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Gay & Bisex

l'incontro


di Alvertn
05.08.2013    |    11.618    |    3 9.6
"Un bel parcheggio scarsamente illuminato..."
Serata tranquilla, sono solo a casa, ho finito di cenare e riordinato il tutto.
Alla televisione non c’è nulla, come tutte le estati cose vecchissime viste e riviste o porcherie inguardabili.
Vado in internet e chatto, ma poi non si concretizza nulla. Chiudo e decido di fare due passi. Salgo in auto e mi avvio. Parcheggio e mi sposto verso il centro, due passi, ma è estate e anche qui poca gente che passeggia. Sosta al bar a prendere da bere, sorseggiando con calma guardandomi attorno, tutti ragazzotti giovani in compagnia.
Serata deprimente. Ritorno fuori e mi avvio all’auto. Chiave, apro la portiera, mi siedo, cintura e chiudo. Aria condizionata a tavoletta.
Mi passa in testa un’idea, ma che stupido a non pensarci prima.
Avevo letto in internet che vi sono luoghi di incontro, tipo parcheggi dove la gente va si ferma e cerca. Rifletto e mi viene in mente prima un luogo e poi un altro. Ambedue vicini.
Dai che proviamo. Mi avvio e poco dopo arrivo al primo luogo.
Un bel parcheggio scarsamente illuminato. Vi entro e vedo alcune macchine ferme con personaggi all’interno.
Faccio il giro lentamente e mi fermo parcheggiando e spengo il motore. Finestrini abbassati e attendo ed osservo.
A due parcheggi da me in auto un maschio che mi osserva mentre io osservo lui.
Di lato due macchine con due persone, maschio o femmina non lo so, che parlano fra loro dai finestrini.
Altre due auto ferme di fronte e distanti far di loro. Singolo in ogniuna.
Nessuno esce ed io che sento il cuore che pompa nell’attesa di una avventura, ma forse sono io che dovrei uscire.
Ma prima vorrei capire e conoscere il territorio.
Osservo, o meglio giochiamo tutti a osservarci e non ci si decide a iniziare, a cercare l’approccio. Passa una macchina con i fari alti, rallenta nel parcheggio e fa il giro lentamente per vedere chi è nelle auto, poi lentamente si avvia all’uscita e riprende il suo viaggio.
Diverse proseguono e credo questo sia il rito del luogo.
Entrano, passano lenti, osservano, vanno via e poi ritornano, ripetono e ripassano.
Ogni tanto qualcuna si ferma e attende partecipando al gioco di noi osservatori immobili. Poi probabilmente stufo dell’attesa riaccende e va per ripetere il giro.
Ogni luce un tonfo al cuore, forse è la volta buona, gola che si secca e l’attenzione alle stelle. Ma nulla
Il tempo passa e nulla.
Mi prefiggo un tempo massimo, alla tal ora se non è successo nulla si parte.
Si è alzata una bella arietta e ne approfitto aprendo la portiere, che accende la luce dell’abitacolo e per un pò cosi illuminato resta con me ben visibile.
Nel contempo arriva una vettura che procede con il solito rito, ma si ferma, spegne, apre la portiera ed esce. Chiude l’auto e viene verso di me.
A metà strada allora esco e in piedi affianco alla macchina lo saluto. Ricambia e parliamo genericamente.
Poi, rotto il ghiaccio, mi propone di andare con lui, se avevo voglia di fare qualcosina da vedere poi assieme. Accetto subito, chiudo l’auto e vado sulla sua.
Appena usciti dal parcheggio mi accarezza la coscia e mi propone di andare in campagna. Io gli dico che non conosco i posti e che mi fido della sua scelta e di lui.
E subito la mano sale. Mi dice che possiamo palpeggiarci nel frattempo, e così facciamo.
Sento che si muove il suo, ed il mio stà lottando con lo slip per salire bene.
Frema la macchina ad una piazzola, da li si scende lungo una stradina sterrata di campagna nei campi, cerchiamo una posizione nascosta ma non distante.
Capisco che siamo arrivati perché lui mi strinse a se, mordicchiandomi il collo e cercando un bacio.
E’ carino e gentile, non mi bacia ma si posiziona vicinissimo alla mia bocca, attende il mio desiderio, e sento il suo respiro addosso che mi eccita. Sono io che faccio quel centimetro di distanza, che unisco le labbra alle sue, che subito dopo si aprono e si mescolano in un prolungato lento dolce bacio, con la sua mano sulla nuca che mi tiene stretto nel bacio. Le lingue che si sfiorano, toccano giocano e le mani che palpano reciprocamente i nostri cazzi che salgono e induriscono.
Senza lasciare le mia labbra mi apre la cintura, giù la cerniera e poi il bottone, i pantaloni si abbassano, lo slip viene sospinto in basso e la sua mano impugna l’alta e l’altra gioca con le palle.
Lo imito e mi trovo un bel cazzone in mano. Bello grosso lungo e duro. Direi una volta e mezza il mio, che è sui 17-18 quindi normale.
Il bacio continua mentre ci palpiamo e mettiamo le reciproche cappelle addosso ai corpi.
