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Notte per Amsterdan


di Alvertn
14.05.2013    |    7.837    |    2 9.0
"” “ doccia ok cena ok ed il dopocena a sorpresa che cosa è?” Scusa se ti dico manca la sorpresa e quindi non è a sorpresa..."
Il viaggio continua, i paesaggi corrono e cambiano non troppo frequentemente, passano dalla campagna coltivata a boschi, e sono lunghissimi tratti tutti eguali. Amsterdam è ancora lontana. Mi distendo sul posto.
Luca mi racconta che è anni che fa in camionista e che nelle varie tratte tutti quelli a cui a dato il passaggio se li è scopati bene. Sia che siano stati maschi che femmine. E’ un bel bsx con un cazzo da favola e quindi non mi faccio meraviglia, se poi ha fatto come me O cosi o non Sali, con la penuria di chi ti carica, diventa facile per lui avere la mercanzia per divertirsi e svuotarsi senza tante menate.
Se poi fa il viaggio da solo, mi dice, che ha una serie di colleghi sia maschi che femmine anche qui, che fanno sesso volentieri, e con lui ancora di più. Forse esagera ma mi fa piacere pensare che sono stato trattato come gli altri e non sono stato l’unico a “soccombere” se si può dire così. Che poi soccombere con un trattamento così, vero che è a scadenze brevi o brevissime, ma Luca è una vera favola sessuale. Da provare e non dimenticare più.
Fra me penso a che succederà la notte, notte tutta fermi in parcheggio, tutta a sua disposizione per fottermi e riempirmi, giocare e godere. Mi vien dura la pensarlo, ma cazzo con tutte le sborrate che mi ha fatto e con il culo ancora “dolorante” mi vien voglia come se fosse una vita che non faccio nulla.
Luca dice che ci fermeremo solo alla stazione di servizio tale, deve recuperare parte del tempo, e quindi sino ad allora di stare tranquillo, anzi se volevo potevo palparlo bene.
“dopo allora eseguo” prendendo tempo
“ok dopo allora. Alla stazione sosta per la notte, prima di cena doccia nel servizio della stazione, cena e il dopocena a sorpresa.”
“ doccia ok cena ok ed il dopocena a sorpresa che cosa è?”
Scusa se ti dico manca la sorpresa e quindi non è a sorpresa. Sei a mia disposizione quindi non preoccuparti, ti farò stare bene, benissimo anzi, godrai come 2 troie insieme”
Rimango sorpreso e non riesco a capire che vuol dire, ma si dai sarà una scopata diversa e prolungata, ma dai che ora ci si comincia ad adeguare e capire cosa desidera Luca.
Arriviamo alle 18.30 alla stazione. E’ una stazione ben conosciuta perché guida e si parcheggia senza nessun dubbio o perplessità.
“prendi le cose per fare la doccia, rimani con il minimo indosso che non vi è molto spazio per appendere gli abiti e lasciarli asciutti”
Tolgo tutto e indosso un pantaloncino corto senza sotto nulla, una maglietta a maniche corte. Sorgono due punte dei capezzoli.
Scendiamo e Luca mi mette la mano sotto i pantaloncini e mentre camminiamo fra i camion mi cerca il buco e prova a giocarci. “Luca dai che ci vedono”
“Ok in doccia allora” “in doccia cosa??”
“in doccia assieme che vedrai come ti lavo io.”
“ma c’è gente mi vergogno, per piacere dai no”
“e piantala, gli accordi sono accordi. CAZZO SEI A MIA DISPOSIZIONE!!!!! Smettila di dimenticartelo.”
Abbasso il capo e rallentando il passo “cazzo, si ma dai, si ma mica pensavo a queste cose.”
“Piantala e cammina. Devo sculacciarti come i bimbi capricciosi. Ti ho detto che godrai come 2 troie e iniziamo come voglio io e proseguiamo tutto come voglio io. Tu zitto e esegui. CHIARO!!!”
