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Prime Esperienze

L'americana puritana.


di Mesx
18.02.2017    |    17.756    |    2 9.0
"Allora la feci mettere più comoda e iniziai ad insegnarle..."
ATTENZIONE: IL RACCONTO CHE SEGUE CONTIENE SCENE PARTICOLARMENTE CONTROVERSE E BLASFEME. SE SIETE PERSONE CHE CREDONO E CON DEI PRINCIPI MORALI SALDI LEGATI ALLA CHIESA, NON CONTINUATE. GRAZIEEEE.

Oggi vi racconto di N, una ragazza americana conosciuta tramite chat, e con la quale la situazione è sfociata in una delle cose più depravate mai fatte.
Ci conoscemmo per gioco, e ne nacque una bella amicizia a distanza.
Una ragazza dolce, abbastanza simpatica e con dei principi morali ferrei. (O almeno così credeva)
Lei era la tipica ragazza Casa e Chiesa. Nessuna vera relazione, nessuna esperienza sessuale, nulla.
Era inoltre una splendida ragazza. Rossa naturale, con un po' di lentiggini e occhi chiari.
Il tipico esempio di ragazza sprecata.
Passammo parecchio tempo in quella chat. Lei era davvero molto curiosa.
Io sono sempre stato uno che nel sesso ci ha vissuto sin dalla prima pubertà, per lei ero una sorta di "mostro".
La sua curiosità, tuttavia, attivava anche i suoi ormoni, facendola impazzire e portandola spesso a masturbarsi su ciò che le raccontavo della mia vita sessuale ecc.
Non che la cosa mi dispiacesse, assolutamente. Voltò addirittura in sexting con foto parecchio spinte.
Era un po' come parlare con Dr.Jekyll e Mr.Hyde.
Mentre era arrapata si sarebbe fatta deflorare persino sulla panchina di un parco, dopo invece era "nono, io assolutamente nulla fino al matrimonio, devo conservarmi per mio marito."
NON AVETE IDEA DI QUANTO FOSSE SNERVANTE.
Se lei, per caso, finiva prima di me, potevo tranquillamente posare il telefono e darmi al mio sito porno di fiducia. Un fastidio non da poco.
Le nostre chattate continuavano e il tempo scorreva.
Passarono un paio di anni come nulla fosse, incredibile.
Questo perché, nonostante tutto, tenevo a lei da morire.
In quei due anni, un episodio sicuramente da ricordare, fu quando mi contattò tutta contenta perché aveva toccato per la prima volta un cazzo. Aveva trovato un ragazzo che, giustamente, glielo aveva messo in mano dopo neanche una settimana di fidanzamento.
Le mie convinzioni sulla sua serietà cominciavano a calare, ma infondo la cosa non mi interessava più di tanto.
Fatto sta che, tra mille battibecchi ecc. decidemmo finalmente di incontrarci.
Dovetti andare io da lei, in America, perché lei aveva paura di volare da sola.
Tra me e me ripetevo che ne sarebbe valsa la pena, forse. Più che altro mi sarei gustato un piccolo lato di America.
Quando arrivai all'aeroporto lei era tutta carina e mi abbracciò fortissimo.
Andammo a casa sua, in aperta campagna. La ragazza a quanto pare stava meglio del previsto dal punto di vista economico. Ma avrei anche dovuto intuirlo dalla bella macchina con cui venne a prendermi.
Giunto li, mi presentai ai suoi genitori con la massima educazione possibile, e col miglior inglese che potessi sfoggiare.
Fortuna che ho avuto buoni insegnamenti, altrimenti col cazzo che riuscivo a spiegarmi in una terra straniera.
Presa la valigia, mi mostrò camera sua al piano di sopra, nonché posto dove avrei "alloggiato" nella successiva settimana.
Una cameretta accogliente e molto femminile, d'altronde da una come lei non potevo che aspettarmi una cosa simile.
"Monteremo un letto accanto al mio, così non ci saranno problemi" mi disse. (Ovviamente in inglese eh)
Il primo giorno fu abbastanza traumatico. Il Jetlag mi stava uccidendo, mi sembrava di non dormire da chissà quanto tempo. Quindi la prima notte dormii come un sasso.
Nei giorni successivi uscimmo spesso, così che potessi godermi le piccolezze che la sua località aveva da offrire.
Una bellissima esperienza su ogni fronte.
Ma proprio nel giorno successivo ci incontrammo con una sua grande amica, che, convinta che io a quanto pare non capissi l'inglese (Non era particolarmente sveglia c'è da dirlo) esclamò con grande entusiasmo:
"OH! MA E' IL RAGAZZO ITALIANO COL CAZZO GROSSO DI CUI MI HAI FATTO VEDERE LE FOTO!"
