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Lui & Lei

La piccola Annie - Racconto 4 - La fuga


di Mesx
10.05.2018    |    4.791    |    1 9.5
"Erik penetrò lentamente Annie, spingendolo tutto dentro questa volta..."
Dopo la perdita di controllo di Annie, i due ragazzi attuarono il piano di fuga.
La storia era semplice, calarsi dalla finestra e scappare il più lontano possibile prendendo un bus...o almeno, questo era il piano originale.
Annie decise di aggiungere del suo all'idea di Erik.
"Senti, una volta uscita di qui non ho intenzione di fare la fame e tanto meno di abbassarmi a fare l'elemosina, perciò io dico che prendiamo il primo bus e andiamo ad Allentown come prima tappa."
"Per quale motivo dovremmo tornare alla tua città scusa? Credevo tu volessi sparire dopo quello che è accaduto, non ti pare strano tornare sulla scena del crimine? se tale si può definire."
"Si, vero. Ma ho dei soldi a casa nascosti in camera mia che ci serviranno per rifarci una vita, o almeno per provarci."
Erik era titubante dal momento che il costo del suddetto bus sarebbe stato a spese sue, con quel poco che era riuscito a racimolare stando li dentro facendo "contrabbando" di alcune cose che altri pazienti non potevano avere.
"Di che cifra si parla?"
"Se ricordo bene, sono quasi 5mila dollari."
"Gesù cristo Annie, come cazzo fai ad avere una cifra simile?!?"
Annie si alzò dalla preparazione della sua borsa e si indicò tra le gambe: "Con questa." disse con un sorriso furbetto.
Nel giro di 20 minuti i due erano pronti all'evasione dall'ospedale psichiatrico.
Erik calò la corda dalla finestra e spiegò gli ultimi dettagli ad Annie.
"Dunque, dritto sotto di noi c'è il marciapiede, ma subito poco più in la c'è la siepe. Se qualcosa dovesse andare storto, spingiti verso di quella almeno dovresti riuscire ad atterrare senza spaccarti nulla."
"Non sei un granché incoraggiante Erik."
"Stiamo fuggendo, pretendevi forse il tappeto rosso?"
Tuttavia una variabile non calcolata dal ragazzo nel corso di quei mesi fece capolino. Un rumore si sentì provenire dalla zona ascensori, poco distante dalla camera dei due.
"Cristo, la ronda notturna." disse Erik guardando l'orario. come ho fatto a non pensarci?
"La che?" chiese Annie confusa.
"Le guardie fanno la ronda a quest'ora per controllare che sia tutto ok...sono molto attente dal momento che succede di tutto in questo edificio."
"Cristo Erik, non potevi pensarci prima?!?"
I due improvvisarono chiudendo la finestra e buttandosi sotto le coperte.
Tempo 5 minuti e la ronda passò ad effettuare il controllo, per poi allontanarsi come se nulla fosse.
Erik si alzò dal letto e con tono di voce bassa si avvicinò ad Annie.
"Ok, abbiamo circa 10 minuti prima che torni indietro, è ora di muoversi."
Quando riaprirono la finestra ecco il secondo intoppo...la corda era caduta di sotto.
"Ops..." disse Erik.
"Ops? OPS? E adesso che cosa cazzo facciamo Mister Genio della Fuga?"
"Ok, niente panico...allora, a tre stanze da qui, sulla destra c'è il magazzino dove portano le lenzuola sporche del piano prima di mandarle in lavanderia."
"Sono sicurissima che lo troverò aperto e magari ci troverò anche dei biscottini di benvenuto." disse Annie con tono fortemente ironico.