“SI SI SI”
Saliamo la scalinata esterna che da accesso al blocco pubblico della stazione, atrio ampio, a destra scala che scende con freccia che indica WC, docce fasciatoio, dritto sala bar e sulla destra ristorante self service. Dritti e a sinistra la parte negozio.
Scendiamo le scale uno affianco all’altro. Piccolo atrio, al centro fasciatoio a sinistre wc e docce per donne a destra per uomini, Appena varcata la porta atrio con due porte una per i WC l’altra per la zona docce.
Luca apre e mi spinge dentro. Una batteria di almeno una decina di box doccia chiusi nella nebbia del vapore caldo.
Luca mi spinge verso l’ultima porta, che è socchiusa quindi libera. Mi spintona dentro. “spogliati ed apri il rubinetto, non troppo calda ok?” “si subito” tolgo la maglietta e il pantaloncino, appoggio sopra l’asciugamano e il sapone da doccia sul ripiano. Allungo il braccio e apro il rubinetto miscelatore, metto la mano sotto il getto e quasi subito calda. Mi sposto sotto seguito da Luca che subito si mette a baciarmi a lingua aperta, profondamente e sensualmente, stringendomi a se e masturbandomi i capezzoli.
L’acqua scivola e scende lungo i corpi. Mi gira mi lava il culo, mi penetra con uno poi due poi tre salsicciotti, è teso da morire, il culo ovvio. Li toglie e mi lecca il buco aperto e vi entra con la lingua, entrandovi e scopandomi con essa. Poggio le mani sul rivestimento in piastrelle, bagnate e scivolose, per bilanciare la posizione. Si alza e mi infilza come uno spiedo in un solo movimento, Inarcandosi dal basso verso l’alto appena è entrato in me. Con la mano mi tappa la bocca che stà per urlare dal male improvviso. Mi tira indietro verso di lui che appoggia le spalle alla parete e tenendomi forte mi scopa con violenza, colpi veloci e decisi che entrano e mi squartano. Si fermano quando arrivano in fondo per scendere lentamente e poi di nuovo il maglio che colpisce e che mi apre. Mi sembra che entri sempre di più, lo sento nello stomaco, nell’addome dappertutto. Il male ora e leggero fastidio che si stà trasformando in piacere ma non lo è ancora, anzi!!
Mi sussurra nell’orecchio “mi piaci, sei veramente una cosa unica, mi fai impazzire e goderti è splendido, Mi piaci e sei mio, mio tutto e in tutto, una bella mia solo mia troietta.”
Non sono in grado di rispondere perché la mano è ancora sulla mia bocca, non più con forza ed io la bacio e lecco le dita che mi chiudono. Non sono in grado di dire quanto tempo siamo stati in quella posizione per me scomoda e con quel palo piantato che entrava ed usciva, mi sembra una eternità e quando Luca viene ansimante in me, percepisco appieno i suoi getti copiosi e caldi che fuoriescono da quel palo, e dopo un aumento di velocità nei colpi ora comincia a diminuire il ritmo, la mano molla le mie labbra, l’inarcamento finisce e posso tornare in piedi diritto. Mi gira la testa verso di lui e mi bacia o lecca in quella posizione in cui difficilmente le labbra riescono a chiudersi far loro, lasciando sempre una parte di bocca libera.
Senza sfilarsi da me, impugna il mio cazzo durissimo e comincia a menarlo stringendolo forte e aumentando la velocità.
La mano sinistra corre e gioca con i miei capezzoli, i sui denti mordicchiamo il lobo dell’orecchio in cui sento il suo fiato caldo che vi entra e che poi scorre sul collo provocandomi un brivido, sempre sotto l’acqua calda della doccia. Molto lentamente mi scopa con il suo cazzone che sento ha perso di tono ma è sempre ancora un bell’attrezzo.
Sborro e vengo baciandolo, con respiro affannoso, che con le bocche socchiuse suona come ululato in alta quota.
Mi lava senza staccarsi da me, ultima cosa che fa, passandomi poi il sapone anche li. Poi si lava lui, mentre io esco dal piatto doccia e mi asciugo.
