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Gay & Bisex

la casa al limitar del bosco


di Alvertn
11.05.2016    |    10.253    |    4 7.0
"Poi una mono impugna il mio cazzo duro e inizia a masturbarmi, Bello e inatteso, mi aiuta a sentire maggiormente tutto quanto “subisco”, con miglior..."
Una bella casa a bordo di un grande prato, poco distante dal bosco, un torrentello che corre sul fianco opposto da cui arriviamo
Una bella casa in pietra, sassi grossi e squadrati, Un doppio ordine di tre finestre sul fianco e tre finestre sopra e due con un portale in pietra ad arco con chiave di volta lavorata a viso nella zona frontale. Il portale ha un bel portone in legno massello con due battenti e in mezzo è inserita la porta per il passo d’uomo.
Serramenti in legno e oscuri in larice ormai grigio dal sole, Tutti aperti, ed il sole si riflette a specchio su alcuni vetri
I cinque sono davanti a me e continuano a ridere e scherzare fra loro tirandomi per il guinzaglio in corda che mi hanno messo al collo.
Nudo con le scarpe d i calzetti.
Nel percorso la memoria mi è tornata, non del tutto, ma la casa la riconosco, I cinque sono quelli che hanno abusato di me per due giorni e la seconda notte sono scappato, Nudo perché gli abiti li avevano loro, e se la memoria mi fosse tornata prima il vedere gli abiti mi avrebbe messo in allarme e invece di cercarli sarei scappato.
Ma ormai è fatta.
Cammino con ormai le gambe incrostate dalle colate del culo, che con il movimento ha fatto uscire quasi tutta la sborra con cui mi hanno riempito. Ogni tanto un tiro di corda mi fa perdere l’equilibrio che riprendo aumentando il passo.
Il torrentello a fianco scende da dietro la casa e lateralmente ha formato un ansa tranquilla,
Poco più sotto il ponticello di accesso al prato e al di la alcune auto parcheggiate
Avvicinandoci alla casa prendono la direzione dell’ansa…. La memoria si risveglia e mi ricorda che è li che mi hanno fatto sempre lavare.
Arrivati mi ordinano di lavarmi e rimanere li sino a che non tornano.
Legano l’altro capo della corda ad un palo.
Mi tolgo scarpe e calzetti ed entro in acqua. Primo impatto gelida ma piano pino mi ci abituo. Mi siedo un bel sassone sommerso, e mi pulisco bene i piedi massacrati, Ma sono tutti graffi superficiali e niente di importante che possa fare infezione.
Poi mi lavo con del muschio come spugna le gambe per togliere lo sperma secco e di infine il culo. Culo ancora aperto perché sento l’acqua fredda dentro di me.
Mi lavo bene, un dito entra senza problemi, provo con due e sento appena la dilatazione. Cazzo mi hanno sfondato… non si chiude più.
Vedo che si avvicina uno con una pezza in mano,
Arriva “bene ora asciugati bene e raggiungici. VELOCE” e lascia cadere sul prato quanto ha in mano
Esco con circospezione, non voglio scivolare con la corda al collo… sarebbe sfiga pura.
Arrivo a riva e la pezza è un bel asciugamano vecchio di canapa.
Proprio quello che ci voleva per pulirsi e fregarsi bene la pelle.
Asciutto infilo le scarpe, i calzetti li ho lavati e sono fradici.
Con l’asciugamano in spalla, le scarpe aperte mi slego dal palo e vado verso di loro.
Li vedo intenti a posizionare un tavolino all’esterno, non grande per tenere cinque persone, ma chissà cosa pensano.
Decido di fare la troia in tutto, usato per usato almeno mi faccio ammirare e stimolo i loro cervelli, o meglio i loro cazzi.
Si perché devo dire che dopo lo spavento e l’umiliazione, mi son goduto come una troia, mi son piaciuti, a parte il poco fastidio procurato ed il culo sfondato.
Inizio ad ancheggiare come una vera puttana, sculetto e mi muovo facendo ballonzolare il cazzo da una coscia all’altra. Per un po non vengo notato, poi uno richiama gli altri l’attenzione verso di me…sento “ma che troia, proprio una vera gran troia”
“provoca e vedrà che avrà pane per i suoi denti o meglio cazzi per il suo bucone”
“o si ci divertiamo, riempiremo tutto come un bel bigne”
Mi avvicino, sempre piu vicino, a pochi metri da loro si tolgono pantaloncini e mutande, uno mi ordina
“su troia, qui, sul tavolo. Distesa sul tavolo”
Arrivo e salgo sul tavolo alla pecorina. “no troia” e mi prendono a sculacciate forti che bruciano, ”distesa a pancia su, dia muoviti.”
Eseguo, mi tirano indietro portando il culo a bordo tavolo, mi aprono le gambe e mi fanno appoggiare i talloni sul piano del tavolo.
