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LA DOMENICA: FINALMETE


di Alvertn
12.03.2015    |    6.011    |    2 8.1
"Il passo è più veloce della passeggiata, anche perché una agitazione sgorga da dentro e si espande in ogni mia parte, ho la bocca secca seppur salivo..."
LA DOMENICA: segue dal SABATO

La cena di ieri sera, veloce e sostanziosa per poter recuperare quanto dato in energie ai nuovi amici.
La notte parzialmente insonne sia per il culo ancora parzialmente dilatato, che per il fastidio addominale, e soprattutto per l’eccitazione di quanto avvenuto e con il pensiero per la serata di domenica. Hanno detto che vi è gente, ma chi saranno? Amici, conoscenti sessuofoghi,
Mi sono alzato tardi perché addormentato a notte inoltrata. Lavato vestito, a fare due passi per prendere il quotidiano e passare al bar per un caffè con pastina. Trovo due amici che non sanno dei miei desideri e della mia chiamiamo 2^ vita, sono Renzo e Giacomo. Amici di vecchia data dalle elementari, e ritrovandosi ogni tanto come se non ci si fosse mai lasciati.
Mi fermo al loro tavolino e chiacchieriamo ripercorrendo il passato e scambiandoci i pettegolezzi dell’ultimo periodo, e con essi anche le novità.
Il tempo corre e suonano le campane del mezzogiorno. Un ultimo aperitivo e brindisi assieme con l’augurio di rivederci presto mi alzo, li saluto e mi avvio verso casa.
Che simpatici, sono spesso o quasi sempre assieme quando li incontro, sempre sorridenti e disponibili, dei bravi casinisti. Arrivo a casa e mi preparo un pranzetto energetico ma non pesante. Mi riprometto di cenare verso le 18.30 se alle 20.00 dovrò essere da loro.
0 minuti di tragitto controllato ieri sera ma era una camminata stanca quasi un passeggiare, anzi se penso al male al culo che mi ha procurato…
Ma lasciamo al passato queste cose. Pranzo con calma, riordino il tutto, passo al divano a leggere il quotidiano, alcune notizie interessanti tante puttanate. Sfogliato il tutto vado a buttarmi sul letto e fare il riposino, la penichella. Devo essere ben riposato per la serata tenendo conto di quanto successo ieri come primo incontro, che dovrebbe essere più soft per conoscersi e capirsi.
Mi addormento duro e quando mi risveglio è passata più di un ora. Mi alzo, sono rincoglionito dal riposo, decido di finire in doccia. Mi spoglio e tutto nudo mi guardo allo specchio, si dai un buon fisico nonostante gli strappi e le fatiche.
In doccia sotto il bel getto caldo mi distendo e recupero forza e testa. L’acqua mi torglie il rincoglionimento e quando chiudo il rubinetto è come se mi fossi appena alzato dopo una splendida notte di sonno.
Vado a fare due passi al parco vicino, trova coppiette sedute che limonano, madri con bimbi nell’area giochi, sulle altalene o altro, ragazzi con cani al guinzaglio. La passeggiata prevede il passaggio nel parco ed il rientro facendo il giro lungo le strade sottostanti.
La mia camminata è lenta e rilassata, mi guardo attorno ma nel contempo non recepisco quanto vedo. Sono distratto dai pensieri vari che arrivano e spariscono sostituiti da altri. Curiosità per la serata, come mi preparo, come devo comportarmi, ma verrà da solo, poi succeda quel che succeda, ma si.
I pensieri corrono e si sormontano e stimolano anche l’eros. Sarà sesso e altro sono con franco e Giorgio?
Sarò utilizzato da chi sarà presente come ospito, mi useranno tutti assieme, uno per volta, o nulla d tutto questo e servirò solo la cena come un buon cameriere. Ovvio che se nudo con grembiulino …. Difficile che si fermi li.
Ma ho deciso di ballare e ora devo ballare. E mi fa piacere anche se ho un po di timore su quando avverrà, se sarò in grado di essere me stesso, di soddisfare , di farli godere e riempirli di piacere, di essere riempito delle loro gioie, dei loro piaceri con le sborrate in me.
