Gay & Bisex

Amnesia


di Alvertn
09.05.2016    |    8.775    |    1 6.8
"Non sento cosa dicono ma percepisco che parlano Mi avranno visto? E poi non capisco cosa ci faccio qui io, tutto nudo, non vedo i miei abiti attorno, non..."
Un gran prato verde, un prato circondato da pini e larici, un prato mosso, con piccoli dossi ed avvallamenti, erba alta, tanti fiori di campo, cielo azzurro, nessuna nuvola ed io sono al centro del prato, sono al centro e nudo, tutto nudo che mi guardo intorno.
Intravvedo dei movimenti sul bordo del bosco in direzione del sole. Fatico a vedere anche per i suoi raggi che mi abbagliano.
Mi accuccio nell’erba, erba che ora mi nasconde, che ora mi veste.
Abbassato, così il sole da meno problemi agli occhi
Non sono caprioli o altri animali che escono dal bosco
Un gruppo di persone, escono dallo scuro del bosco, arrivano al bordo del prato. Ora li vedo chiaramente
Sono in quattro. Pantaloncini corti e camicia o maglia con maniche corte, mi sembrano tutti maschi.
Parlano fra loro. Parlano sommessamente. Non sento cosa dicono ma percepisco che parlano
Mi avranno visto?
E poi non capisco cosa ci faccio qui io, tutto nudo, non vedo i miei abiti attorno, non vedo l’erba calpestata o un percorso che mi abbia portato al centro del prato.
Mi siedo sui calcagni, piedi piantati a terra e gambe ripiegate contro le quali poggio il busto.
Così sono meno visibile.
Ma non stanno guardando verso di me, non stanno cercandomi, probabilmente non mi hanno neppure visto.
Il gruppo gira attorno al prato e sparisce nel bosco dalla parte opposta da cui era entrato. Nel giro, arrivati fuori dalla lice diretta del sole, noto che sono realmente quattro e maschi.
Mi rilasso. Ma che cazzo ci faccio qui, che cazzo faccio nudo, dove sono i miei abiti.
Mi guardo intorno, cerco tracce di un passaggio fra l’erba, nessuna traccia netta, nitida.
Sono angosciato e demoralizzato. Se non trovo traccia come faccio a ritrovare gli abiti?
Improvviso, con il cambio di luce del sole, si, vedo qualcosa, una traccia, l’erba è su ma vi nota che è stata attraversata non da poco tempo.
Seguo con gli occhi il percorso visivo, arriva sino al bordo del prato.
Mi fisso un punto di arrivo con una pianta del bosco, così sono sicuro di non perdere la traccia.
Mi guardo con circospezione attorno da tutti i lati. Ok nessuno in vista.
Mi alzo e mi muovo veloce, come si può dire veloce a uno che cammina in erba alta a piedi nudi.
Ogni tanto ritiro il piede perché l’erba o il terreno punge.
Rido, rido fra me.
Mi immagino uno che mi veda, nudo a saltellare fra l’erba, a ritirare il piede e zompettare con una sola gamba e riprendere a muoversi con entrambe.
Ed il tutto con un pisello e palle che ballonzolano qua e la in tra i fiori. Immagine veramente comica. Speriamo che nessuno mi veda.
Raggiungo il punto di arrivo Guardo il prato e vedo chiaramente l’ingresso in esso, non quello da me appena percorso.
Sono sulla strada giusta.
Ora vediamo che si fa, il terreno del bosco è duro e le tracce sono scarse e difficili da vedere.
Mi concentro e osservo il bordo del prato, si nota subito il passaggio del gruppo che ho visto.
In fila indiana hanno schiacciato l’erba e segnato un percorso netto, libero dalle piante ormai calpestate, che si apre nell’erba alta.
Ma dubito di aver fatto quel giro, non so perché ma non è li che devo andare.
Osservo con attenzione, muovo la testa verso destra osservando cosa potrebbe esserci di anormale che segnali il mio passaggio.