Si stacca, si abbassa e mi spompina delicatamente e con decisione, menandomelo. Io godo e accarezzo la testa, che ogni tanto la blocco e me lo scopo, ma brevemente. Mi piace come mi succhia.
Si stacca e torna a baciarmi. Restiamo di nuovo piacevolmente ancorati alle labbra e non spettiamo di coccolare i nostri attributi.
Lo sento sempre più grosso e duro, mi assale la curiosità di vederlo, di assaggiarlo, di succhiarlo.
Il bacio finisce e la sua mano sulla mia testa mi fa abbassare, mi accuccio e gli lecco il cazzo, si veramente una bella mazza, lo predo in bocca e lo succhio avidamente, sino in fondo e ritorno.
Devo dire che è un gran del cazzo, sentirmi la bocca con quell’asta mi stimola in modo pazzesco, passo a leccargli le palle, belle grosse in una gran borsa.
Poi di nuovo tutta in bocca. Mi blocca la testa e mi scopa lui. Dolcemente, piano ma profondamente.
Evito di sentirlo in gola per pura di vomitare. Mi libera e riprendo a succhiarlo con passione. Mi stacco e mi rialzo, e il bacio sugella il piacere ricevuto reciprocamente.
Mi alza la camicia e mi succhia e morde i capezzoli, piano ma deciso. Mi lecca l’addome e si riprende il mio cazzo. Ci gioca con la bocca facendomi sentire cose favolose. Passa a leccarmi le palle, poi sento la sua mano che passa fra le mie gambe, cerca il culetto o meglio il buchetto.
Lo trova e ci passa le dita, bagnate, quindi si era insalivato prima.
Il mio cazzo è nella sua bocca, la sua mano fra le mie gambe scruta e prova la resistenza del pertugio. Abbandona, torna a leccarmi l’asta e le palle e sento che si sputa sulle dita. Riprende a succhiare e le dita a bagnare. Piano il dito entra, si muove allarga. Esce e riprova con due, forza, la resistenza cede lentamente e lentamente le due dita entrano. Sposto attenzione al culo e godo la pompa. Le sento salire e scendere, le sento allargarsi lateralmente.
Escono, si alza, mi bacia nuovamente, mi fa ruotare lento, con i pantaloni ai piedi dura fare movimenti veloci. Mi dice che vuole vedermi il culo e che vorrebbe leccarmelo. Rispondo che è libero di fare quello che vuole.
Mi fa piegare in avanti, quel tanto da permettergli di leccarmi bene il buco, dove sento la lingua che forza e prova ad entrare e ci riesce. Bella sensazione, indicibile ma solo provandola si può capire.
Mi abbandona il culo alzandosi, La sua cappella scorre lungo le chiappe, la appoggia.
Cazzo ma è grande per il mio culo che non ne ha poi presi tanti.
Si avvicina alla mia orecchia e mi sussurra dolcemente che è bellissimo. Sospira e morde il lobo ed io crollo.
Passo la mia mano lateralmente fra le gambe e impugno il suo cazzo, lo posiziono sull’ingresso, mi piego in avanti per avere un angolo di accesso ottimale, spingo leggermente indietro mentre lui stà immobile come avesse capito le mie intenzioni.
Mi allargo prima una e poi l’altra chiappa cercando di farlo entrare. E’ veramente grande e lungo per me. Non desisto, continuo e sento che la cappella comincia lentissimamente a scorrere dentro di me. Il movimento è lentissimo ma continuo. Io proseguo con l’allargamento di una e dell’altra chiappa, per non sentire male, anche se la sensazione di quell’entrata mi pare squarciarmi.
E grosso e le mie parei si dilatano poco, mi riempie tutto l’orifizio e comincia la sua strada dentro.
Mi piego ancora un po’ avanti per fare meno resistenza e quel movimento lui da l’avvio alla scopata.
Lui, forse interpretando il mio cambio di posizione come “dai scopami”, affonda con calma sino in fondo, sino alle palle, la sua lunghissima asta e comincia a scoparmi. Io ho un gran fastidio ma attendo con calma che passaggi. Le sue mani passano a bloccarmi, tenendomi compresso verso di lui dagli inguini.
In ritmo aumenta ma non veloce, penso sia consapevole che ha una considerevole mazza, ma costante e continua. Passa al mio uccello e lo mena, ma per poco per riboccarmi e scoparmi bene. Mi dice che gli piace che è un sogno che mi vuole tutto.
Sicuramente mi scopa divinamente, con passione, desiderio che io contraccambio. Ora il suo cazzo mi piace, non da fastidio e sono io che lo pompo mentre lui si ferma.
Lo sento ansimare e godere di questa situazione.
Improvvisamente si stacca, mi dice che mi era successa una cosa così piacevole, e che voleva venire.
Ci segammo bacandoci e seminammo il nostro seme a quella terra coltivata.
Puliti ci rivestimmo. Io sentivo il culo aperto, si veramente aperto.
Ritornammo all’auto e lentamente palpandoci mi riportò al parcheggio.
Nel tragitto gli proposi che a me sarebbe piaciuto rivederlo. Lui entusiasta mi elogiava e mi diede il numero di cellulare.
Ci salutammo e ripartito in auto andai a casa.
Che bella serata per una notte
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