La testa non appoggia, finisce alla base del collo.
Una volta posizionato, lasciandomi il guinzaglio, buttano la corda sotto il tavolo, poi iniziano a ridere e “adesso vediamo che buco ha, la nostra troia, si glielo apriamo bene e del tutto.”
Alzo la testa per vedere cosa vogliono fare, Hanno in mano un zucchino gigante, sarà un 12-14 cm di diametro nella parte iniziale e finirà con cm 8,e lungo 50-60cm
Ma non vedo altro uno mi prende i capelli e mi tiene la testa giu.
“che vuoi vedere troia, tu devi solo sentirlo, prenderlo tutto, vediamo come godi TROIA del cazzo”
Ridono emi dicono che lo hanno lavato e unto con olio, Alcune mani mi prendono i glutei e mi allargano, mentre qualcuno gestisce il zuccone che viene appoggiato e spinto .
La fase iniziale è lenta, pressione e mani che allargano, ritorna indietro mani allargano e spinta più poderosa. Sento il buco andare in tensione , la pelle che sembra tesa più che un tamburo ma continuano a spingere e divertirsi, mi sfondano e rompono il culo CAZZO
Provo a muovermi ma quello che mi tiene i capelli mi da una tirata e ”stai fermo, non ti muovere, sei la nostra troia e facciamo con te quello che ci pare, altrimenti ti castriamo e ti ficchiamo il tuo cazzo in bocca”
Mi immobilizzo, provo a rilassarmi per non sentire male, proseguono la penetrazione.
Finalmente dopo diverso tempo e tentativi, la parte grossa è passata, è entrata e ridono come matti.
Fanno foto con i cellulari del mio ano teso con questo zuccone enorme che mi svergina definitivamente.
Mai una cosa del genere e mai più se potrò decidere.
Fatte le foto riprende l’avanzata, lenta e inesorabile con qualche ritorno ma di pochi centimetri, forse per paura che non vada piu oltre
Arrivato dentro sino a lasciare fuori lo spazio per impugnare iniziano a scoparmi con quel massacro.
Seguono un po con attenzione poi il gioco si esaurisce e si passa ad altro. Resta uno solo a scoparmi con il zuccchinone
Ora che è tutto dentro quello che mi tiene per i capelli mi piazza il suo cazzo semi molle o mezzo duro in bocca e “succhialo troia che ti disseto”
Bastano poche leccate e succhiate ed il caldo della bocca per farlo tornare duro e prestante. La posizione è scomoda ed il cazzo arriva sino in gola senza ostacoli, anzi fatico e non poco a respirare. Ma è un esperto perche mi da lo spazio per l’aria anche se non sempre
Con un sussulto del corpo ricevo due morsi sulle tette e capezzoli dai due compagni che succhiano e mordono e leccano tetta e capezzoli. Fanno male boia perché i denti affondano e non si curano di me.
Il buco dilatatissimo mi dà senzazioni difficili, fastidio, dolore, tensione, piacere, e piano piano godo anche. Il contrasto con i morsi sui capezzoli e la pompa che sto facendo, che mi confondono in un misto di piacere masocchistico.
Poi una mono impugna il mio cazzo duro e inizia a masturbarmi, Bello e inatteso, mi aiuta a sentire maggiormente tutto quanto “subisco”, con miglior piacere
Il zuccone mi scopa bene e ora godo, godo di culo e mi piace quella devastazione di buco che mi hanno fatto. Il cazzo in occa vibra mentre godo e mi muovo per i morsi. Poi arretra un poco e inizia a svuotarsi con getti caldi e possenti che scendono direttamente in gola e ingoio senta assaporare nulla. Ne produce tanta, un bel toro da monta.
Mentre si svuota geme e mi tiene stratta la testa mentre ogni tanto mi affonda profondamente il suo cazzo ….
“dai che lo tiro fuori, si fanno le foto dell’evento.”
A questo richiamo i cannibali mi abbandonano, la mano che mi segava sparisce e lo sboratore esce dalla mia calda bocca e tutti vanno a prendersi i telefonini.
“eccoci , siamo pronti”
Come donna che partorisce, a gambe larghe il zuccone viene tirato lentamente fuori, tirato all’esterno.
Mi da fastidio, ha un leggero effetto ventosa sulle mie pareti interne e non è per nulla piacevole. Mentre esce allargando il buco sento gli scatti delle foto, numerosi, e le risa che coprono ogni rumore.
Finalmente esce, finalmente tutto fuori, finalmente aria che entra nel mio ano, nel mio buco, nel mio cratere.
Ora vedo bene l’oggetto, me lo mostrano ridendo
“eccolo qui troia, tutto lo hai preso e senza problemi. Proprio una gran troia sei”
Cazzo ma è realmente enorme
Come ha fatto e entrare, come ha fatto passare, ci credo che sentivo dolore e tutto teso.
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