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Gay & Bisex

vacanza in montagna, 1° giorno


di Alvertn
01.02.2015    |    13.076    |    1 8.7
"Sento dietro qualcosa di duro, caldo, grosso..."
30 01 2015

Mattino di una splendida giornata di sole. Il cielo azzurro senza una nuvola, Le cime circondano e fanno corona. Arrivo presto al rifugio, chiamato ancora così perché una volta era raggiungibile solo a piedi dopo diverse ore di cammino, ma oggi con la costruzione della strada è raggiungibile in auto comodamente ed è a tutti gli effetti un albergo, con tutte le comodità e una zona a sauna.
Arrivo presto perché voglio farmi un bel giro, percorso che conosco poiché fatto già alcune volte, ma molto bello e panoramico.
Parcheggio, prendo in spalla lo zaino e in mano la valigia con le cose per la notte.
Entro e mi fermo al bancone dell’accettazione. Mi arriva quasi subito un bel signore sui 40, alto massiccio, pantaloni scuri su camicia chiara e panciotto scuro, camicia aperta che lascia intravedere un torace poderoso. I pantaloni attillati nel girovita mostrano un pacco interessante.
Mi presento e mi conferma la prenotazione, dopo aver sbrigato le formalità mi accompagna alla stanza, 307 è il numero, mi apre e mi mostra i locali.
Una piccola area a disbrigo, con affaccio su un bel bagno con vetro che guarda sulla camera, la camera ampia e spaziosa con un matrimoniale, un mini soggiornino a divani e tv.
Mi informa degli orari della colazione e cena, sono a mezza pensione, e del centro sauna e mi precisa rigorosamente nudi con asciugamano in vita per sedersi. Poi mi saluta e mi lascia solo chiudendo la porta al suo passaggio, ed io ne approfitto per svuotare la valigia e riordinare le poche cose che mi son preso dietro.
Torno giu e ordino un caffè prima di avviarmi alla camminata.
A farmi il caffè ancora lui a cui comunico le mie intenzioni ed il giro che intendo fare. Che sarò di ritorno verso le 17 salvo problemi di percorso.
Lui mi annuncia che sul mio giro dovrei trovare altri due ospiti del rifugio, che sono partiti da circa un quarto d’ora, e mi descrive l’abbigliamento con precisione e semplicità
Uno con giacca a vento rossa alto capelli rosso gonfi, sulla 40ina anche lui e l’altro un pochino più giovane con giacca a vento blu con inserti rossi e bianchi, moro cortissimi.
Poi mi comunica i nomi, solo nomi, Giorgio e Alessandro.
Chiedo se sono buoni camminatori, e mi risponde che sono diversi anni che passano da lui per fare gite anche impegnative, ma essendo la prima uscita di stagione per loro non crede che avranno un passo forte, veloce e continuo, anzi faranno diverse soste per fotografare.
Ingrazio e saluto ricordando che tornerò per le 17, e subito mi rimetto lo zaino in spalla, zaino preparato a casa prima di partire con le solite cose per ogni evenienza e qualcosina da mangiare.
Parto di buon passo, io ho già fatto diverse uscite e quindi ho gamba allenata, fiato resistente, testa libera e voglia di vedere il panorama. Dopo quasi venti minuti comincio a vedere le due figure, sono poco più di due puntini colorati, uno rosso uno blu. Dovrebbero essere loro. Prevedo che mi ci vorranno almeno tre quarti d’ora o un’ora per prenderli senza forzare il mio ritmo.
Salgo in mezzo a prati e mughi bassi, seguendo il sentiero che sale lungo il fianco della vallata, dentro e fuori nelle insenature, aggirando i roccioni. Ora i mughi sono scarsi, prato e rododendro ferrugineo e irsuto che si alternano, qualche negritella a gruppi.
I corvi svolazzano nel cielo roteando e poi giù in picchiata, il sentiero inizia a zigzagare, la valle volge alla chiusura e poco sopra di me il verde sparisce lasciando il posto al ghiaione, ma con meraviglia ledo che i due sono vicini, li distingua bene, vedo la loro salita lenta, e costante.
