un maschio, Aleander?”
“Beh, io e mio figlio con tre femmine …lei Laurenze è l’amica di mio figlio che però vive con Gesien, poi c’è Angela che non ho ben capito se ha un partner o no …”
Aleander faceva le sue riflessioni indifferente al voto appena svoltosi. Laurenze per meglio mascherare i rapporti di Go con Gesien aveva prontamente suggerito di dare inizio all’orgia all’origine del meeting in casa di Gesien…
“Niente definizioni! Non esistono né milf, né granny: tanto il cazzo di Go, quanto quello di Aleander sono totalmente intercambiabili…dentro questa qui!”
Laurenze alzatasi in piedi aveva allargato le cosce, poi s’era aperta la sua vulva glabra con due dita della sua mano abile, offrendola alla vista di tutti, e chiedendo maliziosamente:
“Chi l’assaggia per primo? ...accetto anche una lingua femminile!”
Il sesso di Laurenze profumava di pulito e di fresco; avvicinando il proprio naso a meno di mezzo metro i presenti se ne accorgevano. Go e suo padre Aleander si guardarono indecisi, senza scegliere; sorprendentemente si fece avanti Gesien…


- Continua -

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