Sempre nudo con il pistolino ballerino, noto qualcosa di strano, un colore vicino ad un masso, un colore che non credo sia della natura.
Concentro la vista e lo sguardo in quel punto. Non migliora la visione, è a circa 30 metri da me, all’interno del bosco, nella penombra che gli alberi creano
E’ sotto un bel grosso larice.
Prima di andare mi fisso un altro punto di dove sono adesso, in modo che se devo tornare so dove ero prima perfettamente.
Quasi paranoico mi dico dentro di me.
Ma questa amnesia mi preoccupa e faccio le cose come mi viene da dentro. Rifletto su quanto faccio ma so che è una cosa che nasce da dentro di me
Butto via questi pensieri. Mi muovo con delicatezza. Gli agli di pino son come un letto di fachiro. Pungono e pungono e pungono ancora
Ed in più la goccia di resina che portano sulla cima si incolla alla pelle.
Cerco di passare sopra a dove trovo sassi, ma sono pochi. Fatica a arrivare, ma ne valeva la pena.
Con gioia e sospiro ho trovato gli abiti. Nudo mi siedo sul masso, Alzo un piede appoggiando la gamba sul ginocchio dell’altra, e pulisco dagli aghi e quanto si è incollato.
Ai piedi del masso vi è un bel morbido muschio su cui poggio il piede appena pulito. Procedo con la pulizia dell’altro.
Un rumore mi blocca. Resto immobile e aguzzo le orecchie. Nulla, null’altro. Poi dentro di me si accende un battito fortissimo. Il cuore che pompa e che sottolinea il mio stato d’animo. Sono teso, paura di qualcosa …ma di cosa?
Il silenzio nella natura è indice di pericolo o di presenze .
La testa piegata in avanti, gli occhi fissi a terra, le orecchie che cercano di percepire qualsiasi rumore.
Un alto scricchiolio, o meglio il rumore di un ramo che si spezza, viene dalla mia destra. Resto immobile. Forse un capriolo, forse.
Un fruscio di un corpo che sposta e strofina un arbusto, e questo è arrivato da sinistra.
Che cazzo succede, chi c’è, animali o uomini, e che vogliono che cercano…
Fungaioli, no non è ancora la stagione e non ve ne sono
Il cuore impazzisce. Mi piego lentamente e prendo gli abiti da terre, le scarpe e lego i lacci fra loro e le porto a cavallo della spalla.
Impugno tutto con attenzione a non perdere nulla.
Poi decido in un attimo.
Scatto come lepre alzandomi dal masso e correndo, prendendo la direzione da cui son arrivato, per arrivare al prato e vedere chi c’è o cosa c’è
Se animali questi scappano altrimenti…. Vediamo
Il punto di riferimento poco prima fatto mi da una direzione certa e la sicurezza interiore di correre in terreno conosciuto, appena conosciuto.
Sono partito come centometrista, incurante questa volta degli aghi ai piedi ma con voglia di uscire da quei trenta metri che mi distanziano dalla luce.
Falcate lunghe spinta possente, mi sento veramente in forma, il respiro è normale ed il battito del cuore si è regolarizzato.
Improvvisi mi appaiono dei flasch nella mente, delle immagini talmente vive che mi sembra di esserci adesso.
Mi vedo inginocchiato con diversi cazzi attorno, cazzi duri, cazzi di varie misure, cazzo normale,, cazzo grosso e lunghezza normale 16-17, cazzo fino e lungo, cazzo grosso ma corto sui 7-8 cm, cazzo gigante di diametro come una bottiglia e lunghetto 21-22. Tutti intorno che mi cercano, vogliono la mia bocca
Poi sparisce in un decimo di secondo e sono ancora qui che corro.
Dal bosco tutto fermo, intorno a me nessun movimento, nulla.
Un altro flasch improvviso, mi vedo a succhiare cazzi che si alternano mentre altri si divertono a scoparmi in culo ed a scambiarsi, mi sembra di assaporare il gusto dell’uccello…..