Io scoppai a ridere tantissimo con N che era diventata rossa come un peperone e la sua amica che non capiva.
"Vedi che sa l'inglese eh, deficiente"
La sua amica si coprì la bocca e fu imbarazzatissima.
Fu una giornata simpatica, al locale dove andammo a mangiare io "giocavo" con la sua amica mentre lei non c'era, provocandola un po' e facendole intravedere il cazzo dai pantaloni.
Me la sarei fatta ben volentieri, non era un granché di viso ma una botta non gliel'avrei negata.
-Lo so lo so, caro lettore. Starai pensando "Cosa c'è di così scandoloso in tutto ciò? dov'è la parte interessante??"
Arriva, con calma.-
La sera, una volta guardato la tv, giocato con l'xbox e cazzate varie, ci dirigemmo in camera privi di sonno.
Iniziammo a chiacchierare sotto le coperte, e quando rimase solo la luce da notte a farci compagnia, le cose si fecero più bollenti.
La vedevo che fremeva di curiosità e di timidezza.
Voleva chiedere, ma non si osava. Fui quindi io a rompere il ghiaccio.
"Che c'è N, ti senti forse in soggezione perché sono qua ora?"
"Diciamo di si...insomma, noi abbiamo fatto cose dopotutto...anche se per telefono..."
"Scommetto che magari vorresti testare dal vivo ora eh?"
Lei si copriva con le coperte.
"Smettilaaaaa, io non posso fare certe cose lo sai!!"
Io mi tirai su e mi sedetti sul letto, e iniziai a toccarmi il pacco dalle mutande dinanzi a lei
"Ehi no aspetta, che fai?? sei impazzito? I miei sono in casa! se entrano??"
"Nah, dormo N, stai tranquilla..."
"No dai smettila per fav..." Si interrompette di colpo quando tirai fuori il cazzo irrigidito di fronte ai suoi occhi.
La penombra aiutava a farlo sembrare addirittura più grosso.
"Oh mio dio." esclamò.
"Allora, che ne pensi? ti piace anche visto dal vivo?"
"E'..enorme."
Io mi sedetti sul suo letto, accanto a lei, e inizia a toccarmi, a scoprirmi la cappella, a giocare con le palle...
"Oddio tutto ciò è così strano..."
"Toccalo N, dai..."
"NON POSSO SMETTILA!"
Le afferrai la mano e la aiutai ad afferrarlo.
"Dai, ora fai su e giù"
"Non sono imbranata, so come si fa una sega." Invece non lo sapeva, credetemi.
Allora la feci mettere più comoda e iniziai ad insegnarle. Ma di certo non mi ero fatto Italia-America per una sega.
La convinsi a togliersi la maglia ed il reggiseno, dopo mille scuse da parte sua che cedettero come un castello di carte.
Le toccai un po' le tette. Una terza scarsa, ci stava.
Giocai coi capezzoli, e la sua faccia si faceva sempre più perversa e coinvolta alla situazione.
"N, quindi nessuno ti ha mai fatta godere, giusto?"
"No...ma non ne ho bisogno, sm..smettila!"
Io non la ascoltai, e, aiutandomi con un po' di forza le sfilai i pantaloni del pigiama, rivelando un paio di mutandine davvero carine, dalle quali iniziai a palparla.
"Smettila! Mi stai stuprando! Io...non..." godeva solo a strusciarle la mano tra le gambe.
"Dai, toglile."
Lei non obbiettò, stranamente.
La sua figa era pelosa, ma me lo aspettavo da una verginella. Notai dopo un po' che anche li era rossa. La poca luce non aiutava di certo.
Iniziai quindi a masturbarla con calma, e poi infilai le dita nel buco. Era strettissima, una vera gioia.
Quando fu bagnata adeguatamente, mi riposizionai e la feci continuare di mano. Non mi andava di fotterla la prima sera.
Tuttavia, non essendo da telefono, stavolta non mi feci raggirare. Ogni volta che la sentivo avvicinarsi all'orgasmo smettevo, in modo da non farmi lasciare a metà.
Quando fui pronto a sborrare allora ripresi con un ritmo elevato, in modo da farla venire con me.
Tremava come una foglia e aveva la mia sborra sul ventre e un po' sulle tette.
Le diedi qualche bacio, le diedi la buonanotte e poi tornai nel letto, a dormire.
Il giorno dopo l'inferno si era scatenato su questa terra.
Non mi rivolgeva nemmeno la parola. Fortuna che eravamo da soli a casa.
"N dai, non fare così...alla fine ti è piaciuto."
"Mi hai praticamente violentata! LO CAPISCI SI O NO?!?"
