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Prime Esperienze

Quell'insolito viaggio di ritorno.


di Mesx
22.03.2017    |    11.479    |    0 9.7
"Eravamo (e siamo) così amici che si è sempre sentita tranquilla nel mostrare anche il lato più debole di se quando era con me..."
Oggi voglio raccontarvi di Vale, e di quel nostro viaggio di ritorno, divenuto uno dei nostri grandi segreti.
Avevo conosciuto Vale molto tempo prima di questo evento, quando avevo circa 14 anni. Sin da subito avevamo legato moltissimo...Poi intorno ai 16 ci era scappata anche una relazione...durata davvero poco, in quanto lei pensava ancora al suo ex. Fu sincera nel dirmelo e fu l'unica ragazza che mantenni come amica dopo un avvenimento simile.
Vale era una ragazza davvero bella. Lunghi capelli neri corvino e occhi grandi verdi, tendenti al marrone. Labbra sottili e sensuali ed un nasino che si sposava col resto del suo viso.
Era di carnagione pallidissima e aveva un fisico magro con davvero pochissimo seno, compensato da un bel culo per quanto piccino.
Era "Metallara", sempre vestita tutta di nero, con trucco spesso e piena di borchie un po' ovunque...ed era stato proprio questo dettaglio a farmi stringere amicizia con lei.
Una ragazza davvero simpatica, per quanto diretta e spesso stronza con il prossimo.
Vale però aveva anche un sacco di problemi.
Soffriva di un sacco di malattie, tutte comportate dallo stress che le causava abitare in una casa-famiglia.
La sua vita era iniziata come un disastro tra madre alcolizzata, padre manesco e zio che più di una volta l'aveva violentata. Come se non fosse bastato il suo passato, nella casa famiglia era la pecora nera...veniva trattata male da tutti, responsabili compresi.
Inoltre, fino a poco tempo prima di quello che andrò a raccontarvi, era totalmente traumatizzata dal pensiero di fare sesso, per via di quello che suo zio le aveva fatto quando era piccola.
Era riuscita a sbloccarsi per via di un ragazzo con cui era stata per un lungo periodo. Da quel momento la sua vita era cambiata sotto molti aspetti...in meglio, fortunatamente. Ero stato anche io a spronarla al lasciarsi andare, e lei mi ringraziava praticamente tutti i giorni per questo.
Nonostante tutto quello che vi ho descritto, Vale era piena di voglia di vivere ed aveva la grinta che in poche persone avevo visto fino a prima di conoscerla.
Sotto quella scorza da ragazza irascibile c'era quella che era la mia amica. Una ragazza decisamente più fragile di come si mostrava...eravamo (e siamo) così amici che si è sempre sentita tranquilla nel mostrare anche il lato più debole di se quando era con me.
La nostra amicizia si era rafforzata grazie alla tratta di treno e a quella di strada che dovevamo fare ogni giorno insieme per recarci in città e successivamente a scuola. Ormai era un appuntamento, sapevo già che quando il treno era in procinto di fermarsi, l'avrei vista salutarmi da uno dei finestrini in modo da indicarmi dove fosse seduta.
Ogni mattina ascoltavamo la musica insieme e puntualmente lei si addormentava sulla mia spalla per quei 15 minuti di treno.
Ovviamente anche al ritorno eravamo insieme, sempre nella carrozza più isolata per poter parlare di ciò che più ci aggradava senza doverci preoccupare.
Quel giorno inizialmente non era diverso da tanti altri.
Arrivai per primo al treno come al solito e le inviai un messaggio per comunicarle dove poteva trovarmi.
Circa 10 minuti dopo arrivò.
"Ehi!" un bacino sulla guancia, vari oggetti lasciati sui sedili adiacenti e cuffiette nelle orecchie, una a testa.
Le solite domande per sapere come era andata la giornata dell'altro, le solite risposte.
"Come sta andando con E?"
"Si sta convincendo che sei un bravo ragazzo...poi gli piaci! vedrai, ancora qualche giorno e riuscirò a combinare un'uscita."
Si, Vale mi stava aiutando con una sua compagna di classe, divenuta poi una delle mie storiche relazioni d'amore.
"Sei grande Vale, grazie davvero...non so come avrei fatto senza di te!"
"Beh, lo sai che io ti sono grata per l'aiuto che mi hai dato quando ne avevo bisogno...è giusto che io ricambi!"
