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Gay & Bisex

a casa con il sogno


di Alvertn
03.11.2014    |    8.778    |    1 7.9
"Come te” e guardandolo dritto negli occhi gli sorrido..."
A CASA CON IL SOGNO





Torniamo a dove avevo lasciato il racconto.
Ci avviamo io verso la cucina e lui verso il tavolo, lo vedo risistemarsi il pisello e chiudere la chiudere la cerniera, poi si accomoda al tavolo, apre la bottiglia di rosso che avevo posto in tavola, un teroldego millesimato di cui non nomino la cantina per pubblicità occulta, e lo versa nei bicchieri, Io la guardo mentre finisco di preparare le varie cosa in cucina, lo vedo che alza il bicchiere lo fa ruotare, ne guarda il colore e annusa il profumo.
Pronto tutto mi avvio verso il tavolo “fammi posto che arrivo” porto i due piatti con la carne salada con alcuni fagioli e cavolo cappuccio tagliato finissimo, una foglia di basilico per colore.
Prima di avviarmi ho buttato la pasta, 12 minuti di cottura.
Messi i piatti, brindiamo con il rosso, che riannusa e beve un sorso, lo gradisce e “buono, tosto, corposo rosso forte. Mi piace”
“occhio sono 13-14 gradi, è corposo e forte. Come te” e guardandolo dritto negli occhi gli sorrido.
“ma che bel complimento, fantasioso anche qui e non solo a letto, mi stimoli ancora ….”
La cena prosegue piacevolmente fra varie chiacchere e discorsi seri.
Dopo la pasta corta al pomodoro e olive e gli involtini di maiale. Un buon caffè con la bottiglia della grappa. Metto in campo grappa bianca monovitigno al teroldego e al moscato, poi grappa da me fatta con mirtillo raccolto, di cirmolo e di genziana.
Assaggia un po’ tutte e si ferma a bere quella di cirmolo.
Sparecchio e metto in lavastoviglie, faccio partire e torno di la con lui.
Pochi minuti e mi prende tirandomi a lui, mi bacia profondamente, con voglia e passione, e non si stacca. Quando finalmente ne ho la possibilità
“dai che andiamo di la” e staccandomi da lui alzandomi in piedi lo prendo per mano e lo tiro-porto accompagno in camera.
Si sede sul letto e mi sbottona la camicia, piano la sfila e la butta sulla sedia di fianco al letto. Mi fa avvicinare e si mette a succhiarmi i capezzoli. Ne succhia uno lo mordicchia lo aspira mentre con indice e pollici mi martorizza l’altro, tirandolo con forza, strizzandolo, contorcendolo. Alterna i capezzoli con questo trattamento. Da un lato piacevole, meno quando mi contorce con le dita quello fuori bocca.
Non smettendo mi slaccia la cintura, abbassa la cerniera, sbottona il pantalone e lo fa scendere ai piedi, battendomi sul polpaccio mi fa alzare una gamba e poi l’altra rimanendo libero e in mutande. Per poco perché subito le abbassa e me le toglie. Ora nudo. Mi butta sul letto, su cui cado disteso a pancia in giù, faccio per voltarmi e uno sculaccione mi arriva “fermo così, Alza il solo culo.
Scivolo indietro con il corpo alzando il culo verso di lui, “gambe larghe”, con altra sculacciata. Allargo. Il cazzo è già duro da un po, le palle scendono e dalla mia prospettiva vedo l’asta mi scappellata e la mia borsa pendere sotto. Guardando fra le mie gambe vedo che stà spogliandosi velocemente, mi prende in mano le palle ballonzolanti e le stringe alla base facendone un sacchetto pieno e compresso dalla base, sento stringere e mi fa male, non protesto e attendo di capire che vuole fare. Poi sento che se l’infila tutto in bocca, lo scroto con le palle e lo aspira, lecca morde. Soffro ma mi piace questa sua passione, Ora molla tutto e sale a leccare sino al buco del culo. Lecca e gioca con la lingua per entrarvi, forza e cede, penetra e il sono teso a sentire tutto quanto stà facendomi. Sento qualcosa di fresco, guardo e capisco subito, la sua cappella che si sta posizionando. MI immagino già il piacere che avrò e avrà. Ma con un bel colpo secco profondo è in me, in fondo a me, e mi sembra che mi abbia squarciato il buco, che brucia da matti, che mi duole e di cui lui non si cura. Faccio per protestare, e mi zittisce con un altro sfondamento violento, una sberlone sul culo, “zitto, sei mio e faccio cio che voglio, che ti vada o no. Potrei anche venderti o noleggiarti, potrei chiamare qui amici per sfondarti e riempirti tutto come un cannolo, e se ti amenti ancora lo faro subito. SEI LA MIA ricordati MIA troia. Quindi taci e fammi godere “