Sento il culo aperto, sensazione strana provata solo oggi, e sempre dopo il passaggio di Luca. Sentirsi non chiuso, non so come spiegare, strano. Finisce anche lui e si asciuga. Lo guardo, è un bel torello ed anche con il cazzo a riposo è una bella bestia. Non avrei mai creduto che mi sarei lasciato sbattere così, che mi sarei sentito piacevolmente usato e posseduto, di godere di tanta voglia.
Rivestiti usciamo nel corridoio nebbioso. Io mi sentivo in difficoltà, chissà che uscendo ci vedano e cosa penseranno di noi o me.
Paure infondate, nessuno nel corridoi all’uscita e quindi subito il cuore si riprende.
Torniamo all’automezzo per sistemarci.
“Sai che mi piaci un sacco. E’ bello scoparti, usarti, goderti. Mi piace come sei e come rispondi alle mie voglie.”
Sorrido senza dire nulla, mi spoglio del poco addosso e mi rivesto per andare a cena. Pronti ritorniamo alla stazione, zona self service.

Il bancone messo a semicerchio, con il piano per scorrimento del vassoio su cui poni quanto vuoi mangiare, passo dopo passo, lentamente anche per la gente, non tanta , presente e il tempo di vedere e scegliere. Il giro finisce con a cassa a cui ognuno paga il suo.
Luca si sposta nella sala con i tavoli, si guarda in giro e prende quello d’angolo che domina tutta la sala dall’ingresso alla struttura , il bancone di distribuzione e tutti i tavolini. Penso che è un modo per sentirsi sicuro, verificare immediatamente e tenere sotto controllo anche se indirettamente tutta la situazione.
Si siede in posizione dominante, ed io al sul fianco.
Si guarda in giro, come cercasse qualcuno, poi inizia a mangiare. Io lo copio e mangiamo chiacchierando di tutto che poi significa di nulla.
Al tavolo si presentano due un maschio di grossa stazza e una donna tondetta ma in carne, salutano Luca e chiedono se possono sedersi con noi o disturbano.
“sedetevi, dai come state?”
“bene, arrivati e parcheggiato ora, ceniamo e poi chissà? E tu che ci racconti? Dove hai trovato questo …. ? Amico?”
“scusatemi, si vero, vi presento il mio maschietto, non serve neppure il nome perché è mio. Preso su al casello, in cambio di prestazioni, sapete bene quali”
Io sono diventato rosso, viola, non so più che fare, dove guardare, che dire.
Ridano e scherzano raccontandosi un po’ di vita vissuta ed incontri fatti. Questo cambio di discorso mi rilassa e riprendo la cena senza dire una parola.
È la donna che, seduta vicino a me, mi dice “girati e guardami” mentre con la mano va al mento e mi alza il viso “anche bello la hai trovato. Il solito fortunato. E a letto come funziona.” Ed il rosso divampa in me.
Luca “e’ una splendida troietta, dolce disponibile e calda.”
“che dite serata assicurata allora? Condividi come al solito?”
Tutti e tre mi guardano sorridono e Luca annuisce con la testa. Io sono angosciato, ma come, ma non era questo che era nell’accordo, ma cazzo io che devo fare. Ma poi l’accordo…. O cazzo sui solo suo a suo scelta fa quello che vuole. Ma allora non ho capito che intendeva, lui sapeva ma non ha detto… ma cazzo ora che faccio… che posso fare. N U L L A. Il cuore batte forte, l’angoscia mi opprime.
Finiamo la cena. Loro parlano ed io taccio. “caffè al banco, Tutti?” confermiamo. E’ il nuovo che va alla casa e dice che lo paga lui, e mentre prendo il portafoglio mi dice “lascia stare vedrai che pagherai in altro modo, più bello”

Bancone 4 caffè lisci. Arrivano veloci e dopo lo zucchero, lo bevo volentieri.
Non so cosa mi aspetti, non so che programma hanno, ma sono certo che il centro dei loro desideri e piaceri sarò io.