"Ehi, potevi fermarmi come si deve, ma la tua altro non era che una richiesta di insistere. Era palese dai!"
E credetemi, era davvero così. Se una ragazza vuole davvero respingerti, ci mette almeno un minimo di forza. Lei lo faceva solo per essere in pace con se stessa.
"Beh fanculo, io devo andare in chiesa a confessarmi per questa notte, per colpa tua."
"Oddio, non farai sul serio N."
"Se pensi che io non sia seria, probabilmente non mi conosci così bene."
Era seria eccome.
"Preparati, andiamo alla chiesa giù in città"
"Scusa perché dovrei venire anche io?"
"Perché non esiste che ti lascio da solo a casa, poi chissà cosa combini."
"Fantastico, mi dai parecchia fiducia vedo."
Ad ogni modo, non obiettai ulteriormente. Mi preparai e ci avviammo alla chiesa in città.
Tuttavia mi accorsi che non era la chiesa che avevo intravisto qualche giorno prima, ma una ben più isolata e decadente.
"Ehm, N, pensavo andassimo in città, questa chiesa sembra decisamente abbandonata."
"E' sconsacrata, almeno non ti infastidisci troppo."
"Oh, carino da parte tua."
Entrammo in quel rudere di chiesa polverosa e abbandonata da chissà quanto tempo. Ma almeno c'era luce ed era una bella giornata.
Mi sedetti su una panchina e lei si inginocchio poco più avanti di me e iniziò a pregare.
Io mi guardavo intorno.
Il tempo passava, lei era silenziosa.
Poi vidi che iniziava a cambiare posizione, e che stranamente questa posizione porgeva il culo verso di me.
Io amavo il suo culo, e lei lo sapeva.
Iniziai a guardarlo, ondeggiava davanti ai miei occhi. Il mio cazzo, piano piano si induriva.
"N perfavore..."
Lei mi zittì.
Più i secondi passavano, più facevo fatica a resistere.
"N, davvero, muoviti"
"Sto pregando, smettila di interrompermi!".
Non riuscii a resistere oltre, e mi fiondai su di lei, afferrandole il culo
"EHI COSA CAZZO STAI FACENDO?!?"
"Zitta."
La tirai un po' su dal ventre e le sbottonai i Jeans.
Lei non reagiva. La cosa era fin troppo sospetta.
Infilai la mano nei Jeans. Non aveva le mutandine.
"Un momento. Tu..."
Lei mi zittì di nuovo e si girò per darmi un bacio.
A quanto pare la ragazza voleva di più eh?
Le tirai giù i Jeans e iniziai a leccare la sua fighetta. Era rasata anche se male. N voleva che la fottessi IN UNA CHIESA.
Non esitai oltre. Presi il preservativo che porto per i casi di emergenza nel portafoglio, me lo infilai e mi feci strada nella sua figa senza troppi complimenti.
Lei era rigidissima.
"Calmati" le dissi. "Altrimenti non te la godi."
Al primo affondo gemette di dolore. Ciao ciao imene.
Le diedi un attimo di pausa.
Poi ripresi ed iniziai a fotterla con forza. Il mio ventre batteva contro il suo fantastico culo.
Io godevo davvero un sacco e ad alta voce.
"Sssh, siamo in casa di dio, smettila di fare casino!"
"Beh se dio ci osserva tanto vale che si goda lo spettacolo."
La afferrai per i suoi lunghi capelli rossi e andai infondo alla sua figa fino a farle mancare il respiro.
Nel frattempo, riflettevo. Stavo scopando una ragazza puritana in una chiesa. La cosa era oscena, ma non mi bastava.
Smisi di scoparla.
"Perché ti sei fermato?"
Non risposi, la tirai su e iniziai a spogliarla delle poche cose che le rimanevano addosso.
Poi la presi di forza e la buttai su una delle panchine della chiesa.
Vederla alla luce era ancora meglio. La sua pelle era pallidissima, in contrasto con i suoi capelli rossicci.
La sua figa per quanto fosse stata "depilata" portava ancora dei peli rossi corti.
"Ho fatto Jackpot." Dissi. Poi mi fiondai nuovamente col cazzo nel suo buchino.
La panchina era scomoda, ma io spostavo N a seconda delle mie esigenze.
Non mi bastava, volevo di più.
Mi sedetti sulla panchina e la feci saltare sul mio cazzo guardando verso il soffitto
"OOOOH, SI CAZZO! CHE FOTTUTA FIGATA!"
Lei non capiva, parlavo italiano, ma si godeva la cavalcata.
Volevo di più.
La sollevai di peso e le misi le gambe in modo che potesse reggersi, poi iniziai a scoparla più forte che potevo. Lei gridava di goduria. Penso abbia anche raggiunto l'orgasmo in quel momento, ma poco importava.