Non rispondo e resto fermo”rispondi si mio padrone cazzo”
“si mio padrone” e riprende a fottermi con violenza, forte e con il suo cazzone durissimo.
Adesso comincia a piacermi, il fastidio è passato come il dolore. Mi tromba così per una mezz'oretta credo, poi mi sborra in culo godendo continuando a sfondarmi con colpi profondi ma meno ritmati e meno veloci. Capisco che aveva una voglia matta di me dalla sborra che mi esce mentre pompa, che mi deve avere innondato e strariempito. La sento ora scivolare lentissima lungo le cosce. Esce da me “girati subito”
Ed obbedisco rimanendo alla pecorina e appena di fronte a lui, o meglio al suo palo, mi tira la testa a lui e me lo pianta sino in gola. “leccamelo bene, troietta, deve uscire da li lucido, come nuovo.”
Ormai me lo godo tutto, succhio e lecco, cerco le ultime gocce ancora presenti, lecco quanto lubrificato la cappella, sento anche il sapore del mio buchetto ovviamente ma prevale il suo odore e sapore, il suo sperma.
Lo tira fuori e guarda se è come vuole, e lo ripianta dentro, “ancora un po forza che sei bravo”
Una volta finito il servizio di pulitura, contento di quanto fatto e con il cazzo suo durissimo ed il mio pure, “posso andare a lavarmi?”
“Scherzi, fermo li” apre la borsa con cui è arrivato, cerca e tira fuori un sacchetto chiuso, lo apre con attenzione e cura e un cazzone in plastica viene fuori. Grande più o meno come il suo.
Si siede sul bordo del letto,
”Distenditi qui su di me, il culo su sopra le mie gambe”
MI stendo e mi posiziono secondo le sue istruzioni. Con le mani mi fa tenere allargare le gambe, sento il plasticone che scorre lungo le chiappe, si ferma si posiziona, viene spinto in giù, mi allarga con ritmo una chiappa e poi l’altra e ad ogni allargamento entra un pochino. Poi sento che il cappellone freddo è quasi tutto dentro e il buco nuovamente ben dilatato. “ora goditi questo cazzone rigido”
Lo spinge giù e poi su scendendo ogni volta di più portando in superficie lo sperma in me svuotato.
Mi fa ruotare con il “pistolone” dentro che si appoggia al letto, impugna il mio cazzo marmoreo e mi sega con velocità, mentre l’altra mano massacra nuovamente i capezzoli. Non impiego molto, visto l’eccitazione e quell’affare in culo. Sborro con getti possenti che mi arrivano sino al collo e sui seni e poi lentamente i successivi sempre più in giù sino a sborrargli la mano.
Mi passa la mano sulle labbra lasciando li il mio liquido, poi con le dita ne raccoglie altro e lo porta sempre sulle labbra passandole in lungo e in largo, e piano piano mi porta quasi tutto il mio sperma, Passa ancora ma si ferma al centro e spinge le dita dentro, ed io apro ed il liquido e le dita entrano e devo succhiarle, leccarle pulirle. Immagino che sia quello che vuole e lo faccio anticipandolo. E lui ne approfitta, con la mia bocca aperta mi spinge dentro tutta la sborra portata sin li, facendosi succhiare nuovamente le dita.
Finita l’operazione mi scapezzola bene. Con una pacca sulla chiappa ”dai che andiamo a lavarci”.
Io mi ruoto e mi alzo, lo guardo interrogativamente…”e no, lo tieni in culo sino al bagno poi le tolgo io. Tranquillo.” Cammino ma quel coso è fastidioso e disturba il movimento. Per fortuna il tragitto è corto, ed arrivato mi fa piegare bene a 90° e lentamente lo arretra sempre con il movimento della scopata, dentro e fuori, portandolo all’esterno e uscendo si è sentito il botto del tappo che esce dalla bottiglia. Mi metto in doccia direttamente mentre lui si posiziona sul lavandino a lavare il membro plastico, poi si fa un bidet al cazzo.
Torniamo in camera e rimaniamo distesi a parlare, riposiamo dopo il piacere.
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