Torno a casa, sistemo alcune cose, verifico che tutto sia a posto, mi preparo. Alle 17.20 esco e mi avvio. Il passo è più veloce della passeggiata, anche perché una agitazione sgorga da dentro e si espande in ogni mia parte, ho la bocca secca seppur salivo normalmente, il fiato corto e veloce ed il cuore che pulsa veloce. Agitato troppo. Mi obbligo a iniziare una iperventilazione, respiro lungo e profondo, buttar fuori con lentezza e costanza a svuotarsi i polmoni. Bastano una decina che il ritmo cardiaco torna normale e l’agitazione mi abbandona.
Arrivo sotto casa, guardo l’orologio 17.44
Devo aspettare almeno 10 minuti.
Vado al bar li vicino, in analcolico non freddo, lo sorseggio con calma, piano, devo far passare il tempo.
Passati i 10 minuti, esco dal bar e vado al portone; suono. “chi è” “sono io paolo” Sali che ti aspettiamo”.
Salgo veloce. La porta è accostata, entro, “buona sera, come va?”
Mi rispondono “cambiati e raggiungici in cucina”
Vado dritto in cameretta e mi spoglio riponendo bene gli abiti, indosso il grembiulino bianco e le pantofole. Mi muovo e vado in cucina. Appena arrivato mi salutano calorosamente con belle pacche sul culo. Mi spiegano cosa dovrò fare. L’antipasto messo già nei piatti lo dovrò portare solo quando lo confermano loro e consegnato al tavolo. Sono 6 i piatti. Mi preoccupo ma non faccio vedere che comincio ad agitarmi.
Il primo è in forno. Mi spiega come fare e come preparare il piatto. Ok confermo che ho capito, che penso di non aver problemi.
Mi tranquillizzano dicendomi che passeranno anche loro in cucina a verificare che tutto sia in ordine e come voluto.
Il secondo ed il contorno dovrò metterli sul fuoco quando porto il primo.
Per il dolce arriveranno loro a preparare.
“quando suona il campanello vai alla porta, accogli con gentilezza, prendi i giacconi/soprabiti, li metti nella tua cameretta, e li accompagni in soggiorno e li fai accomodare sul divano. Poi quando ti chiamo preparerai l’aperitivo come ti chiederò. Ok?” “si penso di aver recepito tutto”
“mi raccomando, niente paure, niente sorprese. Tranquillo come se fossi perfettamente vestito. Non farti sentire in imbarazzo o nudo. E’ ordine TASSATIVO.”
“perfetto, recepito tutto e provvedo ad eseguire.”
Una pacca secca sulla culatta mi fa sobbalzare. “e tieni moscio il cazzo per ora”
Aiuto in cucina a preparare, metto a posto i piatti e aiuto a mescolare e tenere controllato quanto sui fuochi.
Suona il campanello, Guardo l’orologio del soggiorno, sono le 20.25, mi stimolano ad andare ad aprire, mi avvio. Apro il portoncino sotto con il pulsante e dopo aver tolto le tre mandate apro il blindato dell’appartamento.
Rimango leggermente indietro in modo da non essere visto subito ma solo entrando. Non credo sia decoroso per i due mostrarmi ai condomini in quelle condizioni, ma chissa?
Attendo perché arrivino, li lascio entrare, richiudo la porta dopo passati, poi chiedo ”Buonasera, volete lasciarmi i vostri cappotti?,” attendo e aiuto a toglierli, li prendo su un braccio e faccio strada, davanti a loro “seguitemi per cortesia e li accompagno in soggiorno sino al divano, “potete accomodarvi, i signori arrivano subito.”
Mi sposto per portare in cameretta i cappotti e sento che sommessamente i due si dicono ”cazzo che bel culo che ha. Sempre con maschi splendidi Franco e Renzo.”
A mi son dimenticato. Sono entrati due signori, maschi sui 40, con fisico asciutto, alti, ben vestiti, ben rasati, capelli corti uno chiaro e l’altro scuro. Direi così che son due bei maschi da battaglia. Certamente con cui divertirsi a lungo e a fondo, che senz’altro sanno godere il sesso.
