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Quando essere buoni col prossimo, paga.


di Mesx
06.02.2017    |    12.118    |    2 9.4
"Tempo di vederla un pochino più da vicino, noto che piange a dirotto..."
Ciao.

La storia che sto per andare a raccontarvi è reale, anche se davvero incredibile.
Per raccontarvela, torno a quest'estate. Più precisamente, in una mattina.

Non sono solito svegliarmi presto, ma quella mattina avevo impegni importanti da sbrigare, tra cui un colloquio di lavoro.
Esso è situato proprio in una delle vie più affollate della mia città.
Non sto a dilungarmi riguardo al colloquio, basti sapere che, purtroppo, la fortuna non è stata dalla mia, rendendo quindi quella mattinata, una vera Merda, con la M maiuscola.
Esco abbastanza innervosito, mi avvio ad attendere il bus che mi avrebbe riportato a casa.
Manca all'incirca mezz'oretta, nulla di troppo difficile da sopportare.
Mentre marcio avanti e indietro lungo la fermata del bus sotto gli alberi, i miei occhi cadono su una ragazza, una scolara, dato il suo zaino sulla schiena.
Tempo di vederla un pochino più da vicino, noto che piange a dirotto.
Mentre mi passa accanto, le cade il telefono.
Tra le lacrime un "cazzo solo questa ci mancava" detto con tono di voce rotto.
La fermo, la aiuto a prendere il telefono, le chiedo se sta bene.
D'altronde non è normale che una ragazza pianga per strada.
Come non è normale che nessuno si preoccupi per lei, potrebbe essere successo di tutto.
Lei mi ringrazia per averla aiutata, e mi dice che è una questione un po' personale, ma che ha davvero bisogno di parlarne con qualcuno. Fortunatamente, sono una persona che sa ascoltare.
"Beh, se vuoi io ho una mezz'ora e qui c'è un bar, ti offro un caffè e facciamo due chiacchiere se sei d'accordo."
L'offrire il caffè non era nemmeno per intenzione di rimorchio, era solo una cortesia.
"Ok, grazie...stavo andando a fare recupero a scuola ma davvero, che si fottano tutti oggi..."
Ci sediamo quindi nel bar, io ordino un macchiato, lei un caffè normale.
Iniziamo a parlare, il suo nome è G.
Mi presento, e le dico di lasciarsi andare, di dirmi cosa non va.
Lei, col tono di voce ancora un po' rotto dal pianto e tra qualche lacrima che cola sul suo bel viso, mi spiega che è stata tradita dal fidanzato, ma che non è tanto il tradimento a farla soffrire, quanto il fatto che egli l'abbia tradita con quella che credeva essere la sua migliore amica.
"Uuuuh..." accompagnato dal classico verso che si fa con la bocca in caso di dolore, è l'unica cosa che riesco a dire.
"Già."
Arrivano i caffè.
Attimo di silenzio imbarazzante, in cui però riesco a guardarla meglio.
Occhioni verdi mi guardano, accompagnati da una pelle che pare soffice, due guance rossicce e dei lunghi capelli neri con una frangetta.
Ritornato al mondo reale mi viene solo da dire il classico.
"Mi dispiace, davvero..."
Lei abbassa lo sguardo verso la tazzina.
"Non so davvero cosa fare, sono sconvolta e sola...era l'unica amica che avevo."
"Beh, non ti era poi così amica, mi dispiace essere così schietto."
Lei accenna un si con la testa, e tira un lungo sospiro.
Intravedo un piercing alla lingua, da sempre soggetto di troppe fantasie sessuali.
Il resto di quella chiacchierata, sono state mie battute idiote per farla ridere, fortunatamente con successo.
Guardiamo l'ora.
"Caspita, è passata più di un'ora, mi dispiace di averti fatto perdere il bus!"
"Oh, non preoccuparti, non che io avessi comunque molto da fare stamattina."
"Senti, io dovrei andare a scuola, ho saltato un'ora ma posso sempre inventarmi una scusa...purtroppo devo andarci altrimenti non passo l'anno."
Chiacchieriamo un attimo al riguardo. Scopro così che ha 18 anni, e che sta ripetendo dopo due bocciature.
Non mi interessa approfondire, un po' la capisco.
"Se non ti dispiace ti accompagno a scuola, tanto ormai..."
Lei accetta. Ci incamminiamo quindi per strada.
Dopo circa 15 minuti raggiungiamo l'istituto.
Ci fermiamo un po' prima dell'ingresso.
"Beh, G. spero tu stia un pochino meglio..."
"Si, davvero...posso sdebitarmi in qualche modo?"
"Oddio, non ne ho idea...a cosa pensavi?"
Lei si avvicina e mi bacia. Un bacio semplice ma che provoca reazioni ai piani bassi facendomi diventare il cazzo duro quasi istantaneamente.
Io non spiaccico una parola. Non so proprio cosa dire.
Lei si avvicina a me e fa scendere una mano verso la patta dei jeans.
"Ecco, se per te non è un problema...potrei...restituirti il favore."
"G, sei sicura? ci siamo conosciuti poche ore fa.."
"Tanto non ho nulla di cui pentirmi ora." Dice mentre afferra il mio cazzo dai jeans.
Ovviamente accetto la proposta, non si rifiuta mai quello che credevo sarebbe stata una sega o un pompino.