Nell’ultima parte di verde noto che alcune stelle alpine segnano il bordo del sentiero. Sono piccole e corte di gambo per meglio adattarsi ai venti che sferzano il passo e le pendici ad esso vicine.
Il passo lo vedo, mi ci vorranno dieci minuti circa e vedo anche che i due ci sono arrivati in quest’attimo, mollano gli zaini a terra e si girano a guardare il percorso fatto e credo che mi abbino visto.
Indubbiamente si fermeranno a prendere fiato, a vedere il panorama a fare delle foto e forse anche a mangiarsi qualcosa.
Arrivo al passo, una forcella a U scavata nella roccia, dal lato della salita una serpentina stretta e erta, dal lato opposto un proto verde scende dolcemente e in lontananza si vedono mandrie di vacche, a quattro gambe intendo. Mi guardo introno e subito non li vedo e mi chiedo dove saranno andati, poi un “ciao, tutto bene” mi fa girare e da dietro un grosso sasso appare quello in giacca rossa. “ciao bene” “ vieni qui anche tu, qui siamo al riparo dal vento del passo e non si gela il sudore”
“arrivo” avvicino e mi fanno spazio fra loro. “bella salita vero? Un posto incantato questo, sono alloggiato anche io al rifugio e il gestore mi ha detto che stavate salendo anche voi. Io sono Paolo e voi dovreste essere Giorgio e Alessandro se ricordo bene”
“si siamo noi, bella sorpresa, anche tu li…. Si splendida salita, sono alcuni anni che veniamo ed è sempre una sorpresa anche se già percorsa”
Ci presentiamo raccontando per somi capi chi siamo e che facciamo.
Poi si riprendono gli zaini e si riparte, ora il percorso è una corda molle lungo il fianco alto della vallata e in lontananza si vede il valico che ci permette il giro di boa e il cambio di direzione per il rientro al rifugio. In percorso è un sentiero sterrato scavato dai passaggi sul prato verde che ci circonda, colore scuro rossiccio e si legge benissimo davanti a noi.
I prati sono pieni di fiori di mille colori ed è un incanto osservarli e fermarsi ad ammirare quelli più vistosi e belli
A meta della corda molla ci fermiamo a fare delle foto. Io mi siedo su un roccione appoggiandovi anche lo zaino senza toglierlo dalla schiena subito imitato da Alessandro che mi si siede accanto e quasi in aderenza. Dopo essersi tolto lo zaino si massaggia la coscia dal ginocchio sino all’addome. “che succede, cosa ti da fastidio?”
Chiedo premuroso
“no nulla, ma mi massaggio per tenermi pronto. E poi è un piacere.” Lo guardo cercando di capire che voglia dire. Ma non ci arrivo e il mio viso probabilmente esprime la mia perplessità. I due mi piacciono, sono personaggi interessanti ma come posso fare per provare a vede se interessati a maschi? Forse questo èil modo giusto, si stà passando la mano massaggiandosi anche il pube.
“vedo che non hai capito. Ecco ora ti spiego,..” si alza e inizia a massaggiarmi nello stesso modo che eseguiva sul suo corpo, ma su di me la mano volge verso il centro, verso il mio sesso ad ogni passaggio sia in salita che in discesa. Resto tranquillo e lo lascio fare, pensando a vedere sin dove arriverà, presto smetterà forse e chissà che dirà.
Mi tolgo dalle spalle le spalline dello zaino per essere libero nei movimenti. Sogno che possa succedere qualcosa ma cosa non lo so, i sogni sono fantasie che a volte diventano realtà ma non seguendo le linee tracciate dal sogno.
Mi sbagliavo, il massaggio prosegue sistematico sino a raggiungere il sesso, dopo un paio di passaggi in cui capisce che non viene bloccato, l’attenzione si concentra sul sesso solo, e li le sue mani ora si concentrano, mentre Giorgio continua a fare foto, ma dubito che sia ignaro di quanto succede.