Franco e Giorgio raggiungono i due a mici, si siedono e parlano di diverse cose. Io torno in cucina a controllare. Poco dopo suona nuovamente il campanello.
Mi avvio ad aprire e ripeto il rituale. Appena entrati richiusa la porta, prendo i soprabiti e li accompagno in soggiorno.
Proseguendo verso la cameretta per depositare il bagaglio. Poi ritorno in cucina. Nel passaggio anche i due nuovi arrivati, uno grassottello per non dire cicco non alto, con la pelle liscia, capelli corti e incollati al cranio mentre l’altro un attimino più alto, con una corporatura robusta, due belle spalle da palestrato, commentano il mio passaggio a voce normale, sicuramente per farsi sentire da me “cazzo che bel maggiordomo che avete, un culo così lo aprirei subito e non lo lascerei per un bel po’ di tempo. Almeno non prima di averlo riempito alcune volte!”
Ridono tutti quanti, mentre io faccio finta di non aver sentito.
Torno da loro con una brocca di aperitivo analcolico con cubetti di ghiaccio dentro. Servo riempiendo i bicchieri posti sul tavolino in cristallo con un pizzo ben lavorato al centro su cui era posato il vassoio anch’esso di cristallo con bicchieri a gambo lungo. Per riempirli, essendo il tavolino basso, mi debbo piegare, non a 90° ma quasi e il grembiulino a vita si sposta e mette in mostra i miei attributi attualmente a riposo, e il culo piegato vedo che stimola. Mi sento gli occhi addosso come se fossero mani di affamati sul pane, mi sento snudato, sezionato, squartato, visto come un bel pezzo di carne da usare, riempire, godere, giocarci e poi mollarlo così.
Che poi è quello che mi hanno proposto e che ho accettato di fare. Per cui che mi preoccupo o mi metto a disagio. Cazzo che guardino e si facciano i loro pensieri e i loro desideri. Poi se dovrò esaudirli e soddisfarli decideranno Giorgio e Franco.
Nel piegarmi per versare sento che uno degli ospiti sussurra al compagno, “guarda che bella rosellina che ha” e appena sentito questo contraggo i muscoli delle chiappe e chiudo alla vista il mio buchetto. “si è accorto, visto come ha contratto, immaginati se eri dentro che piacere immenso ti avrebbe dato quel movimento inatteso e forte”
Riempiti i calici, lascio la brocca e torno in cucina.
I sei restano seduti sui divani a raccontarsi varie cose che non seguo, sorseggiando e riempiendosi i bicchieri. Io mi siedo comodo su una sedia e approfitto per riposarmi in attesa di essere chiamato per l’inizio della cena. Mi avvicino una seconda sedia e ci poggio i piedi distendendo le gambe. Comodo, finalmente torno a rilassarmi.
Saranno passati circa 10 minuti che Giorgio mi chiama, arrivo da lui e con voce decisa poi iniziare a portare, ci sediamo a tavola”. “subito”
Torno in cucina e prendo 3 piatti per volta e li porto a tavola servendo singolarmente ogni uno di loro posando il piatto dalla loro sinistra, ed ogni mio movimento è scrutato dai quattro nuovi, che cercano di carpire il mio corpo, sentirsi gli occhi che ti violentano, spogliarmi non possono perché lo sono già semi nudo, Sentire lo sguardo che di vuole avere suo, tutto e la ricerca delle pupille nei particolari del mio corpo, , del sesso del culo dei capezzoli…
Mi sento veramente scopato e violentato, ma è solo dagli sguardi, non fanno sentire oltre. Posizionati tutti i piatti torno sculettando, provocatoriamente e apposta, verso la cucina. Gli occhi non mi abbandonano li sento come frecce nella schiena.
Torno a sedermi comodo con le gambe distese in attesa di essere nuovamente chiamato.