Ci infiliamo quindi nel parcheggio dell'istituto, grande e con parecchi punti ciechi.
Dopo esserci appartati adeguatamente, lei mi sbottona i pantaloni ed inizia a segarmi delicatamente, mentre mi limona.
Tra un bacio e l'altro butto un occhio meglio al corpo al quale non avevo realmente pensato fino ad ora.
Non ha molte tette. Ma il culo...MAMMA MIA.
Lei si inginocchia ed inizia a farmi un pompino spettacolare. Va giù senza alcuna fatica fino alle palle.
Ed ho quasi 20 centimetri nelle mutande, non per vanto, ma per dire che stava andando parecchio giù. Sento la pallina del piercing scorrere sull'asse del cazzo, cristo che goduria.
Nella mia mentre tra un gemito e l'altro passa il pensiero "Certo che per averla cornificata con la migliore amica dopo certe cose, o la tizia è Sasha Grey in persona, o è un coglione."
Ma torno a godermi il pompino.
Dopo 5 minuti abbastanza intensi e passionali, lei si alza.
Mi guarda, mi bacia, e si sfila la magliettina verde che indossava.
Una seconda niente male davanti a me, senza reggiseno. (Sia benedetta l'estate!)
"Ti piace ciò che vedi?"
"Che cazzo di domande sono? Ovvio."
Lei mi afferra le mani e le mette sopra le tette
"Allora cosa aspetti a farmi tua?"
Io sono allibito.
A quanto pare si trattava più di un bocchino.
Ma ormai siamo in pista, balliamo.
Inizio a palparle le tette e poi a succhiarle i capezzoli turgidi.
La mordicchio, le faccio sentire un po' male.
Ma non siamo qui per le tette.
Sbottono i suoi shorts e lascio che la mano si faccia spazio nei suoi slip.
Sento una leggera peluria sulla figa, la tipica da ricrescita.
Le massaggio un po' il clitoride e la sento bagnarsi molto velocemente.
Procedo quindi a sfilarle mutandine e shorts, ma senza toglierli, solo abbassandoli alle ginocchia.
Dopo, con due dita, entro dentro di lei.
Lei geme con molto piacere, le chiedo solo di trattenersi un po' per non rischiare di essere scoperti.
Ci do secco per 4-5 minuti, finché lei appoggia le mani sulle mie spalle per tenersi.
Sta per venire. Ottimo inizio.
Squirta. OTTIMISSIMO INIZIO.
Le sfilo le due dita dalla figa, e gliele infilo in bocca. Lei le succhia e lecca con piacere.
Altra limonata dura.
"Scopami. sono sicura che tutto questo non è altro che un assaggio."
Fortunatamente sono uno previdente, e porto sempre un preservativo con me.
Lo infilo, e la faccio a culo in fuori contro il muro.
La afferro su un fianco con una mano e con l'altra guido il mio cazzo dentro di lei.
Entra con estrema facilità da quanto è arrappata.
Inizio quindi a scoparla, e passo subito ad un ritmo deciso. Sento il rumore del mio ventre contro il suo bellissimo culo. Quel "ciaf ciaf" che tanto soddisfa.
Lei gode più forte di prima, c'è ben poco da chiederle di trattenersi.
"Ti prego non fermarti, continua, CONTINUA!"
Io aumento il ritmo con cui la scopo, e aggiungo qualche schiaffo al culo.
"Oh sii, DI PIU'!"
Allargo le sue chiappe e, dopo essermi bagnato il pollice, spingo sul suo buco del culo.
"ODDIO! ODDIO SI CAZZO, LO AMO"
La scopo così ancora per un po', dopodiché la giro, e sollevandole una gamba, la penetro guardandola negli occhi.
La afferro per la gola senza stringere.
La faccio sentire posseduta e la scopo più forte che riesco.
Ad un certo punto mi faccio forza e la prendo in braccio per scoparla a Koala. Non sono molto forte, ma fortunatamente lei era leggera.
Grida un sacco. Ed io non posso che lasciarmi a versi di piacere assieme a lei.
Dopodiché la faccio scendere, senza che si faccia male. La bacio ancora e poi la spingo verso giù.
Lei mi sfila il preservativo ed inizia a segarmi.
Resisto ancora un po', ma crollo quando tira fuori la lingua con quel dannato piercing.
Sborro e la prendo ovunque, principalmente tra faccia e lingua. Tuttavia un po' cola sulle tette e qualche goccia anche sui pantaloncini.
Entrambi abbiamo un respiro affannato.
Lei guarda l'ora.
"O CAZZO E' TARDISSIMO!"
Si riveste in tutta furia e si pulisce la faccia con un fazzoletto.
Io nel frattempo mi risistemo con calma.
Lei mi da un grandissimo bacio
"Sappi che è stato stupendo, il mio ex non reggerebbe ritmi del genere mai nella vita."
"Fa piacere saperlo. Dai, vai che senò poi fai davvero troppo tardi per il recupero e non ti voglio sulla coscienza!"
"Ok dai, ci sentiamo presto ok?" Mi bacia di nuovo
"Ciao" detto con tono molto amorevole.
Dopodiché scappa via.
Controllo l'ora anche io.
Ho perso un altro bus, ma chissene.
Mi avvio alla fermata dove ero prima.
Solo a metà strada realizzo. Non ci siamo scambiati i numeri, porca puttana.
Vabbè, non importa, è stato bello comunque.
E che dire a riguardo.
A volte essere gentili, paga ;)
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