Il passaggio, la manipolazione fan si che mi si indurisca e piano piano diventa un palo rigido. Alessandro non smette e si diverte a stuzzicarlo. Ed ecco che cerca la linguetta della cerniera che trova velocemente e lentamente la abbassa, allarga la patta dei pantaloni e senza dire nulla vi ci infila con una mano e mi palpa cazzo e palle. Soppesa le palle racchiuse nello slip, e risale palpando e cercando di farsi una reale idea della mia asta.
Io trattengo il fiato, degluttisco per gola secca, mi eccito ed emozioni, penso a cosa succederà, corro avanti ma rientro nell’adesso.
Per un attimo mi guarda e i nostri occhi si incrociano. I suoi da furbetto esprimono libidine, voglia e desiderio. I miei felici di essere fra quelle dolci mani e nei pensieri. Non mi son minimamente preoccupato che Giorgio sia li e attualmente innocente non vede, anzi mi eccita pensare che voltandosi ci possa vedere e ammirare.
Alessandro estrae la mano soddisfatto, si dirige veloce alla cintura aprendola e subito sbottona mi tira in avanti facendomi alzare dal mio sasso di appoggio e mi fa stare in piedi, mi abbassa i pantaloni. Sussurra “lo voglio almeno vedere” e in un attimo lo toglie dalla prigione dello slipp che abbassa lasciandomi con il sesso tutto in vista e anche il culo.
“BELLO, BEL CAZZO” e qui la voce è più forte, non più un sussurro, Giorgio si gira e viene ad ammirarlo. ”cazzo veramente bello, dai che è il momento migliore…”
Io sorpreso per l’affermazione di Giorgio e Ale, non rispondo e mentre rifletto su ciò che potrei dire le labbra, la lingua, la bocca di Ale sono già attorno e avvinghiate al mio cazzo duro.
Il sogno si stà trasformando in realtà, e chissà che avverrà. Io immobile, disponibile alle sue esigenze, ai suoi desideri ai suoi sogni, alle sue voglie.
E’ una senzazione che mi prende tutto, entrando dal cazzo si espande verso il cuore, verso il cervello e mi annebbia. Mi piace, è favoloso. Sento le mani di Gianni che senza che mi accorgessi si era piazzato dietro, e mi palpava i glutei, scivolava fra le cosce a stringere i testicoli e ritornava cercando il buchetto. Trovato si soffermava ma io sono preso dalla bocca che mi aspirava l’anima intera. Giorgio si abbassa, mette la mano sotto e poi lo sento che mi sputa addosso, o meglio fra le chiappe o le chiappe. Dopo due o tre sputi passa la mano per distribuire la saliva sul buchetto, la porta tutta li, poi inizia a penetrarmi con un dito, prendendo la saliva e spingendo, tornando fuori altro liquido e di nuovo dentro. Poco dopo è dentro con tutto il dito. Lo sento distintamente, chiaramente e si stà divertendo a rotearmi dentro. Esce e subito spinge altra saliva sul buco o meglio nel buco ancora parzialmente dilatato. Si riabbassa e ripete l’operazione, sputa più volte e lubrifica cercando di portare dentro la sua saliva. Io pur attento a quanto succede dietro di me , sono però piacevolmente concentrato e distratto da Ale che mi sta spompinando alla grande. Ho il cazzo durissimo che vibra di voglia e piacere, nel sentire la sula lingua circuirlo, accarezzalo prenderlo.
Ora sento forzare il culo, mi concentro e suppongo che Giorgio sia passato a due dita, l’ano fatica a dilatarsi e lui gioca a insalivarlo sempre di più sino a che cederà, perché sicuramente lo farà cedere con dolcezza. Sento che si apre, l’orefizio dilatato allo spasimo che quasi fa male. Ma si ferma, esce si piega e sputa ancora, la porta dentro in me e riparte con le due dita che ora lente aprono la strada mentre l’accesso si dilata delicatamente, e avvolge quelle falangi che accedono desiderose di penetrare.
Comincio a non capire più nulla comincio a perdere la concentrazione sullo splendido lavoro di Ale e comincia a aumentare la curiosità e il desiderio su quanto Giorgio sta facendomi.