E sparisce in un decimo di secondo, e la corsa continua.
Tranne il rumore della mia corsa non percepisco niente altro. Forse mi sono preoccupato o spaventato per nulla.
Sono ornai alla fine del bosco. Non rallento per prudenza. Appena arriverò nel prato mi fermo, alla giusta distanza dal bosco, non voglio sorprese, penso fra me, ma rifletto sulle immagini che mi sono apparse.
Che la memoria mi stia ritornando o sono allucinazioni dovute alla paura?
Ancora uno strappo e uscirò definitivamente dal bosco.
Ci sono quasi e sento dentro la felicità che mi sale e pervade. Mi sembra di rinascere, la tensione mi scende, ma no rallento, anzi forzo ancora fregandomene dei piedi indolenziti dalle sbucciature e punture. Non sento fatica, non sento pesantezza. Sento libertà, piacevolezza di essere fuori.
La luce del sole finalmente arriva.
Con la coda dell’occhio sinistro vedo, mi appare un ombra che esce dal bosco, da dietro il tronco grosso di un larice, non arrivo a vedere cosa sia o se è solo un gioco di luce, ma accelero. Vengo investito, una spallata, una spinta, un colpo forte, che mi fa sbandare, scoordinare la corsa e dopo pochissimi passi casco a terra totalmente sbilanciato da ciò
Sono sorpreso, stordito, un braccio disteso davanti per attutire la caduta e l’altro indietro.
Non riesco nemmeno a provare ad alzarmi che uno si siede sulla mia schiena e mi blocca il braccio indietro piegandolo lungo la spina dorsale ed immobilizzandomi.
Il cuore impalla, cazzo chi sarà questo, che vuole , non certamente cose buone… cazzo che cretino. Potevo aspettare ancora prima di cercare gli abiti ed adesso???
Mentre mi tiene bloccato chiama i suoi amici, che arrivano veloci.
Mi guardano e ridono. “finalmente troia ti abbiamo ripreso, cazzo adesso ti riempiamo bene, ti sventriamo, ti distruggiamo. Poi vedrai che non farai più tante storie”
Sono in cinque.
Probabilmente quelli che ho visto passare prima. Cazzo che coglione, mi son fatto prendere come un coniglio.
Quello seduto su di me mi prende per i capelli e mi tiene la testa alzata, Gli altri iniziano a sculacciarmi con forza, e tenendomi le gambe aperte, divaricate, sputano in direzione del mio culo
Poi sento un dito, un dito che gira in tondo, mentre mani tirano le chiappe per lasciare il buco bene in vista, e il dito entra, mi penetra, ma è subito seguito da un altro e un altro e un dito per ogniuno è dentro in mio buco che fatica e soffre a tenerli. Si armonizzano e mi scopano assieme. Tutti su e tutti giu.
La testa reclinata indietro per la mano che mi afferra per i capelli resto immobile inarcato a subire questi….
Giocano con le dita dentro di me ridendo e sculacciandomi con passione.
“Ok, adesso sei di nuovo nostro, non fare altre cazzate che ti castriamo realmente.
Sarai la nostra cagna, la nostra troia e non ribellarti mai più. Se sarai brava poi ti lasceremo andare, ma prima devi soddisfarci bene e tutti”
Dicendo questo, mi lascia i capelli e smonta dalla mia schiena
I cinque si spogliano, e vedo i cazzi che giravano intorno, vedo i flasch che ora sono realtà, probabilmente di nuovo realtà
Il cazzo bottiglia davanti ai miei occhi ora lo vedo e … si sposta dietro di me
“su alla pecorina e fai il bravo che ti apro per bene”
Terrorizzato mi metto in posizione, mi allarga le gambe e poi si posizione. “pronta troia”?
“si piano per favore”
E ascoltandomi mi pianta quel mega cazzo con un colpo solo, dentro di me, facendomi urlare, ma è entrato solo a metà

Ora procede con calma
Entra ed esce e spinge. Sento dilatato tutto, mi sento sventrato ma lui gode e mi tromba senza ritegno e senza interessarsi di me. Tromba e gode.