“Da te o da me?” si dicono i due maschi. “come vuoi” risponde Luca
Usciamo, Luca mette il suo braccio sulle mie spalle e mi conduce. Non andiamo al camion, giriamo sul piazzale, poi il cloc con il lampeggiare dei fari per l’apertura del mezzo. Saliamo prima la donna, io spintonato e i due.
Appena su lei mi spoglia aiutata dal suo maschio, Luca fa da solo.
Nudo mi spingono sul lettone, più grande di quello di Luca. Lei mi butta sul mio cazzo in tiro e lo lecca e succhia, lui si spoglia e appena pronto mi batte sul viso il cazzo, non come quello di Luca ma lungo e non grosso ma neanche fino. Lo batte sulla guancia e mi gira la testa, lo pone sulle labbra, lo scorre ed attende un attimo, poi spinge dentro e io apro e lo accolgo. Caldo duro vibrante.
Lei ha smesso di succhiare, si stà spogliando, lo vedo con la coda dell’occhio, due tette da fare paura, Luca mi stà leccando il cazzo e scende al culo, ormai dovrei dire al suo culo a forza di prenderselo.
Lei si distende sul letto, mi ordina di stendermi sopra, si prende il mio cazzo e lo ficca in figa, “scopami forza” ed inizio a scoparla mentre i due mi guardano, ma l’osservazione dura poco. Luca e l’altro si guardano, “cosa preferisci” chiede “ per iniziare mi faccio questo bel culo, poi cambiamo” Luca si mette davanti, mi alza il viso e mi fa sostenere con le braccia. Il suo cazzo duro mi riempie la bocca e mi scopa soffocandomi a tratti, dentro sino in gola. Lei le lecca le palle e quando ci arriva anche il culo, perché sento che glielo chiede. Sento che mi lecca il culo, mentre mi muovo e scopo. Poi la cappella la sento chiara che colpisce con il mio movimento o le chiappe o il buco. Mi pone le mani sui fianchi e mi ferma. Fa scivolare il cazzo sul buco e fionda dentro, nulla a confronto di Luca, ma piacevole da subito.
Il mio movimento scopa lei e scopa me stesso, con questo nuovo cazzo dentro.
Mi trovo il mio in figa che stà godendo e lecca Luca. Un bel cazzo in culo che mi scopa con tranquillità, e quello di Luca che mi scopa in bocca.
Sono fuori dal piacere, sensazioni mescolate, mescolate ma singole uniche e profonde.
Lei la sento venire più volte, stinge le cosce e io accelero i colpi, sento che non resisterò ancora molto, anche perché respiro faticosamente e i molteplici piaceri moltiplicano in modo esponenziale il piacere stesso.
Sborro in lei , copiosamente stringendo le chiappe per le contrazioni e godo e con me lei la sento.
Sto rallentando il ritmo, sempre con le chiappe che seguono le contrazioni della mia sborrata, che aumenta la penetrazione del mio culetto,. Il ritmo i colpi, la profondità, il respiro, la corsa ed ecco che la prime contrazioni arrivano le sento, frustano dentro ed ecco il caldo liquido fluire a getti copiosi. Li percepisco uno alla volta singolarmente, il caldo che entra in me. Sento che stà rallentando, sono concentrato si questo che mi trovo riempito in gola, quasi annego dalla sorpresa, Luca ansimando e gridando sommessamente stà svuotando tutto in gola. Alcuni minuti mi sembrano eterni perché respiro a fatica fra un deglutire e una innondazione. Poi si quieta come nulla fosse successo. Si sfila e si siede sui talloni. Lei mi tira a se e mi bacia, vuole condividere il sapore e parte di quanto ancora nella mia bocca. Quasi una lotta di lingue e di labbra.
Piano sento uscire da dietro.
Si tira il fiato penso ma il cazzo sfilato si pone sulla guancia “leccatelo” ci ordina e il gioco delle lingue passa su quell’asta ancora dura e piena del suo sperma.

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