Sento il pugno spinto sulle chiappe, sento che spinge e io mi piego in avanti per farlo entrare ancore un pochino, di più non si può. Mi scopa con le dita, uscita lenta e penetrazione veloce, sino in fondo a quanto può. Poi un uscita totale che mi fa sbandare. “perché?” chiedo con disappunto.
Ale ora mi lecca palle a asta, su e giù, menandomela di tanto in tanto.
Giorgio non mi risponde e sento la sua mano che riprova. Ancora resistenza al suo accesso, mi chiedo che sta facendo, due sono passate a fatica ma ci si stava godendo bene, almeno io sicuramente. Poi la dilatazione improvvisa mi fa male, una contrazione che mi fa percepire che quanto entra è più grosso delle due precedenti. “ma che fai sono Tre dita?” “ridacchiando sommessamente m risponde “certo, ti piacerà anche così. Vedrai che bello, poi …. Ancora meglio”
Non riesco a rispondere perché è dentro e spinge con forza avanzando a fatica, ma avanzando. Qui arrivato a fine corsa sento che allarga le dita e tenendole larghe mi scopa. Fatica a scorrere ma mi piace sentire questo grosso elemento che mi esplora con voglia. Il cazzo è umido di umori vogliosi derivanti dai due che si stamno divertendo.
Alla fine escono anche le tre dita. Tiro un sospiro di sollievo. Bello ma faticoso anche per me.
Ale torna a prenderselo in bocca e in gola. Sento dietro qualcosa di duro, caldo, grosso. Sento che spinge per entrare, sento che fatica a dilatarsi ma forza e con fatica, fastidio e male, avanza pochino alla volta. Mi piego e forzo il mio ingresso per farlo accedere meglio. Avanza lento e percepisco la grandezza di questo elemento. Non capisco se sono quattro dita o cosa, ma ci arrivo un attimo dopo quando percepisco nettamente la cappella che è entrata e il mio buchetto leggermente si stringe attorno per ricevere la poderosa asta. “ma che cazzo hai? È un palo?” “vedrai quanto ti piacerà il mio palo” e lentamente arriva a piantarlo tutto dentro sino a sentire le sue pallo su di me. Si sofferma e lo fa vibrare. E’ dentro di me, lo sento distintamente, lo sento vibrare, ne sento anche le pulsazioni, lo sento grosso caldo possente.
Ora lentamente inizia a pomparmi, ed io dopo un attimo inizio a godere di quel palo che mi scuote l’anima, mi scuote dentro come mai sino ad oggi. Godo del suo movimento, della sua grossezza, della sua durezza. Adesso mi scopa con forza con ritmo con velocità con potenza. Ho il culo che fatica a tenerlo, ma non voglio rinunciarci e resisto a questo splendido assalto. Godo e trattengo, godo e non mollo. Ale si regola al ritmo di Giorgio e per me è un idillio.
Quando finalmente sento il cazzo di Giorgio gonfiarsi ancora, indurirsi, pulsare e il suo respiro diventare affannoso e dalle sua labbra un grido trattenuto di godimento “vengooooo” e sospirando e sbattendomi lo sento venire dentro di me, lo sento sborrare con forza con passione e con una infinità di colpi e getti. Subito dopo riempio la bocca a Ale senza preavvisarlo ma lui non si scompone anzi, mi beve con piacere e mi succhia tutto sino all’ultima goccia. Quando finalmente non sborro più lo sfila e lo lecca succhiando bene la cappella. “ottima, veramente un piacere” mi dice prendendomi di sorpresa. Giorgio è ancora in me con il cazzo ancora duro e grosso. Mi sta scopando lentamente rallentando sino a fermarsi.
Ale allora lo guarda mentre io respiro pensando che ora si poteva riposarsi “dai Giorgio cambio”.
Io “ cosa?” “cambio, ora tocca a me scoparti, che credi sei mica di uno solo, sei di tutti e due e fai quello che decidiamo noi. E poi ti è piaciuto, mi sembrava che godessi come una troia, o sbaglio?”