"Si beh, non che poi con M sia finita chissà quanto bene però..."
"Ma non importa A, lo sai perfettamente che fu tutto un altro discorso..."
Il treno iniziò a muoversi, e ci ritrovammo a parlare di relazioni passate, di come a entrambi mancasse fare sesso ecc.
Lei stava sdraiata con la testa sulle mie gambe, io le accarezzavo i capelli...non era una novità.
Però tra tutte quelle parole, gli scherzi ecc....qualcosa fu diverso.
Ci ritrovammo in un attimo di silenzio, a fissarci negli occhi.
"Vale...perché sento lo strano bisogno di baciarti?" le chiesi. Era davvero una cosa mai successa.
"Non lo so...ma...anche io...è strano..."
Ci avvicinammo lentamente, fino a darci un bacio leggero.
Mi allontanai, tornando a guardarla...
"Hai le labbra...morbidissime."
Lei si tirò su e mi diede un altro bacio. "Anche...tu..."
Scaturì una serie di baci inspiegabili, eppure non riuscivamo a fermarci. Le nostre lingue si intrecciarono per svariati minuti. Lei salì a cavalcioni su di me, mentre le mie mani scivolarono sul suo culo, chiuso in quei Jeans neri così stretti.
"A...le tue mani..."
Le tolsi. "Scusa..."
Lei le riprese e le rimise sul culo. "No...puoi lasciarle..."
Continuammo a baciarci senza sosta.
Il tempo scorreva come un fulmine. Mancava poco all'arrivo.
Quando sentimmo il treno frenare per la fermata, la magia si interruppe.
"No..." dissi io.
"Siamo arrivati alla tua fermata..."
Presi le mie cose e le diedi un altro bacio per salutarla, avviandomi verso la porta...
Mi voltai, lei mi guardava.
Una volta davanti all'uscita mi fermai. Tornai indietro, lanciai la borsa sul sedile e la baciai ancora.
"A, ma sta per ripartire...che fai?"
"Ci penserò poi."
Alzammo i vari appoggi per braccio e ci sdraiammo sui sedili come meglio ci riusciva. Lei sotto di me.
I nostri baci si facevano sempre più focosi...Il desiderio saliva nell'aria.
Feci scivolare una mano sul culo, cercando di afferrarlo come potevo.
Lei rispose seccamente, mettendomi una mano sul pacco.
Ci guardammo di nuovo.
"Ma che ci prende?" mi chiese lei.
"Non lo so...ma è bello..."
Lei mi sorrise e mi baciò ancora e ancora, palpandomi il pacco e stringendolo con la mano.
Ci spostammo più infondo possibile al vagone, sedendoci nei posti in cui nessuno va mai e tirando anche giù le tendine.
"Speriamo non arrivi il controllore..." dissi io.
"Non c'è oggi, l'ho visto scendere prima..." rispose.
Si apprestò a sbottonarmi i pantaloni, io le diedi una mano.
Prese il cazzo, non disse niente...si limitò a segarmi con entrambe le mani mentre mi baciava.
Dal mio canto non rimasi con le mani in mano e la palpai tra le gambe. Lei sussultò un attimo.
"Scusa...è un po' che non mi toccano li...non sono più abituata..." Tuttavia non si tirò indietro.
Lentamente sbottonai i jeans e li tirai un pochino giù, indossava delle semplici mutandine bianche. Non appena tentai di mettere la mano dentro di essere lei mi fermò.
"A, non lo so..."
"Perché? Lascia che ricambi..."
"Sono un po' sudata...non vorrei fare figuracce..."
"Pfft tranquilla, non sarà di certo un po' di sudore a fermarmi."
Infilai la mano e iniziai a toccarla. Era pelosa...non si rasava da un po'. Era anche parecchio eccitata.
Ci mettemmo più comodi, in modo da poter entrambi fare il nostro lavoro e continuare a baciarci nel mentre.
Nel frattempo un'altra fermata. Ancora una e sarebbe arrivata anche lei...ma il treno contava ben altre 5 fermate.
Presi un po' l'iniziativa..anche se preferivo chiederle tutto.
"Vale, li fai i..." le feci intendere senza doverlo dire esplicitamente.
"Si...solo che sono abbastanza imbranata!" disse ridendo.