Non bastava ancora.
La feci scendere e poi la feci stendere sugli scalini che portano all'altare delle chiese.
Iniziai a fotterla ancora più forte di prima, non mi volevo fermare per nulla al mondo. La sua figa era mia.
La afferrai per i capelli. La scopai forte più che potevo. Ebbe un altro orgasmo.
La feci alzare, le sue gambe tremavano ancora dall'orgasmo.
"Non ancora." le dissi.
La appoggiai al leggio sull'altare, la fottei da dietro di nuovo, tirandole schiaffi sul culo più forte che potevo.
"Godi N! fai sentire a tutti come ti piace che ti sto scopando! SEI MIA!"
Non ho idea di come stessi riuscendo a reggere tutto quel sesso, ma il mio desiderio passava i miei limiti.
Lei ebbe un altro orgasmo in brevissimo, ormai era una catena.
Le sue gambe cedettero, si accasciò a terra.
Ed eccolo, il momento in cui sentivo che non c'era di più. Era tutto perfetto. Era come se i pianeti fosserò allineati.
Mi tolsi il fottuto preservativo e lo gettai via, iniziai a segarmi furiosamente.
Lei mi guardava con i suoi occhioni chiari.
"E'...il momento?"
La afferrai per i capelli e glielo spinsi in bocca, senza pensare che effettivamente non lo aveva mai succhiato.
Infatti durò poco prima che ebbe un conato di vomito.
"Scusa, mi ero scordato."
"Coglione" mi disse lei con il fiato rotto.
E finalmente giunse il momento.
Allargai le gambe, la afferrai per i capelli e un fiume di sborra la travolse.
Le sue lentiggini erano sparite sotto la coltre bianca, i suoi capelli portavano i segni dello schizzo.
Le colate avevano raggiunto il suo collo e un po' le sue tette.
Io guardai verso l'ingresso della chiesa col fiatone.
Il silenzio completo era con noi.
Tirai un pugno (facendomi anche male) sul leggio.
"SI CAZZO! WOHOOOO!" esclamai gridando in inglese.
Lei rise.
"Sei un cazzo di pervertito, guarda cosa mi hai fatto fare. Dio mi odierà per tutto ciò."
"Oh fanculo N, non rovinarmi il momento."
Mi sedetti nudo e spanciato sulla panchina, presi una sigaretta dal mio borsello e iniziai a fumare mentre N si puliva e rivestiva.
"Allora? Ti è piaciuto?"
Lei era imbarazzatissima.
"Si..."
"Dai su! un po' di entusiasmo ragazza!"
"...Ho distrutto tutti i miei buoni propositi per te, lo sai vero?"
Effettivamente aveva ragione. Mi ricomposi un attimo ed iniziai a rivestirmi anche io.
"Perché lo hai fatto?"
Lei mi guardò, poi mosse la testa in un No, come dire "Sei proprio stupido."
"Non mi dire che..."
Lei mi guardò dritto negli occhi mentre si riallacciava i jeans.
"Sono innamorata di te? Si, lo sono. Probabilmente dopo questa settimana non ci vedremo mai più, quindi...tanto vale che io lo abbia fatto con qualcuno che amo".
Rimasi abbastanza sconvolto. Tutta la mia gioia per il momento si era fottuta.
Non avevo soltanto sverginato una puritana, ma avevo distrutto il cuore di una ragazza che provava qualcosa per me.
"Perché non me lo hai detto prima? Avrei evitato tutto questo."
"Ma non volevo che tu lo evitassi. Sei un ragazzo avventuroso, i tuoi racconti sono stati oro in ogni notte trascorsa da sola con la mia spazzola. Io volevo che tu mi prendessi esattamente come una ragazza qualunque. Lo hai fatto, e ne sono felice."
Non sapevo cosa dire...mi sentivo un sacco in colpa e basta.
Lei mi diede un bacio.
"Ora niente muso lungo, non mi sono fatta rompere la figa in una chiesa per vederti triste."
Mi prese per mano e lasciammo la chiesa.
I giorni seguenti ebbero un sapore completamente diverso. come si dice in inglese...Bittersweet.
Agrodolce.
Quella ragazza mi stava dando davvero tanto, oltre il suo corpo.
Ma io non ero destinato a rimanere li.
Alla fine di quella settimana ci facemmo moltissime promesse.
"Rivediamoci"
"Non molliamo, un giorno saremo insieme se lo desideriamo davvero."
Promesse andate in fumo, non la sento ormai da molto tempo.
Ma N, io non ti ho dimenticata.
Grazie a te ora anche io, un Italiano dalla mente perversa, conosco il sogno americano.



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