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Cugini - Parte Seconda - Ti ricordi?


di Mesx
01.03.2017    |    24.596    |    1 8.9
"" "Chi è che suona come pervertito ora?" dissi ridendo..."
Il giorno dopo quel primo evento, io e mio cugino non parlammo molto.
Imbarazzo? Rabbia? Sinceramente non ne avevo idea, la cosa non mi interessava un granché.
La notte prima aveva dormito sul divano, come la sera precedente. Purtroppo mia zia non disponeva di un altro letto.
Il giorno dopo andammo a casa di mia nonna, la quale ha sempre voluto un bene dell'anima ad entrambi.
Purtroppo non era il migliore dei periodi come dicevo. Questo la rendeva abbastanza agitata, distratta e pensierosa.
Mia madre e mia zia erano impegnate nelle questioni che le avevano coinvolte nelle giornate precedenti, nulla di nuovo nemmeno qui.
Io e M eravamo seduti sul divano, a guardare i cartoni animati alla TV. Non nego che anche noi eravamo parecchio con la testa tra le nuvole.
Però tra i mille pensieri di quel periodo, fece capolino quello del giorno precedente, e di ciò che avevamo fatto.
Era stato strano, ma bello.
Il telefono di casa squillò, mia nonna corse a rispondere.
Tempo di concludere la chiamata, iniziò a prepararsi per uscire.
"Possiamo lasciarvi soli ragazzi, si?"
"E' tutto ok nonna?"
"Eh, sapete come stanno andando le cose in questi giorni...adesso passa lo zio a prendermi, speriamo solo che sia una cosa sbrigativa."
"Nonna non preoccuparti, siamo abbastanza grandi da badare a noi stessi." Dissi io.
"Se proprio ci annoiamo e arrivate tardi andiamo a casa mia, tanto sono 10 minuti camminando" continuò mio cugino.
Purtroppo l'abitare 20 minuti fuori dalla città non aiutava affatto. Non avevo modo di tornare a casa, inoltre mia madre anche non sarebbe tornata per un po'. Mi mancava casa mia, accidenti.
Il campanello suonò, e mia nonna uscì di casa, salutandoci e dicendoci di fare attenzione.
Ci trovammo noi due da soli, di nuovo.
La sigla di un altro cartone animato suonava alla TV, spaccando il silenzio.
"Secondo te andrà tutto bene?" Mi chiese lui.
"Non possiamo fare altro che sperare, è un pessimo periodo."
"Già..."
Eravamo entrambi persi nei nostri pensieri.
"Era tutto più semplice quando eravamo più piccoli, cominciare a capire cosa succede rende tutto più difficile."
Gli dissi io.
"Si beh, penso sia così."
Passò qualche minuto di silenzio.
"La nonna ci faceva sempre fare il bagno insieme quando ancora c'era la vasca, ti ricordi M?"
"Sinceramente mi ricordo poco. Solo una pallina molto colorata con cui giocavamo."
"Si! Beh anche io ricordo poco, eravamo molto piccoli."
Ci lasciammo a mille pensieri nostalgici. Ricordi frammentati del nonno, altri ricordi più solidi di quando giocavamo in cortile coi parenti del sud.
Fui poi io a spingere però su quel ricordo.
"E quando giocavamo a Wrestling sul letto della zia?"
(Si, il letto era quello che utilizzava mia zia, nonostante fosse a casa di mia nonna. Essendo lei rimasta single per molto tempo stava a casa con lei.)
"Oddio quello si che me lo ricordo!" rispose lui.
"Finivamo sempre in posizione oscene" replicai ridendo.
"Fossero state solo le posizioni..."
Io lo guardai.
"Quindi ti ricordi eh?"
"Non è passato chissà quanto tempo. Sei sempre stato un pervertito." disse lui ridendo.
"Se andassimo di la? tanto la TV c'è ugualmente, il letto è sicuramente più comodo."
Andammo quindi nella camera di zia. Una camera spaziosa, con un grande letto spazioso sul quale, appunto, facevamo la lotta.
Guardammo un po' la TV ancora, poi io iniziai a frugare per i cassetti, la noia era tanta.