Sento il loro vocio. Poi il tono delle voci si abbassa, parlano sommessamente, chissà che si diranno, forse non devo sentire io o forse hanno qualcosa di segreto da passarsi. Poi il tono torna normale, e la voce di franco che dice “si, dai, ma senza eccedere in questa prima fase. Poi avrete il tempo per esprimervi appieno”. Poco dopo vengo chiamato. Torno da loro, e ritiro i piatti consumati da destra, impilandoli e spostando le posate sopra. Prima di tornate Giorgio “puoi preparare il primo e portarcelo, grazie”. Tornato in cucina ripongo in lavastoviglie i piatti, preparo i fondi sul tavolo, prendo dal forno il primo, lasagne, le taglio facendo le porzioni, sposto nei piatti, impiatto e pronto per essere consegnato. Metto sul fuoco come da istruzioni il secondo di carne.
Anche questa volta con tre piatti porto ai signori, Porgo da sinistra e appoggio delicatamente il terzo piatto. E’ appena posato il terzo piatto che mi trovo una mano sul sesso e un’altra sul culo. Uno di chi seduto davanti a me e l’altro dietro alla consegna del piatto. Resto immobile, guardo Giorgio e Franco cercando un ordine. Non si allarmano, Franco mi fa un leggerissimo cenno con la testa di un si. Ok devo accettare questa palpata. Il primo con una mano alza il grembiulino bianco, mostra a tutti i presenti il mio sesso, palle sostenendole e portandole alla vista, l’asta e la cappella coperta, poi mi scappella lentamente mostrandola rosa e lisci, leggermente umida, e il cazzo con qualche movimento per inizio a indurirsi. Il mostrare è accompagnato da apprezzamenti di vario gusto. “e si, è come lo avevo visto prima e immaginato. Un bel cazzetto. Poi vedremo come si comporterà, chissà se sborra e quanta ne farà.” Dicendo questo mi comincia a segare, ed il cazzo aumenta e si indurisce. Intanto l’altro mi apre le chiappe, mostra il mio culo e buchetto a quelli di quel lato che possono vederlo, “guardate che bella rosellina, proprio da cogliere, buchetto chiuso da allargare con tutti i crismi e con i piaceri che comporta, pregustiamo a vederlo così”
Con il cazzo duro mi lasciano andare. Torno di la un pochino preoccupato a prendere i gli altri tre piatti.
Torno di la, servo sempre da sinistra e posato l’ultimo mi aspetto un altro abbordaggio. Il mio cazzo è duro e lo si vede perfettamente appoggiato al bianco grembiule.
“Alza il grembiule poi gira lentamente che possiamo ammirarti tutti. Forza”
Alzo e mostro il cazzo di 17 cm duro e vibrante, ruoto lentissimo e sento gli occhi, i cazzi, le bocche le mani come fossero su di me, ma non lo erano. Senzazione di orgia che non parte ancora, ma che si prepara attimo dopo attimo.
Ruoto su me stesso almeno tre volte. Poi Giorgio “ok puoi tornare di la, rilassati ma niente seghe “
Un pochino offeso rispondo secco, “certo signore, tranquillo che non succede”.
Torno in cucina e ascolto con attenzione quanto si dicono e se commentano su di me.
“buon appetito, però siete sempre fortunati, Trovate sempre dei maschi fisicamente stimolanti, bel fisico anche questo”
“Ha un portamento interessante, un cazzo da prendere con tutte le voglie e giocarci sino a svuotarlo tutto e svuotarsi nel gioco”
“ed il culo, avete visto il culo che ha?, Bello sodo, e la rosellina da leccare con gusto, e poi aprirlo e sfondarlo per riempirlo tutto a turno, che voglia di farmelo”
Franco “si ragazzi, ora mangiamo che si fredda ed è un peccato. Di lui possiamo parlarne dopo, ma meglio il dopo cena che lo useremo come ci piacerà ad ogni uno”
Riprendono la cena e parlano di cose loro che non centrano con me.
Rifletto e penso a cosa vorranno farmi in sei, SEI cazzo. Se mi inculano tutti avrò un culo aperto per una giornata, se me lo riempiono sborrerà per un tempo infinito. Se mi scoperanno in bocca farò indigestione, sei cazzi da svuotare e da essere loro troia.
Dall’altra sai che godimento, per me ma anche per loro. Cazzo che bello che sarà, speriamolo.
