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Gay & Bisex

serata dopo il parco


di Alvertn
04.09.2014    |    10.038    |    2 8.8
"Rientrato a casa mi spogliai e mi feci una doccia per togliermi la stanchezza e i profumi presi nella giornata..."
Felice di quanto ho trovato, ripensando ai momenti trascorsi assieme nei due incontri quasi consecutivi e perso in quei pensieri, mi avvio verso l’uscita del parco, con un nuovo movimento percettibile fra le gambe.
Forse i pensieri, forse riaffiorare di particolari, forse …. ma cresceva chiuso nello slip.
Mi guardai intorno per vedere se qualcuno dei passanti che incrociavo si fosse accorto del movimento, ma mi parve tutto fosse normale e che nessuno mi stesse osservando con particolare attenzione.
Usci dal parco, dove vi è un gran parcheggio e la fermata di quella che qui chiamano metropolitana di superficie, cioè è la vecchia linea di un treno che nelle ore diurne fa le veci di una metropolitana me essendo sopra terra viene definita di superficie.
Arrivo all’auto, apro e mi siedo, mi sistemo il cazzo duretto e cerco di liberarlo dal blocco dello slip per posizionarlo in verticale, eseguo l’operazione passando la mano direttamente sotto i pantaloni e lo slip. Non mi preoccupo se la portiera è aperta, fra un attimo la tiro per chiuderla.
Una voce molto vicina mi fa voltare, il ciao che mi lancia è sensuale, accattivante credo da “rimorchio”. Mi giro sempre con la portiera aperta, un bel maschio sui 40, alto, rosso d capelli, peluria chiara, maglietta a V senza maniche da cui sporgeva un po di pelo chiaro, pantaloncini corti ditela che lo stringevano dentro, gambe pelose che finivano in scarpa da ginnastica bassa e chiara.
Ricambio il saluto sorridendogli.
Si posiziona fra l’auto e la portiera aperta, bloccando la possibilità di chiudere e andar via. Mi dice senza mezze misure che lo avrebbe sistemato lui ben volentieri li cazzo fra le cosce, e se volevo potevo sistemarlo meglio fra le sue di cosce.
Lo ringrazio per la premura ma che ora non ho tempo e devo scappare. Ma non demorde, mi dice che poteva essere anche più tardi, quando avevo tempo e se volevo. Mi tolsi un dubbio chiedendogli se era escor, rispose immediatamente di no anzi che non se lo sognava neppure.
Per riuscire a partire gli chiesi come avrei potuto rintracciarlo. Mi diede il suo numero di cellulare scrivendolo su un foglietto di carta, Ernesto affianco. Lo ringrazia e gli promisi che lo avrei contattato prima di sera. Rispose che avrebbe gradito la mia chiamata e che se avessi voluto lui potrebbe anche ospitare, e se avessi amici nessun problema per un bell’incontro a più, o gli amici li aveva lui per un buon gioco a + di due.
Chiudendo la portiera mi disse che era quasi certo che non lo avrei contattato e che gli dispiaceva. Lo salutai e mi allontanai senza voltarmi.
Mi misi il foglietto con il numero nella tasca della camicia e mi recai a fare le commissioni programmate. Il fondo schiena non ea proprio tranquillo. Un po’ indolenzito e affaticato dall’uso o abuso del buso.
Rientrato a casa mi spogliai e mi feci una doccia per togliermi la stanchezza e i profumi presi nella giornata. Doccia caldissima subito e poi di colpo fredda.
Fa saltare la pelle ma rilassa e si esce rinfrancati, quasi come iniziasse la giornata in quel momento.
Decisi di preparare la cena, e mentre stavo organizzandola mi rientra in mente il ragazzo…. Come si chiama … Ernesto si. Carino, con quella sua voglia di conoscere e voler concludere, con quella faccina da conoscitore del sesso, mi sento prendere dalla curiosità, penso che forse potrebbe rivelarsi una sorpresa molto piacevole.
Messo sul fuoco mi trovo a pensare dove ho messo il foglietto, non mi viene subito in mante ma poi arriva e vado a cercare nella camicia. Eccolo fra le mia mani, lo apro e prendo il cellulare, compongo il numero e squilla. Due, tre, quattro, cinque, cazzo non c’è. Sto per chiudere la chiamata e sento la voce con un pronto deciso. O saluto e gli ricordo chi sono, ma quasi subito mi ha riconosciuto.
Gli chiedo se è impegnato stasera e mi risponde che ha uno o due amici che arriveranno da lui ma che posso venire senza problemi, anzi. Ha voglia di conoscermi e farmi conoscermi dice.
Chiedo in cosa consiste la serata, e per tutta risposta mi dice spietatamente una bella orgia con quanti arriveranno. Rimango in silenzio e rifletto mentre lui mi dice se sono sorpreso e se ho cambiato idea.