"Lasciami finire. La chiave è appesa al quadro dietro la scrivania...pensi di poterla raggiungere?"
Annie allargò le mani e fece di no con la testa.
"Ok, potrei andare io...però ho bisogno che tu distragga la guardia."
Annie si coprì il volto con la mano.
"Erik...tu lo sai vero che se mai dovessimo attuare una di queste idee nessuno dei due uscirebbe da qui, si?"
"Allora proponi qualcosa tu, sapientona."
Annie si alzò dal letto, prese la borsa e la lanciò giù dalla finestra, dopodiché si appresto a scavalcare il davanzale.
"WOWOWO, SEI FORSE IMPAZZITA?" disse Erik con tono di voce decisamente troppo alto.
"Chi è la?" si sentì dal corridoio.
"Bravo genio."
Annie si lasciò cadere nel buio di schiena, sperando nel meglio e temendo il peggio. Quei secondi di caduta sembrarono interminabili, ma i rami della siepe su cui finì per sbattere le tolsero il dubbio sul quando sarebbe atterrata.
"CAZZO!" esclamò lei gridando per il male ed attirando ancora di più l'attenzione della guardia di ronda, dopodiché con tutte le sue forze saltò fuori dalla siepe e recuperò la borsa.
"Allora? Hai intenzione di continuare a guardarmi?" chiese al ragazzo.
Quando Erik si voltò, la guardia era ormai sull'uscio, quindi il tempo di preparazione per il lancio fu azzerato.
Con la borsa tra le braccia si lanciò di spalla sulla siepe, sentendo un male atroce una volta atterrato.
"Muoviti Erik, non c'è tempo!" esclamò Annie aiutandolo ad alzarsi dalla siepe.
"La mia spalla! LA MIA SPALLA!" urlò il ragazzo nel panico.
I due corsero all'impazzata cercando riparo nelle zone buie.
Non appena trovarono un punto tranquillo, Annie controllò la spalla di Erik.
"Ok, ok calmati...si è solo spostata e si può rimettere a posto...ma farà un poochiiiino male."
"Cosa intendi con un pochino male?"
La ragazza diede una botta secca sulla spalla senza preavviso, facendo gridare il poverino, ma ottenendo il risultato sperato.
Si presero 10 minuti di pausa nel buio della notte, nascosti sotto degli alberi.
"Che figata però." esclamò Annie.
"Cosa? l'essere fuggiti?"
"Si!"
"Beh, pensavo fossi una abituata a trasgredire, dal momento che hai 5mila dollari in casa ottenuti dandola in giro!"
"Che centra, questo è un modo diverso di trasgredire...è più divertente!"
I due fissarono il vuoto per qualche minuto ancora.
"Muoviamoci va, sarà meglio allontanarsi da qui prima dell'alba."
Scarpinando a lungo i due trovarono una fermata del bus, l'unica fortuna di quella nottata dal momento che era quello giusto per andare verso Allentown.
Aspettarono più di un'oram ormai erano le 3 del mattino...per Allentown ci sarebbero volute altre due ore.
Una volta saliti sul bus provarono gioia a notare che vi erano solo loro due a bordo.
"Dove pensate di andare conciati così?" chiese l'autista.
I due si guardarono, erano sporchi di terra e foglie un po' ovunque.
Erik allungò una grossa mancia sui biglietti del bus, finendo quasi del tutto i suoi risparmi.
"Facciamo che non ci hai visto?"
L'autista accettò senza opporsi, probabilmente abituato a certi affari notturni.
I due presero i posti verso il fondo del bus e finalmente appoggiarono i loro sederi su qualcosa di vagamente morbido.