"Non preoccuparti, con calma."
Aprì la bocca e lo fece entrare, guardandomi con i suoi occhioni verdi. Il vero problema non erano le sue capacità...Aveva la bocca maledettamente piccola...Le stava a malapena la cappella in bocca!
Me lo feci succhiare per un paio di minuti poi la fermai.
Le sfilai i pantaloni e mutande, rivelando la sua fighetta pelosa.
Mi inginocchiai per ricambiare ma mi fermò di nuovo.
"No A davvero, non mi sento abbastanza pulita, mi salirebbe solo il disagio....per favore..." Non forzai la mano.
Mi sedetti nel sedile di fronte a lei segandomi, lei mi guardò. Poi interruppe la quiete.
"Allora? Ho detto che non puoi leccarmela non che non puoi scoparmi eh." mi disse ridendo.
"...Ok!" presi il preservativo dal portafoglio (Si, lo so, non è un posto sicuro ma è comunque efficiente) e lo indossai.
Lei si mise in piedi, girata di schiena contro il sedile.
La penetrai delicatamente. Feci bene, perché era delicatissima ed il treno non fu di aiuto. La brusca fermata della fermata mi spinse dentro facendola gridare. Eravamo giunti alla sua fermata.
"Merda...tecnicamente dovresti scendere..."
"Si ma ormai sono qua senza pantaloni...non farei comunque in tempo." si allargò il culo per aiutarmi ad entrare più a fondo.
La afferrai per i fianchi e cominciai a fotterla con un ritmo lento ma costante. Lei godeva abbastanza sottovoce...eravamo comunque a rischio.
"Non so cosa...mi prende...mi sto facendo sbattere dal mio...migliore amico!" diceva godendo.
"Beh...spero almeno ti stia piacendo..."
"Si...tanto..."
Mi fermò. Stavolta solo per girarsi e sedersi a gambe aperte. Non fu comodissimo penetrarla ma ci riuscii.
La guardai negli occhi. "E' tutto così strano e...piacevole..."
"Si...è bello..." mi mise una mano dietro la testa. "Scopami A...non fermarti per favore..."
Incrementai il ritmo, lei godeva molto di più e le era difficile trattenersi. Ebbe subito dopo un orgasmo bello forte.
Mi sfilai.
"No...no continua...non preoccuparti..."
"Sicura?"
"Sicurissima..."
Rientrai. Dio santo se era tanto più stretta ora. La cosa mi stimolò parecchio.
"Vale...devo venire..."
"Il preservativo...toglilo e...vienimi dentro..." disse lei affaticata e contorta dal piacere.
"Dentro? Ma sei sicura??"
"Si ti ho detto! sto prendendo la pillola e ho il ciclo così sballato che non potrei rimanerci nemmeno se lo voglio! Vienimi dentro..."
Non me lo feci dire due volte...riempii la sua piccola figa con la mia calda sborra...buona parte colò fuori e finì sul sedile.
Mi sedetti di nuovo di fronte a lei. Eravamo entrambi sfiniti. Tirai fuori il telefono e le scattai una foto alla figa gocciolante, lei mi lasciò fare.
"Non sia mai che non mi tengo un ricordo di questo evento unico."
"Basta che non la vede nessuno, altrimenti ti ammazzo, davvero!"
Il treno annunciò un'altra fermata. A quanto pare ce ne eravamo persa una durante l'atto.
"Adesso come facciamo?" mi chiese lei.
"Beh, inanzitutto scendiamo...poi vediamo di prendere un treno di ritorno..."
"Sperando di beccare la coincidenza..." replicò lei.
Ovviamente non fu così. Toccò aspettare un'ora in stazione a vuoto. Inventai scuse con mia madre su come il treno fosse bloccato per un tronco caduto.
Alla fine tornai a casa che era ormai pomeriggio inoltrato.
Il viaggio di ritorno fu molto dolce e pieno di coccole.
Quando fu ora per lei di scendere ci scambiammo un ultimo bacio.
Si voltò un'ultima volta prima di scendere.
"Non capiterà di nuovo lo sai vero?"
"Tranquilla...lo so."
Non eravamo fatti così. Non era nostro interesse scopare tra noi per allietarci.
Ma quel giorno era diverso...e se non altro, avevamo sperimentato.
"Ciao Vale..."
"Ciao A, a domani!"
E così fu.
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