Mi vincolo e decido di andare, confermo e mi faccio dare l’indirizzo per raggiungerlo. Non abita molto lontano da me e decido di fare quei 500-600 metri a piedi per non vere il problema del parcheggio e di essere tranquillo al ritorno se stravolto. Esco e mi avvio per la strada alberata e prosegua sino a raggiungere l’edificio con il numero civico che mi ha detto. Non so a chi devo suonare e quindi lo chiamo dicendogli che ero sotto. Subito la porta scatta e spingo ed entro. terzo piano quindi attendo l’ascensore, entro premo e salgo. Il vano scale è tranquillo e nessuno in giro
Arrivo ed esco mi guardo a destra e a sinistra e vedo una porta aperta, mi avvio apro chiedendo permesso, entro e richiudo dietro di me, vedo due nudi che baciandosi si stanno palpeggiando. Una voce mi da il benvenuto, mi invita a spogliarmi e a raggiungerli.
Inizio a spogliarmi piegando le mie cose e mettendole per bene in ordine per poter eventualmente rivestirmi in fretta. Lo faccio guardando i due, L’amico che avevo incontrato da nudo mi sembra più grande e massiccio di quanto ricordavo, un bel fisico asciutto, sportivo, con poco pelo concentrato sul pube e qualcosa sul torace, il culo liscio senza peli e un bel cazzo grosso ma non lungo, diciamo sui 6 centimetri di diametro e 17-18 di lunghezza, alla vista bello duro.
L’altro corporatura più massiccia, da orso, pelosetto un pò ovunque, cicciottello, non sembra solido, anche lui un bel cazzo, più piccolo e più lungo, ad occhio 4 centimetri di diametro e 20-22 di lunghezza. Si stanno baciando e palpando coglioni e pisello.
Li raggiungo, nudo anche io e vado subito a prendermi a turno il loro cazzo in bocca e glielo lecco e succhio, sganciandone uno per passare all’altro succhiando le palle tutte in bocca, poi lingua su e giù lungo l’asta per poi affossarla tutta nella mia bocca e gustarmi quel ben di Dio.
Poi mi fanno alzare, ci baciamo a turno e poi a tre, un bacio di lingue che giocano e poche labbra che uniscono, ed ecco che scende a prendermi in bocca il cazzo, io in piedi che bacio l’amico, che poco dopo mi abbandona per girare dietro me, allargandomi le chiappe inizia a leccarmi il culo, o meglio il buchetto e cercando con la lingua di entrarmi. Io resto immobile, buttando indietro il culo per godermi la lingua e rimanendo fermo per quel meraviglioso pompino. Ernesto mi abbandona, si gira si insaliva il culo e si posiziona davanti a me prendendomi il cazzo e posizionandoselo, dopo alcuni passaggi lo ferma sul forellino che sento con poca resistenza. Piano arretra cercando di farselo entrare. Io lo prendo per i fianchi, lo sposto leggermente tirandolo a me e sento che la cappella scivola dentro, lenta ma costante equando tutta è in lui allora inizio con una bella spinta per raggiungere il fondo e fermarmi. La manovra però lascia la lingua dell’amico senza il mio culetto da leccare. Si alza in piedi e si posiziona saldo dietro me, mi prende per i fianchi e impugnando il suo cazzo lo posiziona sul mio forellino bagnatissimo della sua saliva, poi senza altri preliminari, senza dolcezza, senza pensarci ulteriormente mi penetra sino in fondo con un colpo violento e tirandomi per i fianchi a lui. L’inaspettata entrata mi fa sobbalzare, mi fa male l’allargamento cosi violento, e Ernesto ne gode gemendo. Poi sono io che ritmo mentre i due seguono il mio movimento con tempo contrario al mio. Scopo e mi faccio scopare insieme, ogni tanto impugno il cazzo di Ernesto e glielo meno, sempre duro e pulsante. I respiri si fanno affannosi, sento che la voglia aumenta e i cazzi pulsano e vibrano, percepisco il mio che vorrebbe esplodere, ma anche quello che sto prendendo, pulsa e soffre come me. Esplodono assieme, il suo cazzo in me che prima vibra, lui che accelera nella scopata, il pulsare dentro e poi i getti forti vibranti caldi quasi sentissi ogni singolo spermatozoo che mi stà abbondantemente lanciando con forza, gode godendo di me e del suo svotamento. Ed io che un attimo dopo inizio a sborrare e riempire Ernesto nello stesso modo, godendo del mio venire e dell’essere riempito in contemporaneo. Mi godo ogni istante di quella senzazionale esperienza, sento che il suo liquido caldo scivola fuori da me nel suo continuare a sbattermi ancora con forza ed energia, non vuole finire e il suo membro continua a pulsare in me facendomi pare di lui e non vuole perdere quella senzazione di essere nostri nessuno dei tre. Splendido e godiamo veramente come inimmaginabile, e senza staccarci cominciamo a cercarci per scambiarci dei baci, difficili per posizione ma splendidi per senzazione e voglia.
Ad interrompere è il campanello che suona, Ernesto si chiede se saranno Renzo e Mario o Luciano e Giovanni o tutti e quattro assieme?
Mentre io e l’amico andiamo in bagno a lavarci Ernesto va ad aprire.
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