“ si vero bellissimo ma..” Giorgio mi tappa la bocca con un bacio e lingua che mi entra improvvisa e inaspettata. Restio inizialmente ma non resisto all’insistenza forzata di Giorgio e mentre rispondo al bacio Ale mi entra di colpo, e anche se lubrificato dallo sperma lo sento penetrare con forza e violenza. Capisco che abbia il cazzo gonfio e la balle da svuotare visto quanto è successo, ma preferivo un pò di delicatezza almeno iniziale. Giorgio continua a baciarmi e impugnato il mio cazzo lo mena portandolo di nuovo quasi subito a splendida erezione Ale mi sbatte con passione e violenza in un unicum. Ha voglia di sborrare e si capisce benissimo ed io lo assecondo regolando il mio movimento di accoglienza al suo ritmo senza staccare le labbra da Giorgio.
Giorgio si stacca, appoggia una mano sulla mia testa e mi preme dolcemente verso il basso. Mi piego e appoggio le mani sui suoi fianchi, l’assalto di Ale ora è più piacevole e mi entra dentro di più e tutto. Mi spinge verso il basso e con l’altra mano impugna la sua asta e mi fa capire chiaramente il suo desiderio. Lentamente cercando una posizione comoda per me sia nel ricevere l’assalto che per spompinare quel cazzo che ora vedo bene lo prendo in bocca e provo a succhiarlo e spompinarlo. Cazzo è una bestia. In bocca mi occupa tutta la cavità in grossezza, e in lunghezza non arrivo a spompinarlo scendendo verso le sue palle. Neanche piantandolo quasi in gola.
Le Cavalca con desideri forte e sento che sta per esplodere. “Vengoooo, cazzo che bello vengoooo, dai troia tutto dentro daiiiiii”
Lo sento perfettamente sborrare anche lui dentro di me, penso che le die sborre si sono mescolate e che gli spermatozoi non capiranno più niente non riconoscendosi e cercando di capire cosa succede. Ma io godo, godo delle sue voglie dentro me, del suo liquido caldo che mi innonda e riempie totalmente e che mi rende felice di essere desiderio e mezzo. Piacere e uso.
Giorgio allora si prende in mano il cazzo tenendomi la bocca vicina “bevimi tutto, non perdere nulla” e si masturba, Poi gridando, si irrigidisce e me lo pianta dentro spingendolo in gola e qui iniziano i fiotti caldi, consecutivi, ininterrotti, molteplici, aldi e .. cazzo mi piace, mi piace questo sapore questa densità questa vischiosità e degluttendola ingoiandola la assaporo godendo .
Ora si che si può tirare il fiato.
Giorgio mi passa un pacchetto di fazzolettini di carta con i quali mi pulisco bene il culo dalla sborra. Poi mi posizione due sullo slip per le eventuali perdite e mi sistemo. Ci rivestiamo e riposiamo.
Giorgio “bene, sei proprio capitato a fogiolo, sei veramente bravo e un bel maschio da usare senza problemi come poco fa. Passeremo il tempo assieme e tu sarei nostro, per noi senza ritegno”
“ti ringrazio ma mi sembri esagerato. Bello ma vediamo di combinare”
”no sei nostro, N O S T R O!!! Ti useremo ti faremo godere e ci farai godere come e più di quanto vogliamo. Nessuna possibilità di rimostranza. Decidiamo noi e tu sei la nostra troia disponibile da usare. Se ti va bene ok altrimenti vedi di fartela andare bene così. Ok” interviene Ale
Io resto interdetto, vorrei rispondere ma sono sfiancato dal sesso fatto, strordito dal piacere, sorpreso dalle loro affermazioni richieste o ordini.
“va bene, ok” rispondo percependo che alla fine si parla di alcuni giorni e che se prosegue su questi livelli è vero che avrò il culo in fiamme ma godrò veramente come una troia in tutto per tutto.
Ma vedremo come andrà, per ora si deve riprendere il cammino.
Zaini in spalla e Giorgio davanti Ale dietro si procede in fila indiana lungo il sentiero scavato nel prato verde. I fiori ci accompagnano con i loro colori e profumi.
Una gioia interiore mi pervade, sono felice, felice di quanto successo, di averli incontrati di sognare ancora loro su di me, in me, dentro dentro me.
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