Guardo l’orologio, sono le 21.23. Il tempo passa dai. Ma corre, se poi mi piace allora il tempo è poco, a si vero potrei fermarmi di più. Questo posso farlo, di meno no. Si dai vero. Chissà che succederà.
In attesa di essere chiamato per sparecchiare i fondi delle lasagne mi riaccomodo con le gambe distese. Il cazzo si smoscia e in pò di liquido bagna la cappella.
Alzo il grembiule per non sporcarlo, scappello e con le dita raccolgo il liquido e lo deposito sulle stesso, poi in bocca mi godo il sapore, il mio sapore. Ripeto sino a che tutta è stata gustata e più nulla è sulla cappella. Mi sciacquo le mani e lavo il cazzo nel lavandino della cucina. Ricompongo coprendola e abbasso il grembiulino. E’ un peccato che si macchi e poi con il liquido così.
Finalmente mi chiamano.
Hanno finito il primo. Arrivo a pendere i piatti, li impilo uno sull’altro mentre i quatto si divertono ad accarezzarmi il peto, i capezzoli, la pancia, la schiena ed il culo. Io indifferente proseguo con il mio servizio. Lentamente abbandono il tavolo e porto tutto in cucina e sistemo in lavastoviglie. Appena finito Giorgio mi dice che sono pronti e di portare il secondo.
Controllo la cottura, mi sembra corretta. Metto i piatti sul tavolo e vi metto la carne con il sughetto, sull’altro l’lato patatine saltate in padella. La ciotola con la verdura fresca è pronta.
Sempre con tre piatti arrivo al tavolo, questa volta evito di finire con il terzo piatto trovandomi in mezzo ai due di prima. Arrivo che sono in mezzo agli altri due. Ma mi sono illuso. Posti i primi tre piatti i due iniziano a palparmi. Uno prende il cazzo moscio e l’altro le palle. Il primo inizia a segarmi ma con il cazzo molle è un’impresa, il secondo mi massacra le palle palpandole e stringendole con forza.
“il cazzetto non cresce, ha bisogno di un aiuto impegnativo.” Finito di dirlo si mette in bocca ed inizia a spompinarmi.
L’altro non avendo molto spazio per il suo gioco mi lascia libere le palle, e sospiro per questo gesto liberatorio per me, e passa a giocare con le chiappe. Palpandole e sculacciandole.
Il cazzo si addrizza in pochissimo tempo nella bocca calda, e diventa grosso e turgido. Poco dopo lo sfila di bocca e mostrandolo a tutti “visto che bell’asta che ha, così bella e dura. “
“posso?” chiedo io “si vai pure” e mi sposto delicatamente tornando a pendere i tre piatti rimanenti. Questa volta mi fermo con il terzo fra franco e Giorgio. Sono al sicuro qui penso. “visto che siamo arrivati sin qui, direi che il grembiulino non serve più, toglitelo e mostrati bene a tutti. “ e mentre slaccio il fiocco sulla schiena per toglierlo, franco mi prende il capezzolo fra le dita, lo stringe forte da farmi male e poi lo tira in avanti. Così poi anche l’altro. Mi restano in vista due capezzoli in tiro che direi puoi attaccarci gli abiti. ”bello vero” dice Giorgio rivolto alla compagnia.
“ok vai pure, ti chiamiamo dopo”
Torno in cucina ad attendere la chiamata, preparo i piatti con il dessert e mi risiedo totalmente nudo sulla sedia.
Bella pompata che mi ha fatto quello. Imbarazzante davanti a tutti quegli sguardi assatanati. Chissà che mi aspetta dopo.
Mi chiamano e arrivo, sparecchio e porto l dolce, questa volta nessuno mi importuna, in senso lato. Ci rimango male. Cazzo ma ora che mi aspettavo … nulla. Come è strano il mondo.
Preparo la caffettiera e metto sul fuoco. Poco dopo mi chiamano nuovamente, sparecchi porto il caffè sul vassoio, e l’ammazza caffè lo prende Giorgio. Io effettivamente non so dove fosse tenuto.
Siamo ormai alla fine della cena e … fra poco dovrebbero esserci i fuochi d’artificio, ed io dovrei essere il centro.
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