Erano partiti da pochi minuti quando il ragazzo decise di rompere il silenzio.
"Beh, tutto è bene quel che finisce bene." esclamò.
"Già."
"Hai già in mente cosa fare?"
"Erik...non mi pare nè l'ora, nè il momento adatto per discutere del nostro futuro."
"Nostro?"
Lei lo guardò.
"Si...che c'è di male? vuoi forse abbandonarmi una volta arrivati ad Allentown?"
"Nah, sarei senza una soldo e da solo...non è esattamente il tipo di vita che punto a fare."
Annie rise leggermente.
Proprio mentre guardava fuori dal finestrino ecco che la succube prese piede dentro di lei, provocandole forti fitte alla testa.
"Annie? Annie stai bene?"
Quando la ragazza tirò fuori la testa dalle mani il suo sguardo era cambiato.
"Tutto alla perfezione, eccetto che la mia figa è molto bagnata in questo momento."
"Oh cristo ci risiamo..." esclamò Erik. "Annie...cerca di controllarla..."
Nemmeno il tempo di finire la frase che la ragazza lo baciò passionalmente.
"Mettimi una mano nelle mutande."
"Annie, siamo su un bus..."
"E siamo solo noi due. Che c'è, hai forse paura che il vecchio la davanti si fermi per controllare se mi stai mettendo una mano nelle mutande?"
Tra un bacio e l'altro Erik si lasciò convincere.
La figa di Annie era fradicia da quanto era eccitata.
La ragazza rispose tirando fuori il grosso cazzo eccitato di Erik.
"Mmmh dio quanto è grosso, non mi ci abituerò mai a questo bastone!" dopodiché si posizionò al meglio per succhiarglielo.
"Cristo Annie...aaahn"
"Non provare a schizzare di nuovo subito perché stavolta mi incazzo sul serio." disse lei prima di farsi scendere il cazzo in gola.
Il ragazzo si rilassò quindi, godendosi il pompino, fino a quando Annie non si tirò su da se.
"E ora scopami."
"Annie..."
"Scopami...e mettici anche un po' di violenza già che ci sei."
Si tirò giù i pantaloni del pigiama sporchi di terriccio e con essi le mutandine rosa, dopodiché si appoggiò al vetro.
In quel momento l'autista fu inconsapevolmente complice, alzando il volume della radio la quale andrò a coprire quelli che sarebbero stati i loro suoni.
Erik penetrò lentamente Annie, spingendolo tutto dentro questa volta.
Annie rise leggermente "ohoho, cristo santo se si sente"
Lui iniziò quindi a muoversi, prima lentamente e poi assumendo un ritmo piuttosto altalenante tra veloce e lento.
"Maltrattami Erik, trattami come la puttana che sono!"
Erik le diede uno schiaffetto sul culo.
"Cos'era quello? Fammi sentire che sei uomo e non una checca!"
In quel momento qualcosa dentro di Erik scattò.
I ricordi di quando il padrino lo chiamava checca/finocchio e altri aggettivi poco carini prima di violentarlo ripassarono dinanzi alla sua mente, provocandogli rabbia.
Iniziò a spingere più forte sfruttando più intensamente il suo grosso membro, il che fece mancare il fiato ad Annie tra un colpo e l'altro...dopodiché iniziò a schiaffeggiarle forte il culo, così forte che se non fosse stato per la musica sarebbero stati scoperti facilmente.
"Così Erik, così!"
Le mise una mano attorno al collo come aveva visto fare in svariati filmini porno.
"Ti piace troietta? le disse avvicinandosi all'orecchio.
"Si! Si!" la succube era molto felice del cambiamento nel comportamento del ragazzo.
Lui spinse sempre più forte e strinse la mano attorno al collo di Annie.
"Sei una puttana!"
Lei godeva sempre più rumorosamente.
"Senti come gridi, ti piace il cazzo eh?!?"
In quel momento però, qualcosa scattò in Annie stavolta, facendola tornare in se.
Non era tanto per le parole, ma per la situazione.
Quelle parole in quella posizione, con quella mano attorno al collo...era proprio come quel tizio l'aveva trattata quando era stata violentata.
"Erik..Erik fermati!"
Lui ormai era troppo preso dalla situazione per ascoltarla.
"Erik fermati ti prego!"
"Zitta e godi!" le afferrò i capelli e tirò indietro, spingendo con tutte le sue forze, dopodiché la fece inginocchiare e lasciò scorrere la sua calda sborra sul suo viso.
Tra un verso di goduria e l'altro Erik osservò solo dopo circa un minuto il viso di Annie.
Era si pieno del suo caldo amore, ma lei era visibilmente traumatizzata, con gli occhi sbarrati, immobile e con le lacrime che scendevano dai suoi occhi, mischiandosi allo sperma.
"Annie?"
Lei non disse una parola, lui la fece sedere cercando di rivestirla come meglio poteva.
"Annie? Annie sei qui con me?" Annie?"
Lei lo guardò e scoppiò a piangere ancora più forte, gettandosi tra le sue braccia.
"Non capisco...cosa ho fatto di sbagliato?"

La domanda di Erik non ricevette mai risposta, Annie pianse fino ad addormentarsi tra le sue braccia, mezza svestita e sporca di sborra.


Fine Racconto 4
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