Trovai le mutandine più vecchie di mia zia. Quando ancora aveva un fisico decente.
"Ehi M, guarda qua!"
"Oddio mettile via, se ti becca la zia ti ammazza!"
"Massì sono vecchie, si vede." Le tirai un po'. "Figurati se le stanno ancora!"
Lui rise.
Io le annusai.
"Però sanno ancora di donna!" gliele passai e lui le annusò a sua volta. "Si, è vero. La zia doveva essere una gran topa da giovane."
"Chi è che suona come pervertito ora?" dissi ridendo.
"Oh senti è vero! non ci hai mai pensato?"
Chiacchierammo un po' al riguardo, ed anche di altre femmine di famiglia, cugine specialmente.
Il discorso aveva scaldato parecchio gli animi.
"Ti propongo una sfida."
"Cosa hai in mente?" mi chiese lui.
"Wrestling. Chi perde, indossa queste." mostrano le mutandine.
Lui mi guardò per un po'.
"Allora?"
"Ti distruggo."
Facemmo la lotta, ed è inutile dire che vinsi io. Qualche anno in più e un po' di struttura fisica mi diedero tutto il vantaggio necessario per "vincere".
"Ti tocca bello!" gli dissi lanciandogli le mutandine.
Lui le indossò sopra i pantaloni.
"Oh, che fai?"
"Le indosso no?"
"Non ci siamo capiti, TOGLITI TUTTO E INDOSSALE."
"Okok, non c'è bisogno di incazzarsi." Prese e andò nell'altra stanza, per poi tornare con solo le mutandine femminili indossate.
"Sei contento?"
Un rigonfio faceva capolino dalle mutande. Si vedeva chiaramente.
"Allora?
"Mi arrapi."
"Pfft, pervertito."
Io lo presi e lo gettai sul letto. Feci andare la mia mano direttamente sul suo pacco.
Lui non diceva nulla.
Glielo tirai fuori. Era duro, tanto.
Cominciai a segarlo lentamente. Godeva e, dal suo viso, apprezzava parecchio.
"Ti piace eh?"
"Beh, come potrebbe non piacermi, mi stai toccando il cazzo..."
"Beh, potrei fare di più."
"Tipo?"
Tirai giù meglio le mutandine e gli leccai le palle, per poi spostarmi sempre più su e fargli un pompino.
Il suo cazzo aveva un gusto strano, ma la cosa non mi smosse.
Quando fu sul punto di sborrare mi tolsi e lo feci venire sulla sua pancia.
"...ok, era la prima volta che mi facevano una cosa simile..."
"Ti è piaciuto?"
"Si..."
Tirai fuori il cazzo
"Ora tocca a te."
"Cosa? NO!"
"Come no? cazzo ti ho appena fatto sborrare con la bocca!"
"No, non me la sento, mi fa schifo."
Discutemmo per un po', alla fine me la cavai con una sega. Non ci fu verso di smuoverlo.
"Però mentre me la fai tieni le mutandine addosso."
Proprio come il giorno prima la delicatezza non faceva parte di lui.
Andava deciso, scoprendomi completamente la cappella e facendomi anche un pochino male.
Quando sentii la sborra salire lo fermai, e poi con la mia mano mi aiutai per sborrare sulle mutandine. Ero davvero arrapatissimo.
"Bravo coglione!" mi disse lui. "Sei venuto sulle mutande della zia, adesso che cazzo facciamo?!?"
"Toglile" gli dissi.
Quando me le diede, le appallottolai e le nascosi dietro l'armadio.
"Problema risolto. Se mai le troveranno le tracce saranno belle che sparite."
"Certo che sei proprio un pervertito" disse lui ridendo.
Ci pulimmo un po' il cazzo e poi ci rivestimmo.
Di li a qualche ora tornarono genitori e nonna, e mia zia mi comunicò che, ancora una volta, avrei dovuto dormire da loro.
"Però stavolta prendiamo la brandina che ha in cantina la nonna e la sistemiamo un po', meglio di niente no?"

Continua nella parte 3.
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