Ora che è entrato gli altri si piazzano davanti e si fanno succhiare gli uccelli, menandoli in attesa di entrare nella mia bocca
Si muovono a turno e rivivo quanto successo precedentemente in altro luogo. Cazzi vogliosi che vogliono scaricarsi in me o un buco vale l’altro.
Nessun particolare sballo
Ma mi comincia a piacere, il dolore ed il fastidio nel culo non si fanno sentire e anzi mi piace. Mastodontico, grosso lungo che mi sfonda e mi lubrifica.
Sento le sue vene nel mio intestino, sento la sua massa dura e carnosa che mi sventra, mi apre mi prende mi possiede.
Ora mi piace e godo, e mi giace il cambio dei cazzi, il gusto che cambia, che si mescola che si amalgama alla saliva e mi lascia respirare
La scopata mi stoglie l’attenzione, ha aumentato il ritmo e sento le contrazioni del cazzo dentro, contrazioni che sembrano frustate, e che mi fanno male. Continua a succhiare altrimenti mi prendono a sberle, ma non mi interesso più dei loro cazzi ma solo della bestia che mi stà per riempire
Ed ecco che con un urlo straziante e con colpi violenti che mi fanno sobbalzare inizia a sborrare in me, caldo liquido che rimbalza sulle mie pareti e che permette un maggior scorrimento di quel bel cazzone, e l’aumento nuovo del ritmo della velocità e dei colpi scorrono tutti un questo lubrificante che comincia a uscirmi dietro.
Il primo uccello si sofferma di più e sento che è carico. L’interesse del buco ormai innondato, irrorato di sperma mi lascia e torno sui bei cazzi, e a sentire che stà per svuotarsi mi prende l’eccitazione Anche lui urlando viene e mi riempie con molta sborra in getti lunghi e caldi, saporiti di un denso dolce piacevole. Riesco a degustarla prima in bocca poi mando giu tutto.
Finito si fa bel lavare la cappella dalla mia lingua e lascia il posto …
Dietro esce con un rumore sordo di tappo che stappa”
Uno dei tre rimasti si sposta dietro, non aspetta e si fionda dentro. Il cazzo è grosso ma corto e lo sento bene anche se sono molto, moltissimo aperto, dilatato, sfondato
Mentre succhio e viene riempiendomi la bocca anche lui dietro mi riempie godendo e scopandomi spiaccicando sbora che fuoriesce ovunque lungo le chiappe e le gambe. Intanto mi degusto anche questa , dolcezza prelibata un attimino più amara e densa ma buona, almeno mi piace.
Mi libera il buco, metafora perchè credo sia una voragine, sento l’aria fresca entrarvi, ma non oso verificare…L’ultimo eccitatissimo mi sborra in faccia segandosi e poi infilandomelo in bocca per farselo leccare ancora.
Lasciandomi li nudo sborante, si siedono in cerchio attorno a me , probabilmente per non darmi vie di fuga, e riprendono fiato.
Io ansimante mi pulisco con le mani alla meglio. Penso ai flasch di prima
Penso a quanto detto da loro, penso a quanto mi son piaciuto,,, ma allora sono una bella gran troia sul serio
Cazzo mi è piaciuto da morire, da godere come mai, anche se non ho sborrato io ma mi son goduto di culo e di bocca.
Poi si alzano si rivestono, prendono i miei abiti e li tengono loro,
Quello dal cazzo bottiglia arriva da me, mi gira una corda al collo e mi fa un nodo, a mo di guinzaglio, poi con un calcetto, “dai troia alzati che si torna a casa, devi essere pronta per dopo.”
Io mi alzo e cammino piano a saltelli. Si fermano e mi danno calze e scarpe “fai in fretta”
Le metto e si riparte, almeno cammino decentemente
Con un culo aperto e devastato.
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